Non sei collegato (collegati)

Vanilla 1.1.2 is a product of Lussumo. More Information: Documentation, Community Support.

  1.  

    Addì 23 novembre 2016

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome.
    Questo vi darà occasione di render testimonianza.
    Mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere.
    Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi;
    sarete odiati da tutti per causa del mio nome.
    Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà.
    Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime»

    Luca 21,12-19

  2.  

    Questo vi darà occasione di render testimonianza

    L'occasione fa l'uomo ladro

    Spesso i modi di dire sono negativi, ma come ogni cosa hanno il rovescio della medaglia.
    "L'occasione fa l'uomo ladro" significa, come tutti possiamo intuire, che se ci troviamo nelle condizioni di poter rubare qualcosa con facilità lo facciamo. Se questo è vero per qualcuno, conosco moltissime persone che invece, pur avendo a che fare con beni o denaro, non colgono l'occasione di appropriarsi di qualcosa che non gli appartenga.
    Se vediamo la cosa sotto un'altra luce, questo motto potrebbe anche significare che se una persona ne ha l'occasione può fare del bene, oppure può rendere testimonianza di ideali e principi in cui crede. E questo si è proprio di molti. Pensate agli eroi di guerra, ai martiri di ogni religione, ai prigionieri politici, agli obiettori di coscienza. Ma non solo. Guardiamo anche alla nostra vita quotidiana, alla possibilità di far conoscere, senza superbia o tracotanza, sani valori a coloro che incontriamo quotidianamente. Ogni momento della nostra vita è occasione per rendere testimonianza. Così una cena tra amici può rivelarsi un'opportunità per parlare di fede, in una pausa sul lavoro si possono scambiare opinioni sull'educazione dei figli, una riunione di condominio può essere un momento di riflessione sulle regole di buona educazione e misericordia verso il prossimo.
    Quando qualche giornalista mi ha proposto interviste per parlare di affido ho accettato con lo stesso entusiasmo sia che si trattasse di un giornalino parrocchiale di un centro sperduto sui monti, sia che fosse un video per un canale televisivo nazionale. Ai miei ragazzi dico sempre di rendere testimonianza dei principi che hanno imparato ogni giorno, ogni momento, sia a scuola che a casa con i propri genitori, nel gioco come nello sport, con il fidanzatino al pari che con il bullo del quartiere. In ogni momento della nostra vita dobbiamo rendere testimonianza del bene e dell'amore che è dentro di noi perché la luce deve essere visibile a tutti per poter illuminare le strade di questo mondo.

  3.  

    Addì 24 novembre 2016

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, sappiate allora che la sua devastazione è vicina.
    Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano ai monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli in campagna non tornino in città; saranno infatti giorni di vendetta, perché tutto ciò che è stato scritto si compia.
    Guai alle donne che sono incinte e allattano in quei giorni, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo.
    Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri tra tutti i popoli; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani siano compiuti.
    Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti,
    mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
    Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con potenza e gloria grande.
    Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».

    Luca 21,20-28

  4.  

    Alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina

    Facciamo rumore

    Passi in punta di piedi, si odono le scarpe scricchiolare, la maniglia che si abbassa quasi a non voler far rumore, il cigolio della porta che si apre ed il bagliore di un lampione che entra dalla finestra sul corridoio illumina vagamente la figura dell'uomo che entra nella cameretta. Carlo, ma potremmo chiamarlo Giuseppe, Yuri, Michela, o con qualsiasi altro nome, si ritrae sotto le coperte con gli occhi gonfi di lacrime, tappandosi la bocca per non farsi sentire. Ecco che l'uomo entra nel suo letto e fa ciò che non dovrebbe fare. Ed ogni giorno, ogni notte, è la stessa cosa. Ma qualcosa cambia e nella notte insonne si ode un gran frastuono, urla, mobili spostati di gran forza, la porta che si apre con fragore, due uomini in divisa lo prendono in braccio, lo avvolgono in una coperta, ed in men che non si dica Carlo si trova nel sedile posteriore di un'auto civetta.
    "Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina"
    Facciamo rumore, buttiamo giù le porte dell'omertá, denunciamo il male. Non lasciamo Carlo nel silenzio, nella paura per non vedere ciò che non vogliamo vedere, per non sentire ciò che non vogliamo sentire.

  5.  

    Addì 25 novembre 2016

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Guardate il fico e tutte le piante; quando gia germogliano, guardandoli capite da voi stessi che ormai l'estate è vicina.
    Così pure, quando voi vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
    In verità vi dico: non passerà questa generazione finché tutto ciò sia avvenuto.
    Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno»

    Luca 21,29-33

  6.  

    Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno

    Eternità fai da te

    Ognuno di noi istintivamente, specie in età adulta, ha il desiderio di lasciare qualcosa al mondo per essere ricordato, una sorta di "eternità fai da te". Si costruisce una casa, si fa il progetto per un ponte, si scrive un libro o una serie di lettere, si fa di tutto per scoprire una cura per malattie mortali, si da vita ad un figlio. Alcune cose sono alla portata di tutti, altre sono riservate ad ingegneri o medici, altre ancora ci danno l'illusione di aver fatto qualcosa ma restano solo illusioni perché il nostro libro non lo leggerà nessuno o nostro figlio non vedrà l'ora che moriamo per prendere la sua eredità.
    Avete provato a creare un albero o una pianta, non dico farla nascere dal seme, ma proprio crearla dal nulla. Qualcuno lo ha fatto ed abbiamo piante robot, con radici multifunzionali. Altri ancora hanno ritenuto di aver "creato l'uomo" costruendo robot e intelligenze artificiali. Ma tutto, per quanto affascinante, è ben diverso da ciò che Dio attraverso la natura ha creato. Non ci rendiamo conto che noi scimmiottiamo Dio: lui ha creato boschi e noi costruiamo piante meccaniche, lui ha creato l'uomo e noi costruiamo freddi robot senza sentimenti; lui ci ha dato parole di vita mentre noi scriviamo inutili libri incapaci di darci risposte adeguate ai grandi misteri della nostra esistenza. Quando vi muore una persona cara, pensate ad un figlio o ad un genitore anzitempo o alla fidanzata il giorno prima delle nozze dove cercate consolazione al vostro dolore? Nelle pagine della divina commedia che di divino ha solo il nome, oppure nei pensieri di Platone?
    Così come la pianta vera arriva dal seme e dal processo naturale
    Così come l'uomo nasce dall'unione tra uomo e donna
    Così la vera parola capace di dare risposte alla nostra vita viene da Dio
    perché solo ciò che Dio costruisce, edifica e ci dona resterà in eterno, tutto il resto potrà durare anche qualche migliaio di anni, ma non raggiungerà mai l'eternità, è solo una nostra mera illusione.

  7.  

    Addì 26 novembre 2016

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso improvviso; come un laccio esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.
    Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo»

    Luca 21,34-36

  8.  

    State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano

    Sassi nello zaino di Marcello

    Nel mese di luglio di qualche anno fa decidemmo di fare una gita. Vicino alla nostra casa di Orentano, in provincia di Pisa, c'è un piccolo rilievo, il Monte Serra. Più volte eravamo saliti con i pulmini per fare castagne, con la moto per vedere i percorsi, con i cavalli per stare fuori due giorni, mai però eravamo andati a piedi. Così partimmo. Era l'alba, fresca e umida, è piacevole svegliarsi presto in estate. Eravamo una ventina tra bimbi e volontari. Salimmo sui due pulmini e raggiungemmo le pendici del Serra. Dopo averci scaricati uno dei pulmini ripartì con due volontari per salire fino alla cima con le vettovaglie e noi, zaino in spalla, cominciammo la salita. I bambini erano euforici e subito iniziarono i canti. Tre ore di salita ci aspettavano. Man mano che il sole saliva e il tempo passava la stanchezza aumentava, ed il passo era sempre più lento. Dopo una prima sosta su un pianale per rifocillarsi con tè, barrette di cioccolato e frutta ripartimmo, e l'allegria riprese il sopravvento. Dopo poche centinaia di metri vidi uno dei ragazzi più grandi, solitamente molto agile, restare indietro. Non gli dissi nulla perché piuttosto permaloso ed un incitamento davanti a tutti lo avrebbe preso in quel momento più come una critica che come un sostegno, e mi limitai ad osservarlo da lontano. Passò un po' di tempo ed era sempre più indietro, tanto che dissi agli altri ragazzi di aspettarmi e scesi per andargli incontro. Lo trovai seduto su una pietra, stanchissimo, tutto sudato. Con un cenno gli chiesi cosa gli fosse successo, ma lui scosse la testa alzando una mano, come a dire "nulla, non ti preoccupare".
    Non capivo, ma non volli insistere. Dopo circa dieci minuti lo sollecitai a ripartire, ma in tutta risposta alzò la mano facendola oscillare in segno di "aspetta". Attesi ancora un po' e alla fine riprendemmo la salita. Era lento, stanco, si sarebbe voluto fermare ancora. Gli porsi un bastone per tirarlo, ma era troppo provato anche solo per farsi trainare.
    Fu allora che lo abbracciai "Marcello, cosa c'è che non va?" "nulla" rispose a mezza bocca.
    Anche per non far aspettare gli altri feci per prendergli lo zaino, ma bruscamente me lo impedì.
    Rimasi allibito per un attimo, ma volendoci vedere chiaro lo costrinsi a lasciarmi prendere lo zaino. Non aveva le forze e non oppose una grande resistenza. Era pesantissimo. Guardai dentro e vi trovai una decina di grossi sassi.
    Pazzia. "E questi dove li hai presi? Che te ne fai?"
    "Mi piacevano, li ho visti e li ho presi"

    Nel nostro cammino di vita anche noi facciamo così: raccogliamo sassi belli e colorati, ma inutili, sassi che appesantiscono la nostra salita verso l'alto.
    Da un lato dovremmo cercare di non raccogliere sassi per la via, di non andare dietro alle cose materiali perché effimere e inutili.
    Dall'altro lato dovremmo avere il coraggio di farci aiutare se siamo appesantiti affinché il nostro cammino sia più agevole e meno faticoso.

    Quali sono questi sassi per voi? Vi fate aiutare a portare lo zaino e ad alleggerirlo? Avete mai pensato che quei sassi diventano talmente preziosi per voi da diventare ostili e talvolta aggressivi con chi vi vuole bene e cerca di aiutarvi?

  9.  

    Addì 27 novembre 2016

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: « Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo.
    Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò nell'arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e inghiottì tutti, così sarà anche alla venuta del Figlio dell'uomo.
    Allora due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l'altro lasciato.
    Due donne macineranno alla mola: una sarà presa e l'altra lasciata.
    Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà.
    Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa.
    Perciò anche voi state pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà»

    Matteo 24,37-44

  10.  

    Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà

    Siam pronti alla morte, Dio chiamò

    Agosto 1985. Capraia. Io ed il mio amico Luigi, inseparabile compagno di pesca, poco più che ventenni eravamo felicissimi perché per la prima volta avevamo pescato a 25 metri, senza alcuna fatica. Non vedevo l'ora di dirlo ai miei genitori e telefonai. Mi rispose il mio papà e mi disse che l'indomani la mia mamma si sarebbe operata. Tutto il mio entusiasmo si sciolse come neve al sole ed il mio unico pensiero fu quello di rientrare a casa. Per capire. Quel giorno la mia vita prese un'altra direzione. Non volevo, facevo finta di nulla, ma gli eventi si susseguivano: operazione, scoperta del tumore, chemioterapia a Parigi, altra operazione, il coma. La morte. La morte della mia mamma ed un po' anche la mia. La morte della mia vita precedente.
    Ero preparato? No, non lo ero. Ho rasentato il suicidio più volte ed il desiderio di morte è rimasto in me per tanti anni.
    Ero preparato? Forse si perché oggi sono vivo, sono felice della mia nuova vita perché Dio, attraverso i miei genitori, mi aveva donato la Fede e quando si crede in Dio e nella vita eterna si è pronti a tutto, anche alla morte

  11.  

    Addì 28 novembre 2016

    In quel tempo, entrato Gesù in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava:
    «Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente».
    Gesù gli rispose: «Io verrò e lo curerò».
    Ma il centurione riprese: «Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito.
    Perché anch'io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e dico a uno: Fa questo, ed egli lo fa».
    All'udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: «In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande.
    Ora vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli»

    Matteo 8,5-11

  12.  

    Molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli

    Che cognome porti? Non è il mio, allora vai all'inferno

    Per i propri figli faremmo salti mortali, saremmo persino disposti a morire pur di salvarli.
    Siamo disposti ad amare soltanto coloro che portano il nostro cognome.
    Per molti è figlio solo chi nasce dal rapporto di coppia, oppure chi viene adottato, mentre i ragazzi da prendere in affidamento nessuno li vuole perché non hanno il sigillo di famiglia, il battesimo con il cognome di chi li accoglie.
    E' un errore che spesso fa anche la chiesa perché taluni sacerdoti considerano degni del Paradiso solo coloro che sono battezzati.

    Ogni domenica, da anni, andavamo alla Messa in venti o trenta nella chiesetta delle Pianore, nel comune di Santa Maria a Monte (PI), partecipando alle iniziative proposte, ospitando spesso in casa nostra i sacerdoti e gli altri fedeli. Una domenica mattina uno dei sacerdoti, tal Don Nicola dei servi immacolati di Maria, disse che tutti coloro che non erano battezzati non erano figli di Dio e sarebbero tutti bruciati all'inferno. Ci fu il gelo tra i miei ragazzi. Mi ritrovai addosso i loro occhi pieni di stupore, qualcuno trattenne a stento le lacrime. Quasi nessuno di loro era battezzato, anche se lo sarebbero stati da lì a poco, e sentirono le parole di quel sacerdote come una condanna senza appello, non solo per loro stessi che comunque si stavano avviando al battesimo, quanto per i loro genitori. Aspettai il sacerdote fuori della chiesa per chiedere spiegazioni, ma mi evitò, o meglio fuggì, dalla porta laterale.
    Fuori della chiesa diversi bimbi piansero per quelle parole. Ringraziando Dio i miei pulcini seguono le mie parole più di quelle di chiunque altro, ma in quel caso fu dura cancellare le parole di quel sacerdote, fra le altre cose piuttosto giovane, un po' per il ruolo che ricopriva, ed un po' perché amico nostro, sempre pronto a venire a cena da noi e scherzare con i bimbi.
    In un passo del Vangelo Gesù dice "Molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli". Battezzati o non battezzati siamo tutti figli di Dio, siamo tutti degni di sedere a mensa con lui, siamo tutti possibili candidati alla vita eterna. Le condizioni sono altre, legate al comportamento nei confronti del nostro prossimo.
    In altro passo del Vangelo Cristo dice ad un gruppo che si presenta alle porte del Paradiso "Mi hai dato da bere, mi hai vestito, sei venuto a visitarmi perché ogni volta che hai fatto questo ad uno dei miei fratelli, lo hai fatto a me. Entra nel Regno di Dio" e non dice "Sei battezzato, allora puoi entrare" oppure "Non sei battezzato, vai a bruciare all'inferno"

    Accogliete un bambino in affido, accoglietelo in casa vostra come vorreste che Dio accogliesse voi anche se non siete stati battezzati

  13.  

    Addì 29 novembre 2016

    In quel tempo, Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: «Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto.
    Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare».
    E volgendosi ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete.
    Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non l'udirono»

    Luca 10,21-24

  14.  

    Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete

    I genitori insegnano

    Quante cose avevano dentro la testa e nel cuore Manzoni, Leopardi, Galileo, Giotto, ma tutto quello che era il loro sapere ed il loro pensiero sarebbe morto con loro se non lo avessero condiviso con il mondo scrivendo, pitturando, inventando. Tutti noi abbiamo valori e idee che nessuno conoscerà mai. Che gran peccato.
    Pensate se Dante non avesse scritto la Divina Commedia, oppure se Michelangelo non avesse scolpito il David o la Pietà, oppure se Leonardo o Galileo non avessero reso noti i loro studi, quanto ingegno sarebbe andato sprecato.
    La mia mamma mi ha dato buoni insegnamenti, alcuni dei quali sarebbero andati sprecati se non avesse avuto la pazienza e l'amore per metterli su carta e lasciarmeli come la più preziosa delle eredità.
    E' così che faccio con i miei bimbi, affinché i miei umili pensieri e ragionamenti possano servire loro quando saranno grandi, e magari siano di qualche utilità anche a quei ragazzi che non avranno la possibilità di conoscermi.

    Voglio condividere con voi una delle più belle lettere della mia mamma, intrisa di insegnamenti e di grande amore

    Da quando entri nel grembo materno a quando noi genitori chiudiamo gli occhi per sempre e tutto quanto si può dire o fare è sempre amore, talvolta si può sbagliare, è umano, ma lo si può fare per un eccesso d’amore, MAI per una diminuzione, qualunque cosa tu faccia o dica (...). E’ giusto credere nel prossimo, dargli fiducia come giustamente dici tu, ma dal considerare AMICO colui che ti segue e ti asseconda a trovare veramente la persona degna di fregiarsi di tale nome, il passo è molto molto lungo (...). Naturalmente il prossimo è nostro fratello ed abbiamo il dovere cristiano di aiutarlo, di porgergli una mano, di sacrificarci: tutto questo deve servire a costruire qualcosa insieme a lui (...). Ci sono tanti momenti belli nella vita. C’è l’amore in qualsiasi sua manifestazione: per i genitori, per il coniuge, per gli anziani, per i figli, ecc., e quando nel cuore portiamo questo meraviglioso sentimento, siamo in grado di apprezzare anche la rugiada su di una foglia.
    Buonanotte tesoro
    Bacini
    Mamma

    La lettera completa la trovate a pagina 43 del libro "L'amore di una mamma non muore mai" che potrete avere solo ordinandolo a noi perché in libreria non lo si trova

  15.  

    Addì 30 novembre 2016

    In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori.
    E disse loro: «Seguitemi, vi farò pescatori di uomini».
    Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono.
    Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello, che nella barca insieme con Zebedeo, loro padre, riassettavano le reti; e li chiamò.
    Ed essi subito, lasciata la barca e il padre, lo seguirono.

    Matteo 4,18-22

  16.  

    Lasciate le reti ... lasciata la barca e il padre

    PPP. Prendere. Possedere. Prelevare

    "Bello quel giubbotto, quanto lo hai pagato?"
    E nella testa già il pensiero "Lo voglio"
    Vediamo una bella barca solcare il mare e subito pensiamo con invidia a chi la sta usando desiderando ardentemente di averla.
    Vogliamo, pretendiamo, ci appropriamo. Dobbiamo avere, avere ed ancora avere.
    Abbiamo una bella casa confortevole: ne vogliamo una più grande, una con giardino, una al mare, una in montagna. La nostra fame di case è insaziabile.
    Abbiamo una tavola imbandita: non c'è mai sulla tovaglia il piatto che vorremmo, non siamo mai soddisfatti e vorremmo qualcosa che non abbiamo.
    Abbiamo un figlio diligente: guardiamo sempre ai nostri amici e vorremmo che nostro figlio fosse più bravo, più studioso, più vincente. E non ditemi che non è vero, basta andare ad una partita di calcio e vedere la rabbia dei genitori.
    E quanti altri "abbiamo, ma non ci basta" pensiamo ogni giorno.
    Ma come si fa a vivere bene volendo sempre di più? Ogni meta che raggiungiamo non è mai abbastanza per soddisfare il nostro ego, la nostra sete di arrivismo, il desiderio furibondo di possedere sempre di più.
    Non dico di accontentarsi di ciò che abbiamo, bensì di lasciare il superfluo, di abbandonare le cose che riteniamo importanti per seguire quelle che veramente importanti lo sono.
    Lasciamo le reti, lasciamo la barca, lasciamo il padre e la madre, lasciamo tutto e diventiamo pescatori di uomini.
    Cosa c'è che possa dare maggior soddisfazione dell'aver aiutato una persona, un bambino, un anziano a rialzarsi da una brutta situazione? Molti risponderanno che ci sono i soldi, il potere, la casa piena di amici. E' solo polvere accumulata nei vostri cuori. Sono solo cose materiali che appesantiscono il nostro cammino, cose che finiranno, cose che non ci impediranno di ammalarci, di soffrire, di morire.
    Che gioia lasciare tutto per amare il prossimo. Provare per credere.

  17.  

    Addì 1 dicembre 2016

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
    Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia.
    Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia.
    Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia.
    Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande»

    Matteo 7,21.24-27

  18.  

    Soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde

    A giro completamente nudi sotto la pioggia

    Stamani mi sono svegliato e c'è un gran freddo, un vento di tramontana spira forte e sferza il viso fino alle lacrime. Qualche giorno fa pioveva a dirotto e l'umidità entrava anche nelle ossa. Così è nella vita. Ogni giorno affrontiamo delle avversità, talvolta piccole come un'influenza o una storta, altre volte più importanti quali una visita specialistica dolorosa, altre ancora sono veri e propri terremoti, come la morte di un figlio o la perdita del lavoro in età avanzata.
    Quando usciamo di casa e piove o fa freddo ci copriamo, ma una parte di vento o di acqua colpisce le nostre parti scoperte. Certo, nessuno di noi uscirà in bermuda e canottiera se c'è un diluvio torrenziale e quattro gradi di temperatura, eppure ho visto persone ritrovarsi in balia degli elementi completamente nudi e piangere per il freddo. Ma dico io, non potevano uscire ben vestiti ed equipaggiati? Un ombrello, un k-way, i sovrapantaloni. Non bagnarsi sarà difficile, ma non ne usciremo così fradici come se non indossassimo niente.
    Sembra una barzelletta che qualcuno esca nudo quando fuori fa freddo, eppure in molti affrontano la vita senza indossare alcuna protezione. Coraggio? Spavalderia? No, piuttosto la chiamerei stupidità perché sono i primi a crollare, i primi a mettersi in un angolino a piangere oppure pronti a togliere agli altri i vestiti per invidia, rabbia e gelosia.
    Quando arriva la pioggia della vita, quando una disgrazia ci colpisce, rischiamo di rimanerci schiacciati se non siamo pronti. Guardate cosa avviene in Giappone quando si verifica un terremoto di una certa portata: le case oscillano, la gente ha comprensibilmente paura, ma i danni sono limitati e spesso non ci sono vittime. Guardate invece cosa è avvenuto in Italia: in Belice nel 1968 un terremoto ha distrutto tutto, il sisma del 1976 in Friuli ha devastato un'intera regione, in Irpinia nel 1980 un terremoto ha raso al suolo ogni cosa, all'Aquila nel 2009 un'intera città è scomparsa, e quest'anno nel 2016 il centro Italia ha pagato un forte pegno. Quante persone ancora dovranno morire prima che si imparino a costruire case antisismiche come in Giappone? Questo e quello della pioggia sembrano esempi talmente banali che il solo parlarne è come offendere perché verrebbe da dire:
    Imbecilli, quando costruite utilizzate materiale di alta qualità e seguite certe regole!!!
    Imbecilli, quando piove e fa freddo non uscite nudi!!!
    Ed aggiungerei: Imbecilli, quando affrontate la vita copritevi con sani valori e seguite certe regole perché se non sarete forti nei principi basterà una spallata a buttarvi a terra, chiunque potrà calpestarvi, mangerete polvere e suderete sangue.
    Quello che umilmente cerchiamo di dare ai nostri ragazzi, più che un'abitazione, più che il cibo, più che i vestiti, più che la cultura, sono gli ideali sui quali poter costruire il loro futuro, la loro casa, in modo che dinanzi alle inevitabili avversità della vita non soccombano e, seppur con comprensibile timore, affrontino i problemi e le sofferenze a testa alta, combattendo con quel vigore che può derivare solo se crediamo in qualcosa, solo se riusciamo ad appigliarci ad un gancio che ci elevi al di sopra del male che ci sta investendo.
    Io ho avuto la gioia della fede, e la mia forza deriva dal credere in Dio.
    Voi in cosa credete? Qual'è la vostra forza, quella che dinanzi alle avversità vi fa continuare a sperare, a vivere, a lottare?
    La fede è un seme che Dio immette in noi. I genitori sono i primi a doverlo innaffiare e curare la piantina tenera in crescita.
    La mia mamma ha fatto così con me, ogni giorno, per anni, finché il Signore le ha dato fiato in gola.
    Ed ha scritto tante lettere affinché ciò che diceva potesse restarmi ed io potessi leggerlo ed assaporarlo con maggior maturità negli anni a venire.
    E così è stato
    Quest'anno, per Natale, ho voluto farvi un regalo, mettere a vostra disposizione le parole della mia mamma. Solo riflessioni a voce alta per vedere la vita da un altro punto di vista

  19.  

    Addì 2 dicembre 2016

    In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguivano urlando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi».
    Entrato in casa, i ciechi gli si accostarono, e Gesù disse loro: «Credete voi che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!».
    Allora toccò loro gli occhi e disse: «Sia fatto a voi secondo la vostra fede».
    E si aprirono loro gli occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!».
    Ma essi, appena usciti, ne sparsero la fama in tutta quella regione

    Matteo 9,27-31

  20.  

    Due ciechi lo seguivano

    Una benda sugli occhi

    Legatevi una benda sugli occhi, in modo da non vedere nulla, nemmeno un filo di luce. Buio totale.
    Vacillate, brancolate, vi sentite spersi ed impauriti.
    Vorreste togliervi la benda dagli occhi, tornare e vedere, ma il nodo è troppo stretto e non riuscite.
    Panico!!!
    E' risaputo però che quando uno dei nostri sensi principali viene a mancare, gli altri si acuiscono e nel buio totale suoni e rumori, prima non percepiti, adesso costituiscono dei punti di orientamento.
    Mentre siete al buio passa vicino a voi una persona. Ne avvertite la presenza, ascoltando la sua voce, sentendo il suo profumo, e lo implorate di farvi uscire da quella brutta situazione.
    Questo signore si ferma e vi fa una domanda "Pensate che io possa aiutarvi?"
    Immagino già la vostra risposta: si, con tutta l'anima
    Vi affidate a chi vede, a chi cammina sicuro, a chi ha le mani per sciogliere la benda.
    Oggi ci vediamo, camminiamo nella nostra vita con grande sicurezza. Oggi. Ma domani?
    Ad Amatrice 290 vite sono state spezzate in una notte e centinaia di familiari hanno perso i loro cari.
    Ieri vivevano una vita spensierata, oggi hanno una benda sugli occhi
    In Colombia 71 morti tra cui la squadra di calcio brasiliana.
    Ieri avevano la gioventù, la spensieratezza, il denaro, la gioia, oggi i loro parenti non li vedranno più.
    Ieri il portiere aveva un futuro da campione davanti, oggi ha una gamba in meno ed una benda sugli occhi
    In Italia due milioni di bambini vivono un grande disagio familiare.
    Ieri non sapevano se avrebbero mangiato, ieri il papà li ha picchiati con la cinghia, ieri la mamma è andata a prostituirsi, ieri il fratello è finito in ospedale per overdose, ieri ... ieri.
    Ma oggi? Oggi uguale. Oggi non mangeranno, verranno picchiati, sfruttati, abusati.
    Voi, tutti noi gli passiamo vicino ed essi gridano la loro disperazione, ci chiedono di aiutarli a togliersi la benda dagli occhi. Non vogliono cibo, non vogliono i nostri soldi o il nostro benessere, vogliono che li guidiamo, che li facciamo uscire dal buio, vogliono una speranza per il futuro.
    Lo chiedono a noi, lo chiedono a tutti voi, lo chiedono a te che leggi.
    Aiutiamoli, aiutateci a togliere le bende dagli occhi a tanti bambini
    Settecento quelli ai quali abbiamo dato la possibilità di vedere la strada per camminare con le loro gambe. Troppo pochi rispetto ai tanti bambini in situazioni di disagio, aiutateci a dare a tutti questi cuccioli d'uomo una scelta di vita.

  21.  

    Addì 3 dicembre 2016

    In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle sinagoghe, predicando il vangelo del Regno e curando ogni malattia e infermità.
    Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore.
    Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi!
    Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!».
    Chiamati a sé i dodici discepoli, diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d'infermità.
    Rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele.
    E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino.»
    Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date»

    Matteo 9,35-38.10,1.6-8

  22.  

    La messe è molta, ma gli operai sono pochi!

    Non ho fatto niente

    Camminando per le strade della vostra città è impossibile non imbattersi in decine di mendicanti che tendono la mano per uno spicciolo, extracomunitari giovanissimi che propongono le più svariate merci, lavavetri spesso minorenni ai semafori, barboni accasciati su un letto di fortuna fatto di cartoni. E questa è solo la punta dell'iceberg, solo ciò che vediamo e che ci fanno vedere. Provate ad entrare in quartieri come Shangai a Livorno, Librino a Catania, Scampia a Napoli, San Salvario a Torino, Begato a Genova, Candelaro a Foggia, Quarto Oggiaro a Milano e in tanti altri, e vedrete la miseria sul volto di ogni bambino, la sofferenza trasudare da ogni casa, le urla provenire da ciascun cortile.
    Quanto lavoro c'è da fare, quanta cultura da diffondere, quanto amore donare, quante persone da accudire e proteggere.
    Quanti siamo in Italia? Sessanta milioni circa. Volendo esagerare diciamo tra questi trenta milioni siano in difficoltà economiche o sociali. Basterebbe che ciascuno di noi dedicasse parte della propria giornata ad uno solo di essi per sconfiggere la miseria, l'abbandono, i maltrattamenti.
    Prendete un bambino in affido nella vostra casa, aiutate una donna a fuggire dalla violenza del marito, portate da mangiare ad un barbone che dorme sotto i portici, date lavoro ad un extracomunitario che viene sfruttato. Basterebbe aiutarne uno solo, uno soltanto, e sconfiggeremmo le piaghe sociali del nostro tempo.
    E' vero, la messe è molta, ma è anche vero che gli operai sarebbero tantissimi, ma la maggior parte di loro preferisce fare altro che rimboccarsi le maniche per aiutare chi ha bisogno.
    Risvegliamo le nostre coscienze e diamoci da fare con pazienza e amore.
    E se non sapete dove andare, come fare per aiutare, basta che vi rivolgiate ad una delle oltre sessantamila associazioni di beneficenza sparse sul territorio nazionale, come la nostra, e vi diremo noi cosa ci sia da fare.
    A volte basta poco e non è una questione di età
    Emilia Kamvisi ha 85 anni, risiede a Lesbo e si è presa cura di un neonato siriano, e quando le hanno detto "Brava" lei ha risposto "Per cosa? Non ho fatto niente".
    Ecco, cerchiamo di fare niente come Emilia, e con niente faremo tutto

  23.  

    Addì 4 dicembre 2016

    In quei giorni comparve Giovanni il Battista a predicare nel deserto della Giudea, dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!».
    Egli è colui che fu annunziato dal profeta Isaia quando disse: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!
    Giovanni portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico.
    Allora accorrevano a lui da Gerusalemme, da tutta la Giudea e dalla zona adiacente il Giordano; e, confessando i loro peccati, si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano.
    Vedendo però molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha suggerito di sottrarvi all'ira imminente?
    Fate dunque frutti degni di conversione, e non crediate di poter dire fra voi: Abbiamo Abramo per padre. Vi dico che Dio può far sorgere figli di Abramo da queste pietre.
    Già la scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco.
    Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non son degno neanche di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco.
    Egli ha in mano il ventilabro, pulirà la sua aia e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con un fuoco inestinguibile»

    Matteo 3,1-12

  24.  

    Preparate la via del Signore

    Volantini in piazza Cavour

    Se deve venire una persona a cena a casa vostra, cosa fate?
    Preparate da mangiare, pulite casa, riordinate in modo che il vostro ospite trovi tutto perfetto.
    Per cosa lo fate? Per lui? Oppure perché ci tenete che dica di voi che lo avete ben ospitato?
    Penso per entrambe le cose.
    Ecco, la nostra vita dovrebbe essere un continuo invito a cena. Ogni giorno dovremmo preparaci a ricevere il nostro prossimo sia per farlo star bene, sia perché possa donarci un sorriso perché contento di come lo abbiamo ospitato.
    Purtroppo troppo spesso ci manca proprio la mentalità dell'accoglienza.
    Non parlo di prendere un bambino in affido, oppure di fare entrare in casa vostra una famiglia di profughi scampati alla guerra, ma parlo di un semplice sorriso.
    Oggi abbiamo aperto a Livorno la nuova sede con il Mercatino di Beneficenza e per attrarre persone ci siamo recati nella vicina piazza Cavour a distribuire la bellezza di cinquemila volantini. Dalle nove alle diciannove, ininterrottamente, abbiamo dato il nostro opuscolo, risposto alle persone che ci chiedevano informazioni e a tutti abbiamo detto "buongiorno" nel porgere e "grazie" una volta preso o non preso il volantino, il tutto condito con grandi sorrisi. In diversi hanno detto "no grazie", ma la maggior parte ha preso o non preso il volantino senza nemmeno donarci un sorriso, infastiditi dalla nostra presenza. Capisco che ci siano ogni momento persone che importunano, ma se non riusciamo a fare un distinguo, se non riusciamo a vedere chi sta al freddo, in piedi tutta la giornata, slogandosi la mascella per donare un sorriso, il tutto per aiutare tanti bambini bisognosi di cure ed amore, allora significa che si è persa la misura. Si è perso il dono dell'accoglienza, perché se accettare o rifiutare un volantino è libera scelta indiscutibile di ciascuno, c'è modo e modo, ed un sorriso per dire "grazie" o "no grazie" può fare la differenza perché il non sentirsi accolti è una sensazione di grande dolore.
    Domani sorridete a chi vi porge qualcosa, liberi di dire si o no, ma un sorriso non toglie niente a voi, ma ha un gran valore per chi lo riceve

  25.  

    Addì 5 dicembre 2016

    Un giorno sedeva insegnando. Sedevano là anche farisei e dottori della legge, venuti da ogni villaggio della Galilea, della Giudea e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni.
    Ed ecco alcuni uomini, portando sopra un letto un paralitico, cercavano di farlo passare e metterlo davanti a lui.
    Non trovando da qual parte introdurlo a causa della folla, salirono sul tetto e lo calarono attraverso le tegole con il lettuccio davanti a Gesù, nel mezzo della stanza.
    Veduta la loro fede, disse: «Uomo, i tuoi peccati ti sono rimessi».
    Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere dicendo: «Chi è costui che pronuncia bestemmie? Chi può rimettere i peccati, se non Dio soltanto?».
    Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Che cosa andate ragionando nei vostri cuori?
    Che cosa è più facile, dire: Ti sono rimessi i tuoi peccati, o dire: Alzati e cammina?
    Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati: io ti dico - esclamò rivolto al paralitico - alzati, prendi il tuo lettuccio e và a casa tua».
    Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e si avviò verso casa glorificando Dio.
    Tutti rimasero stupiti e levavano lode a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose». Chiamata di Levi

    Luca 5,17-26

  26.  

    Un giorno sedeva insegnando

    La parola data

    In un rodeo si fa di tutto per rimanere in sella al cavallo che sgroppa continuamente. Non c'è dubbio che prima o poi si deve scendere da quell'animale imbizzarrito. Così vedo la politica: un rodeo continuo. Un alternarsi di cavalieri che salgono su animali sdomi e più la posta in gioco è alta, più cattivo e bellicoso è l'animale.
    Sono pochi i cavalieri che scendono dalla poltrona volontariamente al verificarsi di certe condizioni.
    Non voglio fare politica, ma un plauso a Renzi lo voglio fare perché ha dato esempio di correttezza e di coerenza. Non ho un'idea politica in linea con nessun partito, ma devo dire con obiettività che ho apprezzato questo suo comportamento, anche se ad associazioni come la nostra nei suoi mille giorni di governo non ha portato grandi benefici. Altri politici non lo avrebbero fatto e non lo hanno fatto, restando abbarbicati alla "sella" nonostante precedenti dichiarazioni di abbandonare se avessero perso. Ogni uomo, al di là della carica che ricopre, dal pretino di campagna al presidente di una nazione, è innanzitutto uomo e Renzi oggi merita il rispetto delle armi perché, almeno in questo suo gesto, è di esempio a tanti, è di esempio ai ragazzi che si stanno formando. Ha accettato la sconfitta, non si è nascosto dietro una serie di paraventi, ha dato subito l'annuncio delle sue dimissioni, così come aveva promesso. Possiamo apprezzarlo o criticarlo per le sue scelte politiche, ma questo lo dobbiamo ammettere, e non è da tutti mantenere la parola data, specie tra i politici. Come potremmo insegnare ai nostri figli se fossimo noi i primi a dare il cattivo esempio?
    Gesù si sedeva nei templi ad insegnare, ma fuori di essi dava esempio con la sua stessa vita dei principi enunciati.

  27.  

    Addì 6 dicembre 2016

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Che ve ne pare? Se un uomo ha cento pecore e ne smarrisce una, non lascerà forse le novantanove sui monti, per andare in cerca di quella perduta?
    Se gli riesce di trovarla, in verità vi dico, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite.
    Così il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli».

    Matteo 18,12-14

  28.  

    Se un uomo ha cento pecore e ne smarrisce una

    Non diciamo solo Ohhhh

    Quando ero ragazzo pensavo che la povertà esistesse solo in Africa. In molti reputano che sia così, specie tra i giovani. D'altra parte come biasimarli se in televisione vediamo il volto sorridente di decine di bimbi nelle pubblicità, centinaia di bambini puliti e sorridenti che partecipano alle iniziative mostrate al telegiornale, scuole dove i ragazzi difficili sono portati fuori e messi a giocare in una stanza affinché non disturbino.
    Eppure, se anche sono novantanove i bambini in Italia, in Europa, in Occidente che mangiano regolarmente, vanno a scuola tutti i giorni, sono seguiti e accuditi dai genitori, fanno una vita sana compensando sport e gestione del tempo libero, ce n'è uno la cui vita è in salita sin dalla nascita. E' colpa sua? No davvero. E' colpa dei suoi genitori? Solitamente no perché da piccoli nessuno ha insegnato loro come comportarsi. E' colpa del sistema? Forse si, ma solo in parte. Non è necessario sapere di chi sia la colpa se ci sono famiglie povere, abusanti, maltrattanti, forse è un po' anche nostra. Quello che deve importarci veramente è che oggi, adesso, un bambino su cento si sveglierà e non potrà fare colazione, si sveglierà e verrà picchiato dal padre, si sveglierà e andrà a scuola sporco, si sveglierà e vorrebbe non svegliarsi mai.
    "Poverino", "quei genitori li metterei in galera e butteri via la chiave", "ma lo stato cosa fa, dorme?". Questi i commenti più o meno indignati che si possono raccogliere mostrando una certa realtà, ma poi ognuno va a fare la spesa, al lavoro, a scuola ed è come ritirare un volantino: qualcuno lo guarda appena e lo getta per terra infastidito, altri ci danno un'occhiata ed esclamano "ohhh" e lo posano delicatamente nel cestino, altri lo tengono e lo portano a casa ma poi resta a fare polvere sul mobiletto dell'ingresso.
    Raccogliamo il volantino, leggiamolo, capiamo che c'è un bambino che soffre e noi possiamo fare la differenza per lui.
    Rimbocchiamoci le maniche ognuno secondo le sue possibilità e capacità: accogliamone uno in affido nella nostra casa, andiamo a fare volontariato in una casa famiglia, portiamo generi alimentari, contribuiamo alle spese che altri sostengono per accudire questi cuccioli d'uomo, prendiamone uno in affido a distanza, ma qualcosa facciamo!
    Non gettate il volantino, leggetelo con attenzione e poi agite

  29.  

    Addì 7 dicembre 2016

    In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò.
    Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime.
    Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero»

    Matteo 11,28-30

  30.  

    Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò

    Siamo Dio

    Quando tutti ti voltano le spalle, ti attaccano, ti deridono, ti abbandonano e non sai dove andare ti viene fatto di cercare ovunque una sponda alla quale appoggiarti. Io l'ho trovata in Dio. E' lui che mi da la forza di alzarmi ogni mattina alle quattro e tirare fino alle undici o mezzanotte, è lui che ogni giorno mi dice "coraggio", è a lui che posso esprimere i miei pensieri senza essere frainteso, è lui che pur criticandomi non mi giudica e mi perdona ogni volta che sbaglio. Non c'è moglie, marito, amante, figlio o genitore capace di fare questo. Le mamme sono quelle che più si avvicinano a questa serie di comportamenti, ma non tutte e non sempre.
    Solo questo volevo dirvi: quando siete soli, soli non siete mai
    Ma chi è Dio? E' il nostro prossimo, ed allora anche noi, essendo il "prossimo" di qualcuno che ha bisogno siamo Dio, siamo noi che dobbiamo curare, accudire, ristorare chi è stanco, affaticato, oppresso dai pesi della vita. A volte siamo più "diavoli" perché anziché aiutare chi ha un momento di difficoltà lo giudichiamo, lo attacchiamo, gli voltiamo le spalle.
    Anche l'ateo, colui che non crede in Dio, è chiamato ad aiutare il prossimo, a sostenerlo e questo dimostra quanto di divino c'è in ognuno di noi, che si abbia fede o meno.

  31.  

    Addì 8 dicembre 2016

    In quel tempo, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.
    Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te».
    A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto.
    L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio.
    Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.
    Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
    Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo».
    Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio.
    Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio».
    Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto»

    Luca 1,26-38

  32.  

    Nulla è impossibile a Dio

    Grazie Amico ateo

    Quante volte in questi giorni sento dire "Credi ancora alla favola del Natale?"
    Gesù, la sua nascita a Betlemme, il concepimento da parte dello Spirito Santo viene tutto visto da molti come una favoletta da raccontare ai bambini per rendere bello e magico questo periodo dell'anno, al pari di babbo Natale e della befana.
    I nostri amici atei sorridono della nostra ingenuità quando parliamo di Cristo e della sua venuta sulla terra, di una vita migliore ed eterna dopo i confini della morte, ci definiscono illusi e talvolta pazzi perché parliamo con "un amico immaginario" e a lui ci affidiamo.
    Quello che i nostri amici non capiscono è che prima di credere nei miracoli, nelle guarigioni e nel ritorno dai morti operati da Gesù, prima di credere alle promesse fatte da lui attraverso il Vangelo, prima di credere alla "favola del Natale" di un bambino inviato da Dio per salvarci, prima di tutto noi crediamo in Dio. Crediamo fermamente in lui. Chiamatelo entità, chiamatelo grande uomo, chiamatelo Padre, per noi che crediamo è colui che ci ha creato e ci ama profondamente come ogni genitore ama il proprio figlio.
    Amici atei, vi faccio una domanda: voi credete nei vostri genitori? Quando eravate piccoli vi affidavate a loro e credevate a qualunque cosa vi dicessero? E se vostro padre o vostra madre fossero morti prima che voi li conosceste non avreste creduto alla loro esistenza? Certo, esistete, come potreste non credere? E credevate alle favole che vi raccontavano su orchi, streghe e babbo Natale? Certo che si. Ed ora cosa dite? Adesso siamo cresciuti e sappiamo che orchi, streghe e babbo Natale non esistono, così come non esiste Gesù.
    Beati voi che avete queste certezze. Io mi guardo allo specchio e vedo ancora un ragazzo, un bambino bramoso di conoscere, di sapere, di crescere e di maturare. Un bambino, si, perché dinanzi all'eternità tra un neonato di pochi mesi ed un vegliardo ultracentenario ci sono solo pochi istanti di differenza.
    Il vostro, il nostro cammino, cari amici atei, è ancora lungo, è solo all'inizio e dobbiamo fare ancora molta strada e nessuno di noi, né voi atei, né noi credenti possiamo avere la certezza matematica di ciò che esiste e di ciò che non esiste. Possiamo noi toccare con mano la parte nascosta dell'universo? Possiamo sapere noi se ci sono altri mondi popolati da essere viventi? Possiamo noi sapere con assoluta certezza che esiste o non esiste il Paradiso? No, non possiamo, ma quello che siamo in grado di fare è affidarsi ai nostri genitori, a quel Padre che ci ha creati, a quel Padre che ha creato il mondo perché il mondo da solo non si è creato. Ecco, la differenza tra noi credenti e voi atei è tutta qui: crediamo all'esistenza di un Padre che ci ha generati, crediamo a quello che lui ci dice ogni giorno, crediamo alle sue carezze, ai suoi sorrisi, alla sua compassione, alla sua forza. Quando si crede in qualcuno, ascoltiamo e prendiamo per vera qualsiasi cosa egli ci dica perché ci fidiamo di chi ci ama tanto da morire per noi.
    Amici atei, profondo rispetto per voi che non credete, ma anche voi abbiate profondo rispetto per noi che crediamo.
    Un amico ateo l'altro giorno mi ha detto "Io non credo in Dio, ma credo in te". Ho provato una gioia enorme perché se crede in me crede anche in quello che faccio e non mi reputa un visionario, ed ha rispetto per i miei sentimenti e per le cose in cui ho fede. Possiamo camminare insieme noi credenti e voi atei e sarà bellissimo volersi bene, crescere insieme, amare il prossimo con rispetto reciproco. Grazie Amico ateo

  33.  

    Addì 9 dicembre 2016

    In quel tempo, Gesù disse alla folla: «A chi paragonerò io questa generazione? Essa è simile a quei fanciulli seduti sulle piazze che si rivolgono agli altri compagni e dicono: Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto.
    E' venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e hanno detto: Ha un demonio.
    E' venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e dicono: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori. Ma alla sapienza è stata resa giustizia dalle sue opere»

    Matteo 11,16-19

  34.  

    Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato

    Arrivederci Pica, Dado, Ichrak

    Ieri ho detto a Pikachu
    "Lo sai che devi andare via e non ci vedremo più per tanto tempo?"
    Mi ha risposto "E io prendo la foto, la guarderò e piangerò tanto"
    Me la sono abbracciato forte forte e grandissima è stata l'emozione.
    È in questi momenti che capisco come una sofferenza possa condurre ad una grande gioia.
    Questo momento sarà fra quelli più importanti dei miei ultimi 30 anni e lo porterò sempre con me

    Qualcuno dice "non prendo un bambino in affido altrimenti poi soffro quando se ne va".
    Ed ha ragione, si soffre tantissimo, ma l'alternativa è non accogliere ed avere una vita senza queste emozioni.
    Pica è arrivato quando ancora non parlava, anni nei quali abbiamo accolto lui, il fratellino Dado e la sorellina Ichrak. La mamma ci ha chiesto un supporto e noi siamo stati ben felici di darglielo. Hanno trascorso con noi quasi tutti i fine settimana, tutte le estati, sono venuti con noi in crociera e a Lipari. Una valigia carica di ricordi e piena di gioia.
    Oggi si soffre per questa separazione, dovuta al trasferimento della famiglia nel nord Europa, ai confini con Babbo Natale, ma tornassi indietro metterei la firma per ricominciare perché ogni gioia ha un prezzo, ed io sono felice di pagarlo.

  35.  

    Addì 10 dicembre 2016

    Nel discendere dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?».
    Ed egli rispose: «Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa.
    Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l'hanno riconosciuto; anzi, l'hanno trattato come hanno voluto. Così anche il Figlio dell'uomo dovrà soffrire per opera loro».
    Allora i discepoli compresero che egli parlava di Giovanni il Battista

    Matteo 17,10-13

  36.  

    Elia è già venuto e non l'hanno riconosciuto

    Un bambino sperso

    Periodo di Natale. In ogni negozio c'è una gran ressa. Vostro figlio vi cammina affianco, vi girate un momento a guardare un libro, ne leggete la trama. Pochi minuti, un attimo di distrazione, e lui non c'è più, inghiottito dalla folla. Lo cercate disperatamente, lo chiamate, ma ancora non sa parlare bene, non è capace di esprimersi, di dire chi sia la sua mamma. Chiamate la polizia, i giornali, smuovete il mondo, ma di vostro figlio nessuna traccia. Disperazione totale. Passate giorni, mesi, anni a cercarlo senza mai perdere le speranze. Al computer vi fate l'idea di come possa essere diventato, lo volete immaginare che stia bene, ma il pensiero che sia finito su una brutta strada, vittima di qualche violentatore, rapito per espiantargli gli organi, schiavo in qualche senzatetto che lo manda a rubare e mendicare vi passa più volte dalla testa. Passano gli anni.
    Un giorno suonano alla porta. Una signora fa un gran sorriso. Accanto a sé ha un ragazzone con il viso di bambino. Lo tiene per mano. Vi basta un istante per capire che si tratta di vostro figlio. Un tuffo al cuore. E' lui. Dopo tanto cercare, tanta attesa, tanta sofferenza eccolo. E' lui, è senz'altro lui.
    E quella signora chi è? Cosa vuole? Perché lo tiene per mano?
    "Signora, quanto l'abbiamo cercata. Di città in città, abbiamo bussato a tante porte, ma lei sembrava scomparsa. Adesso che l'abbiamo ritrovata ecco suo figlio. L'ho fatto crescere, l'ho amato, l'ho educato, gli ho insegnato a vivere, ma sopratutto gli ho detto che la sua mamma non lo aveva abbandonato, si era solo smarrita. Eccolo, lo riconsegno a lei."
    Quale sentimento proverete per quella donna?
    Dovreste esserle profondamente grate perché ha accolto vostro figlio in casa sua, ha impedito che frequentasse cattive compagnie, gli ha donato amore, ed ora è lì per ridarvelo. Questo è l'affidamento.
    Ecco, ogni bambino che si perde, ogni bambino i cui genitori prendono strade sbagliate, dovrebbe trovare una signora, una famiglia che lo accolga e lo ami come un figlio. Questo è l'affidamento.
    Ecco, molti di noi si perdono tra le luci intermittenti della vita. Speriamo che qualche buon'anima ci trovi e ci conduca da nostro Padre dopo averci insegnato ad amarlo.

  37.  

    Addì 11 dicembre 2016

    Giovanni intanto, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, mandò a dirgli per mezzo dei suoi discepoli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?».
    Gesù rispose: «Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: i ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella, e beato colui che non si scandalizza di me».
    Mentre questi se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento?
    Che cosa dunque siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano morbide vesti stanno nei palazzi dei re!
    E allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, anche più di un profeta.
    Egli è colui, del quale sta scritto: Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero che preparerà la tua via davanti a te.
    In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui

    Matteo 11,2-11

  38.  

    Giovanni intanto, che era in carcere

    Sei diverso? Bene, ci piace

    In molte parti del mondo le persone buone e miti sono in prigione, mentre i delinquenti, coloro che rubano, uccidono, stuprano, abusano sono fuori a godersi la vita. Al di là di coloro che hanno fatto la storia, come Nelson Mandela, tanti sono coloro che sono incarcerati per essersi opposti alle brutalità di un regime, basti pensare alla Turchia o alla Cina.
    Ah, che bello, noi siamo nati in un paese libero, in occidente, dove queste cose non accadono: siamo liberi di dire o fare, nel rispetto delle leggi democraticamente promulgate, tutto ciò che vogliamo.
    Davvero? Ne siete sicuri? Avete mai provato a dire qualcosa contro qualcuno che avesse un certo potere? Vieni subito ostracizzato, quando non fanno una campagna denigratoria contro di te.
    A volte non tanto per ciò che dici, ma piuttosto per quello che non dici, per non essere allineato con l'idea predominante di quella regione o città. A volte mi sento un po' in carcere perché da trent'anni c'è un consenso popolare crescente verso la nostra Associazione, ma i bastoni fra le ruote che abbiamo ricevuto in questo lungo periodo sono tanti e comprovati.
    A volte, con l'idealismo che mi è proprio, mi domando "Perché?" e non so rispondermi.
    La cattiveria, il potere, il dare noia, il non essere allineati quindi pericolosi sono fra le possibili motivazioni.
    Se c'è una cosa che a me piace è quella di dialogare con coloro che non la pensano come me. Mi arricchisce, mi fa vedere le cose da un punto di vista diverso, mi fa sentire capace di poter collaborare mettendo da parte le cose che dividono per abbracciare insieme quelle che uniscono. Eppure non è così per molti: la pensi diversamente da me? Allora sei un nemico.
    Guardate cosa accade oggi tra Islam e Cattolicesimo. Pochi, ma buoni, cercano il dialogo interreligioso, ma la maggioranza guarda di traverso la controparte, finanche ad imbracciare un fucile gridando allo sterminio, o perlomeno godendo della loro morte per mano altrui.
    Questo non è il mondo che voglio.
    Iniziamo noi a confrontarci con chi la pensa diversamente, insegniamolo nelle nostre scuole e ai nostri figli, non reagiamo alle provocazioni ma porgiamo il fiore del dialogo a chi voglia metterci manette e bavaglio

  39.  

    Addì 12 dicembre 2016

    In quel tempo, entrato Gesù nel tempio, mentre insegnava gli si avvicinarono i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo e gli dissero: «Con quale autorità fai questo? Chi ti ha dato questa autorità?».
    Gesù rispose: «Vi farò anch'io una domanda e se voi mi rispondete, vi dirò anche con quale autorità faccio questo.
    Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Ed essi riflettevano tra sé dicendo: «Se diciamo: "dal Cielo, ci risponderà: "perché dunque non gli avete creduto?'';
    se diciamo "dagli uomini, abbiamo timore della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». Rispondendo perciò a Gesù, dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch'egli disse loro: «Neanch'io vi dico con quale autorità faccio queste cose»

    Matteo 21,23-27

  40.  

    Con quale autorità fai questo?

    Siamo autorizzati ad essere genitori?

    Un insegnante che educa un ragazzo perché lo fa? Chi lo ha autorizzato? Certamente il preside di quella scuola, prima ancora il provveditorato, ma ancor prima l'università che ha dato a quella persona il titolo di insegnante, ma prima di tutto è nato in lui o in lei il desiderio di educare i ragazzi. E questo desiderio da dove nasce? Dalla propria cultura, dagli insegnamenti ricevuti, dalla famiglia e dal contesto sociale in cui si è inseriti, ma tutto questo ci deriva da quello che gli atei chiamano destino ma che io chiamo Dio. Così è per ogni strada che prendiamo. Da chi siamo autorizzati ad essere genitori, sacerdoti, educatori, missionari, mariti o mogli, medici, politici e quant'altro?
    È Dio che ci autorizza a compiere quella professione o quella missione, ed essendo lui il nostro capo, sarà lui a giudicare il nostro operato.
    Saranno i fatti, saranno i risultati a parlare per noi davanti a Dio per chi crede e prima ancora davanti alla gente.

  41.  

    Addì 13 dicembre 2016

    In quel tempo, disse Gesù ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli; rivoltosi al primo disse: Figlio, va oggi a lavorare nella vigna.
    Ed egli rispose: Sì, signore; ma non andò.
    Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso. Ed egli rispose: Non ne ho voglia; ma poi, pentitosi, ci andò.
    Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Dicono: «L'ultimo». E Gesù disse loro: «In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio.
    E' venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli»

    Matteo 21,28-32

  42.  

    Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?

    Figli: voglia di libertà

    Voi ai vostri figli e noi ai ragazzi in affido abbiamo dato tutto ciò che avevamo in parti uguali. Qualche piccola differenza di trattamento forse l'abbiamo fatta tutti, ma a ciascuno abbiamo donato gli stessi valori e gli stessi principi, eppure uno viene bene, mette su famiglia e diventa un bravo genitore, mentre un altro si perde nella droga, nell'alcool, nelle cattive compagnie. E noi genitori a darci colpe su colpe, a rimuginare sui nostri errori, a fustigarci. Ma una delle cose più importanti che abbiamo dato loro è la possibilità di scegliere. Non li abbiamo obbligati in un senso o in un altro, ma abbiamo mostrato loro le possibili scelte, mettendoli in guardia sul bene e sul male. Sono loro poi a decidere quale indirizzo dare alla propria vita, a chi dar retta, quali principi seguire. Ho visto ragazzi perdersi per poi rialzarsi dopo anni ringraziando per i valori che hanno imparato da noi; altri invece, sempre bravi, servizievoli, educati, pieni di attenzioni scivolano via e non ti sono vicini nemmeno se chiedi il loro aiuto. Non sta a noi giudicare, noi dobbiamo solo amare durante e dopo, ma qualcuno giudicherà e chi, pur inciampando in tanti errori, tornerà sui suoi passi per donare amore, sarà accolto con più benevolenza rispetto a chi volti le spalle e non contraccambi ciò che ha ricevuto donando la propria solidarietà a chi ne abbia bisogno

  43.  

    Addì 14 dicembre 2016

    E li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che viene, o dobbiamo aspettare un altro?».
    Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: Sei tu colui che viene o dobbiamo aspettare un altro?».
    In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi.
    Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi vengono sanati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunziata la buona novella.
    E beato è chiunque non sarà scandalizzato di me!»

    Luca 7,19-23

  44.  

    E beato è chiunque non sarà scandalizzato di me!

    Papà, mamma, vi rinnego

    Vi siete mai vergognati dei vostri genitori?
    Io, purtroppo tenevo le distanze da mio padre e, da bravo adolescente, gli muovevo critiche sia direttamente con forti scontri, ma anche parlando male di lui con altri.
    Brutta cosa. Se possiamo dire che questo possa essere parzialmente accettabile quando siamo ragazzi nell'età della ribellione, non è certo bello quando rinneghiamo o ci scandalizziamo di chi ci vuole bene ed al quale magari ci rivolgiamo nel momento del bisogno una volta adulti.
    Ricordo ancora con un sorriso quando incontrai un mio amico che stava per sposarsi e gli dissi
    "Ho visto Michela, la tua fidanzata"
    "Ah, dove?"
    "Di là"
    E lui scappò via nella direzione opposto
    Spesso noi facciamo così. Ci "sposiamo" con una persona in un rapporto di amore, di amicizia, di collaborazione e siamo pronti a fare mille inchini, sorrisi e riverenze, ma lo rinneghiamo davanti agli altri scappando spesso nella direzione opposta.
    Anche chi ha fede spesso nel silenzio della propria camera prega Dio affinché gli conceda tutte le grazie possibili e inimmaginabili, ma quando è fuori con gli amici si guarda bene dal fare una preghiera, dall'entrare in chiesa, dal riprendere un amico perché bestemmia. In altre parole chi ha fede spesso rinnega Gesù.
    Come vi sentireste voi se i vostri figli, magari già grandi e nell'età della maturità, vi rinnegassero dopo tutto il bene che avete cercato di fare loro?

  45.  

    Addì 15 dicembre 2016

    Quando gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù cominciò a dire alla folla riguardo a Giovanni: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna agitata dal vento?
    E allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano vesti sontuose e vivono nella lussuria stanno nei palazzi dei re.
    Allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, e più che un profeta.
    Egli è colui del quale sta scritto: Ecco io mando davanti a te il mio messaggero, egli preparerà la via davanti a te.
    Io vi dico, tra i nati di donna non c'è nessuno più grande di Giovanni, e il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui.
    Tutto il popolo che lo ha ascoltato, e anche i pubblicani, hanno riconosciuto la giustizia di Dio ricevendo il battesimo di Giovanni.
    Ma i farisei e i dottori della legge non facendosi battezzare da lui hanno reso vano per loro il disegno di Dio

    Luca 7,24-30

  46.  

    Hanno riconosciuto la giustizia di Dio ricevendo il battesimo di Giovanni

    Verità piovute dal cielo

    Basta essersi laureati in Economia e Commercio per pensare di essere già commercialisti fatti e finiti, o economisti in grado di dare lezioni a qualunque ministro delle finanze; basta avere la laurea in scienze sociali per ritenere di avere la verità in tasca sul come gestire un bambino, una famiglia, un emarginato, un portatore di handicap; basta essere un sacerdote per ritenere che il mistero di Dio sia tutto nelle nostre mani e che nessuno possa dare la propria interpretazione sulla parola del Vangelo vedendone l'applicazione pratica nella vita quotidiana.
    Eppure il mio nonno diceva "Vedi Riccardo" mostrandomi la sua carta di identità "vedi cosa c'è scritto: 1911. Significa che fra poco dovrò morire. Quante cose avrei ancora da imparare". E posso dirvi che aveva letto migliaia di libri, avuto mille esperienze ed una vita più che attiva, ma aveva l'umiltà di Socrate che usava dire "So una cosa sola: di non sapere niente".
    Quanta superbia al mondo d'oggi: molti servizi sociali che non ascoltano l'utente, molti sacerdoti che non ascoltano i fedeli, molti avvocati che non ascoltano i propri clienti, molti genitori che non ascoltano i propri figli.
    Ascoltare, non sentire. Elaborare, discutere, approfondire l'idea di un altro anche se ci sembra in completa antitesi con la nostra, perché avere più punti di vista è una ricchezza che dimostra elasticità e capacità al dialogo.
    Non lamentiamoci poi se sui media vengono fatti attacchi indiscriminati contro i servizi sociali, non lamentiamoci se le nostre chiese si svuotano, non lamentiamoci se i nostri figli crescono arroganti e senza principi perché se i servizi sociali, i sacerdoti, i genitori si rifiutano di ascoltare, anche gli utenti, i fedeli, i figli si rifiuteranno di accettare quelle verità che vengono fatte piovere dall'alto.
    Giovanni il battista non aveva avuto investitura dai sacerdoti del tempo, non aveva conseguito lauree in teologia o sociologia, eppure Gesù si è fatto battezzare da lui.

  47.  

    Addì 16 dicembre 2016

    Voi avete inviato messaggeri da Giovanni ed egli ha reso testimonianza alla verità.
    Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché possiate salvarvi.
    Egli era una lampada che arde e risplende, e voi avete voluto solo per un momento rallegrarvi alla sua luce.
    Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato

    Giovanni 5,33-36

  48.  

    Avete voluto solo per un momento rallegrarvi alla sua luce

    Sole e stelle

    Nella vita quotidiana tutto è fugace, nulla dura per sempre. Lo sa bene chi accoglie bambini in affidamento. Sono come stelle che illuminano la nostra vita, comete nel cielo che indicano la strada verso il sole, verso la piena soddisfazione.
    Se in una bellissima notte d'estate volgete verso l'alto lo sguardo, potete ammirare milioni di stelle, potete vedere milioni di bambini che hanno bisogno di voi per brillare e proseguire il loro cammino.
    In molti non si avvicinano all'affidamento per la paura di soffrire quando una stella passa oltre, quando un bambino torna alla sua famiglia, e vi garantisco che la sofferenza è tanta, ma la gioia che proverete nel godere della sua luce ogni giorno sarà talmente forte da accettare qualsiasi sofferenza ed accogliere sempre più stelle per godere della loro luminosità
    Grazie Sofia per aver illuminato le nostre vite

  49.  

    Addì 17 dicembre 2016

    Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.
    Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esròm, Esròm generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmòn, Salmòn generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asàf, Asàf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, Ozia generò Ioatam, Ioatam generò Acaz, Acaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.
    Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel, Salatiel generò Zorobabèle, Zorobabèle generò Abiùd, Abiùd generò Elìacim, Elìacim generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo.
    La somma di tutte le generazioni, da Abramo a Davide, è così di quattordici; da Davide fino alla deportazione in Babilonia è ancora di quattordici; dalla deportazione in Babilonia a Cristo è, infine, di quattordici.

    Matteo 1,1-17

  50.  

    Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.

    Mamma, babbo, zia e zio

    Per molti avere un papà ed una mamma è scontato, ma basterebbe aprire gli occhi per capire che così non è.
    Ieri una delle nostre bimbe più grandi, con una storia difficile alle spalle, è tornata dalla mamma. Bene, direte voi, ma purtroppo non è proprio un bene.
    Alla sera, al momento in cui le ho detto che sarebbe dovuta partire il giorno dopo, è scoppiata in lacrime, mi è venuta ad abbracciare e singhiozzando ha detto "Non ho mai avuto nessuno da chiamare babbo"
    Ecco, se è vero, come è vero, che molti bambini nascono senza genitori, molti li perdono, molti sarebbe meglio se non li avessero tanto sono negativi, noi possiamo fare la differenza. Noi possiamo essere babbo o mamma per molti di loro. Non è necessario un atto all'anagrafe, non è necessario un provvedimento del tribunale, non è necessario aver studiato come educatori, basta aprire le porte del cuore.
    E se proprio non ve la sentite di accogliere un cucciolo d'uomo in casa vostra, siate almeno per loro zii, fratelli, sorelle, angeli custodi, aiutateci a creare per loro una famiglia bella, allargata, piena di amore. Venite a conoscerli, a portare non la vostra carità ma il vostro affetto, venite a fare famiglia con noi.