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  1.  

    Addì 3 ottobre 2018

    In quel tempo, mentre andavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada».
    Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo».
    A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, concedimi di andare a seppellire prima mio padre».
    Gesù replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu và e annunzia il regno di Dio».
    Un altro disse: «Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa».
    Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».

    Luca 9,57-62

  2.  

    Il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo

    Una strada lunga mille chilometri

    Mille chilometri da percorrere a piedi con lo zaino sulle spalle.
    Cosa fareste? Vi incamminereste e arrivati a farne cento tornereste indietro per riposarvi per poi ripartire il giorno dopo?
    Ovviamente no, altrimenti i mille chilometri non li farete mai.
    Ed allora cosa fareste?
    Vi incamminereste per fermarvi a riposare quando siete stanchi ovunque vi troviate, per poi ripartire il giorno dopo da quel punto.
    E' talmente ovvio da sembrare una barzelletta, eppure nella vita abbiamo bisogno di avere mille sicurezze, di tenere il piede in due staffe e non riusciamo ad andare avanti dinanzi a delle diffcoltà o contrarietà.
    L'ottanta per cento dei matrimoni che falliscono la dice lunga: quanti tornano alla casa dei genitori per sentirsi tutelati e protetti, per riposare?
    Ma se ci pensate è stupido: guardiamo avanti, affrontiamo i problemi, lottiamo per trovare un giaciglio dove fermarsi a riposare laddove ci sentiamo stanchi
    ----------------------------
    Io ho trovato la mia strada nell'aiuto ai bambini, venite a vedere se fosse anche la vostra

  3.  

    Addì 4 ottobre 2018

    In quel tempo Gesù disse: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli.
    Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te.
    Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare».
    Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò.
    Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime.
    Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero».

    Matteo 11,25-30

  4.  

    Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero

    Un carico pesante ma leggero

    Ieri sera siamo stati a montare delle scaffalature nella nostra sede con annesso mercatino. Un lavoro duro perché i pezzi dovevano essere adattati, mille scatole da spostare, misure che non tornavano. Alla fine è venuto fuori un buon lavoro, anche se non abbiamo terminato.
    Andando via abbiamo visto che era quasi l'una di notte, avevamo cominciato alle otto e mezzo, ma avevamo ancora voglia di continuare, forza per andare avanti.
    Questo è il "giogo leggero", "il carico dolce" di cui parla Gesù nel Vangelo.
    Quando si fatica, quando si lavora spalla a spalla, quando il fine comune è quello di migliorare la vita di qualcuno, non c'è fatica che non sia sopportabile, carico che non ci dia gioia avere sulle spalle.
    Grazie a tutti coloro che sono venuti a darci una mano, grazie a quelli che ogni giorno lavorano per il bene dei nostri Bambini, grazie a chi, spesso nel silenzio e nel nascondimento, accudisce con amore ogni giorno i tanti Bambini che accogliamo

    -----------

    Se non ci possiamo supportarci con la forza delle braccia, ogni giorno possiamo stare vicino gli uni agli altri con il cuore

  5.  

    Addì 5 ottobre 2018

    In quel tempo, Gesù disse: «Guai a te, Corazin, guai a te, Betsàida! Perché se in Tiro e Sidone fossero stati compiuti i miracoli compiuti tra voi, gia da tempo si sarebbero convertiti vestendo il sacco e coprendosi di cenere.
    Perciò nel giudizio Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi.
    E tu, Cafarnao, sarai innalzata fino al cielo? Fino agli inferi sarai precipitata!
    Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato».

    Luca 10,13-16

  6.  

    Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me

    Strisce pedonali

    Quante volte avrete visto macchine sfrecciare sulle strisce pedonali anche mentre un pedone sta cercando di attraversare.
    Quando siamo a piedi ci adeguiamo a questa brutta abitudine e non ci avventuriamo sulle strisce se non siamo ultrasicuri che non passino macchine, tanto siamo convinti che non si fermeranno solo perché c'è qualcuno che sta per attraversare.
    Io viaggio quasi sempre in bicicletta e non ho di questi problemi.
    Ieri mi è capitata una cosa strana.
    Un signore stava attraversando ed era quasi a metà strada quando mi ha visto arrivare. Si è spaventato, io vado piuttosto veloce, ed ha fatto per tornare indietro. Io lo avevo visto ed avevo già rallentato compiendo una manovra per evitarlo passandogli da dietro. Nel mentre c'era una signora sul marciapiede che voleva attraversare, ed allora mi sono fermato per farla passare.
    La signora non se lo aspettava e mi ha fatto un sorriso che mi ha dato gioia, ma la cosa più bella è stata quella di vedere quel signore, fermo in mezzo alla strada, che mi ha guardato come fossi un alieno. Una faccia tra l'incredulo ed il piacevolmente colpito.
    Ci vuole poco a fare la cosa giusta, ed allora facciamola, renderà gli altri felici e noi fieri ed orgogliosi di aver fatto qualcosa di buono.

    ---------------

    Ascoltiamo la voce del cuore ed evitiamo di cadere nella tentazione di voler fare le cose per ripicca, per rivalsa o per primeggiare

  7.  

    Addì 6 ottobre 2018

    In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome».
    Egli disse: «Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore.
    Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare.
    Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli».
    In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: «Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto.
    Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare».
    E volgendosi ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete.
    Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non l'udirono».

    Luca 10,17-24

  8.  

    I settantadue tornarono pieni di gioia

    La gioia di fare qualcosa per gli altri

    "Michele, vai a prendere sei bottiglie d'acqua giù al negozio"
    "Ok mamma, vado"

    E dentro Michele c'è un bivio che lo fa pensare "Uffa che barba, devo andare a fare questo servizio invece di ascoltare musica" oppure "Che bello, faccio qualcosa di utile per la mia famiglia. La mia mamma fa tante cose per me, così le tolgo un peso"

    Nel primo caso tornerà imbronciato e farà dispiacere sua madre.
    Nel secondo caso tornerà sorridente e darà gioia alla sua mamma.

    Il Signore ci chiede "Vai a scattare qualche foto a quei Bambini così aiuti l'Associazione che li accoglie"
    Oppure "Vai ad aiutare quei ragazzi che accolgono Bambini a montare delle scaffalature, li aiuterai a rendere migliore il loro Mercatino"

    Quante volte il Signore ci chiama e noi possiamo rispondere si o no. Quando poi rispondiamo "si" possiamo farlo imbronciati come se quello che stessimo facendo fosse un peso insopportabile, oppure potremmo farlo con grande gioia come stessimo facendo la cosa più bella del mondo.

    Nel secondo caso il valore aggiunto sarebbe l'allegria e la felicità con tutti nella condivisione, benzina importantissima per ogni motore umano impegnato nel sociale
    ------------------
    La gioia deriva non per ciò che facciamo, ma per cosa lo facciamo

  9.  

    Addì 7 ottobre 2018

    In quel tempo, avvicinatisi dei farisei, per metterlo alla prova, gli domandarono: «E' lecito ad un marito ripudiare la propria moglie?».
    Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?».
    Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di rimandarla».
    Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma.
    Ma all'inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina; per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola.
    Sicché non sono più due, ma una sola carne.
    L'uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto».
    Rientrati a casa, i discepoli lo interrogarono di nuovo su questo argomento. Ed egli disse: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio».
    Gli presentavano dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano.
    Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio.
    In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso».
    E prendendoli fra le braccia e ponendo le mani sopra di loro li benediceva.

    Marco 10,2-16

  10.  

    Lasciate che i bambini vengano a me

    Cuori in vendita

    Ci sono molte attrattive per Bambini e Ragazzi: videogiochi, guadagni facili, sballo, e spesso dietro a queste cose si celano malfattori che non vogliono il bene di un ragazzo ma i suoi soldi o peggio. I ragazzi sono abbagliati da mille luccichii che appaiono anche essere una buona cosa perché proposti dal mondo degli adulti.
    Pensate alla pubblicità che molte scuole private si fanno promettendo di far prendere ai ragazzi il diploma di scuola superiore in due anni al massimo se sono stati bocciati e non hanno, quindi, voglia di studiare.
    Sarebbe più corretto spingere questi ragazzi a sudare sette camice per mantenersi e non far vedere loro che possono fare la bella vita, tanto poi basta pagare e senza fatica si prende un diploma. A cosa serve? Avranno più cultura? Avranno un diploma per trovare un lavoro dove non avranno le stesse capacità di chi ha studiato di più?
    Non basta dire ad un ragazzo "Io ci sono per te", ma bisogna invitarlo, convincerlo a seguire la strada che gli indichiamo noi. Bisogna essere più incisivi delle grida che arrivano loro da tutte le parti. Bisogna dare loro qualcosa che il mondo non gli da e di cui sentano il bisogno: l'amore.
    Bisogna offrirgli una bella e buona pietanza escogitando sempre nuove iniziative, ma dobbiamo offrirgliela condita con amore e accudimento dove loro possano capire i valori ed i principi che vogliamo insegnare.
    I nostri ragazzi non sono in vendita, ma chi vuole il loro portafogli o altro è suadente e riesce a comprarli, senza che i ragazzi se ne accorgano, con false promesse.
    Dobbiamo essere suadenti anche noi, ma senza falsità, dosando bene un rimprovero ed un elogio.
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    Con i Bambini è più facile, ma sono gli adolescenti ad avere più bisogno di una nostra guida

  11.  

    Addì 8 ottobre 2018

    In quel tempo, un dottore della legge si alzò per metter alla prova Gesù: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?».
    Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?».
    Costui rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso».
    E Gesù: «Hai risposto bene; fa' questo e vivrai».
    Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?».
    Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto.
    Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte.
    Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre.
    Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione.
    Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.
    Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno.
    Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?».
    Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' lo stesso».

    Luca 10,25-37

  12.  

    Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite

    Il "Buon Samaritano" del 2000 siete voi

    In 32 anni di vita dedicati ai Bambini

    siamo passati accanto a suore, sacerdoti e religiosi e molti di loro non ci hanno degnati di uno sguardo
    siamo passati davanti ad assistenti sociali, politici ed istituzioni e molti di loro non ci hanno degnato di uno sguardo
    siamo passati dinanzi a tante persone, gente comune, ricchi e poveri e molti di loro ci hanno accolto, accudito, aiutato

    La parabola del buon Samaritano si ripete ogni giorno nella vita di ciascuno di noi
    ------------------
    Siate Buoni Samaritani verso i Bambini e quando sarete voi ad aver bisogno verrete amati ed accolti

  13.  

    Addì 9 ottobre 2018

    In quel tempo, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa.
    Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: «Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti».
    Ma Gesù le rispose: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta».

    Luca 10,38-42

  14.  

    Tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno

    Un po' d'acqua, ho sete

    Un mio amico amava tantissimo le sue piantine.
    Le potava, cambiava loro vaso, aggiungeva terriccio pieno di concime le esponeva alla giusta luce, puliva le foglie una ad una, le riparava dalle intemperie e dal troppo caldo.
    Ma le piantine, dopo qualche tempo, morivano.
    Il motivo?
    Non dava loro l'acqua tanto era intento a curarle nei modi più sofisticati possibile.

    E' vero, avete ragione, è una cosa stupida, ma così facciamo molto spesso anche noi.

    Così facciamo con i figli per i quali ci facciamo in quattro affinché abbiano tutto, ma non ci accorgiamo che a loro a volte basta un aeroplanino di carta o dieci minuti di solletico.
    Così facciamo con i nostri amici che chiamiamo sempre per stare in allegria, ma non ci accorgiamo che a loro a volte basta un abbraccio o un po' di interessamento.
    Così facciamo quando siamo pronti a proclamare grandi sermoni sull'accoglienza, ma non siamo in grado di fermarci a parlare con il nostro prossimo fermo ad un angolo di strada a chiedere l'elemosina o intento a venderti un accendino.

    Siamo bravi a potare e fertilizzare, ma ricordiamoci che la persona accanto a noi a volte ha bisogno soltanto di un po' d'acqua.
    Semplicemente un po' d'acqua.
    ------------------
    Per sapere quale acqua dare al prossimo, pensate a quale acqua vorreste voi. Un sorriso? Un abbraccio? Un grazie?

  15.  

    Addì 10 ottobre 2018

    Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».
    Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore, e non ci indurre in tentazione».

    Luca 11,1-4

  16.  

    Dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano

    Un Bambino che non ha nulla da mangiare

    Oggi pare scontato, almeno qui in Italia, che ogni persona, specie ogni Bambino abbia da mangiare.
    Ma non è così.
    Michelino, 14 mesi, figlio di un'alcolizzata e di un picchiatore è la metà di peso di Robertino che di mesi ne ha 13 e che vive in una famiglia ricca.
    E non è solo lui a mostrare differenze tra i tanti Bambini che ogni giorno accogliamo.

    Ma non è di solo pane che vive una persona, non è solo di pane ciò di cui vive un Bambino.
    Tanti Bimbi crescono senza accudimento, senza una carezza, un'attenzione.

    Simone, dieci anni, uno dei nostri "figli" in diurno, qualche giorno fa è andato in bagno e ne è uscito rattristato, addolorato.
    Gli si era staccato un bottone dei pantaloni.
    Era triste perché il giorno dopo sarebbe dovuto andare a scuola con i pantaloni senza un bottone, perché la sua mamma è troppo impegnata a bere e fare altro per preoccuparsi di cosa indossa il figlio, se è roba sporca o pulita, men che mai se gli manca un bottone.

    Quando recito il "Padre Nostro", nel momento in cui prego Dio dicendo "Dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano", penso si al pane, al cibo per i miei Bimbi, ma penso sopratutto all'amore che possano ricevere, chiedo al Signore che allunghi le mie braccia per accogliere tanti Bambini, dandomi la forza di trovare fondi per costruire loro tante case accoglienti e persone per amarli.
    ------------------
    Pregate con me.
    Camminate con me.
    Accogliete con me.

  17.  

    Addì 11 ottobre 2018

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; e se quegli dall'interno gli risponde: Non m'importunare, la porta è gia chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli; vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza.
    Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto.
    Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto.
    Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe?
    O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione?
    Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!».

    Luca 11,5-13

  18.  

    Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto

    Facciamoci aprire con la forza dell'amore

    Pensiamo di potercela fare da soli ad affrontare la vita?
    Pensiamo di poter vivere senza l'aiuto degli altri?
    Oggi è impossibile ed impensabile.
    Anche il più indipendente tra voi dovrà convenire di aver chiesto qualche favore, di aver avuto bisogno di qualcuno, non fosse altro per cibarsi perché se anche possiamo coltivare quello che ci serve avremo prima o poi bisogno di materiale, attrezzi, e a qualche porta prima o poi tutti noi dovremo bussare.
    Noi siamo da questa parte, con le nostre richieste, ma dall'altra parte ci sono altri che non sempre sono disponibili ad aprirci la porta per darci ciò di cui abbiamo bisogno.

    Come possiamo fare?
    Dobbiamo continuare a bussare, dobbiamo continuare a chiedere, dobbiamo continuare a cercare, perché solo insistendo potremo ottenere, e dovremo farlo con la parola, con l'intelligenza, con l'astuzia e con l'anima, spiegando le nostre ragioni, intenerendo il cuore di chi ci ascolta.
    Io credo in Dio e so che quando busso alla sua porta lui mi ascolta.
    Non sempre mi esaudisce, ma io continuo a bussare ed il Signore mi ha sempre donato tantissimo.
    ------------------
    Bussare è fatica, è umiltà, è dover imparare a gestire una frustrazione, ma è necessario ed è bellissimo quando si trova qualcuno che ti apre disinteressatamente la porta

  19.  

    Addì 12 ottobre 2018

    In quel tempo, dopo che Gesù ebbe sciaccato un demomio, alcuni dissero: «E' in nome di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni».
    Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
    Egli, conoscendo i loro pensieri, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull'altra.
    Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl.
    Ma se io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl, i vostri discepoli in nome di chi li scacciano? Perciò essi stessi saranno i vostri giudici.
    Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio.
    Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro.
    Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via l'armatura nella quale confidava e ne distribuisce il bottino.
    Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde.
    Quando lo spirito immondo esce dall'uomo, si aggira per luoghi aridi in cerca di riposo e, non trovandone, dice: Ritornerò nella mia casa da cui sono uscito.
    Venuto, la trova spazzata e adorna.
    Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui ed essi entrano e vi alloggiano e la condizione finale di quell'uomo diventa peggiore della prima ».

    Luca 11,15-26

  20.  

    La condizione finale di quell'uomo diventa peggiore della prima

    Discariche abusive

    Capita spesso di imbattersi, specie nei boschi o nelle zone di periferia, in luoghi dove gente incivile ha depositato alcuni sacchetti di immondizia.
    Ripassando dopo qualche giorno troviamo in più un materasso ed una lavatrice.
    Altri giorni dopo si aggiunge uno scarico di detriti, e via via la spazzatura aumenta.
    Da che mondo è mondo lo sporco attira lo sporco.
    Se noi siamo pigri ed un giorno non ci vogliamo lavare, poi il giorno seguente facciamo lo stesso, e così per settimane, le persone pulite non vorranno più starci vicino, ma attireremo coloro che puzzano come noi.
    Così è nella nostra vita: se facciamo qualcosa di male e non rimediamo, o non chiediamo scusa pulendoci l'anima, rischiamo di essere sempre più sporchi e non riuscire ad avere relazioni pulite con gli altri.
    Ai ragazzi dico sempre "Quando andate a letto la sera, davanti allo specchio, dopo esservi lavati i denti, lavate anche la vostra anima, parlate con voi stessi e dite a voce alta cosa avete sbagliato in quel giorno, promettendo all'immagine che vedete riflessa dinanzi a voi di rimediare e mettercela tutta per non sbagliare ancora"
    ------------------
    Nessuno è mai troppo sporco, ed una buona saponata lava qualunque colpa

  21.  

    Addì 13 ottobre 2018

    In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e disse: «Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!».
    Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».

    Luca 11,27-28

  22.  

    Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano

    La cosa giusta

    I miei Bimbi spesso mi chiedono "Come mai so bene cosa devo e cosa non devo fare, ma poi, nonostante le migliori intenzioni, non riesco a mettere in pratica i buoni propositi?"

    Tutti noi sappiamo la differenza tra bene e male, ma tutti noi, chi più chi meno, sbaglia e capita che faccia cose che sa essere sbagliate.

    Ci vuole allenamento: bisogna fare e sbagliare, fare e sbagliare, fare e sbagliare.
    Quante volte? Finchè non miglioriamo, fin tanto che non impariamo a non sbagliare.
    Un buon modo per allenarsi è guardarsi allo specchio e dire a noi stessi cosa abbiamo sbagliato nella giornata.
    Bisogna poi tenerlo bene a mente e continuare a pensare al nostro errore di continuo fino a vergognarsi di ciò che abbiamo fatto.
    Più ci vergogniamo e maggiore sarà il desiderio di non sbagliare, e pian piano impareremo a fare la cosa giusta.
    ------------------
    Anche un amico, un vero amico, colui che ascolta, critica e non giudica può aiutarci a migliorare

  23.  

    Addì 14 ottobre 2018

    In quel tempo, mentre Gesù usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?».
    Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo.
    Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre».
    Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza».
    Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dàllo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi».
    Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni.
    Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!».
    I discepoli rimasero stupefatti a queste sue parole; ma Gesù riprese: «Figlioli, com'è difficile entrare nel regno di Dio!
    E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio».
    Essi, ancora più sbigottiti, dicevano tra loro: «E chi mai si può salvare?».
    Ma Gesù, guardandoli, disse: «Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio».
    Pietro allora gli disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».
    Gesù gli rispose: «In verità vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva gia al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna.

    Marco 10,17-30

  24.  

    Non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli (...) a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva già al presente cento volte tanto

    Provare per credere

    Un giorno un carabiniere mi disse "Siete bravi, fate un ottimo lavoro con questi Bambini. Chissà quanti soldi ci guadagnate!"
    Mi risentii e gli risposi che non prendevamo una lira, che il nostro era volontariato puro, una scelta di vita.
    Si mise a ridere replicando che nessuno fa mai nulla per nulla

    Su questo gli diedi ragione, perché ciò che ci spinge a fare è la gioia di poter fare la differenza nella vita di un Bambino e la possibilità di essere un utile servo di Dio.
    Il Signore ci ha dato molto di più di quello che avremmo mai pensato di poter avere, cosa che ci ha sollecitato ogni giorno ad andare avanti, creare e ideare nuovi progetti, accogliere Bambini con difficoltà particolari, ed è una ruota che gira: più facciamo, più siamo contenti, più ci viene voglia di fare.
    Questo non significa non sentire il peso e la stanchezza, ma quale mamma o papà non è stanco dopo una giornata intera a destreggiarsi tra lavoro, casa, pulizia, accudimento, spesa, sport, scuola? La nostra "fine giornata" non è più lieve o più pesante di quella di ciascuno genitore, ma ogni papà ed ogni mamma sanno bene che la gioia di poter amare e crescere i propri figli fa sì che ogni mattina ci si possa svegliare con il desiderio di ricominciare un altro giorno

  25.  

    Addì 15 ottobre 2018

    In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorchè il segno di Giona.
    Poiché come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione.
    La regina del sud sorgerà nel giudizio insieme con gli uomini di questa generazione e li condannerà; perché essa venne dalle estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, ben più di Salomone c'è qui.
    Quelli di Nìnive sorgeranno nel giudizio insieme con questa generazione e la condanneranno; perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, ben più di Giona c'è qui».

    Luca 11,29-32

  26.  

    Ben più di Salomone c'è qui

    Premio Nobel

    Premo Nobel.
    Premio Strega.
    Premio Pulitzer.
    Premio Oscar.
    Ogni arte, disciplina, scienza ha il suo premio che viene assegnato al più bravo, al più intelligente, al più sapiente.
    Non c'è però un premio "Umility", un premo che sia assegnato a chi non ha grandi doti di intelligenza, a chi non ha sapienza o una buona proprietà di linguaggio, ma sia sapiente agli occhi di Dio, quella sapienza che provenga dal cuore, quella sapienza che sappia amare tutti incondizionatamente perché figli della stessa terra.
    Sapienza non significa saper scrivere o parlare, inventare o scoprire, recitare o produrre.
    Sapienza significa dire di "ti amo" in tutte le lingue del mondo a chiunque, bello o brutto, onesto o delinquente, intelligente o stolto.
    ------------------
    Chi è sapiente di intelletto impari ad esser sapiente anche con il cuore e farà grandissime cose per l'umanità

  27.  

    Addì 16 ottobre 2018

    In quel tempo, dopo che Gesù ebbe finito di parlare, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli entrò e si mise a tavola.
    Il fariseo si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo.
    Allora il Signore gli disse: «Voi farisei purificate l'esterno della coppa e del piatto, ma il vostro interno è pieno di rapina e di iniquità.
    Stolti! Colui che ha fatto l'esterno non ha forse fatto anche l'interno?
    Piuttosto date in elemosina quel che c'è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà mondo».

    Luca 11,37-41

  28.  

    Voi purificate l'esterno della coppa e del piatto, ma il vostro interno è pieno di rapina e di iniquità.

    Un bicchiere pulito? Si grazie!

    Ho una lavastoviglie che pulisce benissimo i bicchieri all'esterno, ma li lascia sudici nella parte interna.
    Ci berreste in quei bicchieri? Mai!
    Cosa sarebbe la prima cosa da fare? Certamente riparare la lavapiatti.
    Eppure molti di noi hanno all'interno una lavastoviglie fatta proprio in questo modo.

    Alzi la mano chi ha mai ammazzato un uomo.
    Bene, nessuna mano alzata. Ottimo.
    Vuol dire che il bicchiere, al di fuori, è perfettamente pulito.

    Adesso alzi una mano chi ha mai voluto la morte di qualcuno, oppure gli ha augurato un accidenti.
    Quante volte ho sentito gridare dal finestrino di un'auto "Tu morissi, maledetto".
    Significa che dentro di noi c'è cattiveria, astio, desiderio di vendetta: un bicchiere sporco fuori.

    Pochi di noi compiono azioni cattive, ma molti di noi sono sporchi dentro, pertanto non ci laviamo, ma quel sudiciume uccide, pian piano, la nostra anima.
    Quanti sorrisi in chiesa nel momento in cui ci si da un segno di pace, ma vorei vedere se ogni persona che tende la mano al fratello, come segno di rappacificazione con ogni persona, non ha qualche rancore o risentimento verso qualcuno.
    E se così fosse non sarebbe falsità? Non bisognerebbe prima andare a fare pace e poi venire a tendere la mano al mio vicino di panca?
    ------------------
    Non basta dire "Sono generoso", è necessario essrlo veramente

  29.  

    Addì 17 ottobre 2018

    In quel tempo, Gesù disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima della menta, della ruta e di ogni erbaggio, e poi trasgredite la giustizia e l'amore di Dio. Queste cose bisognava curare senza trascurare le altre.
    Guai a voi, farisei, che avete cari i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze.
    Guai a voi perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo».
    Uno dei dottori della legge intervenne: «Maestro, dicendo questo, offendi anche noi».
    Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!».

    Luca 11,42-46

  30.  

    Guai a voi, farisei, che pagate la decima, e poi trasgredite la giustizia e l'amore di Dio

    Italiani brava gente

    L'incitazione all'odio razziale porta molti a pensare che i problemi dell'Italia siano i migranti.
    Se il ministro dell'interno avesse messo tanta lena nel combattere mafia e camorra, quanta ne ha impiegata nel contrastare i migranti, oggi l'Italia sarebbe un paese più sicuro.
    In questi giorni gira un video di un controllore su un treno in Sardegna, applaudito perché ha fatto scedere, anche a male parole, un gruppo di immigrati senza biglietto.
    Non erano africani facinorosi, non infastidivano nessuno, erano un gruppetto di cinque persone tranquilli, seduti in un angolino, con un bambino appena nato in braccio.
    Hanno chiesto per favore di poter restare spiegando dove stavano andando ed il perché; si sono posti con la capotreno in maniera tranquilla e serena, educati chiedendo un po' di umanità.
    Ma il controllore, inflessibile, non ha voluto sentire ragioni e usando parole e toni forti li ha fatti scendere.
    Tecnicamente corretto: non hai il biglietto, allora scendi
    Umanamente scorretto: avevano bisogno di qualcuno che desse loro un aiuto, bastava solo chiudere un occhio, passare oltre

    Eppure chissà quante volte i nostri emigranti, specie da regioni proprio come la Sardegna, hanno ricevuto un occhio di riguardo, non tanto per la persona, quanto per le condizioni di difficoltà in cui essa si trovava.
    Regole! Eppure ci sono stati in tempi recenti, anche qui in Italia, regole e leggi, si pensi allo sterminio degli ebrei, che portavano molti a disobbedire, anche a rischio della propria vita, dando rifugio agli ebrei ricercati dalla legge.
    Ieri chi catturava un ebreo e lo consegnava ai tedeschi era considerato un uomo di legge, un uomo che aveva fatto il proprio dovere, ma quello stesso uomo oggi è condannato dall'intera umanità perché avrebbe dovuto disobbedire a leggi così ingiuste ed inique.

    Ad ognuno le proprie considerazioni, ma quando ci si fa scudo di una legge per andare contro l'uomo, contro la sofferenza e la debolezza, allora c'è qualcosa che non va. Italiani: brava gente. Dimostriamolo, perché oggi non vedo tutta questa "bravura"
    ------------------
    Non basta dire "Amo l'umanità quando non si ha pietà del prossimo che incontriamo sul treno"

  31.  

    Addì 18 ottobre 2018

    In quel tempo, il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
    Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe.
    Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada.
    In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa.
    Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi.
    Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa.
    Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio».

    Luca 10,1-9

  32.  

    La messe è molta, ma gli operai sono pochi

    Angeli della Zizzi

    Alla fine degli anni novanta comprammo la casa di Orentano (PI) che oggi è la nostra sede estiva.
    Costò 180 milioni di lire e c'era compreso un terreno di tre ettari coltivato a vigna.
    In quell'anno l'unione europea pagava dieci milioni ad ettaro a quanti avessero dismesso la propria vigna, in quanto in Europa c'era troppa produzione di vino.
    La cosa era allettante: 30 milioni per fresare un terreno, cosa che comunque avremmo dovuto fare.
    Così ci informammo e la cosa era un pochino più complicata: dovevamo coltivare per un anno la vigna e vendere l'uva prodotta per dimostrare che era operativa.
    E chi lo sapeva fare? Tre ettari significavano 7.000 viti da potare, fresare, concimare, curare con prodotti. Settemila viti da vendemmiare e trovare chi comprasse la nostra uva.
    Non ci siamo persi d'animo.
    E' da fare? Si, ok, allora si fa.
    Quanto lavoro quell'anno, quanta fatica, quante cose da imparare e mettere in pratica senza troppi errori.
    Arrivò il momento della vendemmia, ma non eravamo in molti disponibili. Dovevamo raccogliere tutta l'uva in un sol giorno perché non perdesse peso ed anche perché avevamo trovato per miracolo un consorzio disposto a prenderci il raccolto, ma lo volevano tutto e subito perché era l'ultimo giorno per i conferimenti.
    Così al mattino molto presto, era ancora buio, siamo andati alla vigna con fari e torce ed abbiamo iniziato a fare quello che poteva sembrare a molti una "missione impossibile". Alle sei del pomeriggio eravamo al consorzio con i bigonci pieni dell'uva da noi prodotta, cosa che ci permise di accedere al contributo.
    Stanchi morti, ma soddisfatti del risultato raggiunto
    Così è stato ed è la nostra vita.
    Non perché non abbiamo volontari, ma perché le esigenze aumentano, c'è sempre più richjiesta di accogliere bambini fragili e bisognosi di carezze ed amore.
    I Bambini che abbiamo sono trenta, ma solo nella nostra città sono molti, ma molti di più, quelli che andrebbero accolti, aiutati, accuditi e la vigna si ingrandisce.

    Aiutateci, prima ancora che con il denaro, con la vostra forza, la vostra gioia, il vostro entusiasmo, le vostre capacità, le vostre preghiere.
    Vi aspettiamo per divenire "Angeli della Zizzi" e se abitate lontano potete aiutarci a distanza e magari, con il vostro aiuto, potremo costruire un progetto nella vostra città
    ------------------
    Tanto lavoro, ma anche tanta gioia
    Condividere il lavoro, è condividere anche la gioia

  33.  

    Addì 19 ottobre 2018

    In quel tempo, radunatesi migliaia di persone a tal punto che si calpestavano a vicenda, Gesù cominciò a dire anzitutto ai discepoli: «Guardatevi dal lievito dei farisei, che è l'ipocrisia.
    Non c'è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto.
    Pertanto ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce; e ciò che avrete detto all'orecchio nelle stanze più interne, sarà annunziato sui tetti.
    A voi miei amici, dico: Non temete coloro che uccidono il corpo e dopo non possono far più nulla.
    Vi mostrerò invece chi dovete temere: temete Colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geenna. Sì, ve lo dico, temete Costui.
    Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio.
    Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete, voi valete più di molti passeri».

    Luca 12,1-7

  34.  

    Non c'è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto (brano del 17 ottobre 2014)

    E' così difficile amare un Bambino?

    Nel mondo dell'Affido ci sono tante cose che non vanno, come in ogni altro settore. Ad esempio non viene fatta la dovuta promozione per la ricerca di famiglie disponibili all'accoglienza, molti comuni insabbiano i casi per evitare di pagare le rette, molti servizi sociali boicottano famiglie ed associazioni che non la pensino come loro. Ma non tutto è negativo, anzi, l'affido è il più bel gesto d'amore che si possa fare: prendere un bambino sporco, denutrito, senza regole, maltrattato, toglierlo dalla famiglia che per qualche ragione, non sta a noi giudicare, non è in grado di accudirlo come dovrebbe, ripulirlo, educarlo, amarlo come e più di un figlio mantenendo i rapporti con la famiglia di origine, aiutare i genitori a compiere un cammino di crescita rimediando ai propri errori e capendo quali siano i comportamenti da seguire con il proprio figlio, attendere se necessario che le mele marce vengano tolte dal "paniere-famiglia originaria", e poi riconsegnare il bambino ai suoi genitori rimanendo per lui un punto di riferimento, una sorta di zio e zia pronta ad ascoltarlo e senza mai smettere di fargli sentire il nostro amore.
    Facile non è davvero, ma pensate a come sia difficile la vita per un bimbo che in casa vede la madre picchiata tutti i giorni dal papà che rientra in casa ubriaco e poi prende la cintura e si accanisce su di lui; pensate come sia difficile per un bambino stare rannicchiato nella sua cameretta al buio pregando che almeno quella sera il papà o l'amico della mamma non entri in camera per violentarlo; pensate come sia difficile per un bambino andare a scuola sporco, malvestito, scansato da tutti; pensate come sia difficile per un bambino vivere in una famiglia che non lo ami e non lo rispetti.
    E per voi è ancora così difficile accogliere un bambino in casa ed amarlo?
    ----------------------------
    Non siate indifferenti al grido di dolore dei tanti bambini maltrattati delle nostre città

  35.  

    Addì 20 ottobre 2018

    In quel tempo, Gesu disse ai suoi discepoli: "Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.
    Chiunque parlerà contro il Figlio dell'uomo gli sarà perdonato, ma chi bestemmierà lo Spirito Santo non gli sarà perdonato.
    Quando vi condurranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi come discolparvi o che cosa dire; perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire".

    Luca 12,8-12

  36.  

    Non preoccupatevi come discolparvi o che cosa dire; perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire (brano del 19 ottobre 2013)

    Dire la cosa giusta

    Quante volte mi è capitato di essere chiamato da un giudice per uno dei miei ragazzi, magari anche in contraddittorio con i servizi sociali. Avere nella testa mille idee, ma non sapere cosa dire per non procurare danno. Eppure sono sempre andato in tribunale forte delle parole del Vangelo "Quando vi condurranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi come discolparvi o che cosa dire; perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire", ed ogni volta mi stupisco di come siano andate le cose, di come le parole siano uscite da sole senza che nemmeno le avessi pensate. Non significa essere degli sprovveduti, chi mi conosce sa quanto cerchi di prepararmi per ogni incontro, ma capita comunque che a volte la posta in gioco sia talmente alta, come il futuro di un bambino, che una parola sbagliata può volgere la situazione al peggio. Ma ecco che interviene Dio, facendoti trovare dentro l’animo le parole che possano toccare le corde del cuore del tuo interlocutore ed aprire in lui la strada per una visione corretta.
    Questa è la forza della Fede, la forza che Dio ci dona attraverso il Vangelo, una sorta di vademecum per vivere bene avendo fiducia in un Padre buono che vuole il bene dei suoi figli e li protegge dai mali del mondo.

  37.  

    Addì 21 ottobre 2018

    In quel tempo, si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo».
    Egli disse loro: «Cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
    Gesù disse loro: «Voi non sapete ciò che domandate. Potete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo».
    E Gesù disse: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete.
    Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
    All'udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni.
    Allora Gesù, chiamatili a sé, disse loro: «Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere.
    Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti.
    Il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

    Marco 10,35-45

  38.  

    Il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti (brano del 18 ottobre 2015)

    Prendi me al posto suo

    Quando i nazisti dovevano scegliere chi mandare nelle camere a gas, spesso prendevano le persone a caso, anche con una semplice conta “tu si, tu no, tu si, tu no” ed in questo modo barbaro decidevano della vita delle persone, del futuro di intere famiglie talvolta separate anche nella morte. Durante uno di questi macabri giochi da roulette russa un sacerdote aveva accanto un padre di famiglia e man mano che il loro carnefice si avvicinava avevano già capito che il prescelto per entrare nelle docce della morte sarebbe stato il papà di tanti figli. Il sacerdote, Massimiliano Kolbe, si spostò in modo da salvare la vita a quel pover’uomo. A pensarci è un atto di grande eroismo, per alcuni stupidità, per altri inutile perché magari quel signore sarebbe stato comunque ucciso qualche giorno dopo. Ogni atto ha una molla che lo fa scattare. Un attimo prima sareste pronti a giurare che non dareste mai la propria vita per uno sconosciuto, un secondo dopo vi ritrovate nella situazione di buttarvi nel mezzo tra un rapinatore ed un passante e prendere al posto suo un proiettile mortale, oppure vi gettate di slancio nell’acqua fredda di un fiume per salvare qualcuno che sta annegando rimettendoci la vostra vita. Cosa vi spinge a fare scelte così estreme o altre simili, come partire per l’Africa dedicando tutta la vostra vita ai più poveri, agli ultimi del mondo? Ognuno ha le sue molle e tanto nel mondo cattolico, in quello islamico o di altra religione, come fra gli atei e gli agnostici c’è sempre qualcosa che ci spinge a fare quelle che oggi, a mente lucida, definiremmo “pazzie”. Per qualcuno è la difesa della patria, per altri l’onore di una persona cara, per altri ancora un credo, oppure un dogma inculcato. La molla è lì, si carica sempre di più, è pronta a scattare allorquando si verificano determinate situazioni. Fino a ventun’anni i miei progetti erano di finire l’università, avere una bella ragazza da amare e dalla quale essere ricambiato, proseguire l’attività di commercialista e dirigente di azienda di mio padre, avere dei figli e nei miei piani già mi vedevo nonno a condurre i miei nipotini ad andare sott’acqua come il papà della mia mamma aveva insegnato a me. Una vita già delineata, già decisa ed in buona parte già intrapresa. Un giorno, una settimana dopo il mio compleanno, mia madre, la mia forza, la mia roccia, il mio sostegno muore. E’ cosa normale, tutti si lascia questa vita, ma quando è la propria mamma ad andarsene nulla è più come prima. La molla cominciava a fare rumorini strani e scalpitava, ma riuscivo ancora a tenerla a freno, ancora avvinghiato all’idea che mi ero fatto del mio futuro. Ma si sa, tutto ciò che è compresso, prima o poi scoppia con tutta la sua potenza e può prendere due strade, una è quella dello scoppio incontrollato che porta all’ira, alle liti, alla droga, all’alcool, all’omicidio; l’altra ha la stessa potenza, ma è tenuta sotto controllo, seppur con grandissima difficoltà e indirizzata a scoppiare nella direzione giusta, spesso indicata da altri. I primi sei mesi la molla scalpitava, faceva fumo ed ero arrabbiato con il mondo, avrei potuto far del male a qualcuno se mi si fosse presentata l’occasione, ma principalmente volevo fare del male a me stesso per eliminare in maniera definitiva quella grande sofferenza che provavo. Ma ecco che i principi assimilati nei miei primi anni di vita, elargiti dal Vangelo attraverso i miei genitori, insegnanti, sacerdoti, uniti alle mie esperienze con gli amici e nel volontariato mi indussero a fermarmi ad ascoltare. Fu allora che cominciai a guardarmi intorno, fu allora che mi accorsi che potevo incanalare quella rabbia altrove e farla diventare una forza non distruttrice ma salvifica principalmente per me attraverso gli altri. Quando mi dicono “bravo, ti occupi di bambini” rispondo sempre che sono il primo degli egoisti e la gente mi guarda, sorride e non capisce. Donare il futuro per i miei cuccioli mi ha donato la vita e guardandomi indietro non c’è strada migliore che avrei potuto prendere per essere felice. Tutto rose e fiori non è davvero, anzi, ci sono più problemi che in una vita “normale”, ma il pensiero di poter fare la differenza per qualcuno, poter essere utile con una parola gentile, un insegnamento, un esempio per uno dei ragazzi in crescita è per me motivo di gioia perché pur vivendo una bella vita penso di poter dire di essere qui per servire e non per essere servito, essere in questo mondo per dare la mia vita in riscatto di qualcuno

  39.  

    Addì 22 ottobre 2018

    In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di' a mio fratello che divida con me l'eredità».
    Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
    E disse loro: «Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell'abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni».
    Disse poi una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto.
    Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti?
    E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni.
    Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia.
    Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà?
    Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio».

    Luca 12,13-21

  40.  

    Riposati, mangia, bevi e datti alla gioia

    Manie di grandezza

    Abbiamo iniziato a dare ripetizioni scolastiche a Bambini di famiglie con scarse risorse economiche e culturali.
    Abbiamo aperto un centro per accogliere tanti Bambini.
    Abbiamo comprato una casa in campagna dove portarli nei fine settimana e nel periodo estivo.

    Non bastava? Non era già un bel lavoro?

    Abbiamo preso un Bambino in affido.
    Abbiamo iniziato a gestire una casa per accogliere quattro Bambini in affidamento.
    Abbiamo organizzato per loro bellissime vacanze.

    Non bastava? Non era già un bel lavoro?

    Abbiamo comprato una casa più grande per accogliere i Bambini.
    Abbiamo comprato una casa più spaziosa con molto terreno per i nostri fine settimana in campagna.
    Abbiamo comprato una barchetta per portarli a pescare.

    Non bastava? Non era già un bel lavoro?

    Abbiamo accolto in affidamento più di cinquanta Bambini.
    Abbiamo accolto in diurno più di settecento Bimbi.
    Abbiamo le braccia aperte per accogliere tutti i Bimbi che il Signore vorrà mandarci

    Non basta? Non è già un bel lavoro?

    Nel corso degli anni in molti ci hanno detto "Riposatevi, rilassatevi, avete già fatto tanto"
    Ma noi andiamo avanti.
    Non è mania di grandezza, e la stanchezza la sentiamo come tutti, ma sappiamo che ci sono centinaia, migliaia, milioni di Bambini che hanno bisogno di noi e di voi.

    E noi vogliamo esserci.
    Noi vogliamo fare qualcosa per loro.
    Noi e voi potremo fare la differenza per donare loro accoglienza, amore e serenità
    ------------------
    Ogni giorno che trascorriamo in ozio, è un giorno in più che un Bambino passerà nelle tribolazioni

  41.  

    Addì 23 ottobre 2018

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa.
    Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.
    E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell'alba, li troverà così, beati loro!».

    Luca 12,35-38

  42.  

    Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli

    Carta d'identità

    Il mio nonno una sera prese dalla tasca la carta di identità, e mostrandola disse "E' tutta colpa sua. Vedi c'è scritto 1911, vuol dire che fra pochino mi tocca di andarmene. Avrei ancora tante cose da fare ed imparare, mannaggia" ed aveva ottantasei anni.
    Alle spalle una vita piena, intensa, a tratti dolorosa, a tratti meravigliosa: da giovane la sua famiglia aveva una serie di macellerie e lui forte come un toro si ritrovò ad affrontarne uno che era scappato, aveva fatto la guerra a cavalcioni di una moto militare, era stato arbitro di boxe rischiando spesso anche il linciaggio, fra i primi a scendere sott'acqua, cofondatore di uno dei circoli sub più prestigiosi e storici d'Italia, professore apprezzato di stenografia e dattilografia, marito, padre e grandissimo nonno. Divoratore di libri, grande dialogatore, artista in erba amico di famosi pittori come Cafiero Filippelli, appassionato d'arte aveva alla parete, ed al soffitto, più di quattrocento quadri di celebri autori.
    Perfetto? No, nemmeno lontanamente, ma ha vissuto, ha veramente vissuto la sua vita.
    In quanti oggi possono dire altrettanto?
    Oggi si tende a sopravvivere: non si mangia più a tavola un buon pranzo preparato con amore, ma si consumano frettolosamente panini o insalate fredde; non ci si veste più eleganti con la cura dei particolari, ma si indossa la prima cosa che capita; non ci si sofferma a parlare con la gente in riva al mare oppure al mercato, ma si inviano messaggi a sconosciuti che chiamiamo amici; non si prende possesso del nostro tempo appassionandosi ad un hobby crescendo con esso, ma si fanno mille attività spesso con fatica e discontinuità.

    Dobbiamo vivere la nostra vita, non sopravvivere.
    Abbiamo delle risorse, dobbiamo usarle non per arrivare in fondo alla giornata, ma per migliorare la vita degli altri mentre miglioriamo la nostra.
    Dobbiamo interagire e costruire un futuro, in modo che un giorno i nostri nipoti possano guardare al nostro esempio a bocca aperta, facendo di tutto per imitarci nella passione per la vita.
    Non dormite. Svegliatevi. Avete una missione da compiere che non è quella di avere più like alle vostre foto, non è quella di fare un record al videogame, non è quella di arricchirsi calpestando il prossimo.
    ------------------
    A me non basta una giornata per fare un decimo delle cose che voglio fare e quando vedo le persone annoiate mi prende male

  43.  

    Addì 24 ottobre 2018

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa.
    Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pensate».
    Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
    Il Signore rispose: «Qual è dunque l'amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo?
    Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro.
    In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
    Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l'aspetta e in un'ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli.
    Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».

    Luca 12,39-48

  44.  

    A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto

    Quante bastonate hai preso?

    A volte ci scandalizziamo perché la vita non è equa.
    Vediamo persone che ne fanno di cotte e di crude e se la cavano con qualche lieve pena, mentre se facciamo una scorrettezza con la macchina prendiamo una multa salata e magari anche la decurtazione dei punti.
    Così dicono anche i miei bimbi "Lui ha fatto la stessa cosa che ho fatto io, ma lui è stato brontolato ed ha preso una punizione leggera, mentre con me ci siete andati giù pesanti"
    La motivazione è semplice.
    Se un bambino arriva da noi piccolissimo, e con noi cresce ascoltando mille volte le "istruzioni d'uso" della vita, imparando cioè quali siano i valori e le regole da seguire, significa che da adolescente ha avuto molto più di colui che dovesse arrivare a sedici anni da noi dopo aver vissuto in mezzo alla strada dove vige la legge della giungla.
    E' ovvio che con il secondo dovremmo essere più pazienti perché non sa, non conosce, non ha assimilato quelle regole che l'altro ragazzo invece ha avuto tutto il tempo di interiorizzare e farle proprie.
    A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto.
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    La vita non è ingiusta, dobbiamo solo capire ciò che vuole insegnarci

  45.  

    Addì 25 ottobre 2018

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse gia acceso!
    C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto!
    Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione.
    D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

    Luca 12,49-53

  46.  

    C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto!

    Vieni a fare surf con me?

    La mia mamma un giorno mi disse "Se devi stare così male quando organizzi una festa in casa, non faccio più venire i tuoi amici"
    Non era una minaccia o una punizione, ma preoccupazione nel vedere la mia angoscia nel voler organizzare tutto alla perfezione.
    Si, angoscia, perché quando devo fare qualcosa di importante non ci dormo la notte, penso e ripenso ai possibili risvolti, mi immagino mille scenari, mi metto nei panni di chi devo incontrare, studio la sua figura e cerco il modo migliore per interfacciarmi con lui.
    Per me la vita è un'angoscia continua.
    Ed allora molti mi diranno "Così vivi male"
    Ma no, non è vero,, angoscia non è sempre in termini negativi, ma anche apprensione affinché le cose vadano bene, angoscia è adrenalina ai massimi livelli, angoscia è un modo di vivere che ti fa sentire sempre sulla cresta dell'onda con il surf che ti è stato donato il giorno della tua nascita: uno strumento che viene affinato ogni giorno, che cresce con te, che ha bisogno di riparazioni e manutenzione continua perché è quello che ti porterà in mare a cavalcare le onde.
    E' paradossale, ma quando organizzo un evento sto male finché non sia tutto finito perché possa allentare la tensione e dire "E' andata bene"
    Un po' come chi prepara un pranzo sontuoso e vuole che i suoi commensali stiano bene: va a fare la spesa, cucina giorni prima ciò che può mettere in frigo, prepara la tavola, sceglie i vini abbinati con i cibi, dispone i posti a seconda degli invitati, pulisce la sala e fa in modo che tutto sia al suo posto.
    Ma secondo voi si gode la cena? No, perché resta con il fiato sospeso ad ogni boccone che i suoi ospiti ingeriscono, ne studia le espressioni, misura le parole di gradimento scegliendo quali siano quelle dovute per educazione e quelle veramente sincere.
    Solo alla fine della cena, quando tutti gli invitati se ne saranno andati, pur con una montagna di piatti da rigovernare, la cucina in disordine, la tavola da sparecchiare, riuscirà a rilassarsi e solo allora sulla sua faccia apparirà un sorriso di compiacimento, non tanto per un lavoro fatto bene, quanto per avercela messa tutta.
    Una serata di angoscia, ma un'angoscia carica di adrenalina che ti fa sentire vivo.
    E' così che dovremmo vivere la nostra vita su questa terra: sempre pronti, sempre vigili, mettendocela tutta per fare la cosa migliore e, quando si sbaglia, pronti a migliorare imparando da critiche ed errori
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    Misuriamo l'oggi in previsione del domani, sopratutto del nostro prossimo

  47.  

    Addì 26 ottobre 2018

    In quel tempo, Gesù diceva alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: Viene la pioggia, e così accade.
    E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade.
    Ipocriti! Sapete giudicare l'aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo?
    E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?
    Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada procura di accordarti con lui, perché non ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all'esecutore e questi ti getti in prigione.
    Ti assicuro, non ne uscirai finché non avrai pagato fino all'ultimo spicciolo».

    Luca 12,54-59

  48.  

    Sapete giudicare l'aspetto della terra e del cielo (brano del 21 ottobre 2016)

    Andiamo a pescare?

    "Nonno, andiamo a pescare domani mattina?"
    "Si, qui alle cinque"
    L'indomani, alle quattro e mezzo ero già sul mare. Pieno dell'ardore adolescenziale, con un desiderio pazzesco di passare una giornata a pescare con il mio nonno, non potevo pretendere di più. Mare calmissimo, una tavola. Non stavo più nella pelle. All'arrivo del mio nonno avevo un sorriso a trentaquattro denti. Lui posa il motorino, mi saluta appena da uomo burbero di mare qual'era, si affaccia al parapetto e mi dice "non andiamo, tempaccio"
    "Ma come nonno, cosa dici? Il mare è patana"
    "Vedi quelle nuvole montate a panna all'orizzonte? Tempaccio in arrivo"
    Delusione totale e dentro di me pensavo si stesse sbagliando, avrei potuto anche prendere la mia barchetta ed uscire, ma non lo feci.
    Non passò un'ora che si sollevò un vento fortissimo di scirocco che portò burrasca per tre giorni
    L'esperienza del mio nonno aveva giocato il suo ruolo. Se fossimo usciti in mare ci saremmo trovati nei pasticci.
    I ragazzi hanno bisogno di qualcuno che sappia vedere più lontano del proprio naso, hanno bisogno di consigli. Quante volte ho ascoltato genitori in lacrime perché un figlio era andato su una brutta strada, nonostante i loro avvertimenti per aver capito che frequentava cattive compagnie, "amici" ritenuti bravi dai ragazzi, ma che tanto bravi poi non si rivelavano.
    E noi? Noi sappiamo vedere i segni che la vita ci mostra? Chi può darci dei consigli? Chi seguire andando contro la nostra idea? Di chi avere fiducia cieca al punto da chinare il capo allorquando ci siano opinioni contrastanti?
    Non so voi, ma io trovo nel Vangelo la mia guida, e tante volte non sono "uscito in mare", rinunciando ad intraprendere una strada, andando contro le lusinghe della vita. E oggi, guardando indietro, guardando il mare in tempesta, ne sono felice
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    Ho la fortuna di poter essere vicino a Dio ogni giorno attraverso i miei bambini

  49.  

    Addì 27 ottobre 2018

    In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici.
    Prendendo la parola, Gesù rispose: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte?
    No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.
    O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme?
    No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
    Disse anche questa parabola: «Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò.
    Allora disse al vignaiolo: Ecco, son tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno?
    Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora quest'anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime e vedremo se porterà frutto per l'avvenire; se no, lo taglierai».

    Luca 13,1-9

  50.  

    Padrone, lascialo ancora quest'anno (brano del 22 ottobre 2016)

    Un buon raccolto

    Quante volte nei confronti dei vostri figli avete detto "adesso basta, questa è l'ultima che sopporto", ma poi siete andati avanti. Perché sopportare rispostacce e cattivi comportamenti? Per amore, perché la speranza non deve mai morire ed il futuro è certamente domani, ma è oggi che lo dobbiamo costruire, è oggi che dobbiamo zappare e concimare attorno al fico affinché porti buoni frutti. Spesso siamo propensi a cercare nel comportamento altrui delle colpe, e facciamo bene perché con amore dobbiamo criticare, redarguire, correggere, ma parimenti dovremmo guardarci nello specchio e capire innanzitutto le nostre colpe. E' vero che se un fico non produce possiamo dire che è vecchio, malato, ha piovuto troppo o ha piovuto troppo poco, il terreno è arido, ma lo abbiamo ringiovanito potandolo nel modo giusto? Lo abbiamo curato dandogli gli opportuni medicamenti? Lo abbiamo irrigato o protetto dalla grandine? Abbiamo concimato il terreno attorno a lui?
    Se il figlio, la moglie, il marito, un amico litigano con noi certamente la prima cosa che vediamo sono le sue colpe, ma noi non ne abbiamo? Abbiamo fatto di tutto per dialogare? Abbiamo dato il buon esempio? Abbiamo cercato di capirlo?
    Nessun rapporto, se lasciato all'incuria, porterà frutto, ed allora zappiamo continuamente, irrighiamo, concimiamo e certamente avremo un buon raccolto.
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    Non scoraggiatevi se il seme non produce frutto, e continuate a seminare insegnando ai vostri ragazzi i buoni valori con costanza e perseveranza