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  1.  

    Addì 8 settembre 2018

    Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.
    Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esròm, Esròm generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmòn, Salmòn generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asàf, Asàf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, Ozia generò Ioatam, Ioatam generò Acaz, Acaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.
    Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel, Salatiel generò Zorobabèle, Zorobabèle generò Abiùd, Abiùd generò Elìacim, Elìacim generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo.
    Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo.
    Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto.
    Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo.
    Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
    Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: "Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele", che significa Dio-con-noi.

    Matteo 1,1-16.18-23

  2.  

    Quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo

    Abbiamo tanti figli (brano dell’8 settembre 2015)

    Dall'unione di un uomo e una donna arriva un figlio. Verità incontestabile, ma molto si discute se questo bambino sia mandato da Dio o meno, contrapposizione secolare tra atei e fedeli, ma la cosa certa è che molti bambini arrivano nelle nostre case da vie traverse, tramite l'affido oppure l'adozione, ma anche genitori disperati che abbandonano i loro figli in ospedale, oppure nei cassonetti o sui cigli delle strade, ma anche tanti bambini che arrivano sulle nostre spiagge abbandonati dal mare e da scafisti senza scrupoli. Tutti bambini, tutti figli di nessuno e di tutti. Se la nostra società non è in grado di occuparsi dei migranti, degli anziani, dei tossicodipendenti, dei carcerati non è una buona società, ma non occuparsi dei bambini abbandonati, soli e indifesi è un crimine, un atto scellerato che grida vendetta davanti a Dio. Possiamo credere, possiamo non credere, ma davanti ad un bambino che ha bisogno di noi come può la nostra coscienza guardare altrove? Eppure così accade ogni giorno anche tra coloro che decidano in un primo momento di accogliere nella propria casa un bimbo. Quanti affidamenti, quante adozioni falliscono, quante comunità rimandano indietro un bambino perché troppo difficile da gestire, quante assistenti sociali riconsegnano nelle mani dei genitori naturali bambini che potrebbero essere salvati ma che così facendo vengono condannati ad una vita di stenti e maltrattamenti solo per risparmiare quattro soldi: oggi il vero Dio davanti al quale in molti, in troppi si inchinano. Un figlio è un figlio e non può essere che non abbia un papà ed una mamma pronti ad accudirlo, ad amarlo. Come può un bambino crescere senza amore? Pensate a voi, alla vostra vita, pensate se non aveste avuto l'affetto, l'accudimento, l'amore di un papà ed una mamma, come sareste cresciuti? Cosa sareste oggi? Ecco, allora non lasciamo che questi bambini soffrano per l'assenza di genitori capaci di accoglierli. Accogliamo questi nostri figli come un dono dal cielo e non come un problema da risolvere, accogliamoli così come siamo stati accolti noi in seno alla nostra famiglia, accogliamoli perché tutti noi siamo i loro genitori

  3.  

    Addì 9 settembre 2018

    Di ritorno dalla regione di Tiro, passò per Sidone, dirigendosi verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
    E gli condussero un sordomuto, pregandolo di imporgli la mano.
    E portandolo in disparte lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse: «Effatà» cioè: «Apriti!».
    E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
    E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo raccomandava, più essi ne parlavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

    Marco 7,31-37

  4.  

    Effatà

    Rompere il fiato (brano del 10 febbraio 2017)

    Quando si va in apnea o più semplicemente a correre lungomare sentiamo all'inizio una forte stanchezza, ci manca il fiato e pensiamo di fermarci entro pochi minuti. Ed in tanti si fermano, in tanti rinunciano ad andare avanti, a scendere qualche metro più in profondità, a correre qualche chilometro in più. Eppure, quando correte o fate sub o altra attività sportiva, basta sopportare la stanchezza iniziale, i muscoli che gemono, le articolazioni che scricchiolano per andare oltre, per arrivare a quel punto che in molti definiscono del "rompere il fiato", ovvero giungere ad una situazione di tranquillità che ci permette di raggiungere le profondità del mare, inerpicarsi per sentieri di montagna di corsa, raggiungere la meta.
    Quando dobbiamo imparare, ascoltare consigli o mettere in pratica valori e principi la fatica iniziale è enorme, specie per quanti non sono abituati ad ascoltare, faticare, avere regole o privazioni ed in molti tendono a fermarsi, a chiudere le orecchie e indurire il cuore per non ascoltare e di conseguenza non faticare.
    Effatà, cioè Apriti è ciò che vorrei dire loro, apri la mente e il cuore ad un nuovo stile di vita, apriti alla fatica quotidiana, apriti agli altri, apriti nel dare una mano in casa, apriti allo studio. Apriti e fai entrare nuovo ossigeno in modo da poter correre con scioltezza, dopo le comprensibili fatiche iniziali, verso nuovi meravigliosi traguardi che mai potrai conquistare se decidi di arrenderti, se lasci che la fatica prenda il sopravvento.

  5.  

    Addì 10 settembre 2018

    Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. Ora c'era là un uomo, che aveva la mano destra inaridita.
    Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva di sabato, allo scopo di trovare un capo di accusa contro di lui.
    Ma Gesù era a conoscenza dei loro pensieri e disse all'uomo che aveva la mano inaridita: «Alzati e mettiti nel mezzo!». L'uomo, alzatosi, si mise nel punto indicato.
    Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: E' lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o perderla?».
    E volgendo tutt'intorno lo sguardo su di loro, disse all'uomo: «Stendi la mano!». Egli lo fece e la mano guarì.
    Ma essi furono pieni di rabbia e discutevano fra di loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.

    Luca 6,6-11

  6.  

    Stendi la mano

    Quante mani abbiamo (5 settembre 2016)

    Di tutte le parti del corpo che Dio ci ha donato sono le mani quelle più utili. Con una mano possiamo salutare, chiedere, prendere, accarezzare, ma purtroppo possiamo anche colpire, uccidere, offendere, rubare. Spetta a noi decidere il suo utilizzo, spetta a noi decidere se farle compiere una buona o una cattiva azione. La mano non ha vita propria. Vedo tanti bambini, alcuni ben educati, altri un po’ meno, altri ancora già pieni di rabbia verso tutti. Da chi dipende il loro modo di operare? Dagli adulti di riferimento, dai loro genitori. Sono essi quelli sui quali ricadono le colpe dei ragazzi, almeno fin tanto che non acquisiscano una propria identità e consapevolezza delle loro azioni. Eppure in molti sarebbero pronti a tagliare una mano alla nostra società perché ruba o fa altre cose negative. Si deve insegnare ad un bambino a comportarsi bene, si deve dire alle mani che incontriamo nella nostra vita quali azioni fare, si deve aver cura dei bambini, accoglierli, amarli, educarli affinché un domani siano mani che accarezzano e non mani che picchiano, rubano, uccidano.

  7.  

    Addì 11 settembre 2018

    In quei giorni, Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e passò la notte in orazione.
    Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede il nome di apostoli: Simone, che chiamò anche Pietro, Andrea suo fratello, Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo d'Alfeo, Simone soprannominato Zelota, Giuda di Giacomo e Giuda Iscariota, che fu il traditore.
    Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, che erano venuti per ascoltarlo ed esser guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti immondi, venivano guariti.
    Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti.

    Luca 6,12-19

  8.  

    Addì 11 settembre 2018

    Da lui usciva una forza che sanava tutti

    La forza di un sorriso (28 ottobre 2015)
    Prendete per mano la persona che amate, vostro figlio, vostro marito, vostra moglie, il papà o la mamma. Chiudete gli occhi e fate riposare la mente lasciando al cuore la possibilità di esprimersi e guidare le emozioni. Quella stretta di mano vi porterà un sussulto, sentirete calore e forza provenire dall'altra persona. E' questo ciò che si prova quando si ama e si è amati oltre ogni limite. Quando incontro qualcuno che ha bisogno, quando mi viene donato un sorriso di riconoscenza, quando un papà che ha avuto un po' di problemi ripone fiducia in me nell'educare sua figlia, quando .... quando incontro Dio tutti i miei problemi svaniscono per miracolo e da lui arriva una gran forza che sana ogni mia debolezza dandomi il coraggio di lottare, la gioia di donare, la bramosia di un altro sorriso

  9.  

    Addì 12 settembre 2018

    In quel tempo, alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva: «Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio.
    Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi che ora piangete, perché riderete.
    Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo.
    Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti.
    Ma guai a voi, ricchi, perché avete gia la vostra consolazione.
    Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete.
    Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti.»

    Luca 6,20-26.

  10.  

    Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame

    Yacht e ricchezza (brano del 9 settembre 2015)

    Estate, periodo di vacanze. Sarà capitato anche a voi di vedere situazioni che contrastano con la nostra quotidianità, nel bene come nel male. Chi è andato in paesi esotici ha certamente visto una gran povertà a fianco di una grande ricchezza. Non c'è bisogno di andare tanto lontano per vedere lussuosi yacht a fianco di barchette sgangherate, ricchi che dal ponte delle loro quasi navi vi guardano dall'alto in basso mentre passate su grossi barconi per visitare, pigiati come sardine, le spiagge per i turisti. Non deve esserci invidia né gelosia, ma quando vedo tanta ostentazione di ricchezza ringrazio Dio per quello che ho e prego che quelle persone a bordo delle loro stupende imbarcazioni abbiano la generosità di condividere con altri le loro fortune, di aiutare chi ha meno di loro, come tutti noi dovremmo fare. Non c'è colpa nella ricchezza, c'è colpa nella non condivisione, c'è colpa nel vedere chi è più povero come inferiore, c'è colpa nel poter fare qualcosa per gli altri e non farlo per avere sempre di più. Non sono mai triste quando vedo un povero se ha la forza di ridere, se è un buon genitore, se mette tutto il suo impegno per migliorare la sua situazione e quella della sua famiglia, mi viene invece un po' di tristezza quando vedo un ricco incapace di aiutare il prossimo. Non sta a noi giudicare la persona, a noi spetta però il compito, quando questo sia possibile, di aiutare tutti, anche il ricco ad aprire il cuore agli altri perché chi ha fede sa che il povero onesto e in grazia di Dio, mentre il ricco egoista potrebbe avere una brutta sorpresa alla fine della sua esistenza terrena.

  11.  

    Addì 13 settembre 2018

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: « A voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano.
    A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica.
    Dà a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo.
    Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.
    Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso.
    E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso.
    E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto.
    Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gl'ingrati e i malvagi.
    Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro.
    Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato;date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio ».

    Luca 6,27-38

  12.  

    Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati

    Tanto odio (brano dell’11 settembre 2015)

    Quanti rancori portiamo nel cuore. Quello mi sta antipatico perché mi ha guardato storto, l'altra non la considero perché una volta ha parlato male di me, ah lui per carità non me lo nominare che un giorno ha osato dirmi certe cose. Se poi i torti sono piu' grossi allora apriti cielo: mi deve dei soldi quindi e' un delinquente, mi ha tagliato la strada che possa schiantarsi contro un albero, lo vorrei uccidere perché mi ha tradito, ha fatto un errore troppo grosso e merita la prigione a vita o, meglio, la pena di morte. Quanto odio immettiamo ogni giorno nel cuore, quanti rovi coltiviamo e facciamo crescere con cura nel nostro orto. E poi ci lamentiamo se c'è sempre più cattiveria in giro? Siamo noi ad alimentarla. Se odiate chi vi odia alimentate la guerra fra voi, Immaginatevi se amaste coloro che vi odiano, prima o poi il vostro esempio sarebbe contagioso, forse non con quella persona, ma certamente sarebbe un esempio per i vostri figli ed amici. Seminare il seme dell'amore, quello del perdono, della non violenza, del porgere l'altra guancia farà crescere un bosco di bontà, ma se piantiamo i semi della discordia, della vendetta, dell'odio razziale, del giustizialismo ci circonderemo di rovi inestricabili che ci impediranno di respirare, vedere il sole e ci bucheremo perché l'odio genera solo altro odio, la violenza genera solo violenza, la maldicenza genera solamente astio e rancore.
    Quando pensate male di qualcuno, quando lo giudicate per una parola o per un errore, grande o piccolo che sia, pensate per un istante ad essere voi al suo posto e qualcuno vi considerasse un maledetto solo per un errore, pensate se aveste avuto voi la sua vita e le sue esperienze se riuscireste ad essere una persona migliore di lui. Quando sentiamo che una mamma ha picchiato il proprio figlio, un padre ubriaco ha violentato la figlia, un nonno ha assonnato i propri nipoti rabbrividiamo, ma dovremmo condannare l'atto e non la persona che lo ha commesso perché non spetta a noi farlo, perché magari quelle persone hanno subito le stesse cose da piccoli e pensano possano essere giuste, perché il loro cervello e' andato in frantumi per aver vissuto una vita di stenti e di violenze. Spesso sono i ragazzi di queste famiglie a diventare assassini e stupratori, genitori cattivi e abusanti, rapinatori e drogati, ma il nostro amore farà la differenza, accoglierli darà loro una speranza, educarli insegnerà loro che esiste un altro modo di vivere. Amate se volete che glia altri vi amino, odiate se volete che la violenza aumenti

  13.  

    Addì 14 settembre 2018

    In quel tempo Gesù disse a Nicodemo: «Nessuno è mai salito al cielo, fuorchè il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo.
    E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».
    Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.
    Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui.

    Giovanni 3,13-17

  14.  

    Così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo,

    Duecentocinquanta giorni di ferie (brano del 14 settembre 2014)

    Mentre ero in macchina ho sentito un'intervista ad una ragazza di un paese dell'entroterra pisano. Raccontava la sua malattia, un brutto tumore maligno, che la costringe a cure e lunghe assenze dal lavoro. Ha usufruito di tutti i permessi possibili e l'unica soluzione per poter continuare ad essere stipendiata e curarsi è accedere ad una forma di tutela per la quale però le avrebbero ritirato le patenti di guida. Essendo lei un'autista del trasporto pubblico non ha voluto aderire al programma e quindi l'alternativa sarebbe stata di scegliere tra curarsi e perdere il posto di lavoro oppure andare a lavorare e non curarsi. I suoi colleghi le hanno fatto allora un "piccolo" regalino, si sono privati ognuno di un po' di giorni di ferie per donarli a questa ragazza: duecentocinquanta giorni. Questa è Fede vissuta, Solidarietà con la esse maiuscola, Amore allo stato puro. Pur avendo il tumore la ragazza era comunque felice per aver potuto toccare con mano il cuore dei suoi colleghi. Quando mi veniva insegnato che Gesù è morto in croce per noi, che dobbiamo guardare alle sofferenze di Cristo per prenderle sulle nostre spalle e sorridere ricambiando con amore non mi riusciva di capire in quale modo fosse possibile farlo. Ecco, oggi ho capito. Ho capito come guardare alla sofferenza di Dio, alla sofferenza di un nostro fratello e caricare sulle nostre spalle il suo dolore, dividere con lui le sue fatiche, portare insieme il peso della croce.
    Grazie per questo esempio di Amore che mi avete dato

  15.  

    Addì 15 settembre 2018

    In quell'ora, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala.
    Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!».
    Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.

    Giovanni 19,25-27

  16.  

    Donna, ecco il tuo figlio

    Il dono di una mamma (brano del 15 settembre 2015)

    Per quasi tutte le persone la mamma ha un'importanza fortissima e molto particolare. Non c'è giorno che non pensi alla mia, a quanto sarebbe bello poter condividere con lei ogni momento della mia crescita spirituale e dell'associazione, poterle far vedere i pesci che prendo, le foto che faccio, poter chiedere un consiglio sul come gestire una certa situazione, gioire con lei per ogni successo, piangere sulle sue spalle per ogni sconfitta o per un torto ricevuto. Non posso farlo, se non in una condivisione di cuore, ma non passa giorno che non ringrazi Dio di averle detto un tempo "Donna, ecco tuo figlio"

  17.  

    Addì 16 settembre 2018

    In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo; e per via interrogava i suoi discepoli dicendo: «Chi dice la gente che io sia?».
    Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista, altri poi Elia e altri uno dei profeti».
    Ma egli replicò: «E voi chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo».
    E impose loro severamente di non parlare di lui a nessuno.
    E cominciò a insegnar loro che il Figlio dell'uomo doveva molto soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare.
    Gesù faceva questo discorso apertamente. Allora Pietro lo prese in disparte, e si mise a rimproverarlo.
    Ma egli, voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: «Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
    Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.
    Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà».

    Marco 8,27-35

  18.  

    Chi vorrà salvare la propria vita la perderà

    Migriamo anche noi (brano del 13 settembre 2015)

    L'esodo dei profughi e ormai purtroppo un bollettino di guerra al quale ci siamo tristemente abituati. Sentir parlare di trenta, quaranta, cinquanta morti ormai è una consuetudine, ma pensiamo a coloro che partono, al dramma che hanno nel cuore, al non sapere se rivedranno le loro famiglie oppure periranno nei flutti del Mediterraneo, eppure partono lo stesso, vanno verso l'ignoto, pronti a perdere la loro vita per guadagnarne una migliore per sé e per i propri figli. Anziché denigrare questi sventurati dovremmo vedere in loro il coraggio di una scelta difficile. Lasciare la propria casa, la propria famiglia non è certo cosa facile, ma coloro che realizzano il sogno di trovare una collocazione nel mondo con un lavoro, la famiglia sistemata, i figli al sicuro affronterebbero tutto quello che hanno passato, altre mille volte. Anche noi dovremmo imparare ad attaccarci alla speranza di una vita migliore, anche noi non dovremmo esitare a fare un salto nel buio per trovare una strada che ci dia maggior protezione e sicurezza. Troppo spesso consideriamo certi valori come ciarpame, vecchiume da gettare. Principi come la solidarietà l'altruismo, il dedicare la vita agli altri curando le loro piaghe sono per molti tempo perso, sottratto al proprio intoccabile diritto a divertirsi e godersi la vita finché ci siano le forze. Gli immigrati oggi ci danno una grande lezione: dare un taglio netto al passato, tagliare il cordone ombelicale che ci lega alla nostra quotidianità per migliorare la nostra vita e quella di coloro che ci sono stati affidati. Impariamo a prendere su di noi la propria croce rinnegando noi stessi, evitando di porci su un piedistallo attorno al quale tutto il mondo debba ruotare e facciamoci servitori del prossimo, immigrato, bambino maltrattato, anziano, malato terminale, di chiunque abbia bisogno di noi

  19.  

    Addì 17 settembre 2018

    In quel tempo, Gesù quando ebbe terminato di rivolgere tutte queste parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafarnao.
    Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l'aveva molto caro.
    Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo.
    Costoro giunti da Gesù lo pregavano con insistenza: «Egli merita che tu gli faccia questa grazia, dicevano, perché ama il nostro popolo, ed è stato lui a costruirci la sinagoga».
    Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non stare a disturbarti, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo non mi sono neanche ritenuto degno di venire da te, ma comanda con una parola e il mio servo sarà guarito.
    Anch'io infatti sono uomo sottoposto a un'autorità, e ho sotto di me dei soldati; e dico all'uno: Và ed egli va, e a un altro: Vieni, ed egli viene, e al mio servo: Fà questo, ed egli lo fa».
    All'udire questo Gesù restò ammirato e rivolgendosi alla folla che lo seguiva disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!».
    E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.

    Luca 7,1-10

  20.  

    Non sono degno che tu entri sotto il mio tetto

    Una montagna che crolla (brano del 12 settembre 2016)

    Si incontrano nella vita tante persone, alcune ci fanno del male, altre ci amano. Spesso diciamo “non merito che tu mi faccia del male”, ma difficilmente diciamo “non merito il tuo amore” perché ci reputiamo bravi e buoni, senza macchia e senza difetto. Io penso di non meritare l’amore di nessuno. I miei ragazzi mi vogliono un mondo di bene, anche quando sono scontroso, nervoso, arrabbiato. E’ questo il vero senso dell’amore, è così che accade quando ci si ama davvero, non si guarda a ciò che ci ferisce, ma si guarda a ciò che ci viene donato. Mille schiaffi si possono sopportare se si ama e se ci arriva almeno una carezza. Spesso dico di non meritarmi l’amore di Dio, eppure è sempre pronto a donarmi cose meravigliose, a farmi riscoprire ogni giorno la bellezza della vita. E’ difficile sorridere quando qualcuno ti da uno schiaffo, quando qualcuno rifiuta il dialogo, quando qualcuno non riesce a capirti o non si fa comprendere, ma quando c’è amore tutto si sopporta, tutto si accetta. Perdere una persona alla quale vogliamo bene è una ferita che trafigge il cuore e lascia un segno che non è possibile cancellare. Quanti ragazzi sono andati via, allontanatisi per sempre, eppure amati, protetti, fatti crescere e maturare, ma tornassi indietro rifarei la stessa strada. Quanto dolore alla morte della mia mamma, ed oggi accetterei qualunque cosa di lei pur di averla vicina una sola ora. Quando si ama e si interrompe un rapporto per incomprensioni, per ferite ricevute o causate è come distruggere una montagna fatta di amore con la dinamite, è squarciare il velo soave di gioia che avvolge la tua vita. Ogni abbandono per me è una coltellata, ne ho ricevute molte, si vede che me le merito. Pregate per me perché possa essere una persona migliore.

  21.  

    Addì 18 settembre 2018

    In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain e facevano la strada con lui i discepoli e grande folla.
    Quando fu vicino alla porta della città, ecco che veniva portato al sepolcro un morto, figlio unico di madre vedova; e molta gente della città era con lei.
    Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: «Non piangere!».
    E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Giovinetto, dico a te, alzati!».
    Il morto si levò a sedere e incominciò a parlare. Ed egli lo diede alla madre.
    Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi e Dio ha visitato il suo popolo».
    La fama di questi fatti si diffuse in tutta la Giudea e per tutta la regione.

    Luca 7,11-17

  22.  

    Giovinetto dico a te alzati

    Un figlio che tutti davano per morto (brano del 13 settembre 2016)

    Ai figli possiamo donare tutto il bene del mondo, valori e principi, consigli, indicazioni sulle strade migliori da seguire, ma deve essere lui ad alzarsi, a camminare, a prendere il giusto sentiero. Ai miei ragazzi dico sempre che posso procurar loro il cibo, cuocerlo, insaporirlo, tagliarlo, li posso persino imboccare, ma sono loro a doverlo masticare e digerire.
    Quante volte ho visto ragazzi camminare sull’orlo di un precipizio, barcollare quasi a mettere un piede nel vuoto, rischiare la vita, accettare la compagnia di viandanti senza scrupoli. Quanto dolore vederli rovinare con le proprie mani, quanta tristezza nel percepire quello che sarà il loro prossimo futuro e non poter far nulla per farli desistere. Delusioni? No perché non mi aspetto mai nulla dai ragazzi, li accetto per quello che sono e accolgo le decisioni che prendono come segno della libertà di cui godono ed hanno diritto, ma se non sono delusioni sono dolori che squarciano il cuore. Vedere Roberto, ieri il più intelligente fra tutti, oggi con il cervello spappolato dalla droga; Michela che a tredici anni, con il beneplacito della famiglia, si atteggia a donna sui social media per attirare uomini. Quante storie, e dietro ogni vissuto c’è dolore e sofferenza. “Ma chi te lo fa fare?” ci siamo sentiti dire mille volte. Se è vero che spesso si soffre, tante altre volte si gioisce dei risultati raggiunti. Quest’anno a Lipari abbiamo ricevuto decine di complimenti per come sono cresciuti e cambiati i nostri ragazzi in un anno: più maturi, più seri, più affettuosi, più grandi, ed il nostro cuore si gonfia di orgoglio. Arriveranno anche per causa loro le tristezze, ma oggi ci godiamo le gioie che l’accogliere un bambino che era morto, ed oggi è risorto, ci può dare.

  23.  

    Addì 19 settembre 2018

    In quel tempo, il Signore disse: «A chi dunque paragonerò gli uomini di questa generazione, a chi sono simili?
    Sono simili a quei bambini che stando in piazza gridano gli uni agli altri: Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato; vi abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!
    E' venuto infatti Giovanni il Battista che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: Ha un demonio.
    E' venuto il Figlio dell'uomo che mangia e beve, e voi dite: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori.
    Ma alla sapienza è stata resa giustizia da tutti i suoi figli».

    Luca 7,31-35

  24.  

    Ma alla sapienza è stata resa giustizia da tutti i suoi figli

    Non frequentare quella persona, sei pazzo? (brano del 17 settembre 2014)

    Avete mai fatto caso che quando uno fa una cosa trova mille persone pronte a criticarlo, ma se fa l'esatto contrario trova altre mille persone contrarie al suo modo di fare?
    Cosa vi suggerisce questo? A me di andare per la mia strada, ascoltare i consigli e le critiche di tutti, ma poi prendere una decisione per proprio conto.
    Quante coppie non prendono un bambino in affido perché l'amico dice loro "sei pazzo, cosa fai, perdi la tua libertà", i genitori "ah se prendi un bimbo difficile ti scordi che ti aiutiamo", i vicini "mamma mia, siete matti, poi vengono i suoi genitori a fare casino sotto casa". E così, ascoltando questo e quello, l'entusiasmo iniziale di molti viene meno ed il bambino non viene accolto.
    Non solo con l'affido, ma in mille situazioni: non sposare quello, è un poco di buono; non prendere quel lavoro, ti sfruttano; non essere amica di quella, ti porta su una brutta strada.
    Quante occasioni si perdono nella vita per dare retta alla gente.
    Andate per la vostra strada e dimostrate a tutti che il vostro pensiero era giusto, fatto su misura per voi. I fatti e le persone che incontrerete vi renderanno giustizia

  25.  

    Addì 20 settembre 2018

    In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola.
    Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato.
    A quella vista il fariseo che l'aveva invitato pensò tra sé. «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice».
    Gesù allora gli disse: «Simone, ho una cosa da dirti». Ed egli: «Maestro, dì pure».
    «Un creditore aveva due debitori: l'uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta.
    Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?».
    Simone rispose: «Suppongo quello a cui ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene».
    E volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli.
    Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi.
    Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi.
    Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco».
    Poi disse a lei: «Ti sono perdonati i tuoi peccati».
    Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è quest'uomo che perdona anche i peccati?».
    Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; và in pace!».

    Luca 7,36-50

  26.  

    Fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui

    Amico di prostitute e rapinatori (brano del 18 settembre 2014)

    Una cosa che mi fa stare male è quando vedo qualcuno che sbaglia, sa di aver sbagliato ma erge una corazza, non chiede scusa, non ha un vagito di umiltà, anzi spesso diventa ancor più arrogante e prepotente.
    Nel Vangelo si racconta di una donna che "si rannicchiò piangendo ai piedi di Gesù" profumando i suoi piedi nella speranza del suo perdono. Non ha avuto timore a umiliarsi e per questo è stata innalzata e perdonata.
    Mi è capitato spesso di trovarmi a contatto con persone integerrime, senza peccati o quasi, uomini e donne bravissimi che ogni giorno portano avanti la loro famiglia e la loro vita senza fare un errore o quasi.
    Parimenti ho incontrato rapinatori, qualche omicida, prostitute, delinquenti di ogni razza. Uomini e donne desiderosi di cambiare vita, umiliati e prostrati dal loro stesso passato, con gli occhi gonfi di lacrime in attesa di un sorriso, di una parola buona, di un cenno di perdono.
    Posso dirvi di aver cercato l'amicizia degli uni e degli altri ed aver trovato tanto più amore nei secondi. Fiero e felice di annoverare tra i miei amici persone che hanno sbagliato, ma hanno avuto la forza di chiedere scusa. Chi più avrà ricevuto, maggiormente amerà.
    Quando mi si obietta che una delle difficoltà dell'affido è quella di trovarsi a tu per tu con genitori spesso non proprio stinchi di santi mi viene da sorridere perché per me non è stata una difficoltà, ma una risorsa. Quanto fa bene ad un bambino vedere i propri genitori cambiare, riconoscere i propri errori, incamminarsi su un'altra strada, vedere un buon rapporto con la famiglia affidataria.
    Non siate duri: perdonate e fatevi perdonare, sarà solo amore immesso nel terreno in grado di irrigare tanti virgulti

  27.  

    Addì 21 settembre 2018

    In quel tempo, Gesù passando, vide un uomo, seduto al banco delle imposte, chiamato Matteo, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
    Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli.
    Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
    Gesù li udì e disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati.
    Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».

    Matteo 9,9-13

  28.  

    Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati

    Laurea in Uomo o Donna (brano del 21 settembre 2015)

    Per chi avesse preso una laurea in medicina, sarebbe un delitto Non curare una persona malata. Così chi è avvocato non può rifiutarsi di difendere una persona colpevole cercando di trovare con il giudice una pena che possa aiutarlo a redimersi, il commercialista non può rifiutarsi di dialogare con l'ufficio delle imposte per perorare la situazione di un suo cliente. Allo stesso modo ognuno di noi che ha una laurea in essere uomo o donna, non può, non deve rifiutarsi di aiutare chi ha bisogno, chi versa in situazioni peggiori delle proprie. Il mondo è pieno di persone malate, non tanto nel fisico, quanto nello spirito e tutti hanno bisogno di una buona parola, di un consiglio, di accoglienza e ciascuno di noi è chiamato a questi servizi, sarebbe un delitto esimerci

  29.  

    Addì 22 settembre 2018

    In quel tempo, poiché una gran folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù disse con una parabola: «Il seminatore uscì a seminare la sua semente. Mentre seminava, parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la divorarono.
    Un'altra parte cadde sulla pietra e appena germogliata inaridì per mancanza di umidità.
    Un'altra cadde in mezzo alle spine e le spine, cresciute insieme con essa, la soffocarono.
    Un'altra cadde sulla terra buona, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per intendere, intenda!».
    I suoi discepoli lo interrogarono sul significato della parabola.
    Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo in parabole, perchè vedendo non vedano e udendo non intendano.
    Il significato della parabola è questo: Il seme è la parola di Dio.
    I semi caduti lungo la strada sono coloro che l'hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la parola dai loro cuori, perché non credano e così siano salvati.
    Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, accolgono con gioia la parola, ma non hanno radice; credono per un certo tempo, ma nell'ora della tentazione vengono meno.
    Il seme caduto in mezzo alle spine sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano sopraffare dalle preoccupazioni, dalla ricchezza e dai piaceri della vita e non giungono a maturazione.
    Il seme caduto sulla terra buona sono coloro che, dopo aver ascoltato la parola con cuore buono e perfetto, la custodiscono e producono frutto con la loro perseveranza».

    Luca 8,4-15

  30.  

    Il seminatore uscì a seminare la sua semente

    Tempo di semina (brano del 17 settembre 2016)

    Quante volte i vostri figli vi hanno detto “uffa papà, uffa mamma, che pizza, ci dici sempre le stesse cose”.
    Mi è sempre sembrato strano quando ero piccolo che ogni anno i contadini dovessero arare, fresare, seminare nuovamente. Vedevo gli alberi da frutto e mi chiedevo perché l’orzo, il grano, il girasole, il granturco non potessero durare quanto un albero. Oggi penso che Dio, o la natura se preferite, abbia voluto darci un ventaglio di esempi cui attingere nella nostra vita. Ci sono alberi che una volta piantati basta curare con qualche potatura per dare molto frutto, ma vi sono anche piante che hanno bisogno di semine annuali e di tanto lavoro. Verrebbe da pensare che sarebbe bello avere solo alberi che producessero tutto ciò che ci necessita, dal grano agli spinaci, dai pomodori all’insalata, ma il mondo è bello perché è vario, e così come ci sono figli che ascoltano e producono frutto, ve ne sono anche altri che hanno continuamente bisogno di noi, dei nostri insegnamenti, rimproveri, complimenti.
    Queste vacanze a Lipari, ormai giunte quasi al termine, ci hanno fatto scoprire quanto lavoro ancora ci sia da fare. In tanti ci hanno fatto i complimenti per come sono bravi i nostri ragazzi, ma noi che li conosciamo bene abbiamo notato che molti valori sono in loro solo allo stato embrionale. Motivo per scoraggiarsi? Assolutamente no, anzi, motivo per recuperare le forze e ricominciare ad arare, fresare e seminare. Ogni anno scolastico che inizia è come la semina per i contadini: un duro lavoro ci attende, ma alla fine ne raccoglieremo i frutti da distribuire donando al mondo ragazzi e ragazze solidali, generosi, altruisti, sinceri, onesti.

  31.  

    Addì 23 settembre 2018

    In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse.
    Istruiva infatti i suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma una volta ucciso, dopo tre giorni, risusciterà».
    Essi però non comprendevano queste parole e avevano timore di chiedergli spiegazioni.
    Giunsero intanto a Cafarnao. E quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo lungo la via?».
    Ed essi tacevano. Per la via infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande.
    Allora, sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuol essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti».
    E, preso un bambino, lo pose in mezzo e abbracciandolo disse loro: «Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

    Marco 9,30-37

  32.  

    Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato

    Amate i vostri figli? (brano del 17 maggio 2016)

    Se la mamma ci dice di andare a comprare il pane, usciamo e troviamo fuori dal portone un uomo che ci dice "con i soldi che hai vieni a giocare al luna park". Se andiamo non assolviamo ai nostri doveri e, al di là dell'arrabbiatura ed eventuale punizione, tradiamo la fiducia del genitore che aveva riposto in noi le sue speranze. Logicamente il rapporto ne subisce e la mamma potrebbe non avere più fiducia in me per lungo tempo. Inoltre feriamo quella persona che tanto ci ama.
    Se il nostro capo al lavoro ci chiede di approntare un progetto, ma noi facciamo altro perché ci fa più comodo e costa meno fatica, il nostro datore di lavoro, se non ci licenzierà, ci darà mansioni più umili facendo passare avanti altri dipendenti perché avrà perso fiducia in noi.
    Così stanno le cose nella vita. Ci sono delle emergenze, delle necessità, delle priorità in questo mondo al quale apparteniamo, ma che non ci appartiene. Siamo chiamati a svolgere dei compiti e dobbiamo portarli avanti. Questo non significa necessariamente fare una scelta di vita assoluta e totalitaria, ma nemmeno vivere alla giornata con piena spensieratezza.
    Quanti bambini ci sono che hanno bisogno di noi, di tutti noi, ognuno come può: accoglierli in casa, sostenere le associazioni che lo fanno, combattere per loro in tribunali e ambienti politici, parlare del problema, trovare soluzioni e proporle a chi possa farle divenire realtà, denunciando abusi e soprusi, dando loro riparo e prevenzione dalla strada in alcuni momenti della giornata o dell'anno. Facile? No davvero, ma per vostro figlio tutto questo non lo fate già? Ed allora perché non potete farlo per i figli di coloro che non sono in grado di accudirli? Così come è un vostro dovere amare e proteggere i vostri figli, è anche un vostro dovere amare e proteggere i figli di questo mondo, da qualunque mamma siano stati partoriti.

  33.  

    Addì 24 settembre 2018

    In quel tempo, Gesù disse alla folla: « Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la pone sotto un letto; la pone invece su un lampadario, perché chi entra veda la luce.
    Non c'è nulla di nascosto che non debba essere manifestato, nulla di segreto che non debba essere conosciuto e venire in piena luce.
    Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha sarà dato, ma a chi non ha sarà tolto anche ciò che crede di avere ».

    Luca 8,16-18

  34.  

    Una lampada la si pone su un lampadario, perché chi entra veda la luce

    Vacanze a Lipari

    Eccoci di ritorno dalle nostre consuete vacanze settembrine a Lipari.
    Venti giorni fuori dalla routine immersi in un posto meraviglioso ai limiti del fiabesco.
    Cosa rende così speciale il nostro soggiorno nelle Eolie?
    Il mare? Il sole? Il panorama? Il pesce?
    Certamente sono aspetti meravigliosi, ma non sono questi a fare la differenza.
    Ciò che è fantastico è l'accoglienza che ci viene riservata, ed ogni anno è sempre più festosa ed ampia.
    Noi abbiamo la luce dei nostri bimbi e mostriamo al mondo quello che facciamo e quello che siamo, con pregi e difetti, e a Lipari abbiamo trovato tante belle persone che apprezzano la nostra luce.

    Grazie a tutti volontari che sono venuti con noi, nella speranza di averne qualcuno in più il prossimo anno.
    Grazie Angelo per la tua pazienza ed entusiasmo.
    Grazie Piero per la calma e la pazienza.
    Grazie Roberta e Carmela per esservi occupati dei bimbi come due mamme.
    Grazie Nonna Pina che con i tuoi ottantadue anni faresti impallidire una ragazza di trenta per la tua energia con i bimbi ed il tuo cucinare.
    Grazie Rossella per esserti sacrificata mattina e pomeriggio per sostituire Nonna Pina al nostro mercatino con risultati che hanno dell'incredibile.
    Grazie Silvia e Massimo dai quali tutto è iniziato con l'ospitalità nel loro albergo Casajanca quindici anni fa.
    Grazie Maria Paola, Nino e Rodolfo che nei vostri residence ci avete ospitato.
    Grazie Francesco per averci dato la possibilità di alloggiare nella tua grande e bellissima casa.
    Grazie Roberto, Imma, Marco e Matteo Mezzapica che ci avete dato la possibilità di cucinare e pranzare ogni giorno presso il vostro ristorante sulla spiaggia.
    Grazie a tutti quei ristoranti che ci hanno accolto ed invitato a pranzo e cena, scusandoci se non siamo riusciti ad onorare con tutti il gradito invito.
    Grazie Annamaria e Claudio che attraverso il vostro negozio avete supportato la nostra attività di pesca.
    Grazie Alessio che con le tue foto e la tua amicizia hai aggiunto professionalità alla nostra vacanza.
    Grazie Enzo per averci condotto in canoa più volte, anche rendendo i ragazzi partecipi alla pulizia delle spiagge.
    Grazie Bubu, Skipper, Manuel, Geraldine e tutti i Cannetari che ci hanno accolto, sopportato, sostenuto ognuno a modo suo, anche organizzando una bellissima serata con bisteccata e danza sulla spiaggia.
    Grazie Fabrizio Monacci che hai dato a quattro dei nostri ragazzi la possibilità di una crociera in barca a vela durata dieci giorni per raggiungere Lipari.
    Grazie Caronte e Tourists per il passaggio nave per il nostro folto gruppo e quattro automezzi da Napoli a Lipari e ritorno.
    Grazie Assessore del Comune di Lipari Tiziana De Luca per il dono dell'acqua.
    Grazie Capitaneria di Porto e Regione Sicilia per il permesso per posizionare i gazebo sulla spiaggia.
    Grazie Regione Toscana per il contributo in denaro.
    Grazie Montalbano Acque per il dono di un pancale di acqua da bere.
    Grazie a tutti coloro, e sono stati tanti, che hanno contribuito al nostro soggiorno con offerte in denaro e con l'acquisto di materiale utile come pannoloni, canottini e costumini.

    Grazie davvero perché siete voi il sale della nostra vita, e senza sale anche un buon piatto non avrebbe sapore.
    --------------------------
    Grazie Lipari

  35.  

    Addì 25 settembre 2018

    In quel tempo, andarono a trovare Gesù la madre e i fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla.
    Gli fu annunziato: «Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti».
    Ma egli rispose: « Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica ».

    Luca 8,19-21

  36.  

    Mia madre e i miei fratelli

    Famiglia

    In una famiglia si discute e si litiga
    ... e noi discutiamo e litighiamo

    In una famiglia si condividono gioie e dolori
    ... e noi condividiamo le gioie e le pene reciproche

    In una famiglia c'è organizzazione nella gestione di casa ed attività
    ... e noi siamo ben organizzati affinché tutto proceda nel migliore dei modi

    In una famiglia si fa quadrato e si è vicini anche a chi sbaglia
    ... e noi siamo pronti a difendere e proteggere i nostri bimbi in ogni situazione

    Qualcuno dice che non siamo famiglia perché siamo tanti
    ... e noi rispondiamo mostrando la nostra vita, una vita in Famiglia
    --------------------------
    Famiglia non è uno o centomila
    Famiglia è Amore

  37.  

    Addì 26 settembre 2018

    In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e diede loro potere e autorità su tutti i demòni e di curare le malattie.
    E li mandò ad annunziare il regno di Dio e a guarire gli infermi.
    Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né bisaccia, né pane, né denaro, né due tuniche per ciascuno.
    In qualunque casa entriate, là rimanete e di là poi riprendete il cammino.
    Quanto a coloro che non vi accolgono, nell'uscire dalla loro città, scuotete la polvere dai vostri piedi, a testimonianza contro di essi».
    Allora essi partirono e giravano di villaggio in villaggio, annunziando dovunque la buona novella e operando guarigioni.

    Luca 9,1-6

  38.  

    Li mandò ad annunziare il regno di Dio e a guarire gli infermi

    Come un fiume

    Una roccia invia un rigagnolo d'acqua nel mondo affinché irrighi e porti vita.
    Il piccolo fiume pian piano cresce ed ha bisogno di argini.
    Cresce e porta frutto, quando più, quando meno anche a seconda del territorio che trova nella sua corsa verso il mare.

    La roccia, forte e solida, per me è Dio.
    Il piccolo fiume siamo noi appena nati, desiderosi di andare per ogni dove, ma pian piano troviamo argini sempre più alti costruiti con amore dai genitori e da altri adulti.
    Se noi restiamo negli argini portiamo frutto, di più dove troviamo terreno fertile, di meno se incontriamo terreni pietrosi.
    Man mano che cresciamo abbiamo maggiori capacità e potenza da poter aiutare sempre più persone.
    Se usciamo dagli argini facciamo danno a noi stessi ed al prossimo, talvolta distruggendo ogni cosa costruita da altri passati prima di noi.
    Se restiamo nel nostro alveo, nel percorso segnato da Dio, arriviamo fino al mare dove troveremo la pace eterna.
    Se usciamo dall'alveo però, e questa è la grande forza che arriva da Dio, verremo risucchiati dal terreno, ma in qualche modo torneremo sempre nel greto per ricongiungerci un giorno al fiume ricominciare il nostro percorso verso il mare.

    Abbiamo un compito nella vita. Ognuno di noi ha il suo, e se ascoltiamo la roccia capiamo in quale direzione dobbiamo andare.
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    Nel nostro viaggio abbiamo incontrato tanti Bimbi
    Li abbiamo dissetati, rinfrescati, fatti crescere
    Unitevi a noi, amplieremo gli argini se necessario, per portare vita a tanti bambini che stanno morendo per mancanza di amore ed accudimento

  39.  

    Addì 27 settembre 2018

    In quel tempo, il tetrarca Erode sentì parlare di tutto ciò che accadeva e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risuscitato dai morti», altri: «E' apparso Elia», e altri ancora: «E' risorto uno degli antichi profeti».
    Ma Erode diceva: «Giovanni l'ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire tali cose?». E cercava di vederlo

    Luca 9,7-9

  40.  

    Sentì parlare di tutto ciò che accadeva e non sapeva che cosa pensare

    Tumore? Lo accetto, ma prega per me

    Michele, amico mio carissimo da vecchia data, al telefono mi disse "Sai Riccardo, ho un tumore ai polmoni, ho fatto gli accertamenti ed è maligno. Mi hanno detto che se mi curo qualche anno lo guadagno, se non mi curo mi hanno dato pochi mesi di vita".
    Mi colpì la sua serenità. Era consapevole della natura delle cose e le accettava sorridendo, anzi si preoccupava dei tanti malati più gravi di lui che aveva visto negli ospedali durante le sue visite.
    Mi chiese "Prega per me". E così feci.
    Dopo un mese mi richiamò per dirmi che i medici non si capacitavano: le macchie erano sparite.
    Ho pensato ad un errore, uno scambio di cartelle, ma rispose che non era possibile l'errore poiché in diversi esami a più riprese la malattia era evidente.
    Restava però in lui la preoccupazione.
    A distanza di diversi mesi mi ha chiamato per dirmi che nell'ultima visita fatta lo hanno dichiarato "guarito", tanto da indicare un anno dopo la data per una visita di controllo.
    Miracolo? Penso proprio di si, resta però il fatto che davanti a certe cose si resti a bocca aperta e non si sappia cosa pensare.
    Ognuno ovviamente può avere le sue opinioni, ma quel che è certo è che non c'è una spiegazione scientifica a tutto questo, ed ognuno ne tragga le proprie conclusioni.
    --------------------------
    Chi non crede nella forza delle preghiera combatte una guerra senza armi

  41.  

    Addì 28 settembre 2018

    Un giorno, mentre Gesù si trovava in un luogo appartato a pregare e i discepoli erano con lui, pose loro questa domanda: «Chi sono io secondo la gente?».
    Essi risposero: «Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi profeti che è risorto».
    Allora domandò: «Ma voi chi dite che io sia?». Pietro, prendendo la parola, rispose: «Il Cristo di Dio».
    Egli allora ordinò loro severamente di non riferirlo a nessuno.
    «Il Figlio dell'uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno».

    Luca 9,18-22

  42.  

    Chi sono io secondo la gente?

    Amin, sei anni, sbattuto contro i mobili

    Stazione di Livorno.
    Ora serale, buio.
    Da lontano vedo Amin, bambino di sei anni che avevamo avuto in estate, per la mano a Marusca, nostra volontaria che ce lo aveva condotto da Milano per portarlo in vacanza con noi.
    Non lo saluto neanche perché sono palesi le lesioni in viso e mi viene spontaneo domandargli "Cosa è successo? Cosa hai fatto per ridurti così?"
    E lui, candidamente, con la massima tranquillità e trasparenza, come fosse la cosa più normale del mondo mi rispose "Il mio papà mi ha preso per i piedi e mi ha fattto girare facendomi sbattere il viso nei mobili di casa"
    Sono trasalito, ho mantenuto la calma ed ho chiesto "Stava giocando?"
    "No, siccome ero stato cattivo e non vado bene a scuola, mi ha giustamente punito"
    Il resto della storia ve lo racconterò un'altra volta, ma quello che è palese è ciò che in tanti vogliono farci credere per giustificare un loro cattivo modo di comportarsi.
    Così il pedofilo dice alle sue vittime che sono loro ad essere provocanti.
    Così il marito picchiatore dice alla moglie che è stupida e merita le botte.
    Così un padre maltrattante dice al figlio che è giusto picchiarlo per il suo cattivo comportamento.

    Non lasciamo che gli altri ci dipingano con i loro foschi colori, prendiamo in mano la nostra vita e ribelliamoci a chi ci vuole imporre la sua visione distorta del mondo.
    Pensate però un attimo ad Amin e a quanti bambini come lui non possono difendersi né dalla violenza fisica, né da quella psicologica di sudditanza. Come cresceranno?
    Con l'idea di essere cattivi e di meritare il male. E quando saranno adulti? Che genitori saranno?
    Certamente abusanti, a meno che non incontrino un Angelo che sveli loro i valori ed i principi, condendoli con una buona dose d'amore e tanto accudimento.
    Amin ha trovato noi ed oggi è un papà buono e pieno di amore, ma quanti Amin ci sono che vengono lasciati al loro destino di violenza?
    Quanti Amin diventeranno papà e mamme per i quali sia giusto picchiare a sangue il proprio figlio?
    Dipende da noi. Dipende da quanti Amin riusciremo ad aiutare.
    Aiutateci ad allungare le nostre braccia per accogliere tutti i Bambini abusati, maltrattati, violentati, privati della loro infanzia
    --------------------------
    Vorremmo fare di più
    Aiutateci perché certi orrori non ci siano più

  43.  

    Addì 29 settembre 2018

    In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità».
    Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico».
    Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!».
    Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!».
    Poi gli disse: «In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo».

    Giovanni 1,47-51.

  44.  

    Vedrai cose maggiori di queste!

    Voglio fare tanti miracoli

    Siamo abituati a vedere i fiori nei campi, ma pensate a cosa c'è dietro: un seme, il vento, il terreno, il concime, la forza del seme e la sua morte che produce vita, il fiore che si fa largo nella terra dura e pian piano cresce. Un miracolo che ogni giorno si ripete miliardi di volte. Ci siamo abituati.

    Siamo su un piameta che gira ad una velocità vorticosa, ruota attorno ad un asse, altri pianeti ruotano e non si toccano, un universo pressoché infinito, stelle lontane miliardi di chilometri che possiamo osservare e magari sono morte da milioni di anni. Ci siamo abituati.

    Nasce un bimbo dopo un atto di amore, nove mesi di crescita meravigliosa, la nascita, la crescita. Ci siamo abituati.

    Ma scherziamo? Ci abituiamo ai miracoli della vita?
    Per forza la quotidianità ci va stretta, perché vogliamo sempre di più, vogliamo sempre il miracolo perché crediamo sia quotidianità.

    Ed allora vedere un bimbo che cresce sano in una famiglia che lo ama e lo rispetta ci sembra normale e ci siamo abituati, ma è un miracolo che accade in poche famiglie rispetto a tutte quelle che sono nel mondo. E quante famiglie si comportano male con i propri figli anche nella nostra bella Italia.
    Ma non deve essere così, e gridiamo allo scandalo quando in certi ambienti è quotidianità.
    Ma non deve essere così, e puntiamo il dito sui genitori cattivi e perversi quando siamo stati noi a non aiutarli a divenire adulti consapevoli quando erano bambini.

    Ed allora cosa possiamo fare? Consideriamo un miracolo un bambino che cresce sano in una bella famiglia e rimbocchiamoci le maniche per aiutare quei bambini che nella quotidianità vengono violentati, privati della loro infanzia, uccisi sul nascere. Regaliamo loro il miracolo della vita.
    --------------------------
    Non abituiamoci ai miracoli, ma diveniamo artefici di essi

  45.  

    Addì 30 settembre 2018

    In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demòni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri».
    Ma Gesù disse: «Non glielo proibite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me.
    Chi non è contro di noi è per noi.
    Chiunque vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, vi dico in verità che non perderà la sua ricompensa.
    Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare.
    Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile.
    Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo: è meglio per te entrare nella vita zoppo, che esser gettato con due piedi nella Geenna.
    Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue».

    Marco 9,38-43.45.47-48

  46.  

    Non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me

    Angeli della Zizzi

    Cinque milioni sono i Bambini in Italia che vivono in situazioni familiari ed ambientali degradate, quasi la metà di loro sono sotto la soglia minima di povertà e non sanno se oggi mangeranno oppure no.
    Noi Amici della Zizzi ci siamo prefissati il compito di accogliere e prenderci cura di questi Bambini. Se ne avessimo le possibilità vorremmo aiutarli tutti, ma è ovvio che è umanamente impossibile, a meno che il Signore non ci conceda di avere una grossa eredità.
    Quindi?
    Non possiamo pensare di accogliere 25/30 Bambini l'anno e lasciar morire di fame d'amore gli altri quasi cinque milioni.
    Ed allora ecco che abbiamo bisogno degli Angeli della Zizzi, un manipolo, ad oggi costituito da circa 250 persone che in tutta Italia ci aiutino a promuovere le nostre iniziative facendo conoscere questa piaga sociale a tutti coloro che incontrano sul loro cammino.
    I tanti Bambini privati della loro fanciullezza hanno bisogno di Angeli che si prendano cura di loro.
    Anche tu unisciti a noi, anche tu diventa un Angelo della Zizzi

  47.  

    Addì 1 ottobre 2018

    In quel tempo, sorse una discussione tra loro, chi di essi fosse il più grande.
    Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un fanciullo, se lo mise vicino e disse: «Chi accoglie questo fanciullo nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Poiché chi è il più piccolo tra tutti voi, questi è grande».
    Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto un tale che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non è con noi tra i tuoi seguaci».
    Ma Gesù gli rispose: «Non glielo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».

    Luca 9,46-50.

  48.  

    Chi accoglie questo fanciullo nel mio nome, accoglie me

    Giuliano, delinquente che ama

    Giuliano, papà di Sabrina, Francesca e Mauro: spacciatore, capo di banda di minorenni, rapinatore, picchiatore. Insomma, un tipino niente male.
    Sabrina: 12 anni, fragile e con un notevole ritardo cognitivo.
    Francesca: 14 anni, fragile e con un lieve ritardo cognitivo.
    Mauro: 10 anni, il figlio del capo da avviare sulla strada della delinquenza, furbo come una faina.
    Costanza, la madre: con ritardo cognitivo importante, incapace di fare la madre.
    Sabrina: 17 anni, carina, educata e gentile, volontaria della nostra Associazione.

    Sabrina andava a casa di Giuliano ogni giorno per far studiare le bimbe, il maschio non era quasi mai in casa. Andava in bicicletta e Giuliano le aveva detto di non legarla. Capimmo dopo che era un suo modo di far vedere a lei che era il capo, e che lei era una sua protetta, tanto che nessuno avrebbe mai rubato la sua bicicletta o le avrebbe mancato di rispetto.

    Allora capimmo che se accogli e sfami i cuccioli di un leone feroce e cattivo, lui ti ripagherà proteggendoti e portandoti rispetto.

    Gesù ci dice: "Chi accoglie questo fanciullo nel mio nome, accoglie me"

    Se è vero, come è vero, che una persona capace di far del male, tanto male, al prossimo riconosce i tuoi gesti di amore verso il figlio, arrivando persino a proteggerti, come potrebbe un Dio buono e pieno di amore non fare altrettanto?

    Accogliamo un bambino nelle nostre case, prendiamolo in affido o almeno stiamo vicini come possiamo a chi lo fa, ed allora le nostre preghiere a Dio avranno un peso maggiore.
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    Ognuno può essere un Angelo Custode per uno dei nostri Bambini anche con l'Adozione a Distanza di uno di loro

  49.  

    Addì 2 ottobre 2018

    In quel tempo, i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?».
    Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.
    Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli.
    E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me.
    Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli».

    Matteo 18,1-5.10

  50.  

    Se non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli

    Mario detto "104" e talvolta "105"

    Che bello Mario!
    Ha un ritardo cognitivo che lo porta alla soglia della maggiore età ad essere uguale nei comportamenti ad un Bambino di cinque.
    Non crescerà mai.
    Non sarà certo lui a trovare il modo di visitare pianeti oggi irraggiungibili, non scoprirà il rimedio contro il cancro, non vincerà il premio nobel per la matematica.
    A volte però mi domando come sarebbe il mondo se fossimo tutti come lui, così come tutti i nostri avi e progenitori.
    Sarebbe bello.
    Sarebbe semplice.
    Non ci sarebbero guerre ma solo qualche bisticcio finito con un bacino sulla guancia.
    Andremmo a piedi vestiti di foglie, ma non avremmo inquinamento o tumori.
    Non avremmo paura della bomba atomica e non dovremmo assistere a violenze di ogni genere e non saremmo schiavi del dio denaro.

    Dio, o la natura se preferite, dandoci un cervello ci ha lasciati liberi di svilupparci, di crescere, di migliorarci e questo è certamente un bene, ma ne abbiamo approfittato andando alla deriva, sviluppando armi di distruzione di massa, lasciando rifiuti nello spazio ed in fondo ai mari, rendendo l'aria irrespirabile.
    Oggi sei un grande se hai i soldi, è solo questo che fa la differenza per la stragrande maggioranza delle persone.

    Gesù ha detto (anche se non credete sia figlio di Dio le sue parole sono state lasciate anche per voi da quello che potreste comunque considerare come un filosofo illuminato) "Se non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli".
    Il monito è di quelli importanti, palese ai nostri occhi, sempre che vogliamo vederlo: usate il cervello per fare grandi cose, ma alla maniera dei bambini, con la loro semplicità, con la loro capacità di riconoscere il bene dal male e scegliere il bianco piuttosto che il nero.

    Un Bambino se vede un altro Bambino soffrire gli va vicino, lo accarezza, lo consola.
    Un Bambino se vede un altro Bambino che muore di fame divide la sua merendina con lui.
    Un Bambino se vede un altro Bambino che resta indietro lo aspetta e gli tende la mano.

    E quando parlo di "Bambini" non intendo i figli di coloro che insegnano alla propria prole l'egoismo, l'opportunismo, il razzismo.
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    Molti dei nostri Bambini sono semplici e puri, aiutateci a dare a tutti questa opportunità