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      CommentAuthorStaff
    • CommentTime17 Dec 2002 modificato
     

    Argomento: piccole certezze di noi poveri, piccoli mortali

    Inviato da: maddalena

    Data/ora: 17/06/02 12.20.00


    Una mamma (o un papà) è chi ti culla, chi ti abbraccia, chi gioca e ride con te.

    Chi si avvicina al tuo letto per vedere se dormi bene, chi ti prepara il tè caldo, chi s’incazza per il gelato rovesciato, chi ti ha chiamato, chi ti sostiene mentre cammini dalla prima volta e che non smette mai di farlo.

    Una mamma (o un papà) ti guarda e capisce, ti parla e ti conosce, ti ama e non si chiede perché.


    Ma.


    Non credo sia giusto condannare alla gogna una ragazza che, consapevolmente, decide di non mettere alla luce il figlio che non vorrebbe avere.

    Non credo che una legge possa impedire di amare qualcuno perché nasce con 23 cromosomi che non ti appartengono geneticamente.

    Non credo che nessuno possa impedire a qualcun altro di desiderare un figlio, solo perché ama una persona del suo stesso sesso.


    Vorrei poter coltivare dentro di me le vostre stesse, solide certezze.

    Scusatemi.



    Risposta: piccole certezze di noi poveri, piccoli mortali

    Inviato da: Cara Maddalena

    Data/ora: 17/06/02 14.13.02


    Credo che tutti i paesi progrediti dovrebbero consentire ad una donna (e ad un uomo perchè anche i papà possano dire la loro) la possibilità di abortire in maniera protetta e non credo di potermi permettere di giudicare chi decide consapevolmente di compiere questo gesto. Assolutamente no, quindi, alla gogna pubblica ma:

    Perdere un figlio (volontariamente o no) segna una donna per tutta la vita.

    Un bambino non inizia ad essere tuo figlio solo dopo la 12° settimana di gestazione e non cessa di esserlo perchè non è sano o perchè in quel momento non ti senti pronta per lui.

    Se, con coscienza, una donna sente di poter passare sopra tutto questo e continuare a vivere serenamente che lo faccia pure. Personalmente non ci riuscirei mai.

    Mi piacerebbe conforntarmi con donne che hanno volontariamente rinunciato a una gravidanza per sapere cosa provano adesso. Io ho avuto due aborti spontanei e sono stati l'esperienza più dolorosa della mia vita. Al di là del desiderio di avere o meno un figlio, quello che era morto era il MIO BAMBINO non un feto, aveva un cuore ed un cervello. Non sarebbe nato dopo qualche mese ma per me era già nato dentro di me. Forse ogni donna potrebbe provare a pensare a questo prima di decidere.

    Scusami, ma il dolore è ancora troppo grande.


    Risposta: piccole certezze di noi poveri, piccoli mortali

    Inviato da: dibe

    Data/ora: 17/06/02 14.14.38


    Scusate, sono quella di prima, ho sbagliato il mittente.