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  1.  

    Addì 15 agosto 2014

    In quei giorni, Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda.
    Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta.
    Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!
    A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?
    Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo.
    E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore».
    Allora Maria disse: «L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
    D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
    Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono.
    Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi.
    Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre».
    Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua

    Luca 1,39-56

  2.  

    In quei giorni, Maria si mise in viaggio

    Volontari, persone che amano

    Amare significa molte cose. Fra le tanto oggi mi viene in mente che amare significhi lasciare tutto per andare ad aiutare chi possa aver bisogno di noi. Vale nei confronti di un parente ammalato, di una cugina che aspetti un bambino in età avanzata, di una sorella rimasta sola per l’abbandono del marito. Si possono avere mille preoccupazioni, cose da fare, impegni e impedimenti di ogni genere, ma se si ama davvero si lascia tutto per seguire il proprio cuore senza tanti se e tanti ma, lasciando che sia l’istinto a guidarci verso la nostra destinazione.
    Se possiamo essere disponibili ad andare a trovare un amico che ha bisogno di noi, non sempre lo siamo per raggiungere chi necessiti di noi, pur non conoscendosi.
    Ci sono tantissimi volontari che ogni anno raggiungono le missioni in Africa, si recano a dare supporto agli immigrati o alle popolazioni martoriate da guerre fratricide. Pazzi, pazzi scatenati certamente, ma pazzi d’amore per il prossimo, incuranti del pericolo, mossi dall’istinto di dover partire per il solo fatto che qualcuno abbia bisogno di loro.
    Non ci sono solo questi estremisti dell’amore, ce ne sono anche tanti che rinunciano alle loro vacanze per mettersi al servizio di una o dell’altra associazione, andando ad aiutare quando i bambini, quando i migranti, oppure i senza tetto, o magari dare ascolto alle donne vittime di violenze, o andare a trovare i carcerati abbandonati a sé stessi.
    Tutti formano un grande esercito mosso dall’istinto dell’amore. Tutti, atei o credenti, hanno come precursore la mamma di Gesù, Maria che nonostante la sua gravidanza così particolare, la giovane età è montata sul dorso di un mulo ed ha affrontato, non senza una vena di sana follia, le insidie di un viaggio lungo e faticoso per andare ad assistere sua cugina, anch’essa in dolce attesa di colui che verrà poi chiamato Giovanni il Battista.
    Maria è un esempio da seguire anche in questo, ed in molti hanno intrapreso questo percorso irto di difficoltà, affrontando lunghi viaggi, disagi, cambiamenti, difficoltà ad adattarsi a regole di vita diverse. A tutti costoro giunga il grazie di chi, come la nostra Associazione, è tutti i giorni chiamata ad accudire chi ha bisogno di essere tutelato e protetto, ma che a sua volta necessita dell’aiuto, della collaborazione e dell’amore di tutti voi.

  3.  

    Addì 16 agosto 2014

    Allora gli furono portati dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li sgridavano.
    Gesù però disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, perché di questi è il regno dei cieli».
    E dopo avere imposto loro le mani, se ne partì

    Matteo 19,13-15

  4.  

    Lasciate che i bambini vengano a me

    Piantate una quercia nel vostro giardino

    Nel bosco attorno alla nostra casa di Orentano ci sono delle bellissime querce. Ogni tanto i ragazzi vi salgono sopra, talvolta tiriamo delle funi tra una e l’altra per fare dei giochi, ci donano tanta ombra per i nostri pranzi estivi, servono da riparo per gli uccelli del bosco che allietano le nostre giornate con bellissimi concerti. Non hanno certo bisogno della nostra protezione, non necessitano di un palo che le tenga salde dinanzi alla furia del vento, mille uccelli non le danneggiano, ed una fune tirata da un fusto all’altro non le smuove. In mezzo a questo rigoglio ci sono tantissime piccole querce appena nate dalle ghiande cascate in terra. Su queste i passerotti non vi possono fare il nido, i ragazzi non possono salirci, una corda tesa fra due di esse le spaccherebbe, la furia del vento potrebbe quantomeno piegarle, chi frequenta il bosco non poggia il piede senza schiacciarle, i rovi le soffocano facendole seccare o marcire. Solo poche di esse diventeranno alberi forti e robusti, diritti e produttivi. Questo è ciò che accade nella vita. Il mondo è pieno di persone, ognuno dei quali ha raggiunto la sua maturità, ha passato gioie e problemi, si è formato ed è in grado di dare ristoro e di produrre. Ma quante querce, quanti bambini sono rimasti soffocati, quanti sono marciti, quanti non sono cresciuti robusti, forti, diritti, quanti sono in grado di produrre o dare riparo? Se vogliamo che il nostro bosco, il nostro mondo, sia pieno di querce dobbiamo proteggere quelle appena nate. Per alcune le grandi querce madri sono in grado di dare il supporto e la tutela necessari per crescere bene, e questi sono i figli di quei genitori capaci di educare un bambino. Per altre piccole piantine sarà necessario provvedere a togliere i rovi che le opprimono, mettere un tubo per impedire ad altri animali di cibarsi delle loro foglie, collocare un disco pacciamante per non far crescere l’erba attorno al tronco ancora tenero e delicato, e questi sono i figli di quelle famiglie che non hanno le risorse per dare regole e sostegno ai propri figli e necessitano di un supporto dall’esterno. Infine ci sono quelle querce che devono essere tolte dal bosco perché la loro difesa sul posto è praticamente impossibile per l’ambiente ostico, per la presenza di troppi animali pronti a divorarle, per i tanti rovi che continuamente si riformano in quel sottobosco ormai selvaggio e violento, e questi sono i bambini per i quali è necessario l’inserimento in un’altra famiglia per dar loro modo di crescere bene, con delle regole, per poi essere reinseriti nel bosco e iniziare la loro carriera di pianta robusta e forte in grado di accudire i propri germogli.
    Se vogliamo avere un bel bosco folto, costituito da piante in grado di proteggerci dalle intemperie e dal sole, capaci di produrre deliziosi funghi porcini, dobbiamo andare nella parte selvaggia della nostra foresta, raccogliere una piccola pianta, e immetterla nel nostro giardino o dentro un bel vaso sul balcone di casa, accudirla, potarla quando necessario, metterle un tutore perché cresca diritta. Una volta arrivata ad essere grande potrà tornare nel bosco per compiere il suo percorso di vita.
    Questo è l’affido, prendete con voi una piccola quercia.

  5.  

    Addì 17 agosto 2014

    Partito di là, Gesù si diresse verso le parti di Tiro e Sidone.
    Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quelle regioni, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide. Mia figlia è crudelmente tormentata da un demonio».
    Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i discepoli gli si accostarono implorando: «Esaudiscila, vedi come ci grida dietro».
    Ma egli rispose: «Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele».
    Ma quella venne e si prostrò dinanzi a lui dicendo: «Signore, aiutami!».
    Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini».
    «E' vero, Signore, disse la donna, ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni».
    Allora Gesù le replicò: «Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri». E da quell'istante sua figlia fu guarita

    Matteo 15,21-28

  6.  

    Egli non le rivolse neppure una parola

    Alleniamoci per la vita

    Tanti genitori danno ai figli tutto ciò che chiedono immediatamente, è il classico “viziarli”.Dar loro tutto significa non donare ciò di cui abbiano più bisogno, ovvero imparare come comportarsi quando saranno autonomi nel mondo. La vita in famiglia è una sorta di palestra, ove bisogna allenarsi per il futuro ed un buon allenatore dovrebbe far compiere dei sacrifici ai suoi atleti. Un mister che per amore dei suoi giocatori evitasse di farli correre, di scendere in campo se piove o fa freddo, che li pagasse anche se non vengono agli allenamenti farebbe di loro dei poltroni incapaci di combattere una partita e di vincere.
    Quando un figlio chiede qualcosa ed il genitore è in grado di dargliela, ritenendo pure giusto che l’abbiano, deve sapere aspettare, deve far si che il bimbo o il ragazzo sappiano meritarsela per un buon comportamento, per saper stare alle regole, per un buon voto a scuola. Nella vita già è difficile essere gratificati quando facciamo bene il nostro dovere, figuriamoci se riceviamo un premio quando ci comportiamo male. Molti dei ragazzi che sono passati dalla nostra grande famiglia tornano dopo anni e ringraziano per le regole ricevute, per non aver avuto nulla che non si fossero meritati. Che tristezza vedere una mamma che scatta ad ogni ordine del figlio: “mamma prendimi il succo”, “mamma voglio le patatine”, mamma manca l’acqua in tavola”, e come si arrabbiano se la madre, o il padre, non scattano immediatamente . E poi ci si lamenta se l’ottanta per cento dei matrimoni falliscono? Come potrà un figlio trovare un equilibrio con la propria compagna o compagno qualora fosse stato abituato ad avere tutto e subito?
    Lo avete notato? Dio fa così con noi. Per quanto a volte chiediamo tarda ad esaudirci, a farsi sentire. Al pari di una bella ragazza ama essere corteggiato, vuole mettere alla prova la nostra fede, vuole donarci con immenso amore, ma parimenti vuole insegnarci che dobbiamo saper aspettare e questo lo fa per il nostro bene, per rafforzarci nelle nostre convinzioni. Che fede sarebbe se avessimo tutto e subito? Che amore sarebbe per un genitore se fosse legato all’ottenimento di qualunque cosa venga richiesta?
    Saper aspettare fa parte della vita, impariamo ad accettarlo e soprattutto insegniamolo ai nostri figli

  7.  

    Addì 18 agosto 2014

    Ed ecco un tale gli si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?».
    Egli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti».
    Ed egli chiese: «Quali?». Gesù rispose: «Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso».
    Il giovane gli disse: «Ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora?».
    Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi».
    Udito questo, il giovane se ne andò triste; poiché aveva molte ricchezze

    Matteo 19,16-22

  8.  

    Vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e seguimi

    Date soffrendo un poco

    Quante volte ci è capitato di dare un’offerta ad un povero per la strada, magari ad un ragazzo di colore che vende la sua merce fuori dal bar dove ogni mattina facciamo colazione, speranzoso di ricevere i pochi centesimi del resto ai cinque euro spesi giornalmente. Oppure i dieci centesimi nel cestino delle offerte la domenica mattina in chiesa, o magari un bollettino annuo da dieci euro ad un’Associazione. Per alcune persone quei pochi spiccioli rappresentano un grande sacrificio perché ogni mese hanno difficoltà anche solo per pranzare, per molti però questi significano solo il superfluo, monetine che quasi danno fastidio in tasca, un modo per liberarsi da chi li importuna o per far vedere agli altri di non essere insensibili alle richieste di aiuto.
    Madre Teresa diceva che quello che doniamo agli altri deve farci male, dobbiamo essere pronti a donare facendo un sacrificio, rinunciando a qualcosa che avevamo progettato.
    In questo periodo stiamo ricevendo molte fatture da pagare e nessun incasso e vediamo il conto corrente diminuire a vista d’occhio in modo preoccupante. Abbiamo fatto un appello nei giorni scorsi per avere un po’ di aiuto e ci tengo a ringraziare coloro che hanno risposto positivamente, alcuni dei quali, lo so per certo, hanno dato una parte importante di sé stessi, rinunciando a comprare qualcosa cui tenevano.
    Il bene che farete aiutando il prossimo, sia esso il povero per la strada, piuttosto che un parente caduto in disgrazia, un’Associazione o una missione nel terzo mondo, vi farà stare bene e riceverete dalla vita molto più, in termini di gioia, di quanto non abbiate dato.

  9.  

    Addì19 agosto 2014

    Gesù allora disse ai suoi discepoli: «In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli.
    Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli».
    A queste parole i discepoli rimasero costernati e chiesero: «Chi si potrà dunque salvare?».
    E Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile».
    Allora Pietro prendendo la parola disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?».
    E Gesù disse loro: «In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele.
    Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».
    Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi»

    Matteo 19,23-30

  10.  

    Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile

    Esiste qualcosa di impossibile da realizzare?

    La nostra bella avventura iniziò nel 1986 dando ripetizioni in casa a dei ragazzi di famiglie con problemi sociali, nel maggio 1987 ci fondammo com Associazione e a giugno avevamo la nostra sede che iniziò a funzionare in settembre come centro diurno per tanti ragazzi della città di Livorno. Ci accorgemmo subito della difficoltà di insegnare ai ragazzi, in quanto alla sera tornavano a casa e ricevevano valori e principi contrari a quanto avevamo cercato di insegnare loro. Da qui sentimmo subito forte l'esigenza di avere una struttura dove portarli il fine settimana e in qualche periodo dell'anno, come in estate, per poter donare loro qualcosa di utile da poter utilizzare nella loro vita futura di uomini e donne.
    Così nel febbraio 1988, con in tasca tanta fede e venti milioni donatici da Famiglia Cristina a gennaio, decidemmo di cercare casa nella nostra Toscana, non troppo lontana da Livorno dove abitiamo. Le nostre esigenze erano: struttura di almeno duecento metri quadri, un po' di terreno, isolata ma non troppo, già ristrutturata e pronta per essere abitata. A conti fatti, prendendo un mutuo e un prestito da mio padre potevamo contare su cento milioni. Quando chiamavo le agenzie e dicevo loro le mie esigenze mi chiedevano "quanto vuole spendere?" Alla mia risposta "cento milioni al massimo" qualcuno riattaccava, qualcuno rideva, qualcuno mi portava a vedere ruderi per i quali avremmo dovuto spendere più di cento milioni solo per la ristrutturazione. Girai i dintorni di Pisa, Lucca e Livorno per due anni vedendo settantacinque case.
    Non ci crederete, ma alla fine trovai una casa ad Orentano (PI) di duecento metri quadri, con tremilaseicento metri quadri di giardino, isolata, ma non troppo. Volevano centodieci milioni. Versammo i venti milioni, gli unici soldi a nostra disposizione, e per dieci anni avemmo il possesso della casa senza sborsare un centesimo in più per un problema del venditore (sostanzialmente non poteva vendere al di sopra di una certa cifra e voleva i soldi in nero).
    Quando cercavo casa mi prendevano per un visionario, quando ho portato avanti il progetto Casa Zizzi mi davano del pazzo perché dicevano che il comune mai ci avrebbe dato i permessi, ed oggi i permessi ci sono. Oggi chi mi conosce sa che se voglio arrivare in un punto non ci sono ostacoli in grado di fermarmi, ma non sono io ad avere la forza di smuovere le montagne, ma è Dio perché ci sono cose che in molti hanno definito impossibili da realizzarsi, eppure si sono compiute, specie nel salvare dei ragazzi considerati da molti ormai persi. Effettivamente alcuni ostacoli che ci siamo trovati davanti sembravano veramente invalicabili, eppure un giorno si dissolvevano come neve al sole, scomparivano con la stessa velocità con la quale erano apparsi. Progetti irrealizzabili per l'uomo, ma non per Dio.
    La nostra forza è la nostra fede, il credere di potercela fare ad andare avanti, a salire un gradino in più, a scalare una montagna e conquistare una vetta. Quanto amore è piovuto dal cielo, ed il grazie al Signore per quanto ci ha donato fino ad oggi è incessante ed è solo grazie a lui che oggi possiamo raccontarvi la nostra storia, una storia di amore per tanti bambini che ci onorano del loro affetto.

  11.  

    Addì 20 agosto 2014

    «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna.
    Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna.
    Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati
    e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono.
    Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto.
    Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi?
    Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna.
    Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e dà loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi.
    Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro.
    Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero un denaro per ciascuno.
    Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo:
    Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo.
    Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro?
    Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te.
    Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?
    Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi»

    Matteo 20,1-16a

  12.  

    Non posso fare delle mie cose quello che voglio?

    Vorreste avere uno stipendio da favola lavorando un'ora la giorno?

    Pensiamo sempre di avere più diritti degli altri. Pensiamo sempre di meritarci dalla vita più cose di chi abbia fatto meno di noi.
    Io sono onesto, la mattina mi sveglio alle sei per andare al lavoro, sono parsimonioso, ma devo fare i conti ogni fine mese con i conti da pagare, mentre lui non fa nulla dalla mattina alla sera e gira in Ferrari.
    Umanamente parlando forse è così. Ci ripugna vedere che chi lavora poco abbia più di noi, ma dovremmo imparare a guardare ciò che abbiamo senza paragonarlo agli altri. Abbiamo lavorato otto ore al giorno per venti giorni alla settimana, abbiamo preso lo stipendio pattuito, abbiamo fatto il nostro dovere con dignità ed onestà? Ok, abbiamo avuto il nostro, non deve importarci se uno che lavora un'ora al giorno, un giorno alla settimana prende il doppio di noi.
    Non sta a noi giudicare gli altri, guardiamoci nello specchio e cerchiamo di capire chi siamo noi accettando ciò che Dio ci dona.
    La nostra Associazione è nata nello stesso anno di altre associazioni che oggi sono a livello internazionale e che solo di cinque per mille prendono nove milioni l'anno, noi siamo ancora a livello locale e prendiamo trentamila euro l'anno dal cinque per mille. Io vedo nello specchio un'associazione che ha fatto il massimo, personalmente ho dato la mia vita ai bimbi e se non siamo cresciuti così tanto significa che doveva andare così, non tutti hanno le stesse capacità o conoscenze. La vita, la qualità di ciò che facciamo non si misura in base alla quantità, ma sulla scorta di cosa abbiamo fatto. Io so di averci messo tutto l'impegno possibile, sarà Dio a giudicare il nostro operato, non il metro della crescita

  13.  

    Addì 21 agosto 2014

    Gesù riprese a parlar loro in parabole e disse:
    «Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio.
    Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire.
    Di nuovo mandò altri servi a dire: Ecco ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono già macellati e tutto è pronto; venite alle nozze.
    Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero.
    Allora il re si indignò e, mandate le sue truppe, uccise quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.
    Poi disse ai suoi servi: Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze.
    Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali.
    Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l'abito nuziale, gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senza abito nuziale? Ed egli ammutolì.
    Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.
    Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti»

    Matteo 22,1-14

  14.  

    Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire

    Che ne dite? permettiamo la pedofilia?

    Comincia così un articolo "C’è un paese al mondo in cui un importante uomo politico può vantare pubblicamente le sue esperienze sessuali con bambini di 6 anni o meno e rimanere ancora in carica? Probabilmente no – ma il Parlamento europeo sembra avere regole proprie. Parliamo di Daniel Cohn-Bendit, leader dei Verdi nel Parlamento europeo".
    Ritengo che la democrazia e la libertà di parola siano sacrosante ed un diritto inalienabile, ma ritengo che debba esserci un limite, oppure vogliamo che chiunque possa dire qualsiasi cosa? Gli adulti hanno una loro formazione, idee e principi e difficilmente un cretino che dica "liberalizziamo la pedofilia" viene ascoltato e preso in considerazione se non da malati mentali come lui. Purtroppo il mondo non è fatto solo di adulti, ma anche di tanti ragazzi molti dei quali già con sani principi, ma ve ne sono diversi che ancora non hanno raggiunto la loro maturità e sono facile preda di retaggi di idioti patentati. Va anche detto che se io o voi diciamo qualcosa in pochi ci sentono, in pochi leggono i nostri pensieri, ma il leader di un partito europeo, che in molti hanno votato e pendono dalle sue labbra, ha una cassa di risonanza notevole e raggiunge le coscienze di molti. Ma ci pensate se con i suoi discorsi anche un solo ragazzo diventasse pedofilo per sua colpa in nome della democrazia? E' vero che ognuno ha la libertà di scegliere, ma ci sono tantissimi ragazzi che sono spugne, che cambiano direzione a seconda di come spira il vento, molti i ragazzi per i quali la trasgressione è una regola di vita.
    Ma un'altra considerazione mi viene alla mente. I nostri politici cosa fanno? A volte scendono in campo per proteggere questa o quella idea, ma in questo caso, davanti ad un leader politico che si vanta delle sue esperienze sessuali con bambini di sei anni e propone di legalizzare la cosa, è possibile che non ci sia una levata di scudi, un'indignazione totale?
    La democrazia è una bella cosa, ma mettiamo dei paletti e dei confini, altrimenti non mi meraviglierei se venisse proposta, e magari approvata, una legge dove il reato di pedofilia, la cosa più ignobile che possa esserci a mio avviso, diventi solo una questione morale.
    Molti sono i chiamati, vedi i politici ma non solo, ma pochi gli eletti. Lo diceva Gesù duemila anni fa e quanto mai sono attuali le sue parole

  15.  

    Addì 22 agosto 2014

    Allora i farisei, udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme
    e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova:
    «Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?».
    Gli rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.
    Questo è il più grande e il primo dei comandamenti.
    E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso.
    Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti»

    Matteo 22,34-40

  16.  

    Qual è il più grande comandamento della legge?

    Non siamo pecore

    Non sono un politico, ma come ognuno di noi sono un attento osservatore del mondo che mi circonda e come ognuno posso dire la cosa giusta come la stupidaggine. Mi addentro oggi con questo mio pensiero in un campo che non mi è proprio, non me ne vogliate se dirò inesattezze, ma sono certo che con affetto e dialogo mi correggerete come avete fatto altre volte.
    Sto notando una disaffezione nei confronti di tanti principi, ma non solo di quelli cari al mondo cattolico, ma in generale. Con questo non intendo dire che la gente non ha valori, anzi, sono certo che nel profondo del cuore di ciascuno ci sia il desiderio di una vita con ideali forti e reali. Il problema,a mio avviso, è che non c’è la forza né la voglia di lottare per qualcosa in cui si crede se non ci tocca personalmente. Credo anche però che se le persone sono stimolate, appunto perché hanno dentro di sé del buono, siano in grado di tirare fuori il meglio. Il problema è che in questo lassismo basta che venga fuori qualcuno ad urlare ed inveire che viene preso come un leader perché la gente ha bisogno di una guida, di qualcuno che li stimoli, nel bene come nel male. Potrei parlare di mancanza di valori legati alla vita (eutanasia, suicidio, pena di morte), al rispetto del più debole (immigrazione, minori a rischio, violenza sulle donne), al patrimonio altrui (furti, concussioni, rapine), ma anche di quelli propri della sinistra, lo stesso Pd, erede del Pci che di questo conserva ben poco (De Gasperi è visto da molti all’interno del partito come uno dei fondatori del Pd, cosa impensabile ed improponibile fino a qualche tempo fa). La cosa positiva però che noto, un gran punto di forza della nostra gente, è che se anche segue chi urla più forte o promette mari e monti, cosa sicuramente da demonizzare, è pronta a farlo cadere dal piedistallo sul quale lo aveva posto. La lega con Bossi, Forza Italia con Berlusconi, Italia dei Valori con Di Pietro. Movimento cinque stelle con Grillo? Vedremo se Grillo ed i sindaci sotto il suo ombrello eletti, come Nogarin a Livorno, sapranno mantenere le tante promesse fatte e rimanere fedeli agli ideali tanto decantati. La storia politica recente di Livorno insegna che il popolo non è scemo, che se per un po’ di tempo è disposto ad ingoiare qualche rospo in attesa di tempi migliori, prima o poi si ribella e lo fa con cognizione di causa. Alle ultime votazioni il livornese ha votato Pd per le europee e nello stesso istante, il medesimo livornese ha votato contro il Pd per le amministrative. Mi sono sentito orgoglioso dei mie concittadini che hanno saputo fare una scelta, giusta o sbagliata lo si vedrà in seguito, per certi versi dolorosa e difficile, ma sicuramente ragionata e fortemente voluta per dare un segnale forte, un segnale che dovrebbe essere preso in considerazione da tutti i nostri politici, locali e nazionali, che il popolo può seguirti, ma poi pretende dei risultati.
    Promettere cose che non vengono mantenute significa non amare il prossimo, ma soltanto cercare di portare una massa a sostegno di un’idea per un proprio tornaconto personale

  17.  

    Addì 23 agosto 2012

    In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
    «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei.
    Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno.
    Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito.
    Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange;
    amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe
    e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbì''dalla gente.
    Ma voi non fatevi chiamare "rabbì'', perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli.
    E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo.
    E non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo.
    Il più grande tra voi sia vostro servo;
    chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato

    Matteo 23,1-12

  18.  

    Il più grande tra voi sia vostro servo

    Aspettiamo il tonfo di chi è salito troppo in alto

    Diceva Ghandi "se voi cattolici osservaste tutto quello che è scritto nel Vangelo, saremmo tutti cattolici"
    Una delle più belle frasi lasciateci da Gesù è "Il più grande tra voi sia vostro servo, chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato".
    Quanta gente vediamo darsi delle arie, guardare gli altri con sufficienza, cercare i primi posti in ogni contesto, atteggiarsi ad essere più bravi del resto del mondo.
    Eppure sono uomini come noi,che mangiano, bevono, camminano, respirano, si ammalano, soffrono e gioiscono delle stesse cose della vita come la nascita di un figlio o la morte di un genitore.
    Quando ero ragazzino ero molto timido, non riuscivo a parlare con gli adulti, ogni interrogazione era un incubo, ma mio nonno mi diceva sempre "vedi, hanno due gambe e due braccia e una testa proprio come te" e mi ha insegnato, giorno per giorno, a rispettare tutti, ma a non aver paura di nessuno, aggiungendo che siamo tutti uguali e che non dobbiamo guardare gli altri sentendosi migliori.
    In Italia basta che una persona riceva un incarico pubblico che subito si trasforma nella persona meno semplice e meno disponibile della terra,la più inavvicinabile, quella che la sera prima viene a casa tua in cerca di voti dichiarando la sua amicizia e promettendo dialogo in futuro, ma che una volta eletta mette nel cestino le promesse fatte e ti tratta come tu fossi l'ultima cartaccia della terra.
    Tutto ciò che sale, prima o poi scende e più in alto e salito e più forte sarà la botta che farà.
    Cari politici, state al livello della gente, avete tutto da guadagnare

  19.  

    Addì 24 agosto 2014

    In quel tempo, essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: «La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?».
    Risposero: «Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti».
    Disse loro: «Voi chi dite che io sia?».
    Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
    E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli.
    E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa.
    A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
    Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo

    Matteo 16,13-20

  20.  

    Né la carne né il sangue te l'hanno rivelato

    Ciò che sappiamo da sempre

    Ricordo che quando ero piccino davo un’informazione a mio padre e lui mi domandava chi me l’avesse insegnata, al che rispondevo “nessuno”. “Qualcuno te l’avrà detta”, replicava, ed io “no, da solo”. E’ evidente che da qualche parte l’avevo sentita, a scuola, in televisione, dagli amici, ma era come se avessi sempre saputo quella cosa, come se fosse stata sempre presente in me, come se ci fossi nato. Ecco, questa è per me la Fede. L’ho assaporata, vissuta, respirata, l’ho fatta mia ed oggi non saprei dire chi me l’abbia insegnata, ma ringrazio Dio per avermela donata

  21.  

    Addì 25 agosto 2014

    Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci.
    Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della Geenna il doppio di voi.
    Guai a voi, guide cieche, che dite: Se si giura per il tempio non vale, ma se si giura per l'oro del tempio si è obbligati.
    Stolti e ciechi: che cosa è più grande, l'oro o il tempio che rende sacro l'oro?
    E dite ancora: Se si giura per l'altare non vale, ma se si giura per l'offerta che vi sta sopra, si resta obbligati.
    Ciechi! Che cosa è più grande, l'offerta o l'altare che rende sacra l'offerta?
    Ebbene, chi giura per l'altare, giura per l'altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che l'abita.
    E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso.

    Matteo 23,13-22

  22.  

    Guai a voi, scribi e farisei

    Tenersi lontani dalla Fede

    Quante persone sono lontane da Dio, quanti si girano dall’altra parte quando sentono parlare di Fede, talvolta non accettando nemmeno un confronto sui principi insegnati nel Vangelo, e spesso si dilettano a fare battute o prendere in giro chi crede nel Signore. La perdita di valori, l’attaccamento ai beni materiali sempre più forte contribuisce a questo allontanamento, ma la chiesa, dove per chiesa non intendo solo i sacerdoti e gli altri religiosi,ma tutto il popolo di fedeli, di coloro che amano Gesù e lo pregano intensamente con convinzione, cade spesso in errore con comportamenti meschini e contrari ai valori insegnati dal Vangelo. Quando questo accade per errore è umano perché siamo deboli e imperfetti, ed in questo caso è importante fare un percorso verso il cambiamento, percorso che può durare anche l’intera esistenza. Ma purtroppo in molti casi ci sono persone che si comportano male, conoscono il loro peccato e insistono nel perpetrarlo per trarre in inganno altri più deboli o uomini che in loro credono. E’ l’esempio di tanti sacerdoti che fanno cose contro natura. Se l’innamorarsi di una donna, seguire una pulsione sessuale, pur essendo un peccato, specie per un sacerdote che ha fatto una promessa solenne davanti a Dio, è qualcosa di naturale e umano che sono certo Dio perdonerà con grande amore, altro è ciò che va contro l’uomo e contro natura. Penso alla pedofilia, a quanti ingannano e raggirano il prossimo per avere una maggior disponibilità di denaro, a chi si fa pagare per svolgere una missione che altrimenti non farebbe, a chi si approfitta del ruolo che ha per portare verso il male coloro che gli sono stati affidati da Dio.
    Da credente sono addolorato per il comportamento di quanti ingannano il prossimo per fini personali, addolorato perché vedo in molti evitare la Chiesa come se fosse una brutta malattia, addolorato perché impediscono di fatto che queste persone possano assaporare la bellezza delle parole del Vangelo ed una vita fatta di gioia ed amore. E’ un po’ come se un genitore chiudesse a chiave in casa il proprio figlio impedendogli qualsiasi contatto con il mondo esterno, di fatto facendogli vedere soltanto le quattro mura di una camera, spesso piena di sporcizia. Come potremmo sperare che quel figlio possa amare la vita? Sarà lui stesso, una volta che ne avrà le forze, ad allontanarsi da quella stanza ed evitarla con tutte le sue forze per il resto dei suoi giorni.
    Nessuno dovrebbe raggirare il prossimo, ma colui che crede in Dio ha una colpa ancora più grande

  23.  

    Addì 26 agosto 2014

    Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle.
    Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!
    Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto mentre all'interno sono pieni di rapina e d'intemperanza.
    Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto!

    Matteo 23,23-26

  24.  

    Le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà

    Giustizia, Misericordia, Fedeltà

    Chi è a capo di una nazione, un comune, una chiesa, una sinagoga una scuola, un’associazione o semplicemente di una famiglia ha vari doveri, primo fra tutti quello di stabilire delle regole e farle rispettare. Quale nazione potrebbe reggersi in un clima di completa anarchia ove ciascuno è libero di fare quello che vuole? Quale famiglia potrebbe andare avanti in maniera serena se ogni suo membro facesse i propri comodi? Le regole sono necessarie, ma chi si erge a leader di una certa situazione ha soprattutto il dovere, fra gli altri, di rispettare lui stesso tre importanti prescrizioni: giustizia, misericordia e fedeltà. Giustizia: ascoltare le varie voci prima di farsi un’idea circa un avvenimento, comminare premi e punizioni in maniera equa, non fare distinzioni di trattamento. Misericordia: capire quando qualcuno si pente di un proprio errore e saper perdonare, essere vicino e proteggere il più debole, ascoltare le lamentele e le preoccupazioni di ciascuno, essere onesto e non cercare il proprio tornaconto personale. Fedeltà: non tradire il proprio mandato e non scappare dinanzi alle difficoltà, imparare a sopportare per il bene del prossimo, restare davanti al problema per risolverlo anche a costo di stare male e soffrire per certe situazioni che non piacciono o non si accettano.
    Quante volte il comportamento dei nostri figli non ci piace, quante volte le loro alzate di capo o la loro continua esuberanza ci infastidiscono fino al punto di voler urlare, ma il nostro posto è quello che ci ha dato Dio, o la vita se preferite, di genitori giusti, misericordiosi e fedeli e quel ruolo siamo chiamati a ricoprire per sempre, anche quando il figlio deciderà di andarsene e per seguire i suoi sogni o i suoi errori

  25.  

    Addì 27 agosto 2014

    Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume.
    Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità.
    Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti,
    e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti;
    e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti.
    Ebbene, colmate la misura dei vostri padri!

    Matteo 23,27-32

  26.  

    Colmate la misura dei vostri padri

    Colmate la misura dei vostri padri

    Ci sono bambini i cui genitori non hanno avuto un comportamento esemplare o, per meglio dire, si sono macchiati di veri e propri delitti: pedofilia, abusi di ogni genere, istigazione alla prostituzione, spaccio. Ogni volta che sentiamo una qualche brutta notizia al telegiornale dobbiamo pensare che dietro ad ogni persona che ha messo in atto un qualche crimine c'è un mondo, un mondo spesso fatto di bambini, di occhioni luccicanti pieni di speranze e sogni delusi proprio da coloro che quei sogni avrebbero dovuto alimentare con il calore dell'amore. Chi saranno quei bambini? Cosa faranno da grandi se non perpetrare, nella maggior parte dei casi, gli errori dei genitori? E' facile giudicare e condannare una persona per i propri misfatti, facile farlo dall'alto della nostra cultura, educazione, amore ricevuto in seno ad una famiglia piena di attenzioni, ma quando vediamo certe cose dobbiamo pensare a quali opportunità queste persone abbiano avuto da piccoli. Una bella frase che leggo spesso è "Colmate la misura dei vostri padri". Non bisogna per forza uccidere o spacciare se lo abbiamo visto fare in famiglia, ma è anche logico che se questo è l'esempio che abbiamo ricevuto, è difficile staccarsi di dosso certi modi di fare e di vivere, il mito della caverna di Platone insegna. E allora come fare? Lasciamo che i figli seguano le orme dei padri? Certo che no, ma più che criticare e condannare dovremmo spezzare questa catena ed insegnare a questi bambini che ci sono vie alternative per vivere, amare, procurarsi quanto ci necessita. Questo è l'affidamento, un dovere al quale tutti noi siamo chiamati affinché tanti bambini possano un giorno riuscire a colmare la misura dei propri padri, come dice Gesù nel Vangelo

  27.  

    Addi 28 agosto 2014

    Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà.
    Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa.
    Perciò anche voi state pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà. »    
    Qual è dunque il servo fidato e prudente che il padrone ha preposto ai suoi domestici con l'incarico di dar loro il cibo al tempo dovuto?
    Beato quel servo che il padrone al suo ritorno troverà ad agire così!
    In verità vi dico: gli affiderà l'amministrazione di tutti i suoi beni.
    Ma se questo servo malvagio dicesse in cuor suo: Il mio padrone tarda a venire,
    e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a bere e a mangiare con gli ubriaconi,
    arriverà il padrone quando il servo non se l'aspetta e nell'ora che non sa,
    lo punirà con rigore e gli infliggerà la sorte che gli ipocriti si meritano: e là sarà pianto e stridore di denti

    Matteo 24,42-51

  28.  

    Anche voi state pronti

    Quante occasioni perse

    Vi e' mai capitato di aver perso un occasione per non essere stati pronti? Essere con un amico a parlare in modo scurrile e magari li' vicino c'è una ragazza interessata a voi, ma che si allontana perche' vi sente parlare male. Essere vestito in modo trasandato e perdere per questo un buon affare. Ecco, nella vita sarà sempre così', state pronti perche' non sapete n'è il giorno n'è l'ora

  29.  

    Addì 29 agosto 2014

    Erode infatti aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva sposata.
    Giovanni diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello».
    Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva,
    perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
    Venne però il giorno propizio, quando Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea.
    Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla ragazza: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò».
    E le fece questo giuramento: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno».
    La ragazza uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista».
    Ed entrata di corsa dal re fece la richiesta dicendo: «Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista».
    Il re divenne triste; tuttavia, a motivo del giuramento e dei commensali, non volle opporle un rifiuto.
    Subito il re mandò una guardia con l'ordine che gli fosse portata la testa.
    La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un vassoio, la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua madre.
    I discepoli di Giovanni, saputa la cosa, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro

    Marco 6,17-29

  30.  

    La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un vassoio

    La testa decapitata di vostro figlio

    Al peggio non c'è mai fine. Ho acceso per un attimo il telegiornale: a Roma uomo decapita una ragazza, in Egitto quattro decapitati perché considerate spie, in Siria non si contano i video delle uccisioni per decapitazione e omicidi di persone legate, un siriano residente a Monza che va in Siria a combattere e si fa riprendere soddisfatto mentre uccide delle persone e in un'intervista si dice pronto a rifarlo, venuto in Italia perché ferito e si dice meravigliato perché gli hanno ritirato i documenti, ragazzi da tutta Europa che partono per dare supporto ai terroristi, pronti a farsi ammazzare in nome di un'ideologia improntata all'abolizione dei parametri dell'occidente. Peccato pero' che tutto questo avvenga con sprezzo della vita umana, uccidendo chi la pensi in maniera difforme, violentando donne e bambini e compiendo esecuzioni sommarie al solo scopo di incutere terrore ed instaurare un regime totalitario privo di qualsiasi forma di democrazia.
    In molti cascano nella rete di coloro che vogliono fare proselitismo e questo accade principalmente perché non ci sono valori, non ci sono abbastanza persone che facciano un'azione contraria, che facciano proselitismo verso valori ne principi positivi. Anzi spesso chi prova, mi e' capitato diverse volte, a dare qualche indicazione improntata all'amore, al perdono, alla solidarietà, e' tacitato di buonismo, di essere un'idealista, un visionario, un credulone. Ma perché non usate un po' meglio il vostro tempo, i social network, i periodi in cui state con i vostri figli in vacanza per dare dei buoni valori che possano metterli al riparo da quei terroristi che li vorrebbero al loro fianco pronti a farsi ammazzare? Guardate che nessuno di noi e' esente da questa piaga e nessuno di noi può n'è deve esimersi dal propagandare il bene se non vogliamo che il male avanzi, se non vogliamo che un giorno nostro figlio ci scriva una lettera per dirci di essere partito per la guerra santa e non fare piu' ritorno.
    Se non parliamo di amore, se non scriviamo, se non dialoghiamo con i nostri figli saremo tutti responsabili.
    Oggi ho osservato tanti genitori in vacanza con i propri figli intenti a giocare con i video giochi o guardare internet. Com'era bello prima vedere i papà e le mamme giocare con i bambini con le forcine, fare le piste per le bilie, costruire castelli di sabbia, fare un giro sul patino e andare a pescare insieme sul molo. Io con i miei ragazzi ci gioco con il cellulare spento. Voi?

  31.  

    Addì 30 agosto 2014

    Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni.
    A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì.
    Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque.
    Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due.
    Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
    Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro.
    Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque.
    Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.
    Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due.
    Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.
    Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso;
    per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo.
    Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso;
    avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse.
    Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti.
    Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.
    E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti

    Matteo 25,14-30

  32.  

    Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza

    Come investite i vostri risparmi?

    Talvolta c'e' capitato di avere nel diurno dei bambini con la sindrome di down. Alcuni di loro, pur come le limitazioni del caso, erano attenti e ricettivi e si impegnavano in ogni cosa che facevano, altri erano infdolenti e fannulloni. Dio, o la natura se preferite, ha dato loro capacita' intellettive inferiori ad altri, ma non per questo sono esentati dall'impegnarsi a capire, migliorare la loro vita, mettersi al servizio del prossimo. Vale per loro così come vale per tutti noi. A scuola non ero bravissimo, rimandato in tre materie in prima, in una in seconda, passato in tra, ma che fatica. Non avevo voglia di studiare, nessuna voglia, ma i miei genitori mi incitavano dicendomi che lo studio mi sarebbe servito nella vita, ma ciò che più faceva leva su di me era il capire che mie, seppur limitate capacita' intellettive, erano un grande dono che altri non avevano avuto e che dovevo sfruttare al meglio. Pensate se un giorno andate in banca con i vostri risparmi, parlate con il promotore finanziario e gli chiedete di investire il vostro denaro. Vi fidate e lasciate passare un perido senza controllare l'andamento dell'investimento. Se pero' un giorno vedete che questo funzionario ha tenuto i vostri soldi sul conto corrente senza investirli, forse non vi arrabbierete? Ecco Dio ci ha fatto dei doni, ognuno ha avuto il suo, chi piu' chi meno, e come pensate possa accoglierci un giorno vedendo che non abbiamo fatto fruttare quanto ci e' stato affidato? Non credete in Dio? Il discorso non cambia, come sarete giudicati dai posteri, dai figli, dalla gente se avendo delle capacita' non le avrete messe a disposizione del prossimo? Come potrete sostenere lo sguardo di chi abbia avuto meno di voi e fatichi una vita per ottenere quello che voi potreste ottenere in un attimo?

  33.  

    Addì 31 agosto 2014

    In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.
    Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
    Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
    Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?
    Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni»

    Matteo 16,21-27

  34.  

    Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini

    Che tenerezza fanno i genitori

    I figli, ci siamo pasati tutti, vogliono svincolarsi dai genitori e intraprendere la propria strada. I papà e le mamme si preoccupano per loro, vedono piu' lontano e consigliano loro quale sia la strada migliore da intraprendere. Purtroppo questi consigli diventano talvolta vere e proprie coercizioni, seppur fatte con grande amore e spesso sfociano in liti e rancori che durano anni o addirittura per sempre. Ci sono caso in cui i genitori hanno ragione, altri in cui sbagliano clamorosamente impedendo di fatto ai ragazzi con poco carattere di trovare una propria dimensione nella vita. Per anni il mio papà, preoccupato per il mio avvenire, mi ha osteggiato nella scelta che avevo fatto di dedicare la mia vita all'associazione che avevo fondato con Roberta perché vedeva per me un unico futuro possibile, quello di commercialista come lui. Eppure, dopo ventotto anni, sono ancora su questa strada ed infatti mi hanno dato ragione perché era la mia strada. Ai figli, compresi i ragazzi che ho l'onore di accudire, dico: lottate per ciò in cui credete, ma non abbandonate la famiglia, non fate alzate di capo perché chi vi osteggia lo fa in buona fede e per amore vostro. A noi genitori dico: non rinunciate a dare consigli sul futuro ai vostri figli, ma lasciatelimliberi di sbagliare perché se e' giusto riporre in loro talune speranze, non e' giusto avere delle aspettative che se non si realizzino provochino rotture nei rapporti familiari.

  35.  

    Addi' 1 settembre 2014

    Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere.
    Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi e predicare un anno di grazia del Signore.
    Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui.
    Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi».
    Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è il figlio di Giuseppe?».
    Ma egli rispose: «Di certo voi mi citerete il proverbio: Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fàllo anche qui, nella tua patria!».
    Poi aggiunse: «Nessun profeta è bene accetto in patria.
    Vi dico anche: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone.
    C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro».
    All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio.
    Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò

    Luca 4,16-30

  36.  

    Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui

    oggi osannato, domani lapidato

    Le persone si innamorano spesso di qualcuno che parla bene, che fa qualcosa di eccezionale. Lo seguono, non perdono nessuna parola, pendono dale sue labbra, ma basta che questi dica qualcosa che vada conto di loro, fosse anche un insegnamento giusto, anche se duro. I cambiamenti di umore della moltitudine fanno parte della storia dell'umanità e l'ala nostra personale. Dovremmo aver capito che e' tempo sprecato cercare di piacere alla gente perché un giorno ti osannano ed un altro ti lapidano, ed invece sono moltissime le persone che vivono una vita cercando di assecondare gli umori della maggioranza. Che vita migliore sarebbe se imparassimo a non vivere in funzione degli altri, se portassimo avanti i nostri principi senza paure ne' vergogne.

  37.  

    Addì 2 settembre 2014

    In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità.
    Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!».
    Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male.
    Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.

    Luca 4,31-37

  38.  

    Basta. Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci?

    Alzate il sedere dalle vostre poltrone

    Quando sentiamo parlare di stupro, pedofilia, violenza alle donne, maltrattamenti in famiglia, sfruttamento, turismo sessuale alla ricerca di minori capiamo subito che sono cose cattive e riconosciamo in esse il Male, parimenti quando vediamo il Bene lo individuiamo subito. L'eterna lotta tra il Bene e il Male e' sempre in atto, sempre attuale in ogni situazione della nostra vita e chi di noi non vorrebbe che fosse il Bene a trionfare? I film sono sempre a lieto fine, avete mai visto un giallo terminare con la vittoria dell'omicida e non con la sua cattura?, perché questo noi richiediamo ed il business del cinema ci accontenta. Pero' siamo un po' stolti perché mentre il Male lotta con tutte le sue forze per strappare un'anima al Paradiso, noi brave persone siamo indolenti e non usiamo la stessa enfasi per combattere, lasciando che altri fronteggino il Male per conto loro, un po' come se guardassimo la nostra vita attraverso lo schermo piatto della tv, comodamente seduti in poltrona. Svegliatevi e combattete per il vostro esercito, usate le armi della pace, ma non fate gli spettatori in una guerra il cui esito non e' scontato come in un film.
    Quanti di voi mi diranno "Non e' vero, parla per te". Non e' forse vero che le guerre si moltiplicamo in tuttto il mondo? Non e' forse vero che la violenza e' sempre piu' vicina a noi e la vita meno serena? Un esempio di questa vostra indolenza lo potete avere pensando a quante volte avete lasciato che i servizi sociali si occupassero dei bambini maltrattati senza nemmeno lontanamente pensare di poterlo fare in prima persona. Troppo complicato accogliere un bimbo che ha subito violenze, troppo complicato per la mia comoda vita strapparlo al Male togliendolo da una famiglia che lo picchia e lo maltratta, ci pensino altri a farlo, io non voglio, non posso, non sono capace, sono troppo sensibile. Bravi, e così lasciate che altri puliscano il cortile dove anche voi vivete, lasciando che tanti bambini crescano nell'abbandono e siano un domani gli stupratori di vostra figlia, i rapinatori delle vostre case, i drogati delle vostre città. Ma perché altri devono combattere anche per voi? Le forze del Male sono poche rispetto a quelle del Bene, ma stanno vincendo perché non opponiamo loro resistenza, ci scansiamo quando lanciano dardi di fuoco oppure ci copriamo gli occhi e non gridiamo la nostra rabbia. Davanti al Male dovremmo essere compatti affinché il Bene trionfi e si possa avere un mondo migliore. Ventidue milioni di famiglie in Italia e non si possono proteggere un milione e mezzo di bambini maltrattati perché mancano persone disponibili all'accoglienza? E' una vergogna.

  39.  

    Addì 3 settembre 2014

    Uscito dalla sinagoga entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei.
    Chinatosi su di lei, intimò alla febbre, e la febbre la lasciò. Levatasi all'istante, la donna cominciò a servirli.
    Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi colpiti da mali di ogni genere li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva.
    Da molti uscivano demoni gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era il Cristo.
    Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e volevano trattenerlo perché non se ne andasse via da loro.
    Egli però disse: «Bisogna che io annunzi il regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
    E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea

    Luca 4,38-44

  40.  

    Da molti uscivano demoni

    Vigliacchi

    Non saprei cosa rispondere se mi chiedessero quale sia il mestiere piu' pericoloso da quando c'e' la moda di decapitare i giornalisti. Da ragazzo ricordo che guardando il telegiornale vedevo opposte fazioni fronteggiarsi e mi meravigliavo vedendo i cameramen ed i fotografi in mezzo alle battaglie senza che nessuno li sfiorasse. Apprezzavo il loro coraggio, ma ancor di piu' il rispetto di chi, pur combattendo, evitava di colpirli perché neutrali. Oggi i giornalisti sono presi di mira per il solo fatto di essere occidentali. Proprio bravi questi guerriglieri, odiano l'occidente e si accaniscono contro chi per lavoro ha il coraggio di vivere nel pericolo. Che vengano in casa nostra a provare a decapitare qualcuno. Sono solo dei vigliacchi che uccidono gente inerme come le donne e i bambini e chi, ormai prigioniero, ha le mani e i piedi legati. Una preghiera affinche' queste cose possano terminare perché il mondo sta andando verso un baratro e pochi bischeri ci stanno trascinando sempre piu' a fondo

  41.  

    Addì 4 settembre 2014

    In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
    Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
    Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
    E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono

    Luca 5,1-11

  42.  

    Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore

    Guardarsi allo specchio

    Non vi sentite mai in colpa per tutte le cose che avete pensando di non meritarle? Sono purtroppo fra quelli che vorrebbe sempre di più, insoddisfatto, mi sembra sempre che mi manchi qualcosa, sono un brontolone, ma ogni tanto mi fermo a riflettere e guardandomi allo specchio dico a me stesso "Riccardo, ma non ti accorgi di quanto hai e di quanto hai avuto? Una mamma piena di amore per te, una buona famiglia, mai un problema economico, mai un problema di salute, tanti bimbi come figli, l'affetto di tanta gente, un cervello che un po' funziona ... ma cosa vuoi di
    più dalla vita? Cosa devi chiedere ancora a Dio? Ma non ti accorgi che sei un peccatore, che il Signore dovrebbe solo punirti per tutti gli sbagli che continuamente fai ed invece continui a ricevere doni su doni?"
    Impariamo a riconoscere in noi la parte negativa per cambiarla, ma anche per apprezzare con più gioia i grandi doni elargiti da Dio.

  43.  

    Addì 5 settembre 2014

    In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere; così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!».
    Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».
    Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».

    Luca 5, 33-39

  44.  

    Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro?

    Vacanza a Lipari

    In questi giorni siamo con i ragazzi in vacanza sull'isola di Lipari, precisamente nella frazione di Canneto, ospiti della generosità della famiglia Del Bono - Carbone, proprietari dell'albergo Casajanca, e della Siremar che ha provveduto al nostro trasporto in nave. E' un periodo di quindici giorni l'hanno in cui ci rilassiamo lasciando a casa i mille problemi della nostra quotidianità. Camminiamo a piedi scalzi, usciamo dall'albergo in costume, montiamo in barca alle sei del mattino e ne discendiamo a mezzanotte. Bagni, pesca, giochi ed ogni cosa che a ciascuno piaccia fare. Spensierati e felici. Tornerà il momento di mettersi in giacca e cravatta, avere degli orari, una vita regolare, ma adesso e' un momento di festa e ce lo godiamo in pieno.
    "Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro?" si legge nel Vangelo, vedete quanto e' attuale la parola di Dio.

  45.  

    Addì 6 settembre 2014

    Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani.
    Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?».
    Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?».
    E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato»

    Luca 6,1-5

  46.  

    Il Figlio dell'uomo e' signore del sabato

    Il mio papà

    Oggi sono dieci anni che il mio papà, il mio babbo, se n'è andato ed ha raggiunto la mia mamma. Arrivando a Lipari abbiamo saputo della morte di una cara persona, Benito, un vero signore che si era tanto affezionato a noi. Dinanzi alla morte, come ha detto un amico qui sull'isola, non possiamo mettere una mano davanti per fermarli, quando arriva il loro momento, il nostro momento, nulla possiamo fare. E' in questi momenti che mi domando, dinanzi alla morte, alla scomparsa di una persona cara, come si faccia ad andare avanti senza avere Fede, io non riuscirei, non saprei come fare pensando che tutto si risolva in un mucchietto di ossa e cenere. C'è qualcos'altro, deve esserci, altrimenti nulla avrebbe un senso. Amici atei, spiegatemi come fate a sopportare la morte di qualcuno, non e' polemica, mi serve per capire, per vedere da un altro punto di vista la morte. Oggi una preghiera per il mio papà.

  47.  

    Addì 7 settembre 2014

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
    In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
    In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due
    o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

    Matteo 18,15-20

  48.  

    Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro»

    La nostra forza

    Quante cose abbiamo fatto in ventotto anni di vita dell'associazione. No, e' una bugia, non e' vero: non abbiamo fatto assolutamente nulla. Un bambino costruisce la propria vita? No, lui chiede inizialmente con il pianto ciò di cui necessita ed i suoi genitori sono prodighi nel dargli quello che domanda. Quale bambino, amato dal papà e dalla mamma, e' privo di cibo, vestiti, un lettino in cui riposare, attenzioni carezze e bacini? Quando cresce chiede il giocattolo, la bicicletta, il piatto preferito e prima o poi ottiene. Da adolescente i genitori sono più in disparte, ma ci sono sempre e qualunque necessita e' abbondantemente soddisfatta. Perché avviene questo? Perché siamo amati da coloro che ci hanno messo al mondo. Ecco, noi, come tutti voi, siamo amati da chi ci ha creato, da Dio, il quale, come ogni genitore, ci riempie di attenzioni e d'amore e ci dona ogni cosa di cui abbiamo bisogno. Inizialmente a piene mani, poi vuole che chiediamo ed infine che collaboriamo alla realizzazione di un progetto per la nostra vita. Così e' stato per la nostra Associazione. Basta chiedere, essere uniti nella preghiera e le cose arrivano come doni. Noi non abbiamo fatto nulla, ci siamo limitati a chiedere e pregare il Signore affinché desse un futuro a tanti bambini, disponibili a rimboccarci le maniche come e quali da e ci fosse richiesto. Uniti nella preghiera, uniti nell'amore verso Dio, Padre di tutti noi.

  49.  

    Addì 8 settembre 2014

    Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
    Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
    Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome
    di Emmanuele», che significa Dio con noi

    Matteo 1,18-23

  50.  

    Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio

    Mio figlio

    L'Italia e' il paese delle associazioni e del volontariato. Ci sono sicuramente degli enti che imbrogliano, ma la maggior parte delle organizzazioni dedite al bene del prossimo e' fatta di tante brave persone che senza alcun interesse personale dedicano parte o tutto il loro tempo a migliorare l'esistenza di chi abbia avuto poca fortuna nella vita. Ogni volta che una persona inizia un cammino di questo genere, ogni volta che un'associazione viene fondata e prende vita e' un po' come se nascesse un bambino, un figlio da crescere, educare, accudire, supportare, lasciare che sbagli per poi maturare. Per me e' stato così e dopo ventotto anni il mio amore per i bambini non ha perso un grammo di passione, anzi si e' sviluppato, si e' fatto piu' maturo e concreto, ha capito in quale direzione dover andare per migliorare l'esistenza di tanti piccoli cuccioli d'uomo abbandonati sui cigli delle strade della vita. A volte mi chiedono se abbia figli, rispondo di si, sono i miei ragazzi, quelli che sono passati, quelli che ora sono con noi e quelli che verranno nel prossimo futuro, ma il mio figlio piu' grande, il primogenito e' l'associazione che il Signore mi ha inviato.
    Maria all'angelo chiese "Come e' possibile? Non conosco uomo". Ecco, nemmeno io a ventun anni conoscevo la vita, n'è tante problematiche, ma Gesù, dopo al morte della mia mamma, mi ha chiamato ed io, pur non capendo, ho detto si, ed ancora oggi faccio crescere, non da solo, questo mio bellissimo figlio. Fidatevi di Dio, lasciate che vi nasca un figlio frutto dello Spirito Santo, e quando sarà grande vedrete che splendore diventerà, e grande sarà la vostra gioia