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  1.  

    Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù

    Una storia che inizia, una storia che finisce

    Ci sono tanti figli nel mondo, tanti in Italia sotto la soglia di povertà, tanti maltrattati, abusati, sfruttati.
    Quando il Signore ci ha chiamato ad accogliere i bambini è come se ci avesse detto che li avremmo concepiti noi per merito dello Spirito Santo.
    Tanti i bambini che sono passati dai nostri cuori, tanti anche quelli che crescendo se ne sono andati, ma ognuno di loro è impresso nella nostra mente e nel nostro cuore come un figlio inviatoci da Dio.
    Noi siamo solo uno scrigno nel quale sono stati posti per un periodo, una vasca di decantazione per uscirne al momento giusto e intraprendere un cammino di uomini e donne, di futuri genitori responsabili
    Si, uno scrigno, perché pur non avendo in sé e per sé valore, diventa prezioso per il suo contenuto: una vita umana che il Signore attraverso di noi vuole salvare.
    Talvolta, per vari motivi, questi ragazzi, escono prima e decidono di incamminarsi sui sentieri della vita tagliando i fili con il passato, quasi a voler fuggire da una realtà che, pur appartenendogli, cercano di disfarsi, e spesso si trovano a dover fronteggiare un mondo difficile senza troppa preparazione.
    Altri invece vengono richiamati dalla propria famiglia con lusinghe di ogni genere e, idealizzandola, si buttano fra le loro braccia sperando di vivere un sogno, ma accorgendosi ben presto di vivere un incubo.
    Quanto dolore in questi distacchi, ma quanta forza ci da il Signore di voltare pagina e andare avanti per il bene dei bambini che verranno. Cicatrici profonde nei nostri cuori, ma lenite dal sorriso di Dio, felici di aver fatto quanto ci era stato richiesto.
    Che il Signore ti protegga e sappia illuminare il tuo cammino

  2.  

    Addì 26 marzo 2015

    In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «In verità, in verità vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte».
    Gli dissero i Giudei: «Ora sappiamo che hai un demonio. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: "Chi osserva la mia parola non conoscerà mai la morte".
    Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti; chi pretendi di essere?».
    Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria non sarebbe nulla; chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: "E' nostro Dio!",
    e non lo conoscete. Io invece lo conosco. E se dicessi che non lo conosco, sarei come voi, un mentitore; ma lo conosco e osservo la sua parola.
    Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò».
    Gli dissero allora i Giudei: «Non hai ancora cinquant'anni e hai visto Abramo?».
    Rispose loro Gesù: «In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono».
    Allora raccolsero pietre per scagliarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio

    Giovanni 8,51-59

  3.  

    Se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte

    Guida Esperta Cercasi. Trovata!

    Se non avete mai scalato una montagna, la prima volta che lo fate avrete un po' di paura e vorrete affidarvi a qualcuno esperto che vi guidi in modo da non finire in un burrone e morire.
    Se non avete mai fatto un'immersione con le bombole, la prima volta avrete un po' di paura e vi affiderete ad un istruttore che vi spieghi come fare, così da non morire affogato o rischiare un'embolia.
    Se non avete mai vissuto la vita, la prima e unica volta che l'affronterete dovrete affidarvi ad un adulto esperto che vi mostri le insidie e vi aiuti a trovare la vostra strada per non perdere la vostra vita disperdendola in problemi quali droga, alcol, rapine, stupri.
    Se non avete ancora visto cosa ci sia al di là della morte non potete sapere cosa vi aspetta e dovreste lasciarvi guidare dalla parola di Dio grazie alla quale non morirete mai.
    Oggi si fa un gran parlare di scienza e tecnica, come se il mondo fosse solo una macchina matematica, come se i sentimenti, l'amore, il dolore non esistessero. Mi fanno tristezza questi materialisti che credono solo a ciò che toccano, come se toccassero il vento del quale possono vedere solo gli effetti, come se potessero toccare l'amore con le loro mani. E' tanto difficile credere che ci possa essere qualcosa al di là del muro?
    Se dovessimo partire per un lungo viaggio senza ritorno non ci attrezzeremmo con mappe, cartine, segnalazioni sul clima e quant'altro? Ebbene, la vita è la preparazione al lungo viaggio che ci aspetta dopo la morte materiale ed è durante la vita che dobbiamo trovare la nostra guida.

  4.  

    Addì 27 marzo 2015

    In quel tempo, i Giudei portarono di nuovo delle pietre per lapidarlo.
    Gesù rispose loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre mio; per quale di esse mi volete lapidare?».
    Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un'opera buona, ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio».
    Rispose loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dei?
    Ora, se essa ha chiamato dei coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio (e la Scrittura non può essere annullata),
    a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, voi dite: Tu bestemmi, perché ho detto: Sono Figlio di Dio?
    Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi;
    ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre».
    Cercavano allora di prenderlo di nuovo, ma egli sfuggì dalle loro mani.
    Ritornò quindi al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui si fermò.
    Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha fatto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero».
    E in quel luogo molti credettero in lui

    Giovanni 10,31-42

  5.  

    Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre mio; per quale di esse mi volete lapidare?

    Figli nella bufera

    Nell'arco dell'esperienza con l'Associazione ho chiesto aiuto a moltissime persone: denaro, servizi, volontariato, disponibilità a darci una mano nella promozione, merce, generi alimentari. In tanti hanno risposto ai nostri appelli permettendoci di crescere ed aiutare così un numero sempre maggiore di bambini. Eppure la maggior parte delle persone, se non stimolate, non aprono le porte del proprio cuore. Questo perché il mondo è pieno di egoismo e ci si nasconde dietro un paravento facendo quello che un po' tutti fanno: pensare ai fatti propri.
    Con i ragazzi è la stessa cosa. Se non sono stimolati continuamente a fare del bene, a comportarsi secondo certi principi tendono ad andare dietro alla massa, fin tanto che acquisiscono un'identità cinica e menefreghista.
    Ben venga lo scoutismo, le attività parrocchiali, lo sport, altre attività ludiche e ricreative, ma dobbiamo stare attenti a non dar loro il gioco, la cultura, il divertimento finalizzati solo a sé stessi, tutto deve essere farcito di buoni principi. Non possiamo soltanto sperare che diventino fautori della pace, solidali verso il prossimo, amanti del dialogo se non li stimoliamo ad esserlo, se non facciamo loro vedere dei buoni esempi, se non ci mettiamo al tavolino con loro a dialogare. Molti genitori si lamentano perché i loro figli sfuggono quando si parla di certi argomenti, fissati su aspetti materiali della vita, ma tutto dipende da quando si comincia l'opera di sensibilizzazione. Certo è che se oggi prendo un adolescente cui fino a ieri è stato permesso di fare i propri comodi, sarà difficile riuscire a farsi ascoltare. Ma se appena hanno il dono della ragione li comincio a educare al rispetto e ad altri valori positivi, goccia dopo goccia, giorno dopo giorno, sicuramente quando saranno adolescenti avranno una maggior capacità di ascolto.
    Ricordo quando avevo cinque anni e picchiai un bambino all'asilo, la suora chiamò la mia mamma che mi portò sul mare, ci mettemmo sulla riva e mi disse che avevo sbagliato cercando di spiegarmene le ragioni. Le ci vollero tre ore perché ammettessi la mia colpa, ma quell'insegnamento, come tanti altri ricevuti anche in tenera età, ha costituito le radici sulle quali ho poggiato la mia vita.
    Insegnando, educando si possono anche fare degli errori, io per primo con i miei ragazzi ne ho fatti tanti, e c'è la tendenza della gente, a criticare e giudicare il tuo operato, pronta a lapidarti per ogni singolo sbaglio, ma questo non ci deve scoraggiare, non ci deve impedire di andare avanti sulla strada del "fare" piuttosto che rinunciare ad agire aspettando l'esito degli eventi e magari un giorno piangere perché nostro figlio ha preso una strada sbagliata

  6.  

    Addì 28 marzo 2015

    In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di quel che egli aveva compiuto, credettero in lui.
    Ma alcuni andarono dai farisei e riferirono loro quel che Gesù aveva fatto.
    Allora i sommi sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dicevano: «Che facciamo? Quest'uomo compie molti segni.
    Se lo lasciamo fare così, tutti crederanno in lui e verranno i Romani e distruggeranno il nostro luogo santo e la nostra nazione».
    Ma uno di loro, di nome Caifa, che era sommo sacerdote in quell'anno, disse loro: «Voi non capite nulla
    e non considerate come sia meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera».
    Questo però non lo disse da se stesso, ma essendo sommo sacerdote profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione
    e non per la nazione soltanto, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi.
    Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.
    Gesù pertanto non si faceva più vedere in pubblico tra i Giudei; egli si ritirò di là nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Efraim, dove si trattenne con i suoi discepoli.
    Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione andarono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi.
    Essi cercavano Gesù e stando nel tempio dicevano tra di loro: «Che ve ne pare? Non verrà egli alla festa?»

    Giovanni 11,45-56

  7.  

    Che ve ne pare? Non verrà egli alla festa?

    Festa in casa vostra

    Spesso capita che ci meravigliamo che Dio non sia presente nella nostra vita, non ci ascolti, non partecipi al nostro cammino di uomini e donne, ma siamo sicuri di volerlo? Siamo bravissimi ad invocare il suo aiuto, a pregare affinché ci faccia qualche grazia, ma ci dimentichiamo di ringraziarlo e spesso lo maltrattiamo, lo insultiamo, lo condanniamo a morte.
    E dovremmo stupirci se non viene alla nostra festa?
    Quante volte avete maledetto un barbone che vi chiede qualche spicciolo per mangiare, o un ragazzo di colore intento a vendervi la sua mercanzia per mandare soldi alla famiglia? Quante volte avete inneggiato al mare in tempesta affinché facesse affondare un barcone carico di migranti, oppure urlato la vostra rabbia piena di rancore contro una mamma che ha ucciso il proprio bambino? Quante volte avete cambiato marciapiede per non incontrare una persona con la quale avete litigato, oppure evitato accuratamente di fare volontariato per non perdere tempo prezioso per le vostre cose?
    In tutti questi casi, e in tanti altri ancora, avete offeso Dio, lo avete maledetto, gli avete augurato la morte, gli avete voltato le spalle. Se voi non lo volete, Gesù non verrà; ma se amerete il prossimo con le sue piaghe, il suo cattivo odore, il suo caratteraccio, le sue difficoltà, allora vedrete che Gesù si sentirà invitato e ben accetto in casa vostra e verrà alla vostra festa

  8.  

    Addì 29 marzo 2015

    I passanti lo insultavano e, scuotendo il capo, esclamavano: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo riedifichi in tre giorni,
    salva te stesso scendendo dalla croce!».
    Ugualmente anche i sommi sacerdoti con gli scribi, facendosi beffe di lui, dicevano: «Ha salvato altri, non può salvare se stesso!
    Il Cristo, il re d'Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano.
    Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio.
    Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì, Eloì, lemà sabactàni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?

    Marco 14,1-72.15,1-47

  9.  

    Passione

    Passione

    Tutti nella vita prima o poi, chi più, chi meno devono attraversare un periodo talmente buio e difficile da pensare di non potercela fare, di non avere le forze per proseguire il cammino, magari desiderando la morte come unica soluzione. Chi però non si è lasciato andare alla depressione o, peggio, al suicidio e pazientemente ha atteso che quel brutto momento sia passato, sa benissimo che dopo il temporale, e persino dopo il terremoto o lo tsunami, tornerà la pace, la tranquillità. Se questa è la natura delle cose, perché dubitare che dopo le traversie di una vita non arrivi il sereno con la pace eterna? Chi non ha fede penserà all’oblio, ma chi crede in Dio ha la certezza della vita eterna, della pace senza fine.
    Gli auguri che ci scambiamo nel periodo pasquale quale significato hanno per voi? Il mio augurio non è quello di un giorno di festa, seduti a tavola con tanti parenti, alcuni dei quali anche un po’ noiosi, a mangiare ogni genere di prelibatezze, ma piuttosto l’augurio di un momento di riflessione, un attimo di pausa dalla frenesia della vita per capire che ci sono momenti tristi e difficili da affrontare, ma anche la pienezza di una gioia che certamente verrà se la sapremo aspettare con fiducia e magari con fede.
    Buon inizio di Settimana Santa, buona Santa Pasqua di resurrezione ad una vita migliore

  10.  

    Addì 30 marzo 2015

    Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti.
    Equi gli fecero una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali.
    Maria allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell'unguento.
    Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse:
    «Perché quest'olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?».
    Questo egli disse non perché gl'importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro.
    Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura.
    I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
    Intanto la gran folla di Giudei venne a sapere che Gesù si trovava là, e accorse non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti.
    I sommi sacerdoti allora deliberarono di uccidere anche Lazzaro,
    perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù

    Giovanni 12,1-11

  11.  

    Tutta la casa si riempì del profumo dell'unguento

    Il profumo dell'Amore

    La mia mamma non era una gran cuoca, ma spesso si cimentava nel prepapare qualche succulento manicaretto seguendo rigorosamente i libri di ricette. Quale gioia entrare in casa e sentire il profumo della torta di mele, dello sformato di formaggio oppure dell'immancabile ragù. Quando una mamma ti prepara un pranzo speciale la gioia non è solo nel cibarsene, ma è insita in ogni gesto che ella fa per te: l'averci pensato, l'aver trascurato altre cose che avrebbe potuto fare per sé, la fatica impiegata per donare un sorriso, la dolcezza nel vederti felice. Ogni gesto è meraviglioso e fa trapelare il grande amore che prova per te, quell'amore così grande da inondare con il suo profumo tutta la casa, restati addosso per ore e, una volta cresciuto, chiudendo gli occhi ti permette di rivivere quei momenti.
    Accogliendo un bambino profumerete la vostra casa e la vostra vita, ed anche quando un giorno se ne sarà andato, chiudendo gli occhi, potrete rivivere quella gioia immensa che avete provato a suo tempo, certi di aver fatto qualcosa di buono per un bambino, qualcosa di buono per il Signore.

  12.  

    Addì 31 marzo 2015

    In quel tempo, mentre Gesù era a mensa con i suoi discepoli, si commosse profondamente e dichiarò: «In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà».
    I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse.
    Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù.
    Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: «Dì, chi è colui a cui si riferisce?».
    Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?».
    Rispose allora Gesù: «E' colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò». E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone.
    E allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui. Gesù quindi gli disse: «Quello che devi fare fallo al più presto».
    Nessuno dei commensali capì perché gli aveva detto questo; alcuni infatti pensavano che, tenendo Giuda la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri.
    Preso il boccone, egli subito uscì. Ed era notte.
    Quando Giuda fu uscito, Gesù disse : «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui.
    Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
    Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come ho gia detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io voi non potete venire.
    Simon Pietro gli dice: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado per ora tu non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi».
    Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!».
    Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte»

    Giovanni 13,21-33.36-38

  13.  

    Si commosse profondamente

    Uccidereste per vendetta?

    Ognuno di noi nella vita è stato tradito, chi sistematicamente, chi una volta soltanto, chi accorgendosene, chi senza nemmeno lontanamente pensarlo, ma è indubbio che, magari in adolescenza, abbiamo dato fiducia a chi non la meritava. Spesso davanti a certi atteggiamenti si prova odio, rancore, sete di vendetta o rivalsa e talvolta siamo presi, la cronaca è piena di tali avvenimenti, dall'incontenibile desiderio di uccidere la persona che tanto ci ha fatto male.
    Non sempre però è così. Nel Vangelo Gesù si commosse nel parlare di Giuda che presto lo avrebbe tradito vendendolo ai sommi sacerdoti. Qualcuno potrebbe rispondere "Bella forza, è Dio", oppure altri potrebbero dire "Magari non è vero". Io credo in Dio e credo nel Vangelo, credo che Gesù attraverso ogni sua parola, ogni suo gesto, attraverso il Vangelo, ci insegni a vivere, ma per un momento accantoniamo il Vangelo e riflettiamo.
    A cosa serve arrabbiarsi quando una persona tradisce? A cosa serve demonizzarla, respingerla, odiarla o magari ucciderla? A creare sempre più odio, sempre più rancore, a rovinarsi ancor più la vita. Chi ci guadagna? Il male certamente che si impossesserà di noi. Quanto è bello perdonare o addirittura commuoversi, cioè provare affetto e/o pietà per chi ci ha fatto così tanto male, un affetto sincero che nasce dal vedere di quale errore si sia macchiata quella persona, del suo senso di rimorso.
    Dopo aver tradito, non siamo certo esenti dallo sbagliare, si può agire come Giuda che si è impiccato incapace di chiedere perdono, oppure come Pietro che si pente amaramente e di quell'errore ne fa un punto di forza per amare ancor di più Gesù.
    Quanti bambini, divenuti ragazzi, hanno tradito i propri genitori, quanti di quelli da noi accolti hanno parlato male alle nostre spalle o se ne sono andati sbattendo la porta e, di fatto, hanno rinunciato ai principi insegnati loro?
    da parte nostra non c'è né odio, né astio, né rancore, ma solo tanta commozione perché si sono fatti del male e vivono in una situazione dove, una volta cresciuti, capiscono l'errore fatto e stanno male. Io soffro per loro e le mie preghiere a Dio saranno sempre di amore affinché lui possa accudirli e proteggerli nel loro cammino futuro di uomini e donne.

  14.  

    Addì 1 aprile 2015

    In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai sommi sacerdoti
    e disse: «Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d'argento.
    Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnarlo.
    Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che ti prepariamo, per mangiare la Pasqua?».
    Ed egli rispose: «Andate in città, da un tale, e ditegli: Il Maestro ti manda a dire: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli».
    I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
    Venuta la sera, si mise a mensa con i Dodici.
    Mentre mangiavano disse: «In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà».
    Ed essi, addolorati profondamente, incominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?».
    Ed egli rispose: «Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà.
    Il Figlio dell'uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!».
    Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l'hai detto»

    Matteo 26,14-25

  15.  

    Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?

    Tutto è in vendita

    Ma chi lo ha detto che in giro ci sia tanto ateismo? La stragrande maggioranza delle persone crede nel dio denaro. Purtroppo.
    Tutto è in vendita, prime fra tutte le persone che, per trenta denari venderebbero l'anima al diavolo.
    Quando ci fu tangentopoli pensai che il vizietto delle tangenti fosse stato scoperto e debellato. Mi sbagliavo, è in continuo aumento e più ne prendono, più sono quelli che pagano per aggiudicarsi un appalto, o si fanno pagare per sotterrare una pratica o garantire un posto di lavoro a chi possa poi darci un beneficio.
    Con l'arrivo della tecnologia, le telecamere, le intercettazioni, i controlli incrociati ho pensato che avrebbero smesso di vendersi, ed invece mi sbagliavo anche in questo caso, tutto è in continuo aumento.
    Questo può voler dire una cosa sola, che nello stagno ci sono così tanti pesci che basta tirare a caso una manciata di sassolini per pescarne una decina.
    Quando il mio papà, per scherzo, diceva "i miei colleghi commercialisti guadagnano molto più di me", la mia mamma le rispondeva "Antonio, tu però prima di andare a letto guardi lo specchio e vedi una persona onesta"
    Non bisogna piegare il capo davanti al diavolo denaro, non bisogna accettare trenta monete per svendere la nostra anima, non dobbiamo pensare che sia bello avere tanti soldi, perché la bellezza della vita è ben altra cosa. E' condividere. E' amare. E' essere stimati. E' creare qualcosa di buono che rimanga a chi verrà dopo di noi. E' trovare soluzioni ai problemi, siano essi del mondo, della nazione, della città o più semplicemente della propria famiglia. E' dare un futuro a chi sia nato senza averne uno.
    Con i soldi non si compra l'amore, si compra il sesso.
    Con i soldi non si compra la stima, si compra una statua.
    Con i soldi non si compra la cultura, si compra un foglio di carta.
    Con i soldi non si vende Dio, si vende noi stessi

  16.  

    Addì 2 aprile 2015

    Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.
    Mentre cenavano, quando gia il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo,
    Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava,
    si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita.
    Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto.
    Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?».
    Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo».
    Gli disse Simon Pietro: «Non mi laverai mai i piedi!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me».
    Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!».
    Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti».
    Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete mondi».
    Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Sapete ciò che vi ho fatto?
    Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono.
    Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri.
    Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi»

    Giovanni 13,1-15

  17.  

    Signore, tu lavi i piedi a me?

    Lasciare che i figli si lavino da soli

    Quando i bambini sono piccoli i genitori fanno loro il bagnetto, li lavano dalla testa ai piedi. Man mano che i figli crescono imparano a lavarsi ed i genitori li aiutano. Quando poi sono più grandi e si lavano da soli i genitori hanno la tendenza a volerli continuare a lavare. Ovviamente è un paradosso per dire che il papà e la mamma spesso si sentono in dovere di guidare ogni scelta dei propri figli anche quando hanno insegnato loro a "lavarsi" da soli e questo è sbagliato perché li soffoca. I genitori hanno il dovere di "lavare i piedi" dei figli anche quando questi sono adulti, ovvero dare consigli sulla vita, ma non più di questo, cercando di accettare le scelte, giuste o sbagliate che siano secondo i propri parametri, fatte da loro. Chi ha fatto il bagno, cioè chi ha imparato le regole di vita, necessita solo di vedersi lavare i piedi

  18.  

    Addì 3 aprile 2015

    Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto».
    Aveva appena detto questo, che una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?».
    Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?».
    Allora Anna lo mandò legato a Caifa, sommo sacerdote

    Giovanni 18,1-40.19,1-42

  19.  

    Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?

    Invidia? Gelosia? Competizione?

    Quante volte vediamo le persone che si girano dall'altra parte quando ci incontrano, oppure sentiamo voci cattive su di noi riferite da altri, o ancora troviamo ostacoli ad ottenere qualcosa dovutaci di diritto. Quando ciò accade cerco, non sempre facile, di risalire alla fonte per domandare "Se ho parlato o agito male, dimostrami dov'è il male; ma se ho parlato o agito bene, perché mi perseguiti?"
    La vita sembra un videogame su più livelli, finché sei al primo non sono tanti gli ostacoli che incontri e passare al secondo è relativamente facile, ma man mano che si sale gli impedimenti diventano sempre di più e molto più ostici da superare e sempre più persone cercano di fermare la tua corsa perché non vogliono tu arrivi alla fine del gioco. Invidia? Gelosia? Competizione? Non l'ho mai capito, ma mai mi permetterei di ostacolare la crescita di qualcuno.
    Ai ragazzi da sempre cerco di insegnare ad andare aventi a testa alta, consci dei loro valori, schivando il male che viene gettato loro contro, ma sopratutto nel non cadere nella tentazione della vendetta, nella scelta della strada più facile oppure nel desiderio di rinunciare alla lotta e chiudere il videogame della vita

  20.  

    Addì 4 aprile 2015

    Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù.
    Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levar del sole.
    Esse dicevano tra loro: «Chi ci rotolerà via il masso dall'ingresso del sepolcro?».
    Ma, guardando, videro che il masso era gia stato rotolato via, benché fosse molto grande.
    Entrando nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura.
    Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. E' risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano deposto.
    Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto»

    Marco 16,1-7

  21.  

    Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. E' risorto, non è qui

    Un viaggio in Galilea

    Dopo la morte di una persona cara siamo sempre alla sua ricerca, maneggiamo gli oggetti che ha toccato, ci sediamo dove si siedeva, leggiamo a voce alta ciò che ci aveva scritto per sentire ancora le sue parole, annusiamo il profumo che di solito portava, tocchiamo i suoi vestiti e li custodiamo gelosamente. E' umano ed anche io, dopo la morte della mia mamma, ho fatto tutto ciò, ma parimenti bisogna prendere consapevolezza che gli aspetti materiali non sono più suoi, non dobbiamo cercarlo tra le mura di casa o al cimitero perché quello che resta di lui o di lei, quello che veramente vale la pena di cercare sono i suoi principi, ciò che ci ha dato, il suo amore per noi e non dobbiamo aver paura perché il non trovarlo su questa terra fatta di cose materiali non significa non averlo/a vicino. Non abbiate paura, sembra oggi volerci dire Dio, il vostro caro non è più qui dove lo cercate perché è risorto, è nato a nuova vita e se volete vederlo compite un viaggio verso la Galilea, verso Dio e lì lo troverete.
    Nel giro delle sette chiese fatto giovedì santo abbiamo pregato per gli amici che soffrono, e una nostra volontaria ci ha parlato di un suo amico che sta tanto male per la morte di una persona cara e non riesce a dialogare con Dio, incolpandolo del male che prova. Se Dio lo ha preso con sé, è ovvio che basta andare dove è Dio per trovarlo e sentirlo ancora vivo vicino a noi.

  22.  

    Addí 5 aprile 2015

    Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
    Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro
    discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!».
    Pietro allora uscì insieme all'altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
    Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
    Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti

    Giovanni 20,1-9

  23.  

    Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo

    Felici davanti ad una vetrina di giochi

    Quando siamo contenti siamo eccitatissimi, corriamo da tutte le parti, gridiamo di gioia, chiamiamo gli altri. Pensate ad un papà al quale nasce un figlio, non ha piú mani per dimostrare agli altri la sua gioia per condividere un momento tanto felice per lui, sembra una pallina impazzita nel flipper della vita. La resurrezione di Gesù é un misto di grande gioia e incredulità per il bellissimo avvenimento. La Pasqua per noi dovrebbe essere questo, un momento in cui la felicità é al massimo livello per la meraviglia di un avvenimento tanto grande quanto meraviglioso. Facciamo sí che questo giorno di Pasqua sia per noi una grande gioia e non vergogniamoci, al pari di un papà, di sembrare bambini impazziti davanti alla vetrina di un negozio di giocattoli

  24.  

    Addì 6 aprile 2015

    In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
    Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi.

    Matteo 28,8-15

  25.  

    Salute a voi

    Scambiamoci un sorriso

    Quando qualcuno ci saluta con sincerità é come un'affettuosa carezza che ci viene donata, ma non sempre siamo pronti a riceverla, spesso perché molto distratti e ormai abituati al buongiorno, al ciao, alla buonasera, ad uno squillo di telefono. Le abitudini sono ortiche ai piedi del cuore, e se lasciamo che esse crescano rischiamo di soffocare la nostra sensibilità. Se una persona a noi cara ci rivolge una piccola attenzione ogni giorno, arriviamo a pensare che ci sia dovuta e la accettiamo talvolta anche con noia tanto ci siamo abituati, ma quanta amarezza quando quel saluto scompare, quale pena in non riceverlo più. Ed allora interroghiamoci di chi sia la colpa, e magari ci accorgeremo che siamo stati noi i primi ad aver messo il muso, a dimostrarci scontrosi dinanzi ad un'attenzione, ad aver alzato gli occhi quando ci veniva regalato un sorriso. Il Signore ci saluta sempre, ogni giorno, ogni momento attraverso il ragazzo che per la strada ci viene incontro sfoderando il suo miglior sorriso, il povero con la mano tesa che ci augura buona giornata, il bambino festoso che ci prende per mano per giocare con noi. Cosa facciamo noi? Come reagiamo, come rispondiamo? Abbiamo appena ricordato la sua resurrezione, cerchiamo di ricordarci almeno di rispondere con gioia al saluto che ci viene rivolto. Un nostro sorriso può cambiare se non la vita, almeno la giornata alle persone che ci sono vicine. Rispondiamo al saluto di Dio prendendo esempio dalle donne che per prime lo hanno incontrato dopo la sua morte terrena che gli si gettarono ai piedi e con gioia lo adorarono.

  26.  

    Addì 7 aprile 2015

    In quel tempo, Maria stava all'esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro
    e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù.
    Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto».
    Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù.
    Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo».
    Gesù le disse: «Maria!». Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: «Rabbunì!», che significa: Maestro!
    Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma và dai miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro».
    Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: «Ho visto il Signore» e anche ciò che le aveva detto

    Giovanni 20,11-18

  27.  

    Donna, perché piangi?

    Le donne evangelizzano gli evangelizzatori

    I primi annunci della resurrezione di Gesù da parte degli angeli e di Dio furono affidati alle donne e alla loro immensa sensibilità.
    Donne spesso bistrattate, messe da parte, la stessa chiesa le relega in seconda posizione, eppure sono loro ad avere un rapporto più diretto con i bambini. Quando da noi arriva un bimbo in affidamento è spesso senza un papà, ma la mamma è sempre presente, magari piena di difetti, ma è la prima a lottare per il proprio figlio con le unghie e con i denti, così come è la prima a capire che il suo farsi da parte potrebbe essere un bene per il bambino. Sono le donne ad insegnare alle nuove generazioni cosa ci sia da combattere e cambiare nella società in cui sono nati, sono loro, come diceva il cardinal Martini, ad evangelizzare gli evangelizzatori. Tanti uomini e donne sono divenuti santi grazie alle donne, grazie alle madri che hanno saputo indirizzarli verso la spiritualità, insegnar loro valori e principi, farli rialzare dopo esser caduti nel peccato e sant'Agostino ne è un esempio chiaro. Verrebbe quasi da pensare che siano loro le creature preferite da Dio, quelle alle quali principalmente si rivolge con estremo affetto e coloro che maggiormente ascolta quando, con la caparbietà e l'amore di una mamma, pregano Dio per le loro creature.

  28.  

    Addì 8 aprile 2015

    In quello stesso giorno, il primo della settimana, due discepoli di Gesù erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto.
    Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro.
    Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo.
    Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?».
    Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso.
    Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute.
    Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo.
    Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l'hanno visto».
    Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti!
    Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?».
    E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
    Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano.
    Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro.
    Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro.
    Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista.
    Ed essi si dissero l'un l'altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?».
    E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone».
    Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane

    Luca 24,13-35

  29.  

    I loro occhi erano incapaci di riconoscerlo

    Rappresentanti di Dio

    Pensate a quanto sia lunga e faticosa la nostra vita, piena di ostacoli, pensieri, preoccupazioni, ed è in questi momenti che camminiamo con gli occhi bassi, tristi, sconsolati, talvolta depressi, incapaci di vedere un'ancora di salvezza. Ah come vorremmo qualcuno vicino a noi, come ci piacerebbe avere una persona forte al nostro fianco capace di darci energia, coraggio, speranza per intraprendere il resto del percorso. Siamo troppo tristi e sconsolati per scorgere un amico nel deserto che ci siamo fatti intorno, troppo a terra per trovare in mezzo a tante persone l'unica in grado di aiutarci. Troppo ciechi per accorgerci del grande amore che Dio ha per noi, della sua vicinanza attraverso le parole del Vangelo che puntualmente si trasformano in fatti concreti, in carezze alla nostra anima ferita e dolorante.
    Chi non crede in Dio non può capire quanto, per coloro che hanno fede, sia importante il suo supporto, sempre che siamo in grado di riconoscerlo ed accoglierlo.
    A chi non crede farebbe comunque piacere avere qualcuno vicino, che si tratti di Dio o di una persona umana.
    Risulta quindi facile capire coloro che nella necessità hanno bisogno di aiuto e sostegno, accudimento e amore. Mi riferisco ai tanti vagabondi erranti nelle strade della vita: i bambini maltrattati desiderosi di un papà ed una mamma accudenti, gli ex carcerati in cerca di qualcuno che dia loro una seconda occasione, le donne di strada con la voglia di pace e serenità lontane dai loro aguzzini e sfruttatori, gli immigrati in cerca di un futuro per sé e le loro famiglie lasciate lontano.
    Voi, tutti voi, con o senza fede, potreste essere quella persona. Voi potreste essere il papà e la mamma di tutti quei bambini abbandonati, maltrattati, offesi nella loro dignità e sareste rappresentanti di Dio.
    Che crediate o meno, qualcuno nella vita ha bussato o busserà alla porta del vostro cuore e sarete voi a decidere se aprire le porte ed accogliere, aiutare, sostenere, oppure rifiutarvi di amare chi chiede solo un bicchier d'acqua durante il lungo viaggio nel deserto della vita.
    Ma ricordatevi che anche voi, prima o poi, avrete bisogno di dissetarvi, avrete bisogno di qualcuno che vi sia vicino, che vi dia lo sprone per reagire e ritrovare la gioia di vivere o il coraggio di morire. Anche voi avrete bisogno di Dio o di un suo inviato. Rappresentate Dio presso i poveri, i sofferenti, i bambini e avrete così già accanto a Dio

  30.  

    Addì 9 aprile 2015

    In quel tempo, i discepoli di Emmaus riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto Gesù nello spezzare il pane.
    Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!».
    Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma.
    Ma egli disse: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore?
    Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho».
    Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi.
    Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?».
    Gli offrirono una porzione di pesce arrostito;
    egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
    Poi disse: «Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi».
    Allora aprì loro la mente all'intelligenza delle Scritture e disse:
    «Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno
    e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme.
    Di questo voi siete testimoni

    Luca 24,35-48

  31.  

    Mostrò loro le mani e i piedi

    Un passerotto caduto dal nido

    Avete mai raccolto da terra un passerotto caduto dal nido? Implume, incapace di volare e di difendersi, gettato fuori dalla madre perché malato o di troppo? Trema dalla paura, vi guarda con gli occhioni più grandi di lui e aspetta che gli diate il colpo di grazia, attende di essere ucciso o mangiato perché ormai ha capito essere quella la sua sorte.

    Avete mai raccolto dalla strada un passerotto di uomo uscito dalla sua casa? Incapace di capire e di difendersi, tirato fuori dalla sua casa perché la madre era incapace di accudirlo, amarlo, oppure maltrattato, seviziato, sfruttato? Trema dalla paura, vi guarda con due occhi grandi grandi come fanali e aspetta da voi, come da ogni adulto, che gli accada il peggio, ed ogni vostra rassicurazione a nulla vale per tranquillizzarlo perché troppo ha subito dal genere umano, lui piccolo, implume passerotto di una specie in estinzione perché non in grado di proteggere la propria prole.

    Prendete le sue mani, toccate il suo viso, accarezzate i suoi capelli. Non è un fantasma, è Dio vivo in mezzo a noi.
    Accoglietelo

  32.  

    Addì 10 aprile 2015

    In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così:
    si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli.
    Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla.
    Quando gia era l'alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù.
    Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No».
    Allora disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci.
    Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «E' il Signore!». Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto, poiché era spogliato, e si gettò in mare.
    Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri.
    Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane.
    Disse loro Gesù: «Portate un po' del pesce che avete preso or ora».
    Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatrè grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò.
    Gesù disse loro: «Venite a mangiare». Enessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», poiché sapevano bene che era il Signore.
    Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce.
    Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti

    Giovanni 21,1-14

  33.  

    Gettate le reti

    Donare un rene

    Quale grande fede può far si che una persona si privi di un rene per donarlo a qualcuno che ne ha bisogno senza ricevere un contraccambio in termini di denaro, di riconoscenza o di affetto? Nel caso appena verificatosi in Italia di donazione di un rene donatore e ricevente restano anonimi e non ci sono possibilità di acquisto o vendita di organi. Cosa spinge una persona a mettere in atto un qualcosa di così altruistico?Non credo sia possibile farlo senza possedere una grande fede in Dio. Io per primo, credente in Dio, non riuscirei. Forse potrei per salvare la vita a qualcuno che conosco, ma così, dando un rene da dare ad un anonimo che risulta da una banca dati, proprio non credo che potrei. Da quando ho sentito la notizia mi interrogo su quanto grande debba essere la fede di questa persona. Forse mi sbaglio? C’è forse qualche ateo che possa dirmi “io lo farei”?
    La fede smuove le montagne e se il Signore indica la strada, chi ha vera fede, la segue senza esitare, senza domandarsi il perché, compiendo un lancio senza paracadute, come avvenne per Abramo che non avrebbe esitato ad ubbidire a Dio uccidendo suo figlio Isacco se l’angelo non lo avesse fermato. Chi getta le reti quando e dove gli venga indicato da Dio, nonostante stanchezza e delusioni, tirerà a terra tanti grossi pesci. Non è facile, ma questa persona che ha donato un rene è certamente un esempio di amore gratuito da prendere ad esempio

  34.  

    Addì 11 aprile 2015

    Risuscitato al mattino nel primo giorno dopo il sabato, apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva cacciato sette demòni.
    Questa andò ad annunziarlo ai suoi seguaci che erano in lutto e in pianto.
    Ma essi, udito che era vivo ed era stato visto da lei, non vollero credere.
    Dopo ciò, apparve a due di loro sotto altro aspetto, mentre erano in cammino verso la campagna.
    Anch'essi ritornarono ad annunziarlo agli altri; ma neanche a loro vollero credere.
    Alla fine apparve agli undici, mentre stavano a mensa, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risuscitato.
    Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura»

    Marco 16,9-15

  35.  

    Alla fine apparve agli undici, mentre stavano a mensa, e li rimproverò per la loro incredulità

    Un bambino vittima dell'incapacità di amare

    Giovanni aveva un padre che continuamente picchiava la madre, lui e la sorella, spacciava droga e commerciava in armi, ed una mamma incapace di difendere e accudire i suoi figli. Così, quando Giovanni aveva cinque anni fu dato in affido ad una famiglia, ma come spesso accade, trascorso un'anno, questa lo riportò ai servizi sociali. Da lì iniziò un fallimento dietro l'altro ed in quattro anni furono ben cinque le strutture che lo accolsero per poi mandarlo via, nemmeno fosse stato Attila. Pensate come vi potete sentire voi se vostra moglie o marito, fidanzato o compagna vi scaricasse. Rapportate tutto al cuore di un bambino e pensate che questo abbandono è avvenuto sei volte. Per sei volte qualcuno gli ha detto "non stiamo bene insieme, vattene". Come vi sentireste? Non credo nemmeno si possa immaginare cosa Giovanni abbia provato. Arrivò da noi, costretto, sfiduciato, incapace di alzare gli occhi, arrabbiato con il mondo. Gli abbiamo dato tutto il nostro amore, ma non bastava. Gli abbiamo dato sicurezza con la nostra presenza costante, ma non bastava. Gli abbiamo dato mille attenzioni, ma anche queste non bastavano. Trascorse un anno in silenzio, un anno senza reagire, un anno pieno di tristezza nel quale attendeva solo il momento in cui gli avremmo detto "vattene".
    Potevamo essere arrabbiati con lui? Certamente no, ma nel nostro cuore si faceva strada l'idea che forse non eravamo adatti a lui. Un giorno, dall'oggi al domani, si aprì e, senza che nessuno gli avesse chiesto nulla, cominciò a raccontare la sua storia, cominciò a giocare, a sorridere. Cominciò la sua vita da bambino.
    Noi uomini siamo increduli perché ragioniamo con dei parametri matematici: sei triste allora non stai bene con me, non mi parli allora non mi vuoi bene, non capisci il mio problema allora non ti importa di me. Dovremmo smetterla di ragionare con il paraocchi e cercare di capire l'altro andando al di là delle forme e del comportamento, cercando di scavare nel cuore più che nella mente perché l'amore non ha una capacità di misura, non ha un ordine di grandezza, l'amore è Amore e basta e quando ci si vuole bene si resta insieme, si sopporta ogni cosa e si mettono da parte le nostre necessità, le nostre esigenze per guardare a quelle dell'altro. Stare vicini non significa necessariamente interagire, a volte anche il silenzio, il non rispondere è un atto di amore. Se avessimo agito con Giovanni, se ci fossimo arrabbiati per il suo silenzio, se lo avessimo mandato via ritenendo di essere inutili o dannosi, avrebbe girovagato attraverso un mare ancor più in tempesta di quello che ha comunque dovuto affrontare. Il nostro silenzio per lui è stato come dirgli "ti vogliamo bene, comunque sei e ci avrai sempre vicini". Facciamo così anche noi con la persona che amiamo? Gli diamo questa sicurezza? Se così è, se riusciamo a fargli capire che qualunque discussione non porterà mai ad un abbandono, allora è vero amore. Ma se ogni volta che discutiamo deve venire fuori l'argomento "allora me ne vado, sono inutile per te, o sei inutile per me" il dialogo già è fallito in partenza perché si avrà sempre paura a proferire qualsiasi parola per timore di essere abbandonati, come magari ci è già capitato in passato facendoci provare grande dolore.

  36.  

    Addì 12 aprile 2015

    La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!».
    Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
    Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi».
    Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo;
    a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».
    Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù.
    Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò».
    Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!».
    Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!».
    Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!».
    Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!».
    Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro.
    Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome

    Giovanni 20,19-31

  37.  

    Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò

    Mettete il vostro dito nella bruciatura di sigaretta sul volto di questo bambino

    Mi capita spesso di parlare di affido, sono tante le persone che vengono a trovarci, specie nei fine settimana, per capire meglio come funzioni l'affidamento familiare, ma capita anche di parlarne con chi non ha idea di cosa sia o, peggio, ha informazioni superficiali e falsate. Oggi va di moda la teoria che i bambini non debbano essere tolti alle loro famiglie perché si vuol credere che lo stato sbagli sempre, che un bambino appartiene sempre alla sua mamma e al suo papà in quanto ci si immedesima in un genitore, ed è quindi facile pensare al dolore che proveremmo, a quale lotta faremmo se qualcuno bussasse alla nostra porta per portarci via nostro figlio. Forse saremmo anche capaci di uccidere per lui. Ma queste persone, certamente in buona fede e spesso sviate dai media che per fare notizia esaltano quei genitori che piangenti vanno in televisione a dire "mi hanno rapito mio figlio perché sono povero, avevo chiesto da mangiare e si sono presi il mio bambino", vedono la realtà solo da una parte in quanto giudici, assessori e servizi sociali hanno il dovere di mantenere la privacy. Vi assicuro però che quando un bimbo viene dato in affido è perché ci sono tali e tanti problemi che l'incolumità del piccolo è in serio pericolo. In ventotto anni ho visto tanti bimbi arrivare da noi con cicche di sigarette spente addosso, graffi sulla schiena, turbe per le violenze sessuali subite, denutriti e ridotti a pelle ed ossa. In televisione voi vedete il volto dei loro carnefici truccato da genitori modello. San Tommaso non accettava la realtà che i discepoli gli raccontavano e non avrebbe creduto fin tanto che non avesse toccato le piaghe sul corpo di Cristo. Credetemi, sono tanti i bambini maltrattati, non aspettate di mettere il dito nelle loro piaghe per crederci, non fatevi appannare il cuore dalle luci di qualche trasmissione televisiva con soubrette imbonitrici, dolci e carine, alle quali è impossibile non credere. L'affidamento sta morendo, sono sempre meno le famiglie disponibili ad accogliere, sempre meno coloro che accettano la realtà dolorosa, troppi e sempre più quelli che non vogliono credere, che non si informano, che non cercano di farsi un'idea obiettiva della situazione, che rifiutano di guardare le piaghe sui corpi di tanti bambini martirizzati da adulti che non possono e non devono essere chiamati genitori

  38.  

    Addì 13 aprile 2015

    Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio».
    Gli disse Nicodèmo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».

    Giovanni 3,1-8

  39.  

    Se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio

    Rinascita

    E' possibile nascere una seconda volta? Tutto dipende da cosa intendiamo per "nascere". La nascita è un percorso che dura nove mesi, un cammino di formazione di un piccolo invisibile semino che pian pian prende forma fino a creare un cucciolo d'uomo. Se nascere vuol dire iniziare dal nulla per arrivare ad essere una persona formata, ecco che tutti noi possiamo rinascere compiendo un percorso, una strada che ci porti a formarci. Partiamo da zero per arrivare a formarci, ma siamo solo all'inizio. Quando nasce un bambino è solo il primo gradino, dovrà crescere, fortificarsi, imparare a camminare, mangiare, metterà i denti ed un giorno potrà dirsi uomo o donna. Così è per un percorso spirituale o morale che ogni persona, ateo o credente, dovrebbe fare. Non si può rifiutare Dio se prima non lo si conosce, negarne l'esistenza se prima non abbiamo escluso ogni ipotesi che possa esistere. Quando ero ragazzino lessi Ipotesi su Gesù, scritto da Vittorio Messori, è un percorso molto critico eseguito da questo giornalista che da ateo è divenuto credente, e mi ha molto aiutato, ve lo consiglio

  40.  

    Addì 14 aprile 2015

    In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo: «In verità ti dico: dovete rinascere dall'alto.
    Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito».
    Replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?».
    Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro in Israele e non sai queste cose?
    In verità, in verità ti dico, noi parliamo di quel che sappiamo e testimoniamo quel che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza.
    Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo?
    Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorchè il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo.
    E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo,
    perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna»

    Giovanni 3,7b-15

  41.  

    Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito

    Essere come il vento

    "Essere come il vento" è sinonimo di libertà, ma non è proprio così. Anche il vento risponde a delle regole e non spira esattamente dove vuole. Lo scirocco viene da sud-est e va verso nord-ovest e mai potrà andare da nord a sud, nemmeno se lo volesse. Così è per il ponente, il libeccio, il grecale e tutti gli altri venti, ognuno ha le sue regole, la sua forza, la sua direzione. Così è per le persone. Siamo liberi di muoverci ma per poterlo fare dobbiamo seguire certe indicazioni che ci arrivano dall'Alto. Chiamatelo Dio, chiamatelo natura, ma delle regole ci sono. Al contrario del vento però possiamo rifiutarci di partire, di spirare e rimanere nella nostra culla, abbandonati al nostro destino. Ma se scegliamo di essere vento cavalcheremo le onde dello spirito e, pur seguendo una direzione, saremo liberi di salire e scendere, di usare maggiore o minore forza al servizio di Dio nel nostro compito benefico di spazzare, pulire, portare i suoni lontani, agitare i mari. Come vento la nostra voce sia forte e tempestosa quando difendiamo i valori in cui crediamo e i diritti dei più deboli, leggera a rinfrescante quando insegniamo sospingendo le piccole imbarcazioni a vela, leggero refolo quando dolcemente sussurriamo dolci parole a coloro che docilmente percorrono una retta strada di amore.

  42.  

    Addì 15 aprile 2015

    In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.
    Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui.
    Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è gia stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio».
    E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie.
    Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere.
    Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio»

    Giovanni 3,16-21

  43.  

    La luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce

    E' arrivata la primavera

    Ogni anno l'arrivo della primavera è come un miracolo che si rinnova, siamo tutti felici perché le giornate si allungano, fa più caldo, non siamo più costretti a stare a casa, i malanni diminuiscono. perché accade questo? E' ovvio a tutti, perché il sole è più vicino alla terra e ci inonda con la sua luce ed il suo calore.
    E' per questo che cerco di portare dentro me, ovunque vada, il calore del sole, affinché nella mia anima sia sempre primavera, sia ogni giorno il miracolo di una luce più intensa che illumini il mio cammino. Per me quella luce sono i miei ragazzi che ogni giorno mi aiutano a crescere e migliorarmi donandomi la luce di Dio.

  44.  

    Addì 16 aprile 2015

    In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo:
    «Colui che viene dall'alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla della terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti.
    Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza; chi però ne accetta la testimonianza, certifica che Dio è veritiero.
    Infatti colui che Dio ha mandato proferisce le parole di Dio e dà lo Spirito senza misura.
    Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa.
    Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l'ira di Dio incombe su di lui»

    Giovanni 3,31-36

  45.  

    Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa

    L'amore di un padre

    Nelle tante storie di bambini maltrattati e offesi nella loro dignità un tratto comune è che nella maggior parte dei casi la madre, con tutti i suoi difetti e contraddizioni, è presente, mentre il padre spesso non c'è perché andatosene per sempre, per gli abusi perpetrati e quindi allontanato, per essere in prigione o magari per totale indifferenza nei confronti della vita del figlio. Sono pochi i papà "in attività" quando si tratta di affido, ma quando ci sono, sono quasi sempre dei super papà. Pronti a battersi come leoni non conoscono ostacoli, pieni di amore verso i figli e, pur nella loro miseria umana, disposti a fare qualsiasi cosa per vederli star bene. Le loro risorse spesso sono limitate e quindi capita sovente che falliscano e non portino avanti con determinazione i loro propositi di buona condotta, ma vi assicuro che ce la mettono tutta per almeno provarci.
    Un giorno Michele venne da noi con la sorella Silvia, erano frequentatori del nostro mercatino dell'usato, per chiedere aiuto per sua figlia di dodici anni perché, diceva "Non sono un buon padre. Bevo troppo e quando mi arrabbio spacco tutto. Non ho mai torto un capello alla bimba, ma potrebbe succedere perché quando vado di fuori non ragiono e non sono padrone della mia testa". La bimba cominciò a frequentarci in diurno ed era veramente problematica, abituata a stare alla televisione anche di notte, non prendeva regolarmente le medicine per un suo problema di salute piuttosto grave, mangiava in maniera sregolata, andava a scuola quando si svegliava e quando andava si addormentava sul banco, ovviamente non studiava e sopratutto aveva solo stimoli negativi poco adatti per crescere. Passarono alcuni mesi e un giorno il padre alzò il tiro chiedendoci di lasciare la bimba a dormire da noi. Acconsentimmo, furono avvertiti i servizi sociali e pian piano la bimba cominciò a trasformarsi, a fiorire, a smettere di dire parolacce, a cominciare a pensare ad un suo futuro in maniera più concreta e costruttiva, ad andare sempre meglio a scuola. Come lei ebbe modo di dire in tribunale "Mi hanno fatto diventare una signorina ben educata". E il padre? Il papà le è sempre stato accanto, ha sempre seguito le nostre indicazioni, ha sempre accettato un confronto sano e costruttivo con estrema fiducia, ma senza mai abbandonare la bimba telefonando ogni sera e mantenendo con lei un rapporto meraviglioso, un legame d'altri tempi che solo l'amore, l'amore vero, può far nascere. In un primo tempo la bimba non voleva stare con noi perché, pur trovandosi bene e avendo instaurato, con la sua grande solarità, un ottimo rapporto con tutti noi, non capiva perché dovesse stare lì quando lei una famiglia l'aveva. Fu proprio il padre a risolvere il problema parlandole con il cuore in mano, mostrandole i problemi che aveva e la sua incapacità ad uscire dalla schiavitù del bere, benché ci avesse provato mille volte rifiutando soltanto la comunità per non allontanarsi dalla figlia, unica sua ragione di esistere.
    La bimba oggi, dopo oltre due anni che è in casa con noi è proprio una brava ragazzina, ovviamente con i suoi problemi, ma una personcina con dei bellissimi sentimenti che sono emersi forse grazie al nostro intervento, ma certamente derivanti dall'amore di quel papà che tanto l'ha amata e protetta finché ha potuto, fino a quando, con molta onestà e semplicità ha detto "Non ce la faccio più, non posso più aiutarla, pensateci voi" ma senza mai abbandonarla. E' stata un'azione comune legata non ad un progetto creato al tavolino, ma nato spontaneo tra più animi che avevano a cuore il bene di questa cucciolotta. Una frase del suo papà mi è rimasta impressa "Sono contento che la bimba sia lì con voi perché finalmente ha trovato una famiglia che non ha mai avuto" e detto da un padre che ama un figlio più della sua stessa vita è un atto di così grande umiltà che è veramente difficile trovare. Un padre che capisce quale sia il bene della figlia e sia pronto a soffrire pur di vederla star bene è veramente raro.

  46.  

    Addì 17 aprile 2015

    In quel tempo, Gesù andò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi.
    Gesù salì sulla montagna e là si pose a sedere con i suoi discepoli.
    Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
    Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?».
    Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare.
    Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
    Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?».
    Rispose Gesù: «Fateli sedere». C'era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini.
    Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero.
    E quando furono saziati, disse ai discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto».
    Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d'orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
    Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, cominciò a dire: «Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo!».
    Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo

    Giovanni 6,1-15

  47.  

    Li distribuì a quelli che si erano seduti

    Profughi musulmani gettano 12 cristiani in mare

    Non vorrei mai leggere il giornale perché ogni volta vedo notizie sempre più aberranti, come questa di un gruppo di musulmani che hanno gettato in mare dodici cristiani dopo una rissa scoppiata per motivi religiosi. Il racconto della moltiplicazione dei pani e dei pesci ci fa capire come Gesù non faceva distinzioni di razza, religione, sesso, motivazioni. Su quella spianata dove parlava alle folle, su quel prato dove erano assiepate migliaia di persone venute per ascoltarlo è evidente che c'era ogni sorta di etnia, tutti accomunati dal desiderio di ricevere qualcosa di positivo da questo Gesù di cui tutti parlavano, una guaritore per alcuni, un profeta per altri, l'ultima speranza o un vago miraggio per talaltri, o un ciarlatano per altri ancora. Gesù non ha fatto distinzioni, non ha chiamato da una parte chi fosse di una casa o di un'altra, non ha separato gli onesti dai disonesti, o i puri di cuore dai sobillatori. Ha dato da mangiare a tutti o, come Gesù stesso dice "Egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti". Come sarebbe bello un mondo dove non si fa distinzione di razza, religione, credo politico, dove ci si possa confrontare serenamente con coloro che la pensano diversamente da noi, visti come fratelli e non come nemici da abbattere o uccidere. L'azione di Salvini e di quanti sobillano la gente contro chi si discosta da certi canoni non è tanto lontana dalla brutta, ennesima azione perpetrata su quella barca. In molti oggi vorrebbero annegare, uccidere, eliminare chi la pensa diversamente ed è veramente brutto vedere che questo odio razziale prenda sempre più piede. Insegniamo ai nostri ragazzi ad aiutare e amare chiunque, anche chi è diverso da noi o la pensa in maniera difforme

  48.  

    Addì 18 aprile 2015

    Venuta la sera, i suoi discepoli scesero al mare
    e, saliti in una barca, si avviarono verso l'altra riva in direzione di Cafarnao. Era ormai buio, e Gesù non era ancora venuto da loro.
    Il mare era agitato, perché soffiava un forte vento.
    Dopo aver remato circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura.
    Ma egli disse loro: «Sono io, non temete».
    Allora vollero prenderlo sulla barca e rapidamente la barca toccò la riva alla quale erano diretti

    Giovanni 6,16-21

  49.  

    Sono io, non temete

    Fidatevi, è solo una maschera

    Una sera in estate indossai una maschera dell'orrore per scherzare con i ragazzi e tutti mi riconobbero, eccezion fatta per una bimba che non smetteva di gridare e agitarsi per la vista di quell'orribile mostro. Mi tolsi immediatamente la maschera, ma era talmente impaurita che non la smetteva di urlare. A volte siamo così presi dalle nostre paure che se anche vediamo la realtà non riusciamo a convincerci che sia cosa buona. In questi giorni un'altra nostra ragazzina ha seri problemi e dice a tutti di fidarsi di me, ma appena le faccio un complimento alza gli occhi al cielo e lo rifiuta tanto è convinta di non valere nulla. Si fida di me per le cose che vuole, ma di altre, quelle che le fanno comodo per crogiolarsi nella sua sventura, invece non si fida.
    Così facciamo spesso tutti noi. Se vediamo qualcosa che ci torna, allora ci fidiamo, ma se invece la nostra mente la rifiuta, allora non ci fidiamo. Dobbiamo imparare ad abbandonarci nelle mani di chi ci vuole bene e quando c'è qualcosa che non ci convince e, dopo aver provato a ragionarci sopra, continua a non convincerci, fidiamoci di chi non ci vuole fare del male, andiamo contro i nostri sensi ed istinti e seguiamolo. Io l'ho fatto nei confronti di Dio e in tante occasioni nelle quali avrei agito diversamente per impulso o perché altri mi suggerivano un certo comportamento, ho seguito quello che il Signore mi diceva di fare, come nella nascita dell'Associazione e nella successiva scelta di seguire questa strada per tutta la vita dedicandomici anima e cuore. A volte una strada può sembrarci difficile e non percorribile, ma se qualcuno di cui ci fidiamo, se qualcuno che ci ama, se Dio ci dice prendila, non guardate in faccia a nessun'altro e imboccatela, vi assicuro che non ve ne pentirete, come io non mi sono pentito mai della mia scelta fatta oltre ventotto anni fai

  50.  

    Addì 19 aprile 2015

    In quel tempo, di ritorno da Emmaus, i due discepoli riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto Gesù nello spezzare il pane.
    Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!».
    Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma.
    Ma egli disse: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore?
    Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho».
    Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi.
    Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?».
    Gli offrirono una porzione di pesce arrostito;
    egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
    Poi disse: «Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi».
    Allora aprì loro la mente all'intelligenza delle Scritture e disse:
    «Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno
    e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme.
    Di questo voi siete testimoni

    Luca 24,35-48