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  1.  

    Se mi amate, osservate i miei comandamenti

    Fai pace con tuo padre

    Quale prova di amore è più grande di quella di obbedire ad una persona di cui ci si fida, pur non essendo d'accordo? Io ed il mio babbo avevamo lo stesso carattere e gli scontri, specie quando ero un adolescente, erano all'ordine del giorno. Ogni pretesto era buono per punzecchiarci, tirare frecciatine, brontolare. Ci si voleva un gran bene, devo molto a lui dell'uomo che oggi sono, ma proprio non ci si prendeva. La mia mamma veniva spesso da me a dirmi "fai pace con tuo padre" ed io rispondevo arrabbiato sciorinando le mie ragioni. Mamma mi lasciava sfogare, mi ascoltava e alla fine mi diceva "fai pace con tuo padre". Non c'era verso, tenevo il muso verso di lui e lui verso di me. Un giorno, due giorni, tre giorni. E mia madre sempre lì a dirmi "fai pace con tuo padre", mai un'imposizione, mai un ricatto, mai una costrizione, ma a volte mi diceva "è tuo padre e ti vuole bene", altre "non andare a letto prima di aver fatto la pace", ma sempre con il sorriso mi diceva "fai pace con tuo padre".
    Questa frase mi faceva pian piano sciogliere, abbattere i muri che avevo eretto e seppur mi dicevo "mai farò pace con lui", alla fine mi ritrovavo sempre a chiedere scusa, anche quando non pensavo di avere torto, ma solo perché me lo chiedeva mia madre. Oggi questa frase è sempre nella mia testa e quando litigo con qualcuno, e non mi tiro mai indietro da buon fumino toscano-livornese di razza, ho il tarlo di rappacificarmi con lui, anche se lontani mille miglia come pensiero e principi, anche se ritengo di aver ragione perché penso che una parte di torto si abbia sempre.

  2.  

    Addì 26 maggio 2014

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza;
    e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio.
    Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi.
    Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, verrà l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio.
    E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me.
    Ma io vi ho detto queste cose perché, quando giungerà la loro ora, ricordiate che ve ne ho parlato»

    Giovanni 15,26-27.16,1-4a

  3.  

    Anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio

    La passione delle mamme

    Che belli i miei ragazzi. Quando escono in città, vanno a scuola, parlano con le persone ad una cena, durante un evento o nella nostra casa di campagna esce dalla loro bocca e prima ancora dal cuore tutto l'amore che nutrono per noi. Attraverso di loro e grazie a loro l'Associazione cresce di giorno in giorno perché chi li vede, li conosce, li sente parlare, osserva la loro educazione ed i valori che portano nell'anima capisce quanto amore hanno ricevuto. La miglior testimonianza di noi stessi sono i nostri figli, sono i frutti delle nostre opere. Educare un ragazzo non è cosa facile, ci vuole pazienza, amore, rispetto, dialogo e ancora tanta, tanta pazienza, ma sopratutto ci vuole un'enorme passione. Vedo madri vicino ai propri figli senza un sorriso, senza proferir parola, pronte ad alzarsi con il sorriso se si avvicina il loro uomo, incapaci di giocare, disegnare, cantare, rotolarsi per la terra con i figli. Dopo tanti anni, dopo aver visto centinaia di famiglie ho l'opinione che non vi siano madri incapaci di educare un figlio. Possono esservene alcune senza gli strumenti adatti, ma li possono acquisire, ma se manca loro la passione, manca loro anche la voglia di mettersi in discussione. Ho visto tante madri alle quali è stato tolto il proprio bambino. Tutte si disperano, e sono certo che il dolore è reale, ma in un secondo momento molte di loro si sentono sollevate di non avere più un "problema" da gestire. Altre invece tentano tutte le strade per riavere il figlio e mettono in campo tutta quella passione che solo una madre è capace di tirare fuori, ascoltano i consigli, frequentano le visite dallo psicologo, stanno alle regole, combattono seguendo le regole perché capiscono con il cuore, prima ancora che con l'intelletto, che l'unica strada per riabbracciare la propria prole è quella di dimostrare a tutti quale grande passione è insita in loro, quella stessa passione che era sopita sotto la stanchezza di una vita piena di stenti, ma pronta a bruciare, a dare fuoco alle polveri quando il proprio cucciolo d'uomo grida la parola "mamma"

  4.  

    Addì 27 maggio 2014

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Ora però vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: Dove vai?
    Anzi, perché vi ho detto queste cose, la tristezza ha riempito il vostro cuore.
    Ora io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; a quando me ne sarò andato, ve lo manderò.
    E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio.
    Quanto al peccato, perché non credono in me; quanto alla giustizia, perché vado dal Padre e non mi vedrete più; quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato»

    Giovanni 16,5-11

  5.  

    Nessuno di voi mi domanda: Dove vai?

    Provate interesse per la persona che amate?

    Capita spesso di parlare con qualche amico e sentirsi dire che quando entra in casa nessuno gli domandi cosa abbia fatto, come stia, quali le preoccupazioni del momento, su quale progetto stia lavorando, che sensazioni abbia provato nella giornata. Sicuramente l'egoismo e l'individualismo fanno parte della motivazione a simili comportamenti, ma ritengo essere l'abitudine la causa principale. Non manca l'interesse per l'altro, ma la routine quotidiana porta ciascuno di noi a dare per scontate mille situazioni che agli occhi degli altri rappresentano un passare normale delle ore "vado a lavoro, torno a casa per pranzo, riparto per andare al lavoro, torno a casa per cena". Cosa c'è di più banale in tutto questo? Eppure chi vive di tale quotidianità potrebbe raccontarvi ogni giorno una storia diversa, sensazioni particolari, profumi, pensieri, incontri e parlare per ore. Chi resta in casa a studiare, a pulire, a preparare da mangiare avrebbe parimenti mille cose da raccontarvi, ma siamo chiusi dentro di noi, da un lato pensiamo che a nessuno interessi ciò che proviamo o abbiamo fatto, dall'altro non domandiamo perché le risposte spesso ci annoiano, ma un rapporto, di qualsivoglia natura, sia esso tra figli e genitori, marito e moglie o qualunque tipo di convivenza necessita di un fil di fiato per far ardere la fiamma di un rapporto. Un fuoco resta vivo se attizziamo le braci, se diamo ossigeno, ma se non ci interessiamo all'altro, non lo ascoltiamo con interesse nei suoi racconti a volte per noi pesanti e troppo tecnici o lontani mille miglia dalle nostre preoccupazioni rischiamo di vederlo scivolare via, di perdere l'aggancio l'uno all'altro, di perdere quella quotidianità a volte schematica ed un po' noiosa, ma senza la quale non avremmo la possibilità di vivere in relazione con il figlio, la moglie, l'amico.
    Anche solo un "cosa hai fatto oggi, cosa devi fare domani" e poi il giorno dopo riprendere il discorso e chiedere nello specifico se quella cosa di cui vi aveva parlato è stata fatta e come sia venuta, tipo "come è andato il compito di matematica?", "hai incontrato il rappresentante? Cosa avete concordato?", "a che punto sei con la consegna del lavoro, ce la fai nella scadenza?", "Michele, il tuo alunno di cui mi hai parlato, ha seguito il tuo consiglio? Ti ho visto preoccupata per lui ieri", "sei uscito i pausa pranzo con i colleghi ? Dove siete stati? Cosa avete mangiato?"
    A volte basterebbe una telefonata a metà mattinata per mostrare un po' di interesse, ma tante volte il telefono non squilla e si resta un po' delusi, ma tutto poi prosegue fino a quando ci si accorge di essere ormai troppo lontani ed una telefonata non basta più per rinsaldare un rapporto che si è deteriorato

  6.  

    Addì 28 maggio 2014

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
    Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future.
    Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà.
    Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà»

    Giovanni 16,12-15

  7.  

    Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso

    Rapporto con i figli adolescenti

    Quante situazioni abbiamo affrontato nella nostra vita, quanti errori abbiamo fatto e quante cose cambieremmo se potessimo tornare indietro, aspetti che ci hanno segnato, frasi che hanno ferito ed allontanato persone amate, comportamenti che ci hanno portato a prendere una strada piuttosto che un'altra. Ben sappiamo di non essere in grado di fermare un adolescente desideroso di provare nuove esperienze, di rinunciare a seguire strade sbagliate. Ognuno vuole provare, sperimentare e a nulla vale mostrargli il muro verso il quale sta per schiantarsi. Per noi è semplice perché in un modo o in un altro ci siamo librati in volo e dall'alto abbiamo un punto di osservazione diverso, più ampio di quello che possa avere un ragazzo che della vita abbia potuto apprezzare la musica, le amicizie, i primi amori e per il quale le delusioni derivano da un brutto voto, un'amicizia tradita, una brontolata dei genitori. La giovane età limita molto la capacità di comprendere certi aspetti della vita, ed allora mi viene in mente una frase del Vangelo "Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso" e mi siedo ad aspettare tempi migliori, li guardo mentre sfrecciano veloci con la fantasia ed aspetto che si scontrino con la realtà e mettano i piedi per terra. Quanto amore c'è in tutto questo: volerli fermare ma lasciare che vadano per la loro strada ed attendere che abbiano gli strumenti e l'esperienza per capire. Un genitore è fondamentale quando il bambino cresce, ma è ancora più importante nel momento in cui non è più ragazzo e non è ancora uomo perché sarà allora che incontrerà la vita in tutta la sua crudezza ed avrà bisogno di una guida.
    Per ora restiamo inermi e preghiamo perché la grandinata finisca presto e non provochi troppi danni sul raccolto seminato con tanta fatica e pazienza.

  8.  

    Addì 29 maggio 2014

    In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Ancora un poco e non mi vedrete; un po' ancora e mi vedrete».
    Dissero allora alcuni dei suoi discepoli tra loro: «Che cos'è questo che ci dice: Ancora un poco e non mi vedrete, e un po' ancora e mi vedrete, e questo: Perché vado al Padre?».
    Dicevano perciò: «Che cos'è mai questo "un poco" di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire».
    Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «Andate indagando tra voi perché ho detto: Ancora un poco e non mi vedrete e un po' ancora e mi vedrete?
    In verità, in verità vi dico: voi piangerete e vi rattristerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia»

    Giovanni 16,16-20

  9.  

    Voi piangerete e vi rattristerete, ma il mondo si rallegrerà

    Continuiamo a tapparci gli occhi e a non voler vedere

    Non amo particolarmente il calcio, anzi quando è una macchina per far soldi lo odio con tutto il cuore perché non vedo nulla che assomigli allo sport, ma se penso che in Brasile si spendono milioni per organizzare un evento dove a guadagnarci saranno sempre i soliti noti e molti bambini continuano a morire di fame mi viene il magone.
    Un pensiero corre a coloro che voleranno in Brasile per guardare le partite, vedranno il tappeto pulito e non la polvere nascosta sotto di esso. Un tempo non c'era quella grande informazione ed un murale come questo di Paulo Ito sarebbe rimasto un grido strozzato in un quartiere povero, ma oggi non possiamo dire "non sapevo". Tutti ci scandalizziamo per la povertà, la denutrizione, gli squadroni della morte, le condizioni di vita di coloro che vivono nelle favelas, ma alla fine ognuno fa la sua bella e comoda vita, magari alimentando indirettamente il mercato dello sfruttamento dei paesi poveri di questo nostro mondo.
    Cosa possiamo fare noi? Per liberarci la coscienza da ogni peso diciamo mestamente "sono solo uno, che posso fare?".
    Se la pensate così, allora cosa andate a fare a votare? Siete sempre e solo un voto, ma se tutti coloro che si scandalizzano manifestassero, ognuno a modo proprio, il loro disappunto le cose cambierebbero. Il murale di Paulo Ito è solo un disegno sul cancello di una scuola, ma ha fatto il giro del mondo e toccato le coscienze di molti.
    Facciamoci sentire, mostriamo al mondo come la pensiamo, non arrendiamoci davanti ad una macchina organizzativa imponente e la nostra voce farà il giro del mondo

    Murale - Paulo Ito

  10.  

    Addì 30 maggio 2014

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità, in verità vi dico: voi piangerete e vi rattristerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia»
    La donna, quando partorisce, è afflitta, perché è giunta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell'afflizione per la gioia che è venuto al mondo un uomo.
    Così anche voi, ora, siete nella tristezza; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno vi potrà togliere la vostra gioia»

    Giovanni 16,20-23a

  11.  

    Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia

    Diamo un senso alla nostra vita

    I dati Istat ci dicono che le famiglie non se la passano bene, i consumi sono diminuiti e i tempi sono duri. Non ci voleva certo l'Istat per saperlo, ma questi dati dovrebbero far riflettere coloro che stanno bene, mangiano ogni giorno, comprano ai propri figli bei vestiti, vanno in vacanza. Capita spesso, non certo per cattiveria, di non accorgersi di coloro che stanno male. Nel periodo precedente alla morte della mia mamma vivevo nella bambagia ed i miei problemi erano effimeri. Non mi rendevo conto che nella mia stessa città, nella stessa Italia potesse esistere fame, abbandono, sofferenza. Credevo che la povertà fosse appannaggio di alcune zone dell'Africa. Come mi sbagliavo. Non conoscevo certe realtà, ma un giorno mi sono reso conto che non tutti stavano bene come me, non tutti mangiavano abbondantemente, non tutti i bambini erano felici con i propri genitori e fu allora che mi misi in moto, fu allora che capii di non poter stare fermo a guardare le persone morire di fame e mi rimboccai le maniche per alleviare le loro sofferenze. Ognuno di noi può, DEVE fare qualcosa per le tante famiglie che soffrono, è un nostro dovere civico, non facciamo finta di non sapere. Se ogni famiglia con un minimo di possibilità economica adottasse una famiglia povera forse non risolveremmo la fame nel mondo, ma sicuramente allevieremmo le sofferenze di qualche persona e daremmo un senso profondo alla nostra vita.

  12.  

    Addì 31 maggio 2014

    In quei giorni, Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda.
    Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta.
    Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo
    ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!
    A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?
    Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo.
    E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore».
    Allora Maria disse: «L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
    D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
    Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono.
    Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi.
    Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia ».
    come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre».
    Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua

    Luca 1,39-56

  13.  

    Maria si mise in viaggio verso la montagna

    Due dolori si incontrano

    Due donne hanno fondato un'Associazione. Non ci sarebbe nulla di anomalo, ma già il nome la dice lunga "No alla vendetta", se poi andiamo a vedere chi sono queste due donne, la cosa acquista una luce diversa, nuova e meravigliosa. Una di esse è Claudia Francardi, vedova del carabiniere Antonio Santarelli, colpito alla testa da un diciannovenne e morto dopo oltre un anno di coma e l'altra, udite udite, è Irene Sisi, la madre del ragazzo che l’ha ucciso.
    Che bello leggere queste notizie. Quando la tv, i media, internet ti aggiornano sui bollettini di guerra delle nostre città viene spesso da pensare che il mondo vada a rotoli e che nulla possa salvarlo, ma una notizia del genere sconvolge, lascia inebetiti ed è come un pugno nello stomaco vedere due donne, con due diversi dolori, che non solo si incontrano, dialogano, ma addirittura si fondono come una cosa sola per dare un messaggio forte al mondo di oggi ove la vendetta sembra fare da padrona.
    Non vado oltre nel commento perché già solo il titolo basterebbe ad aprire un dibattito che potrebbe durare giorni.

    Da Redattore Sociale del 22 maggio 2014

  14.  

    Addì 1 Giugno 2014

    In quel tempo, gli undici discepoli, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato.
    Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano.
    E Gesù, avvicinatosi, disse loro: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra.
    Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo,
    insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo»

    Matteo 28,16-20

  15.  

    Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni

    Lasciamoci ammaestrare

    Ahhh, orrore. Ammaestrare? Ma non si devono ammaestrare più nemmeno gli animali, vergogna. Basta però sfogliare un qualsiasi vocabolario per leggere come prima definizione "Istruire in una dottrina" e come seconda "Rendere esperto". Pensate voi cosa può fare l'ignoranza: rifiutiamo che qualcuno ci ammaestri per paura di soccombere, di non avere una propria individualità, ma di fatto impediamo ad altri di donarci le sue conoscenze. Il problema non è essere ignoranti, il problema è voler rimanere ignoranti. Se lasciamo che altri ci tolgano la nostra individualità è solo colpa nostra, di essere troppo deboli, di non saper elaborare la conoscenza che ci viene donata.
    Noi ammaestriamo i nostri ragazzi nei principi morali in cui crediamo, ma lasciamo che siano liberi di accogliere questi valori nel loro cuore. Ammaestrare non significa coercizzare, ma piuttosto donare agli altri ciò che abbiamo ricevuto in dono.

  16.  

    Addì 2 giugno 2014

    In quel tempo, i discepoli dissero a Gesù : «Ecco, adesso parli chiaramente e non fai più uso di similitudini.
    Ora conosciamo che sai tutto e non hai bisogno che alcuno t'interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio».
    Rispose loro Gesù: «Adesso credete?
    Ecco, verrà l'ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto proprio e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me.
    Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me. Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!»

    Giovanni 16,29-33

  17.  

    Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!

    Vi sentite vittime di ingiustizie?

    Vi sembra giusto che lo Stato ci dica "vuoi fare del bene? ok, ma devi pagare più tasse degli altri per farlo". Dal primo gennaio 2014 tutte le agevolazioni fiscali sull'acquisto di beni immobili sono state tolte e chi, come la nostra associazione, è in procinto di acquistare una casa per farne casa famiglia, per accogliere quei bambini e ragazzi che nessuno vuole, che lo Stato lascia nelle famiglie difficili perché non ha risorse per aiutarli lasciando che crescendo formino essi stessi delle famiglie problematiche.
    Vi sembra giusto che nell'acquisto di qualsiasi bene si debba pagare l'Iva come consumatori finali, nonostante ciò che compriamo venga destinato ai bambini e alle persone accudite?
    Vi sembra giusto che il cinque per mille abbia un tetto massimo, tale che porti alle associazioni solo una parte (circa la metà, quindi il 2,5 per mille) di quanto da voi versato in dichiarazione dei redditi e il resto, da voi devoluto a noi, venga incamerato dallo Stato?
    Vi sembra giusto che le quote destinate al cinque per mille senza indicazione specifica di un'associazione vengano ripartire in maniera proporzionale fra le varie associazioni, così che le grandi associazioni che già prendono milioni prendano ancora di più e le piccole associazioni che già prendono solo le briciole prendano soltanto pochi spiccioli in più? Si devono sostenere sia le grandi che le piccole associazioni, ma le piccole non devono essere affogate a vantaggio delle grandi.
    Vi sembra giusto che un progetto approvato dal comune con tanto di plauso che porterà lavoro a venticinque persone, toglierà dalla strada sedici ragazzi in affido, farà prevenzione e aiuterà le famiglie di almeno venticinque bambini, migliorerà le condizioni di una parte debole della città debba essere fermo per mancanza di fondi quando siamo costretti a rimandare indietro denaro arrivato dall'Europa per progetti che non sono più finanziabili. Il motivo? Perché il pubblico finanzia solo il pubblico e non il privato, come se l'associazione fosse una cosa personale di chi la gestisce e come se non ci fossero già tanti e tali vincoli, restrizioni, controlli e convenzioni tali da mandare una certa opera in una sola direzione
    E di quante ingiustizie sociali potrei ancora parlarvi di talmente palesi da sembrare inverosimili, eppure sono sotto gli occhi di tutti.
    Ed allora cosa dobbiamo dire? "Eh, il mondo va così" e rinunciare? Abbandonare la lotta e lasciare che tante persone muoiano di fame, tanti bambini non vengano accolti in una famiglia?
    Mai e poi mai. Lottiamo, democraticamente, civilmente, ma lottiamo semplicemente andando avanti, cercando di no affogare in attesa di tempi migliori, in attesa che la voce di tutti noi si faccia sentire e qualcosa cambi i questa nostra bella Italia.
    Sono ventisette anni che lotto, ventisette anni che non mi arrendo nonostante le mille porte chiuse in faccia perché non siamo legati ad un partito politico o alla Chiesa, ventisette anni che vedo abusi e soprusi compiuti a danno dei minori e dei più deboli da chi invece dovrebbe difenderli e proteggerli, ventisette anni che vedo solo interessi di partito, economici, di potere, di rivalsa e ripicca a danno di chi soffre, ma ho una speranza, anzi no, una certezza, che le cose cambieranno.
    Ho fede in Dio ed è questa fede che mi ha tenuto sempre davanti al vento che mi urlava in faccia per farmi paura, per farmi desistere, per mettermi da parte, ma nel mio sangue scorre l'acqua di mare e non sarà un semplice libeccio a farmi indietreggiare. Si barcolla, si piange da dolore, si soffre ogni giorno, ma non c'è vento o tsunami che potrà spazzarci via perché noi siamo qui per i bambini, noi siamo qui perché ci sia giustizia laddove altri interessi prevalgono. Noi siamo qui perché abbiamo fede in Dio e dalle pagine del Vangelo ci dice "Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!"

  18.  

    Addì 3 giugno 2014

    In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi al cielo, disse:
    «Padre, è giunta l'ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te.
    Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato.
    Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo.
    Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare.
    E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse.
    Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola.
    Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro; essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato.
    Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che mi hai dato, perché sono tuoi.
    Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie, e io sono glorificato in loro.
    Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te»

    Giovanni 17,1-11a

  19.  

    Le parole che hai dato a me io le ho date a loro

    Non ho avuto il tempo

    Ventuno sono stati gli anni che ho vissuto con la mia mamma.
    Ventuno gli anni in cui ho avuto modo di conoscere quanto lei voleva insegnarmi.
    Ventuno anni di tempo per assaporare la vita, i valori, imparare a metterli in pratica, relazionarmi con il prossimo.
    Ventuno anni, troppo pochi per imparare la vita, ma in questo periodo mi sono state donate parole dette e scritte, sorrisi e comprensioni, rimproveri e carezze, nessuna accusa, denigrazione, giudizio perché si sa, la mamma è sempre la mamma.
    Mi ha donato una corazza, ma non ho avuto il tempo di imparare ad usarla.
    Mi ha donato una faretra carica di frecce, ma non ho avuto il tempo di imparare a prendere bene la mira.
    Mi ha donato la gioia di vivere, ma non ho avuto modo di assaporare la mia vita con lei.
    Mi ha donato il coraggio di affrontare le difficoltà, ma non ho potuto averla come alleata nelle mie lotte.
    Non ho avuto il tempo di imparare ad essere uomo e mi ritrovo a guardare indietro, ad osservare la mia vita di oggi e di ieri e capire quanti errori ho fatto, quante persone ho perso, quanta gente ho offeso, quanti bambini non ho aiutato, quanto bene avrei potuto fare e non ho fatto, quanto male ho causato.
    Chiedo perdono innanzitutto a Dio, ma anche alla mia mamma per non essere riuscito a diventare l'uomo che avrebbe voluto che fossi, chiedo perdono a chi mi ha amato ed ho tradito, chiedo perdono a tutti coloro con i quali avrei dovuto essere disponibile e non lo sono stato, chiedo perdono ai miei ragazzi per non essere stato un buon padre.

    Gesù nel Vangelo dice "le parole che hai dato a me io le ho date a loro; essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato". Quanto sono lontano da questo. Pregate per me perché possa essere un uomo migliore.

  20.  

    Addì 4 giugno 2014

    In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi al cielo, così pregò:
    «Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi.
    Quand'ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura.
    Ma ora io vengo a te e dico queste cose mentre sono ancora nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia.
    Io ho dato a loro la tua parola e il mondo li ha odiati perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.
    Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno.
    Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.
    Consacrali nella verità. La tua parola è verità.
    Come tu mi hai mandato nel mondo, anch'io li ho mandati nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità»

    Giovanni 17,11b-19

  21.  

    Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato

    Anche se una madre potesse dimenticarsi di suo figlio io non mi dimenticherò di te

    L'amore di una madre per un figlio dovrebbe essere il più grande che possa esistere su questa terra, ma purtroppo l'esperienza ci insegna che non tutte le mamme hanno un buon comportamento nei confronti della propria prole.
    A quanti bambini ho dovuto spiegare che la loro mamma non li aveva rifiutati, non si era dimenticata di loro ma aveva semplicemente sbagliato strada, si era persa nel bosco quando ad un bivio è andata da una parte seguendo i profumi della vita, mentre lui era andato dalla parte opposta. Divisioni che si creano, per mille motivi, mancanza di cultura, debolezza di carattere, malattia, non sta a noi giudicare un mamma che si dimentica del figlio, noi siamo chiamati ad amare queste creature almeno per un motivo: sono senza la mamma e ognuno dovrebbe averne una che voglia loro bene, li accudisca, li perdoni, li protegga, li ami qualunque cosa facciano, li corregga ma sempre con estrema dolcezza senza urlare, senza alzare le mani, senza prenderli in giro.
    Facendo mie le sacre scritture dico ai miei ragazzi "Anche se una madre potesse dimenticarsi di suo figlio io non mi dimenticherò di te. Io ti tengo scolpito sul palmo della mia mano" e nel corso degli anni ogni bimbo ha trovato posto nelle mie preghiere, ed anche se la memoria mi verrà meno e dimenticherò qualche nome dei seicento ragazzi che ho abbracciato, saranno sempre e comunque con me nell'archivio del mio cuore, anche quelli che più ci hanno fatto tribolare, quelli che sono andati via sbattendo la porta, quelli che ci hanno urlato contro ogni improperio, quelli che sono finiti su una brutta strada. Ognuno di loro lo sento come mio figlio, ognuno di loro lo amo con tutta l'anima, ognuno di loro ha il suo nome scritto sul palmo della mia mano, nonostante i miei errori e le mie tante imperfezioni di uomo.

  22.  

    Addì 5 giugno 2014

    In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi al cielo, così pregò:
    «Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
    E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola.
    Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me.
    Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo.
    Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; questi sanno che tu mi hai mandato.
    E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l'amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro»

    Giovanni 17,20-26

  23.  

    Io in loro e tu in me

    Avete mai preso un coltello e vi siete pugnalati?

    Conosco pochissime persone capaci di ferirsi da soli con un coltello, e sono tutti malati gravi.
    Eppure ci sono tante persone che si divertono a farsi del male da sole.
    Conosco tanti ragazzi e ragazze che trovato un lavoro, fortuna loro, iniziano a fare i lavativi appena firmato il contratto finché non vengono licenziati
    Conosco ragazzi e ragazze che trovano una persona che li ama, ma vogliono sempre di più finché non la perdono
    Conosco ragazzi e ragazze che escono da situazioni brutte come la droga, l'abbandono, ma alla prima occasione ricominciano a drogarsi o si allontanano da chi li aveva accolti
    Conosco ragazzi e ragazze che hanno la possibilità e le capacità di studiare, ma lasciano la scuola perché non hanno voglia di impegnarsi
    Conosco ragazzi e ragazze ai quali viene fatta una confidenza che subito la vanno a spifferare ad altri, perdendo la fiducia conquistata in anni di convivenza
    Conosco ragazzi e ragazze che per la voglia di sballare il sabato sera si mettono alla guida ubriachi e rovinano la loro vita e quella di altri
    Non mi piace quando mi dicono "eh, sono ragazzi" perché sono comunque abbastanza grandi da poter distinguere tra il bene ed il male e scelgono il male. Il male verso sé stessi poiché saranno loro a perdere il lavoro, la persona amata, la salute, la casa, la possibilità di una vita migliore, un buon rapporto con gli altri, la vita.
    Andatelo a dire alla mamma di quella ragazzina di sedici anni anni stuprata dal branco
    Andatelo a dire alla mamma di quel ragazzino che in bicicletta è stato investito e ucciso da un diciottenne ubriaco
    Andatelo a dire al datore di lavoro che ha puntato su quel ragazzo ed ha perso un anno di lavoro, oppure ad un bravo ragazzo lavoratore che si è visto soffiare il posto da un lavativo
    Andatelo a dire a quei genitori che hanno creduto in quel ragazzo che alle spalle li giudica e li maledice
    E' vero, sono ragazzi, così come una piantina di un metro è solo un alberello, ma se a questo non mettiamo una canna per tenerla in piedi prima o poi si spacca, così se ai ragazzi non diamo regole con valori e principi ed evitiamo di brontolarli quando sbagliano dicendo "eh, sono solo ragazzi" non facciamo il loro bene e lasciamo che si feriscano da soli tagliandosi con un coltello.
    A volte le ferite possono essere superficiali e ne resterà solo il ricordo oppure una piccola cicatrice, ma altre volte potranno perdere una parte importante, un dito, un braccio, la vita stessa.
    Quando il treno passa e non lo si prende l'occasione è persa. Forse ne passerà un altro, o forse era l'ultimo della giornata e non è bello dover dormire alla stazione in attesa che arrivi, se arriva, domani per prendere un nuovo treno.

  24.  

    Addì 6 giugno 2014

    In quel tempo, quando si fu manifestato ai discepoli ed essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».
    Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle».
    Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle.
    In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi».
    Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: «Seguimi»

    Giovanni 21,15-19

  25.  

    Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?

    Mi vuoi bene tu?

    Nella vita ci sono persone sicure di sé, sicure dei sentimenti altrui, mentre altre sono più deboli, alla continua ricerca di conferme, che si abbattono se dopo mille complimenti e attenzioni ricevuti dalla persona che amano vedono un ciglio che si leva storto e nella loro mente si aprono i più foschi pensieri, non capiscono cosa sia successo e si chiudono a riccio. Per forza non lo capiscono, non è successo nulla. E allora perché creare un maremoto in un bicchier d'acqua? Osservando i miei ragazzi in questi anni, bambini spesso sentimentalmente deboli per le carenze affettive subite, ho capito che hanno bisogno di continue verifiche e spesso ti mettono alla prova con i loro comportamenti proprio per vedere se ti allontani da loro o se resti ad amarli. Io resto e loro si meravigliano.
    L'amore è fatto di giornate e ogni giorno non è uguale all'altro, un giorno piove, un altro tira vento, quello dopo c'è il sole oppure nevica, ma ciò che non cambia è la presenza del sole, magari tappato dalle nuvole tale che non possiamo vederlo, ma è sempre presente, sempre lì a dare vita alla nostra vita, luce ai nostri occhi, sapore alla nostra sete di amore. Ai bambini, ai deboli dico di non spaventarsi per un giorno di pioggia, si prende l'ombrello e si cammina lo stesso, anzi sarà più bello avere il sole il giorno dopo.

  26.  

    Addì 7 giugno 2014

    In quel tempo, Pietro allora, voltatosi, vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, quello che nella cena si era trovato al suo fianco e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?».
    Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: «Signore, e lui?».
    Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te? Tu seguimi».
    Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che rimanga finché io venga, che importa a te?».
    Questo è il discepolo che rende testimonianza su questi fatti e li ha scritti; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera.
    Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere

    Giovanni 21,20-25

  27.  

    Pietro allora, voltatosi, vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava

    Gelosia, rovi che partono dal cuore

    Che bello camminare per le strade del mondo con la persona che amiamo e ci ricambia, ma spesso questo bellissimo percorso è contrastato da rovi che non nascono dai bordi del bosco, ma partono da dentro e si attorcigliano attorno al nostro cuore impedendoci di amare fino in fondo. Si chiamano "gelosia".
    Gelosia è quando si vede un'ombra che ci pedina, insinua il nostro amore, a prescindere dalla presenza o meno di una qualche persona.
    Ricordo quando ero adolescente di esser stato innamorato, o pensavo di esserlo, di una ragazza, ma questa non si era accorta di me, o meglio mi trattava da amico, ma niente più. Cominciai così a chiedere consiglio alla sua migliore amica e nacque una bellissima complicità, grazie alla quale coronai il mio sogno di mettermi insieme alla ragazza tanto desiderata. Inutile dire che l'amicizia con l'altra continuò, fin tanto che la prima divenne gelosa al punto da essere paranoica e vedere cose che non esistevano.
    Talvolta siamo buffi, abbiamo un grande amore vicino, ma siamo frastornati perché il nostro amore, seppur con spirito diverso, vuole bene anche a qualcun'altro, vogliamo averne l'esclusività, tanto che a volte capita addirittura di essere gelosi del legame che il nostro compagno/a prova per i genitori, i figli, i fratelli.
    Nel Vangelo si racconta che Pietro camminava accanto a Gesù, ma si voltava continuamente indietro a guardare un altro discepolo che Gesù amava, e ne era geloso, tanto che Gesù gli disse "Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te?" ed aggiunse "Tu seguimi".
    Ecco, se togliessimo dal nostro cuore i rovi che lasciamo crescere, se capissimo che l'amore non è un qualcosa di unico, ma ha tante sfaccettature ed il bene che vogliamo ad una persona non viene meno se amiamo altre mille amici, qualunque sia il rapporto che abbiamo con loro.
    Ancora pescando nei ricordi della mia adolescenza quanti amici ho perso quando si mettevano con una ragazza, quasi sempre per la gelosia di lei ed il volerlo sempre con sé, non lasciare che ci frequentassimo se non fosse stata presente anche lei. All'inizio i ragazzi accettavano per non perderla, poi o si lasciavano o la tradivano perché non si possono mettere le briglie ad una persona ed impedirgli di muoversi. Se alla base di un rapporto c'è la fiducia, qualunque cosa accada dovrebbe essere letta in quell'ottica, nel senso che un abbraccio tra un ragazzo ed una ragazza si può vedere in tanti modi: se c'è fiducia è un abbraccio tra amici, se la fiducia manca è un abbraccio tra amanti.
    Brutta cosa la gelosia, la cui sorella inseparabile è spesso l'invidia, che ci rende paranoici, e ci fa vedere il marcio anche quando non c'è e magari buttiamo via la mela ancora buona perché nella nostra testa si è formata l'idea che quel frutto, quell'amore, sia ormai irrimediabilmente bacato.
    Date fiducia al vostro compagno/a, non è mettendogli le redini o facendo scenate di gelosia, mettendo musi o provocando gli immaginari rivali che lo/la terrete legata al vostro cuore, ma solo dandogli/le fiducia potrete camminare insieme per le vie del mondo per sempre.

  28.  

    Addì 8 giugno 2014

    La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!».
    Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
    Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi».
    Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo;
    a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi»

    Giovanni 20,19-23

  29.  

    Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi

    Cosa ci fareste con un milione vinto alla lotteria?

    Quanti ragazzi sono passati da casa nostra. Non ho mai nessuna aspettativa, ma prendo da loro ciò che mi danno. Li incentivo a fare sempre meglio, ma non per una realizzazione mia personale, bensì perché possano gratificarsi e migliorare le loro vite. Ho una speranza nel cuore, quella di vedere almeno uno di loro che con passione voglia seguire la strada che abbiamo segnato, la via per aiutare tanti bambini in difficoltà. Dispiace vedere nei ragazzi di oggi tanto egoismo, la ricerca di qualcosa non per migliorare le loro vite o quelle di altri, bensì per stare sempre meglio. Se provate a chiedere ad un ragazzo "se vincessi un milione di euro, cosa ci faresti?" e le risposte sarebbero variegate, ma tutte del tipo "comprerei questo e questo", andrei a fare questi viaggi", "vivrei di rendita", qualcuno direbbe "comprerei la casa ai miei genitori" tanto sa che poi gli ritornerebbe in eredità. Ma quanti direbbero "userei quei soldi per fare del bene"? che è cosa diversa da "li darei in beneficenza" perché un conto è rimboccarsi le maniche e fare in prima persona, ed un altro è dare qualche spicciolo per sgravarsi la coscienza.
    Nel giorno della Pentecoste, il giorno in cui si ricorda la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli ed il Signore che dice "Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi" mi si riaccende la speranza di vedere un giorno uno dei miei ragazzi prendere il posto mio o quello di Roberta e portare avanti l'Associazione. Quale padre non vorrebbe vedere il proprio figlio condividere le sue scelte di vita? Io non sono da meno, forse proprio perché mi sento un vero papà di ognuno di loro.

  30.  

    Addì 9 giugno 2014

    In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli.
    Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:
    «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
    Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
    Beati i miti, perché erediteranno la terra.
    Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
    Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
    Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
    Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
    Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
    Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
    Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi»

    Matteo 5,1-12

  31.  

    Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi

    Hai un nemico? Beato te

    Quello che in molti non capiscono è come si faccia ad andare aventi quando in tanti ti sputano in faccia, quando in tanti vorrebbero che tu scomparissi dalla faccia della terra. In ventisette anni ho ricevuto insulti da varie parti, alcuni che mi volevano picchiare perché ci occupavamo di bambini di famiglie disagiate vedendolo come un rapimento, altri che ci odiano per il fatto che la maggior parte dei nostri ragazzi sono extracomunitari, assistenti sociali che ci detestano per avere un'idea diversa dalla loro sull'aiuto dei bimbi, politici che ci snobbano perché non siamo loro utili o addirittura nocivi perché l'affido ha un costo che non vogliono pagare. Quante volte gli amici che mi hanno visto rattristato mi hanno detto "molla tutto", altri mi hanno suggerito di andare via da Livorno, in tanti mi hanno chiesto "ma chi te lo fa fare?".
    Eppure è così facile capire perché non mollo, perché non vado altrove, perché non smetto di occuparmi di bambini che il Signore ha messo sulla mia strada. E' la Fede in Dio, quella Fede che in molti vedono come una cosa da bigotti, quella Fede che per molti non ha un legame con la realtà, quella Fede che in molti vedono legata agli aspetti umani negativi come la pedofilia da parte di alcuni sacerdoti. Ma la Fede è altra cosa. La Fede è credere in ciò che Gesù, attraverso il Vangelo, ci insegna, ci comunica, ci promette.
    Quando dice "Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
    Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
    Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi

    Il Comune di Livorno ha perpetrato abusi e soprusi contro di noi e contro i bambini per ventisette anni. Oggi, dopo settanta anni di guida monocolore dove i politici facevano il bello e cattivo tempo e mandavano avanti solo coloro che erano legati alle loro idee, qualcosa è cambiato. Forse sono cambiate solo le persone, forse dovremo ancora lottare per vedere riconosciuti i diritti nostri e dei bambini, e lotteremo, ma una cosa è certa, non molleremo mai e saremo SEMPRE dalla parte dei bimbi ed il motivo è chiaro, perché abbiamo Fede, perché sappiamo che prima o poi il Signore fermerà i nostri nemici, i nemici dei bambini

  32.  

    Addì 10 giugno 2014

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: " Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini.
    Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte,
    né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa.
    Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli"

    Matteo 5,13-16

  33.  

    Voi siete la luce del mondo

    Non abbiate paura di dire la vostra

    Quante volte abbiamo un'idea, un pensiero, una rimostranza da fare, un principio, ma restiamo in silenzio per paura di ritorsioni, malumori, liti. Che brutta cosa. Si deve avere il coraggio, sempre e comunque, magari usando modi garbati e diplomatici se possibile, di esporre la nostra idea, anche se in contrasto con le opinioni di qualcuno, anche se potrebbe portarci ad essere censurati, messi da parte. Ma a cosa serve avere un valore dentro se poi lo si tiene chiuso nel cuore e magari qualche volta lo contravveniamo per non indispettire qualcuno?

    Un attivista 5 stelle così scrive "il fatto che la vs ass.ne sia attiva da molti anni non implica automaticamente che tutti vi debbano conoscere in maniera diretta,e la matrice cattolica in questa città di per sè può alimentare dubbi e perplessità"

    Un altro, sempre grillino, scrive "Il movimento 5 stelle è contro gli affidi e fanno bene. Meglio essere comico e portare gioia piuttosto che gioire sulla pelle dei bambini e ritrovarsi con 2 miliardi di euro all'anno in meno nelle tasche degli italiani" e dopo poco replica dicendo "Spero che dopo il servizio delle iene adesso comincino a chiudere tutte queste associazioni" riferendosi a noi

    Pensate che mi tapperanno la bocca? Pensate che smetterò di dire la mia? Di portare avanti la mia Fede e la mia battaglia per tutelare i bambini attraverso l'affido? Illusi.
    Una luce deve essere messa in vista. Non abbiate paura a dire la vostra, né ora, né mai

  34.  

    Addì 11 giugno 2014

    E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino.
    Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.
    Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture,
    né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l'operaio ha diritto al suo nutrimento.
    In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza.
    Entrando nella casa, rivolgetele il saluto.
    Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi.

    Matteo 10,7-13

  35.  

    Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date

    Zio Paperone perde la testa quando sente parlare di gratuità

    Quando fate un dono ad una persona per il compleanno o per Natale gli chiedete di pagarvelo presentando lo scontrino? Che cosa ridicola anche il solo pensarlo. Eppure ci sono molte persone pronte a donare solo se possono ricevere qualcosa in cambio. Le cronache dei giornali sono piene di storie di politici pronti a favorire un progetto, una cooperativa, un'impresa solo in cambio di una regalia, una tangente, una parte di ciò che elargiscono. Non solo i politici si comportano così, ma tantissime persone chiedono denaro o posti al sole in cambio di favori, di doni, di aiuti.
    Vi confesso che anche io sono ripagato, ma il mio salario non è costituito dal denaro bensì dalla gioia elargitami a piene mani da parte dei miei ragazzi, di ieri e di oggi. Vi devo confessare che senza questo ritorno non sarei capace di andare avanti. Mi è stato proposto di fare il giudice onorario in altra regione, mi è stato consigliato di buttarmi in politica e andare in Parlamento, ma ho sempre rifiutato perché non avrei potuto vivere con i miei bimbi, vederli tutti i giorni, soffrire e gioire con loro nella quotidianità e avrei perso tutta la forza che in molti mi riconoscono. E' un mio limite, ma è solo donando gratuitamente che gratuitamente possiamo ricevere. Coloro che hanno un tornaconto personale legato ad aspetti materiali come il denaro o la poltrona, prima o poi fanno una brutta fine perché niente potrà mai darti più felicità del sorriso di un bambino, dell'abbraccio sincero di un amico, del bacio di una persona che ami. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.

  36.  

    Addì 12 giugno 2014

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: « Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
    Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio.
    Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna.
    Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te,
    lascia lì il tuo dono davanti all'altare e và prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono.
    Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione.
    In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all'ultimo spicciolo! »

    Matteo 5,20-26

  37.  

    Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli

    Dobbiamo essere onesti?

    Siamo tutti bravi e pronti a puntare il dito sulle malefatte degli altri, io per primo, ma non guardiamo alle nostre.
    Ci sono delle persone che più di altre dovrebbero avere un comportamento esemplare, onesto, pulito, collaborante perché chiamate a fermare il crimine, a sanzionare chi sbaglia, in qualche modo a educare al vivere civile.
    Se delinquere è di per sé stesso un atto ignobile, se a perpetrarlo sono le forze dell'ordine l'atto è ancora più ignobile perché un loro coinvolgimento in qualche azione criminale fa perdere fiducia nelle istituzioni, porta i giovani a formarsi pensando che il mondo è dei furbi.
    Tempo fa mi venne presentato un alto ufficiale e nonostante chi ci avesse presentato con grande gioia e stima fosse un suo pari grado, mostrò grande disinteresse verso il nostro operato e dopo pochi minuti con una scusa lasciò la conversazione. Niente di male ovviamente, ma quando dopo un certo periodo lessi che era stato arrestato ho provato un senso di grandissima pena per lui perché aveva abusato del suo ruolo. Logicamente la prima impressione non fu ottima, ma al momento dell'arresto mi sono domandato se una persona diventa scontrosa davanti all'onestà perché ha qualcosa da nascondere o semplicemente perché è una questione di carattere. Forse non c'è una risposta, ma devo dire che nel lungo cammino con l'Associazione "Amici della Zizzi" ho visto persone di ogni ordine e grado, qualcuno gentile, altri scorbutici ed evasivi. Mi viene da pensare se la mancanza di dialogo nasconda qualcosa, altri interessi che si vuole celare e che verrebbero fuori in un confronto.
    Non posso dire che chiunque non voglia dialogare sia disonesto, ma pensateci se qualche volta vi siete trovati in torto e la persona contro la quale avete sbagliato cerca un contatto, non è forse vero che fate di tutto per evitarlo se ancora non siete pronti a riconoscere il vostro errore?
    Con i miei ragazzi mi capita spesso, mettono il muso e se chiedi loro cosa abbiano rispondono con un laconico "niente", distolgono lo sguardo e magari sbuffano per allontanarti ed evitare il confronto perché sanno di essere in torto.

  38.  

    Addì 13 giugno 2014

    Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha gia commesso adulterio con lei nel suo cuore.
    Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna.
    E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna.
    Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto di ripudio; ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio

    Matteo 5,27-32

  39.  

    Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te

    Le mele marce in un paniere

    Per mandare avanti un'Associazione, un'ente, un comune, uno stato occorre che tutte le persone abbiano uno scopo comune da perseguire e si impegnino per arrivarci. Capita talvolta che una mela di quel paniere marcisca e questo porta discredito a tutto il contesto in cui è inserita. Così se vediamo un politico corrotto tendiamo a dire che lo sono tutti, un finanziere che prende tangenti ci fa immaginare la guardia di finanza composta da farabutti, un prete che violenta un bambino ci fa inveire contro la Chiesa, un assessore non disponibile al dialogo presuppone nella nostra mente un comune chiuso in sé stesso. Ma non è così. Se voi aveste una gamba in cancrena, non più curabile, la cosa da fare per non far perire l'intero corpo è quella di tagliarla e gettarla via affinché tutto il corpo possa continuare a vivere. Dobbiamo si fare pulizia negli enti, nei comuni, nel parlamento, nella Chiesa, ma attenzione a non dare la caccia alle streghe. Non facciamo di tutta un'erba un fascio, cerchiamo di prendere il buono da ogni istituzione e se magari troviamo la mela marcia non alziamo barricate contro qualcosa che funziona, ma denunciamo il misfatto, denunciamo la persona chiedendo che non ricopra più quell'incarico. Guardiamo pure agli altri, esercitiamo il nostro diritto di critica, ma se siamo onesti esercitiamolo prima di tutto su di noi guardandosi allo specchio. Quante volte mi è capitato di vedere negli altri mille difetti, per poi scoprire di averne più di loro e spesso peggiori. Non pensiamo di essere migliori di altri perché ognuno di noi ha il suo bel fardello di peccati, la cosa importante è però quella di riuscire a vederli, di ascoltare chi ci insegna, cercare di cambiare e migliorare.

  40.  

    Addì 14 giugno 2014

    Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re.
    Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello.
    Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno

    Matteo 5,33-37

  41.  

    Non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello

    Siamo tante piccole meduse

    Mi fanno ridere i politici, i grandi industriali, gli alti dirigenti pubblici, gli ufficiali quando si danno delle arie con arroganza, guardandoti dall'alto in basso. I problemi arrivano per ciascuno, le malattie ci colpiscono tutti, la morte è certa per ognuno di noi ed allora siamo così stolti da non accorgerci che non abbiamo alcun potere? Non ci rendiamo spesso conto che ciò che abbiamo, ciò che siamo è solo un insieme di combinazioni della vita? E' vero, dinanzi ai vari bivi nella nostra esistenza possiamo aver compiuto una scelta piuttosto che un'altra, decisione risultata poi vincente, ma quella capacità di discernimento da dove arriva? Da un insieme di situazioni, dalla famiglia, dall'educazione ricevuta, dal paese dove siamo nati, dalle condizioni economiche. In molti mi dicono "bravo" per ciò che faccio, ma se ho intrapreso una certa strada non è merito mio, ma dei miei genitori che mi hanno dato una certa educazione, donato determinati valori. E che dire del fatto che sono nato in una famiglia dove non è mai mancato il pane, anzi dove c'è sempre stata abbondanza? Farei quel che sto facendo se fossi nato povero, oppure in un paese del terzo mondo, magari in una famiglia in cui i miei genitori si picchiavano o non mi accudivano? Si fa presto a dire lui è un disgraziato oppure lui è bravo, ma non dipende da noi. Le nostre scelte le ho sempre paragonate alle meduse che sono composte al novantotto per cento di acqua. Ecco, noi siamo tante piccole meduse nell'Oceano sconfinato della vita dove possiamo decidere per noi, quando va bene, del due per cento della nostra esistenza.

  42.  

    Addì 15 giugno 2014

    In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo: «Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.
    Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui.
    Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è gia stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio»

    Giovanni 3,16-18

  43.  

    Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui

    Occhio per occhio

    Ai miei ragazzi insegno a giudicare il peccato, ma non il peccatore. Non siamo chiamati a giudicare le persone, ma semmai gli atti che compiono. Se una persona uccide certamente fa un atto da biasimare, ma la persona in quanto tale la si deve salvare, aiutare a capire il proprio errore, indicargli la giusta strada. I motivi sono tanti. Primo fra tutti è che colui che sbaglia e poi capisce il suo errore sarà un grande esempio per altri; secondo perché è uomo come noi e così come noi vorremmo essere perdonati ed aiutati quando facciamo qualcosa di sbagliato, allo stesso dobbiamo essere noi in grado per primi di perdonare; terzo perché quella persona ha una famiglia, siano essi genitori, compagni o figli i quali possono trarre giovamento e buoni insegnamenti, specie nel caso dei figli, da una redenzione di questo loro congiunto; quarto renderemo il mondo migliore salvando una persona che un domani possa fare del bene, piuttosto che condannarla imprigionandola o eliminandola. L'amore, così come il perdono è una sua forma, richiama amore, mentre l'odio, la vendetta, la condanna producono soltanto altro odio e rancori senza fine.

  44.  

    Addì 16 giugno 2014
    
    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: « Avete inteso che fu detto: "Occhio per occhio e dente per dente";
    ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra;
    e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.
    E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due.
    Dà a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle»

    Matteo 5,38-42

  45.  

    Dà a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle

    Un porto di mare

    Da diversi anni i fine settimana e l'estate ad Orentano si trasformano in un continuo e crescente via vai di persone. Arrivano in molti da noi per chiedere una aiuto per il figlio, un consiglio sull'affido in corso, la pianificazione di un progetto, la strada da seguire per accogliere un bambino. Ci sono giornate, come questa prima domenica di giugno dalla fine delle scuole, in cui non hai un attimo di tregua, uno che arriva, un altro che telefona la sua venuta, un altro ancora che parte. Si parla da un discorso ad un altro, da una problematica a quella seguente e le giornate sembrano interminabili. La stanchezza prende il sopravvento e desideri solo andare a letto e chiudere gli occhi, ma che bello aprire il Vangelo per trovare la frase da donare ai miei ragazzi e leggere "Dà a chi ti domanda".
    Il Signore ci parla in mille modi, possiamo credere o meno in Dio, ma nel Vangelo troviamo comunque le risposte ai nostri dubbi, il ristoro per le nostre fatiche, la consolazione per i nostri problemi.

  46.  

    Addì 17 giugno 2014

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti.
    Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani?
    E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
    Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste»

    Matteo 5,43-48

  47.  

    Fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni

    Andare contro natura

    Un padre modello che con estrema lucidità accoltella la moglie dopo aver fatto l'amore con lei e mentre lei barcollando le chiede "perché mi fai questo?" lui le risponde dandole un pugno e finendola con il coltello, poi va nelle camere dei bambini e li sgozza. Fa la doccia, si veste, va al pub con un amico a vedere la partita dell'Italia e torna a casa inscenando il ritrovamento dei corpi lasciando ipotizzare una rapina finita male. Dopo crolla e confessa chiedendo il massimo della pena.
    Perché accadono queste cose?
    Non ho la risposta, credo non l'abbia nessuno, Il cervello umano è un mistero e va in tilt per un niente, un attimo e la vita di una famiglia è cancellata per sempre.
    Riuscirà la nostra società a perdonarlo? Riusciremo noi a recuperarlo? Non lo so, ma credo si debba tentare. Già tre vite sono state spezzate, già quest'uomo ha sbagliato, non eliminiamo anche lui, non rinunciamo all'idea che possa aver avuto un attimo di buio nel cervello, come una sorta di malattia. Non si può punire qualcuno perché è malato e nella sua infermità compia un atto negativo verso qualcuno. Nei prossimi giorni fior di psicologi si interrogheranno in lunghissimi dibattiti pubblici in televisione e alla radio, ognuno si farà la propria idea, qualcuno invocherà l'infermità, altri la forca, ma qualunque sia il verdetto dobbiamo far di tutto per non perdere un'altra vita, già troppe esistenze si spezzano con estrema facilità. Se pericoloso per gli altri è giusto tenerlo lontano dalla gente, non è il posto dove si vive che fa la differenza, ma l'amore che si riceve. Prigione, ospedale psichiatrico, libertà, non mi compete e sinceramente non è importante, sarebbe bello ascoltare il suo sfogo, dialogare con lui, cercare di capire le sue ragioni, raccogliere la sua pena, consolarlo per la sua disperazione.
    Non siamo dinanzi ad un assassino seriale che uccide per denaro o divertimento, siamo davanti ad un padre di famiglia disperato che ha compiuto un atto d'impulso senza forse nemmeno accorgersi cosa stesse facendo.
    Il sole sorge sui buoni e sui malvagi ed il nostro amore deve avvolgere chiunque.

  48.  

    Addì 18 giugno 2014

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli.
    Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno gia ricevuto la loro ricompensa.
    Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra,
    perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
    Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno gia ricevuto la loro ricompensa.
    Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
    E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno gia ricevuto la loro ricompensa.
    Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto,
    perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà»

    Matteo 6,1-6.16-18

  49.  

    Non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe

    Amici veri

    Mi sembra di essere sempre a teatro, costantemente a dover guardare uno spettacolo e a domandarsi come possa essere la vita reale di tutte quelle persone che mi passano davanti, proprio come quando si va a vedere uno spettacolo e cerchiamo di immaginarci come sia nella vita reale l'attore che impersonifica Cyrano de Bergerac, Il Capitano Uncino, Cleopatra, solo che per la strada vedi la ragazzina che si atteggia a donna vissuta, l'anziano con il cappellino e la maglietta tipo Fonzie di Happy Days, il bambino travestito da rapper. Abiti, atteggiamenti, modi di fare o di dire che celano la vera natura di molte persone. Quanta ipocrisia per farsi accettare.
    Qualche giorno fa una mamma mi diceva che suo figlio stava in un gruppo di ragazzi dove coloro che studiavano erano visti come i "secchioni", alla fine lui si è adeguato ed è riuscito a farsi bocciare alle medie, mentre i suoi amici sono stati tutti promossi. Per la strada, con gli altri in molti si comportano diversamente da come poi sono dentro casa e dicono cose che non pensano o fanno cose che non vorrebbero fare solo per essere accettati dal gruppo.
    Ho la fortuna di aver avuto sempre un carattere ribelle e di evitare, quasi per partito preso, di andare dietro la massa. Così quando i miei amici andavano a comprare il maglione di concorrenza che costava diecimila lire e si compravano il logo della grande marca da apporre sopra al maglione, io andavo a giro senza il marchio; tutti provavano a fumare per darsi una posa, per fare i fighi con le ragazze, io non ho mai provato una sigaretta. In compenso ho fatto altre stupidaggini perché nell'adolescenza le cretinate le fanno tutti, ed io non ero esente, ma quello che ho sempre cercato di tenere lontano da me è l'ipocrisia. Se devo dire una cosa la dico, prima in maniera diretta, adesso cercando di usare un po' più di tatto e diplomazia per cercare di non ferire (troppo) il mio interlocutore.
    Quando incontro qualcuno, quando viene da noi un ragazzo nuovo o un volontario do loro subito fiducia e spero sempre che bianco sia bianco e rosso sia rosso, ma quasi mai è così. Mille maschere a seconda delle circostanze, alcune anche buffe e tenere facili da scoprire attraverso altri atteggiamenti che parlano di te, come la postura, un certo modo di comportarsi quando (pensano) nessuno li guardi.
    Perché essere ipocriti? Cosa ci si guadagna? Io non ho un carattere facile, mi inalbero davanti alle questioni di principio, attacco a testa bassa quando vedo qualcosa che non va, ma chi ha a che fare con me sa benissimo che è possibile litigare e l'istante dopo andare a prendere un tè insieme (non bevo caffè, tanto per essere controcorrente).
    A lungo andare, credetemi, essere schietti e sinceri paga, non avrai mille amici, ma quei pochi che avrai saranno amici veri

  50.  

    Addì 19 giugno 2014

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole.
    Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate.
    Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.
    Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.
    Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe»

    Matteo 6,7-15