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    • CommentAuthorpindam
    • CommentTime21 May 2015
     

    Salve,
    io e mia moglie abbiamo un bimbo in affido "temporaneo" ormai da 5 anni. Il tribunale ha valutato che non ci sono i presupposti per il rientro del minore in famiglia pertanto la scorsa settimana ci ha proposto l'affido sine die o l'adozione mite. Alla nostra richiesta di spiegazioni in merito alle due proposte avanzate il giudice onorario che ci ha convocato non ha dato alcuna risposta divagando su altri argomenti portando il discorso sul piano sentimentale. Abbiamo cercato la legge che regolamenta queste due proposte avanzate dal tribunale ma non siamo riusciti a trovare nulla in merito se non molti siti che parlano di questo senza fare alcun riferimento a norme o leggi. Ci siamo fatti l'idea che, come sempre in Italia, la legge parla di altro e che i tribunali hanno la libertà di inventarsi delle nuove formule (come l'affido sine die o l'adozione mite) al fine di velocizzare (per modo di dire) la chiusura delle pratiche.
    Sapreste aiutarci a trovare la legge? Abbiamo tempo un mese per dare una risposta al tribunale.
    Cordialità

  1.  

    Buongiorno, non c'è nessuna legge che parli di affido die o adozione mite. Il termine "sine die" legato all'affido fu inventato dal presidente del tribunale dei minori di Bari, e venne investito da diverse critiche. In realtà era un argomento tabù, ed in parte lo è tuttora, ma questo giudice non aveva fatto altro che parlare apertamente di una consuetudine ormai diffusa e, a mio avviso, giusta e inaggirabile. Allorquando si fa un progetto di affido è pressoché impossibile stabilire quando potrà finire perché dipende da decine di cause e concause, dall'evolversi dei rapporti, dalla strada che il bambino prenderà, dai suoi legittimi volere specie in età adolescenziale. Per il codice civile il giudice ha il potere di mettere in atto qualsiasi forma di tutela per il bene e nell'interesse del minore. Nel caso in cui un bambino non possa o non voglia più rientrare in casa, cosa di dovrebbe fare? Si potrebbe pensare all'adozione ed è ovvio che, qualora ci siano i presupposti, si pensi alle persone che sono state per lui significative affettivamente nell'ultimo suo periodo di vita; se non fossero disponibili si pensa all'adozione, ma quando un bambino è grandicello è quasi impossibile trovare una coppia disposta ad accoglierlo, così va ad ingrossare le fila di coloro che entrano nelle comunità in attesa dei diciotto o ventuno anni con la speranza di essere abbastanza uomini o donne per affrontare la vita. Personalmente ho accolto circa cinquanta ragazzi in affido in ventotto anni e la maggior parte di loro è andata via da noi quando si è sentita pronta a farlo, chi a ventiquattro, chi a diciannove, chi a diciotto anni nell'ottica dell'affido sine die per amore loro.