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  1.  

    Addì 9 settembre 2014

    In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.
    Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.

    Luca 6,12-19

  2.  

    Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici

    Non te ne andare

    Nel corso della vita incontriamo moltissime persone, la maggior parte delle quali passa, ci sfiora e se ne va per sempre per la sua strada. Ci sono persone pero' che entrano nei nostri cuori e li' rimangono per sempre. Se guardo indietro ricordo tanta gente che mi ha lasciato qualcosa, ma sono veramente pochi coloro che sono entrati nel mio cuore e la' sono rimasti anche se fisicamente si sono allontanati. La mia mamma, il mio nonno, Don Luigi, Olimpia e pochi altri sono fra questi. Il mio cuore sanguina perché per ogni perdita si crea uno squarcio e ricucire i vari pezzi e' sempre piu' difficile. Faccio di tutto per non perdere le persone che amo, ma qualcuna decide di andarsene ed ogni volta il dolore e' forte, lancinante, inconsolabile perché se e' vero che nessuno e' indispensabile, e' anche vero che nessuno può essere sostituito da un altro fin tanto che e' aperto il rubinetto dell'amore. Quando ua persona che amiamo se ne va dobbiamo farcene una ragione, ma quel dolore resterà sempre dentro noi, quello squarcio, quella ferita non si rimarginerà mai qualunque cosa facciamo, qualsiasi persona incontreremo, qualunque storia ricominceremo. Se oggi dovessi perdere una persona che amo le direi "non te ne andare" con tutto il fiato che ho in gola e non smettereri di ripeterlo finche' potrà e vorrà udirmi nella speranza che torni indietro. La perdita della mia mamma mi ha lasciato un grandissimo vuoto e non e' facile per me affezionarmi a qualcuno, benché lo desideri fortemente, e quando questo accade faccio piccoli passi per paura modi ferire e di ferirmi, ma una volta che apro il mio cuore non ho piu' limiti ed il mio amore e' al massimo livello, ma purtroppo le storie finiscono lo stesso ed ogni volta e' sempre piu' dura. In questi ultimi anni tanti sono i ragazzi in affido che se ne sono andati, tante le persone che hanno fatto grandi cose per l'associazione hanno preso altre vie, tanti gli amici partiti per altri lidi e per quanti ragazzi, collaboratori ed amici restino vicino, coloro che se ne vanno lasciano un vuoto impossibile, almeno per me, da colmare perché quello che loro ti davano, come te lo davano nessuno potrà mai dartelo. Se ancora mi ascolti, non te ne andare, griderei a gran voce.

  3.  

    Addì 10 settembre 2014

    In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
    «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio.
    Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati.
    Beati voi, che ora piangete, perché riderete.
    Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
    Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
    Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame.
    Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete.
    Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».

    Luca 6,20-26

  4.  

    Beati voi

    Beati voi

    Vi e' mai capitato di essere insultati o allontanati da un gruppo per delle vostre idee legate a dei principi per voi assolutamente non negoziabili? Non e' solo il caso di chi porti avanti con fede una dottrina religiosa, ma anche chi ha a cuore il bene degli altri. Quanti insulti ricevono, ad esempio, le persone che aiutano gli immigrati, quante volte ho sentito dire che le onlus che danno ristoro ad un extracomunitario sono la rovina dell'Italia. Anche noi che accogliamo bambini facenti parte di famiglie disagiate siamo spesso sotto attacco: lasciali stare, occupati di altro, sono figli di e non concluderanno mai nulla nella vita, saranno solo dispiaceri e problemi. In quante città se non hai la tesserina di un partito o se non sei legato all'ideologia dominante non lavori e vieni messo in disparte. Quante liti con i servizi sociali o con gli enti pubblici per veder riconosciuto un proprio diritto o quello di altri. Potrei continuare, ma ognuno di voi ha la sua esperienza e sono certo che, purtroppo, vi sarà accaduto spesso di trovarvi in queste o in simili situazioni. Si resta male li' per li', ma se ci fermiamo un attimo a riflettere dovremmo invece gioire se abbiamo litigato con un assistente sociale per voler salvare un bambino, dovremmo gioire se un sacerdote ci dice "lascia perdere questi ragazzi, tanto ormai sono persi", dovremmo gioire se veniamo messi in un angolo perché diciamo di aver fede in Dio. Gioire? Si, perché queste persone che ci attaccano fortificano le nostre convinzioni. Non smetterò certo di aiutare un bambino perché l'assistente sociale o il sacerdote mi dice di non farlo, così come coloro che accolgono un extracomunitario non lo metteranno sulla strada per aver ricevuto minacce o accuse da razzisti e xenofobi. Sono coloro che sono intolleranti al bene che altri fanno ad essere dalla parte del torto, sono loro che con questa malvagità ci fanno stare bene perché legittimano le nostre scelte.
    Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete.

  5.  

    Addì 11 settembre 2014

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.
    E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.
    Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
    Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio»

    Luca 6,27-38

  6.  

    Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati

    Tanto odio

    Quanti rancori portiamo nel cuore. Quello mi sta antipatico perché mi ha guardato storto, l'altra non la considero perché una volta ha parlato male di me, ah lui per carità non me lo nominare che un giorno ha osato dirmi certe cose. Se poi i torti sono piu' grossi allora apriti cielo: mi deve dei soldi quindi e' un delinquente, mi ha tagliato la strada che possa schiantarsi contro un albero, lo vorrei uccidere perché mi ha tradito, ha fatto un errore troppo grosso e merita la prigione a vita o, meglio, la pena di morte. Quanto odio immettiamo ogni giorno nel cuore, quanti rovi coltiviamo e affacciamo crescere con cura nel nostro orto. E poi ci lamentiamo se c'è sempre più cattiveria in giro? Siamo noi ad alimentarla. Se odiate chi vi odia alimentate la guerra fra voi, Immaginatevi se amaste coloro che vi odiano, prima o poi il vostro esempio sarebbe contagioso, forse non con quella persona, ma certamente sarebbe un esempio per i vostri figli ed amici. Seminare il seme dell'amore, quello del perdono, della non violenza, del porgere l'altra guancia farà crescere un bosco di bontà, ma se piantiamo i semi della discordia, della vendetta, dell'odio razziale, del giustizialismo ci circonderemo di rovi inestricabili che ci imoediranno di respirare, vedere il sole e ci bucheremo perché l'odio genera solo altro odio, la violenza genera solo violenza, la maldicenza genera solamente astio e rancore.
    Quando pensate male di qualcuno, quando lo giudicate per una parola o per un errore, grande o piccolo che sia, pensate per un istante ad essere voi al suo posto e qualcuno vi considerasse un maledetto solo per un errore, pensate se aveste avuto voi la sua vita e le sue esperienze se riuscireste ad essere una persona migliore di lui. Quando sentiamo che una mamma ha picchiato il proprio figlio, un padre ubriaco ha violentato la figlia, un nonno ha assonnato i propri nipoti rabbrividiamo, ma dovremmo condannare l'atto e non la persona che lo ha commesso perché non spetta a noi farlo, perché magari quelle persone hanno subito le stesse cose da piccoli e pensano possano essere giuste, perché il loro cervello e' andato in frantumi per aver vissuto una vita di stenti e di violenze. Spesso sono i ragazzi di queste famiglie a diventare assassini e stupratori, genitori cattivi e abusanti, rapinatori e drogati, ma il nostro amore farà la differenza, accoglierli darà loro una speranza, educarli insegnerà loro che esiste un altro modo di vivere. Amate se volete che glia altri vi amino, odiate se volete che la violenza aumenti

  7.  

    Addì 12 settembre 2014

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
    «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
    Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello»

    Luca 6,39-42

  8.  

    Può forse un cieco guidare un altro cieco?

    Può forse un cieco guidare un altro cieco?

    Mi capita spesso di vedere i ragazzi adolescenti interagire tra loro. Giocano, si divertono, ascoltano la musica, fanno prove di forza, si scambiano opinioni su tematiche di ogni genere, si danno consigli l’uno all’altro su come affrontare la vita, sulla scuola, sul lavoro da intraprendere. La loro giovane età li porta spesso a idealizzare certe situazioni e a crederci fermamente, complice lo stesso pensiero grazie al quale uno da ragione all’altro. Se un adolescente chiede un consiglio ad un altro che gli dice “bianco”, se anche più adulti, genitori, insegnanti, amici di famiglia provano a dire “nero”, il ragazzo quasi certamente prenderà per buono il bianco, magari pensando che gli adulti non possono capire le problematiche dei giovani.
    Uno dei nostri ragazzi di qualche anno fa si diplomò al liceo scientifico con indirizzo artistico. In tutti gli anni di scuola la sua carenza maggiore era stata la matematica, tanto che non avrebbe passato l’esame di maturità se non avesse ricevuto un grande aiuto dal suo professore che gli voleva bene e lo voleva vedere diplomato. Pensò così di andare all’università e desiderava fare architettura. Noi, i professori, alcuni volontari che ben conoscevano le sue lacune cercarono di dissuaderlo perché la matematica era una materia basilare in quel corso di laurea. Si consigliò con i suoi amici che l’hanno consigliato di prendere la strada che più gli piaceva. Sono fermamente convinto che si debba fare la cosa che più ci piace, ma conoscendo bene il ragazzo sapevo che non aveva la forza di volontà necessaria per superare un simile ostacolo. Quando decise di andare comunque ad architettura sperai che avrebbe tirato fuori la grinta e che avrebbe dimostrato a tutti che con l’impegno e la costanza, unite alla voglia di farcela, avrebbe anche potuto superare le problematiche connesse alla materia. Ma non è andata così. In due anni ha dato solo un esame e si perso inebriandosi della tanta libertà che aveva ottenuto, anche di non studiare, iscrivendosi all’università.
    Come può un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso?

  9.  

    Addì 13 settembre 2014

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo.
    L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.
    Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico?
    Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene.
    Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande»

    Luca 6,43-49

  10.  

    Ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia

    Genitori, date una mano ai vostri figli a costruirsi una casa

    Nel viaggio di ritorno dalla Campania in Toscana abbiamo dato un passaggio ad un ragazzo napoletano. Abbiamo parlato di vari argomenti, tra questi la ricerca di quel lavoro che, specie nel sud, manca, concordando sul fatto che già è difficile trovarlo se sei laureato, come lui è, figuriamoci senza un pezzo di carta, almeno delle superiori. Molti ragazzi oggi abbandonano la scuola presi da una vita facile che noi genitori troppo spesso regaliamo loro senza chiedere nulla in cambio. "Babbo, mi compri il nuovo telefonino? Anche se se vado male a scuola ti assicuro che migliorerò", e babbo compra. "Mamma, mi permetti di uscire tutte le sere con il mio ragazzo, ti prometto che smetterò di trattare tutti male", e mamma permette. Vestiti firmati, cellulari, tablet, vacanze con gli amici, macchine e motorini ed ogni altra cosa venga richiesta viene fatta piovere dal cielo. Ma allora quale stimolo può avere un adolescente per cambiare, impegnarsi, fare il proprio dovere compiendo dei sacrifici? Un tempo si diceva che i figli unici sono viziati, ma quanti ragazzi super viziati conosco che hanno fratelli e sorelle. Io sono figlio unico, ma pur non mancando le possibilità in casa mia mi sono dovuto sudare tutto, pur nei limiti. Se andavo male a scuola non uscivo con gli amici, il motorino a sedici anni e mezzo solo quando a scuola ho cominciato ad andare bene. Oggi molti ragazzi, quelli ai quali è stato permesso tutto e donato ancor di più, sono dei rammolliti, senza carattere, senza la forza né lo stimolo di lottare, senza ideali, senza passioni, bandiere al vento che cambiano direzione a seconda del santone di turno che si erge sulle barricate, sia esso un ultrà che inneggia alla violenza, un reclutatore dell'isis che stramaledice il consumismo, un cantante che nelle sue canzoni parla di droga e prostituzione. Genitori non date ai vostri figli con due mani ciò che vi chiedono, ma in mano mettete l'oggetto del loro desiderio, ma l'altra mano tenetela aperta con il palmo ben rivolto verso l'alto e chiedete in cambio qualcosa, non certo per voi, ma qualcosa che possa servire per il loro futuro. Non aiutateli a costruire una casa sulla sabbia, ma dategli una mano a costruire delle buone fondamenta che poggino sulla solida roccia, affinché quando arriverà la piena del fiume, e le difficoltà arrivano per tutti, la loro casa non venga spazzata via dalla furia degli elementi.

  11.  

    Addì 14 settembre 2014

    In quel tempo Gesù disse a Nicodemo: «Nessuno è mai salito al cielo, fuorchè il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo.
    E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».
    Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.
    Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui

    Giovanni 3,13-17

  12.  

    Così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo,

    Duecentocinquanta giorni di ferie

    Mentre ero in macchina ho sentito un'intervista ad una ragazza di un paese dell'entroterra pisano. Raccontava la sua malattia, un brutto tumore maligno, che la costringe a cure e lunghe assenze dal lavoro. Ha usufruito di tutti i permessi possibili e l'unica soluzione per poter continuare ad essere stipendiata e curarsi è accedere ad una forma di tutela per la quale però le avrebbero ritirato le patenti di guida. Essendo lei un'autista del trasporto pubblico non ha voluto aderire al programma e quindi l'alternativa sarebbe stata di scegliere tra curarsi e perdere il posto di lavoro oppure andare a lavorare e non curarsi. I suoi colleghi le hanno fatto allora un "piccolo" regalino, si sono privati ognuno di un po' di giorni di ferie per donarli a questa ragazza: duecentocinquanta giorni. Questa è Fede vissuta, Solidarietà con la esse maiuscola, Amore allo stato puro. Pur avendo il tumore la ragazza era comunque felice per aver potuto toccare con mano il cuore dei suoi colleghi. Quando mi veniva insegnato che Gesù è morto in croce per noi, che dobbiamo guardare alle sofferenze di Cristo per prenderle sulle nostre spalle e sorridere ricambiando con amore non mi riusciva di capire in quale modo fosse possibile farlo. Ecco, oggi ho capito. Ho capito come guardare alla sofferenza di Dio, alla sofferenza di un nostro fratello e caricare sulle nostre spalle il suo dolore, dividere con lui le sue fatiche, portare insieme il peso della croce.
    Grazie per questo esempio di Amore che mi avete dato

  13.  

    Addì 15 settembre 2014

    In quell'ora, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala.
    Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!».
    Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa

    Giovanni 19,25-27

  14.  

    Ecco la tua madre!

    Affidamento in senso inverso

    Quanta gente mi dice che non può prendere un bambino in affido perché non ne ha le forze, la capacità, la costanza, il coraggio di sopportare che un giorno possa lasciarli. Eppure l'affidamento ha un doppio senso di circolazione. Non siamo noi adulti solamente a prender eun bambino in affido, ma sono anche i bambini che ci accolgono nei loro cuori. Pensate a quanto hanno sofferto. Alzi la mano chi di voi dopo la prima scottatura amorosa, dopo essere stati lasciati dal marito o dalla moglie, hanno il coraggio e la determinazione di mettersi subito in gioco come se nulla fosse. Chi in queste circostanze è capace di aprire al massimo le porte del proprio cuore ad un altra persona? Pensate che questi bambini, all'apparenza così fragili e indifesi, sono stati abbandonati da chi amavano, feriti da chi diceva di voler loro del bene, traditi da adulti che hanno promesso mari e monti donando loro solo l'inferno. Lasciati sul ciglio della strada anche da chi aveva giurato di volerli aiutare. ma quanto sono forti questi bambini che ogni volta aprono il loro cuore al massimo, danno tutto ciò che hanno, mettono la loro anima ogni volta nelle mani di chi li accolga. Loro, con questa forza, prendono in affidamento noi, ci coccolano, ci amano, ci accudiscono, ci riempiono di baci, carezze, disegni, regalini semplici e spontanei come un sasso raccolto sulla spiaggia, o un fiorellino preso in un campo. Loro ci accolgono facendoci ricordare sempre di quando eravamo bambini mantenendoci giovani. Loro ci chiedono di fidarci e sono i primi a darci fiducia. In ogni relazione non c'è mai uno che da e l'altro che riceve, ognuno dona quello che può, con i mezzi che ha a disposizione, con le capacità legate alla propria età e al proprio bagaglio di vita. Quanto ho imparato del mondo da quando sono stato preso in affidamento dai miei ragazzi. Mi hanno tenuto la mano quando avevo paura di affrontare giudici e assistenti sociali, genitori e parenti arrabbiati. Mi hanno asciugato le lacrime e hanno pianto con me quando qualcuno andava via. Abbiamo fatto tanta strada insieme e sono grato a Dio perché dalla croce ha detto "Bambini, ecco vostro padre. Riccardo, ecco i tuoi figli"

  15.  

    Addì 16 settembre 2014

    In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain e facevano la strada con lui i discepoli e grande folla.
    Quando fu vicino alla porta della città, ecco che veniva portato al sepolcro un morto, figlio unico di madre vedova; e molta gente della città era con lei.
    Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: «Non piangere!».
    E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Giovinetto, dico a te, alzati!».
    Il morto si levò a sedere e incominciò a parlare. Ed egli lo diede alla madre.
    Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi e Dio ha visitato il suo popolo».
    La fama di questi fatti si diffuse in tutta la Giudea e per tutta la regione

    Luca 7,11-17

  16.  

    Facevano la strada con lui i discepoli e grande folla

    Abbandonare una strada

    E' bello camminare sia per la strada che nei sentieri della vita, ma ancor più bello è camminare con qualcuno. A volte qualcuno ci prende per mano e ci illudiamo che sarà per sempre, altre volte iniziamo un percorso da soli o con un'altra persone ed in breve ci accorgiamo di essere parte di un gruppo, avere delle delle responsabilità, essere importante nel cammino per alcuni più deboli. Nonostante questa presa di coscienza però guardiamo sempre alla nostra vita, cerchiamo la nostra felicità, desideriamo più di ogni altra cosa ciò che ci eravamo messi in testa voncinti che sia l'unica cosa che possa farci felici. E così lasciamo il gruppo, ci allontaniamo senza una spiegazione ai più deboli, ci lasciamo scivolare fuori andando a nasconderci nel nostro antro ed evitiamo di soffrire. Evitiamo di soffrire? Ma a quale prezzo? Lasciamo che siano gli altri a stare male, coloro che hanno aperto le porte del cuore per noi. Ma siamo proprio sicuri che staremo meglio? Ogni decisione che prendiamo ha risvolti positivi e negativi, ma è molto difficile saperli soppesare e valutare quali di questi in futuro supereranno gli altri. Come in ogni valutazione occorre una misura di grandezza, un metro sul quale basare la nostra scelta, un metro al quale guardare al di là di ogni aspetto esteriore: il proprio egoismo. Non bisogna guardare la propria felicità personale, ma quella degli altri. Il Vangelo, per me Maestro di vita, ripete continuamente che "chi perderà la propria vita la salverà" ed è necessario dare la precedenza non a ciò che ci piacerebbe o che vorremmo ed il proprio bene personale dovrebbe sempre venire dopo quello degli altri. Vedete nell'affidamento, chi si preoccupa del fatto che un giorno potrà soffrire perché il bambino tornerà dai genitori non accoglie nel proprio cuore un cucciolo d'uomo bisognoso di affetto, ma chi non pensa a tale ipotetica sofferenza apre la porta di casa ad un bambino e lo salva da un destino crudele. Come si fa a pensare a sé stessi quando fuori dalla nostra vita la gente muore per mancanza di amore? Come si fa a restare chiusi nella propria casa quando c'è tanto da fare, quando il nostro aiuto è determinate per cambiare la vita di tanti che soffrono? Come si fa a pensare al proprio bene quando pur stando male per alcune cose potremmo dare un futuro migliore a tanti bambini?
    Nella nostra ormai quai trentennale storia dell'Associazione sono tante le persone che si sono affiancate e hanno fatto un pezzo di strada con noi, ma anche tante quelle che dopo un po' si sono staccate, la maggior parte per seguire un sogno di felicità, senza accorgersi che la vera felicità l'avevano già raggiunta divenendo utili per qualcuno, divenendo importanti per la crescita dell'Associazione, divenendo punti di riferimento per tanti bimbi del presente e del futuro.

  17.  

    Addì 17 settembre 2014

    In quel tempo, il Signore disse:
    «A chi dunque paragonerò gli uomini di questa generazione, a chi sono simili?
    Sono simili a quei bambini che stando in piazza gridano gli uni agli altri: Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato; vi abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!
    E' venuto infatti Giovanni il Battista che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: Ha un demonio.
    E' venuto il Figlio dell'uomo che mangia e beve, e voi dite: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori.
    Ma alla sapienza è stata resa giustizia da tutti i suoi figli»

    Luca 7,31-35

  18.  

    Ma alla sapienza è stata resa giustizia da tutti i suoi figli

    Non frequentare quella persona, sei pazzo?

    Avete mai fatto caso che quando uno fa una cosa trova mille persone pronte a criticarlo, ma se fa l'esatto contrario trova altre mille persone contrarie al suo modo di fare?
    Cosa vi suggerisce questo? A me di andare per la mia strada, ascoltare i consigli e le critiche di tutti, ma poi prendere una decisione per proprio conto.
    Quante coppie non prendono un bambino in affido perché l'amico dice loro "sei pazzo, cosa fai, perdi la tua libertà", i genitori "ah se prendi un bimbo difficile ti scordi che ti aiutiamo", i vicini "mamma mia, siete matti, poi vengono i suoi genitori a fare casino sotto casa". E così, ascoltando questo e quello, l'entusiasmo iniziale di molti viene meno ed il bambino non viene accolto.
    Non solo con l'affido, ma in mille situazioni: non sposare quello, è un poco di buono; non prendere quel lavoro, ti sfruttano; non essere amica di quella, ti porta su una brutta strada.
    Quante occasioni si perdono nella vita per dare retta alla gente.
    Andate per la vostra strada e dimostrate a tutti che il vostro pensiero era giusto, fatto su misura per voi. I fatti e le persone che incontrerete vi renderanno giustizia

  19.  

    Addì 18 settembre 2014

    In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola.
    Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato.
    A quella vista il fariseo che l'aveva invitato pensò tra sé. «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice».
    Gesù allora gli disse: «Simone, ho una cosa da dirti». Ed egli: «Maestro, dì pure».
    «Un creditore aveva due debitori: l'uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta.
    Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?».
    Simone rispose: «Suppongo quello a cui ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene».
    E volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli.
    Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi.
    Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi.
    Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco».
    Poi disse a lei: «Ti sono perdonati i tuoi peccati».
    Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è quest'uomo che perdona anche i peccati?».
    Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; và in pace!»

    Luca 7,36-50

  20.  

    Fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui

    Amico di prostitute e rapinatori

    Una cosa che mi fa stare male è quando vedo qualcuno che sbaglia, sa di aver sbagliato ma erge una corazza, non chiede scusa, non ha un vagito di umiltà, anzi spesso diventa ancor più arrogante e prepotente.
    Nel Vangelo si racconta di una donna che "si rannicchiò piangendo ai piedi di Gesù" profumando i suoi piedi nella speranza del suo perdono. Non ha avuto timore a umiliarsi e per questo è stata innalzata e perdonata.
    Mi è capitato spesso di trovarmi a contatto con persone integerrime, senza peccati o quasi, uomini e donne bravissimi che ogni giorno portano avanti la loro famiglia e la loro vita senza fare un errore o quasi.
    Parimenti ho incontrato rapinatori, qualche omicida, prostitute, delinquenti di ogni razza. Uomini e donne desiderosi di cambiare vita, umiliati e prostrati dal loro stesso passato, con gli occhi gonfi di lacrime in attesa di un sorriso, di una parola buona, di un cenno di perdono.
    Posso dirvi di aver cercato l'amicizia degli uni e degli altri ed aver trovato tanto più amore nei secondi. Fiero e felice di annoverare tra i miei amici persone che hanno sbagliato, ma hanno avuto la forza di chiedere scusa. Chi più avrà ricevuto, maggiormente amerà.
    Quando mi si obietta che una delle difficoltà dell'affido è quella di trovarsi a tu per tu con genitori spesso non proprio stinchi di santi mi viene da sorridere perché per me non è stata una difficoltà, ma una risorsa. Quanto fa bene ad un bambino vedere i propri genitori cambiare, riconoscere i propri errori, incamminarsi su un'altra strada, vedere un buon rapporto con la famiglia affidataria.
    Non siate duri: perdonate e fatevi perdonare, sarà solo amore immesso nel terreno in grado di irrigare tanti virgulti

  21.  

    Addì 19 settembre 2014

    In quel tempo, Gesù se ne andava per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio.
    C'erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Màgdala, dalla quale erano usciti sette demòni, Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni

    Luca 8,1-3

  22.  

    Predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio

    Un odio così forte

    "Un odio così forte da essere felice di sacrificare la propria vita per far provare all'altro la vera tristezza" è forse la parte che colpisce di più della lettera che il ragazzo di venti anni ha scritto prima di far precipitare nel vuoto la ragazza.
    Quando vedo una pianta nata da poco nel nostro giardino noto il candore, la corteccia ben pulita e levigata, le foglie sane ed i rami robusti. Dopo qualche anno i segni del tempo si vedono, ma non sono assolutamente tali da farla apparire provata dalle intemperie. Così mi domando da dove arrivi tutto questo odio in un ragazzo così giovane, un odio covato da anni, pieno di rancore. E' uso comune dire "non ci sono più valori né principi", ma di chi è la colpa se non nostra? Se non di noi adulti che ci rifiutiamo di insegnare ai nostri ragazzi quei valori legati al bene, alla solidarietà, all'amicizia, al perdono, alla perseveranza anche con il nostro esempio. Il Vangelo da questi valori, mandate i vostri figli a catechismo. Non c'è solo la Chiesa cattolica, anche altre religioni ed associazioni possono supportarvi nel donare buone pratiche da seguire ai vostri ragazzi. Ormai è certo che nella società di oggi i genitori da soli non possono farcela, ma abbiate il coraggio di chiedere aiuto o un domani potreste essere voi a dover piangere per l'odio dei vostri figli

  23.  

    Addì 20 settembre 2014

    In quel tempo, poiché una gran folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù disse con una parabola:
    «Il seminatore uscì a seminare la sua semente. Mentre seminava, parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la divorarono.
    Un'altra parte cadde sulla pietra e appena germogliata inaridì per mancanza di umidità.
    Un'altra cadde in mezzo alle spine e le spine, cresciute insieme con essa, la soffocarono.
    Un'altra cadde sulla terra buona, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per intendere, intenda!».
    I suoi discepoli lo interrogarono sul significato della parabola.
    Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo in parabole, perchè vedendo non vedano e udendo non intendano.
    Il significato della parabola è questo: Il seme è la parola di Dio.
    I semi caduti lungo la strada sono coloro che l'hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la parola dai loro cuori, perché non credano e così siano salvati.
    Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, accolgono con gioia la parola, ma non hanno radice; credono per un certo tempo, ma nell'ora della tentazione vengono meno.
    Il seme caduto in mezzo alle spine sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano sopraffare dalle preoccupazioni, dalla ricchezza e dai piaceri della vita e non giungono a maturazione.
    Il seme caduto sulla terra buona sono coloro che, dopo aver ascoltato la parola con cuore buono e perfetto, la custodiscono e producono frutto con la loro perseveranza»

    Luca 8,4-15

  24.  

    Il seminatore uscì a seminare la sua semente

    I nostri semi

    Tutti noi, nel nostro ruolo di genitori, affidatari, fratelli maggiori, insegnanti, allenatori, nonni, zii, giornalisti lanciamo parole e messaggi nel vento per educare coloro che Dio ha messo sulla nostra strada. Talvolta scriviamo quasi a cercare di imprimere nella mente, così come sulla carta o sul computer, i valori che vorremmo gli altri acquisissero, ma non è così facile.
    Quanti genitori ho sentito domandarsi dove abbiano sbagliato, quanti si lamentano che un figlio cammina nella retta strada e l'altro si sta perdendo per le vie del mondo. Certo, non siamo perfetti e gli errori sono facili da compiere, ma non crucciatevi troppo perché non è così semplice. I principi che proviamo a trasmettere ai nostri figli, allievi, bimbi in affido, atleti sono come semi che spargiamo nella terra, ma non tutti fruttificano, alcuni cadono sull'asfalto e vengono spazzati via dalle auto in corsa; altri sono divorati da insetti ed uccellini; altri cadono sulle rocce, ma pur cominciando a sbocciare non hanno radici e presto seccano; altri finiscono in mezzo ai rovi e pur crescendo trovano le spine e muoiono per soffocamento; altri cadono nella terra buona e producono frutti.
    Quanti ragazzi si comportano bene e davanti alla prima difficoltà rinnegano tutto; quanti invece si lasciano fuorviare dai rovi della vita, dalla droga, dalla smania dei soldi facili, dal sesso esagerato, dal gioco d'azzardo, dalla violenza gratuita; ma genitori consolatevi perché molti dei vostri semi cadono sulla buona terra e produrranno nei vostri figli dei bellissimi frutti capaci di sfamare e produrre altri valori importanti. Non scoraggiatevi, non smettete di seminare se un raccolto dovesse andare male. Per poter raccogliere bisogna spargere molti semi, uno solo non basta.
    Quando nel duemila abbiamo iniziato ad usare internet per fare marketing ho scritto circa mille mail ad altrettanti vip, in quattro mi hanno risposto e con uno, uno soltanto, si è creata una bella amicizia e ci ha aiutato tantissimo. Valeva la pena spargere mille semi per veder nascere un alberello capace di dare frutti? Certo che si, quell'alberello si chiamava Alex Baroni.

  25.  

    Addì 21 settembre 2014

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna.
    Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna.
    Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati
    e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono.
    Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto.
    Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi?
    Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna.
    Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e dà loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi.
    Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro.
    Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero un denaro per ciascuno.
    Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo:
    Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo.
    Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro?
    Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te.
    Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?
    Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi»

    Matteo 20,1-16a

  26.  

    Sei invidioso perché io sono buono?

    Avete lavorato bene?

    Capita spesso che ci sia una diversità di trattamento tra persone, c'è chi riceve più di noi e siamo subito pronti a gridare all'ingiustizia. Ma come, ho lavorato un mese su un progetto, un mio collega è arrivato solo l'ultima settimana ed il mio capo ha dato ad entrambi la stessa gratifica. Come è brutta l'invidia e la gelosia. Tu hai fatto il tuo lavoro per un mese, lo hai fatto bene, hai ricevuto la tua gratifica, ma cosa te ne importa se il tuo collega ha preso quanto te o più di te? Hai avuto il tuo? E allora che vuoi di più? E' solo invidia perché il tuo capo è stato buono e ha dato a lui una buona gratificazione per il lavoro svolto. Noi siamo dipendenti di questa vita e non ci è dato di essere imprenditori di noi stessi. Possiamo forse far piovere? Evitare che si verifichino terremoti? Impedire che una persona muoia? Il nostro capo, chiamatelo destino, natura, essere superiore, Allah, io lo chiamo Dio, non è tenuto a darci spiegazioni su come manda avanti la sua azienda, siamo semplici operai e se la ditta va bene, se riceviamo quanto pattuito in contratto, perché lamentarsi? Perché vediamo che altri hanno più di noi? Il Signore non ci misura con la bilancia, non ci da ciò che ci spetterebbe secondo una logica tutta umana del dare e dell'avere, e vi garantisco che è meglio così, perché se andate a vedere bene nella vostra vita ditemi quante bastonate vi ha dato quando ve le sareste meritate, poche o nessuna, ma a queste non si guarda. Guardate quante persone nel mondo fanno la fame, subiscono violenze, vivono una vita di stenti, credo che Gesù sia molto più propenso a sostenere loro che dalla vita hanno ricevuto meno di tutti noi, piuttosto che coloro che, vissuti nella bambagia sin da piccoli, hanno sputato su valori e principi che Dio stesso ci ha indicato.
    Prendete ciò che vi viene dato e non guardate a chi ha di più, anzi siate contento per lui e gioite perché comunque avete avuto la gioia e il grande dono di essere chiamati, di essere considerati. Tornando all'esempio iniziale, non lamentatevi se il vostro collega ha preso quanto o più di voi, rallegratevi perché almeno avete un lavoro e siete pagati per quello che valete e per quanto avete concordato con un capo che con voi è sempre stato buono e corretto. Oggigiorno è un lusso, eppure chi lavora nella vigna del Signore ha questo tipo di trattamento. Chi aiuta le persone riceverà la carezza che Dio da sempre promette agli operatori di pace. Quante guerre e invidie tra associazioni. Personalmente non provo invidia per quelle che sono cresciute meglio e più velocemente della nostra, anzi mi servono da stimolo perché capisco che si può ancora crescere, ma non per entrare in competizioni con altre, bensì per poter allargare il fronte di aiuti. Gestire sette bambini in affido più altri nel diurno è un limite che mi va stretto e con l'aiuto di Dio e di coloro che vorranno darci una mano, tanti di più saranno i ragazzi che un giorno aiuteremo a crescere e ad uscire dalle difficoltà della vita.

  27.  

    Addì 22 settembre 2014

    In quel tempo, Gesù disse alla folla:
    « Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la pone sotto un letto; la pone invece su un lampadario, perché chi entra veda la luce.
    Non c'è nulla di nascosto che non debba essere manifestato, nulla di segreto che non debba essere conosciuto e venire in piena luce.
    Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha sarà dato, ma a chi non ha sarà tolto anche ciò che crede di avere»

    Luca 8,16-18

  28.  

    Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso

    Non nascondete la luce che è in voi

    Il mio nonno era talmente orgoglioso di me che quando nacqui disse "ha i muscoli tagliati, diventerà un grande uomo", a parte il fatto che ancora devo capire cosa significhi "ha i muscoli tagliati" ma la sua gioia di avermi come nipote è stata grandissima per sempre. Era un uomo forte, pescatore subacqueo di rilievo, uomo di mare, amico di tutti, bello come il sole tanto che a settanta anni faceva colpo sulle donne di trent'anni. Come tutti gli uomini di mare era abbastanza duro e più che consigliare sentenziava come dovevo comportarmi, quante cose mi ha insegnato, ma nella sua durezza si scioglieva come neve al sole quando si trattava di me. Non mi viziava, anzi mi bacchettava spesso, accettava un mio bacio ma se era in presenza di altri quasi si ritraeva, ma fra le righe il suo amore veniva fuori e si illuminava quando parlava di me, quando raccontava cosa avevo fatto, sia riguardo i primi momenti della mia vita da bambino come pescatore, sia quando ragazzino studiavo, sia nei primi anni dell'Associazione dedicata a mia mamma, sua figlia. Persone che appena conoscevo sapevano tutto di me perché lui aveva provveduto a tessere le mie lodi. Quale nonno, padre, madre, nonna non farebbe così, innamorato del proprio figlio o nipote? L'Amore, quello con la A maiuscola, è luce allo stato puro e viene messa in evidenza per indicare un percorso. Un nipote, un figlio amato, è luce per i propri genitori o nonni che faranno a gara per innalzarlo affinché tutti possano vederlo.
    Quando presentai il mio primo libro in Senato Giovanni Anversa faceva da moderatore e su imbeccata di una ragazza disse che per quanto il libro gli fosse piaciuto l'unica critica che gli muoveva era il fatto di avere troppi riferimenti religiosi. Bene, dissi io, perché il mio scopo era quello di mostrare il mio amore per il Signore attraverso la scelta di vita verso i bambini, amore da condividere con altri. Quante persone hanno fede, ma restano in silenzio per uniformarsi al pensiero di un gruppo. Ho tanti amici atei che mi stimano perché, pur non pensandola su molte situazioni allo stesso modo, ho la gioia di manifestare questo amore, di ringraziare Dio per tutto il bene che mi ha fatto.
    La luce che è nel vostro cuore non tenetela nascosta, lasciate che sprizzi scintille di amore attraverso il vostro sguardo, le parole, la vostra vita. Non ricordo se il mio nonno mi abbia mai detto "ti voglio bene" con le parole, ma tutta la sua vita, dal giorno in cui sono nato al giorno in cui è venuto a mancare, è stata un costante grido di gioia per il grande amore verso di me.

  29.  

    Addì 23 settembre 2014

    In quel tempo, andarono a trovare Gesù la madre e i fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla.
    Gli fu annunziato: «Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti».
    Ma egli rispose: « Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica »

    Luca 8,19-21

  30.  

    Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica

    Questa è la mia famiglia

    Pensate un attimo se nella vostra vita di bambini vi fosse capitata una mamma che al mattino dormisse fino alle undici, non le importasse se andavate a scuola o meno, all'ora di pranzo e di cena il mangiare spesso non c'era o era rigovernatura di piatti. Se vi fosse capitato un padre ubriaco tutto il giorno, puzzolente e violento con la mamma, senza la minima voglia di cercarsi un lavoro che alla sera usciva per rientrare a casa al mattino. Andando a scuola aveste visto le mamme dei vostri compagni tirate a lucido, sempre ben vestite, in dialogo cordiale con i professori, pronte a difendere i propri cuccioli in ogni occasione; i vostri amici sempre ben vestiti, puliti e ordinati, con la pancia piena a raccontar di vacanze e gite con i genitori; i loro papà affettuosi e prodighi di insegnamenti ed esempi positivi. Dopo aver pensato a questo scenario guardate dentro di voi, nel profondo dei vostri cuori. Qual'è il sentimento che provate? Difficile dirlo senza averlo sperimentato, lo capisco, ma ho visto tanti bimbi calati in certe situazioni, ed anche peggiori, che pur non potendo conoscere perfettamente ciò che ognuno prova, posso vedere un tratto in comune: il grande amore verso i genitori, pronti a difenderli e scusarli da ogni accusa derivante dall'esterno, ma dall'altra parte un po' di sana invidia per quell'essere famiglia, il desiderio di poter trasformare la propria.
    Un giorno poi arrivano gli assistenti sociali, quando fortunatamente arrivano perché, specie nel sud, non è così scontato, e se avevamo un po' di confusione in testa non si capisce più nulla: la mamma che non mi considerava piange e si dispera mentre mi prelevano, il papà diventa una furia e si scaglia sulla polizia per strapparmi dalle loro braccia, la mia abitazione si allontana e non so dove mi porteranno, cosa mi aspetta, cosa mi faranno. Nel giro di poco entro in una casa, completamente diversa dalla mia, pulita, grandissima, con tante stanze, con un bagno grande, pulita, profumata. Il pranzo in tavola è abbondante e buonissimo e le persone, come i genitori dei miei compagni di scuola, sorridenti, allegri, tutti insieme a tavola anche con gli altri bimbi. Famiglia affidataria, casa famiglia, comunità educativa, ancora non capisco, non so cosa siano, sento gli altri bambini che sottovoce mormorano la parola affido. Ne avevo sentito discutere, ma proprio non so di cosa parlino. Vi potete immaginare cosa stia provando adesso? Quanti visi in tanti anni di accoglienza ho cercato di scrutare, ma ognuno mi dava una risposta diversa, spesso contraddittoria. Felicità per un posto così bello e dolore per essere stato strappato da casa mia; gratitudine per quelle persone che con tanta gentilezza mi hanno accolto, ma tanta tristezza per papà e mamma che piangevano mentre andavo via; gioia per la tavola imbandita, i tanti giochi, la pulizia e l'accudimento sin dal primo istante, ma anche disperazione al pensare che i miei genitori sono rimasti nella sporcizia e nell'abbandono tanto che avrei voglia di fare un sacchettino per portar loro un po' di quelle leccornie, ma non posso.
    Il tempo lenisce molte ferite e opacizza i ricordi cancellando e addolcendo quelli più traumatici, ma non potrò mai dimenticare. Per quanto amore mi daranno queste nuove persone, rimarrà sempre in me l'amore per i miei genitori. Dimenticherò il male che mi hanno fatto e ricorderò le loro lacrime quando venivo via; dimenticherò che non mangiavo e ricorderò che la mia mamma mi portava ogni tanto al bar a fare colazione; dimenticherò che andavo a scuola sporco, ma ricorderò il bel vestito preso alla Caritas con il mio babbo. Ma parimenti vedrò anche Adriano e Daniela, Daniele e Roberta, Antonio e Silvia sempre più come due persone da amare, sempre più come genitori, sempre più come famiglia.
    Ci sono persone che vengono da me e mi chiedono "ma sono tutti figli tuoi? Ti chiamano babbo" la mia risposta è netta e decisa: si, sono figli miei.
    Quale è la mia famiglia? Sono coloro che mi amano e che amo, poco importa se li ho procreati o meno, poco importa se me li ha portati la cicogna o un giudice minorile, poco importa se portano il nome che gli ho dato o quello di un altro, poco importa se sono l'unico papà o se siamo in due a dividerci tanto onore. Sono figli miei e lo saranno per sempre, anche quando dovranno tornare in quella casa che li ha visti crescere, da quelle persone che li hanno generati e a modo loro amati o non amati perché nessuno lo aveva mai insegnato loro.
    Questa è la mia famiglia e spero che un giorno possa essere anche la vostra

  31.  

    Addì 24 settembre 2014

    In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e diede loro potere e autorità su tutti i demòni e di curare le malattie.
    E li mandò ad annunziare il regno di Dio e a guarire gli infermi.
    Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né bisaccia, né pane, né denaro, né due tuniche per ciascuno.
    In qualunque casa entriate, là rimanete e di là poi riprendete il cammino.
    Quanto a coloro che non vi accolgono, nell'uscire dalla loro città, scuotete la polvere dai vostri piedi, a testimonianza contro di essi».
    Allora essi partirono e giravano di villaggio in villaggio, annunziando dovunque la buona novella e operando guarigioni

    Luca 9,1-6

  32.  

    Annunziando dovunque la buona novella e operando guarigioni

    Siamo tutti medici

    Nella vita compiamo un tragitto, talvolta tortuoso, altre volte più semplice da percorrere, ma qualunque strada prendiamo incontreremo sempre nostri simili, persone cariche del loro fardello pieno di gioie e dolori, sogni e speranze, ansie e preoccupazioni. Incontri casuali della durata di pochi istanti, altri maggiormente cercati e lunghi l'intera esistenza e con chiunque abbiamo la possibilità di dialogare, confrontarsi, raccontarsi. Qualcuno ci aiuterà a crescere, altri deprederanno il nostro cuore, ma in questa moltitudine troveremo tantissimi malati, sofferenti per la morte di un figlio o di una sorella, traditi dal genere umano, vittime del razzismo dei nostri giorni, uccisi nell'anima da genitori ai quali non è stato insegnato l'amore per un figlio. Ognuno di noi è medico, ognuno di noi può guarirli, o perlomeno lenire la loro sofferenza, prenderli per mano, aiutarli a rialzarsi e camminare, trovare la strada perduta. Se voi foste un medico e trovaste la vittima di un incidente non vi fermereste a prestarle soccorso? Non fareste di tutto per rianimarla dandogli tutte le cure di cui siete capaci? Ecco, ognuno di noi è medico, ognuno di noi è capace di donare una parola gentile, rincuorare chi è a terra, dare una carezza a chi sta piangendo, far sentire la propria vicinanza a chi ha perso qualcosa, consolare e tenere la mano a chi ormai è prossimo a lasciare questo mondo.
    E' nostro dovere annunziare dovunque la buona novella e operare guarigioni, parlare di valori e principi e sostenere coloro che il Signore mette sul nostro cammino

  33.  

    Addì 25 settembre 2014

    In quel tempo, il tetrarca Erode sentì parlare di tutto ciò che accadeva e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risuscitato dai morti»,
    altri: «E' apparso Elia», e altri ancora: «E' risorto uno degli antichi profeti».
    Ma Erode diceva: «Giovanni l'ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire tali cose?». E cercava di vederlo

    Luca 9,7-9

  34.  

    Cercava di vederlo

    Il vecchio, l'asino ed il bambino

    A volte la strada da percorrere è irta di ostacoli, ma una volta visti e conosciuti si affrontano e si cerca di superarli. Il difficile a volte è capire quali siano i problemi da affrontare. Ti ritrovi a dover decidere se ad un bivio devi prendere a destra o sinistra e per quanto possa chiedere un consiglio troverai tanti che ti diranno svolta da un lato, e tanti altri pronti a indicarti il lato opposto. Qualunque decisione prenderai, qualunque strada intraprenderai troverai sempre qualcuno pronto a criticarti.
    La nostra Associazione ha preso una strada, quella di crescere, di farsi conoscere per far apprezzare l'affidamento nella speranza che tante famiglie possano accogliere un bambino nella propria casa; per creare case famiglie e preparare le persone all'accoglienza in modo che non ci siano poi rifiuti che possano fare più male che bene; per far nascer comunità in grado di accogliere bambini e ragazzi che le famiglie non vogliono o non sono in grado di supportare.
    Anche Erode, nella sua cattiveria, cercava di vedere Gesù. Magari ci sono tante persone piene di egoismo, vedendo quello che facciamo, possono interrogarsi e decidere di accogliere un bimbo o supportare chi già abbia aperto le porte della propria casa.
    Qualcuno applaude, altri criticano. I primi vedono nella crescita una risorsa per molti bambini, i secondi vedono una mania di grandezza ed un'esposizione mediatica ingiustificata ed esagerata.
    Una delle critiche fatte al pubblico è che non fa promozione all'affido, ma se un'Associazione fa promozione la si critica per troppa esposizione.
    Gesù diceva "A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così: Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!"
    E la mia mamma mi raccontava sempre una storiella
    C'era una volta un vecchio, un bambino ed un asino. Stavano andando al mercato e sia il bambino che il vecchio portavano l'asino per la corda, camminandogli accanto.
    La gente, nel vederli, criticava mormorando "guarda come sono stupidi, hanno un asino e non ci salgono sopra"
    Uditi questi discorsi, il bambino ed il vecchio montarono sull'asino.
    La gente, nel vederli, criticava mormorando "guarda che persone senza cuore, sono in due su quel povero asino". Uditi questi discorsi, il bambino scese dall'asino, mettendosi a camminare accanto alla bestia.
    La gente, nel vederli, criticava mormorando "guarda che vecchio senza cuore, manda un povero bambino a piedi". Uditi questi discorsi, il vecchio scese dall'asino, mettendosi a camminare accanto alla bestia e fece salire il bambino. La gente, nel vederli, criticava mormorando "guarda che bambino senza cuore, manda un povero vecchio a piedi".
    La morale ... qualunque cosa tu faccia, troverai sempre qualcuno pronto a criticarti per quello che stai facendo e non combinerai mai nulla se continuerai a dar retta ai discorsi della gente.
    Quindi io vado per la mia strada, ascoltando i consigli della gente, ma ragionandoci sopra ... se mi sembrano buone cose ne faccio tesoro, altrimenti ... "non ti curar di loro ma guarda e passa"

  35.  

    Addì 26 settembre 2014

    Un giorno, mentre Gesù si trovava in un luogo appartato a pregare e i discepoli erano con lui, pose loro questa domanda: «Chi sono io secondo la gente?».
    Essi risposero: «Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi profeti che è risorto».
    Allora domandò: «Ma voi chi dite che io sia?». Pietro, prendendo la parola, rispose: «Il Cristo di Dio».
    Egli allora ordinò loro severamente di non riferirlo a nessuno.
    «Il Figlio dell'uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno»

    Luca 9,18-22

  36.  

    Essere messo a morte e risorgere il terzo giorno

    Condannati a morte

    Quante persone oggigiorno vengono messe a morte, sgozzati, decapitati con la sola colpa di essere cittadini di uno stato nemico. Non è una guerra, è vendetta, cattiveria allo stato puro, superbia di voler avere ragione con la forza. Non è una guerra di religione perché nessun Dio ordinerebbe di uccidere, nessun Dio vorrebbe tanta cattiveria, sofferenza, prepotenza. Di questa nuova ondata di terrorismo mi colpisce la risposta, per la prima volta, decisa e ferma di alcuni stati arabi. E' un po' come se i musulmani dicessero "adesso basta, state esagerando" ai loro stessi fratelli. E' un po' come se in casa alcuni figli rispondessero male ai genitori, chi non lo ha mai fatto, ed altri stessero a guardare senza prendere le parti di nessuno, ma senza criticare i propri fratelli; arriva però un momento in cui i primi esagerano e cominciano a picchiare il papà e la mamma, così che i secondi si ribellano all'inizio cercando di fermarli fino ad arrivare ad arrabbiarsi con loro in difesa dei genitori.
    Perché siamo arrivati ad una situazione del genere? Perché così tante persone, molti purtroppo anche occidentali - si parla del dieci per cento dei combattenti - provano questo odio per chi la pensa diversamente da loro? Ho sempre cercato nella mia vita di essere una persona onesta, di non incorrere nella condanna di nessuno, di non dare motivo ad altri di volermi eliminare, eppure in questo momento mi sento come giudicato da un tribunale, condannato per i miei pensieri e per la mia fede. Cosa passa per la mente di questi ragazzi, di queste persone?

  37.  

    Addì 27 settembre 2014

    In quel tempo, mentre tutti erano pieni di meraviglia per tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «Mettetevi bene in mente queste parole: Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato in mano degli uomini».
    Ma essi non comprendevano questa frase; per loro restava così misteriosa che non ne comprendevano il senso e avevano paura a rivolgergli domande su tale argomento

    Luca 9,43b-45

  38.  

    Avevano paura a rivolgergli domande su tale argomento

    Il soffio della vita

    Siamo al mare, sotto l'ombrellone, l'aria frizzantina carica di odori, i nostri sensi si affievoliscono e viviamo un momento di serenità, di pace con il mondo, tutti i problemi sono lontani da noi in quel momento, ma all'improvviso arriva un vento fortissimo, dal nulla, spazza via tutto, ci fa scappare e tutto diventa cupo, difficile.
    Siamo comodi nelle nostre case, guardiamo la tv, il caminetto acceso, i bambini che giocano buoni sul tappeto, ma arriva una telefonata di un amico che ha fatto un incidente, la corsa in ospedale, l'ansia, il dolore di una perdita.
    Pieni di salute corriamo sul lungomare, mangiamo in maniera equilibrata, dormiamo le nostre ore, ma un giorno un piccolo dolorino, un controllo dal medico, le analisi e la sentenza, due mesi di vita soltanto.
    Usciamo di casa al mattino per andare a lavorare, un bacio alla moglie, una carezza ai piccoli, nello zaino una mela e un panino, montiamo sulla trave da fissare, ma la parete cede e restiamo schiacciati da quintali di cemento.
    Passeggiamo per le vie della città, salutiamo chi incontriamo, con spensieratezza guardiamo le vetrine pensando già a qualche regalo di Natale, ma un boato squarcia l'aria e le case cominciano a venire giù come castelli di sabbia, la gente urla in preda al panico e tutto è tragedia.
    Basta leggere i giornali per capire come la nostra vita sia legata ad un filo, oggi ci siamo ma per stasera non possiamo garantire. Sappiamo che arriveranno sofferenze, problemi, vecchiaia, malattie, perdite, eppure combattiamo ogni giorno per accaparrarci il più possibile come se potessimo vivere in eterno. Non siamo mai soddisfatti, vogliamo per noi sempre di più, facciamo finta che la bellezza di una donna non verrà mai meno, ci illudiamo di non ammalarci mai, crediamo nella solidità granitica della nostra vita.
    Quanto ci sbagliamo. Quanto ci illudiamo.
    Tutto è attaccato ad un filo, tutto è effimero, passeggero e le nostre vite, anche durassero cento anni, sarebbero solo come un refolo di vento nell'eternità.
    Molti non credono in una vita eterna, rispetto questo pensiero, ma domando: e se ci fosse Dio? Se veramente ci fosse una vita eterna, bella e tranquilla per chi in questa vita si sia comportato bene, senza rubare, senza uccidere, altruista con i deboli, amorevole in famiglia? Mi domando, non varrebbe la pena investire un po' del proprio tempo, delle proprie risorse, della propria vita al servizio degli altri, così, per scrupolo, non si sa mai.
    Oggi ci siamo, domani forse no

  39.  

    Addì 28 settembre 2014

    In quel tempo, disse Gesù ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli; rivoltosi al primo disse: Figlio, và oggi a lavorare nella vigna.
    Ed egli rispose: Sì, signore; ma non andò.
    Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso. Ed egli rispose: Non ne ho voglia; ma poi, pentitosi, ci andò.
    Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Dicono: «L'ultimo». E Gesù disse loro: «In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio.
    E' venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli»

    Matteo 21,28-32

  40.  

    E' venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto

    Ci vuole un seme

    Ci vuole un seme, per fare un albero. Chi non ha mai ascoltato e cantato questa canzone? Tutto ha inizio da un seme. C’era una volta una famiglia nella quale i genitori davano valori e principi al loro figlio che spesso e volentieri li ha fatti ammattire con le sue ribellioni, ma alla fine ha seguito una strada che gli era stata indicata, quella dello studio e del sacrificio perché di stare sui libri ne aveva ben poca voglia. Un giorno si abbatté su di loro una tragedia, come purtroppo accade spesso, e la mamma venne a mancare, portata via da una brutta malattia. Era giovane, bella fuori e dentro e lasciò un gran vuoto nel figlio. Così come quando si prende un ceffone si resta inebetiti per un po’, dovettero trascorrere diversi mesi prima che si rialzasse e cominciasse a camminare. Da quel giorno tanti passi sono stati fatti e per quanto alcuni non ci ritengano famiglia, in noi c’è sempre quello spirito primordiale e l’amore che diamo ai nostri ragazzi è quello di una famiglia, una di quelle belle famiglie patriarcali, con tanti bimbi, cugini, zii, amici che riempiono la casa ogni giorno di gioia. Mi si dice che una signora anziana con il suo cane è famiglia e non si può credere che un papà, una mamma e sette figli possano essere famiglia? A volte incontriamo un esempio e non vogliamo crederci, non vogliamo nemmeno avvicinarci per capire meglio, giudichiamo a distanza senza alcuna cognizione di causa. Fra poco apriremo un’altra casa ed un’altra famiglia prenderà vita, altri ragazzi troveranno ristoro alla sorgente dell’amore. Ma c’è di più, altre famiglie stanno bussando alla nostra porta per camminare insieme a noi, per trovare compagnia e forza nella nostra esperienza, altre coppie desiderose di seguire una strada tracciata tanto tempo fa. Tutto nasce da una famiglia e ciascuna famiglia può far nascere una storia meravigliosa , può gettare un piccolo seme che un giorno crescerà divenendo un albero robusto e frondoso, capace di dare riparo a chi vorrà fermarsi a riposare durante il suo cammino

  41.  

    Addì 29 settembre 2014

    In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità».
    Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico».
    Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!».
    Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!».
    Poi gli disse: «In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo»

    Giovanni 1,47-51

  42.  

    Vedrai cose maggiori di queste!

    Senso del dovere

    Quante persone promettono una cosa e poi non la mantengono, quanti, non solo i politici, non fanno ciò che dicono o devono fare. Mi è stato insegnato che quando ho un compito da svolgere è mio dovere svolgerlo, quando mi prendo un impegno la mia parola è più forte di un contratto perché la penale che dovrei pagare sarebbe il guardarmi alla sera nello specchio e vedere una persona senza onore. Sempre più spesso incontro persone, non solo ragazzi, che dopo averti promesso mari e monti si eclissano senza nemmeno dare una motivazione. Che gente di cartone, individui che crollano con un soffio di vento, uomini e donne che si sbriciolano se viene giù qualche goccia di pioggia, incapaci di creare una strada in linea retta e prendere un impegno che sia per tutta la vita. Che bello sarebbe il mondo se si volesse dire “si” e no volesse dire “no”. Che bello sarebbe il mondo se ognuno si caricasse del peso delle proprie responsabilità morali e lo sostenesse per sempre senza bisogno di punizioni o promesse di ritorsioni. Che bello sarebbe il mondo se non ci fosse tanta falsità e ad una promessa fatta corrispondesse un atto concreto.
    Adulti cambiate, ragazzi crescete con questi principi o nella vita sarete costretti a percorrere una strada piena di curve con il rischio più facile di sbandare. Quante persone ho visto fuggire per aver raccontato troppe bugie, per non essere più in grado di mascherare la verità, per essere stati scoperti troppe volte. Scappano, ma si allontanano da una strada che potrebbe portarli lontano, si arrendono davanti alle prime difficoltà e non si fidano di chi dice loro “Vedrai cose maggiori di queste!”

  43.  

    Addì 30 settembre 2014

    Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato tolto dal mondo, Gesù si diresse decisamente verso Gerusalemme
    e mandò avanti dei messaggeri. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per fare i preparativi per lui.
    Ma essi non vollero riceverlo, perché era diretto verso Gerusalemme.
    Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?».
    Ma Gesù si voltò e li rimproverò.
    E si avviarono verso un altro villaggio

    Luca 9,51-56

  44.  

    Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?

    Democrazia per la Cina

    Migliaia di giovani a Hong Kong inneggiano alla democrazia chiedendo per il loro futuro ciò che da noi è scontato da anni. Tutto è conquista, ogni giorno, ma la vera democrazia la si ottiene con la pace e non con la guerra, con il dialogo e non con la prepotenza, accogliendo e non trincerandosi dietro un muro di omertà facendosi forti dei privilegi ottenuti, parlando con moderatezza e non urlando, accettando gli altri con i loro principi senza imporre i propri.
    Utopia? Se guardiamo al mondo di oggi ci prende lo sgomento perché questo dialogo manca, perché tutti urlano o prendono in giro, rapiscono o sgozzano, ma se ci voltiamo per un attimo indietro, se guardiamo alla storia anche recente possiamo vedere che il dialogo c'è, anche se a volte non si vede, coperto dal fango dei più facinorosi. Se l'isis uccide e scatena guerre ci sono moltissimi musulmani che criticano queste pratiche, se Israele manda aerei a uccidere la popolazione inerme ci sono molti ebrei che collaborano con i palestinesi per una pace duratura, se ci sono palestinesi che mandano razzi e rapiscono ragazzi ci sono molti arabi in cerca di una soluzione pacifica.
    Ed allora si accende la speranza, si guarda con favore alle conquiste ottenute, si spera nella pace, nella democrazia, nella vita serena per i nostri figli. Se tutti urlano, picchiano, uccidono attorno a noi, continuiamo a cercare il dialogo e prima o poi, la storia ce lo insegna, le buone soluzioni ed i giusti compromessi verranno trovati. Diffidate di chi vuole imporre le sue idee, mettete sul tavolo le vostre e imparate ad accettare gli altri. Il fascismo ed i nazismo sono un brutto ricordo, così come le brigate rosse, certamente lo saranno un giorno anche le dittature, l'isis, la non democrazia in paesi come la Cina, l'uccisione di tante persone per scopi religiosi. Cerchiamo il dialogo e quando questo non sarà possibile cambiamo strada, non cediamo alla vendetta o alla violenza perché il tempo ci darà ragione ed il nostro nemico prima o poi si farà da parte

  45.  

    Addì 1 ottobre 2014

    In quel tempo, mentre andavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada».
    Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo».
    A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, concedimi di andare a seppellire prima mio padre».
    Gesù replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu và e annunzia il regno di Dio».
    Un altro disse: «Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa».
    Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio»

    Luca 9,57-62

  46.  

    Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio

    Ma fatevi un bel bagno

    Qualche tempo fa ero sul mare e un bambino chiese alla sua mamma che era in acqua
    "Posso fare il bagno?"
    "Certo" gli rispose
    "Ma se l'acqua è fredda?"
    "Poi nuoti e ti scaldi"
    "Ma se arrivano i miei amici e mi chiedono di andare a giocare"
    "Aspetteranno"
    "Ma se arriva papà e mi porta a pescare"
    "Ti aspetterà"
    "Ma se ci sono le meduse"
    "Se ti pinzeranno diamo la cremina e tutto passa"
    "Ma se tu nuoti troppo veloce?"
    "Ti aspetto e nuoto con te"
    "Ma se ci sono altri bimbi che mi schizzano?"
    "Due gocce d'acqua negli occhi non hanno mai ammazzato nessuno"
    Alla fine il bambino non fece il bagno. Con troppi se e troppi ma, pensando a tutto ciò che può succedere prendendo una direzione piuttosto che un'altra va a finire che una persona non farà mai nulla.
    Mi è stato insegnato a ponderare una decisione, chiedere consigli, riflettere sulle parole dette, ma non troppo, e poi prendere una decisione qualunque essa sia senza voltarsi indietro. Nei momenti di sconforto, quando ero ragazzo e più mi impegnavo e più mi sembrava di correre su un tappeto scorrevole, pensavo alla decisione presa, a quanto ero convinto in quel primo momento e questo mi dava la forza per stringere i denti e andare avanti. Non ci sarà mai un posto, una situazione dove tutto è perfetto, dove tutto ruota secondo le nostre aspettative, spesso persino troppo alte e irraggiungibili. Quanti matrimoni vanno male perché non si riflette sull'importanza di una scelta presa anni indietro, una scelta magari coperta dalla polvere della routine quotidiana, quanti ragazzi abbandonano la scuola perché stanchi di studiare dimentichi delle motivazioni che li avevano spinti a intraprendere una certa carriera, quanti volontari abbandonano la gioia di poter aiutare qualcuno e fare della propria vita un qualcosa di importante per sé e per gli altri, quanti abbandonano la fede perché non vedono accolte le loro preghiere che troppo spesso sono più dei doveri per Dio che non delle semplici richieste cui il Signore possa anche rispondere no o non rispondere subito.
    La gioia di una scelta è nel primo momento, poi è una continua salita e discesa, di gioie e dolori, impegni gravosi e qualche sorriso gratificante.
    Tra coloro che vanno per mare si dice che chi compra una barca è felice due volte soltanto, quando la compra e quando la vende, perché tanti sono i problemi ad essa legati, e più è grande la barca a maggiori sono i problemi, ma quanti la posseggono si guardano bene dal darla via perché le gioie che può darti, seppur poche rispetto al trambusto, sono di tale intensità che si fa presto a dimenticare gli aspetti negativi.
    Buttatevi in acqua, andate a nuotare e non pensate alle meduse, agli amici sulla spiaggia, a chi vi vuole male e cercherà di schizzarvi o affogarvi perché una bella nuotata vi rinfrescherà, irrobustirà, vi farà divertire e sentire liberi.
    Buttatevi nel mare della vita e non guardatevi indietro, mantenete fede alle scelte fatte e andate avanti incuranti delle tribolazioni, cercando solo la parte migliore di quel bellissimo bagno.

  47.  

    Addì 2 ottobre 2014

    In quel tempo, i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?».
    Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse:
    «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.
    Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli.
    E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me.
    Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli»

    Matteo 18,1-5.10

  48.  

    Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli

    Angeli custodi

    Disprezzate qualcuno? Ritenete questa persona troppo inferiore a voi o comunque indegna di stima e considerazione?
    Nei quasi trent'anni di Associazione sono rimasto molto amareggiato più volte di quanto disprezzo molti provino per i bambini. Purtroppo è una cosa più comune di quanto non si pensi. Alcune frasi sono rimaste nel mio cuore, anche perché ripetute da gente diversa più volte in differenti occasioni
    "Lascia perdere questi bambini, tanto sono tutti figli di buona donna"
    "I tuoi ragazzi anche se non vengono a Messa non importa, tanto per loro non c'è nulla da fare"
    "Ci pensino le istituzioni a loro, io non mi sporco le mani per dei bimbi di strada"
    La tristezza è che molto spesso certe frasi provengono dalle istituzioni che hanno il dovere di tutelare e difendere i bambini, da sacerdoti che dovrebbero essere disponibili all'accoglienza, da genitori incapaci di comprendere il dolore e la sofferenza in un bambino.
    Una frase bellissima nel Vangelo dice "Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli"
    Disprezzare un bambino, trattarlo con superiorità, metterlo da parte, non aiutarlo quando potremmo, fare distinzioni tra uno e l'altro, maltrattarlo è come maltrattare, scansare, bestemmiare Dio.
    A chi non crede dico che disprezzare un bambino è come fare del male a sé stessi perché se un bimbo cresce con l'odio che voi gli insegnerete con il vostro comportamento, prima o poi riverserà quell'odio contro di voi e i vostri figli. Ma se darete amore ai cuccioli d'uomo che incontrerete sul vostro cammino state certi che si ricorderà di voi, terrà in tasca i semi preziosi che gli avrete donato facendoli germogliare al momento opportuno e tutti, voi compresi, potrete assaporare i frutti che da quei semi scaturiranno.
    Gli angeli sono in mezzo a noi e se volete vedere il volto, guardate un bambino.

  49.  

    Addì 3 ottobre 2014

    In quel tempo, Gesù disse: «Guai a te, Corazin, guai a te, Betsàida! Perché se in Tiro e Sidone fossero stati compiuti i miracoli compiuti tra voi, gia da tempo si sarebbero convertiti vestendo il sacco e coprendosi di cenere.
    Perciò nel giudizio Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi.
    E tu, Cafarnao, sarai innalzata fino al cielo? Fino agli inferi sarai precipitata!
    Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato»

    Luca 10,13-16

  50.  

    Chi disprezza voi disprezza me

    Razzismo

    Si fa presto a dimenticare la storia della nostra nazione, la storia dei nostri padri. Quanti italiani sono andati in cerca di fortuna, di un lavoro per mantenere la propria famiglia in Germania, Svizzera, Stati Uniti? Quanti hanno trovato un lavoro e hanno potuto sfamare i figli? Sicuramente non sono stati percorsi facili, certamente alcuni sono stati maltrattati, derisi, allontanati, perseguitati in nome del nazionalismo più estremo, ma la maggior parte sono stati accolti, hanno trovato lavoro, una sistemazione, si sono integrati e tanti italiani, provenienti magari dalla fascia più debole della società, oggi, magari dopo la seconda o terza generazione, sono colonne portanti del tessuto sociale del paese ove sono emigrati. Lo straniero che viene in Italia per cercare un po' di ristoro, un lavoro, pane per la famiglia deve essere visto come una risorsa per l'intera comunità e non solo come un atto di altruismo e di generosa accoglienza verso chi ha meno di noi. Non ci sono cittadini dello Zambia, della Somalia, della Cina, della Bolivia, ci sono solo cittadini del mondo e le frontiere sono solo un atto di possessione di un territorio che non appartiene a nessuno. Oggi gli animalisti sono tanto combattivi, difendono i diritti degli animali, ma i leprotti, gli orsi, i lupi, le cicogne non hanno cittadinanza, non riconoscono i confini e sono liberi di vagare da uno stato all'altro, di cibarsi delle risorse di questo o quel territorio senza limiti. Perché non dovrebbe essere così per gli uomini? Non ci sono cittadini di serie A o di serie B, ma solo cittadini del mondo, e così come vorremmo che i nostri figli venissero accolti quando vanno in un paese straniero a cercare lavoro, anche noi dovremmo accogliere coloro che vengono da noi in cerca di un po' di serenità.
    Che brutta cosa vedere in India, quanti indiani ci sono in Italia e nel resto del mondo, che tre giovani studenti africani vengono picchiati a colpi di bastonate nel metrò. I giovani cercano rifugio sul tetto della stazione di polizia della metropolitana di Nuova Delhi, inspiegabilmente vuota. Gli assalitori, al grido di “vittoria per la Madre India”, li raggiungono e li colpiscono con lunghi bastoni.
    Ma quello che fa ancora più male, al di là del gesto esecrabile di stupidi razzisti facinorosi, è il fatto che il tutto accade in mezzo ai viaggiatori pronti a filmare il pestaggio e non ad intervenire.
    Nel Vangelo Gesù dice "chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato"