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  1.  

    Mi è capitato stamani per caso di entrare in un gruppo su facebook "liberiamo tutti i bambini"

    Vi chiedo un consiglio, rispondiamo?
    Non tanto a questo, quanto a tuttele cose fuorvianiti che dicono, l'attacco agli affidatari, forse è il caso di far sentire la nostra voce.
    E' anche vero che con degli invasati è difficile dialogare, ma bisognerebbe provarci,
    magari chi legge può avere anche una visione diversa della realtà.

    https://www.facebook.com/groups/Liberiamotuttiibambini/428266943902779/?notif_t=group_activity

  2.  

    Mi ci sto facendo il sangue amaro.
    Quanta stupidità, quanta cattiveria, quanto non capire.
    Che ci siano ingiustizie sono il primo a denunciarlo, ma da lì a fare certi attacchi è troppo.

    Riportano un articolo di un bambino di 10 anni che a Roma si è impiccato.
    Montano una storia solo sulla base di idee teoriche e poi uno va dietro al ragionamento contorto dell'altro.
    Dicono "nessuno ha visto i segnali, come è possibile?" Di fatto sottolinenando l'importanza di un maggior controllo sui bambini che loro non vogliono
    Aggiungono che le motivazioni vengono tenute nascoste. Arrivano a dire che la colpa è dei bulli ed i media sbagliano a parlare della separazione dei genitori come fosse la causa.
    Arrivano a dire che la colpa del suicidio è dei bulli.
    Uno prova a rimettere le cose a posto dicendo che ok, vada per i bulli, ma questi vanno dai raazzini fragili e chi ha genitori separati certo lo è ...

    Resto allibito

    • CommentAuthorlory66
    • CommentTime4 Nov 2012
     

    Anche a me è capitato di leggere qualche pagina di questi gruppi che si sentono i protettori di tutti i bambini del mondo. Ho notato che generalmente si tratta di gruppi nati da casi di bambini contesi da genitori separati, e già lì si notano i limiti delle informazioni. Poi fanno di tutta l'erba un fascio, tutti i genitori affidatari lo fanno per guadagnarci, parlano di dare contributi economici alle famiglie d'origine ma lasciargli i figli : ma il denaro rende i genitori migliori? Non si chiedono mai il perché di un allontanamento? Non hanno il minimo sensore che forse i bambini sono in pericolo se vengono allontanati e qualcuno che si prenda la briga di farlo ci deve essere per il loro bene? Io credo che siano molto limitati nelle loro idee e non siano per niente aperti all'idea di affido di cui si parla molto in questo forum e di cui voi della Zizzi e penso anche molte altre associazioni in Italia si occupano.
    Credo non sia necessario rispondergli a tono, ma credo sia più proficuo portare avanti un lavoro del vostro tipo, che sia di esempio. E' difficile spiegare le proprie idee a persone che sono convinte di essere nel giusto ma poi hanno una chiusura mentale. Credo che non abbiano idea delle situazioni drammatiche che esistono, come quelle che descrivevi tu Riccardo dei tuoi ragazzi,
    io è molto tempo che non vado agli incontri delle famiglie affidatarie di cui facevo parte, ma il ricordo di quei racconti dei bimbi che arrivavano all'affido è sempre presente nella mia mente, cose indicibili, orribili... ogni volta che ci penso rabbrividisco. Come si fa a dire a priori che una nuova famiglia per ognuno di quei bimbi non possa essere un'opportunità di riscatto per loro?
    Poi certo molte cose non vanno o vanno migliorate come soprattutto i controlli ma da lì a dire che l'affido sia sbagliato.....

  3.  

    Il primo impulso è stato di rispondergli, il secondo quello di lasciar perdere, ma credo che lascirali dire sai comunque sbagliato. Loro forse non sono aperti al dialogo, ma forse si e non lo sapremo mai se non ci proviamo, inoltre chi legge e non conosce vede solo la loro versione. Quello che però pare, leggendo un po' nel gruppo, è che manchino dei pezzi, come se qualcuno avesse risposto e fosse stato censurato, magari mi sbaglio. Anche perché sembra impossibile che nessuno abbia mai risposto alle loro stupidaggini.
    Hai ragione Loy, a leggere ciò che scrivono sembra che lo facciamo per denaro e con quello si risolva ogni cosa, siamo rapitori di bambini.
    Rifletto ancora un po' ...

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime5 Nov 2012
     

    Ho dato un'occhiata anch'io...quello che mi chiedo è se veramente queste persone credono di essere nel giusto...perchè se veramente è così, allora vuol dire che abbiamo un metro diverso per valutare le cose, vuol dire che per noi il benessere di un bambino è cosa diversa da quello che invece è per loro. Vorrei che quella madre, che si mostra in quella bellissima foto con la sua bimba ci spiegasse perchè le verrà allontanata la sua bimba, invece di questo non si parla, si parla solamente dell'ingiustizia che viene fatta ai loro danni e ai danni dei bambini. D'altra parte è anche vero che per una madre il fatto che le venga tolto un bambino sarà sempre un'ingiustizia, poche ammettono che questi provvedimenti siano fatti allo scopo di far del bene al bambino.
    Quindi da una parte verrebbe da rispondere per dire la propria opinione fosse anche solo per informazione a chi legge...dall'altra si sa che comunque si verrebbe aggrediti, se non censurati
    Riccardo....rifletti, rifletti:face-monkey:

  4.  

    Io rifletto, ma in qualunque maniera lo si faccia, credo che sia sempre tentare un dialogo, magari concertiamolo insieme ... vedi Elen come sono diventato diplomatico? :)

    • CommentAuthorAgo97
    • CommentTime6 Nov 2012
     

    ma non ci si può scrivere. Ho visto che non c'è lo spazio per commentare. Forse si deve essere iscritta alla pagina

  5.  

    io lo sono ... mi hanno iscritto senza che lo sapessi, ma adesso non mi cancello

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime6 Nov 2012
     

    Ci si può iscrivere...anch'io l'ho fatto, anche se non mi piace molto come gruppo
    Lo puoi fare anche tu Ago

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime6 Nov 2012
     

    Avete letto quel post che riporta informazioni su un articolo del corriere della sera che parla del Comune di Milano?
    Si critica la decisione del Comune di Milano che sta cercando 300 famiglie affidatarie per altrettanti bambini, a cui verrà dato un assegno di 480 euro mensili.
    Fa scandalo la cifra , che a loro dire è esagerata e si consiglierebbe di dare questo assegno alle famiglie di origine. E' come se si dicesse che se questi genitori ricevessero questi soldi potrebbero prendersi cura dei loro figli in maniera adeguata. E' vero che attualmente ci sono molte famiglie con problemi economici in Italia, ma non mi risulta che i bambini vengano tolti ai genitori laddove ci siano solamente problemi economici.
    In quanto alla cifra credo che per il sostentamento di un bambino soprattutto in alcune regioni ricche del nord non siamo molto lontani da quello che serve effettivamente, se poi il bimbo ha problemi di salute non ne parliamo. Se pensiamo agli assegni che pagano i padri separati per il mantenimento dei figli più o meno le cifre sono queste. E' ovvio che se un bambino viene accolto in una casa non gli si fa mangiare pane e acqua, ma verrà trattato come gli altri figli...cibo, vestiti, sport, istruzione, divertimenti, vacanze, giochi....acqua calda per lavarsi e per riscaldarsi(che al giorno d'oggi pesa nel bilancio) benzina per portarlo in giro, spese sanitarie....
    Scusate il mio discorso un po' materialista ma mi viene il nervoso quando mi chiedono....ma vi danno soldi? bè allora...:face-plain:

  6.  

    E' quello che avevo letto io, a quello volevo rispondere, specie quando il tipo dice che per le famiglie affidatarie è un business, o quando prende in giro dicendo che lui ne prende in casa 10 o 20 di bimbi e smette di lavorare.
    Rispondergli sarebbe doveroso, ma gente che ragiona così è in grado di capire?

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime6 Nov 2012
     

    Anche a me era venuto l'istinto di rispondere , ma se dico che faccio parte del "business" mi attaccano e mi fanno fuori.
    Gente che ragiona così per fortuna credo che non ce ne sia molta però, ragionano come se fare il genitore fosse un lavoro..beh in effetti un po' lo è...ma è un lavoro sottopagato allora.
    A scuola di F. sono stufi di vedermi, perchè tutte le settimane c'è da incontrare qualcuno, vuoi per i colloqui, vuoi per una visitina dal preside :face-devil-grin:
    Ieri mattina una professoressa durante un colloquio si interessava di F. chiedendomi come si trova da noi, come si è ambientato , che cosa dice e cosa pensa...alla fine del colloquio sorridente mi dice: beh Signora complimenti per la costanza e il sacrificio ...e io le rispondo che lui fa parte della famiglia e non è un sacrificio occuparsi di lui! Certo , un po' di costanza ci vuole :face-monkey:

    • CommentAuthorAgo97
    • CommentTime7 Nov 2012
     

    gli avete scritto?

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime7 Nov 2012
     

    Non ancora...sono tentata però!!
    Se ci sosteniamo a vicenda secondo me si potrebbe fare.
    Anche tu Ago

  7.  

    Specialmente Ago, perché la sua testimonianza di ragazzo che è stato tolto da una famiglia negativa è importante, ma chi non vuole sentire dirà che è un mistificatore. Ago, se scrivi dovrai essere molto convincente, noi ti supporteremo e tu supporterai noi.
    Penso comunque che ci censureranno

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime7 Nov 2012
     

    Sto seguendo questo post fin dall'inizio e mi sento d'invitarvi alla prudenza. Mi sembra che i toni di chi scrive su quella pagina non siano molto sereni e si tratta spesso di persone direttamente coinvolte da provvedimenti di allontanamento dei figli. Penso anch'io che sarebbe giusto intervenire per offrire una visione più reale della situazione ma la modalità con cui gestiscono quella pagina non offre grande spazio alla nostra speranza di democraticità. Sostanzialmente ne fanno una questione economica e quindi giudicano le famiglie affidatarie come persone ciniche ed avide.
    Noi tutti sappiamo quali sono le nostre vere motivazioni e sappiamo anche quante battaglie abbiamo fatto noi stessi contro gli abusi o le negligenze dei servizi sociali o dei Tribunali. Purtroppo per quelle persone rappresentiamo il nemico e non mi pare che abbiano la necessaria serenità per concedere un dialogo franco ed onesto.
    Tutto questo non è giusto ma un nostro intervento, ho seri dubbi che sarebbe accolto con equilibrio.
    Ciao, Sandro.

    • CommentAuthorAgo97
    • CommentTime7 Nov 2012
     

    potrei dire qualcosa, se voi dite che scrivete anche

  8.  

    Certo che si ... io non vedo l'ora ... mi prudono le mani :)

  9.  

    Lunedì proviamo a dialogare con loro, a far loro capire errori e cose che non capiscono. Con ricerca, per quanto possibile, di dialogo senza usare toni accesi anche se loro probabilmente lo faranno.

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime10 Nov 2012
     

    io ci sarò

  10.  

    Io ho cominciato

    Primo Intervento
    Come fate a generalizzare? Molte comunità nascono come impresa, quindi per guadagno, ma così come sono ben pochi i medici che operano gratis, oppure le infermiere che accudiscono senza prendere uno stipendio, così ci sono anche educatori che stanno dietro ai bambini dietro compenso, ma non significa che lo facciano senza umanità. Che dire poi di coloro, famiglie o associazioni, che spendono la propria vita per i bambini senza averne interesse economico, anzi spesso utilizzando i propri soldi? Credo che generalizzare scoraggi l'affido, e questo vostro modo di fare e di scrivere porta molte famiglie ad allontanarsi dall'accudire un bambino. Se pensate in questo modo di proteggere i bimbi, cercate di capire che state facendo un grande danno perché ci sono molte famiglie che maltrattano i propri figli o ne abusano ed i bambini vanno tutelati.

    Secondo Intervento
    Attenzione a giudicare, ma quando c'è un CTU, una perizia del tribunale, ci sono fatti che non trapelano. Non me la sentirei, fossi in voi, di prendere una posizione né a favore, né contro questa mamma. A volte gli allontanamenti riescono ad aiutare le famiglie e, dopo un periodo di affidamento, si assiste al ricongiungimento.

    Terzo Intervento
    Raffaele, perdonami, ma sei in torto. Non vengono tolti i bambini alle famiglie povere. I comuni non hanno interesse a farlo, per loro ogni affido è un costo sia economico che politico. Non è che dando 480 euro ad una famiglia che abusa del proprio figlio si risolve il problema ed il bambino va a stare meglio, l'unico modo è dargli un'altra famiglia che possa accudirlo ed insegnargli quei valori e principi che la sua famiglia naturale non ha saputo o potuto dargli. Affido non significa adozione e muri invalicabili, significa tentativo di mettere ordine nella famiglia di origine, fargli capire i suoi errori per poi reinserivi il bambino. la ricerca di famiglie è dovuta alla giusta convinzione che sia meglio una coppia che non una comunità ed in questo periodo di crisi far sapere che la legge prevede una piccola retta è cosa che può far avvicinare le famiglie all'affido. Sui numeri, ci sono linee guida che prevedono un solo bambino in ogni famiglia affidataria, al massimo due (con retta ridotta) se trattasi di fratelli. Se scrivi cose inesatte fai disinformazione e l'unica cosa che riesci ad ottenere è spaventare qualche famiglia ed il proliferare di comunità che non esisterebbero se ci fossero più famiglie disposte all'accoglienza di un bambino in affidamento.

    Vediamo che succede
    A) Dialogo
    B) Attacco
    C) Biasimo
    D) Cancellazione

    • CommentAuthorAgo97
    • CommentTime12 Nov 2012
     

    ho scritto anche io. Ma per ora non risponde nessuno

  11.  

    Il contrattacco è arrivato ... con cose che fanno rabbrividire, ma è possibile che solo a me disturbino certe cose?
    E' possibile che nessuno di voi che leggete questo portale, che siete a favore dell'affido non abbiate la voglia di dire qualcosa a chi è contro l'affido e la famiglie affidatarie, accusando tutti noi di farlo per soldi o per il gusto di sottrarre un minore?
    Mah ... fare affido, aiutare i bambini, per me è anche questo.

  12.  

    Grazie Sandro :)

    • CommentAuthorAgo97
    • CommentTime13 Nov 2012
     

    Non mi sembra il caso di parlare delle mie esperienze di affido... perchè non sono andate bene. Potrei parlare della mia esperienza ma non è nato argomento.

  13.  

    Secondo me Ago dovresti parlare della tua esperienza che, in quanto ragazzo, desideravi fortemente che ti portassero via dall'inferno di casa tua e desideravi poi una famiglia affidataria, ma non ce n'erano disponibili

  14.  

    Questo scrivono ...
    Preparazione delle famiglie affidatarie? Be scusatemi ma è un'eresia ho vissuto 6 affidi in 23 mesi e l'unico requisito che avevano i miei futuri genitori erano gli zeri sul cc bancario. Ora con questo non voglio dire che tutte siano incapaci ma non si può e non si deve favorire l'affido ma bisogna sostenere le famiglie. Come può un genitore recuperare un rapporto con il figlio se gli viene concesso di vederlo un'ora ogni 15 giorni in presenza di pitbull? Finiamola di prendere in giro l'Italia e diciamo le cose come stanno.

  15.  

    Da "l'inviato speciale" del 29/11/2012

    Sono quasi 30mila i minori collocati al di fuori delle famiglie d’origine. E’ polemica sul business dei sussidi destinati alle comunità-alloggio. Ma resta oscuro il ruolo di tribunali per i minorenni e servizi sociali.

    Il dibattito è sorto in seguito alla presentazione da parte del governo, tre giorni fa, di un rapporto su “bambine e bambini temporaneamente fuori dalla famiglia d’origine”, promosso dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e realizzato dall’Istituto degli Innocenti di Firenze.

    I dati, aggiornati al 31 dicembre 2010, raccontano di 29.309 minori ospitati in comunità-alloggio o affidati temporaneamente a famiglie: si tratta di poco meno di 3 bambini e ragazzi di 0-17 anni ogni 1.000 coetanei. Rispetto ai dati rilevati nel 1998/99 il fenomeno è cresciuto del 24%, visto che a quella data i bambini interessati erano 23.636, ma lo stesso rapporto precisa che l’incremento delle accoglienze è dovuto all’aumento significativo del ricorso all’affidamento familiare. ”Ciò ha portato nel tempo – si legge – a un sostanziale allineamento tra i numeri degli accolti nelle strutture residenziali (14.781 minorenni) e nelle famiglie affidatarie (14.528)”.

    Considerando lo stesso decennio, la presenza straniera sul totale dei bambini e dei ragazzi collocati al di fuori dalla propria famiglia è cresciuta notevolmente, passando da poco meno del 10% al 22%. Tra gli accolti, “la quota dei minori stranieri non accompagnati rappresenta poco meno del 22% del totale degli stranieri, ovvero circa il 4% del totale dei ‘fuori famiglia’: questo particolare gruppo di stranieri, quasi tutti adolescenti, è accolto prevalentemente (88%) in strutture residenziali”.

    Seguono le “motivazioni alla base dell’accoglienza”, ossia i motivi che hanno condotto i Tribunali dei minorenni, affiancati dai servizi sociali, a disporre l’allontanamento di un bambino dalla sua famiglia di origine: il 37% sarebbe risultato vittima di inadeguatezza genitoriale; il 9% di problemi di dipendenza di uno o entrambi i genitori; l’8% di problemi di relazioni nella famiglia; il 7% di maltrattamenti e incuria; il 6% di problemi sanitari di uno o entrambi i genitori.

    Trovarsi fuori dalla propria famiglia, aggiunge il rapporto, “non implica necessariamente la recisione dei rapporti e dei contatti tra figli e genitori. Vi sono situazioni specifiche in cui la destinazione dei bambini deve rimanere non conosciuta ai loro genitori; negli altri casi l’accoglienza non può accompagnarsi alla scomparsa della famiglia di origine. Sia per i bambini in affidamento che per quelli presenti nelle comunità, emerge una trama abbastanza sostenuta di contatti e di visite tra genitori e figli: il 74% dei bambini in comunità incontra periodicamente uno dei genitori (soprattutto la madre) tutte o quasi tutte le settimane; il 42% rientra a casa propria il fine settimana oppure secondo altre modalità concordate. Contatti e relazioni che interessano, anche se in misura minore, i bambini in affidamento familiare; in questo caso è il 60% dei bambini che incontra almeno uno dei genitori tutte o quasi tutte le settimane”.

    Per quanto riguarda i periodi di permanenza degli ‘accolti’, “presentano una differenziazione notevole”: accanto a bambini e ragazzi che sono in accoglienza da pochi giorni, altri lo sono da anni”. Tra i presenti al 31 dicembre 2010, “la quota di quanti sono stati accolti negli ultimi tre mesi è del 9%, da 3 mesi a 12 mesi esatti è del 24%, da 12 mesi a 24 mesi esatti è del 19%, da 24 mesi a 48 mesi esatti è del 22%, mentre sono il 26% quanti sono accolti da oltre 48 mesi.

    I dimessi nel 2010 sono stimati in poco più di 10.000 bambini e ragazzi. Le motivazioni della conclusione dell’accoglienza sono prevalentemente due: il rientro nella famiglia di origine (34%) e il passaggio a un’altra accoglienza (34%). Mentre il 7% dei bambini intraprende il percorso in una nuova famiglia adottiva attraverso il collocamento in affidamento preadottivo, a fronte di un 8% che raggiunge la vita autonoma. Il restante 17% è interessato “da situazioni diversificate”.

    Non sempre i giovani che raggiungono la maggiore età vengono dimessi, puntualizza il rapporto: i neomaggiorenni tra i 18 e i 21 anni che rimangono nelle strutture sono 2.844 e nel 36% dei casi si tratta di ragazzi stranieri.

    La maggior parte degli accolti (86%), infine, “ha un progetto educativo individualizzato che delinea i principali aspetti degli interventi di protezione e tutela. Nel caso dei bambini in affidamento, si è in grado di sapere anche che nel 74% dei casi il servizio sociale pubblico ha messo in campo specifiche attività di sostegno ai genitori”.

    All’indomani della diffusione del rapporto, qualcuno si è indignato: è durissima la nota diffusa da Adiantum, associazione che racchiude varie realtà impegnate nella tutela dei diritti dei minori, secondo cui “la fredda analisi dei dati non riesce a mascherare tutto il marcio che trasuda da un volgarissimo giro d’affari perpetrato sulla pelle di famiglie e bambini. Il paragone con le cliniche private che ‘procacciano’ malati e ricevono i rimborsi dello Stato è calzante: qui ad essere ‘procacciati’ sono i bambini, anche se il Rapporto, questo, non lo dice”.

    Adiantum articola meglio l’accusa poco dopo, commentando le cifre fornite dal governo a proposito delle motivazioni a sostegno di un ingresso in casa-famiglia: “Eliminando le percentuali di coloro che sono stati allontanati per problemi di dipendenza e per maltrattamenti, il 51% degli allontanamenti in comunità avviene all’interno di una vasta ‘area grigia’ dove è possibile dire tutto e il contrario di tutto. Si tratta di un esercito di 7.538 minori che frutta ogni anno, al sistema case-famiglia, un gruzzolo pari a circa 495.000.000 di euro”.

    La consistenza dei numeri, argomenta Adiantum, “dà l’idea dello scandalo che è in atto: cosa si potrebbe fare con 500 milioni di euro da investire a sostegno delle famiglie, anziché elargirle a strutture che, in tutta evidenza, non danno alcun beneficio se non agli operatori che ci lavorano?”.

    Le gravissime accuse sono state raccolte e condivise da vari gruppi di discussione sui social network, nonché rafforzate da Adiantum in alcuni passaggi con puntualizzazioni specifiche. Accade ad esempio là dove l’associazione contesta il concetto racchiuso nel rapporto governativo secondo cui “essere fuori famiglia non implica necessariamente la recisione dei rapporti e dei contatti tra figli e genitori”, per poi entrare nel merito della presunta mancanza di volontà delle strutture nel favorire la continuità di rapporti tra minori e famiglie d’origine.

    Adiantum denuncia infine “lo scandalo del ‘turnover’ (ricambio) dei bambini allontanati. E’ impressionante: 10.000 dimessi a fronte di un pari numero di nuovi ingressi. Non una piccola percentuale, ma il 33% l’anno di ‘rotazione’… Un tasso che qualunque economista non esiterebbe a definire ‘industriale’. Un ricambio che assicura, ogni anno, introiti per centinaia di milioni di euro e laute prebende ai professionisti dell’allontanamento che, sentitamente, ringraziano”.

    Una volta informati i lettori del rapporto governativo e della requisitoria contro le case-famiglia firmata da un’associazione che si occupa dei diritti dei minori, restano in piedi numerosi interrogativi, curiosamente omessi da Adiantum. In primo luogo, dal momento che il sistema delle comunità-alloggio minorili usufruirebbe di un oliatissimo meccanismo economico degenerato, chi lo starebbe alimentando ‘dall’alto’? Chi avrebbe cioè convenienza a foraggiare un fenomeno così gravemente clientelare che – solo all’ultimo anello della catena – favorirebbe gli ‘utilizzatori finali’ annidati nelle case-famiglia?

    E ancora: come è possibile, in sede di ricostruzione ipercritica delle vicissitudini minorili, omettere il ruolo decisivo dei tribunali per i minorenni e dei servizi sociali? E’ certamente noto agli esperti del settore che i bambini in difficoltà vengono identificati come tali in seguito all’intervento dei servizi sociali territoriali, che aprono fascicoli e seguono i singoli casi, anche sul versante economico. Dopodiché, di concerto con l’autorità giudiziaria minorile, viene eventualmente disposto l’affidamento ad una struttura ‘protetta’.

    Quali responsabilità graverebbero dunque sui vari soggetti pubblici, ammesso (e non concesso) che il minore sia poi destinato ad una casa-famiglia gestita da ‘professionisti dell’allontanamento’, come Adiantum li definisce? E se chi dispone l’allontanamento medesimo c’entra ben poco con le case-famiglia (che si limitano a beneficiare alla fine del percorso di un affidamento in struttura) perché non provare a cercare i veri professionisti del malaffare, ammesso che esistano? Infine: a chi giova una violenta semplificazione di vicende complesse e delicate? Ai bambini e ai loro diritti? E’ difficile crederlo.

    Paolo Repetto

  16.  

    Buongiorno, sono Riccardo Ripoli, fondatore e presidente dell’Associazione “Amici della Zizzi” onlus che dal 1987 si occupa di bambini maltrattati. Ne abbiamo accolti tra diurno e residenziale oltre 500 in questi anni. Sono anche fondatore e gestore del Portale Sos-Affido. Fra i vari giusti interrogativi posti dall’autore dell’articolo, Paolo Repetto, c’è da fare una considerazione. I servizi sociali sono coloro che attraverso le loro relazioni indicano quali bambini debbano andare in affidamento, sia esso consensuale, sia esso giudiziale. I servizi sociali, dipendenti dei comuni o in convenzione con essi, non hanno certo convenienza a mettere un bambino in affidamento perché per loro è un costo economico e politico per il comune. Anzi, mi è capitato sovente di dover alzare la voce per far vedere la realtà ai servizi e la necessità di mettere un bambino in affido.