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  1.  

    Addì 4 ottobre 2014

    In quel tempo Gesù disse: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli.
    Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te.
    Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare».
    Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò.
    Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime.
    Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero»

    Matteo 11,25-30

  2.  

    Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò

    In quale quadro vorreste entrare?

    Oggi più che mai sentiamo forte il peso di una vita difficile da sostenere. Ogni tanto mi fermo a guardare le vecchie foto o le stampe del settecento e dell'ottocento, quando in campagna si arava con i buoi, la televisione non esisteva, le macchine o gli aerei non erano ancora state inventate, inquinamento ed ozono erano parole sconosciute, quando si andava alle secche lontane dalla costa a pescare a remi, si nuotava o si correva per ore, quando lo sport era agonismo e non esistevano sponsor miliardari, quando a scuola si insegnava veramente e chi non sapeva andava a fare l'operaio o il contadino. Il prezzo che pagavano i nostri avi erano le malattie, la povertà estrema, la non tutela di tanti diritti, la grande difficoltà nel viaggiare, ma se potessi entrare in uno di quei quadri lo farei subito. Sceglierei quello raffigurante la costa, con le barche a remi e vela issate a riva con le corde da marinai forzuti quando arrivava il mare forte. Sceglierei la solidarietà, quel sentimento che faceva unire gli uomini nelle difficoltà, che faceva accogliere un bambino quando venivano a mancare i genitori, che faceva mettere tutto in comune. Forse sarei morto a trenta o quaranta anni, ma se guardo a oggi abbiamo le medicine, ma gli scandali sulla sanità sono all'ordine del giorno. Abbiamo la tecnologia, ma quanti ragazzi si perdono per colpa sua? Abbiamo macchine ed aerei, ma quanto smog produciamo? Le guerre c'erano prima e ci sono adesso, ma almeno si combatteva con onore, si accudivano i feriti, si lasciava il tempo al nemico di seppellire i propri morti. Oggi si sganciano bombe premendo un pulsante e considerando le vittime civili come necessarie al raggiungimento dell'obiettivo. Non sono uno che vive di sogni, lo so bene che ogni quadro ha le sue difficoltà, ma oggi veramente siamo ad un livello pazzesco, non c'è cosa che non implichi tonnellate di burocrazia, gli imbrogli sono sempre in agguato, non ci si fida più di nessuno, nemmeno del vicino di casa, se facciamo un sorriso a qualcuno per la strada ci scambiano per maniaci o truffatori, una carezza ad un bimbo poi è vista con il sospetto della pedofilia. Penso che ognuno di noi dovrebbe prendere colori e pennelli e ridipingere sulla tela della propria vita un quadro di speranza.
    Come è il mondo? Ci piace questo quadro? Cambiarlo possiamo, forse non tutto e non certo da soli, ma cominciamo noi per primi, stimoliamo gli altri con le parole e l'esempio, non mettiamoci a filmare una persona in difficoltà ma aiutiamola, non limitiamoci a guardare ma rimbocchiamoci le maniche per risollevare le sorti di chi stia soffrendo. Nel mio quadro ho messo Dio, non ho dipinto il suo volto, ma la vivacità dei colori è l'immagine che ho del Signore, la sua presenza in mezzo a noi. Lasciate che la luce riempia i vostri quadri, lasciatela entrare nei vostri cuori affaticati e oppressi e vedrete che grande alimento si rivelerà, capace di dare sostegno alla vostra vita. Non possiamo cambiare tutto, ma qualcosa si, cominciamo a ridipingere la nostra vita e renderemo quella degli altri migliore ed il mondo un luogo più accogliente per i nostri figli.

  3.  

    Addì 5 ottobre 2014

    In quel tempo, Gesù disse ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un'altra parabola: C'era un padrone che piantò una vigna e la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, poi l'affidò a dei vignaioli e se ne andò.
    Quando fu il tempo dei frutti, mandò i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto.
    Ma quei vignaioli presero i servi e uno lo bastonarono, l'altro lo uccisero, l'altro lo lapidarono.
    Di nuovo mandò altri servi più numerosi dei primi, ma quelli si comportarono nello stesso modo.
    Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio!
    Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l'erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l'eredità.
    E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l'uccisero.
    Quando dunque verrà il padrone della vigna che farà a quei vignaioli? ».
    Gli rispondono: «Farà morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo».
    E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d'angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri?
    Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare»

    Matteo 21,33-43

  4.  

    Vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare

    Vi avanza mica una casa?

    Vi faccio una domanda. Se un giorno aveste una casa che non utilizzate e nella vostra generosità decideste di prestarla ad una famiglia che vive per la strada, pagaste pure le bollette e dareste loro da mangiare, ma in cambio chiedereste che la mantenessero pulita e in ordine, ma un giorno vi accorgeste che nella casa regna il disordine, la sporcizia, la mancanza di manutenzione, cosa fareste? E se dopo aver brontolato queste persone la situazione non cambiasse, cosa fareste allora? Io li manderei via e metterei al loro posto un'altra famiglia perché la prima ha avuto la sua occasione di risollevarsi da una brutta situazione ma non ha saputo apprezzare il dono ricevuto.
    Se vi capita un'occasione, non sprecatela, se qualcuno vi tende la mano non cercate di avere di più ed impegnatevi per rispettare le regole ed i principi di chi vi abbia accolto.

  5.  

    Addì 6 ottobre 2014

    In quel tempo, un dottore della legge si alzò per metter alla prova Gesù: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?».
    Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?».
    Costui rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso».
    E Gesù: «Hai risposto bene; fa' questo e vivrai».
    Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?».
    Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto.
    Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte.
    Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre.
    Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione.
    Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.
    Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno.
    Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?».
    Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' lo stesso»

    Luca 10,25-37

  6.  

    Amerai il prossimo tuo come te stesso

    Chi volete aiutare?

    Una domanda semplice che coloro che hanno un po' di coscienza e di senso civico almeno una volta nella vita si fanno è "chi possiamo aiutare"
    A domanda semplice, risposta semplice "va aiutato chi ha bisogno di aiuto", ovverosia tutti. Ditemi voi se non vi è mai capitata una situazione nella quale da soli non avreste potuto farcela, bisognosi di un sostegno morale, di una buona parola, di un prestito, di un lavoro, di un letto per qualche giorno. Ecco, molto semplice, tutti possono aiutare tutti. Un bambino con il suo sorriso può dare luce ad un genitore sconsolato, un adulto può regalare un abbraccio all'adolescente alle prese con la sua prima delusione d'amore, un mazzo di fiori portato a casa dal marito può risollevare il morale della moglie restata tutto il giorno in casa a preparare da mangiare e a pulire, un professore può incoraggiare l'alunno che ha preso un brutto voto, ognuno di noi può asciugare le lacrime di chi soffre, tutti possiamo accogliere chi ha freddo nel proprio cuore. Ogni attenzione, ogni bicchier d'acqua magari è solo una goccia nell'oceano, magari a noi sembrerà poca cosa, magari non servirà a risolvere una situazione, ma quanto bene fa un sms, una telefonata, un sorriso, una parola di conforto.
    Chi dobbiamo aiutare? Semplice, il nostro prossimo

  7.  

    Addì 7 ottobre 2014

    In quel tempo, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa.
    Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: «Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti».
    Ma Gesù le rispose: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta»

    Luca 10,38-42

  8.  

    Una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa

    Cosa fai oggi?

    Quanti modi conoscete per accogliere una persona? Cosa fate quando vi arriva un ospite, una persona a cui tenete? Penso che sarebbe giusto cercare di capire cosa faccia piacere a quella persona. Pensate a quando volete fare un dono ad un amico caro, cosa scegliete, qualcosa che piaccia a voi o qualcosa che faccia piacere a lui? Spesso ci capita di prendere un oggetto a noi gradito, magari convinti che all'amico possa piacere, ma siamo sicuri?
    Così è nell'accoglienza, ci diamo da fare, ci prodighiamo in mille meritevoli attività per farlo star bene, ma non ci accorgiamo che vorrebbe solo averci vicino, godere della nostra presenza, ascoltare i nostri racconti e narrarci i suoi.
    Paradossalmente capita spesso che maggiormente teniamo al nostro ospite e maggiori sono le preoccupazioni di fargli trovare una casa pulita, i tappeti scossi, i vetri perfettamente trasparenti, una cena con antipasto, tre primi, due secondi. Niente di male se tutto restasse nell'alveo dei preparativi, prima della sua visita, ma immancabilmente qualcosa non è mai pronto al suo arrivo e capita di restare in cucina a preparare mentre lui aspetta e interloquisce con altri, di non essere a tavola quando si mangia perché una pentola o il forno ci chiamano, ci diamo insomma tanto da fare per il nostro ospite che alla fine lui va via e non siamo riusciti a scambiarci due parole di seguito, tanto che possa essersi sentito trascurato.
    Quando accogliamo diamo in dono alla persona che viene a trovarci quello che possiamo ma con un occhio di riguardo a ciò che a lui farebbe maggiormente piacere

  9.  

    Addì 8 ottobre 2014

    Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».
    Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore, e non ci indurre in tentazione»

    Luca 11,1-4

  10.  

    Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome

    Padre Nostro per atei

    Anche il più ateo degli atei, almeno qui in Italia, conosce ho ha sentito parlare della preghiera del Padre Nostro. Gesù, al di là che una persona possa crederlo o meno Figlio di Dio, parlava a tutti, atei e credenti, ebrei e samaritani e quando una persona ci parla, e Gesù continua a farlo attraverso il Vangelo, attraverso coloro che in lui credono, è cosa buona ascoltarla perché nulla ci può portare via, semmai aggiunge qualcosa alla nostra vita.
    Con il Padre Nostro ha voluto far capire al mondo come essere religiosi o non esserlo non ha nulla a vedere con il tenere un certo comportamento. Già nella parabola del buon samaritano fa vedere come coloro che hanno fede spesso non seguano certi valori, spesso perseguiti proprio da chi invece dice di non avere fede, infatti fu un samaritano a soccorrere il poveraccio caduto sotto le bastonate dei briganti e non un sacerdote o un levita, fedeli per antonomasia.
    Sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno. Il regno di Dio è il Paradiso, la perfezione, il luogo ove il leone gioca con l'antilope, dove scorrono fiumi di latte e miele e dove il bambino può giocare liberamente con il serpente. Quale ateo non vorrebbe la pace nel mondo, un'esistenza perfetta? Quindi anche l'ateo potrebbe tranquillamente invocare l'arrivo di un Regno ove ci sia pace assoluta e tutti abbiano ciò che necessita loro per vivere.
    Dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano. Quale ateo non vorrebbe vedere che tutti abbiano il cibo, la possibilità per ciascuno di non essere costretto ad emigrare?
    Perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore. Ognuno di noi ha sulla coscienza qualche peccato, piccolo o grande e con il passare degli anni i peccati, le cose fatte male di cui possiamo vergognarci, ci pesano sulle spalle. Chi non vorrebbe che qualcuno dicesse loro "ok, cancellato tutto, come non fatto" e Gesù ci da la ricetta, ci dice come fare per scrollarci di dosso i nostri peccati: tu perdona gli altri ed i tuoi peccati si scioglieranno come neve al sole. Anche gli atei condividono l'idea che se io do una carezza a te, tu sia maggiormente predisposto a darne una a me. Se oggi non accade è perché forse siamo i primi a non voler perdonare gli altri, e come possiamo pretendere che gli altri perdonino noi?
    E non ci indurre in tentazione. Quante volte siamo chiamati a sbagliare dal mondo esterno, quante volte la nostra ribellione, la rabbia, la cattiveria, un cattivo comportamento derivano da una tentazione, da un atteggiamento del nostro vicino di casa. A quale ateo non piacerebbe un mondo ove non ci siano le tentazioni e la possibilità di sbagliare sarebbe di gran lunga ridotta?
    I più elastici in politica ritengono che fra due schieramenti opposti si possano trovare dei punti di accordo, dei valori in comune da perseguire.
    Atei e credenti in Dio possono unirsi in un'invocazione comune, ognuno penserà nel pronunciarla alla sua fonte personale di ispirazione, i credenti penseranno a Dio e gli atei alla natura, al domani, ma entrambi potremmo alzare la nostra voce per avere un mondo migliore, da mangiare per tutti, il perdono quando sbagliamo e non avere tentazioni che ci portino a compiere qualche errore.
    Non bastano le parole, bisogna anche rimboccarsi le maniche per avere un mondo migliore.
    La mia città, Livorno, non è proprio una città a prevalenza cattolica, ma devo dire che in tante persone, pur professando la mia Fede, ho trovato tanta solidarietà anche e sopratutto proprio in coloro che non credono in Dio, sintomo che questa unione di cuori, questa comunione di interessi va al di là delle parole.

  11.  

    Addì 9 ottobre 2014

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; e se quegli dall'interno gli risponde: Non m'importunare, la porta è già chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli; vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza.
    Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto.
    Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto.
    Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe?
    O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione?
    Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!»

    Luca 11,5-13

  12.  

    Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto

    Chiedere per ottenere

    Il detto "chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto" sembra anacronistico oggi che il lavoro non si trova, la gente è sempre più egoista, il denaro scarseggia, la diffidenza regna sovrana, eppure non è così.
    Non avete idea di quanta brava gente trovo sul mio percorso di associazione. E' vero che c'è la paura dell'altro, ma se ti poni nel mondo giusto apri anche i portoni più duri e reticenti; è vero che ci sono pochi soldi, ma le persone se adeguatamente stimolate hanno sempre una qualche risorsa da tirare fuori dal cilindro; è vero che non c'è lavoro ma qualcosa da fare lo possiamo sempre trovare; è vero che c'è egoismo, ma perché la gente ha paura ad essere altruista, teme di perdere qualcosa, ma basta far vedere loro quanto sia bello e arricchente poter donare una parte di sé ed investirla nel futuro di altri. Basta pensare ai genitori, mica tutti sono generosi ed altruisti, eppure quasi tutti darebbero la propria vita e tutto il proprio denaro per salvare il proprio figlio. Sapete qual'è il trucco per far sì che le persone allentino le corde non tanto della borsa, quanto del proprio cuore, e inizino a donare parti importanti di sé, è far vedere loro che tutti coloro che hanno bisogno come gli emigrati, i senzatetto, i bambini maltrattati, gli anziani, i malati sono tutti figli nostri, sono tutte persone che, come i nostri bambini, dipendono da noi in tutto e per tutto, hanno bisogno di imparare a lavarsi, di mangiare, di avere una casa, una parola gentile. Non fate forse così con i vostri figli naturali?

  13.  

    Addì 10 ottobre 2014

    In quel tempo, dopo che Gesù ebbe sciaccato un demomio, alcuni dissero: «E' in nome di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni».
    Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
    Egli, conoscendo i loro pensieri, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull'altra.
    Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl.
    Ma se io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl, i vostri discepoli in nome di chi li scacciano? Perciò essi stessi saranno i vostri giudici.
    Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio.
    Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro.
    Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via l'armatura nella quale confidava e ne distribuisce il bottino.
    Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde.
    Quando lo spirito immondo esce dall'uomo, si aggira per luoghi aridi in cerca di riposo e, non trovandone, dice: Ritornerò nella mia casa da cui sono uscito.
    Venuto, la trova spazzata e adorna.
    Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui ed essi entrano e vi alloggiano e la condizione finale di quell'uomo diventa peggiore della prima»

    Luca 11,15-26

  14.  

    Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo

    SaRto Dio

    Se Dio scendesse dal cielo su una nube, alitasse su di noi e sparissero tutte le malattie, facesse cessare ogni forma di violenza, desse da mangiare a tutti senza bisogno di dover lavorare, allora tutti crederebbero in lui.
    Come siamo ciechi a volte, chiediamo segni dal cielo e non ci accorgiamo che Dio non è uno spazzino che interviene se chiamato a ripulire il mondo dalle nefandezze che noi uomini ogni giorno facciamo in modo di creare ed alimentare, ma è un sarto.
    Ci cuce addosso un vestito e se noi accettiamo di essere vestiti da lui e stiamo fermi all'inizio mentre ci prende le misure, quando l'abito sarà pronto ci muoveremo bene nel mondo ed ogni giorno ci verranno donati e rinnovati tanti bellissimi accessori. L'abito però ha un costo, tale che in molti preferiscono andare a giro nudi o con vestiti laceri pur di non dover pagare. Il tessuto infatti con il quale è stato fatto è un po' pesante e ci sono momenti in cui ci fa sudare e faticare non poco, ma accettandolo avremo sempre il sarto pronto a riprendere le pieghe che non tornano, ad adattarlo alle misure che cambiano con l'età, a rinnovare i bottoni che si rompono. Vedremo allora coloro che non hanno accettato questo vestito inizialmente rincorrere le farfalle, agire spensierati, divertirsi dalla mattina alla sera senza pensare ai propri doveri di uomo e di donna, ma poi li supereremo osservando la loro tristezza quando il momento della festa finisce e inizia il periodo del declino fisico in cui c'è bisogno di avere un po' di ristoro e la speranza di un futuro che vada oltre la vita terrena. Il buon Sarto non cuce abiti solo su coloro che credono in lui, ma su tutti coloro che si lasceranno vestire. Quest'abito non è la Fede, sono i buoni principi che ognuno dovrebbe avere, che spesso ci pesa il doverli rispettare, ma quello è l'unico indumento che potrà tapparci dal sole e dalle intemperie che nella vita incontreremo, l'unico per ogni stagione e per ogni situazione.

  15.  

    Addì 11 ottobre 2014

    In quel tempo, mentre diceva questo, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e disse: «Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!».
    Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!»

    Luca 11,27-28

  16.  

    Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!

    Non ho avuto nulla e ho avuto tutto

    Ogni sera con i ragazzi affrontiamo un argomento diverso, ci sono giorni in cui la stanchezza è tanta, molti i pensieri e le nostre riunioni devono essere tirate con la fune perché nessuno ha voglia di aprire bocca e condividere ciò che ha dentro, ma ci sono altri giorni, ed ieri è stato uno di questi, in cui il cuore si riempie di gioia da un lato perché c'è un desiderio enorme da parte di tutti di parlare, e dall'altro perché le cose che i ragazzi tirano fuori dal cuore sono di una bellezza disarmante permettendoci di capire quale bellissima casa stiano costruendo nella loro anima.
    Ieri parlavamo del chiedere, dell'egoismo nel rispondere da parte della gente, delle motivazioni che portano le persone a essere chiuse verso gli altri, ed uno dei bimbi - a Livorno sono tutti bimbi, anche quando hanno trent'anni - ha detto questo riportando una frase letta e commentata con uno dei fratelli "Ho chiesto un lavoro e sono rimasto disoccupato, ho chiesto la salute ed ho passato la mia vita in ospedale, ho chiesto una famiglia e sono stato sempre solo. Alla fine non ho avuto nulla di ciò che ho chiesto, ma ho ottenuto molto più di quello che volevo".
    Sarà Dio a giudicare la loro fede, ma una cosa è certa, sono orgoglioso dei miei ragazzi, del cammino che, tra alti e bassi, stanno facendo, della strada imboccata, dei valori e principi che hanno e portano avanti senza timore del giudizio degli altri, della costanza che mettono nel perseguirli, nella forza di rialzarsi dopo ogni caduta, del coraggio di affrontare la vita, della fiducia in coloro che gli vogliono bene.

  17.  

    Addì 12 ottobre 2014

    In quel tempo, rispondendo Gesù riprese a parlare in parabole ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo e disse:
    «Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio.
    Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire.
    Di nuovo mandò altri servi a dire: Ecco ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono gia macellati e tutto è pronto; venite alle nozze.
    Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari;
    altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero.
    Allora il re si indignò e, mandate le sue truppe, uccise quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.
    Poi disse ai suoi servi: Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni;
    andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze.
    Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali.
    Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l'abito nuziale,
    gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz'abito nuziale? Ed egli ammutolì.
    Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.
    Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti»

    Matteo 22,1-14

  18.  

    Ma questi non vollero venire

    Vi rendete conto che siete chiamati ogni giorno e non vi degnate nemmeno di rispondere?

    Quanti di voi sono d'accordo con coloro che dicono che gli immigrati dovrebbero annegare prima di arrivare in Italia? Quanti di voi pensano che i bambini non andrebbero mai tolti alle famiglie nemmeno in caso di maltrattamento? Quanti di voi ritengono che l'aborto non sia un omicidio legalizzato? Quanti di voi pensano che si debba chiudere la porta al dialogo a chi la pensa diversamente?
    Credo pochi, ma allora se in tanti vi scandalizzate per una o più di queste cose, perché non sento mai la vostra voce? Se lasciamo che le persone portino avanti principi a noi contrari senza dire la nostra, non lamentiamoci poi se questi principi passano nei cuori dei nostri figli, se qualcuno li vota in parlamento. Ma ci pensate che sempre più persone vorrebbero legalizzare la pedofilia? Ma non vi ribolle il sangue? Facebook, internet, la televisione non ritenete siano i luoghi deputati per queste discussioni? Ma è anche qui che la gente si confronta, è anche qui che nascono opinioni e se nessuno dice come la pensa, se nessuno osteggia il lato negativo della nostra umanità, come si può pensare che il razzismo non prenda piede, le donne smettano di abortire, i bambini trovino un luogo sicuro ove crescere. Davvero vorreste che un giorno il parlamento voti una legge per la quale fare sesso con un bambino di dieci anni consenziente sia una cosa giusta?
    Lottate per favore, non usate facebook solo per chiacchierare, per giocare, non lasciate che la minoranza di razzisti e pedofili abbiano il sopravvento sulla maggioranza solo perché questa è indolente.
    Scrivo spesso su facebook e su certi argomenti vengo attaccato duramente, ultimamente in un gruppo con il nome "cinque stelle" e non è la prima volta, eppure mai o quasi mai qualcuno scrive in difesa della vita contro l'aborto, in difesa dell'emigrato. Quante persone che credono in Dio lasciano che altri inneggino all'interruzione di gravidanza come un diritto inalienabile della donna senza dire una parola, quanti seguaci di Cristo permettono ad un esiguo manipolo di razzisti di festeggiare ogni volta che un barcone affonda e tanta gente muore affogata.
    E' vero, sono un manipolo esiguo,ma intanto la legge sull'aborto esiste e non sottovalutate le minoranze che urlano o quelle che ti tolgono la parola perché la pensi diversamente da te, ricordatevi cosa fece circa cento anni fa in Germania un imbianchino pazzo con i baffetti, oppure un tipo in camicia nera nella nostra bella Italia, In pochi osarono ribellarsi, ma se tutti coloro che erano contrari a Hitler o a Mussolini si fossero fatti sentire, quella minoranza non avrebbe preso il sopravvento causando le sofferenze note a tutti.
    Svegliatevi, dite la vostra, date l'esempio ai vostri figli, fate loro capire in maniera netta e decisa quello in cui credete, perché se non lo farete non lamentatevi se un giorno saranno loro stessi che in casa vostra inneggeranno al razzismo, alla pedofilia, alla soppressione del diverso. Saranno loro stessi un giorno a urlare contro di voi impedendovi di parlare cercando di imporre con la forza le loro idee non rispettando le vostre.
    Entrate nei forum, nei gruppi su facebook, nelle discussioni su twitter o in altri social network e non esitate, combattete con le parole chi urla la sua rabbia, contrastate il male, fatelo per voi, fatelo per il futuro dei vostri figli, non lasciate soli quei pochi che provano a dire la loro.

  19.  

    Addì 13 ottobre 2014

    In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorché il segno di Giona.
    Poiché come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione.
    La regina del sud sorgerà nel giudizio insieme con gli uomini di questa generazione e li condannerà; perché essa venne dalle estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, ben più di Salomone c'è qui.
    Quelli di Nìnive sorgeranno nel giudizio insieme con questa generazione e la condanneranno; perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, ben più di Giona c'è qui»

    Luca 11,29-32

  20.  

    Ed ecco, ben più di Giona c'è qui

    Una domenica in campagna

    Ci sono dei momenti in cui gli impegni sono tantissimi,le preoccupazioni non ti lasciano dormire, i problemi ti rincorrono anche quando cerchi di rifugiarti in un antro. Mai ho pensato di poter compiere una scelta diversa da quella fatta di creare un’associazione per aiutare i bambini, ma il classico “chi te lo fa fare” è sempre sulla bocca di tutti ed allora rispondi a costoro con le immagini del film della tua vita dove ogni giorno registri l’ultima puntata che non è mai l’ultima, la regia è lasciata all’improvvisazione ed è stato prodotto un meraviglioso episodio. Vi confesso che sabato ero talmente stanco che il pensiero di stare con i bimbi mi preoccupava ed avrei avuto voglia di starmene da solo a leccarmi un po’ di ferite per riprendere le forze, ma il regista aveva ben altre idee a riguardo e il canovaccio del fine settimana prevedeva lo stare insieme. Ecco, si va in scena. Sabato pomeriggio arrivano i bimbi, esco di camera per andare loro incontro e basta un nanosecondo per dimenticare la stanchezza, Pica Chu che grida “c’è Riccardo, c’è Riccardo”, Dado che corre incontro, Checco che mi guarda di nascosto intimorito per essere alla sua prima esperienza in campagna con noi, Andrea che mi saluta con un sorriso a trentaquattro denti, Nikita con orgoglio mostra il suo dieci in inglese. “Andiamo a fare castagne” e l’entusiasmo va alle stelle, ci sono tante piccole formichine che si scontrano come mille atomi impazziti, chi va alla ricerca dello stivale sinistro sperso nel bosco “ricordo di averlo usato in estate quando … “, chi viene spedito a cambiarsi la maglietta perché non è proprio il caso di venire con i vestiti buoni in mezzo ai rovi, qualcun altro vaga alla ricerca di non si sa bene cosa con la testa fra le nuvole,un altro corre da una parte all’altra e quando gli si chiede dove stia andando risponde “boh, corrono tutti”.
    Finalmente si parte, è bellissimo vedere bambini che devono saltare per riuscire a vedere sopra l’erba, altri che si dimenano tra un rovo e l’altro, chi ti chiama a destra per farti vedere una castagna che poi si rivela un sasso e chi a sinistra impressionato dall’impronta di un cinghiale. Arriviamo sotto l’albero pieno di ricci ed è festa grande, incontenibile, ogni castagna è mostrata con orgoglio, come fosse un premio dopo tanta preparazione e alla fine di un meraviglioso percorso di guerra. Ecco che il cestino si riempie, ma la gioia dura poco perché è già tardi e la Messa è alle sei, abbiamo appena il tempo di andare a casa a cambiarci. Avete presente Dino, il dinosauro di casa Flingstone, oppure Duffy Duck quando saltano festosi attorno ai loro amici? Ecco, così è stato il ritorno, ognuno a raccontare la sua esperienza, tutti a dire “dopo torniamo”. Al ritorno a casa dal paese però piove ed è già buio, vediamo domani mattina. Domenica un giro alle sei alla ricerca di funghi con Eleni, la più grande che condivide con me questa ed altre passioni. Torniamo a casa alle dieci e mezza e tutti i bimbi si sono già alzati da tempo e fatto colazione, i più grandi hanno aiutato a scaricare il furgone e si riparte. Altro percorso, altra avventura e al grido di Parapaponzi Ponzi … gridano tutti insieme Poooooo e partiamo. Un sentiero, poi un altro, una discesa che per i più piccoli deve apparire come l’Everest, il fango, la gioia di entrare con gli stivalini nell’acqua, ed i cestini si riempiono poco alla volta fin tanto che non troviamo un albero meraviglioso con castagne grandi come uova, e la gioia è incontenibile. L’arrivo a casa è accolto con tripudio, come al ritorno da una guerra nella quale gli eroi hanno combattuto contro rovi incantati, discese con i trabocchetti, fiumi in piena, animali feroci come le mitiche cavallette blu con settantadue ali, ma alla fine il bottino è notevole, chili e chili di castagna,ma cosa dico “chili”, quintali, tonnellate, ed ogni volta che raccontano sono sempre di più, sempre più grandi, sempre più belle.
    Adesso capite perché non tornerei indietro nemmeno per tutto l’oro del mondo?

  21.  

    Addì 14 ottobre 2014

    In quel tempo, dopo che Gesù ebbe finito di parlare, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli entrò e si mise a tavola.
    Il fariseo si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo.
    Allora il Signore gli disse: «Voi farisei purificate l'esterno della coppa e del piatto, ma il vostro interno è pieno di rapina e di iniquità.
    Stolti! Colui che ha fatto l'esterno non ha forse fatto anche l'interno?
    Piuttosto date in elemosina quel che c'è dentro, ed ecco, tutto per voi sarà mondo»

    Luca 11,37-41

  22.  

    Piuttosto date in elemosina quel che c'è dentro, ed ecco, tutto per voi sarà mondo

    Un'ora sola ti vorrei

    Avete mai pensato se poteste avere un'ora di tempo, una sola ora faccia a faccia con vostra sorella morta in un incidente stradale, con vostro figlio morto prima ancora di conoscere le gioie della vita, con la nonna che vi ha cullato quando papà e mamma erano troppo occupati per occuparsi di voi?
    Quello che mi manca della mia mamma è il non poter condividere con lei tutte le cose che ho fatto, le gioie, i dolori provati, il pesce pescato, i libri scritti, i problemi risolti. Mi manca non parlare con lei e non poter avere un suo consiglio, mi mancano le sue parole dolci e ferme di rimprovero, mi manca la sua presenza che inondava la casa, mi manca non rientrare in casa la sera tardi e poterle battere sulla parete del muro in segno di buonanotte, mi manca quando mi raccontava della sua giovinezza, delle sue scelte, delle sue amicizie, mi manca il suo raccontarmi episodi della mia famiglia cercando con me commenti e consigli. Mi manca tremendamente. Ieri pensavo, se fosse qui ed in testa avevo una canzone che amava canticchiare spesso "un'ora sola ti vorrei, per dirti quello che non sai, ed in quest'ora donerei, la vita mia per te".
    Ho cominciato così a fare un lungo elenco delle cose che vorrei dirle, non avevo più mani per contenerle tutte, ma poi ho capito che stavo sbagliando, ho capito che avrei sprecato quell'ora e non sarei riuscito a dirle nemmeno un milionesimo di quello che avrei voluto condividere. Ho fatto così un passo indietro ed ho pensato come avrei impiegato al meglio quell'ora. Ed è stato allora che ho capito, avrei passato un'ora in silenzio, avrebbero parlato gli occhi, il cuore, l'anima e, come nella canzone, nel silenzio, nella complicità, le avrei raccontato quello che non sa, le avrei fatto capire quanto amore nutro per lei, quell'amore troppo grande da non riuscire a dimostrarlo, ed in quell'ora donerei la vita mia per lei.
    La vita reale è fatta dai piedi per terra, ma ogni tanto è bello farsi dondolare dalla culla dei ricordi, da pensieri appesi ad una stella per uscire da un mondo che non ti lascia il tempo di respirare, una boccata di aria pura, un sogno bello da vivere per immaginarsi accanto a lei

    http://www.youtube.com/watch?v=vlRXDL4V2Qw

  23.  

    Addì 15 ottobre 2014

    In quel tempo, Gesù disse: «Ma guai a voi, farisei, che pagate la decima della menta, della ruta e di ogni erbaggio, e poi trasgredite la giustizia e l'amore di Dio. Queste cose bisognava curare senza trascurare le altre.
    Guai a voi, farisei, che avete cari i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze.
    Guai a voi perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo».
    Uno dei dottori della legge intervenne: «Maestro, dicendo questo, offendi anche noi».
    Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!»

    Luca 11,42-46

  24.  

    Queste cose bisognava curare senza trascurare le altre

    La prima goccia

    I nobel per la pace sono andati a due persone che si battono per i diritti dei bambini, persone che dedicano la loro vita a migliorare l'esistenza dei bambini nel mondo. Non lasciamo che siano gli altri a fare, agiamo anche noi. Come tutti i bambini ricordo che in chiesa sentivo parlare sempre di santi, non le vedevo come persone, ma come extraterrestri, super uomini e super donne inarrivabili, irraggiungibili. Con il passare del tempo, leggendo la storia di alcuni di loro non solo ho visto che erano persone normali come tutti noi, ma qualcuno si era macchiato di gravi peccati e spesso anche di crimini orrendi. Mai ho pensato di poter arrivare alla santità, come potrei con tutti i peccati che mi ritrovo sulle spalle, ma ho cominciato a capire che tutto è possibile se c'è la forza di volontà per raggiungere determinati obiettivi. Credo che il trucco sia quello di non guardare troppo avanti, di non fare progetti a lunga gittata, di non creare ponti per accorciare le distanze. Ritengo invece si debba fare l'esatto contrario, ovvero fare un passo alla volta, cominciare dal nulla, darsi piccoli ma raggiungibili obiettivi. Ieri parlavo con una mia amica a quale vorrebbe fare grandi cose, e sono certo che ci riuscirà, ma pur volendo costruire una città è bene che cominci a erigere una piccola capanna. E' meglio dare da dormire ad una persona soltanto, piuttosto che non darne a cento o centomila, perché pur avendo grande ardore mancano le possibilità, il tempo, le capacità. Facciamo un passo alla volta, costruiamo una capanna, poi colui che la abiterà magari ci darà una mano a costruirne un'altra, e poi ancora due fino a costruire un villaggio. I fiumi cominciano tutti da poche gocce d'acqua sorgive ma poi arrivano al mare gonfi di acqua, con pesci e tanta vita. Ognuno di noi può essere quella prima goccia

  25.  

    Addì 16 ottobre 2014

    In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi.
    Così voi date testimonianza e approvazione alle opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite loro i sepolcri.
    Per questo la sapienza di Dio ha detto: "Manderò a loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno; perché sia chiesto conto a questa generazione del sangue di tutti i profeti, versato fin dall'inizio del mondo, dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l'altare e il santuario". Sì, vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione.
    Guai a voi, dottori della legge, che avete tolto la chiave della scienza. Voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare l'avete impedito».
    Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo ostilmente e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca

    Luca 11,47-54

  26.  

    Voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare l'avete impedito

    Servizi Sociali deviati

    C'era una volta, in una città lontana da Livorno, un'Associazione che si occupava di bambini, una bella realtà amata e stimata da tante persone. C'era, nella stessa città, una responsabile dei servizi sociali di nome Benfanti che per qualche arcana ragione odiava questa associazione e faceva di tutto per ostacolarla, persino parlar male di essa ai servizi sociali di altre città che le domandassero lumi per inviare bambini in affido. Più volte il responsabile di questa Associazione ha chiesto un colloquio con questa signora, ma ella si è sempre sdegnosamente rifiutata di dialogare, forse sentendosi troppo in alto per discutere con persone a lei non gradite. Gli anni sono passati, l'Associazione è cresciuta e i consensi in tutta Italia sono via via aumentati, non certo per amicizie politiche o ecclesiali ma per il lavoro svolto sul campo. Eppure questa signora continua, ancora oggi, ad osteggiare, per motivi solo lei conosciuti, il lavoro di questi ragazzi. Un vero peccato, non tanto per l'Associazione che continua a salire nei gradimenti, non tanto per la signora Benfanti che continua a prendere il suo stipendio e nessuno pensa a rimuoverla nonostante abbia risposto no a qualsiasi forma di chiarimento arrivata anche dai suoi capi e compagni di partito, assessori al sociale compresi che negli anni si sono succeduti, quanto per i bambini. Eh si, le vere vittime di questa sconsiderata guerra personale della signora sono proprio i bambini, quei bimbi che la responsabile del servizio sociale è chiamata, dietro lauto compenso, a tutelare.
    Alla signora di cosa ci sia scritto nel Vangelo non importa, ma al responsabile di questa Associazione piace leggere questa frase "Guai a voi, dottori della legge, che avete tolto la chiave della scienza. Voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare l'avete impedito".
    Un vero peccato che la signora non voglia dialogare con questa Associazione, magari tappandosi il naso, innanzitutto per dire loro cosa, secondo lei stiano sbagliando, magari cercando di capire le loro ragioni e riconoscendo un risultato conquistato sul campo circa il grande aiuto dato a tantissimi bambini, e poi per trovare la strada per una collaborazione per il bene di quei bimbi che dovrebbe tutelare e che invece contribuisce a tenere sott'acqua.
    I comuni, è risaputo, non hanno abbastanza risorse per fronteggiare tutte le emergenze sociali e ovunque si avvalgono della collaborazione delle Associazioni di volontariato, eccetto che in questa città così lontana da Livorno.
    Non sarà mica, signora Benfanti, che ha in odio questa Associazione perché più volte si è rivolta direttamente al tribunale pensando che fosse stato perpetrato un torto, un abuso, una negligenza nei confronti dei bambini? Non sarà mica perché in questa città lontana da Livorno quello che dice il servizio sociale è legge e chiunque la pensi diversamente da esso è da boicottare? Non sarà mica che questa sia una vecchia mentalità di partito secondo la quale il pubblico ha sempre ragione ed il privato se non esistesse sarebbe meglio?
    Signora Benfanti, il responsabile di questa Associazione che si occupa di bambini da quasi trent'anni, pensate le coincidenze, in questa città lontana da Livorno, è disposto a dialogare con lei, a capire le problematiche, a darle le sue ragioni se vorrà ascoltarlo con il cuore aperto per il bene dei bimbi. Se non vorrà farlo si prenderà le sue responsabilità morali di aver impedito che altri possano aiutare un bambino ad uscire da brutte situazioni di maltrattamento.
    Signora Benfanti, il responsabile di questa Associazione le augura ogni bene, senza alcun rancore, ma con una mano tesa pronto a collaborare e dialogare, ma non a chinare il capo in modo remissivo, per il bene di quei bambini che hanno bisogno di noi, di lei e di me, ops, di lui

  27.  

    Addì 17 ottobre 2014

    In quel tempo, radunatesi migliaia di persone a tal punto che si calpestavano a vicenda, Gesù cominciò a dire anzitutto ai discepoli: «Guardatevi dal lievito dei farisei, che è l'ipocrisia.
    Non c'è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto.
    Pertanto ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce; e ciò che avrete detto all'orecchio nelle stanze più interne, sarà annunziato sui tetti.
    A voi miei amici, dico: Non temete coloro che uccidono il corpo e dopo non possono far più nulla.
    Vi mostrerò invece chi dovete temere: temete Colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geenna. Sì, ve lo dico, temete Costui.
    Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio.
    Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete, voi valete più di molti passeri»

    Luca 12,1-7

  28.  

    Non c'è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto

    E' così difficile amare un Bambino?

    Nel mondo dell'Affido ci sono tante cose che non vanno, come in ogni altro settore. Ad esempio non viene fatta la dovuta promozione per la ricerca di famiglie disponibili all'accoglienza, molti comuni insabbiano i casi per evitare di pagare le rette, molti servizi sociali boicottano famiglie ed associazioni che non la pensino come loro. Ma non tutto è negativo, anzi, l'affido è il più bel gesto d'amore che si possa fare: prendere un bambino sporco, denutrito, senza regole, maltrattato, toglierlo dalla famiglia che per qualche ragione, non sta a noi giudicare, non è in grado di accudirlo come dovrebbe, ripulirlo, educarlo, amarlo come e più di un figlio mantenendo i rapporti con la famiglia di origine, aiutare i genitori a compiere un cammino di crescita rimediando ai propri errori e capendo quali siano i comportamenti da seguire con il proprio figlio, attendere se necessario che le mele marce vengano tolte dal "paniere-famiglia originaria", e poi riconsegnare il bambino ai suoi genitori rimanendo per lui un punto di riferimento, una sorta di zio e zia pronta ad ascoltarlo e senza mai smettere di fargli sentire il nostro amore.
    Facile non è davvero, ma pensate a come sia difficile la vita per un bimbo che in casa vede la madre picchiata tutti i giorni dal papà che rientra in casa ubriaco e poi prende la cintura e si accanisce su di lui; pensate come sia difficile per un bambino stare rannicchiato nella sua cameretta al buio pregando che almeno quella sera il papà o l'amico della mamma non entri in camera per violentarlo; pensate come sia difficile per un bambino andare a scuola sporco, malvestito, scansato da tutti; pensate come sia difficile per un bambino vivere in una famiglia che non lo ami e non lo rispetti.
    E per voi è ancora così difficile accogliere un bambino in casa ed amarlo?

  29.  

    Addì 18 ottobre 2014

    In quel tempo, il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
    Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe.
    Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada.
    In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa.
    Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi.
    Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa.
    Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio»

    Luca 10,1-9

  30.  

    Vi mando come agnelli in mezzo a lupi

    Siete agnelli o lupi?

    In un mondo dove se apri il giornale di buon mattino non vedi l'ora di richiuderlo tante sono le brutte notizie: il bambino morto con il nonno nel Polesine, la bambina violentata e lanciata nel vuoto, la scoperta che la ragazza che si pensava fosse morta per cause naturali è stata affogata dal fidanzato. Ed ogni giorno si va avanti così. Vien da dire "ok, ma quanta altra brava gente esiste, sono casi da ribalta", ma poi ti accorgi che nel tuo stabile nessuno ti rivolge la parola, ad ogni angolo ci sono liti, sirene della polizia in continuazione, la sera quasi non puoi uscire, un viaggio in treno si rivela un incubo per i ragazzini che cercano di derubarti. Ah, se me lo avessero detto sarei emigrato in un'isola deserta.
    Ma aspettate un momento, da qualche parte devo averlo letto di questa cosa, si che siamo messi male, ma o anche letto che il nostro compito non è quello di andarsene, scappare, mettere la testa sotto la sabbia, far finta di nulla. Si l'ho proprio letto in un bel libro dal nome "Vangelo" quando si dice "Vi mando come agnelli in mezzo a lupi". Ecco, si, ora capisco quale sia il nostro compito nella vita. Come dici? Parla per te? Eh no caro amico, il messaggio è per tutti. Il mondo è frequentato da sempre da branchi di lupi famelici e chi è buono è un agnello. Abbiamo tre possibilità: scappare, subire o combattere. Se scappiamo dove andiamo? Pensate veramente che ci siano parti di mondo in cui tutti si viva in pace? Se subiamo viviamo male e alla fine ci uccidono dentro. L'unica alternativa è combattere. Immaginatevi ora un povero agnello attorniato da dieci lupi, per quanto possa combattere è chiaro quale sarà la sua fine, ma se il branco di dieci lupi venisse attorniato a sua volta da cento, mille agnelli, non pensate che se la darebbero a gambe levate? Ecco cari amici, se c'è qualcosa che non va non lasciate un agnello a combattere da solo perché non potrà farcela e pian piano il branco farà fuori tutto il gregge, uno ad uno, bensì unitevi per una causa comune e se non sapete da dove iniziare, almeno accorrete se sentite un agnello belare per chiamarvi.
    Il male si può combattere, basta volerlo vincendo reticenze e paure.

  31.  

    Addì 19 ottobre 2014

    In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva ridotto al silenzio i sadducei, ritiratisi, tennero consiglio per vedere di coglierlo in fallo nei suoi discorsi.
    Mandarono dunque a lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità e non hai soggezione di nessuno perché non guardi in faccia ad alcuno.
    Dicci dunque il tuo parere: E' lecito o no pagare il tributo a Cesare?».
    Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché mi tentate?
    Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro.
    Egli domandò loro: «Di chi è questa immagine e l'iscrizione?».
    Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio»

    Matteo 22,15-21

  32.  

    Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio

    Di chi sono i bambini?

    Dovremmo essere tutti d'accordo che i bambini non sono un oggetto da possedere, ma cuccioli da educare, amare, rispettare e ai quali insegnare a camminare nella vita. Non sono nostri, sono di Dio per chi crede, sono del mondo per chi non ha fede, ma senz'altro non sono una nostra proprietà. Eppure ancora in tanti guardano con estremo sospetto all'affidamento, mentre tutti vorrebbero un bambino in adozione e purtroppo il motivo è quasi sempre quello di poter dire "il bambino è mio e nessuno me lo può togliere". I bambini non sono un oggetto da possedere, ma molti di essi sono chiamati a scalare montagne impervie sin dalla più tenera età, costretti a convivere con genitori abusanti e maltrattanti. Pensate se a voi, adulti già maturi e certamente con maggiori risorse di un bambino, un giorno vi denudassero e vi mettessero ai piedi di un monte, in pieno inverno, sena nessuna attrezzatura, né viveri, né acqua e vi dicessero "se vuoi vivere devi scalare questa montagna e arrivare in cima alla vetta". Non avete alternative e dovrete cominciare a scalare. Pensate se qualcuno passasse vicino a voi e si proponesse di darvi una mano a salire, accogliereste la sua proposta senza pensarci su due volte, senza nemmeno cercare di capire se colui che vuole aiutarvi lo faccia per un suo interesse personale oppure per amore, avete talmente tanto bisogno di aiuto che predereste per oro colato qualsiasi promessa vi venisse fatta.
    Ecco, i bambini nati in brutte situazioni familiari si trovano in questa condizione e talvolta prendono brutte strade perché coloro che sono disposti ad aiutarli vogliono ricevere in cambio sesso, spaccio,schiavismo, denaro ed altro ancora, ma se trovano persone brave, guide alpine esperte della vita, capaci di proteggerli, accudirli e insegnare loro il giusto sentiero su cui inerpicarsi faranno un ottimo percorso. Se arriveranno in vetta non si sa, così come non possiamo sapere se i figli naturali si perderanno una volta che li avremo avviati da soli lungo il sentiero della montagna, ma una cosa è certa, hanno tutti bisogno di una guida. Voi, noi possiamo essere quelle guide. Voi, noi possiamo prendere un bambino in affido e insegnargli a scalare questa, spesso impervia, montagna che è la vita.

    "Romito aveva due anni e mezzo quando la sua mamma ci chiese di tenerlo durante il giorno perché lei non aveva tempo: la sua carriera ben avviata lungo i cigli delle strade e nelle discoteche poteva risentirne e dopo le lunghe notti di duro lavoro, un bambino piccolo fra i piedi le era di intralcio.
    Cominciò così, con Romito che a due anni e mezzo veniva tutti i giorni a giocare da noi con tanti altri bambini, da noi per un motivo o per un altro a passare i loro pomeriggi nei locali dell’Associazione da poco costituita, figlia di quel temporale che mi aveva sorpreso e quasi ucciso.
    Ogni giorno riaccompagnavamo tutti i bambini nelle loro case e tra questi anche Romito. Una sera non trovammo nessuno in casa sua e lo lasciammo da una vicina come da accordi con la mamma, e questo si ripeté diverse volte, fino a quando una sera nessuno lo volle accogliere per le difficoltà in cui quelle famiglie versavano, e dove dare da mangiare ad un bambino in più rappresentava un problema serio. Fu così che rimase a dormire a casa di Roberta per la prima volta, previa segnalazione alla questura onde evitare denunce per rapimento. La cosa si ripeté con una certa frequenza e da una notte ogni tanto in breve si passò ad una settimana, ad un mese e a periodi sempre più lunghi. Si andò avanti così per un anno e mezzo, durante il quale la madre faceva il bello ed il cattivo tempo approfittandosi della situazione.
    Non ci importava di essere usati, perché la gioia dataci da Romito era tale e tanta da impedirci ogni rimostranza verso la mamma, mossi anche dalla paura che non stare alle sue regole volesse dire perdere il bambino e non avere più la possibilità di aiutarlo. Ma un giorno non ce l’abbiamo fatta più a sopportare. Vedergli addosso, dopo un periodo piuttosto lungo passato con la mamma, graffi alla schiena, denutrizione e la bruciatura di una sigaretta sulla guancia ha fatto scattare in noi una molla (continua)"

    Brano tratto da "La montagna dell'Affido"
    Compratelo, non ve ne pentirete, sarà anche un ottimo regalo di Natale
    Ordinatecelo e ve lo manderemo direttamente a casa

  33.  

    Addì 20 ottobre 2014

    In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di' a mio fratello che divida con me l'eredità».
    Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
    E disse loro: «Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell'abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni».
    Disse poi una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto.
    Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti?
    E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni.
    Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia.
    Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà?
    Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio»

    Luca 12,13-21

  34.  

    Anche se uno è nell'abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni

    Meditate ricchi, meditate

    Nei quasi trent'anni di Associazione ho incontrato tanta gente molto ricca, ho fatto richieste a persone che in una sola città avevano più di duecentocinquanta appartamenti, ho mendicato per il bene dei ragazzi pochi spiccioli alla porta di chi poteva permettersi yacht di lusso.
    Quasi mai ho ricevuto risposte positive da costoro, Dio benedica quei pochi che hanno accolto le nostre richieste, e mi sono sempre chiesto quale sia il motivo di tanto accumulo di beni, persino in vecchiaia si tengono stretti i soldi e non rinunciano ad una parte minima di essi neppure a ottanta o novant'anni. Ma queste persone non lo sanno che il giorno che saranno chiamate a rendere l'anima a Dio non avranno modo di portarsi dietro nemmeno uno spicciolo? Da cosa deriva tutta questa avidità e cupidigia? Non lo sanno che la loro vita non dipende dai beni che possiedono, che anche loro prima o poi morranno, che le malattie, le sofferenze, il non essere amati non dipendono da quanto denaro uno possieda?
    Che bello fare progetti a ottanta, novanta e anche a cento anni, ma devono essere progetti per gli altri, non per sé stessi.
    Un giorno una mia amica mi raccontò questo aneddoto "C'era un vecchietto che nel suo giardino stava piantando alcuni alberi di aranci, passò un amico e gli disse - Che fai, pianti gli aranci? Non sai che non arriverai a mangiarne nemmeno uno? Il vecchietto così rispose - Ho passato una vita a mangiare arance di alberi piantati da altri, adesso tocca a me piantare alberi affinché altri possano mangiare le arance"
    Meditate ricchi, meditate

  35.  

    Addì 21 ottobre 2014

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa.
    Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.
    E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell'alba, li troverà così, beati loro!»

    Luca 12,35-38

  36.  

    Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese

    Siate pronti

    Se inizia a piovere e voi siete per la strada senza ombrello e senza impermeabile accade che vi bagnate e rischiate di ammalarvi. Se andate in barca e trovate vento forte tanto da consumare più benzina di quella preventivata, rischiate di rimanere in balia delle onde. Se studiate tre pagine di storia convinti che su quelle vi interrogherà, ma poi venite chiamati a rispondere sulla parte che non avete studiato rischiate di prendere un cattivo voto. Perché rischiare? Non è più logico portarsi dietro un ombrello, un po' più di benzina e studiare tutto quello che è oggetto di programma fino a quel momento svolto? Già nella vita ci sono tanti problemi, ma spesso per indolenza ce ne andiamo a cercare ancora di più.
    Siate pronti a tutto, previdenti e cercate di immaginare ogni possibile scenario. Una domanda agli atei. Potete avere, al di là delle opinioni che rispetto, la matematica certezza che dopo la morte non esista assolutamente nulla? Qualche dubbio sarà pur venuto anche agli atei più convinti. Ecco, allora non converrebbe essere previdenti e cercare di avere una morale ed una condotta buona? Non parlo di non rubare o uccidere, sono principi comuni a chi ha Fede e a chi non l'ha, mi riferisco a problematiche quali il razzismo, l'aborto, l'egoismo. Opinioni per molti, precise linee guida da seguire per altri. Un pensierino ce lo farei fossi in voi perché se un giorno vi doveste trovare dinanzi al Creatore che tanto avete disprezzato ed escluso dalla vostra vita e vi dovesse chiedere conto del vostro comportamento, sarebbe come trovarsi in montagna senza un riparo all'arrivo di un improvviso temporale. Restare tutta la notte bagnati al gelo in alta montagna non è piacevole.

  37.  

    Addì 22 ottobre 2014

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa.
    Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pensate».
    Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
    Il Signore rispose: «Qual è dunque l'amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo?
    Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro.
    In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
    Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l'aspetta e in un'ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli.
    Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più»

    Luca 12,39-48

  38.  

    Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro

    In ufficio fate quello che vi pare?

    Non vi fa rabbia vedere gli adolescenti che si vestono tutti nello stesso modo, ascoltare la stessa musica, avere gli stessi atteggiamenti, gli stessi idoli? A me fanno tanta tenerezza, così come vedere persone adulte seguire questo o quello. Un'amica qualche giorno fa ha detto ad uno di noi "a chi avete pestato i calli?" perché in un contesto nel quale dovevano aiutarci in diversi hanno posto il veto. Innanzitutto complimenti, perché si va per simpatie e non per meriti, ma anche per la grande falsità perché non so chi siano queste persone, magari sono gli stessi che in pubblico si prodigano di sorrisi, pacche sulle spalle e calorose strette di mano. Quanta falsità.
    Non saprei rispondere alla domanda di questa nostra amica perché di cali ne ho pestati parecchi, e ne sono fiero. Non chino la testa davanti al potere e se devo dire qualcosa la dico senza peli sulla lingua perché non seguo una corrente, non seguo un leader, non idolatro nessuno o, peggio, non mi prostro davanti a nessuno solo perché seduto su una poltrona. Non sarà molto diplomatico, lo ammetto, ma alla sera quando vado a letto vedo nello specchio una persona coerente, una persona che può essere amico di un avversario o di qualcuno con principi diversi, una persona che non si piega al volere di pochi, una persona che detesta i torti e li combatte, anche fosse solo. Sono pieno di difetti e non ne vado fiero, spesso vado anche contro i miei stessi principi, ma sono errori umani, non scelte legate ad un opportunismo da quattro soldi. Siamo invisi dai servizi sociali perché abbiamo più volte denunciato ai tribunali il loro non fare, siamo mal sopportati da taluni sacerdoti e vescovi perché non inseriti nel circuito Chiesa, siamo detestati dalla sinistra livornese perché cattolici, siamo odiati da taluni grillini perché contro l'aborto e per aver avanzato legittime richieste alle quali non rispondono, siamo tenuti alla larga dai salotti perché abbiamo a che fare con famiglie poco raccomandabili, siamo tenuti lontani da chi fa del popolo la sua bandiera perché visti come borghesia. Se ti allinei ottieni cariche, denaro, prestigio, aiuti, lavoro, ma se corri da solo tutti ti snobbano, si sdegnano di averti vicino perché la meritocrazia non esiste. Non conta nulla un impegno costante di quasi trent'anni, non conta nulla non aver mai dato scandalo per qualche brutto episodio, non conta nulla aver aiutato gratuitamente oltre seicento ragazzi, non conta nulla promuovere l'affido da oltre tredici anni con decine e decine di iniziative, non conta nulla aver costruito mattone su mattone incuranti delle bufere e della cattiveria che ogni tanto spazzano via il novanta per cento di quello che costruiamo. No, non è vero. Conta eccome, semmai non importa o è disprezzato il nostro lavoro da un'esigua minoranza, quella purtroppo che muove i fili di tanta gente, quella che ha il potere di dire "non ti aiuto", ma è pur sempre una minoranza. Il Vescovo non ci apprezza? Ce ne faremo una ragione, il vescovo precedente veniva a mangiare da noi e interrompeva le liturgie per salutarci. Il Pd ci snobba, pazienza altri ben più altolocati dello stesso partito ci stimano. I grillini ci detestano, che seguano il loro leader e vediamo dove arriveranno. Peggio sarebbe stato l'avere la stima dei poteri forti ma non avere la stima della gente che ogni giorno sento forte, il non avere l'amore di tanti bambini che abbiamo aiutato a crescere. Seguirò, o tenterò di farlo, i principi in cui credo e se dovrà essere battaglia, che battaglia sia. Unico neo è che talvolta ci si sente soli, abbandonati dalla gente che non prende posizioni scomode. Non parlo di chi la pensi diversamente da noi, ben venga il confronto, se non sfocia in lite e se resta in canoni di correttezza, parlo di coloro che condividono i miei stessi valori, ma non alzano un dito contro l'aborto o si tappano le orecchie se sentono bestemmiare. Che pena mi fanno. Noi siamo operai, mandati su questa terra per fare un lavoro in fabbrica. Siamo stati assunti ed un giorno inevitabilmente il nostro lavoro avrà termine. Come in ogni contesto ci sono però delle regole e dobbiamo rispettarle anche in assenza del nostro capo. Immaginatevi se alcuni impiegati fossero stati presi in un ufficio per svolgere certe mansioni ben precise, e che il datore di lavoro fosse partito per un lungo viaggio senza dire quando sarebbe tornato. Pensate se queste persone cominciassero a gozzovigliare, a litigare, a voler comandare l'uno sull'altro, arrivare sempre più in ritardo. Pensate adesso a cosa accadrebbe se arrivasse il titolare dell'azienda e li trovasse così. Non so voi, ma io sono stato assunto per fare un lavoro e voglio farlo a qualunque sacrificio, anche a costo di essere inviso dalla politica o da qualcuno inebriatosi del potere.
    In classe alle superiori un giorno un professore bestemmiò ed io fui l'unico ad oppormi chiedendo rispetto, eppure in classe mia c'erano tanti ragazzi che frequentavano il catechismo e la Chiesa, ed ebbi la soddisfazione di diventare amico di questa persona che mi chiese scusa. Sempre alle superiori c'era una professoressa molto severa che non spiegava la sua materia, chimica, e si limitava a indicarci le pagine da studiare. Tutti se ne lamentavano, ma fui l'unico, insieme ad un altro ragazzo, ad avere l'ardire di parlarci. Inascoltati abbiamo portato, sempre e solo noi due, la questione al consiglio di classe. Risultato? Entrambi bocciati. Ma ho avuto la soddisfazione di recuperare l'anno preparandomi e sostenendo l'esame come privatista per l'esame di maturità, contemporaneamente frequentando la scuola per la quarta classe del liceo scientifico e all'esame andammo in dodici e sei furono bocciati.
    Le battaglie possono portare a grandi abbracci oppure a grandi scontri, ma una cosa è certa, si esce sempre vincitori perché siamo stati coerenti con noi stessi vincendo la battaglia più importante, quella di conservare intatti i propri valori senza svenderli.
    Un amico un giorno mi disse che per lui i politici esistono e sono amici finché sono in carica, dopodiché "avanti un altro" e ha ottenuto moltissimo per la sua associazione, è tenuto in grande considerazione, ricopre ruoli importanti. Tutto bello, ma a quale prezzo? Io non potrei né vorrei ottenere qualcosa per aver preso la tesserina del partito di maggioranza. Molte volte mi hanno chiesto di entrare in politica, ma ho sempre rifiutato perché avrebbe voluto dire attenersi agli ordini di scuderia, ma noi siamo nati uomini, non cavalli e non mi farò mai mettere le briglie da nessuno, men che mai un giogo.

  39.  

    Addì 23 ottobre 2014

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!
    C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto!
    Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione.
    D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera»

    Luca 12,49-53

  40.  

    Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione

    Don Camillo e Peppone

    Dove sono finite le sane e belle discussioni di una volta? Quelle che infervoravano gli animi ma dietro le quali c'era comunque il rispetto l'uno dell'altro? Ricordate i film di Don Camillo e Peppone? Ideologie diametralmente opposte, ma grande umanità in entrambi e, seppur mossi da ideali diversi, andavano nella stessa direzione aiutando il prossimo.
    Quanti genitori hanno litigato con i figli che volevano entrare in seminario per poi accettarne, a denti stretti, la scelta?
    Quante discussioni, anche in seno alla stessa famiglia, su valori come l'aborto, il matrimonio per le coppie gay, l'opportunità o meno di far entrare in Italia gli extracomunitari.
    Oggi purtroppo, nella maggior parte di casi, si vuole imporre la nostra idea e si urla la nostra ragione, ma come possiamo vedere l'altrui punto di vista se urlando impediamo a noi stessi di ascoltare l'altro?
    Oggi non ascoltiamo più, ci trinceriamo dietro ad un mutismo, una volta urlate con rabbia le nostre ragioni, causa di inevitabili divisioni. Da qui tante separazioni e divorzi, amicizie che finiscono, lotte in piazza tra fazioni. Perché siamo così ottusi? Perché non proviamo ad ascoltare l'altra persona senza frapporre in mezzo i nostri preconcetti? Facile non è davvero, ma dobbiamo provarci, dobbiamo re-imparare a dialogare, discutere, anche litigare se necessario, ma in un clima di correttezza. Il dialogo è alla base di ciascun rapporto, ed è per questo che con i nostri ragazzi passiamo almeno mezz'ora ogni sera a parlare. Scegliete voi l'argomento, ma prima di cena spegnete cellulari, radio, stereo, tablet, televisione, ipod, ipad e quant'altro possa provocare distrazione e parlate tra voi. Parlate, parlate, parlate. Quelle parole saranno semi che faranno nascere un bosco i cui alberi si chiameranno "Rispetto", "Confronto", "Pazienza" e potrete raccoglierne voi stessi i frutti cibandovi di un rapporto più sereno, più chiaro e se divisione debba essere su valori contrastanti, che divisione sia, ma non di quelle che ti fanno sbattere la porta e andare via di casa, ma di quelle che fanno giocare a carte Don Camillo nella casa del popolo, o fanno entrare in chiesa Peppone per far sposare la figlia

  41.  

    Addì 24 ottobre 2014

    In quel tempo, Gesù diceva alle folle:
    «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: Viene la pioggia, e così accade.
    E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade.
    Ipocriti! Sapete giudicare l'aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo?
    E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?
    Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada procura di accordarti con lui, perché non ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all'esecutore e questi ti getti in prigione.
    Ti assicuro, non ne uscirai finché non avrai pagato fino all'ultimo spicciolo»

    Luca 12,54-59

  42.  

    Ipocriti! Sapete giudicare l'aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo?

    Bambini seviziati e maltrattati tutti i giorni. Anche oggi

    Vi è mai capitato di accendere internet o la tv per vedere che tempo fa e capire come vestirsi prima di uscire di casa? Non sarebbe più naturale aprire la finestra e guardare se ci sono le nuvole?
    Si è persa la capacità di capire i segni che la vita ci invia. Si è persa o preferiamo non vederli? Ho conosciuto genitori pronti a viziare i figli in ogni loro capriccio e ritrovarsi poi in casa un adolescente viziato, maleducato, scontroso, pronto alla lite più del normale e magari perdersi su brutte strade, ma sono cose che si potevano prevedere, perché aspettare e ritrovarsi poi a piangere? Non sarebbe stato meglio prevenire e dire qualche no in più?
    Quali altri segni dei tempi vogliamo continuare ad ignorare?
    C'è sempre maggior delinquenza, gli omicidi e gli stupri sono all'ordine del giorno, rapine, furti e truffe sono il pane quotidiano di tanti. Non vi dice nulla tutto questo? Non si può fare un'analisi sommaria perché tante sono le variabili, molte le motivazioni, ma sicuramente possiamo vedere alcuni aspetti ed interagire con essi per arginare i vari problemi.
    Chi sono i delinquenti? Sono adulti e ragazzi che non sono stati educati al rispetto per il prossimo, ai quali non sono stati insegnati certi buoni valori. Lasciando da parte quelli che pur avendo appreso certe regole hanno deciso di seguire una strada sbagliata, ci restano quelli i cui genitori non hanno voluto, saputo o potuto accudirli nel migliore dei modi. Evitando di colpevolizzare questi papà e queste mamme, a poco servirebbe, cosa avremmo potuto fare noi per loro e sopratutto cosa potremmo fare noi per quei bambini che domani saranno ladri, truffatori, omicidi, spacciatori, teppisti? E' molto semplice, educarli secondo i buoni principi che a noi sono stati insegnati.
    Non è difficile, basta entrare in contatto con loro, accoglierli in affidamento, prenderli in adozione, aiutarli nel diurno a seconda dei casi e delle LORO necessità, non delle nostre.
    Troppe volte ho sentito persone dire "voglio prendere un bambino in adozione così poi non me lo tolgono, ne soffrirei troppo", ma alla sofferenza di un bambino maltrattato che deve essere tolto alla famiglia, anche solo momentaneamente non ci pensate? Non pensate che mentre voi siete lì a piangervi addosso sulla sofferenza che un giorno forse dovrete affrontare, oggi, domani, dopodomani e forse per sempre un bambino è picchiato, violentato, non amato, lasciato per la strada a delinquere? Non lamentatevi fra qualche anno se il mondo sarà peggiorato, se nella vostra città sarà ancora più pericoloso passeggiare alla sera. Non avete le capacità? I servizi sociali vi hanno chiuso la porta in faccia? Ma noi cosa ci stiamo a fare? Volete una proposta concreta? Alzate il sedere dalla vostra comoda poltrona e venite a conoscerci, "fidanziamoci" e se ci sarà empatia e condivisione di un progetto potremo iniziare un percorso insieme, magari aprendo in casa vostra una casa famiglia con un massimo di quattro bambini compresi i figli propri. Vi aspettiamo, i bambini oggi maltrattati e seviziati aspettano voi per avere una possibilità per non gettare la propria vita tra carceri, ospedali e sert

  43.  

    Addì 25 ottobre 2014

    In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici.
    Prendendo la parola, Gesù rispose: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte?
    No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.
    O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme?
    No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
    Disse anche questa parabola: «Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò.
    Allora disse al vignaiolo: Ecco, son tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno?
    Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora quest'anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime
    e vedremo se porterà frutto per l'avvenire; se no, lo taglierai»

    Luca 13,1-9

  44.  

    Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno?

    Attesa di un figlio che verrà

    Uno degli errori di noi genitori è quello di essere impazienti. Quei nove mesi non passano mai, quando poi nasce non vediamo l'ora che inizi a gattonare, poi a camminare, parlare, mettere il primo dentino. All'asilo poi deve da subito socializzare, vorremmo che già sapesse scrivere il primo giorno di scuola alle elementari, e che dire del pianoforte o dello sport preferito da papà. Siamo veramente impazienti di vederlo crescere e guai se non rispetta i nostri tempi, le aspettative che abbiamo su di lui.
    Ma ognuno ha i suoi tempi. Ricordo che a sedici anni ancora giocavo con i soldatini e le macchinine e frequentavo ragazzini molto più piccoli della mia età e la mia nonna mi riprendeva dicendo che dovevo maturare, ma non capivo nemmeno di cosa parlasse perché mi divertivo, stavo bene, per quale motivo avrei dovuto cambiare?
    Ogni bambino ha i suoi momenti per crescere e maturare, c'è chi sboccia prima, chi più tardi e noi genitori abbiamo il dovere di aspettare pazientemente senza forzarli.
    Giusto incentivarli, motivarli, stimolarli, ma un conto è pretendere una maturità, un conto è invece indicare loro la strada per crescere e saper aspettare con dolcezza il momento in cui da bambino diventerà ragazzo e poi uomo o donna.
    Ci sono poi casi di ragazzi che non vogliono crescere, di mamme che li viziano al tal punto da renderli per sempre bambini, ma queste sono eccezioni, seppur abbastanza diffuse
    Se un fico un anno non produce si aspetta il secondo, se nemmeno al secondo porta frutti, restiamo in attesa del terzo, e così via con tanta pazienza ed amore di cui solo un genitore può, se vuole, essere capace.
    Che tenerezza mi fanno le leonesse quando si vedono nei documentari che guardano sornione e pazienti i loro cuccioli giocare e mordersi, finanche capitombolare addosso alla madre che ogni tanto emette piccoli ruggiti di rimprovero, ma pazientemente aspetta che la natura faccia il suo corso.

  45.  

    Addì 26 ottobre 2014

    In quel tempo, i farisei, udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme
    e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova:«Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?».
    Gli rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.
    Questo è il più grande e il primo dei comandamenti.
    E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso.
    Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti»

    Matteo 22,34-40

  46.  

    Amerai il prossimo tuo come te stesso

    Ragazzi atei in chiesa per amore

    Qualche giorno fa sono stato al un funerale del marito di una nostra, una bravissima persona che da tempo curava gratuitamente come dentista i nostri ragazzi. Ho rivissuto le emozioni di quasi trent'anni fa quando morì la mia mamma, ero però in fondo di chiesa e mi sembrava quasi di non esserci. Avete presente quando sognate e vedete lo svolgersi di una scena con la consapevolezza di non farne parte ed essere solo un osservatore esterno? C'erano tanti ragazzi tra i venti ed i trent'anni, amici dei due figli di questa coppia di amici. Alcuni di loro pregavano e seguivano la messa con fede, altri invece si vedeva dagli atteggiamenti che non credevano, o almeno così mi è parso. La cosa bella, che avevo già vissuto al funerale di mia madre, è che tutti, credenti e non credenti, erano lì con il cuore, stretti vicino alla famiglia e ai loro amici.
    Ricordo il giorno della mia mamma come il più bello della mia vita proprio per emozioni come queste. In particolare ho nel cuore un mio amico, Alessandro, ateo convinto e piuttosto "birbante" da piccolo tanto da entrare in motorino in chiesa durante la messa per il gusto di fare un dispetto al sacerdote. Ero in prima fila e per fare la comunione decisi di andare in fondo di chiesa per la fare la fila con tutte le persone intervenute, forse in cerca di un caloroso abbraccio della gente che voleva bene a mia madre, e me lo trovai davanti. Gli presi la mano e gli chiesi di venire a fare la comunione con me. Mi rispose che non ne era degno, ma in quel momento gli dissi che mi sarei preso io la responsabilità davanti a Dio e venne a prendere l'ostia consacrata con me. Fu un momento che ancora porto nel cuore, di una gioia indescrivibile. Credo che quei ragazzi entrati in chiesa per stringersi attorno ai loro amici che da poche ore avevano perso il loro papà forse hanno fatto un sacrificio, e forse si sono sentiti a disagio in chiesa, ma certamente hanno fatto un grande atto di amore che Dio saprà ricompensare, al pari dei miei amici che, come Alessandro, sono entrati in chiesa per amore.
    Gesù ci dice che il primo dei comandamenti è amare Dio, ma il secondo è simile al primo "Amerai il prossimo tuo come te stesso" e questi ragazzi hanno dimostrato un amore grandissimo per il loro amico

  47.  

    Addì 27 ottobre 2014

    In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga il giorno di sabato.
    C'era là una donna che aveva da diciotto anni uno spirito che la teneva inferma; era curva e non poteva drizzarsi in nessun modo.
    Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei libera dalla tua infermità», e le impose le mani. Subito quella si raddrizzò e glorificava Dio.
    Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, rivolgendosi alla folla disse: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi curare e non in giorno di sabato».
    Il Signore replicò: «Ipocriti, non scioglie forse, di sabato, ciascuno di voi il bue o l'asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi?
    E questa figlia di Abramo, che satana ha tenuto legata diciott'anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato?».
    Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute

    Luca 13,10-17

  48.  

    Donna, sei libera dalla tua infermità

    Il ritorno all'ora solare

    E' stato facilissimo riportare indietro di un'ora le lancette dei nostri orologi, ma non è altrettanto facile fare un passo indietro nella vita. Quanto vorremmo a volte poterlo fare, tornare ad un certo giorno e far si che quanto accaduto dopo non sia mai successo. La ragazza iraniana giustiziata, uccisa per aver seguito uno sconosciuto a vedere un lavoro avrebbe voluto tornare indietro nel tempo, in quel bar ed aver operato una scelta diversa. Quante volte una parola, un'offesa ci ha portati ad un cambio della nostra vita? Una delle nostre bimbe ha fatto la scelta di andarsene un anno e mezzo fa ed oggi, a vedere le foto che lei stessa pubblica, al sapere che non ha finito gli studi, mi viene il nodo alla gola. Mi domando se anche lei vorrebbe mettere indietro le lancette di un anno e mezzo oppure se è contenta della sua scelta, della strada intrapresa. I figli vanno lasciati liberi di decidere, ma su tutto? Non avremmo potuto fare nulla per fermarla, ma se avessimo potuto sarebbe stato giusto?
    Aiutatemi a dare una risposta al mio cuore

  49.  

    Addì 28 ottobre 2014

    Avvenne che in quei giorni, Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e passò la notte in orazione.
    Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede il nome di apostoli:
    Simone, che chiamò anche Pietro, Andrea suo fratello, Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo d'Alfeo, Simone soprannominato Zelota, Giuda di Giacomo e Giuda Iscariota, che fu il traditore.
    Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, che erano venuti per ascoltarlo ed esser guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti immondi, venivano guariti.
    Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti

    Luca 6,12-19

  50.  

    Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti

    Dove trovare la forza per andare avanti

    Tanti bambini quando arrivano in affidamento hanno spesso subito molestie di ogni tipo, abusi, maltrattamenti, hanno visto cose inenarrabili. Arrivano con cicatrici profonde nel corpo e nell'anima e la cosa più difficile con loro è far si che accettino quanto accaduto. Ci vuole tempo e tanto, tantissimo amore. Una cosa però deve essere subito detta loro "guardate avanti". Il passato non si può dimenticare, non è facile accettarlo, fa soffrire e provoca incubi al solo pensiero, ma è "passato" e non ritorna, non potrà più tornare. Ma come un terremoto che spazza via una città, ciò che viene ricostruito dopo è più grande, più bello, più forte perché sappiamo cosa non dobbiamo costruire e cosa invece siamo chiamati a edificare.
    La loro esperienza, la loro brutta esperienza durata talvolta tutta una vita di bambino fa parte ormai del passato e lo sparire, il suicidio, il rinchiudersi dentro sé stessi non è una soluzione, è una sconfitta, è far vincere quelli che han fatto loro del male.
    Guardate avanti, guardate quanto la vostra esperienza possa darvi i numeri per stare vicino a chi soffre, perché solo chi ha tanto sofferto saprà aprire le ali dell'anima per proteggere i cuccioli d'uomo percossi e feriti nel cuore da adulti incapaci di amare e di capire.