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  1.  

    Da oggi sono in vigore le nuove linee guida stabilite dal Governo
    Tale documento è stato predisposto dalla cabina di regia del progetto "un percorso nell'affido" presieduta dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali e composta dai rappresentanti della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le politiche della famiglia, dal Coordinamento nazionale dei servizi affido (CNSA), dalla conferenza delle regioni e delle provincie autonome, dall'UPI, dall'ANCI e dal centro nazionale di documentazione analisi dell'infanzia e dell'adolescenza.

  2.  

    Secondo me ha poco valore in quanto altro non sono che raccomandazioni in linea di principio da inviare alle regioni per validarle, quindi le regioni tireranno l'acqua al loro mulino e poco o nulla cambierà.
    Meglio di niente senz'altro, ma è come passare una mano umida sulle labbra di uno che sta morendo di sete.

    Vi propongo alcuni punti a grandi linee per una riflessione:

    1) Si sollecita una maggiore influenza da parte delle associazioni e dei gruppi in rete che possano stipulare protocolli e accordi tra vari soggetti interessati
    Le Associazioni sono chiamate a partecipare a progetti verso l'affido con
    - promozione
    - formazione
    - accompagnamento famiglie affidatarie

    2) Maggior coinvolgimento della famiglia naturale anche in preparazione all'affido

    3) Famiglia affidataria come partner dei servizi e non come recipiente
    e quindi fare insieme:
    - definizione progetto
    - informazioni sul bambino e decisione se accettarlo o meno
    - mantenimento rapporto bambino dopo affido, se non ci sono controindicazioni
    - incontri periodici tra affidatari, servizi sociali e tribunali
    - contributi economici specificando che devono essere riconosciuti a tutti gli affidatari anche se parenti
    - formazione
    - sostegno specialistico se necessario
    - figli naturali supportati

    4) Ruolo delle Regioni
    - compartecipazione alle spese
    - definizione di spesa da erogare ad affidatari
    - parametri per aumento della spesa
    - parametri per presa in carico
    - ulteriori sostegni (ticket, priorità servizi pubblici, esenzione o minimo per servizi, dentista)
    - compartecipazione alla spesa da parte famiglie naturali

    6) Comuni
    - delibera per indicare figure prof.li che devono operare per l'affido con monte ore dedicato e regolamentazione procedure con indicazioni organizzative
    - supporto alla famiglia affidataria
    - attestazione di affidamento
    - titolarità comune residenza
    - rimuovere ostacoli economici
    - informativa sulle facilitazioni o esenzioni
    - formazione operatori
    - centri affido con funzioni specifiche e monte ore legato alla popolazione

    7) Scuola
    - percorsi protezione e tutela bambini affidati e adottati
    - collaborazione scuola/servizi
    - seminari di formazione specifica su affidamento
    - percorsi scolastici personalizzati
    - materiale didattico da distribuire nelle scuole sull'affidamento

    8) Condizioni per l'affidamento
    - ascolto del bambino
    - affidamento in varie forme che cambiano a seconda delle esigenze
    - affidamento diurno: progetto che indichi in maniera chiara orari
    - vicinato solidale
    - affidamento familiare a tempo parziale
    - bambini piccoli acquisire competenze per osservazione e documentazione da fornire ad autorità giudiziarie
    - sostegni specifici e aumento retta
    - formazioni persone per affido temporaneo, non più di tre mesi e immediata
    - accoglienza di adolescenti in modelli di famiglie allargate o reti di famiglie
    - affido fino ai 21 anni, previsto contributo per progetti particolari (affitto casa per autonomia)
    - affido di disabili
    - affido minori stranieri non accompagnati

    9) Informazione
    - Informazione specifica a seconda a chi è diretta
    - Comuni con associazioni e reti famiglie per formazione affidatari

    10) Percorso di Affido
    - percorso conoscenza degli affidatari con restituzione finale
    - progetto quadro con un responsabile individuato del progetto
    - da condividere con tutti, anche con famiglia naturale e se possibile con il bambino
    - ogni sei mesi incontri con famiglia naturale per parlare del progetto quadro
    - presa in carico del bambino da parte di assistente sociale, educatore, psicologo
    - Progetto affidamento come parte integrante e distinta del Progetto quadro
    - percorso di conoscenza prima dell'affido
    - incontri con famiglia naturale prima di affidamento
    - operatori come punti di riferimento
    - incontri non meno di sei l'anno con operatori
    - supporto a tutto tondo
    - rientro in famiglia in modo graduale e affidatari seguiti anche dopo fine affido
    - condivisione rientro con famiglia affidataria e bambino
    - sostegno per almeno sei mesi dopo rientro di famiglia naturale
    - sostegno di famiglia affidataria
    - visite e contatti telefonici anche dopo fine affido

  3.  

    Alcune considerazioni

    Punto 3) sostegno specialistico se necessario. Chi decide se necessario? E' sempre necessario un supporto psicologico del bambino che viene tolto dalla sua famiglia e dato ad altra famiglia.

    Punto 10) non si dice per quanto tempo venga dato un supporto agli affidatari ne di quale entità
    Punto 10) visite e contatti telefonici anche dopo fine affido, sarebbe ottima cosa, ma e non è chiaro in che misura ed in che modo questi contatti debbano esserci

    Molte di queste cose, prese in carico, retta maggiorata, esenzione ticket ed altro, numero adeguato assistenti sociali richiedono maggior personale e soldi che comuni e regioni, per l'affidamento, non intendono spendere

    •  
      CommentAuthorsoleluna*
    • CommentTime22 Nov 2012
     

    Punto 10) “supporto a tutto tondo” dovrebbe già di per se racchiudere tutto quanto detto prima e dopo...mah....sono anch’io perplessa. Per dare supporto ci vogliono denaro e risorse umane da investire e se questi non ci sono possono emanare tutte le linee guida che vogliono ma alla fine dei conti, che la giri da destra a sinistra o da sinistra a destra la minestra non cambia.

    E poi mi chiedo come possa funzionare una Linea guida in un paese dove, quasi quasi, non funzionano nemmeno le leggi!

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime23 Nov 2012
     

    In sostanza, seppur incomplete e sicuramente migliorabili, sono linee guida fin troppo ambiziose!
    Quello che mi preoccupa maggiormente è il primo punto. Può sembrare un paradosso ma i miei dubbi si basano su fatti concreti. Nella sua genericità, non fissando regole precise e confini che comunque esistono e andrebbero tutelati con estrema attenzione, apre la strada ad organizzazioni a mio giudizio discutibili sia per aspetti speculativi, sia per aspetti di arrogante dominio territoriale (Per intenderci: io sono più grande di te quindi comando di più...).
    Ci sono organizzazioni (onlus???) che in apparenza svolgono attività coerenti al tema ma, con azioni meno visibili, attraverso partenariati o altre astute forme di collaborazione, nella realtà dei fatti, spaziano come campo d'azione su aspetti che invece andrebbero tenuti ben distinti e separati sia logisticamente che culturalmente. La cultura dell'affido familiare e quella dell'accoglienza in comunità (con tutte le altre forme di accoglienza a loro assimilabili), pur essendo entrambe valide, necessarie e meritevoli di rispetto, non sono assolutamente la stessa cosa e sfido chiunque a dimostrami che sono assimilabili.
    Porto un esempio concreto:
    In un tavolo di un'organismo pubblico in cui si progettano percorsi di formazione per famiglie affidatarie e nel quale opero gratuitamente come rappresentante legale di una piccolissima onlus che si occupa esclusivamente di affido familiare, è presente anche la responsabile di una comunità di accoglienza. Quest'ultima, nello svolgimento dei lavori del tavolo, ha introdotto le sue ragioni esplicitando ai presenti la sua principale preoccupazione e cioè, a suo giudizio, stimolando "troppo" la cultura dell'affido familiare, si corre il rischio che nella sua comunità non arrivino un numero sufficiente di ospiti tale da garantirle la sopravvivenza della struttura stessa (è una comunità che percepisce 95€ al giorno per ogni minore accolto).
    Hanno presentato una proposta a mio giudizio assolutamente incompatibile con il progetto (affido familiare) che è stata accolta senza alcuna obiezione all'infuori della mia e cioè, al termine del percorso di formazione delle nuove "famiglie affidatarie", le stesse saranno condotte all'interno di quella comunità, per seguire un ciclo di seminari dei quali però non sono stati resi noti i contenuti. Considerando che la comunità, oltre alle salate rette che percepisce è alla ricerca di persone del mondo del volontariato, ditemi voi come sia possibile credere alla buona fede di questa organizzazione.
    Vi sembrerò troppo radicale ma a quel tavolo, a mio giudizio, la responsabile della comunità non dico che non doveva sedere ma di certo, non avrebbe dovuto condizionare i lavori con il problema sopra esposto.
    Se si fosse trattato di un tavolo per affrontare i problemi delle comunità, pensate che sarebbe successo qualcosa di analogo da parte di chi si occupa di affido familiare? Chissà, forse si... di certo non dalla mia associazione...
    Per queste ragioni, credo che il primo punto sia paradossalmente quello più pericoloso di tutti poichè, non ponendo regole e confini, legittima la presenza di tutti, anche di chi non ne avrebbe titolo.
    Ciao, Sandro.

  4.  

    In generale le linee guida propongono, ma poi sono le regioni a doverle recepire e legiferare (chissà quando). Tutto può essere stravolto e peggiorato o migliorato. Sarà compito delle regioni, anche con pressioni che vengano dal basso, legiferare sulla tipologia e sulle caratteristiche di associazioni che possano supportare l'affido. la tua Sandro e la mia lo fanno ed entrambe in buonissima fede. Fra le proposte da me avanzate suo tempo c'era la possibilità di aiuto alle famiglie affidatarie da parte di associazioni con un piccolo e solo emblematico rimborso spese tanto per obbligare i comuni a riconoscere in maniera scritta e formale un certo tipo di sostegno alle famiglie che hanno spesso questa necessità di essere seguiti e consigliati da chi maneggia da più tempo la materia.
    Purtroppo gli aspetti positivi indicati nelle linee guida potrebbero essere minimizzati dalle regioni, oppure sanciti ma senza una penale a chi sgarra, o senza controlli sull'operato e questo farebbe di queste linee guida lettera morta. la legge che abbiamo ora sull'affido prevede gran parte delle cose inserite nelle linee guida, ma alla fine non essendoci nessuno che controlla, né multe o penali i comuni fanno il bello e cattivo tempo, così sono obbligati a dare una retta e molti non la danno, obbligati a fare promozione e molti non la fanno.

  5.  

    Articolo su Vita
    Intervista a Marco Giordano - Tavolo Nazionale Affido

    Dottor Giordano, come giudica queste linee di indirizzo?
    È la prima volta che vengono pubblicate, è un gran passo in avanti. Non ci sono solo dichiarazioni di principio, si tenta di entrare nel merito di questioni pratiche, di sciogliere nodi, di dare indicazioni.

    Le associazioni sono state coinvolte?
    Sì, tra febbraio e marzo il Tavolo Nazionale Affido, nato nel 2010, è stato invitato a visionare la bozza del testo e abbiamo mosso le nostre considerazioni. Certo, tutto è perfettibile, ma intanto nel testo ci riconosciamo.

    Quali sono le principali sottolineature da fare rispetto al testo? Che novità ci sono?
    Sul piano dell’approccio c’è da mettere in evidenza l’accentuazione del ruolo delle associazioni e la sottolineatura della valenza preventiva dell’affido: si dice che va ripensata la rete, in modo da fare interventi precoci, anche con l’invito a utilizzare di più forme come l’affidamento diurno o di solidarietà interfamiliare, cose poco praticate. Non si tratta di un paragrafo, ma un concetto che ritorna più e più volte nel testo, con rimandi anche al ruolo delle scuole nella prevenzione e della creazione di una più diffusa cultura dell’accoglienza. Infine si ribadisce con forza che il progetto di affido deve essere un pezzo di un progetto quadro, che prende in considerazione l’intera famiglia: spesso abbiamo progetti molto buoni ma che, non essendo inseriti in un parallelo progetto di presa in carico del nucleo familiare, non hanno un prima e un dopo. E ancora una cosa…

    Cosa?
    Quando si delineano i soggetti dell’affidamento familiare, il primo ad essere citato è il bambino. Questo è un elemento culturale molto importante.

    Concretamente cosa cambierà?
    Nelle Linee di Indirizzo non ci sono novità assolute, piuttosto è il tentativo di raccogliere le buone prassi che sono state realizzate sui diversi territori per riproporle a livello nazionale. Penso alle esperienze con i piccolissimi, fra 0 e 24 mesi, o a quelle con i minori stranieri e agli affidi omoculturali, attivando le comunità straniere a questo tema. Piuttosto, direi che questo è solo un primo step e che il Ministero sta già lavorando – e anche noi siamo coinvolti – a un “sussidiario per gli operatori”, che vada ancora più nel dettaglio. Comunque, gli elementi più innovativi delle Linee di Indirizzo mi sembrano due.

    Quali?
    Il discorso sugli affidi in emergenza. Oggi la prassi colloca in comunità un bambino che deve essere immediatamente tolto dalla famiglia, mentre qui si dice che anche famiglie adeguatamente formate possono fare pronta accoglienza, soprattutto per i bambini tra 0 e 10 anni. Si sfata un mito. La seconda idea è quella della necessità di un progetto per chi compie 18 anni: anche qui, ci sono poche buone prassi. Di solito c’è un prosieguo amministrativo fino ai 21 anni, ma ecco, quel prosieguo va riempito di contenuti progettuali.

    Perplessità?
    Ho una grave preoccupazione per la piena realizzazione di queste – lo ripeto – buone Linee di indirizzo. Manca da 12 anni la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali, in molti territori i servizi affido nemmeno esistono... queste linee di indirizzo rischiano di rimanere inattuate per il continuo disinvestimento sul welfare.

    • CommentAuthorcitro
    • CommentTime23 Nov 2012
     

    purtroppo io neanche credo che cambierà molto niente...:(

  6.  

    Da qualche parte però bisogna iniziare. Intanto è stato concesso questo poco, almeno ci sono dei principi sanciti e non solo sussurati. Vediamo cosa faranno le regioni, noi saremo lì a vigilare e nel contempo cercheremo di portare avanti altre iniziative. Cambiare la legge ora è improponibile visto il termine prossimo della legislatura, bisognerà aspettare e vedere che accade. Intanto andiamo avanti aiutando con il cuore i nostri ragazzi

    • CommentAuthorcitro
    • CommentTime25 Nov 2012
     

    sì, infatti almeno si ricordano ogni tanto che esiste l'affido... ;)