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  1.  

    Sì, signore; ma non andò

    Stato che non protegge

    È risaputo che l'Italia è uno dei paesi al mondo con più leggi, e ve ne sono anche di molto buone. Purtroppo è anche risaputo che l'Italia il paese nel quale, da parte dello Stato stesso, c'è meno rispetto per le proprie norme.
    Vi sono leggi a tutela dei minori, e tra queste c'è quella sull'affido. Una legge che sicuramente va migliorata ma è di per sè stesso una buona legge. Il problema è che non viene fatta rispettare, e molti bambini sono senza tutela e senza protezione.
    In questi giorni si è fatto un gran parlare della difesa della donna, ed è cosa giusta e sacrosanta che condivido e sposo in pieno, ma purtroppo non si parla, o non si parla abbastanza, della tutela dei bambini, molti dei quali nella nostra bella Italia sono ogni giorno violentati ed abusati in seno alle mura domestiche. Uno stupro, un maltrattamento o un abuso nei confronti di una donna spesso balza agli onori della cronaca perché in molti casi c'è una ribellione e una denuncia, ma i bambini sono le vittime predestinate degli uomini perché deboli, indifesi e soprattutto incapaci di denunciare l'accaduto.
    Ciò che non si vede e non si sa non vuol dire che non ci sia. E' giusto combattere contro la violenza sulle donne, ma dovremmo utilizzare la stessa veemenza per combattere contro la violenza sui minori e, dispiace dirlo, questa viene perpetrata dal nostro stesso stato attraverso i suoi enti come regioni e comuni, i quali preferiscono non vedere piuttosto che correggere, preferiscono spendere soldi in attività che diano loro una maggiore visibilità e quindi voti. 29.000 sono i bimbi in affidamento attualmente passati drasticamente da 39.000 a 29000 qualche anno fa perché molte cooperative hanno chiuso per mancanza di fondi da parte dei comuni e impossibilitate a portare avanti l'affido, pochissimo o quasi inesistente è la pubblicità e la promozione dell'affido alla ricerca di famiglie affidatarie, pochissimo o quasi inesistente è l'aiuto da parte dei comuni alle famiglie che accolgono un bambino in affidamento, pochissimo o quasi inesistente è ciò che lo Stato spende per l'affido, e tutto si riversa sulle spalle dei comuni che spesso non possono mettere un bambino in protezione per mancanza di fondi e, per la stessa motivazione, non implementano il numero di assistenti sociali che, per legge, deve essere in numero adeguato alla popolazione, cosa che non avviene in nessun comune. È possibile che nessuno veda? Che nessuno sappia ribellarsi a tutto questo? Dobbiamo obbligare come popolo civile i comuni, lo Stato e le regioni ad adempiere le norme di una legge che esiste e che prevede una buona tutela per i bambini attraverso l'utilizzo dei fondi dello Stato, delle regioni e dei comuni, e che un affidamento non possa andar male per mancanza di Fondi.
    Facciamoci sentire tutti insieme, perché al di là delle differenze ideologiche o di partito si possa far si che la legge sull'affido venga applicata e migliorata per aiutare e proteggere i tanti bambini vittime di atroci sofferenze ogni giorno.
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    Facciamo la nostra parte, ognuno come può

  2.  

    Addì 2 ottobre 2017

    In quel tempo, i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?».
    Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse:
    «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.
    Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli.
    E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me.
    Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli»

    Matteo 18,1-5.10

  3.  

    Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli

    Scontri di piazza in Catalogna

    Quando facciamo un viaggio tutti noi portiamo a casa un souvenir, così come quando avviene qualcosa di importante teniamo un ricordo di quel giorno. Chi non ha mai portato a casa una pietra raccolta sulla spiaggia, o non tiene nel cassetto dei ricordi il tappo della bottiglia di spumante di un particolare compleanno, o la rosa secca nelle pagine del diario donata da un ammiratore o fidanzato?
    Momenti particolari che attraverso i ricordi riassumono vita facendoci sognare.
    Ma ognuno di quei momenti fa parte di noi, ciascuno di essi ha formato un pezzettino del nostro essere uomini e donne oggi.
    Facciamo di tutto quando siamo piccoli per divenire adulti, ed è giusto crescere e maturare, ma dovremmo cercare di mantenere una parte del nostro essere bambini perché è la parte buona di noi.
    Pensate a quanto egoismo c'è nel mondo: regioni che si vogliono dividere da altre perché guadagnano di più, nazioni che rifiutano l'ingresso a gente che fugge da guerre e miserie, tempo libero a iosa senza dedicarne un po' agli altri. Nei bambini non è così: loro giocano tutti insieme senza guardare il colore della pelle o il conto in banca dei propri genitori, sono sempre disponibili ad aiutarti e lavorare al tuo fianco per il solo gusto di condividere qualcosa insieme.
    Siamo noi che crescendo insegniamo loro, con il nostro esempio, ad essere egoisti e razzisti.
    Dalle immagini tv, relativamente agli scontri in Spagna tra manifestanti e polizia, ho visto gli occhi spaventati e increduli di bambini. Uno in particolare era sulle spalle del padre. Non sta a me giudicare quel papà, ma io mio figlio non lo avrei mai portato laddove ci sono cariche della polizia, proiettili di gomma e lacrimogeni. A parte questo riguardate le immagini ed osservate gli occhi di quel bambino. Lui non capisce, non sa cosa stia succedendo, non comprende perché quei poliziotti, solitamente buoni, oggi spintonano il suo papà picchiando i suoi amici.
    Sicuramente, con il suo cuore e testa di bambino, non si spiega perché fino a ieri si viveva tutti insieme in pace, mentre oggi gli amici si picchiano.
    Non se lo spiega perché non c'è un motivo, se non l'egoismo.
    Restiamo come bambini ed impariamo a ragionare con cuore e semplicità come fanno loro.
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    I bambini non sono egoisti, non siatelo voi nei loro confronti

  4.  

    Addì 3 ottobre 2017

    Mentre stavano compiendosi i giorni in cui Gesù sarebbe stato tolto dal mondo, egli si diresse decisamente verso Gerusalemme e mandò avanti dei messaggeri. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per fare i preparativi per lui.
    Ma essi non vollero riceverlo, perché era diretto verso Gerusalemme.
    Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?».
    Ma Gesù si voltò e li rimproverò.
    E si avviarono verso un altro villaggio

    Luca 9,51-56

  5.  

    Ma Gesù si voltò e li rimproverò

    Critiche e rimproveri

    A tutti noi da fastidio essere rimproverati, ripresi, criticati per qualcosa che abbiamo fatto o non fatto. Ci sentiamo sminuiti, giudicati, inadatti. Eppure la critica è sempre positiva, anche se fatta con toni accesi, perché porta, o dovrebbe portare l'altro, a pensare e riflettere.
    Mi torna alla mente quando da piccoli si viene messi in castigo con le manine al muro e la testa appoggiata sopra, è un modo per far pensare il bambino alla marachella che ha combinato e costringerlo a riflettere.
    Tutti noi abbiamo bisogno di correzioni per crescere e migliorare, impariamo a non offenderci, a non sentirci giudicati cattivi solo per un rimprovero, specie quando a farci delle osservazioni sono persone che hanno stima di noi e ci vogliono bene
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    Non è facile ogni giorno rimproverare e correggere i nostri ragazzi, ma è bello vederli crescere. Sosteneteci in questo nostro cammino

  6.  

    Addì 4 ottobre 2017

    In quel tempo Gesù disse: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli.
    Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te.
    Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare».
    Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò.
    Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime.
    Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero»

    Matteo 11,25-30

  7.  

    Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò

    Laghi e fontanelle

    Nei primi anni di Associazione avevamo diversi cavalli ed in estate portavamo i ragazzi a fare lunghe gite, anche di un giorno intero. Eravamo attrezzatissimi: borsa con gli attrezzi per cambiare un ferro ai cavalli, martingala e capezze di riserva, acqua per noi e per i cavalli. In estate però fa caldo e l'acqua non basta mai, specie se ogni tanto si fanno dei tratti al galoppo. Ma nelle nostre camminate a piedi per i boschi entravamo in mezzo a rovi e cespugli dove neanche un cinghiale si sarebbe infilato, e trovavamo delle fonti d'acqua, alcune delle quali buttavano poche gocce al minuto, ma sufficienti per farci sciacquare la faccia.
    Questa è la vita: cercare fonti dove ristorarsi, facendo anche fatica per trovarle e, una volta raggiunte non dimenticarsi dove siano, tenerle pulite, andarci spesso.
    Quando troviamo qualcuno che ci vuole bene, che ci da consigli, anche se con il contagocce, non rinunciamo a lui solo perché vogliamo di più, ed una volta trovato un bel lago ove immergersi non abbandoniamo la fonte che tanto ci ha dato nei momenti di calura e difficoltà, perché oggi un lago può esserci, domani potremmo trovarlo chiuso con una recinzione. Oggi possiamo trovare un ragazzo, una moglie, un amico che ci da molto di più, in termini materiali delle parole del Vangelo, di un padre o di una madre, ma gli amici, le mogli, i mariti spesso prendono altre strade che divergono dalle nostre, ed avere una fonte inesauribile che possa darci ristoro nei momenti difficili è certamente importante, e talvolta ci salva da cadere nei precipizi più bui dai quali poi diventa veramente difficile uscirne
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    Vogliamo essere una fonte inesauribile per i nostri ragazzi

  8.  

    Addì 5 ottobre 2017

    In quel tempo, il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
    Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe.
    Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada.
    In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa.
    Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi.
    Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa.
    Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio».
    Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite:
    Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino.
    Io vi dico che in quel giorno Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città»

    Luca 10,1-12

  9.  

    La messe è molta, ma gli operai sono pochi

    La messe è molta, ma gli operai non hanno voglia

    Si pensa che non ci siano persone adatte a fare del bene, ma è un errore.
    Ce ne sono tante, tantissime che hanno tempo libero per poter aiutare il prossimo, ma non hanno voglia di farlo. Preferiscono stare attaccati al cellulare, andare in palestra, guardare la tv, stare in piazza. Ragazzi senza lavoro che rifiutano 1200 euro al mese più vitto e alloggio e contratto a tempo indeterminato per stare con dei bambini cinque giorni alla settimana. Le piazze piene di giovani che urlano, strepitano, chiacchierano: bellissimo socializzare, meraviglioso, ma è possibile che tutti i giorni, tutti i pomeriggi questa debba essere l'unica attività per molti? E' possibile che a nessuno di loro venga in mente di rimboccarsi le maniche e, pur socializzando, vengano a giocare con i bambini o vadano a far compagnia ad un anziano?
    Anche fra i ragazzi che educhiamo noi, sia in residenziale che in diurno, c'è tanto egoismo ed opportunismo, eppure non passa giorno che non mostriamo loro l'importanza di aiutare il prossimo, sia con le parole che con i fatti.
    Ma siccome guardo sempre al positivo vi voglio raccontare di una ragazza, e di un gesto per lei naturale ma che sarete voi a giudicare.
    Domenica sera. Rientro dalla campagna con tre mezzi. Ognuno di noi porta a casa vari bimbi. Roberta arriva con il suo pulmino a casa, ed io convergo nello stesso punto con i quattro pulcini arrivati da poco di diciotto mesi, due anni e mezzo, quattro e cinque anni. Dopo un fine settimana trascorso in campagna c'è in tutti noi una discreta stanchezza, e l'arrivo a casa non significa "ciabatte e tv", ma bagnetto ai cuccioli, cena, messa a letto con pannoloni vari. Meraviglioso indubbiamente, ma abbastanza stancante.
    Da un angolino al buio fa capolino una figura. E' una delle nostre ragazze, la più grande.
    "Oh te che ci fai qui?"
    "Sono venuta a dare una mano a mettere a letto i bimbi"
    Un gesto semplice, ma una grande prova di amore ed altruismo perché alla sera siamo tutti stanchi, così anche lei che studia con grande impegno ed ottimi risultati e fa diverse attività. Ma lei non ci ha pensato due volte ed è venuta a darci una mano con gioia ed amore.
    Voglio sperare, e prego ogni giorno, che tanti ragazzi prendano esempio; che tanti ragazzi, e adulti, possano capire l'importanza di aiutare il prossimo, anche con semplici gesti, anche fosse mezz'ora al giorno del proprio preziosissimo tempo.
    Tanti gli esempi positivi, ma la messe è molta e gli operai non vengono a lavorare nel campo dell'altruismo, nemmeno se pagati.
    Uscite dal vostro torpore per apprezzare la gioia di amare il prossimo
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    Aiutatetci perché c'è tanto da fare e da soli non npossiamo
    Anche un piccolo gesto è per noi importante

  10.  

    Addì 6 ottobre 2017

    In quel tempo, Gesù disse: «Guai a te, Corazin, guai a te, Betsàida! Perché se in Tiro e Sidone fossero stati compiuti i miracoli compiuti tra voi, gia da tempo si sarebbero convertiti vestendo il sacco e coprendosi di cenere.
    Perciò nel giudizio Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi.
    E tu, Cafarnao, sarai innalzata fino al cielo? Fino agli inferi sarai precipitata!
    Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato»

    Luca 10,13-16

  11.  

    Se in Tiro e Sidone fossero stati compiuti i miracoli compiuti tra voi

    Non è ingratitudine, è stupidità

    In una squadra sportiva composta da bambini di sei anni c'è Giacomino e c'è Carletto. Giacomino è figlio di un caro amico dell'allenatore Paolo, mentre Carletto è uno dei tanti. Ingiustamente, ma nella vita accade spesso, Paolo ha un occhio di riguardo per Giacomino e si prende cura di lui più che di Carletto, il quale viene messo in disparte. Il primo apprende tutti segreti ed i trucchi di quello sport e cresce, ma ha poca voglia di applicarsi. Carletto che poco sa di quello sport, invece, vuole emergere e si allena duramente. Passano gli anni. I ragazzi ancora giocano ed arriva un talent scout alla ricerca di qualche asso da portare a livelli superiori. Chi ha visto tanti giocatori sa benissimo riconoscere certe qualità e preferirà Carletto a Giacomino, il quale sarà messo in disparte perché tanto ha ricevuto e poco si è impegnato.
    Così è nella vita, e dico sempre ai miei ragazzi, ma ogni genitore potrebbe dirlo ai propri figli: fuori da casa nostra ci sono milioni di bambini che vivono nella sofferenza, subendo abusi, senza quell'amore di cui voi siete circondati. Perché voi siete stati accolti, accuditi, amati, e non gli altri? Non ci è dato di saperlo, ma è un po' come aver vinto alla lotteria avendo comprato un solo biglietto su milioni in vendita, ed è stato estratto il vostro. Eppure spesso vi comportate male, non state alle regole, non rispettate chi vi accudisce, non ascoltate i suoi insegnamenti. Un domani, ricordatevelo, la vita vi presenterà il conto e vi dirà, come potrebbe dire a Giacomino: avete avuto molto di più di quanto hanno avuto altri, avevate la possibilità di compiere cose grandi e fare un bel cammino, ma avete preferito non impegnarvi, volere tutto per voi, essere egoisti e gelosi, disubbidienti e bugiardi, approfittatori e opportunisti. Oggi qualcuno vi passerà avanti, qualcuno che non ha avuto le vostre stesse possibilità, ma che ha bagnato di sangue e sudore il terreno sul quale ha camminato. E accadrà, statene certi, ma non è troppo tardi per cambiare, per impegnarsi, per ringraziare Dio o la vita di avervi dato questa grande opportunità che oggi molti di voi disprezzano, ma che milioni di bambini farebbero carte false pur di avere un decimo di ciò che avete voi.
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    I nostri bambini hanno bisogno dei nostri insegnamenti
    Noi abbiamo bisogno di voi

  12.  

    Addì 7 ottobre 2017

    In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome».
    Egli disse: «Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore.
    Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare.
    Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli».
    In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: «Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto.
    Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare».
    E volgendosi ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete.
    Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non l'udirono»

    Luca 10,17-24

  13.  

    Nulla vi potrà danneggiare

    Una mano tesa

    Mario ha subito abuso, Giovanna è stata picchiata, José ha visto uccidere sua madre, Jennifer è stata venduta.
    Cose che non dovrebbero mai succedere, ma che accadono ogni giorno, in ogni città, anche nella nostra bella Italia.
    Quando uno su mille di questi bambini viene tolto alla famiglia per essere tutelato è solo all'inizio del suo percorso, ed è un cammino tutto in salita. Avrà sempre negli occhi e nel cuore ciò che ha visto e subito dagli adulti, e non gli sarà facile fidarsi di chi gli tenda una mano, quella stessa mano che ha giurato di difenderlo e proteggerlo.
    Se un bambino non si fiderà più degli adulti, di chi potrà fidarsi? Come farà a salvarsi, a capire le regole, a crescere, a maturare in modo sano?
    E noi ci fidiamo di Dio che ha promesso che "Nulla vi potrà danneggiare"?
    In molti ormai oggi non credono più in Dio, ma allora mi domando in chi potranno credere?
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    I nostri bambini hanno bisogno dei nostri insegnamenti
    Noi abbiamo bisogno di voi

  14.  

    Addì 8 ottobre 2017

    In quel tempo, Gesù disse ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un'altra parabola: C'era un padrone che piantò una vigna e la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, poi l'affidò a dei vignaioli e se ne andò.
    Quando fu il tempo dei frutti, mandò i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto.
    Ma quei vignaioli presero i servi e uno lo bastonarono, l'altro lo uccisero, l'altro lo lapidarono.
    Di nuovo mandò altri servi più numerosi dei primi, ma quelli si comportarono nello stesso modo.
    Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio!
    Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: C,ostui è l'erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l'eredità.
    E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l'uccisero.
    Quando dunque verrà il padrone della vigna che farà a quei vignaioli? ».
    Gli rispondono: «Farà morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo».
    E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d'angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri?
    Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare»

    Matteo 21,33-43

  15.  

    C'era un padrone che piantò una vigna

    La nostra casa

    Quasi ogni genitore lavora sodo per far godere ai propri figli una buona eredità, in molti casi cercando in primo luogo di lasciargli una casa di proprietà. Ma quanti sacrifici, ed i figli sembrano non apprezzare perché ritengono che tutto sia loro dovuto. Ma ogni mattone, mobile, suppellettile è costato sudore e sangue. Purtroppo molti figli gettano via questa fortuna nel gioco, in investimenti azzardati buttando alla spazzatura in un attimo il lavoro ed il sacrificio di una vita. Se quel padre potesse parlare, cosa direbbe a quei figli? Cosa farebbe loro?
    Immaginatevi il nostro mondo come il sacrificio di Dio. Come lo abbiamo trattato? Quante guerre, omicidi, rapine, egoismo, razzismo, incuria e inquinamento. Molti non credono in Dio, ma se Dio esistesse, ed io ne sono convinto, cosa ci dirà al termine della nostra vita?
    "Vi ho costruito un mondo meraviglioso e voi lo avete deturpato, non siete degni di vivere in questa vita eterna, via, lontano da me"
    Ora per molti Dio non esiste, ma potete esserne certi? Quando chiuderete gli occhi chissà che accadrà. Nell'ipotesi che Dio esista, forse bisognerebbe comportarsi un po' meglio.
    Se poi non dovesse esistere non sarà stato un gran male lasciare alle generazioni future un mondo migliore
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    Basta poco per rendere il mondo migliore

  16.  

    Addì 9 ottobre 2017

    In quel tempo, un dottore della legge si alzò per metter alla prova Gesù: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?».
    Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?».
    Costui rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso».
    E Gesù: «Hai risposto bene; fa' questo e vivrai».
    Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?».
    Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto.
    Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte.
    Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre.
    Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione.
    Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.
    Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno.
    Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?».
    Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' lo stesso»

    Luca 10,25-37

  17.  

    Il buon Samaritano

    Chiese vuote

    Posso capire chi non sia cristiano o chi, pur non essendo cristiano, non abbia principi morali legati all'amore verso il prossimo, ma provo moltissimo rammarico quando vedo persone che vanno in chiesa, credono in Dio, si fanno in quattro per fare opere di bene all'interno della propria comunità, ma poi si rifiutano di accogliere un immigrato, di aiutare un bambino di famiglia con problemi, di accudire un anziano abbandonato dai propri parenti. Eppure la parabola del buon samaritano parla chiaro:
    - Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?
    - Va' e anche tu fa' lo stesso

    Lo stesso: accudire, metterci del proprio, cambiare itinerario, preoccuparsi per il futuro di colui che incontriamo sul nostro cammino morente, ai margini della strada, denutrito, picchiato, ferito, privato dell'amore. Non solo colui che appartiene alla propria etnia, non solo chi viene da buona famiglia, non solo chi è italiano, ma chiunque incontriamo sul nostro cammino.
    Ma il Vangelo ci aveva avvertito: un sacerdote ed un levita, uomo timorato di Dio, vedono il bisognoso e passano oltre.
    Quanti sacerdoti, quanti uomini di fede passano oltre anche oggi e non danno sostegno e soccorso a chi chiede il loro aiuto. Che tristezza.
    Non mi vergogno ad essere cristiano, anzi, ne sono orgoglioso, mi vergogno a vedere che certi cristiani ignorano insegnamenti tanto palesi come questo.
    Diceva Ghandi "Se voi cristiani faceste tutto quello che c'è scritto nel Vangelo, saremmo tutti cristiani"
    Se le chiese si svuotano non meravigliamoci, quale esempio diamo a chi ci vede da fuori?
    Un giorno un sacerdote, al mio tentativo di fare azioni suggerite anche da Papa Francesco ai propri sacerdoti, come l'accoglienza dei senza tetto specie nel periodo invernale, mi rispose "In chiesa vengono in pochi, meglio pochi ma buoni".
    Peccato che quei pochi quelle azioni non le abbiano poi messe in atto.
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    Diamo noi per primi il buon esempio

  18.  

    Addì 10 ottobre 2017

    In quel tempo, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa.
    Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: «Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti».
    Ma Gesù le rispose: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta»

    Luca 10,38-42

  19.  

    Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta

    La fetta di torta più buona

    Se mi guardo in giro vedo persone vestite meglio di me, famiglie che fanno meravigliose vacanze due o tre volte l'anno, gente che va ogni giorno in barca a pescare, barche lussuose, bellissime case finemente arredate.
    Eppure non ho mai un impeto di invidia, anzi devo dire che in certi casi mi spiace per loro, specie quando vedo che molti litigano per soldi, fratelli che non si parlano per questioni di eredità, gente che ha preso una qualche fregatura intenta a cercare vittime cui rendere pan per focaccia. Per cosa poi? Tutti ci ammaliamo, tutti andiamo a morire, ma davvero vogliamo sprecare la vita litigando e pensando ai soldi, all'apparire, al potere? Si riduce solo a questo l'esistenza delle persone? Sarebbe una vera tristezza.
    Non dico che le persone non abbiano valori nel proprio cuore, ma troppo spesso questi principi vengono annebbiati e si perde la misura di essi.
    Un po' come avere un ospite in casa e passare ore ed ore in cucina per preparargli un ottimo pranzo, non sarebbe meglio pane e salame e trascorrere più tempo con la persona che ci è venuta a trovare?
    ----------------------------
    Stare con i bambini per me è la fetta di torta più buona

  20.  

    Addì 11 ottobre 2017

    Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».
    Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore, e non ci indurre in tentazione»

    Luca 11,1-4

  21.  

    Insegnaci a pregare

    Ateismo non è una malattia, ma

    Quanti atei sono veramente atei?
    Quanti non credono in Dio per scelta consapevole, dopo aver valutato, letto il Vangelo, parlato con chi possa far vedere loro la realtà da un altro punto di vista?
    Tanti atei non sono piuttosto agnostici? Non sono forse persone che non potendo dare una spiegazione ad un fenomeno lo rifiutano a priori?
    Ricordo quando sono arrivate a casa nostra, a distanza di pochi mesi, due ragazze già grandi, sedici e diciassette anni. Entrambe con l'idea di essere da noi solo di passaggio perché "Comunità" o "Casa Famiglia" significa solamente un posto brutto dove stare il meno possibile alla ricerca di una famiglia.
    Ebbene, dopo due mesi di full immersion hanno cambiato idea ed hanno chiesto di rimanere con noi perché sentivano la nostra come una famiglia dove avere un proprio ruolo.
    Lo scorso anno una ragazza venne a vivere da noi per una settimana per capire chi fossimo. Stava studiando come educatrice ed aveva nella testa idee stereotipate sulle case famiglia. Andandosene non ci disse molto, solo "grazie per l'esperienza".
    A distanza di mesi mi ha chiamato per dirmi che voleva fare la tesi di laurea parlando di noi perché siamo una realtà bellissima che non pensava potesse esistere. Lei stessa mi ha detto che il suo professore, che ha visitato moltissime comunità, le ha concesso di fare la tesi su di noi perché è rimasto meravigliato ed incuriosito dai racconti di questa ragazza.
    Per la fede è la stessa cosa.
    In molti hanno in testa idee preconfezionate di Dio, ma in pochi decidono di entrare in profondità e vivere le parole del Vangelo per il solo motivo di cercare di capire e conoscere, liberi comunque poi di prendere la propria strada.
    Così come in molti hanno in testa pensieri strani sulle case famiglia, ma basterebbe vivere una settimana per capire ed assaporarne la bellezza, che non è quella della famiglia perfetta da mulino bianco, ma quella di una realtà dove gli adulti faticano ogni giorno ad andare avanti, ma lo fanno con amore per i propri ragazzi, ricambiati dal loro amore.
    Ci sono scontri, liti, punizioni, regole, severità, ma ci sono anche risate, condivisioni, sostegno come in ogni famiglia.
    La bellezza non è nelle cose eccezionali, ma nella normalità vissuta con amore.
    ----------------------------
    Bisogna viverla una realtà prima di apprezzarla o rifiutarla

  22.  

    Addì 12 ottobre 2017

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; e se quegli dall'interno gli risponde: Non m'importunare, la porta è gia chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli; vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza.
    Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto.
    Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto.
    Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe?
    O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione?
    Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!»

    Luca 11,5-13

  23.  

    Se non si alzerà per amicizia, si alzerà per la sua insistenza

    Ostacoli da abbattere

    Ai miei ragazzi ho sempre detto che se voglio arrivare a fare una certa cosa e trovo dinanzi a me uno, due, dieci o mille ostacoli, quella cosa la faccio combattendo o superando i problemi.
    Nei primi videogiochi c'era un personaggio che doveva partire da un punto ed arrivare ad un altro per passare al livello successivo. Nel mezzo ogni sorta di ostacolo che noi giocatori dovevamo superare. I primi facili, commisurati al nostro livello, e via via sempre più ostici. Ecco questa è la vita: affrontare difficoltà maggiori per crescere di livello, per maturare, ed i livelli sono infiniti, nel senso che ogni volta che si raggiunge una cima, ci sarà sempre una vetta più alta da scalare per imparare cose nuove e fare tante esperienze. Il premio ad ogni livello è quello di avere un po' più di saggezza e sapersi rapportare con il prossimo in modo migliore e più costruttivo.
    Questo è essere insistenti, ma ciò non vuol dire continuare a sbattere la testa nello stesso modo contro la medesima parete, bensì trovare altre strade per evitare o sgretolare l'ostacolo che abbiamo dinanzi.
    Avevamo una bambina che era fantastica in questo. Aveva dei grossi problemi, tanto che oggi è in una comunità terapeutica, ma sapeva come comportarsi per farsi voler bene ed ottenere ciò che desiderava. Chiedeva e quando non otteneva sbatteva gli occhi in modo esagerato, ironico, quasi ad imitare una vamp, oppure ti lisciava il braccio o diceva "daaaiiii" in un modo così dolce e suadente che era impossibile resisterle. E la sua insistenza era dettata dal desiderio di ottenere il tuo affetto e, così facendo, ha superato tanti livelli maturando tantissimo.
    Ogni giorno imparo dai miei ragazzi, anche dai loro errori, dai loro tentativi, spesso goffi, di ottenere qualcosa in più. Mi diverto e imparo crescendo con loro
    ----------------------------
    Non c'è nulla di impossibile, bisogna solo saper trovare la strada giusta

  24.  

    Addì 13 ottobre 2017

    In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità».
    Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico».
    Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!».
    Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!».
    Poi gli disse: «In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo»

    Giovanni 1,47-51

  25.  

    Vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo

    Un'invasione di Angeli

    In trent'anni di affido ed accoglienza abbiamo visto tantissimi bambini.
    Ho fede in Dio e penso che siano stati inviati da lui.
    Nel Vangelo si legge la frase "Vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo".
    Posso dirvi che è vera perché ogni bambino è un Angelo di Dio
    Accogliere un bambino, significa accogliere un Angelo inviato da Dio
    ----------------------------
    I nostri bimbi: i nostri Angeli, i vostri Angeli

  26.  

    Addì 14 ottobre 2017

    In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e disse: «Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!».
    Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!»

    Luca 11,27-28

  27.  

    Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!

    Perfezione

    La perfezione non esiste su questa terra, Non c'è nessuno che non abbia fatto qualche sbaglio e, nella maggior parte delle persone, c'è almeno un errore grosso che pesa per tutta la vita sulla propria coscienza.
    Spesso nei ragazzi, specie in quelli che vengono adottati o accolti in affidamento, nasce l'idea di dover essere perfetti per essere accettati. Ogni errore che fanno è una tragedia, ogni critica è presa come un giudizio totatale sulla persona e temono di essere mandati via, rifiutati, messi da parte.
    Ogni ragazzo in crescita compirà errori ed è impossibile che non sbagli nulla.
    Cerchiamo di insegnare loro a dialogare per capire gli errori ed aver così modo che, nonostante punizioni e brontolate, l'amore non manca e nessuno li manderà via se non sono perfetti.
    E' un po' il rapporto che molti hanno con Dio.
    Sbaglio, quindi non merito nulla, non sono amato, sono rifiutato.
    Ma chi lo ha detto?
    Fate così con i vostri figli? Al primo errore di una certa importanza lo mandate fuori di casa per sempre?
    Se non lo facciamo noi, miseri e poveri mortali, tantomeno lo farà Dio.
    Non dobbiamo aver paura di sbagliare, dobbiamo aver timore di non provare a non sbagliare
    ----------------------------
    Ogni giorno aiutiamo i ragazzi a rialzarsi, ma la cosa più difficile è convicerli che possano farcela

  28.  

    Addì 15 ottobre 2017

    In quel tempo, rispondendo Gesù riprese a parlare in parabole ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo e disse:
    «Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio.
    Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire.
    Di nuovo mandò altri servi a dire: Ecco ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono gia macellati e tutto è pronto; venite alle nozze.
    Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari;
    altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero.
    Allora il re si indignò e, mandate le sue truppe, uccise quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.
    Poi disse ai suoi servi: Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni;
    andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze.
    Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali.
    Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l'abito nuziale,
    gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz'abito nuziale? Ed egli ammutolì.
    Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.
    Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti»

    Matteo 22,1-14

  29.  

    Molti sono chiamati, ma pochi eletti

    Mi hanno chiamato?

    Quando ci sentiamo chiamati a fare qualcosa?
    Quando sentiamo la voce di qualcuno che ci chiama
    Quando vediamo che qualcuno fa qualcosa con fatica
    Quando scorgiamo qualcuno in difficoltà
    Quando sappiamo che qualcuno ha bisogno di noi
    Quando ci dicono che possiamo fare la differenza
    Ed in tante altre occasioni

    Ma ci muoviamo sempre?
    No, diciamo pure tranquillamente che non ci muoviamo quasi mai
    C'è da apparecchiare la tavola, ma si fa finta di nulla
    C'è da cambiare il pannolino, ma si fa finta di nulla
    C'è da dare una moneta ad un povero per la strada, ma si fa finta di nulla
    C'è da impegnarsi per organizzare un'attività, ma si fa finta di nulla
    C'è da dire la nostra per battersi affinché sia sancito un principio, ma si fa finta di nulla
    C'è da accogliere un bambino in casa perché abusato, ma si fa finta di nulla
    C'è da accogliere una famiglia di rifugiati, ma si fa finta di nulla
    C'è da fare tantissimo, ma si fa finta di nulla

    Eletto non è una persona brava che si da da fare per gli altri
    Eletto è colui che semplicemente risponde ad un invito fatto da Dio (o dalla vita per chi non crede)
    E chi non fa ciò che gli viene chiesto?
    Chi non da non riceve, e se un giorno avrà lui bisogno dell'aiuto di altri, è possibile che non riceva questo aiuto.
    Pensate, o voi che non credete, che fregatura se ad aspettarvi nell'aldilà troviate Dio che vi dica "Ti ho chiamato per aiutarmi a portare il peso del mondo, e adesso che vuoi da me? Vuoi riposarti per l'eternità, e perché scusa se non hai fatto nulla? Vai pure altrove, qui non c'è posto per i fannulloni"
    Magari avete ragione voi e Dio non esiste, ma se esistesse?
    Io dico che converrebbe, almeno per precauzione, rimboccarsi le maniche e darsi da fare quando veniamo chiamati dalla vita, poi fate voi.
    ----------------------------
    Rispondete alle chiamate, ne trarrete grande gioia

  30.  

    Addì 16 ottobre 2017

    In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorchè il segno di Giona.
    Poiché come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione.
    La regina del sud sorgerà nel giudizio insieme con gli uomini di questa generazione e li condannerà; perché essa venne dalle estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, ben più di Salomone c'è qui.
    Quelli di Nìnive sorgeranno nel giudizio insieme con questa generazione e la condanneranno; perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, ben più di Giona c'è qui»

    Luca 11,29-32

  31.  

    Questa generazione è una generazione malvagia

    Ho incontrato l'amore della mia vita, ma non l'ho visto

    Da sempre quando cammino per la strada mi piace guardare le persone, immaginarmi le loro gioie e le loro tristezze, capire lo stato d'animo del momento. Incrociare uno sguardo in cerca di un sorriso, di un'intesa su una situazione, di un saluto per il solo fatto di incrociare spesso le nostre strade. Oggi è una cosa difficilissima perché non riesco più a scorgere gli occhi delle persone che incontro, non vedo più il loro sguardo, non trapelano da essi i loro sentimenti, semplicemente perché sono tutti assorti nel leggere i messaggi sul cellulare, nel guardare un video o lasciare la propria impronta sui social alla strenua ricerca di like.
    Anche un'orecchiabile canzone estiva dice più o meno la stessa cosa
    "Non abbiamo più contatti, ma solo like e un altro post"
    Oggi permettiamo al telefonino di sovrintendere le nostre relazioni
    La stessa canzone continua
    "Se ti porto nel bosco, mi dici riportami in centro che qui non c'è campo"
    perché si è persa la romanticheria e mandare fiori con un bel biglietto non è più di moda e si preferisce mandare il disegno di una rosa su whats app
    Il ragazzo della canzone continua a parlare con la sua fidanzata innamorata più del cellulare che di lui e le dice
    "Mi manchi in carne ossa"
    Ed è vero, a volte sembra che una persona ci sia perché avverto il suo respiro, riconosco il suo profumo, ma non ho la sua attenzione.
    Nessun tabù, ma certo sarebbe molto più educativo insegnare ai ragazzi a dialogare senza cellulare e farlo di persona, e per far questo i genitori dovrebbero proibirlo, o comunque limitarlo, fino ad una certa età. Oggi si vedono bambini già alle elementari con il cellulare e ragazzi delle medie picchiare un professore perché aveva requisito in classe il telefono.
    Si è persa la misura e sarebbe opportuno che le famiglie, prima di tutto con l'esempio, potessero insegnare ai propri ragazzi la forza e la bellezza di un dialogo guardandosi negli occhi.
    Una bella notizia in mezzo a tante statistiche negative: un ristorante ha proibito al suo interno l'uso del cellulare.
    ----------------------------
    Almeno quando siete tra la gente lasciate in tasca in silenzioso il vostro cellulare

  32.  

    Addì 17 ottobre 2017

    In quel tempo, dopo che Gesù ebbe finito di parlare, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli entrò e si mise a tavola.
    Il fariseo si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo.
    Allora il Signore gli disse: «Voi farisei purificate l'esterno della coppa e del piatto, ma il vostro interno è pieno di rapina e di iniquità.
    Stolti! Colui che ha fatto l'esterno non ha forse fatto anche l'interno?
    Piuttosto date in elemosina quel che c'è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà mondo»

    Luca 11,37-41

  33.  

    Il vostro interno è pieno di rapina e di iniquità

    Una brutta bestia

    A volte mi hanno detto che sono duro e con un pessimo carattere.
    Ed hanno ragione, ma seppur consapevole di dover smussare molti angoli sono felice di essere in questo modo perché se dico "bianco" penso che quella cosa debba essere bianca realmente, e non mi piego come banderuola al vento a seconda delle persone o delle circostanze, pronto a rispondere a tono a chiunque, anche al Papa, se dicesse qualcosa sul quale non sono d'accordo.
    Purtroppo molte persone, spesso anche i miei ragazzi, hanno due o più facce e si mostrano per quello che non sono, bensì per quello che gli altri vorrebbero che fossero.
    Nasce in loro una doppia personalità: affettuosi, servizievoli e adeguati alle regole in nostra presenza, ma ben diversi davanti ad altri adulti di cui non gli importa, e adeguati a certi cattivi comportamenti in presenza degli amici. Tutto questo per farsi accettare dalle varie tipologie di persone e piacere a tutti.
    Ma che grande errore. Questa falsità prima o poi viene a galla ed il falso, colui che si fa vedere diverso da ciò che è, prima o poi mostra il suo vero volto, come quando fa mille moine e manda mille messaggini quando deve ottenere qualcosa, ma poi si dimentica che tu esisti quando non deve chiederti nulla.
    Nel nostro recentissimo passato una bambina arrivata da noi a sette anni, cresciuta con noi ed uscita di casa a ventitre, ha adottato questa tecnica. Era perfetta, tutti ce la invidiavano, ma a scuola era tutta un'altra persona, per certi aspetti l'esatto contrario di come era in casa. E' arrivata a fare cose non bellissime di nascosto a noi, e quando sono cominciate ad emergere e non è più riuscita a mascherarle dando l'idea di essere la figlia perfetta, ha avuto grossi problemi di testa che l'hanno portata a più ricoveri in psichiatria, ed oggi ha ancora diversi problemi che forse non riuscirà mai a risolvere, anche perché vuole continuare a dare di sé immagini diverse a seconda delle circostanze.
    E' ovvio che è un caso limite, ma la falsità è una brutta bestia che prima o poi divora chi la utilizza
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    Preferisco chi mi manda a quel paese, piuttosto che colui che mi fa mille sorrisi pensando male di me

  34.  

    Addì 18 ottobre 2017

    In quel tempo, il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
    Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe.
    Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada.
    In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa.
    Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi.
    Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa.
    Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio»

    Luca 10,1-9

  35.  

    Vi mando come agnelli in mezzo a lupi

    Lupi che mangiano l'erba

    Chi pensa di poter avere una vita facile si sbaglia. Anche il più mite dei miti, se gli pestano un piede, a lungo andare si ribella. Ed è giusto perché ognuno di noi ha le sue idee ed i suoi principi e deve combattere per essi. C'è chi lo fa con la violenza, qualcuno con la prepotenza, mentre altri usano la via della pace e del dialogo. E sono quelli che nella storia si ricordano di più, come Ghandi e San Francesco, Madre Teresa e il Dalai Lama e primo fra tutti Gesù.
    Dobbiamo essere come agnelli in mezzo ai lupi, non per farci sbranare, ma perché con l'amore e la tenerezza si riescono ad aprire i cuori più duri.
    Facile non è davvero, ma necessario si.
    A cosa ha portato l'isis ed il terrorismo? A cosa portano le dittature? A cosa i campi di concentramento per uccidere e ridurre al silenzio chi ha pensieri contrari?
    A nulla. Con la forza non si ottiene niente, con la mitezza si può sperare di far diventare vegetariani i lupi più irriducibili.
    ----------------------------
    Ai figli dei lupi si può insegnare a mangiare l'insalata quando sono piccoli, altrimenti poi saranno divoratori di uomini

  36.  

    Addì 19 ottobre 2017

    In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi.
    Così voi date testimonianza e approvazione alle opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite loro i sepolcri.
    Per questo la sapienza di Dio ha detto: "Manderò a loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno; perché sia chiesto conto a questa generazione del sangue di tutti i profeti, versato fin dall'inizio del mondo, dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l'altare e il santuario". Sì, vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione.
    Guai a voi, dottori della legge, che avete tolto la chiave della scienza. Voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare l'avete impedito».
    Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo ostilmente e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca

    Luca 11,47-54

  37.  

    Sia chiesto conto a questa generazione del sangue di Abele

    Macrabo conteggio

    Non passa giorno in cui non ci informino di quante persone siano state uccise.
    Omicidi, camion sulla folla, autobombe, kamikaze, lanci di missili.
    Una famiglia sterminata, dieci persone travolte, duecento morti e trecento feriti, palazzi e città distrutte. Ormai è solo un conteggio. Siamo diventati cinici e spalanchiamo la bocca inorriditi nell'attimo in cui passa la notizia, per poi sentir parlare subito dopo delle vacanze del vip di turno.
    Pensate se in casa vostra morisse una persona, che tragedia. Ecco, ora pensate se una bomba uccidesse tutta la vostra famiglia, i vostri amici, i colleghi di lavoro, gli iscritti alla vostra stessa palestra, e voi foste tra i feriti, tra i sopravvissuti. Come si trasformerebbe la vostra vita?
    Pensiamo che ogni giorno accade questo a qualcuno. Qualcuno nel mondo viene privato dei propri affetti da delinquenti e terroristi, qualcuno viene fatto precipitare nel baratro di una vita che nemmeno poteva immaginare nei suoi peggiori incubi. Qualcuno. Beh, certo, non noi, capita lontano e, colmo del cinismo, più è lontano e meno ci tocca. Quando vennero uccisi i giornalisti francesi del Charlie Hebdo se ne parlò per giorni, per mesi. Manifestazioni, proteste, capi di stato in fermento, ma quando in Somalia due camion bomba hanno ucciso 270 persone ferendone più di 300 la notizia era la terza dopo la politica e l'economia, e a stento se ne è parlato il giorno dopo. Sono più importanti i giornalisti francesi perché francesi, o perché giornalisti e non ambulanti?
    Non inorridiamo più davanti a simili misfatti, lasciamo che a farlo per noi siano i media. Se loro danno risalto alla notizia ci mobilitiamo con raccolte fondi e cortei, altrimenti buttiamo tutto nel dimenticatoio tra una birra e un'altra.
    Non sono forse persone anche gli ambulanti somali? Non hanno forse anche loro mogli, mariti, figli, genitori? E cosa facevano per attirare l'ira degli integralisti? Disegnavano vignette blasfeme nella polvere dinanzi ai loro carrettini?
    Dobbiamo scrollarci di dosso questo cinismo e insegnare, anche con il nostro esempio, l'empatia con il mondo.
    Solo caricandoci sulle spalle i dolori di questa terra così martoriata potremo finalmente capire che dobbiamo fare qualcosa per non soffrire perché le sofferenze di chi, anche lontano, sta soffrendo sono anche le nostre.
    Ed allora accoglieremo l'immigrato che scappa dalla miseria e dalla guerra
    Ed allora accoglieremo il bambino che è stato abusato e violentato per anni
    Ed allora andremo a trovare il nonnino abbandonato in ospizio anche se non è nostro parente
    Ed allora andremo persino in carcere perché il prigioniero soffre anche se merita la sua pena
    Ed allora, solo allora, potremo sperare in un mondo migliore perché il mondo siamo noi, quelli che soffrono siamo noi, quelli che possono far uscire dalla sofferenza il prossimo siamo sempre noi e coloro ai quali insegniamo questo comportamento: i nostri figli
    ----------------------------
    Siamo diventati cinici?
    Possiamo insegnare l'empatia ai nostri figli parlando con loro

  38.  

    Addì 20 ottobre 2017

    In quel tempo, radunatesi migliaia di persone a tal punto che si calpestavano a vicenda, Gesù cominciò a dire anzitutto ai discepoli: «Guardatevi dal lievito dei farisei, che è l'ipocrisia.
    Non c'è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto.
    Pertanto ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce; e ciò che avrete detto all'orecchio nelle stanze più interne, sarà annunziato sui tetti.
    A voi miei amici, dico: Non temete coloro che uccidono il corpo e dopo non possono far più nulla.
    Vi mostrerò invece chi dovete temere: temete Colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geenna. Sì, ve lo dico, temete Costui.
    Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio.
    Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete, voi valete più di molti passeri»

    Luca 12,1-7

  39.  

    Nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio

    Gira il mondo gira

    Chiudete gli occhi e immaginatevi un bambino appena nato, bello e paffutello.
    Cosa provate? Affetto, simpatia e tante cose positive.
    Chiudete gli occhi ed immaginatevi un cucciolino di labrador, o un bel coniglietto bianco.
    Anche in questo caso spunta sul volto un sorriso, una commozione pervade il vostro cuore.
    Chiudete gli occhi ed immaginatevi una mosca che per sua stessa natura si posa sul letame, oppure un ratto che vive nelle fogne e si nutre di cadaveri e spazzatura.
    Cosa provate adesso?
    Disgusto, rabbrividite, vi si gela il sangue, inorridite.
    Perché? Eppure il coniglio tanto quanto il ratto, la mosca tanto quanto il cucciolino di cane sono creature di Dio e, se non credete in Dio, sono parte della natura, parte della nostra vita e nel grande equilibrio cosmico tutti hanno la loro rilevanza ed importanza.
    Capisco che sia difficile apprezzare un ratto tanto quanto un coniglietto, ma il problema sorge anche nei confronti delle persone.
    Un bambino bianco, ben nutrito, pulito e ben vestito ci da un'immagine positiva e ci fa stare bene, ma se vediamo bambini denutriti tutti pelle ed ossa, con le mosche che si posano sulle loro piaghe, proviamo un senso di pietà, ma al contempo di disgusto.
    Potete dire che non è vero, e magari per te che leggi adesso queste parole può essere così, ma difficilmente una coppia adottiva andrà a prendere un bambino tra quelli che muoiono di fame e stenti in Africa, ma si rivolgerà piuttosto ai paesi dell'est dove i bimbi sono belli e forti. Quante volte mi sono trovato dinanzi coppie che volevano un bambino anche in affidamento dicendo però che non lo volevano rom, oppure di colore, oppure sano in ogni suo aspetto.
    A parole siamo tutti bravi a dire che ogni bambino ha lo stesso valore, ma poi facciamo le nostre belle preferenze, scartando e mettendo in disparte, chi è diverso, chi si comporta male, chi ha dei problemi, chi urla, chi smatta, chi dice bugie.
    Mi domando e vi domando, ma non sono tutti figli di Dio? Non sono tutti figli di questo mondo?
    E' difficile tenere in casa un ratto piuttosto che un coniglio, ma non ci viene richiesto perché la natura fa in modo che ogni specie accudisca la propria specie. Non si è mai vista una leonessa adottare un macaco, o un serpente che tiene con se il cucciolino di una mangusta.
    Quello che ci viene richiesto è accogliere, accudire, amare ed apprezzare i figli della nostra stessa specie, la specie umana, siano essi bianchi, neri, gialli, sani, malati, intelligenti, ritardati o matti. Tutti nella stessa misura, senza preferenze.
    Così quando in casa la nonna perde il senno non dovremmo metterla in ospizio, ma starle vicino con amore ed altruismo, dedicando a lei più tempo che agli altri perché questo è il suo bisogno; se in famiglia i genitori accolgono un bambino in affidamento lo si deve trattare da fratello al pari di quello che è nato dalla pancia ed insegnargli quello che sappiamo perché non ne ha avuto le possibilità, o perché la sua testa non è ancora arrivata ad una maturità tale da capire come comportarsi.
    Se noi avessimo un problema, e nella vita capita spesso, vorremmo essere scansati o vorremmo essere aiutati?
    La domanda è talmente scontata che non ha bisogno di una risposta, ed allora non facciamo la stessa cosa noi: quando in casa qualcuno, simpatico o antipatico che sia, bello o brutto, bianco o nero, sano o malato, giovane o anziano, intelligente o scemo ha un problema abbiamo il DOVERE davanti a Dio di aiutarlo. E se non credete in Dio ricordatevi che comunque il mondo è come una ruota: se io oggi non aiuto te, domani potremmo essere trattati nello stesso modo
    ----------------------------
    Ogni bambino è un bambino da amare
    non lasciamoci condizionare da apparenze o preconcetti
    ed amiamo senza riserve

  40.  

    Addì 21 ottobre 2017

    In quel tempo, Gesu disse ai suoi discepoli: "Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.
    Chiunque parlerà contro il Figlio dell'uomo gli sarà perdonato, ma chi bestemmierà lo Spirito Santo non gli sarà perdonato.
    Quando vi condurranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi come discolparvi o che cosa dire; perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire"

    Luca 12,8-12

  41.  

    Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini

    Mi rinneghi?

    Siete in un gruppo di persone.
    Una di loro chiede ad un vostro amico, con il quale avete condiviso belle esperienze e vi siete confidati, informazioni su di voi facendo però apprezzamenti poco lusinghieri del tipo
    "Ho sentito parlare di Michele, a me non piace molto perché si veste male" oppure "perché non ha molta cultura" o "perché ha un brutto carattere".
    Cosa vi aspettereste dal vostro amico?
    Una strenua difesa nella quale esalti le vostre virtù e minimizzi i difetti.
    Invece accade tutt'altro.
    Il vostro "amico" Giovanni rincara la dose dicendo
    "Eh si, Michele ha un bruttissimo carattere e si veste malissimo, in quanto a cultura è un troglodita".
    Voi siete lì vicino, ma nella confusione Giovanni non vi vede, ma voi avete modo di sentire.
    Il giorno dopo Giovanni viene da voi a chiedervi un favore
    Come minimo gli dite
    "Mi spiace, non posso aiutarti"
    Ed allora Giovanni insisterà dicendo
    "Ma come Michele, non siamo amici? Perché non vuoi aiutarmi?"
    "Amici? Non ho bisogno di amici come te. Ieri mi hai rinnegato davanti al tuo amico, hai parlato male di me per farti bello con lui e non fartelo nemico, e adesso vieni a parlare di amicizia con me? Tornatene da dove sei venuto"
    Adesso anche coloro che non credono in Dio ipotizzino che Dio possa esistere
    Giovanni, mentre parlava male di Michele, non lo ha visto, ma lui c'era ed ascoltava.
    Ecco, Dio c'è e ci ascolta, anche quando pensiamo che non ci sia.
    Se voi ne parlate male, se lo disconoscete, se negate la sua esistenza, come potrete un domani chiedergli un favore?
    Come dite? Non gli chiederete mai un favore?
    Ho visto tante persone, dichiaratamente atee, ritrovarsi a pregare, a chiedere a Dio la guarigione di un figlio, di una moglie, di un marito quando ormai tutto era perduto, quando i medici avevano allargato le braccia dicendo "Non c'è più nulla da fare". Quante volte, come ultima risorsa, anche chi non crede "prova" a chiedere a Dio una qualche grazia.
    E come dovrebbe rispondere Dio a coloro che per tutta la vita lo hanno rifiutato e ne hanno parlato male, magari anche dichiarandosi amici suoi?
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    Se credete in Dio non rinnegatelo mai
    Se non ci credete non disprezzatelo

  42.  

    Addì 22 ottobre 2017

    In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva ridotto al silenzio i sadducei, ritiratisi, tennero consiglio per vedere di coglierlo in fallo nei suoi discorsi.
    Mandarono dunque a lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità e non hai soggezione di nessuno perché non guardi in faccia ad alcuno.
    Dicci dunque il tuo parere: E' lecito o no pagare il tributo a Cesare?».
    Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché mi tentate?
    Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro.
    Egli domandò loro: «Di chi è questa immagine e l'iscrizione?».
    Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio»

    Matteo 22,15-21

  43.  

    Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio

    E colpa di Dio?

    A volte ce la prendiamo con Dio per le guerre, per il lavoro che non abbiamo, per i soldi che mancano. Imprechiamo e bestemmiamo come se fosse lui il colpevole di tutti i nostri mali.
    Ma le armi per uccidere le ha fabbricate lui?
    I soldi per finanziare i conflitti, per pagare le tasse, per comprare da mangiare chi li ha creati?
    L’inquinamento, l’impoverimento del suolo e della natura chi lo ha generato?
    L’uomo. Sempre e solo l’uomo.
    Dio ci ha dato la vita, ci ha dato una natura in perfetto equilibrio, ci ha donato un’aria salubre
    Ed allora diamo a Dio i suoi meriti e all’uomo i suoi demeriti
    Se siamo senza lavoro, se il mondo è inquinato, se ci sono guerre ed omicidi non è colpa certamente di Dio, ma dell’uomo.
    A Cesare ciò che è di Cesare, a Dio ciò che è di Dio
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    Non è colpa dei bambini se sono in brutte situazioni
    E' colpa nostra se ci rimangono

  44.  

    Addì 23 ottobre 2017

    In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di' a mio fratello che divida con me l'eredità».
    Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
    E disse loro: «Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell'abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni».
    Disse poi una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto.
    Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti?
    E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni.
    Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia.
    Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà?
    Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio»

    Luca 12,13-21

  45.  

    Hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia

    Porte aperte

    Un avvocato in un anno ebbe molti incarichi, stipulò contratti per delle multinazionali, vinse alcuni processi, venne chiamato a partecipare a diversi consigli di amministrazione ed il suo fatturato fu elevatissimo.
    Fu così che decise di comprare una villa a Santo Domingo ed uno yacht per recarvicisi. Mantenne alcuni incarichi delegando altri e partecipando in videoconferenza comodamente seduto nella sua meravigliosa dimora, tornando per brevi periodi in Italia per fare atto di presenza quando le circostanze lo richiedevano.
    Una vita da nababbo.
    Ma teneva le serrande del lato ovest della sua casa sempre rigorosamente chiuse.
    Non voleva guardare da quel lato.
    Ma cosa non voleva vedere?
    Santo Domingo è un po' come il mondo: alcuni uomini ricchissimi che vivono nel lusso più sfrenato, ed un'intera popolazione che muore di fame e di stenti, costretti a lavorare per una ciotola di riso per far star bene i miliardari che lì risiedono.
    Ecco cosa il nostro avvocato non amava guardare: la povertà, i bambini che raccoglievano tozzi di pane rancido dai cumuli di spazzatura, le piaghe delle povere donne, la vecchiaia dipinta sul viso dei ventenni.
    Noi siamo come quell'avvocato.
    Una volta raggiunta la stabilità economica ci mettiamo seduti sulla nostra poltrona preferita e ci tappiamo gli occhi per non vedere la miseria umana. Ci fa ribrezzo, ci impaurisce, ci fa stare male, ma sopratutto non ci fa godere dei beni che abbiamo accumulato. Ed allora preferiamo non guardare, preferiamo mettere la testa tra due cuscini imitando lo struzzo.
    Ma se forse riusciamo a tenere fuori dalla nostra porta la povertà, non riusciremo a lungo ad evitare vecchiaia e malattie, per quanto ricchi si possa diventare. Ci ammaleremo, soffriremo e moriremo come tutti rendendo felici i nostri eredi e nessuno piangerà per noi, per uomini e donne ricchi senza un briciolo di cuore.
    Se il nostro avvocato alzasse le persiane, se aprisse le porte di casa a quella povera gente, se condividesse con loro i suoi beni e sfamasse i loro bambini sarebbero in tanti quelli che piangeranno e pregheranno per lui alla sua morte.
    Se lui avrà aperto le porte della sua casa ai poveri, Dio aprirà le porte di casa sua al ricco avvocato
    Se manterrà le persiane chiuse grogiolandosi nel suo benessere, anche Dio farà finta di non vederlo
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    Condividere non significa perdere ricchezza, ma accumulare un tesoro in cielo da usare per l'eternità

  46.  

    Addì 24 ottobre 2017

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa.
    Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.
    E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell'alba, li troverà così, beati loro!»

    Luca 12,35-38

  47.  

    Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese

    Un treno che passa va preso al volo

    Diversi anni fa si era sparsa la voce dell'avvistamento di una pantera nei boschi della nostra casa di Orentano, forse lasciata libera da qualche miliardario della zona. In quel periodo eravamo tutti molto più attenti, e quando si usciva di casa ci muovevamo con cautela.
    Oggi non c'è la minaccia di una bestia feroce, ma il terrorismo incute un po' di timore e la gente sta più attenta ai luoghi e alle persone che frequenta.
    Stare in allerta non è di per sé una cosa negativa e dovremmo stare in questa condizione indipendentemente dalle paure che possiamo avere. Tenere gli occhi ben aperti, attenti a qualunque mossa possiamo fare ci rende più scaltri e meno passivi dinanzi alle disavventure della vita.
    Chi va in bicicletta sa bene che si debbono avere attenzione anche per gli altri che possono venirci a addosso, e si è molto più guardinghi di quando si va in macchina, tanto che alcuni studi rivelano che il ciclista sviluppa un maggior spirito di osservazione di chi viaggia con altri mezzi.
    Nella vita dovremmo stare sempre pronti, con la valigia preparata, perché in ogni momento ci potrebbe capitare qualsiasi cosa, sia positiva che negativa. Se stiamo all'erta potremo affrontarla, perché evitarla è spesso impossibile, se non lo siamo saremo da essa investiti con tutta la sua potenza e potremmo non reggerne l'urto o non essere preparati ad accoglierla nel modo migliore, rischiando anche di farcela sfuggire nel caso di un avvenimento positivo.
    Teniamoci pronti perché non possiamo rimandare l'incontro con il destino
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    I bambini che hanno subito sono paurosi
    Sta a noi insegnar loro la differenza tra paura e attenzione

  48.  

    Addì 25 ottobre 2017

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa.
    Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pensate».
    Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
    Il Signore rispose: «Qual è dunque l'amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo?
    Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro.
    In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
    Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l'aspetta e in un'ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli.
    Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più»

    Luca 12,39-48

  49.  

    Conoscendo la volontà del padrone

    Sai leggere e scrivere?

    Luca era figlio di uno spacciatore tossicodipendente, una madre debole incapace di difenderlo dalle cinghiate del padre. Cresciuto tra lacrime e sangue fino al giorno in cui i nonni, quando aveva otto anni, lo hanno prelevato da casa e condotto dai servizi sociali. Fine di un calvario e inizio di un altro: cinque anni durante i quali ha visitato ben nove tra case famiglia, comunità educative e comunità terapeutiche, ha vissuto per due anni in una famiglia adottiva che lo ha poi respinto, ed altri dieci mesi in un'altra che lo ha mandato via. Tutto quello che aveva subito nella sua prima giovinezza tendeva a riversarlo sugli altri nel periodo della preadolescenza. Da un lato era una forma di sfogo, di rabbia repressa, di vendetta contro l'adulto in quanto tale che lo aveva sempre picchiato ed oltraggiato, dall'altro la ricerca continua di qualcuno che lo sopportasse nonostante il suo forte e duro carattere. Non sapeva cosa fosse l'amore, ma conosceva bene l'odio, la frustrazione, l'abbandono e questi erano i sentimenti che metteva in campo. Un canino bastonato che mordeva chiunque osasse avvicinarglisi, anche solo per una carezza. E tutti fuggivano lontano da lui per paura della sua rabbia.
    Il servizio sociale volle provare con noi e ci venne chiesto di accoglierlo. Non volevamo, troppo difficile e pericoloso per gli altri bimbi. Abbiamo fatto le nostre resistenze, ma alla fine l'insistenza dei servizi sociali e i rimorsi di coscienza ci hanno fatto aprire le porte a questo cucciolo d'uomo. Il primo anno è stato veramente tremendo, uno dei due ragazzi più difficili che abbiano mai varcato la soglia di casa nostra: mobili devastati, minacce, botte, comportamenti ai limiti della sopportabilità, ed anche noi, come tutti gli altri, siamo stati più volte sul punto di mandarlo via. Era ingestibile. Ma abbiamo resistito, mossi a compassione per una vita così duramente segnata, ed abbiamo tenuto duro. Passato il primo anno anche gli altri non sono stati una passeggiata, ma si era trovato un certo equilibrio. Avevamo capito che quel ragazzo non aveva mai imparato il significato della parola "amore", quindi non sapeva amare e sopratutto non sapeva farsi amare. Una volta però aver capito che la nostra era una vera famiglia, un po' pazza, numerosa, ma pur sempre una famiglia, deve aver pensato "ma guarda un po', mica ci sto tanto male qui" o forse si sarà detto "meglio qui che altrove" oppure "se vado via di qui, chissà dove mi sbattono". Fatto sta che ha cominciato a collaborare, ad ascoltare, a farsi ammaestrare. Otto anni è rimasto con noi. La storia è finita quando alle superiori ha trovato compagni poco adatti al suo cammino, spinelli facili, professori che venivano pagati per scaldare una sedia e non faceno niente più di quello. A ventun'anni è esplosa di nuovo la sua rabbia e, dopo aver picchiato due bambini di casa se n'è andato per sempre.
    Le notizie che abbiamo di lui oggi non sono confortanti: passa da una rissa ad un'altra ed è sempre pieno di soldi. Evidentemente ha imparato bene il mestiere del padre.
    Da casa nostra sono passati oltre settecento ragazzi, di cui cinquantaquattro in affidamento residenziale. Molti si sono salvati, alcuni si sono persi, come Luca. Il mio più grande cruccio non è tanto nella vita brutta che sono andati a fare, noi ci abbiamo provato con tutto il cuore a mostrar loro una strada alternativa, e magari quei valori che gli abbiamo dato gli serviranno in futuro, piuttosto nel fatto che abbiano avuto la possibilità di imparare qualcosa di buono e l'abbiano rifiutato a priori preferendo vivere di imbrogli, prepotenze e sotterfugi perché più facile e più redditizio.
    Quando una persona delinque dovremmo valutare se ha avuto la possibilità di imparare a camminare sulla retta strada, ed allora, in questo caso, sarebbe colpevole al massimo livello, oppure se non ha avuto la fortuna di incontrare qualcuno che lo abbia amato ed accudito, ed allora le sue colpe saranno minime, ed anche la punizione dovrà esserlo.
    Chi è più colpevole di non saper leggere e scrivere? Chi sia andato a scuola e non abbia avuto voglia di imparare, o chi sia nato dove le scuole non ci sono e per vivere bisogna andare nei campi o nelle miniere anche da piccoli?
    Dio guarderà a noi in questo modo: chi ha avuto modo di imparare i valori di altruismo, solidarietà, perdono, carità e non li abbia messi in pratica sarà molto più colpevole di chi abbia avuto come maestra soltanto la strada dove vince il più forte e dove la vendetta è cosa giusta e sacrosanta.
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    Per imparare ad amare bisogna essere stati amati

  50.  

    Addì 26 ottobre 2017

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse gia acceso!
    C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto!
    Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione.
    D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera»

    Luca 12,49-53