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  1.  

    Addì 1 giugno 2016

    In quel tempo, vennero a Gesù dei sadducei, i quali dicono che non c'è risurrezione, e lo interrogarono dicendo:
    «Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che se muore il fratello di uno e lascia la moglie senza figli, il fratello ne prenda la moglie per dare discendenti al fratello.
    C'erano sette fratelli: il primo prese moglie e morì senza lasciare discendenza; allora la prese il secondo, ma morì senza lasciare discendenza; e il terzo egualmente, e nessuno dei sette lasciò discendenza. Infine, dopo tutti, morì anche la donna.
    Nella risurrezione, quando risorgeranno, a chi di loro apparterrà la donna? Poiché in sette l'hanno avuta come moglie».
    Rispose loro Gesù: «Non siete voi forse in errore dal momento che non conoscete le Scritture, né la potenza di Dio?
    Quando risusciteranno dai morti, infatti, non prenderanno moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli.
    A riguardo poi dei morti che devono risorgere, non avete letto nel libro di Mosè, a proposito del roveto, come Dio gli parlò dicendo: Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e di Giacobbe?
    Non è un Dio dei morti ma dei viventi! Voi siete in grande errore»

    Marco 12,18-27

  2.  

    Mosè ci ha lasciato scritto

    Regole di vita

    Quando arrivano da noi nuovi bambini o ragazzi, sia in affidamento che in diurno, hanno tutti dipinto in volto il punto interrogativo di coloro che si domandano "ma dove sono capitato?". Qualcuno lo maschera ridendo e scherzando, altri invece si chiudono a riccio. Avete mai pensato se vi prendessero, spesso contro la vostra volontà, e vi portassero in un ambiente tutto nuovo nel quale non avete i punti di riferimento che vi eravate fatti? Ogni volta che entra a vivere da noi un bimbo mi immedesimo in lui e cerco di capire la sua sofferenza e difficoltà in quel momento. Provo anche a spiegargli come funzionano da noi le cose, cercando di sottolineare più gli aspetti positivi e ludici, piuttosto che le regole, viste spesso dai ragazzi come limitative alla propria libertà, libertà della quale avevano spesso abusato.
    Regole spesso sinonimo di restizioni, ma se andiamo a scavare vedremo che "regole" è sinonimo di amore quando non sono vessatorie.
    Qualche giorno fa sono andato con alcune bimbe a fare shopping, e una di loro ha detto "come è strano andare a fare compere con il papà, di solito si va con la mamma", ed un'altra bimba ha commentato "è ancor più strano andarci da soli".
    In altra circostanza una nostra figlia aveva invitato un'amica già grandicella in piena adolescenza, fissata oltremisura con i cellulari. Ci siamo messi a tavola e lei, rimasta allibita, ha domandato sottovoce alla nostra bimba "ma tuo padre pranza con noi?" "si, certo" "che bello, posso venire a vivere da voi?" "certo, ma guarda che qui non si può usare il cellulare" lei ci ha pensato un po' e ha risposto "farei a meno del cellulare per tutta la vita pur di avere mio padre a tavola con noi".
    Storie e aneddoti che fanno riflettere su quanto le impostazioni alle quali siamo abituati ci appaiono giuste e giustificabili fin tanto che non ci viene mostrato un nuovo modo di vita, del tutto diverso, completamente nuovo. Difficile da accettare se si guardano le singole regole viste come imposizioni calate dall'alto, ma meraviglioso se lo vediamo nella sua interezza.
    Pensiamo a chi fa un salto nel vuoto cambiando vita. Già chi si sposa passa da un modus vivendi ad un altro. Certo avere una moglie o un marito comporta tutta una serie di limitazioni alla propria sfera personale ed ogni singola cosa è un po' una vessazione, ma se ci si sposa per amore le gioie della vita in comune, di una nuova vita, superano di gran lunga le difficoltà legate al cambiamento. Eppure provate a dire ad un adolescente di venti anni o poco più di rinunciare ad uscire tutte le sere con gli amici, oppure di stare a sentire la musica fino a notte fonda e dormire fino a mezzogiorno. Impensabile per lui. Impensabile fin tanto che per amore non si trova proiettato in una nuova dimensione, in un nuovo stile di vita.
    Così è per ogni situazione, dall'affido all'indossare una tonaca da sacerdote, dall'andare in Africa come missionario, al dedicare la propria vita ai bambini di ogni età. Ma nulla pesa se lo si fa con amore. Così ho visto miracoli accadere sotto i miei occhi, trasformazioni meravigliose in persone che stentavano loro stesse a riconoscersi. Ho visto bimbi rinascere, volontari andare via con le lacrime agli occhi dopo una sola settimana vissuta con noi, ragazze abbracciare la nostra scelta di vita rinunciando a sé stesse per amore dei bambini, affrontando ogni difficoltà che arrivava.
    A volte abbiamo paura dei cambiamenti, è normale, è umano, ma data l'esperienza dovremmo capire che ogni cambiamento fatto con amore e per amore porta certamente ad uno stravolgimento di tutta la nostra esistenza, ma la nuova vita sarà migliore della precedente, bisogna solo accettare il nuovo stile, ma con il tempo apprezzeremo e saremo felici del cambiamento che abbiamo voluto o dovuto subire.
    Per me che credo il cambiamento più importante sarà quello che avremo nel passaggio da questo mondo ad una vita eterna che ci è stata promessa dolo la morte. A volte cerchiamo di immaginarci il Paradiso come una sorte di posto meraviglioso dove ritroveremo tutti i nostri cari con i quali vivere in pace e serenità E' umano, è normale pensarlo, ma ritengo che nella nuova esistenza tutto sarà stravolto, tutto sarà diverso, tutto sarà pronfodamente più bello, di una bellezza che oggi non potremmo nemmeno immaginarci. Può oggi un bimbo che soffre immaginare una vita serena con un'altra famiglia? Certamente no, ma quel cambiamento porterà in lui una gioia immensa perché l'amore con il quale sarà accolto gli farà accettare ogni difficoltà ed ogni regola.

  3.  

    Addì 2 giugno 2016

    In quel tempo, si accostò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
    Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l'unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza.
    E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c'è altro comandamento più importante di questi».
    Allora lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità che Egli è unico e non v'è altri all'infuori di lui;
    amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso val più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
    Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente, gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo

    Marco 12,28-34

  4.  

    Amerai il prossimo tuo come te stesso

    Amare noi stessi

    Quando un bambino o ragazzo arriva in casa nostra ha spesso l'idea di essere la colpa dei suoi mali. "I miei genitori litigano per colpa mia, mio padre mi picchia perché sono stato cattivo, abusavano di me perché ero troppo smorfiosa". Se alle nostre orecchie queste sembrano idee ingiuste e senza senso, nel cuore di un ragazzo sono bombe che lacerano l'anima, spesso causa di comportamenti devianti e malsani. Si danno la colpa di tutto e giungono spesso alla conclusione di non volersi bene, talvolta arrivano a odiarsi buttando via le loro vite. Il primo passo che dobbiamo compiere è percò quello di valorizzarli, di far loro capire che sono importanti per noi, che non hanno colpe per ciò che hanno subito. In altre parole cerchiamo di insegnarli a volersi bene, ad apprezzarsi per quello che sono, valorizzando gli aspetti positivi, rimproverandoli per quelli negativi, come fa ogni buon genitore.
    E' un lavoro non facile perché arrivano spesso devastati nella psiche, ma questa è la cosa più importante da fare perché nella misura in cui una persona vuole bene a sé stesso, vuole bene anche agli altri.
    Per migliorare il mondo dobbiamo amare, proteggere, perdonare il nostro prossimo, ma per riuscirci dobbiamo innanzitutto amare noi stessi, ovviamente senza esagerare e divenire egocentrici.
    A volte i miei bimbi mi chiedono come sia possibile amare chi ci abbia fatto del male. Rispondo dicendo che quando fanno qualche errore, nel guardarsi allo specchio si giustificano, si auto perdonano e vanno avanti, magari cercando di rimediare o chiedendo scusa. Ecco, è così che dobbiamo fare per amare gli altri: pensare a quanto siamo indulgenti con noi stessi ed esserlo con il nostro prossimo.

  5.  

    Addì 3 giugno 2016

    In quel tempo, Gesù disse ai farisei e agli scribi questa parabola:
    «Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova?
    Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta.
    Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione

    Luca 15, 3-7

  6.  

    Ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione

    Ascoltate le correzioni

    Per ognuno di noi c'è la certezza di fare un tragitto che dalla nascita porta fino alla morte. Appena abbiamo un minimo di volontà scegliamo già quale percorso intraprendere facendo scelte ogni giorno. Sin da piccoli possiamo decidere se dire bugie o essere onesti, ubbidienti o senza regole, affettuosi o scontrosi, e così via fino a scelte che possano rigare la nostra vita con profonde cicatrici: entrare nella droga, rubare, scegliere compagnie pericolose, uccidere, violentare.
    Capita spesso, purtroppo, che molti pensino di essere ormai segnati dai propri errori e caratteri, ma questo non è vero. Da qualunque percorso si può passare ad un altro, spesso con notevole difficoltà, ma è possibile farlo. Non esiste niente di impossibile. Qualunque errore abbiamo fatto, pur restando il dolore e le cicatrici nel cuore, lo si può superare e prendere una strada migliore. Da soli però non possiamo farcela, abbiamo bisogno dell'aiuto del nostro prossimo, delle persone che ci vogliono bene, dobbiamo ascoltarle, ragionare con loro dei nostri difetti per cercare di capire cosa sbagliamo per porvi rimedio. Se avete qualcuno vicino non mordete la sua mano se vi dice che state sbagliando, ascoltatelo con il cuore e la mente aperta, senza arrabbiarvi. Se non condividerete ciò che vuole dirvi non sarete obbligati a seguire i suoi consigli.
    Tutti si può cambiare e quando questo avviene è festa grande.

  7.  

    Addì 4 giugno 2016

    I genitori di Gesù si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua.
    Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l'usanza; ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero.
    Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti;
    non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
    Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava.
    E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.
    Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo».
    Ed egli rispose: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?».
    Ma essi non compresero le sue parole.
    Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore.

    Luca 2,41-51

  8.  

    Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?

    Impariamo da chi non è cristiano

    Una bambina arrivata da noi su richiesta dei genitori aveva trascorso l'intera estate nella nostra casa di campagna. Settembre. Il papà l'accompagna a scuola. Durante il tragitto "Babbo, babbo, torniamo indietro, ho dimenticato una cosa importante" "Cosa? Qualche libro?" "No, il Vangelo" "Ah, chissà cosa mi credevo, allora non è importante" "No babbo, voglio farlo vedere a scuola, voglio farlo vedere ai miei compagni e professori" "Ma amore, figurati se torna indietro per una cosa del genere, è tardi lo prenderai domani" La bimba fece una tale scenata che il padre fu costretto a tornare a casa per prendere il Vangelo. Il fatto ce lo raccontava questo papà commentando "Se quando ero ragazzino io avessi portato il Vangelo in casa, come minimo mi sarebbe arrivato uno storcio di collo (un sonoro ceffone). Ho visto come la bimba è migliorata grazie ai principi che le insegnate e ne sono felice"
    Il percorso della ragazza è continuato e dopo tre anni ha voluto fare un battesimo, comunione e cresima con grande gioia dei suoi genitori.
    È bello giocare, giusto studiare, imperativo stare alle regole, meraviglioso amare i propri cari, ma da qualcuno siamo stati creati e dobbiamo ringraziarlo per i doni che ci ha fatto e ci dona ogni giorno. Noi lo chiamiamo Dio, crediamo fortemente in lui e non possiamo prescindere dal fare la sua volontà, da imparare ogni giorno di più ciò che ci insegna, dal parlare di lui con altri amici, dal seguire le sue regole di vita e di amore verso il prossimo.
    Impariamo da chi non è cristiano come si debba comportare un figlio di Dio

  9.  

    Addì 5 giugno 2016

    In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain e facevano la strada con lui i discepoli e grande folla.
    Quando fu vicino alla porta della città, ecco che veniva portato al sepolcro un morto, figlio unico di madre vedova; e molta gente della città era con lei.
    Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: «Non piangere!».
    E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Giovinetto, dico a te, alzati!».
    Il morto si levò a sedere e incominciò a parlare. Ed egli lo diede alla madre.
    Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi e Dio ha visitato il suo popolo».
    La fama di questi fatti si diffuse in tutta la Giudea e per tutta la regione

    Luca 7,11-17

  10.  

    Il Signore ne ebbe compassione e le disse: «Non piangere!»

    Ti amo

    A volte si pensa che Dio abbia abbandonato l'umanità lasciandola al suo destino, ma un bel pensiero mi ha sempre riempito il cuore "Se Dio continua a far nascere bambini, significa che non si è ancora stancato di noi"
    Ogni volta che ciclicamente una cosa si ripete significa che non è ancora finita. Così è nella nostra vita.
    Se Dio continua a mandarci bambini da accudire, significa che ha ancora fiducia in noi nonostante i tanti errori che possiamo fare e difetti che abbiamo.
    Se un papà o una mamma continuano ad accurdirci, ci preparano con amore la colazione, ci svegliano ogni mattina, ci consigliano sul come vestirci, si interessano della scuola e delle nostre amicizie, significa che non si sono ancora stancati di noi nonostante i nostri continui errori e disobbedienze.
    Se due persone continuano a vivere accanto preoccupandosi di cosa l'altro possa provare o per cosa stia male, significa che non si sono ancora stancate di quel rapporto, anche se ci sono spesso liti e incomprensioni.
    Dio però non si approfitta della nostra debolezza per bastonarci, ma proprio nel momento in cui siamo a terra ci è vicino e ci sorregge.
    Dovremmo farlo anche noi con le persone a noi vicine, siano essi figli, amici o partner.
    "Sei amato quando puoi mostrare la tua debolezza senza che l'altro se ne approfitti per mostrare la sua forza"
    Gesù nel suo cammino ha incontratro tante persone deboli, tanti peccatori, tanta gente che sbagliava sistematicamente, tante mamme provate dal dolore per la morte di un figlio, ma mai li ha condannati o si approfittato di loro per ottenere qualcosa, anzi li ha difesi contro le esuberanze, magari anche umanamente giutificabili, di chi li stava giudicando e condannando.
    Una fra tutte la donna adultera che per legge doveva essere uccisa a colpi di pietra, ma Gesù intervenne a suo favore e si salvò "Donna, nessuno ti ha condannato, va e non peccare più". Non l'ha giustificata, non l'ha assolta dai suoi peccati, non ha detto "è cosa da poco", ma l'ha perdonata, le è stato vicino con amore perché così si fa con le persone alle quali si vuole bene.
    Quando vi accorgete che qualcuno a voi vicino è in un momento di prostrazione non bastonatelo, aiutatelo a rialzarsi, è quello il momento in cui ha più bisogno di voi, è quello il momento di dimostrare che gli volete bene. Troppo facile dirgli "ti amo" quando è allegro, sorridente, pieno di vita o quando vi asseconda su scelte e pensieri.
    Facile dire "Ti amo", difficile amare

  11.  

    Addì 6 giugno 2016

    In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli.
    Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:
    «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
    Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
    Beati i miti, perché erediteranno la terra.
    Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
    Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
    Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
    Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
    Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
    Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
    Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi»

    Matteo 5,1-12

  12.  

    Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli

    Essere adulti bambini

    Quante volte avrete detto "beati i bambini che non hanno preoccupazioni"
    Effettivamente ci sono i pro e i contro. Non avere problemi da risolvere è senz'altro un bel vantaggio, ma dover sottostare a regole che non si capiscono, andare dove non vogliamo, venire ripresi ogni minima cosa facciamo non a tutti piacerebbe.
    Ma se vi dicessero che potreste avere tutti i vantaggi dell'essere bambini ed anche quelli di essere adulti non vi piacerebbe? Sono convinto che ci sarebbe la fila per sottoscrivere un simile contratto.
    Oggi ci complichiamo troppo la vita. Quando cominciamo a pensare, giudicare, fare paragoni iniziano anche i problemi. Dovremmo ritrovare la semplicità dei bambini. Ciascuno di noi, per il solo fatto di essere stato piccolo, ha esperienza di come pensa un bimbo. Ecco, per essere felici dovremmo affrontare la vita così come la affrontano loro. I miei ragazzi, ancora una volta, sono maestri. E chi meglio di loro? Chi meglio di un bimbo per insegnare ad un adulto ad affrontare il mondo con la spensieratezza di un fanciullo?
    Se mettiamo un cucciolo d'uomo in un fiume in piena, pensate che si lascerà trasportare e si farà travolgere dalle acque, o piuttosto non annasperà cercando di intuire come fare a sopravvivere?
    A volte facciamo l'errore di pensare che un piccolino si lasci trasportare dal fiume della vita senza interagire con esso. Ma non è così. Affronta il mondo a modo suo. Ed il suo modo è vincente e dovremmo imitarlo, imparare da lui. Ho visto bimbi affrontare a testa alta situazioni che francamente, mi ci fossi trovato io da adulto mi sarei fatto prendere dallo scoramento e non so proprio se sarei riuscito a superarle. Quanto dobbiamo imparare dalla semplicità di un bambino.
    Facciamo di tutto per divenire adulti, mordiamo il freno per entrare a pieno titolo nel turbinio della vita, per poi accorgerci che si stava meglio prima. Allora sapete che dovremmo fare? Tornare ad essere piccoli, tornare a ragionare come facevamo qualche o tanti anni fa. Imparare che le cose semplici sono le migliori, che se litighiamo tutto si risolve con un abbraccio ed un bacino, se ci facciamo male basta la vicinanza di chi ci vuole bene per stare meglio, se saremo miti tutti ci vorranno bene, se vedremo qualcosa che non va non ci gireremo dall'altra parte, se daremo una mano al prossimo ne avremo giovamento, se affronteremo i problemi con semplicità, senza sete di vendetta e rivalsa, avremo avversari e non nemici.
    Se vivremo come bambini saremo adulti migliori

  13.  

    Addì 7 giugno 2016

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: " Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini.
    Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa.
    Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli"

    Matteo 5,13-16

  14.  

    Risplenda la vostra luce davanti agli uomini

    Siete delinquenti?

    Immaginatevi un mondo senza il sole.
    Buio, tetro, piante grigie, gente musona e triste.
    Immaginatevi adesso un mondo senza bambini.
    Nessuna risatina o parola buffa ad allietare la giornata, senza disegni, senza dentini che cadono e finestrelle aperte in bocca, senza visi impiastricciati di cioccolata, senza manine che ti strizzano le guance.
    Un mondo senza bambini è un mondo senza luce, privo di gioia e di speranza.
    Noi adulti siamo chiamati ad illuminare il mondo, ma siamo come coloro che devono azionare l'interruttore, perché le lampadine sono i bambini, i bambini di tutto il mondo.
    Siamo talmente stupidi che troppo spesso gettiamo un panno nero sopra la luce che essi emanano. Ci rifiutiamo di ascoltarli, li evitiamo, lasciamo che siano violentati e uccisi, maltrattati e sfruttati, impedendo troppo spesso di farli nascere aspirandoli e macinandoli con la pratica dell'aborto.
    Solo ai delinquenti piace muoversi al buio, soltanto loro quando entrano in una casa tagliano i fili della corrente, solamente loro evitano che la luce li illumini.
    Siamo forse delinquenti, ladri, assassini, stupratori?
    Certamente no, ed allora perché non lasciare che la luce dei bambini si irradi nel mondo?
    Non restate impassibili dinanzi alla cattiveria umana che vorrebbe svitare, rompere, spegnere tutte le lampadine nel mondo, aiutateci a togliere i panni neri che la cattiveria e l'indifferenza hanno gettato sopra tante lampadine-bambino.

  15.  

    Addì 8 giugno 2016

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: « Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento.
    In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto.
    Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli»

    Matteo 5,17-19

  16.  

    Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli

    Figli di un Dio minore

    Che gioia quando vengono a trovarci i ragazzi più grandi che già hanno intrapreso la loro strada, qualcuno con famiglia e figli, e parlano ai nostri bambini spiegando loro le regole, i valori, quegli stessi principi che prima rifiutavano, ai quali si ribellavano. Non è solo la gioia di vedere quanto hanno capito e messo in pratica, quanto il desiderio di trasmettere ad altri le loro conoscenze che hanno fatto proprie.
    E' un cammino lungo e faticoso, irto di ostacoli, che li ha visti cadere, ribellarsi, andare magari anche su cattive strade, piangere e farsi male, ma alla fine li ha visti uscire vincitori da un mare di rovi, coperti di sangue e di ferite, ma saldi in piedi, sguardo fiero davanti a sé, forza e tanto coraggio per affrontare la vita e le sue mille intemperie.
    Prendiamo esempio da loro. Prendiamo esempio da chi sin da piccolo non ha avuto vita facile. E' semplice sparare a zero sui bambini che vediamo per strada, sui piccoli di dodici, tredici anni già organizzati in bande. Ma come si può pensare che un bambino possa crescere con sani valori se nessuno provvede ad insegnarglieli? E chi dovrebbe pensarci se i loro genitori non sono in grado, se i loro papà e mamme sono stati bambini ineducati prima di loro? Lo Stato? Certo e con quali risorse? Le case famiglie tanto osteggiate dall'opinione pubblica, peraltro necessarie in molti casi in cui non si interviene per tempo? L'unica strada sarebbero le famiglie affidatarie. Sarebbero, certo, sarebbero, perché non ce ne sono. Non ci sono famiglie disponibili all'accoglienza, non ci sono famiglie che vogliano prendere in casa un cucciolo d'uomo per dargli valori e principi, non ci sono famiglie disposte a lasciarlo andare per la sua strada una volta guarito dalle tante ferite della sua breve ma intensa vita, non ci sono famiglie che desiderino in casa un figlio già grandicello.
    Non ci sono, ma ci vorrebbero. Ed allora insegniamo agli uomini come si fanno i genitori, insegniamoglielo con l'esempio. Non aspettiamo che siano gli altri a dover risolvere una situazione, rimbocchiamoci le maniche e accogliamo un bambino in casa senza guardare all'età, al colore della pelle, all'etnia, al ceppo della sua famiglia. Accogliamoli con amore, così come siamo stati accolti noi in questo mondo dalle nostre famiglie perché non ci sono figli di serie A e di serie B, non ci sono figli di un Dio minore, ma solo Figli.

  17.  

    Addì 9 giugno 2016

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: « Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
    Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio.
    Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna.
    Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e va prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono.
    Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione.
    In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all'ultimo spicciolo!»

    Matteo 5,20-26

  18.  

    Non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all'ultimo spicciolo

    Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te

    Una frase che ricorre spesso nelle riunioni con i miei ragazzi, una frase che sentono molto sulla loro pelle e cercano di viverla al meglio è "Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te". Ed è sicuramente giusto e fondamentale tenerne conto, ma ripeto loro da sempre che è ancor più importante pensare a cosa possiamo fare noi per gli altri.
    Lo stare con i bambini mi insegna ogni giorno come comportarmi nella vita, questo non significa riuscirci, ma è certamente un ottimo stimolo ed un allenamento continuo per migliorarsi.
    Io sono padre per i miei bimbi come Dio è padre per me; sono figlio nei confronti di Dio così come i ragazzi sono figli per me.
    Quando un figlio sbaglia in cuor mio l'ho già perdonato, ma desidero che capisca il suo errore anche se non serve che mi chieda scusa, l'importante è che capisca dove ha sbagliato affinché la volta seguente tenti di non sbagliare più. Poi, anche se sbaglia altre mille volte, io sarò sempre al suo fianco. Se un figlio si allontana da me, si ribella, decide di non ascoltarmi più, ci soffro tremendamente ma attendo in finestra il suo ritorno, attendo con pazienza, anche per anni, che capisca che anche se è giusto avere la propria libertà, è anche doveroso non tagliare i legami di amore e di affetto che ci hanno fatto crescere e maturare. Se ad un ragazzo gli chiedo di aiutarmi in una situazione e lui si rifiuta io ci soffro, ma continuerò a chiedergli di aiutarmi finché non capisca e si rimbocchi le maniche, non per dare qualcosa a me, ma per costruire insieme a me qualcosa per tutta la famiglia. Anche il nostro rapporto con Dio deve essere in questi termini, un rapporto basato sull'amore senza la paura che sbagliando si possa perdere il suo affetto e la sua comprensione, parimenti dobbiamo capire i nostri errori e tentare con tutto il cuore di non perseverare nello sbaglio. Non dobbiamo nemmeno aver paura di allontanarsi da lui, ma se e quando lo facciamo dobbiamo anche avere il coraggio di tornare sui propri passi chiedendo al padre di essere perdonati per il nostro comportamento. Un padre non fa la guerra al figlio anche se il figlio fa la guerra al padre. Un buon padre soffre per i proiettili in corpo, ma l'amore di un padre non morirà mai anche qualora il figlio dovesse ucciderlo

  19.  

    Addì 10 giugno 2016

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.
    Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna.
    E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna.
    Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto di ripudio; ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio»

    Matteo 5,27-32

  20.  

    Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore

    Chi mai potrà salvarsi?

    Ognuno di noi si guarda allo specchio e vede gli aspetti positivi tralasciando quelli negativi dando di sé un buon giudizio, ma soltanto perché fa una valutazione sommaria dei suoi comportamenti. Se andassimo a scavare bene in fondo nel nostro cuore con grande onestà quante mancanze potremmo notare in noi stessi. Quanti difetti che potremmo definire "nascosti", quanti pensieri negativi nei confronti degli altri, quante cose non svolte, quante cose che avremmo potuto fare diversamente e meglio. Una persona che asciuga le lacrime di qualcuno che soffre sicuramente fa la cosa giusta, ma potrebbe farlo perché non hai niente di meglio, o per apparire agli occhi degli altri, oppure perché così facendo può tacitare la sua coscienza per qualche grosso errore del passato.
    I "difetti nascosti" sono quelli li facciamo con il cuore e con la mente. Quante volte vi sarà capitato di augurare la morte a qualcuno, quante volte avete visto un bel ragazzo o una bella ragazza già sposati e desiderare di avere una notte di follia con loro. Potreste avere tantissimi amici, essere benvoluti da tutti, ma in cuor vostro serbare rancore per alcuni di loro pur facendo grandi sorrisi. O magari pretendete dai vostri figli rispetto e amore quando voi per primi non avete rispettato e amato fino in fondo i vostri figli.
    Se valutiamo quale dev'essere una vita perfetta ci accorgiamo che non saremo mai in grado di raggiungerla. Ed allora per poter vivere accettiamo mille compromessi, ci "auto perdoniamo" per ogni nostro pensiero cattivo, confidando nel fatto che in fin dei conti nella nostra vita abbiamo fatto tante cose positive. In linea di massima è anche giusto perché comunque dobbiamo andare avanti senza demoralizzarci cercando di fare del nostro meglio, ma parimenti non dobbiamo cadere nell'errore di non considerare le mancanze e i difetti nascosti. Dobbiamo continuare a lottare per allontanare da noi i pensieri cattivi che un giorno, magari in un momento di impulso o in un attimo di stanchezza, possano diventare realtà e concretizzarsi. Spesso sentiamo alla televisione di coppie che si uccidono, di papà e mamme che ammazzano i propri figli, persone stimate e ben volute dalla comunità che un giorno fanno uscire dal proprio cuore la bestia nera che per troppo tempo hanno tenuto nascosta anche ai propri occhi. Rendersi conto dei pensieri negativi significa combatterli giorno per giorno, relegarli in un angolo buio sino a farli, speriamo, scomparire.
    E' una guerra molto difficile da combattere perché fa violenza a noi stessi, e siamo spesso portati a rinunciarvi per non soffrire.
    Abbiamo una sola grande arma a nostra disposizione, l'amore. L'amore per gli altri, l'amore che il prossimo ci dona, l'amore per la vita, l'amore di Dio, l'amore per Dio. Dobbiamo far leva su questo grande sentimento per poter sconfiggere la bestia nera che si annida in noi e che potrebbe farci compiere un giorno azioni che potrebbero segnare per sempre in maniera negativa la nostra vita e quella degli altri.

  21.  

    Addì 11 giugno 2016

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Andate, predicate che il regno dei cieli è vicino.
    Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».
    Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l'operaio ha diritto al suo nutrimento.
    In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza.
    Entrando nella casa, rivolgetele il saluto.
    Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi»

    Matteo 10,7-13

  22.  

    Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date

    Da oggi si paga per respirare

    Quanto vi fanno pagare per poter camminare? Niente
    Quanto per respirare? Nulla
    Quanto per vedere un tramonto? Zero
    Quanto pagate per avere il tepore estivo? Ancora niente
    Quante altre cose avete e non le pagate? L'amore dei genitori, la gioia di un amico, la felicità di un figlio o di un nipotino.
    Non pagate nulla per le cose che veramente contano. Eppure avete tanto, molto più di tanti altri bambini che vengono uccisi, denutriti, sfruttati, violentati. Molto più di coloro che non hanno una famiglia e sono ai margini delle strade. Molto più di coloro che muoiono di stenti nel tentativo di scappare da guerre e carestie. Molto più della stragrande maggioranza delle persone che popolano questo nostro mondo.
    Ed allora non vi viene mai il sospetto di aver avuto una gran botta di fortuna?
    Pensate se foste nati voi in Eritrea. Oggi patireste la fame.
    Pensate se foste nati nelle favelas in Brasile. Oggi vi nascondereste per sfuggire alla furia omicida della polizia.
    Pensate se foste nati senza le gambe. Oggi non potreste camminare.
    Pensate se foste nati con qualche brutta malattia. Oggi vivreste sospesi tra la vita e la morte.
    E potremmo continuare all'infinito guardando a tutte le miserie umane che ci circondano.
    Non importa se credete in Dio, non importa se non volete ringraziare il Creatore per i doni che vi ha fatto, ma almeno siate giusti e pensate che se gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente dovreste dare.
    Potreste spingere la carrozzella di chi non ha gambe.
    Potreste dare da mangiare a chi ha fame.
    Potreste accogliere chi non ha famiglia.
    Potreste essere più generosi e donare un pezzettino di voi a chi ha avuto molto meno.

  23.  

    Addì 12 giugno 2016

    In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola.
    Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato.
    A quella vista il fariseo che l'aveva invitato pensò tra sé. «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice».
    Gesù allora gli disse: «Simone, ho una cosa da dirti». Ed egli: «Maestro, dì pure».
    «Un creditore aveva due debitori: l'uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta.
    Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?».
    Simone rispose: «Suppongo quello a cui ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene».
    E volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli.
    Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi.
    Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi.
    Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco».
    Poi disse a lei: «Ti sono perdonati i tuoi peccati».
    Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è quest'uomo che perdona anche i peccati?».
    Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va in pace!».
    In seguito egli se ne andava per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio.
    C'erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Màgdala, dalla quale erano usciti sette demoni, Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni

    Luca 7,36-50.8,1-3

  24.  

    Ti sono perdonati i tuoi peccati

    Luce o buio?

    Cos'è più forte, la luce o il buio? È ovvio che sia la luce. Pensate di essere in una stanza buia e di accendere un cerino una piccola candela, vedete che tutta la stanza si illuminerà parzialmente e voi potrete vedere ogni cosa. Immaginate di accendere un faro enorme anziché una candela, l'oscurità sarà completamente debellata.
    L'oscurità sono i nostri errori, la luce è l'amore che perdona e dissolve il buio.
    Tanto maggiore sarà l'amore, tanto più grande la luce che perdonerà i nostri peccati. Infatti basta un po' di affetto per perdonare un piccolo screzio; ci vuole l'amore di un amico per perdonare un tradimento; necessita un grande amore, come quello dei genitori per un figlio, per perdonare ripetute malefatte. Ma occorre tutto il calore del sole per asciugare una foresta dopo un grande acquazzone.
    Ci sono infatti dei peccati che noi vediamo così grandi da pensare che nessuno mai potrà perdonarci, e spesso purtroppo è proprio così, non troviamo nessuno disposto ad accogliere le nostre scuse. L'unico che veramente e così pieno d'amore da perdonare ogni nostra colpa, anche la più grave, sempre che dimostriamo il nostro sincero pentimento, è Dio

  25.  

    Addì 13 giugno 2016

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: « Avete inteso che fu detto: "Occhio per occhio e dente per dente"; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.
    E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due.
    Dà a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle »

    Matteo 5,38-42

  26.  

    Occhio per occhio e dente per dente

    Vendetta, vendetta, tremenda vendetta

    Tutto ciò che è facile, istintivo, immediato è spesso portatore di qualcosa di brutto, qualcosa che ci appare come una scorciatoia verso la serenità, ma che ci trasporta verso difficoltà sempre maggiori.
    Se si è in un negozio ed è facile allungare la mano per prendere qualche cosa e poterne godere senza dover spendere denaro , per una, due, tre e anche 10 volte che va bene, prima o poi ci ritroviamo a dover fare i conti con la giustizia. Se siamo depressi o tristi basta bere un goccio di alcool, impasticcarsi o drogarsi per sentirsi subito meglio, ma quanti danni facciamo, quanta fatica per uscirne. Se costruiamo castelli di bugie, accade presto o tardi che si venga scoperti ed allora la nostra vita costruita sulle menzogne svanirà come neve al sole. Anche la vendetta è tra le cose facili da cogliere al volo, avere rancore verso qualcuno è facilissimo perché ci sentiamo giustificati "lui mi ha fatto questo, ed allora io reagisco di conseguenza". Ma quanto male facciamo a noi e agli altri? A noi perché staremo sempre con il nervoso nell'attesa di un'ulteriore reazione da parte dell'altro in una guerra senza fine. Agli altri perché dovranno assistere a musi lunghi, convivenze forzate, battutine acide e tutto in progressione attendendo lo scoppio che non tarderà ad arrivare. Con la vendetta ed il rancore si vive male.
    Il perdono ci rende liberi, ci pulisce la coscienza, ci fa stare meglio e dona pace e serenità a chi ci è vicino e ci vuole bene. Come possiamo noi, uomini e donne, chiedere perdono o aiuto per le nostre mancanze se non siamo grado di perdonare gli altri? Oppure ci sentiamo così superbi ed orgogliosi da pensare di non aver bisogno del perdono di nessuno?
    Eppure se ognuno di noi si guardasse dentro scoprirebbe mille colpe per le quali è stato perdonato dagli uomini e da Dio

  27.  

    Addì 14 giugno 2016

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico;
    ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti.
    Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani?
    E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
    Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste»

    Matteo 5,43-48

  28.  

    Amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori

    Piove su tutti

    E' bellissimo vedere i bambini giocare ed interagire fra loro perché con un po' di umiltà possiamo rivedere noi stessi, e a nostra volta imparare da loro.
    Quando bisticciano si creano delle dinamiche espulsive. Tendono ad isolare il proprio "nemico", a non rivolgergli la parola, a cercare la polemica e la lite arrivando persino alla provocazione per farlo saltare e poter litigare ancora. Il ruolo dell'adulto è quindi fondamentale per dirimere le controversie.
    Più i bambini sono piccoli e più facile è la rappacificazione. A tre, quattro anni basta dirgli di darsi la manina ed un bacino e dopo un attimo ricominciano a giocare come se nulla fosse accaduto.
    Verso i dieci, undici anni le liti sono più resistenti, ma anche in questo caso basta qualche ora per riprendere la routine quotidiana.
    Nell'adolescenza le cose si complicano e capita spesso di vedere ragazzi tenersi il muso per qualche giorno, ma poi, anche in questo caso, quasi sempre, tutto passa e si torna a ridere e scherzare insieme.
    Nell'età adulta tutto è così maledettamente complicato ed i rancori, nati magari anche per futili motivi, trasformano troppo spesso un rapporto di amore ed amicizia in odio e talvolta in violenza.
    La prima riflessione molto semplice è che dovremmo imparare dai bambini. Non pensiamo che i loro siano piccoli problemi perché nel loro cervellino in formazione quello screzio pesa tanto quanto pesa a noi un grosso dissapore con un'altra persona. La differenza è che il bambino si fida dell'adulto, si fida della persona che gli vuole bene e lo aiuta a crescere perché sa che deve crescere. L'adulto invece non si fida più di nessuno e ha la superbia di avere sempre ragione, pensando che essere adulto significhi essere arrivato al traguardo, aver imparato ogni cosa e non aver più da ascoltare chi ci dice con amore che stiamo sbagliando.
    La seconda è che osservando i bambini litigare, fare pace per poi giocare insieme serenamente, non ci viene il desiderio di impostare così anche la nostra vita? Non sarebbe bello se quando litighiamo riuscissimo a chiarirsi, a perdonarci l'un l'altro senza tenere il muso, senza rancori, senza provocazioni? Quanta serenità ci sarebbe.
    La mia mamma diceva sempre "non andare mai a letto senza aver fatto prima la pace".
    A mio avviso bravo o maturo non è chi vince, bravo non è chi sovrasta l'altro, bensì chi riesce a donare serenità a chi lo circonda. Ed allora impariamo dai bambini ad amare il nostro nemico. Questa è la vera vittoria perché avremo sconfitto i nemici più grandi, quelli che si annidano dentro noi come un tumore che ci mangia dal di dentro: la vendetta, il rancore, l'astio, l'odio.
    Smettiamola di odiare e cominciamo ad amare, ma amare veramente, amare tutti, incondizionatamente così come fa la pioggia che quando cade non guarda in faccia a nessuno e bagna tutti, dona vita a buoni e cattivi. Facciamo come fa il buon Dio nei nostri confronti che ci ama nonostante i nostri difetti ed anche noi dobbiamo amare gli altri nonostante le loro mancanze.
    Difficile? Certo, ma chi lo ha detto che la vita è facile?

  29.  

    Addì 15 giugno 2016

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli.
    Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.
    Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
    Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.
    Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
    E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.
    Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà»

    Matteo 6,1-6.16-18

  30.  

    Entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto

    Un amore segreto è il segreto dell'amore?

    A molte persone piace mettere in piazza i propri sentimenti, non è una cosa sbagliata, è la gioia che ci pervade e vorremmo comunicarlo a tutti. Ma se ci mettiamo dall'altra parte, se guardiamo che effetto ci fa quando gli altri ci raccontano nei minimi particolari il proprio rapporto d'amore, ci accorgiamo che non è poi così entusiasmante ascoltare o leggere certi dettagli.
    Ci troviamo, come spesso accade, dinanzi ad un bivio: se ne parliamo sbagliamo, se non ne parliamo sembra che non ci interessi.
    Come in tutte le situazioni la giusta soluzione sta nel mezzo, risiede nella mediazione tra i due opposti.
    Qualunque amore, sia esso per i figli, per Dio oppure per un partner deve mantenere un aspetto personale di intimità tale che solo gli interessati possano conoscere.
    Quale sia questo limite lo si deve scoprire pian piano e varia da rapporto a rapporto, ma quello che è certo è che ci debba essere.
    Immaginatevi come possa rimanerci un figlio se raccontate a tutti quello che vi ha confidato; un partner se dite ai vostri amici i particolari del vostro rapporto; il Signore se andate in giro vantandovi delle opere di bene che fate in nome suo.
    Qualunque cosa facciate per amore dell'altro, tenetelo tra voi e lui sia per non metterlo in imbarazzo, sia perché la gente non pensi che la vostra motivazione a fare del bene sia quella di essere lodati e osannati dagli altri.
    Io sono un grande chiacchierone, mi piace parlare e condividere con gli altri quello che penso e che sento, ma ci sono delle cose della mia sfera privata, dei sentimenti, delle sensazioni che nemmeno le persone a me più care e vicine sanno o sapranno mai.
    Se da un lato possa sembrare che il non parlarne significhi non avere interesse per quella persona, per Dio o per i figli, dall'altro lato è sinonimo di grande amore perché amare nel segreto vuol dire creare una parte della propria vita nella quale possa entrare solo e soltanto la persona amata, il figlio, Dio.
    E questo è sicuramente uno dei segreti dell'amore.

  31.  

    Addì 16 giugno 2016

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole.
    Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate.
    Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.
    Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.
    Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe»

    Matteo 6,7-15

  32.  

    Se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe

    La fatica di vivere

    Com'è faticoso vivere. Non scegliamo la strada più facile perché non porta mai a nulla di buono. Tra il donare ed il tenere per sé, è meglio donare perché si ricevono sorrisi e gratitudine, anche da Dio. Tra l'arrabbiarsi e lo stare calmo, è meglio mantenere la calma perché si vive in pace, anche con Dio. Tra il tenere il rancore ed il perdonare, è meglio perdonare perché saremo perdonati, anche da Dio.
    Ai bambini e ai ragazzi chiediamo sacrifici insegnando loro a prendere la strada più scomoda: studiare piuttosto che bighellonare, stare alle regole piuttosto che ribellarsi, essere educati piuttosto che maleducati.
    Eppure siamo così ipocriti che quando tocca a noi seguire la via più stretta troviamo mille scuse per prendere quella più facile.
    Ancora una volta è dai bambini che dobbiamo imparare.

  33.  

    Addì 17 giugno 2016

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano.
    Perché là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore.
    La lucerna del corpo è l'occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce; ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!»

    Matteo 6,19-23

  34.  

    Non accumulatevi tesori sulla terra

    Mio, mio, tutto mio

    Giovanni aveva ereditato un po' di denaro e faceva un lavoro molto remunerativo, si può dire che era ricco.
    Marco invece guadagnava quel tanto che bastava per vivere.
    Giovanni era avido e più aveva e più voleva, non condivideva con gli altri il suo tesoro e si beava nel vedere il suo conto corrente crescere ogni anno di più. Ed era felice.
    Marco aveva sempre il conto al confine del rosso e stava attento ad ogni spesa che faceva, ma apriva la sua casa agli amici e non negava mai uno spicciolo a chi gli tendesse la mano. Aveva però tanto da donare perché era un abile artigiano e nel suo tempo libero metteva la sua esperienza al servizio del prossimo. Ed era felice.
    Fin qui la morale sarebbe "qualunque cosa fai che ti piaccia sarai sempre felice"
    Sempre?
    Arriva una crisi economica, le borse perdono miliardi e con loro anche gli investitori colano a picco. Il lavoro scarseggia e molti beni vengono requisiti per far fronte alle necessità dello stato e delle persone che muoiono di fame.
    Giovanni perde tutto. E non è più felice.
    Marco non perde nulla. Ed è ancora felice perché ciò che gli dava gioia nessuno potrà mai portarglielo via.
    La morale adesso cambia.
    Se vogliamo essere felici non accumuliamo tesori perché non danno la felicità, per essere felici doniamo ciò che abbiamo per vedere un sorriso stampato sul volto di un vecchio morente, una rista di un bambino che non sapeva ridere, un immigrato che risorge a nuova vita con la sua famiglia, un ragazzo sbandato che impara a vivere.
    Ognuno di noi è ricco, ognuno di noi ha tantissimo da donare al prossimo.
    Non teniamo i nostri beni chiusi a chiave perché un cuore che si apre agli altri fa entrare la felicità nella nostra vita.

  35.  

    Addì 18 giugno 2016

    In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: « Nessuno può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e a mammona.
    Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito?
    Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro?
    E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita?
    E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano.
    Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro.
    Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede?
    Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?
    Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno.
    Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.
    Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà gia le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena»

    Matteo 6,24-34

  36.  

    Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo?

    Milioni di consigli

    Nella vita ci vengono dette miliardi di parole, ci vengono dati milioni di consigli, leggiamo migliaia di frasi ognuna delle quali ci propone come comportarci, sfogliamo tanti libri e in ognuno c'è un insegnamento, ma poche sono le frasi, le parole, i consigli, gli insegnamenti che veramente ci colpiscono, pochissimi quelli che diventano pietre miliari nella nostra vita.
    Un brano, poche parole, una semplice e umile constatazione mi hanno cambiato radicalmente la vita. Con la mente a volte torno indietro ripensando a quel momento, e mi domando se quella sera non avessi letto quel brano oggi dove sarei, quale sarebbe stata la mia strada, chi avrei incontrato.
    Ecco, quella sera avevo bisogno di una risposta a tanti interrogativi, e la cercavo con bramosia.
    Non sono tanto le parole che ci vengono rivolte ad essere importanti, quanto la nostra disponibilità e capacità di ascolto in quel preciso momento. Quante volte ci viene detta la stessa cosa, ma solo in un particolare momento riusciamo a capirla e farla nostra.
    Quando Dio vuole parlare con noi trova sempre il modo di farsi ascoltare.
    Non preoccuparti di cosa mangerai, gli uccelli del cielo mangiano sempre, non preoccuparti di come ti vestirai, i fiori dei campi hanno dei vestiti bellissimi.
    Da quel giorno non ho più avuto dubbi su quale dovesse essere la mia strada.

  37.  

    Addì 19 giugno 2016

    Un giorno, mentre Gesù si trovava in un luogo appartato a pregare e i discepoli erano con lui, pose loro questa domanda: «Chi sono io secondo la gente?».
    Essi risposero: «Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi profeti che è risorto».
    Allora domandò: «Ma voi chi dite che io sia?». Pietro, prendendo la parola, rispose: «Il Cristo di Dio».
    Egli allora ordinò loro severamente di non riferirlo a nessuno.
    «Il Figlio dell'uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno».
    Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.
    Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà»

    Luca 9,18-24

  38.  

    Prenda la sua croce ogni giorno

    Ogni giorno

    Quando ci succede qualcosa di doloroso non è mai una puntura che ci fa provare per un attimo un dolore e poi passa in un istante, ma è un dolore continuo e costante, in molti casi crescente, e spesso sfocia in dolori più grandi. Se la vita fosse solo questa sarebbe veramente difficile vivere. Ma ogni esistenza, per quando lastricata dalla sofferenza più terribile, è costellata di piccole gioie, di lucciole vaganti in un bosco tenebroso. Alcune di queste luci sono di breve durata e breve intensità, ma alcune di esse sono forti e potenti e ci indicano la strada maestra da seguire. Per chi ha fede il faro che illumina la via è Dio che ci dice "prendi la tua croce ogni giorno e seguimi". Coloro che sono atei hanno su questa terra molte possibilità per superare le difficoltà: i figli, i genitori, la moglie, il marito. Luci importanti, luci che fanno una direzione, ma luci che possono sbagliare e luci che possono spegnersi per la loro stessa natura umana. Prego sempre per chi non ha fede perché abbia sempre un punto di riferimento nella vita, prego anche perché possano trovare Dio affinché la speranza li possa traghettare oltre i confini del mondo e quando tutto, umanamente parlando, sarà prossimo alla fine vedano una luce che indichi loro la via per proseguire il proprio cammino con gioia anche oltre la morte

  39.  

    Addì 20 giugno 2016

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati.
    Perché osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio?
    O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell'occhio tuo c'è la trave?
    Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello»

    Matteo 7,1-5

  40.  

    Non giudicate, per non essere giudicati

    Possiamo giudicare?

    A volte pensiamo che sia giusto giudicare perché siamo nel ruolo e nella posizione di poterlo fare. Un genitore nei confronti di un bimbo, un datore di lavoro nei confronti del proprio dipendente, un anziano nei confronti di un giovane, un sacerdote nei confronti di un fedele o di un ateo.
    Niente di più sbagliato. Possiamo, e in certi casi il nostro ruolo ce lo impone, giudicare le cose che vengono fatte, ma non spetta a noi giudicare la persona che le mette in atto.
    Don Luigi diceva sempre "Giudica il peccato e non il peccatore"
    Non è un semplice gioco di parole, ma è qualcosa di assolutamente sostanziale.
    Se una persona uccide io posso e devo condannare l'omicidio, ma non posso giudicare la persona, emettere su di lui un giudizio. Non spetta a me.
    Il mito della caverna di Platone ci viene in aiuto per capire meglio.
    Se un bambino nasce in una caverna e vede sempre e solo le ombre penserà che quelle siano la realtà.
    Così è per quei bambini che nascono in famiglie e ambienti dove venga loro insegnato che per sopravvivere bisogna rubare, uccidere è la cosa giusta da fare per difendere i propri diritti, un poliziotto è solo un soldato dell'esercito avversario da combattere con ogni mezzo. Se abbiamo una certa cultura sappiamo che questi sono principi sbagliati, ma chi è convinto sia la cosa giusta da fare, secondo i suoi criteri, non sta sbagliando.
    Altro esempio. Alcuni atei giudicano coloro che hanno fede come ingenui e stupidi. Ma davvero si può pensare che Papa Francesco o Madre Teresa siano dei sempliciotti che credono alle favole?
    Ognuno ha la sua cultura, i suoi trascorsi, il suo percorso fatto e da fare. Come possiamo sapere noi se colui che ha ucciso la moglie o il proprio figlio fosse in grado di capire cosa stesse facendo, oppure se nella sua testa fosse la cosa giusta da fare? Dargli una punizione è giusto per dargli il tempo di capire e farsi aiutare, ma parimenti bisogna amarlo perché è come una persona malata che deve essere curata e l'unguento migliore è l'amore, non la vendetta o l'odio.
    Qualcuno penserà si tratti di utopia o di cosa insensata, ma se ci riflettete vedrete che che così non è.
    Se giudico una persona in maniera negativa, se penso che non possa essere recuperata, se gli trasmetto il mio odio e gli grido parole di vendetta, cosa ottengo? Lo faccio arrabbiare sempre più, fomento il suo odio, gratifico la sua parte cattiva e alimento il rancore. In pratica peggioro la situazione.
    Se invece non giudico chi commette qualcosa contro di me, ma mi limito a giudicare le sue azioni lasciando a Dio il compito di valutare la persona, riservandomi però il compito di starle vicino, di farle vedere che rispondo al suo odio verso di me con amore, ho qualche speranza di farlo ragionare, di guarirlo, di recuperarlo ad una vita civile.
    Mi preoccupo molto quando sento dire "lo metterei in galera e butterei via la chiave" perché un mondo che giudica è un mondo dove non c'è posto per l'amore, per il perdono, per la ricerca di un quieto vivere.
    E poi come si può giudicare gli altri quando siamo noi i primi a sbagliare ogni giorno?
    Con quale coraggio puntiamo il dito verso il prossimo se non riusciamo nemmeno a guardarci dentro davanti allo specchio?

  41.  

    Addì 21 giugno 2016

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: " Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.
    Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti.
    Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!"

    Matteo 7,6.12-14

  42.  

    Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci

    Cani e gatti, si è passato il segno

    2000 milioni di Euro. Questa la cifra che gli italiani spendevano nel 2014, sicuramente aumentata perché questa è la tendenza negli ultimi anni, per gli animali domestici. Anche noi abbiamo un cane ed un gatto, sono terapeutici per i bambini e per gli anziani, fanno piacere a tutti. Ma si è passato il limite. Abitini, collari, guinzagli, accessori e cappottini; regalo di Natale e di compleanno: palline per gatto, finti topolini, osso rosa o azzurro con il nome inciso sopra; c'è persino la tele canina, i consigli del nutrizionista per animali obesi, lo psicologo e la spa per cani e gatti. Questo è ben al di là di avere un animale da compagnia, questo è trattarlo meglio di come si trattano gli esseri umani, i bambini in particolare.
    Quanti bambini potremmo aiutare investendo almeno una parte di quei due miliardi nell'essere umano piuttosto che nei cani e nei gatti?
    Troppo spesso, come ricordava Papa Francesco nell'udienza del 14 maggio 2016, ci si commuove per un animalino abbandonato, ma non proviamo nulla per una persona ai margini della strada.
    “Quante volte vediamo gente tanto attaccata ai gatti ai cani, e poi lasciano senza aiuto la fame del vicino e della vicina? No, per favore no” (Papa Francesco)
    “Provare pietà equivale a condividere la tristezza di chi si incontra, ma nello stesso tempo a operare in prima persona per trasformarla in gioia" (Papa Francesco)
    Tanto di cappello a chi prova pietà, in senso di condivisione e aiuto, sia verso gli animali che verso gli uomini, ma chi stima gli animali degni di essere aiutati, mentre non prova nessuna pietà verso le sofferenze dei fratelli auguro che capisca il grave errore che sta commettendo, e magari anziché comprare un cappottino per cani, di cui un animale non ha certo bisogno, compri un panino a chi non mangia regolarmente tutti i giorni.

  43.  

    Addì 22 giugno 2016

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci.
    Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi?
    Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni.
    Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco.
    Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere»

    Matteo 7,15-20

  44.  

    Guardatevi dai falsi profeti

    Il gatto e la volpe

    Collodi raccontava l'incontro di Pinocchio con il gatto e la volpe, due furboni che hanno portato il bambino burattino su una cattiva strada facendogli credere che la via indicata da Babbo Geppetto, piena di regole e di precetti, fosse quella sbagliata, e Pinocchio, abbagliato dalla visione della vita descritta dai due, è finito su un brutto sentiero passando i suoi guai.
    Il serpente nel Paradiso disse ad Eva di cogliere la mela dell'albero proibito facendole credere che Dio ne fosse geloso.
    Storie e favole che raccontano la nostra vita di tutti i giorni.
    C'è sempre qualcuno infatti che prova a traviarci per un proprio tornaconto personale a partire da quando siamo bambini e qualche mostro in cerca di una vittima ci offre qualche caramella dicendo che papà e mamma sono andati via, oppure appena maggiorenni ci ingannano facendoci credere quello che vogliono, o da anziani ci parlano male dei figli solo per accaparrarsi l'eredità.
    C'è un filo comune, due chiave di lettura che dovrebbero indurci a sospettare che quella persona, tanto bella e suadente, affascinante, ben vestita e con una parlantina da oratore ci sta ingannando. Sono una strada promessa facile e senza ostacoli, ed il parlar male delle persone che ci vogliono bene.
    Anche l'adulto cade nei trabocchetti delle persone furbe, ma i ragazzi sono le vittime più facili da adescare perché idealiste, ancora non conoscitori della vita e delle sue insidie. E' per questo che è importante, sin da piccoli, farli capire che la vita è dura, e chi dice il contrario è un bugiardo e un traditore, una cattiva compagnia che ha un solo interesse, il proprio.
    Ragazzi dubitate chi vi parla male dei vostri genitori, o di chi ne fa le veci, facendo leva sui vostri sogni ed ambizioni. Chi vi ama vi sta insegnando la via per costruire una casa sulla roccia. Forse una casa modesta, piccola e non propriamente in un luogo da favola, ma una casa che vi darà sempre riparo. Chi vi inganna vi promette ville e castelli, macchine e partner bellissimi, risate e divertimento ogni istante della vostra esistenza, ma saranno ville costruite sulla sabbia che crolleranno al primo soffio di vento. E nella vita ci saranno tante bufere da affrontare.
    I miei genitori non mi capiscono, devo andare a scuola e non mi piace, devo svegliarmi la mattina presto per cercarmi un lavoro, devo rinunciare a stare con i miei amici per studiare o fare il mio dovere.
    Arriva il bello o la bella di turno e ci convince di esserci amico, ci da ragione su tutto, ci parla male dei genitori, ci mostra le gioie della vita, ci offre uno spinello e poi qualcosa di più pesante, ci chiede soldi e se non li abbiamo ci induce a procurarceli in qualsiasi modo.
    Ed un giorno ci svegliamo soli, impauriti, in un angolo di una strada buia, lontani dai nostri affetti più cari. In pochi tra questi hanno la forza ed il coraggio di rialzarsi e fare un passo indietro perché è tanto difficile e faticoso rialzarsi.
    Non date retta a chi vi parla male di chi vi vuole bene, è certamente una persona pericolosa da tenere fuori dalla vostra vita.

  45.  

    Addì 23 giugno 2016

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
    Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome?
    Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità.
    Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia.
    Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia.
    Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia.
    Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande».
    Quando Gesù ebbe finito questi discorsi, le folle restarono stupite del suo insegnamento:
    egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità e non come i loro scribi.

    Matteo 7,21-29

  46.  

    Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia

    Date nutrimento ai vostri figli?

    Non è facile riuscire a capire quale sia la strada giusta da prendere ci sono delle cose che si capiscono meglio di altre ma non sempre quando ci vengono fatte delle proposte riusciamo a distinguere se siano da seguire oppure no e si tende a fare, nell'indecisione, la cosa che in quel momento più ci aggrada, agendo d'impulso, rischiando spesso di sbagliare. Chi ci mette fretta, chi vuole che prendiamo una decisione nell'immediato, vuole impedirci di ragionare, di riflettere, e questo è un altro segno che ci indica che quella persona non vuole il nostro bene, ma il suo.
    Con l'aiuto dei nostri genitori e delle persone che ci vogliono bene dobbiamo fare una lista dei principi e dei valori dai quali non dobbiamo discostarci. Chi ha fede vede nel Vangelo un vademecum di vita, la lista dei principi da seguire. Chi non ha fede può crearsi dei suoi principi sulla base di una morale comune, oppure leggere altri libri di filosofi che indichino il modo migliore per vivere. Credo comunque che il Vangelo sia un buon libro anche per chi non abbia fede, e leggerlo non porterà certamente a detrimento, anzi sarà l'opportunità per avere un diverso punto di vista, a prescindere che si possa credere che Gesù è Figlio di Dio o meno. Da tanti anni con i miei ragazzi leggiamo e commentiamo ogni sera un pezzetto del Vangelo. Chiedo loro di trovare in esso una frase che li abbia colpiti e insieme la commentiamo. Vengono fuori delle belle riunioni nelle quali parliamo di valori e principi comuni a cristiani, atei, musulmani o altre religioni. Non basta, cari genitori, parlare ogni tanto con i vostri figli, occorre farlo in maniera costante, continuativa, anche martellante se vogliamo, ma il dialogo è alla base di tutto. Prendete il Vangelo, oppure un altro libro, ma create una sorta di impegno giornaliero per poter parlare di tutti gli argomenti di cui ragazzi, specie nell'adolescenza, hanno bisogno, e talvolta desiderio, di discutere. Non date loro da mangiare soltanto il cibo, date loro anche tante parole cariche di valori come nutrimento, perché per crescere hanno bisogno dell'une e delle altre. Abituateli sin da piccoli, trovate le parole giuste per i loro giovani cuori, inventatevi delle scenette, fate loro vedere dei filmati, ma non rinunciate a questo ruolo importante per stanchezza perché il vostro primo impegno devono essere i vostri figli. Se demanderete ad altri la loro educazione non lamentatevi in futuro se seguiranno chi abbia voluto e trovato il tempo di ascoltarli.

  47.  

    Addì 24 giugno 2016

    Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio.
    I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva esaltato in lei la sua misericordia, e si rallegravano con lei.
    All'ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria.
    Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni».
    Le dissero: «Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
    Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse.
    Egli chiese una tavoletta, e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati.
    In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.
    Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose.
    Coloro che le udivano, le serbavano in cuor loro: «Che sarà mai questo bambino?» si dicevano. Davvero la mano del Signore stava con lui.
    Il fanciullo cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.

    Luca 1,57-66.80

  48.  

    Coloro che le udivano, le serbavano in cuor loro

    Semi nelle tasche

    Cosa diamo ai nostri ragazzi? Cose materiali? Certo, necessarie per vivere, ma poi finiscono. Valori e principi? Anche, ma quanti di questi non li capiscono o si lasciano scivolare addosso? E allora cosa diamo noi genitori, noi insegnanti, noi educatori ai nostri ragazzi? Cosa mettiamo nelle loro tasche da portarsi dietro per il resto della vita? Quando facciamo un viaggio mettiamo in valigia solo le cose essenziali. Cosa sono allora le cose fondamentali che dovremmo dare ai nostri figli per il loro futuro? Qualcosa di importante che sia leggera e possano usarla quando abbiano il desiderio o la necessità di farlo.
    Ecco, possiamo donare loro dei semi. Dei piccoli, leggerissimi semi che così come sono non hanno nessun potere, ma racchiudono dentro sé una forza incredibile. Da un seme nasce una pianta che può sfamare e creare moltissimi altri semi da donare a tutti coloro che incontriamo. Non dobbiamo imporre loro i nostri principi, dobbiamo proporglieli, saranno loro ad usarli se e quando lo riterranno opportuno.

  49.  

    Addì 25 giugno 2016

    In quel tempo, entrato Gesù in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava:
    «Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente».
    Gesù gli rispose: «Io verrò e lo curerò».
    Ma il centurione riprese: «Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito.
    Perché anch'io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e dico a uno: Fà questo, ed egli lo fa».
    All'udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: «In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande.
    Ora vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».
    mentre i figli del regno saranno cacciati fuori nelle tenebre, ove sarà pianto e stridore di denti».
    E Gesù disse al centurione: «Và, e sia fatto secondo la tua fede». In quell'istante il servo guarì.
    Entrato Gesù nella casa di Pietro, vide la suocera di lui che giaceva a letto con la febbre.
    Le toccò la mano e la febbre scomparve; poi essa si alzò e si mise a servirlo.
    Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la sua parola e guarì tutti i malati,
    perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: Egli ha preso le nostre infermità e si è addossato le nostre malattie.

    Matteo 8,5-17

  50.  

    Molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli

    Atei, fratelli miei

    Vi sarà certamente capitato di ospitare in casa amici dei vostri figli, e per quanto l'amore di un padre o di una madre possa essere grande, avrete talvolta provato un moto di gioia nell'osservare il loro modo di fare e di ragionare, nell'ascoltare i pensieri sul futuro e sui principi. Qualche volta li avrete anche portati ad esempio con i vostri figli per insegnare loro a comportarsi.
    Ho amici atei con meravigliosi valori e vite da prendere come esempi, mentre a volte in chiesa trovi quello che non risponde nemmeno al saluto. Entrare nel regno di Dio non è prerogativa di chi sia stato battezzato o abbia frequentato la Chiesa con impegno assiduo e costante. Chiunque può piacere al Padre, il musulmano tanto quanto l'ateo, il peccatore pentito come la prostituta ravveduta. Chiunque metta in pratica gli insegnamenti del Vangelo entrerà in Paradiso ed avrà il Signore vicino per tutta la vita. Coloro invece che si sentono forti perché nati in famiglie cattoliche, per avere l'amicizia con alti prelati, per avere un ruolo nella Chiesa talvolta pensano di avere già un posto prenotato a loro nome alla tavola di Dio. Quanto si sbagliano. Se leggessero attentamente il Vangelo venderebbero che Gesù stesso li mette in guardia "E molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori nelle tenebre, ove sarà pianto e stridore di denti".
    Nelle riunioni che facciamo alla sera con i ragazzi quelli più attenti e assetati di conoscere i valori insiti nel Vangelo sono proprio coloro ai quali nessuno aveva mai insegnato certi principi, ed è bellissimo vedere che sono una forza trainante, un esempio per gli altri.