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  1.  

    Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo

    Siamo uomini, e come tali legati istintivamente alle cose materiali. Continuamente abbiamo bisogno di toccare con mano per poter credere e purtroppo ciò che vediamo ci appare come la cosa migliore, senza rendersi conto che spesso è proprio quello che non possiamo vedere ad essere importante. Dio è certamente, per chi crede, il meglio del meglio, eppure molti che si rivolgono a Lui ancora chiedono segni, prodigi, miracoli per poter credere.
    Il Signore conosce la nostra piccolezza e pur rattristandosi che non crediamo se non vediamo, ci manda continuamente segni dal cielo, ma noi li sappiamo vedere? Quanti miracoli accadono ogni giorno, eppure molti si ostinano a reputarli coincidenze, casi fortuiti.
    Oggi ad esempio ero solo, avevo bisogno di qualcuno con cui parlare, ma non avevo nessuno vicino a me. Ero in bosco dove mi ero rifugiato a cercare funghi, immerso nei miei pensieri e nella mia tristezza. In periodo di funghi le uniche persone che incontri sono a testa bassa, spesso anziani signori che sono persino infastiditi dalla presenza di un “rivale”, invece oggi incontro un ragazzo, lo saluto, mi risponde, ci mettiamo a chiacchierare di funghi e senza volerlo ci incamminiamo nella stessa direzione. Condividiamo un momento di svago, scambiamo idee, ci raccontiamo le nostre vite, indichiamo l’uno all’altro i posti migliori per la ricerca di funghi, scambiamo battute e ci facciamo quattro risate. Tre ore passate in allegria grazie a questo ragazzo. Qualcuno potrebbe dire “un caso”, forse, ma sapete come si chiama? Salvatore. Non è certo un caso.
    L’adolescenza non è un periodo facile nel rapporto con i ragazzi, stanno crescendo, si credono uomini e donne fatti, non ascoltano più le nostre parole, non credono alle cose che gli diciamo e ritengono persino inutile parlare, chiedere, discutere. Preferiscono chiudersi nel loro silenzio,alzate di spalle, musi lunghi, mezze frasi, parlare alle spalle. Vorrebbero di più e sempre di più di quello che hanno, come se fosse un loro diritto avere solo perché gli altri possiedono o fanno qualcosa, non ascoltano le motivazioni per un no e rinunciano a chiedere per evitare una risposta negativa, magari per poi fare ciò che vogliono alle spalle. Ogni cosa che chiedono dovrebbe esser un si e per quanto si possano accontentare nelle cose che chiedono, si arrabbieranno, contrarieranno, metteranno il muso al primo no che diremo loro. Non capiscono la fortuna che hanno, pensano sempre a ciò che non hanno. Mai un grazie, mai un sorriso quando sei triste, mai un fare qualcosa che a loro non piace per compiacerti o starti vicino. Tutto è dovuto loro e niente devono farti.
    Molti che credono sono ancora “adolescenti nella Fede”. Si rivolgono al Signore, lo pregano, chiedono grazie e favori, ma alla fine se non hanno tutto ciò che hanno domandato, fosse anche una sola cosa, si arrabbiano con Dio, arrivando a parlarne male, e talvolta allontanandosi da Lui.
    Stesso comportamento dell’adolescente.
    Ma perché non crescere? Perché non capire con l’aiuto dell’“adulto” quanto il Signore ci dia e quando ci dice un no o tarda a concederci quanto da noi richiesto nella preghiera è per favorirci, per farci crescere nell’anima per affrontare la nostra vita futura.
    Non è facile capire e sarà Dio, sarà il genitore, a portare l’adolescente a capire pian piano, ma quello che dobbiamo a Dio, quello che ogni adolescente deve al genitore, è un po’ di riconoscenza, un po’ di amore, una parte infinitamente piccola rispetto al grande amore che Dio, che ogni genitore, vuole al proprio figlio.
    Nell’affido c’è anche molto di più, ci dovrebbe essere una riconoscenza per la consapevolezza che senza quell’adulto la sua strada sarebbe molto peggiore, potrebbe essere una ragazza che fa la prostituta in Albania, oppure già sposata da tre o quattro anni con un uomo scelto dalla famiglia; potrebbe aver passato la sua infanzia ad entrare ed uscire da comunità di accoglienza dopo che i genitori adottivi lo avevano rifiutato dopo averlo picchiato per anni, potrebbe essere rinchiuso in una comunità terapeutica. Invece è in una bella casa, dove il cibo, i vestiti, la doccia non mancano mai ogni giorno, dove l’amore di due persone è riversato su di loro con grande abbondanza rinunciando alla propria vita. Questi ragazzi dovrebbero capire il male che i loro silenzi, il loro parlar male alle spalle, il loro non affetto fanno a chi li accolti in casa, un male che non è fisico, ma non per questo procura meno dolore.

  2.  

    Addì 13 ottobre 2012

    Mentre diceva questo, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e disse: «Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!».
    Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!»

    Luca 11,27-28

  3.  

    Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano

    Osservare la Parola di Dio oggi sembra anacronistico, ma da quando la morale è diventata fuori moda? Da quando conviene non guardarla, non rispettarla, da quando sempre più esempi negativi ci spingono a fare altro, da quando sesso, violenza, egoismo sono entrati nelle nostre case in maniera sempre più massiccia.
    Osservare la Parola di Dio non è un difetto, non è una macchia, bensì una benedizione. Quante persone, pur dicendo di avere Fede, mascherano questo loro credo adeguandosi ai comportamenti che vanno contro la morale, contro quei principi e valori indicati nel Vangelo che sono propri anche di chi non creda in Dio. Valori come la solidarietà, l’altruismo, il perdono, l’umiltà sono principi che fanno grande una persona, indipendentemente che abbia Fede o meno. Eppure tendiamo a nasconderci dietro la parvenza di bulli, di super uomini, vogliamo dimostrare agli altri che siamo imbecilli come loro. Uno dei nostri ragazzi un giorno, alla mia domanda perché rubasse o si comportasse male, mi disse che lo faceva per farsi accettare dagli altri. Ma chi sono gli altri? Sono coloro che nel momento del bisogno ti lasceranno cadere, ti abbandoneranno, diranno male contro di voi. Questo stesso ragazzo, istigato da alcuni suoi “amici” fece una telefonata per un allarme bomba. Fu subito preso grazie a delle telecamere ed i suoi “amici” non solo lo hanno lasciato solo, ma hanno persino testimoniato contro di lui.
    Sarebbe meglio cercare di farsi accettare dal Signore, Colui che non ci tradirà e non ci abbandonerà mai.

  4.  

    Addì 14 ottobre 2012

    Mentre usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?».
    Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo.
    Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre».
    Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza».
    Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dàllo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi».
    Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni.
    Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!».
    I discepoli rimasero stupefatti a queste sue parole; ma Gesù riprese: «Figlioli, com'è difficile entrare nel regno di Dio!
    E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio».
    Essi, ancora più sbigottiti, dicevano tra loro: «E chi mai si può salvare?».
    Ma Gesù, guardandoli, disse: «Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio».
    Pietro allora gli disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».
    Gesù gli rispose: «In verità vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo,
    che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna

    Marco 10,17-30

  5.  

    Poi vieni e seguimi

    La mia mamma, nel parlare con le sue amiche di me, raccontava spesso che ero un attento osservatore di ogni cosa, che chiedevo continuamente spiegazioni su ciò che non conoscevo.
    Ci sono molti modi di seguire una persona: distrattamente perché così fan tutti, come accade a molti studenti; per abitudine perché ormai faccio quello che mi viene detto, senza però capire o talvolta approvare; con grande attenzione a ciò che dice, soppesando ogni parola criticandola e cercando un dialogo; con grande fiducia, cercando di capire i suoi valori e principi, tentando di metterli in pratica tutti, sia quelli che si capiscono sia altri che sono per noi un mistero, accettandoli come veri per la fiducia che in quella persona si nutre. Quest’ultimo lo si riscontra nel rapporto dei bambini piccoli con i propri genitori, infatti essi prendono per oro colato gli insegnamenti del papà e della mamma accettandoli anche senza averli capiti. Quando un ragazzo cresce tende a mettere in discussione le cose che la propria famiglia gli insegna, ma si lascia facilmente convincere sulla bontà dei principi trasmessi. Con il crescere però si accetta sempre meno una cosa non compresa, fino al punto da ritenere qualsiasi insegnamento impartito come una prevaricazione alla propria libertà di movimento e di pensiero. Così molti fanno con Dio, non accettano nulla di ciò che il Vangelo insegna vedendo la religione come un qualcosa di negativo e coloro che hanno Fede come dei creduloni che parlano da soli.
    Non bisognerebbe criticare mai ciò che non si conosce. Queste persone non capiscono quanto sia bello seguire Gesù, andarGli dietro non come bauli, ma con la speranza di capire sempre più, di far crescere la nostra anima, ma lasciando che il Signore, al pari dei genitori quando i figli sono piccoli, si prenda cura di noi, ci mostri la strada da prendere e ci faccia da apripista. Seguimi, ci dice. SeguiamoLo fiduciosi, seguiamo le Sue parole, i Suoi insegnamenti e vedrete che non ci troveremo male, anzi avremo una risposta alle nostre tantissime domande, perché alla fine capiremo che la nostra risposta è Lui stesso.
    Momento difficile in casa nostra perché un ragazzo ha preso una brutta strada, abbiamo il pianto nel cuore perché la sua presenza è stata costante nel tempo da ventun’anni. Purtroppo ha deciso di non seguire più certi valori, purtroppo si è creato una sua filosofia di vita che esclude dal suo cuore l’amore per gli altri, la generosità, la sincerità, la correttezza, il rispetto, il perdono e persino l’onestà. Ci manca tantissimo, ma non ci manca ciò che era diventato, sentiamo l’assenza di colui che era, di colui che pensavamo fosse, di colui che speravamo diventasse, ma sopratutto vediamo chiari i suoi “non principi”, la sua assenza di valori, la sua vita futura gettata nel bidone della spazzatura e questo fa stare male tutti.
    Ha seguito fino ad un certo punto, poi tutto è diventato per lui qualcosa da osteggiare. Abbiamo pazientato, abbiamo parlato, abbiamo discusso, per mesi, per anni. Abbiamo taciuto mille situazioni, siamo passati oltre a mille errori, abbiamo dato mille possibilità, ma adesso la tristezza alberga in noi per un epilogo che lascia tanto amaro in bocca, ma la vita è sua e sua è anche la scelta di sbagliare, di rubare, di fare della bugia il suo pane quotidiano, dell’imbroglio il suo compagno. Ha scelto la vita facile, quella nella quale non bisogna lottare ma solo arraffare. Forse in questi giorni si sarà reso conto che il furto, la truffa, l’accidia possono darti un attimo di euforia, di felicità, ma hanno un rovescio della medaglia molto pesante, portano con sé una serie di conseguenze dannose. E’ un po’ come se per anni una persona uscisse di casa senza ombrello e senza impermeabile nonostante la presenza di grosse nubi nere all’orizzonte, nonostante che coloro che gli vogliono bene lo abbiano messo in guardia più volte sulle conseguenze del bagnarsi in pieno inverno, nonostante puntualmente il temporale arrivi e ci siano sempre pronti due genitori pronti a portarti l’ombrello ed un cambio asciutto. Ma quanto può durare tutto questo, ma per quanto è giusto che duri? Che insegnamento diamo ad un ragazzo se gli permettiamo di vivere la sua vita con dissolutezza, disonestà, maleducazione, spavalderia. Ci siamo spesso detti “è un ragazzo, cambierà”, ma purtroppo di anno in anno il cambiamento che vediamo è sempre verso il peggio, e adesso è arrivato il momento di mettere un freno molto forte, di erigere un muro robusto che potrebbe scavalcare, ma solo con grande fatica e senza nessun aiuto, e vedere che la strada giusta da seguire si trova al di là di quel grande ostacolo che si chiama “crescere”.

  6.  

    Addì 15 ottobre 2012

    Mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorché il segno di Giona.
    Poiché come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione.
    La regina del sud sorgerà nel giudizio insieme con gli uomini di questa generazione e li condannerà; perché essa venne dalle estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, ben più di Salomone c'è qui.
    Quelli di Nìnive sorgeranno nel giudizio insieme con questa generazione e la condanneranno; perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, ben più di Giona c'è qui.

    Luca 11,29-32

  7.  

    Ben più di Giona c'è qui

    Tanti i profeti che ci parlano di Gesù, San Francesco, Madre Teresa, Padre Pio ed altri ancora che costantemente preghiamo perché ci facciano una qualche grazia, ma Dio è ben altro, è molto di più che tutti i santi ed i profeti che lo hanno preceduto o seguito.
    Così è nella nostra quotidianità, ci rivolgiamo a tutti per avere favori e grazie, ci raccomandiamo l’anima con tutti per trovare un lavoro, per un occhio di riguardo, per avere un prestito per campare, ma difficilmente ci rivolgiamo a Dio per avere qualcosa, eppure Lui è ben più dei politici, ben più degli imprenditori, ben più di vescovi e cardinali.
    Ieri ero a fare funghi con i miei ragazzi, una piacevolissima mattinata domenicale iniziata alle 6.00 e terminata con un pranzo alle 3:00 con le tagliatelle fatte in casa da Nonna Pina ed una bella tavolata con tanti amici a base di porcini appena colti, e mentre passeggiavo chino guardando sotto ogni pianta parlavo con il Signore, come mi capita continuamente di fare. Molti pensano che sia un modo di ragionare sui propri problemi, e certamente è così, ma ben più di questo. Dio non parla nel modo in cui parliamo noi, dialoga con te direttamente a livello di cuore e di cervello, ma fa ben più di questo, agisce. Piccole cose, ma segno costante della Sua presenza, un Amico con il quale ci possiamo permettere di scherzare. Più di una volta ieri guardavamo in un posto e dopo dieci minuti di ricerca che non trovavamo nulla dicevamo la frase “andiamo” come per cambiare zona e, zac, un funghetto appariva alla nostra vista, magari in un punto dove più volte avevamo guardato. Così abbiamo preso a farlo per scherzo, quasi a giocare con il Signore, a coinvolgerlo amabilmente nella nostra passeggiata, ed ogni volta, zac, un funghetto. Ora molti mi diranno “coincidenze”. Certo, per chi non crede sono coincidenze, ma anche chi non ha Fede dovrà pur ammettere che sette volte su sette sono ben più di una coincidenza. E che dire del fatto che desiderassi trovare un posto che nessuno conoscesse, sperduto tra i rovi, dove ci fossero tantissimi funghi, l’ho chiesto a Dio e, zac, ecco apparire una decina di grossi funghi da oltre due etti l’uno della miglior specie. E quanto altro ancora. Quando ho un pensiero mi rivolgo a Dio e, zac, mi esaudisce, perché il Signore è ben più di ogni persona che potremo mai incontrare sul nostro cammino ed è a Lui che dobbiamo rivolgerci se vogliamo ottenere qualcosa.
    Oggi o domani si opererà un mio zio, al quale tengo tantissimo, è un intervento al cuore non difficilissimo ad una persona di 81 anni. Non mi rivolgo ai medici o ad altri, ma solo a Gesù affinché sia fatta la Sua volontà, sperando che sia di farlo restare con noi ancora a lungo.

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime15 Oct 2012
     

    Mi dispiace Riccardo per questo vostro ragazzo...mi dispiace perchè so con quanto amore vi dedicate a loro , quanti insegnamenti gli date , con quanto sacrificio cercate di indirizzarli verso la strada giusto che poi, come tu stesso dici, sono loro a scegliere di seguire oppure no. A volte ci sembra che il nostro parlare non sia servito a nulla, ma forse in questo caso non è così...spero che sia solo un momento di crisi, a volte i ragazzi hanno dei periodi in cui si ribellano, sembrano voler spaccare il mondo , non ne vogliono sapere di stare alle regole o come in questo caso scelgono la strada più facile che è quella di imitare certi "amici" e certi comportamenti che vedono fuori.
    Ma non credo che nel suo cuore non sia rimasto niente, anzi ..... Certi valori non si abbandonano, magari si mettono da parte per un po', si preferisce seguire un'altra strada , cercare un modo di vita apparentemente più facile da seguire, e quindi se il mio incoraggiamento può servire a qualcosa, non mollate che forse c'è ancora una speranza. Un abbraccio a te e a Roberta:face-smile:

    • CommentAuthorclod
    • CommentTime15 Oct 2012
     

    Penso che ogni genitore sà che può accedere che un figlio (biologico, affidato o adottato) non segua i pricipi e i valori che con fatica a amore vengono dati, ma anche con questa consapevolezza ,quando questo purtroppo succede credo che la tristezza e il dolore arrivano così forti che ti senti impotente.............vorresti proteggere e aiutare ancora quel bambino che ormai è cresciuto e vuol fare le sue scelte contro ciò che tu gli hai trasmesso:face-crying: .................ma l'unica cosa che puoi fare è continuare ad affidarlo al Signore , continuare a pregare per quel ragazzo torni a seguire la giusta strada:face-angel:

    Abbraccio te Riccardo e Roberta e mi unisco alle vostre preghiere che sono certa saranno ascoltate.

  8.  

    Cara Elen, grazie del tuo incoraggiamento che serve tantissimo. Grazie di cuore davvero per le tue bellissime parole.
    Purtroppo J. ha in atto questo comportamento falso e bugiardo da sempre, è qualcosa di cronico, non è un momento che prima o poi passerà. Il problema oggi è che questo viene fuori con maggior rabbia ed aggressività e dall'alto dei suoi 24 anni è capace di fare grandi danni non solo a sé stesso, ma anche agli altri e all'Associazione.
    Oggi so che mi ha cercato, ma ero in ospedale da mio zio, vediamo che fa, ma i paletti saranno molto duri e non so se avrà le capacità di stare all'interno di quei limiti. Francamente mi auguro di si, ma sarà un ultimatum, dopo di che le nostra strade dovranno necessariamente separarsi per il bene di tutti, specie del suo, che capisca cosa perde in cambio di una vita spensierata.

    Cara Clod, grazie infinite anche a te per le tue dolci parole, in questo momento ne avevamo bisogno. Hai ragione la possibilità che accada il peggio quando hai cercato di dar loro il meglio è insita nei nostri cuori, ma a volte non vuoi credere che a ferirti, che a umiliarti, che a dire certe cose o fare certe azioni sia stata proprio quella persona. Ed allora fai finta di nulla, ci passi sopra, punisci ma poi perdoni, e le situazioni si accumulano, peggiorano, si incattiviscono ed originano altre difficoltà di relazione con gli altri.
    Noi non siamo un'entità tanto semplice, e se in una famiglia un granellino di sabbia può portare ad ingrippare un meccanismo, figuriamoci quando i granelli di sabbia sono più di uno in un meccanismo composto da decine di ingranaggi.

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime15 Oct 2012
     

    Ciao Riccardo. So benissimo che non hai bisogno delle mie parole, la tua esperienza è tale che saprai come agire rendendo conto sia al cuore che alla ragione. Vorrei solo spendere due parole anche per chi legge questi discorsi nella speranza di non essere frainteso!
    A volte, dopo tanta fatica, dopo tante occasioni offerte, dopo tante punizioni ed altrettanti perdoni, succede che occorre fare ciò che meno ci piace ma che, per ragioni difficili da spiegare, rimane l'ultimo e l'unico tentativo possibile per cercare di svegliare la coscenza di ragazzi che purtroppo, sono più sfortunati di molti altri!
    Con il cuore che piange, in certe circostanze, dobbiamo riuscire a dire no e lasciarli affrontare in prima persona le loro responsabilità. Magari ci renderemo disponibili per confortarli e dare buoni consigli sul come affrontare le grane in cui si sono cacciati ma dovranno tirarsene fuori da soli o non capiranno mai! Penseranno di poter fare qualunque cosa tanto, ci sarà sempre qualcuno a tirarli fuori dai guai.
    Ho vivo il ricordo di un ragazzo che entrava ed usciva continuamente di galera per scontare le pene dei tanti reati che aveva commesso fin da minorenne e che arrivavano a giudizio una dopo l'altra, un vero stillicidio. Una persona amorevole come Riccardo si commosse ed ottenne l'affidamento del ragazzo e gli arresti domiciliari fino a fine pena. Tutto filò liscio per diversi anni, fino al momento in cui terminò di scontare le sue pene. Quello stesso giorno se ne andò dalla casa di chi lo aveva accolto, a caccia di una libertà che non sapeva neanche riconoscere, procurando grande dolore e preoccupazione. Qualche mese dopo, la famiglia che lo aveva accolto, ricevette una sua telefonata, piangeva disperato, lo stavano arrestando perchè era ricaduto nelle sue debolezze.
    Con il cuore a pezzi e piangendo lacrime amarissime, la famiglia che lo aveva accolto, lo sostenne ma si rifiutò d'intervenire in suo aiuto! Lo fecero per il suo bene perchè capisse finalmente come gira la vita! Non sono certo che quel ragazzo riuscirà finalmente a cambiare ma credo che era davvero il momento che lui si accollasse la responsabilità delle proprie azioni.
    Con grande amarezza, ho assistito personalmente a tutta questa storia ed ero presente al momento dell'ultima telefonata. Non ho parole per raccontare la sofferenza di quella famiglia.
    Ciao, Sandro.

  9.  

    Grazie Sandro, il pensiero di essere fraintesi è sempre vivo perché ci sono cose, stati d'animo, emozioni che non si possono spiegare se non si vivono. Dire che si chiude la porta ad un ragazzo sembra cinico, ma la sofferenza è tanta proprio perché si presume - mai ci sarà la certezza - che sia la cosa giusta per metterlo dinanzi alle sue responsabilità.

  10.  

    Addì 16 ottobre 2012

    Dopo che ebbe finito di parlare, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli entrò e si mise a tavola.
    Il fariseo si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo.
    Allora il Signore gli disse: «Voi farisei purificate l'esterno della coppa e del piatto, ma il vostro interno è pieno di rapina e di iniquità.
    Stolti! Colui che ha fatto l'esterno non ha forse fatto anche l'interno?
    Piuttosto date in elemosina quel che c'è dentro, ed ecco, tutto per voi sarà mondo.

    Luca 11,37-41

  11.  

    Date in elemosina quel che c'è dentro, ed ecco, tutto per voi sarà mondo

    Cosa dobbiamo donare agli altri? Il nostro superfluo? Quello che non ci interessa, ciò che non ci serve più? Sarebbe facile. Madre Teresa diceva che un dono non venga dal superfluo, il dono deve fare male, affinché il donatore possa anzitutto edificare sé stesso. Che merito ci sarebbe a donare un'ora l'anno del proprio tempo? Se una persona è impegnatissima, ma donasse agli altri un paio di ore alla settimana o un intero pomeriggio per dare lezione ai bambini, farli giocare, andare a trovare un anziano o un malato, sarebbe gratificante sopratutto per colui che dona perché il sacrificio darebbe valore alla cosa. Pensate se la persona che amate vi dedicasse dieci minuti al giorno del suo prezioso tempo, il rapporto finirebbe, ma come è bello se quando avete bisogno lei o lui son lì, fosse anche solo con un messaggio.
    Le persone che aiutate si accorgono se voi siete lì per loro con amore o solo di passaggio in maniera distratta con la testa altrove. Nel primo caso sapranno ricompensarvi con amore e questo vi gratificherà dandovi maggior forza per andare avanti. Se doniamo noi stessi con amore, sarà una catena senza fine che nessuno potrà spezzare e diventerà più forte ad ogni anello che aggiungiamo.

  12.  

    Addì 17 ottobre 2012

    Ma guai a voi, farisei, che pagate la decima della menta, della ruta e di ogni erbaggio, e poi trasgredite la giustizia e l'amore di Dio. Queste cose bisognava curare senza trascurare le altre.
    Guai a voi, farisei, che avete cari i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze.
    Guai a voi perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo».
    Uno dei dottori della legge intervenne: «Maestro, dicendo questo, offendi anche noi».
    Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!

    Luca 11,42-46

  13.  

    Guai a voi, farisei, che avete cari i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze

    Se accendiamo la tv chi vediamo ai primi posti nelle cerimonie, manifestazioni, sfilate?
    Ci sono sempre gli stessi, i vip, la classe dirigente, i generali, i vescovi, gli alti funzionari dello stato, i ricchi.
    Quanto sarebbe bello scorgervi l'operaio, la casalinga, l'impiegato comunale, il ragioniere. Quanto sarebbe bello se non ci fossero distinzioni, se ogni uomo fosse considerato uguale ad un altro.
    Eppure da sempre non è così. Chi è importante, chi ha un ruolo nella società, chi è ricco siede ai primi posti e tutti si affannano a dargli il prestigio che riteniamo debba avere.
    Sono formalismi e non cambia la vita dell'operaio o della casalinga sedersi ai primi posti un una manifestazione, ma nella pratica i ricchi ed i potenti passano sempre avanti a tutti, che ne abbiano o meno diritto.
    Il Signore duemila anni fa è venuto al mondo per dirci che questo è sbagliato, per avvertirci che non è cosa buona stringere mille mani, come fanno molti politici, dare carezze ai bambini, elargire sorrisi a destra e a manca e poi non aiutare chi ha bisogno, non ricevere chi chiede un consiglio, non contribuire alla crescita della società, magari, è storia di oggi come di ieri, rubando sempre più per avere un tenore di vita ogni giorno più alto, caricando di tasse o pesi la povera gente e andando a giro su macchine di lusso.
    Il mio babbo era un commercialista che spesso lavorava per il tribunale nei casi di fallimenti, amministrazioni controllate e concordati fallimentari. Il suo ruolo era quello di trovare una mediazione o per chiudere un'azienda o per cercare di trovare una strada per risanarla. Molti professionisti che si trovano in tali situazioni tendono a fare gli interessi della proprietà perché da essa possono derivare favori, lavori futuri e talvolta qualche regalo extra. Mio padre è sempre stato amato dagli operai perché anteponeva le loro esigenze a quelle dei proprietari dell'azienda, tanto che uno dei suoi più cari amici, che ancora oggi ogni tanto sento nel ricordo del mio papà, era un sindacalista della CGIL.

    Occuparsi oggi di bambini è una lotta di ogni giorno. I politici se ne disinteressano perché i minorenni non votano, perché un bambino tolto alla famiglia di origine è cosa mal vista dagli elettori, perché l'affido ha un costo e quindi vengono tolte risorse che potrebbero essere destinate a opere che possano portare applausi, consensi, voti.
    E' anche per questo che dobbiamo lottare per loro, per i bimbi che non hanno voce. Sono loro che dobbiamo mettere ai primi posti nelle nostre manifestazioni, nella nostra vita.

  14.  

    Addì 18 ottobre 2012

    Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
    Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe.
    Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi;
    non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada.
    In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa.
    Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi.
    Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa.
    Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi,
    curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio

    Luca 10,1-9

  15.  

    Non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada

    Qualche giorno fa ero a fare funghi in bosco, assorto nella ricerca e nei miei pensieri. Passo accanto ad un cacciatore che mi chiama e mi apostrofa bonariamente dicendo "Ehi Riccardo, non si saluta più?". Nemmeno mi ero accorto della sua presenza perché andavo per la mia strada, senza distrazioni, pensando a quello che dovevo fare.
    E' in questo senso che il Signore ci intima di non salutare nessuno per la strada, non per maleducazione o per non fare amicizia, ma quando abbiamo un compito da svolgere dobbiamo pensare solo a quello, senza distrazioni.
    Questo non vuol dire che coloro che si occupano del prossimo non possano avere momenti di svago, ma solo che il pensiero principale debba essere quello. Nei primi anni di Associazione, quando mio padre cominciava ad accorgersi che mi stava perdendo come commercialista, che la vita per i bambini mi attirava sempre più, mi diceva che avrei potuto occuparmi dei ragazzi come volontariato e nel contempo portare avanti lo studio professionale. Riflettei molto su questo, ma arrivai alla conclusione che se si vuol far bene una cosa, si deve fare solo quella. Così a testa bassa cominciai a percorrere quel ripido sentiero. Lasciai a casa tutto ciò che mi avrebbe potuto appesantire ed armato di tanta buona volontà mi incamminai sulla strada che avevo davanti. Bisaccia, borsa, sandali sono esempi di cose materiali alle quali non sappiamo rinunciare, ma se imbocchiamo la strada segnata da Dio non avremo nulla da prendere, ci farà trovare Lui tutto ciò di cui necessitiamo. Così è stato per me sin dall'inizio. Ho chiuso con il mio passato ed ho guardato solo avanti, ed il Signore mi ha dato molto di più di ciò che avevo, molto di più di ciò che avrei potuto desiderare, molto di più di ciò che umanamente mi sarei mai meritato.

  16.  

    Addì 19 ottobre 2012

    Nel frattempo, radunatesi migliaia di persone che si calpestavano a vicenda, Gesù cominciò a dire anzitutto ai discepoli: «Guardatevi dal lievito dei farisei, che è l'ipocrisia.
    Non c'è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto.
    Pertanto ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce; e ciò che avrete detto all'orecchio nelle stanze più interne, sarà annunziato sui tetti.
    A voi miei amici, dico: Non temete coloro che uccidono il corpo e dopo non possono far più nulla.
    Vi mostrerò invece chi dovete temere: temete Colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geenna. Sì, ve lo dico, temete Costui.
    Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio.
    Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete, voi valete più di molti passeri

    Luca 12,1-7

  17.  

    Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio

    Quando vediamo una persona sola, un poveretto che chiede l’elemosina ci viene da dire “abbandonato da Dio e dagli uomini”. Niente di più sbagliato. Quanti di noi si sono sentiti abbandonati dalle persone, amici che non ci sono nel momento del bisogno, figli che escono di casa e non fanno più nemmeno una telefonata, mogli o mariti che trovano l’amante e fuggono dalle loro responsabilità. Nessuno però è abbandonato da Dio, Egli, diceva Madre Teresa, ha il nostro nome scritto sul palmo della Sua mano e non si dimentica di nessuno. I ragazzi da accogliere in affidamento sono abbandonati da tutti, le famiglie non li vogliono o li maltrattano, i servizi sociali li vedono come pratiche, i Comuni come una voce di spesa, le famiglie non li vogliono perché sono figli altri, o perché sono difficili, o perché troppo grandi. Dio non li dimentica, ma l’uomo tende ad escluderli dalla propria vista, vorrebbe tenerli nascosti come si tiene la spazzatura rinchiusa in cucina quando viene un ospite. Ma i ragazzi non sono spazzatura, sono cibo per la nostra anima. Dobbiamo far si che le istituzioni e le famiglie si ricordino ogni giorno della loro esistenza, e non solo quando accade un fatto di cronaca che scuote per un istante l’opinione pubblica. Siamo chiamati a far sentire la loro voce, dobbiamo essere i loro megafoni e far capire le ragioni per cui è necessario accoglierli in affidamento, dobbiamo fare in modo che nessuno si scordi di loro, che vengano accolti, accuditi, amati perché sono esseri umani come noi, sono nostri figli alla pari di coloro che nascono dalle nostre pance. Ricordiamoci di loro.

  18.  

    Addì 20 ottobre 2012

    Inoltre vi dico: Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio;
    ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.
    Chiunque parlerà contro il Figlio dell'uomo gli sarà perdonato, ma chi bestemmierà lo Spirito Santo non gli sarà perdonato.
    Quando vi condurranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi come discolparvi o che cosa dire;
    perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire»

    Luca 12,8-12

  19.  

    Chi mi rinnegherà davanti agli uomini sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio

    Vi è mai successo di scorgere qualcuno che cambia marciapiede per non incontrarvi? E’ una cosa che fa molto male perché significa che si è interrotto il dialogo, che quella persona non vuole avere più nulla a che fare con te. Lo stesso accade spesso nelle famiglie, genitori che non si parlano più, figli che vedono la casa come un albergo ove andare a mangiare e dormire e non rivolgono neppure un saluto al papà e alla mamma. Anche in questo caso la mancanza di dialogo è la causa di tanta sofferenza. Così accade spesso nei confronti di Dio, una chiusura totale verso di Lui, non riconoscerlo, evitarlo, rinunciare a capire.
    Sono sempre convinto che in ogni cosa che accade ci sia del buono, che ogni persona abbia un lato positivo, lo so perché credo in Dio, nella Sua bontà. E’ un po’ come andare a fare funghi in bosco, se so che in una certa zona nascono i porcini li cerco con insistenza, guardo sotto ogni foglia, sposto ogni ramo, entro dentro ciascun roveto e se c’è un porcino, lo trovo. Se non lo vedo non penso che lì non ci siano funghi, ma mi do altre spiegazioni come ad esempio il fatto che possa essere già passato qualcuno prima di me, oppure che non è il giorno giusto per il freddo o per la pioggia, ma mai penserò che in quella zona non possano nascere i porcini.
    Così deve essere con Dio, qualunque cosa accade io so che è la cosa giusta e cerco di capirne il motivo, ma anche se non ci riesco, resta ferma in me la certezza che ciò che è accaduto fosse ciò che era giusto che succedesse, anche le cose apparentemente negative come la morte di una persona cara. E’ in questo senso che dovremmo riconoscere Dio sempre e comunque davanti agli uomini, gridare la nostra Fede da ogni terrazzo, non vergognarsi mai di credere in Lui, nemmeno quando accadono cose che non sappiamo spiegare e molti uomini maledicono il Signore per il male che è piovuto loro addosso. Anche il male può essere un bene, dobbiamo solo avere il coraggio di andare oltre le apparenze.

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  20.  

    Addì 21 ottobre 2012

    E gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo».
    Egli disse loro: «Cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero:
    «Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
    Gesù disse loro: «Voi non sapete ciò che domandate. Potete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo».
    E Gesù disse: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete.
    Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
    All'udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni.
    Allora Gesù, chiamatili a sé, disse loro: «Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere.
    Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore,
    e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti.
    Il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti»

    Marco 10,35-45

  21.  

    Il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire

    Avete mai visto un politico, un re, un arcivescovo venire a casa vostra a preparavi il pranzo, pulire casa, portare i bambini a scuola, andare a farvi la spesa, eppure sono molto meno di Dio, ma Gesù ha pulito i piedi ai Suoi discepoli, asciugato lacrime, curato malati, dato da mangiare a migliaia di persone, fatto visita a ladri e prostitute.
    E noi cosa facciamo? Aspettiamo che siano sempre gli altri a venire da noi, a chiederci scusa, a dirimere una controversia. Vogliamo sempre che l’altro ci serva, ci riverisca, ci dia qualcosa, ci faccia un piacere e, forse, quando riceviamo siamo meglio predisposti a considerare l’idea di poter fare noi un favore ad un altro, purché non mi costi troppa fatica, non mi occupi troppo tempo, non mi distolga dai miei importantissimi impegni quotidiani e, soprattutto, che non sia qualcosa di valore superiore a quanto ricevuto. Oggigiorno sono pochi coloro che danno la propria vita per gli altri, che si dedicano al prossimo senza chiedere nulla in cambio. Sapete quale è la motivazione che spinge qualcuno a dare senza ricevere? E’ quella cosa che si chiama “passione”, quella forza che ti prende, ti agita e ti fa compiere azioni, talvolta anche pazze, perché pieni di entusiasmo, di amore, di gioia, sentimenti che soddisfano e da soli ripagano per ogni sacrificio che si debba sostenere. Passione per l’uomo, Passione per la natura, Passione per l’ecologia e tante altre le motivazioni dentro l’anima, ma per chi ha Fede è sostanzialmente Passione per Dio, Amore verso chi ci ama con tutto il cuore, e quando c’è Passione non abbiamo bisogno d’altro. Mi accorgo spesso che ai ragazzi manca la Passione. Quando chiedo loro cosa gli piacerebbe fare rispondono con un laconico “non lo so”. Se provi ad avanzare delle proposte tipo andiamo a fare funghi, oppure andiamo a pescare, o andiamo a trovare un malato a caso in ospedale trovano mille scuse, oppure vengono a testa bassa come se quella fosse la punizione più grande. Osservandoli si vede che non hanno nessuna Passione, non sono innamorati di niente, non hanno quella bellissima, sana follia che ti fa amare, correre, ridere, fare il matto, che ti fa svegliare alle 4 del mattino e andare a letto a mezzanotte, che ti fa abbracciare il povero, il malato, il bambino maltrattato perché il dare è di per sé stesso un ricevere. A volte ci dicono “bravi che vi occupate di bambini”, ma non capiscono che non siamo bravi, perché la Passione che ci anima ci fa gioire ogni volta che possiamo fare qualcosa per loro.
    Che tristezza vedere chi non ha una Passione verso il prossimo, quante energie potrebbero essere usate per crescere, amare, sentirsi amati. Prendiamo chi abbia passione per uno sport. E’ bella cosa svegliarsi la mattina per allenarsi prima di andare al lavoro o a scuola, è bellissimo superare i propri limiti, è bellissimo vincere le gare ed essere osannati, ma tutto è finalizzato a sé stessi. Pensate a chi abbia la passione e la metta al servizio degli altri, che so uno che ama la pallacanestro e anziché giocare, allenarsi, fare mille partite e campionati, crei una squadra con bambini del quartiere togliendoli di fatto dalla strada, trasmettendo loro quella passione, portandoli a superare i propri limiti, insegnando loro il valore del sacrificio, della lotta, della fatica per raggiungere un risultato.
    Passione, oggigiorno manca perché è nascosta in ognuno di noi dietro al velo della pigrizia, del consumismo, dell’egoismo. Spolveriamo il nostro cuore e facciamola emergere, facciamo uscire la passione che è dentro di noi, passione per qualsiasi cosa, e mettiamola al servizio degli altri, al servizio di Dio.

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  22.  

    Addì 22 ottobre 2012

    Uno della folla gli disse: «Maestro, di' a mio fratello che divida con me l'eredità».
    Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
    E disse loro: «Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell'abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni».
    Disse poi una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto.
    Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti?
    E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni.
    Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia.
    Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà?
    Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio»

    Luca 12,13-21

  23.  

    Tenetevi lontano da ogni cupidigia

    Le persone sono buffe perché freneticamente corrono tutta la vita per accaparrasi quanto più sia possibile. Se uno possiede una macchina lavorerà moltissimo pur di averne una più bella, se già possiede una casa si affaticherà al massimo per averne una più grande, e che dire del conto in banca? Cupidigia, accaparramento, non sapersi accontentare, non sapersi fermare. Pensare che tutto sarà eterno ci porta a sudare dalla mattina alla sera senza fermarsi, senza assaporare la vita, senza nemmeno poter godere il frutto delle nostre fatiche, ma soprattutto senza depositare nulla nel conto corrente del cielo. Eppure la vita si fermerà anche per noi e tutto quello che avremo accaparrato sarà di altri, anzi capita spesso che in molti, talvolta anche i figli, non vedono l'ora che noi moriamo per potersi impadronire di quanto abbiamo messo da parte. Oggigiorno siamo tutti ecologisti, preserviamo l’ambiente, ci scandalizziamo se qualcuno lascia una cartaccia nel bosco, ed è un bene avere questo tipo di coscienza, ma siamo stolti perché proteggiamo la natura, ma da essa non impariamo assolutamente nulla. Avete mai visto una volpe avere due tane, uno scoiattolo o una formica accumulare cibo oltre a quello che possa servirgli per trascorrere l’inverno, oppure un leone che voglia dominare su due o più territori? Ogni animale istintivamente si procura quello di cui necessita ed utilizza il tempo che gli rimane per giocare, riposare, stare con i propri figli. Noi uomini a questo dovremmo aggiungere che potremmo dedicare parte della nostra vita, del nostro tempo alle persone che per varie ragioni non riescono ad avere quello che noi siamo riusciti ad ottenere. Ci avanza del denaro? Anziché comprare la seconda casa diamo un tetto a chi è costretto a dormire sotto i ponti. Quanti progetti si potrebbero fare con un po’ di soldi, con gli avanzi di tante persone, spiccioli per molti, cambiamento di vita per altri.

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  24.  

    Come sapete queste sono riflessioni che scrivo al mattino e poi ogni sera discuto con i ragazzi. Ieri è stata una serata dove mi sono accalorato perché non sento in loro nessuna passione, solo una, Eleni, è piena di ardore in ogni cosa che fa. Ho provato a spiegare che in ogni cosa che facciamo dobbiamo mettere passione, anche in quelle che non ci piacciono, perché solo così potremo fare bene. Dobbiamo andare a lavorare? Ok, mettiamo passione e faremo bene, non mettiamocela e non saremo bravi nel nostro lavoro. Così per lo studio e per ogni altra cosa. La passione poi potrà anche fare il miracolo che una cosa che non ci piace possa arrivare a piacerci. Una di loro mi ha risposto "a me piace fare funghi, ma non posso avere passione perché sono le prime volte". Come faccio per farle capire che passione si deve mettere in ogni cosa che facciamo, da subito? E' come essere tristi in un contesto come il nostro, in un gruppo oppure ad una festa. E' vero che sorridere quando dentro vorremmo piangere può essere falsità, ma è anche vero che quando si è con gli altri non possiamo sempre far pesare la nostra tristezza perché se vogliamo bene a quelle persone vogliamo che stiano bene, ma il nostro viso sconsolato o triste non porta gioia alle persone che abbiamo intorno.

    • CommentAuthormarisa
    • CommentTime22 Oct 2012
     

    Salve a tutti! Volevo lasciare qui un piccolo contributo a voi credenti con la presunzione che vi possa essere di conforto nei momenti difficili del vostro affido.
    Vi racconto il primo affido della storia dell'umanità. Era un piccolo grande uomo che nella sua semplicità ha accettato un figlio non suo. E' stato difficile, anzi difficilissimo, per quell'umile falegname accettare quella voce che gli diceva “ ti affido mio figlio”.
    Sgomento, paura , ma una sola certezza seguire la volontà della Voce. Una volta metabolizzato la novità, come tutti i padri del mondo avrà iniziato a fantasticare sulle cose che potevano fare insieme, lo avrebbe cresciuto come se fosse stato suo figlio, gli avrebbe insegnato il suo mestiere e invece.....l'ennesima batosta ....quel bambino oltre a non essere suo, era un bambino diverso dagl'altri....parlava in modo strano ...non amava stare con i suoi coetanei , non avrebbe mai imparato a fare il falegname.
    Di nuovo sgomento e paura...... che fare?
    Guardarlo negl'occhi e amarlo così com'è....proteggerlo come aveva fatto durante la strage degl'innocenti. Restare per tutta una vita nell'ombra e soffrire in silenzio per quel figlio “diverso” che molti deridevano ma che lui amava.
    Giuseppe, piccolo grande uomo che l'umanità spesso ignora ma che è stato –se mi posso permettere – il papà affidatario n° 1, di un bimbo che è poi diventato luce e speranza di molti nel corso dei secoli.
    Ciao.

  25.  

    Addì 23 ottobre 2012

    Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese;
    siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa.
    Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.
    E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell'alba, li troverà così, beati loro!

    Luca 12,35-38

  26.  

    Siate pronti, con la cintura ai fianchi

    Non c'è momento della vita in cui tutto possa cambiare, sia in meglio che in peggio. Può arrivare una telefonata che ci fa ritrovare un amico, che ci fa arrivare un'eredità, oppure la vittoria di un concorso nel quale non si sperava, ma anche il responso medico circa una brutta malattia nostra o dei nostri cari, un incidente stradale, la morte.
    Se siamo pronti, preparati, specie alle difficoltà, al momento in cui si presentano sapremo come affrontarle e ne usciremo a testa alta, seppur con le ossa rotte e doloranti, ma se non siamo preparati gli eventi ci travolgeranno e la nostra vita sarà un inferno. Ai miei ragazzi dico sempre di studiare, di allenarsi nei principi, di conquistare le persone con le loro opere, di accantonare un po' di crediti da utilizzare in futuro quando serviranno. Ma purtroppo non ascoltano molto. Vedono il presente, vedono l'abbondanza, hanno una casa, vestiti, acqua corrente, riscaldamento e tutto gli sembra dovuto, pensano che sarà sempre così. Illusi. Tutto può cambiare anche oggi stesso e si possono ritrovare dalla sera alla mattina in tutt'altra situazione. Non vale tutto questo solo per i ragazzi, vale anche per noi. Quante cicale ci sono al mondo e quante poche formiche. Dobbiamo essere pronti all'incontro con Dio, perché oggi ci siamo e domani non lo sappiamo. Dobbiamo essere in costante dialogo con Lui perché al momento in cui dovessimo aver bisogno del Signore Lui dica "non vi conosco".

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  27.  

    Addì 24 ottobre 2012

    Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa.
    Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pensate».
    Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
    Il Signore rispose: «Qual è dunque l'amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo?
    Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro.
    In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
    Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi,
    il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l'aspetta e in un'ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli.
    Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse;
    quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più

    Luca 12,39-48

  28.  

    Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?

    A volte chi ha Fede pensa che il Signore parli solo a lui. Chi crede in Dio ma si sente lontano da Lui per cose che non gli tornano o per troppi peccati commessi invece pensa che il Signore non parli per lui. Chi non crede in Cristo non sa che il Signore parla anche per lui.
    Le parole del Signore sono insegnamenti di vita per tutti, sono una filosofia che va al di là della nostra vita terrena. Le persone leggono di tutto, dai romanzetti rosa alle riviste scandalistiche, dalla cronaca nera ai romanzi polizieschi, ma in molti si guardano bene dal leggere il Vangelo, eppure è un bellissimo libro che insegna bellissimi principi sui quali tutti dovremmo interrogarci. Valori che se accolti e inseriti nella nostra vita quotidiana migliorerebbero la vita di tutti. Oggigiorno nella nostra società mancano degli ideali da seguire, manca una morale. Si seguono cantanti, attori, calciatori, si pende della loro labbra, lasciamo che ci insegnino a parlare, a vestire, a mangiare e come pecore li seguiamo anche dovessero cascare in qualche burrone. Eppure in pochi seguono Gesù, la Sua dottrina, i suoi insegnamenti. La Chiesa ha fatto errori e per molti li fa ancora, ed essendo fatta di uomini in certi casi è persino vero, ma il Vangelo è altra cosa. Lo si può leggere anche senza essere mai entrati in una chiesa, aver mai partecipato ad una Messa, essere stati battezzati.
    Con i miei ragazzi ogni sera facciamo una riunione, partiamo da una frase del Vangelo del giorno per arrivare a parlare dei problemi che ognuno di noi incontra nella quotidianità, cercando di vedere la cosa da due punti di vista, sia dalla parte di chi crede, ma valutiamo ciò che quel giorno ci dice il Vangelo anche con gli occhi di chi non ha Fede, ci interroghiamo su quale sia l'insegnamento che Gesù, che parla a tutti attraverso il Vangelo, quel giorno vuole darci.
    Oggi, ad esempio, ci dice di stare pronti perché non sappiamo quando scoccherà la nostra ora, quando dovremo morire.
    Dal punto di vista del credente queste parole suonano come un avvertimento del Padre a comportarci sempre bene per non salire in Paradiso con la coscienza sporca.
    Dal punto di vista di chi non ha Fede è un monito a comportarci sempre bene per non lasciare un brutto ricordo di noi su questa terra, specialmente in considerazione che se ci fosse un al di là (possibilità che nemmeno un ateo convinto può obiettivamente scartare) sarebbe meglio arrivarci puliti e senza aver fatto cose di cui vergognarsi che potrebbero compromettere la nostra vita eterna, nel caso ce ne fosse una.

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  29.  

    Addì 25 ottobre 2012

    Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse gia acceso!
    C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto!
    Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione.
    D'ora innanzi in una casa di cinque persone
    si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera»

    Luca 12,49-53

  30.  

    C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto!

    Quante volte ci capita di non dormire notti intere pensando a cose che dovremo fare, passaggi obbligati della vita, ma che ci turbano profondamente. Ansie, preoccupazioni, malattie, esami, ognuno ha il suo peso, la sua croce.
    Gesù sapeva che sarebbe dovuto morire, era uomo come noi, provava le nostre stesse sensazioni, sudava come sudiamo noi, uguale a noi fuorché nel peccato. Ora pensate di essere stati condannati alla pena di morte per un reato che non avete commesso, ed avere già chiara la data dell'esecuzione. Quanta angoscia albergherebbe in voi? Quante notti insonni, quanta fatica nel proseguire la vostra vita che ha un termine? Riuscireste a pensare agli altri?
    Quando penso questo mi immedesimo in Gesù, non una condanna per Lui, ma una scelta d'amore, come il francescano Massimiliano Kolbe che offrì la sua vita per salvare quella di un padre di famiglia condannato alla morte per fame dalla gestapo. Siamo disposti a morire per uno sconosciuto? Non credo. Ognuno cura il proprio orticello, pensa alla sua vita, ai suoi spazi, al suo futuro. Ma quanti pensano agli altri, specie se non c'è un legame di sangue? Madri che darebbero la vita per i figli ne ho conosciute tante, mia madre per prima si sarebbe buttata nel fuoco per me, ma pensateci, cosa sareste disposti a fare per uno sconosciuto?
    Ben poco, immagino sia la risposta di molti, purtroppo. In pochi darebbero la vita per un altro, ma difficilmente questo ci viene richiesto. Ciò che il Signore nel Vangelo ci domanda è cosa siamo disposti a donare di noi stessi, al di là del superfluo? Troppo spesso la risposta è "niente", ho già tanti problemi per conto mio, perché addossarmi i problemi di altri che nemmeno conosco? Ma chi sono gli altri? Sono figli di Dio, come lo siamo noi, sono nostri fratelli, figli, padri, madri, sangue del nostro sangue, stesso dna che deriva dalla nostra condizione umana e ben pochi sono coloro in grado di dare qualcosa per migliorare la vita di altri. Non parlo di denaro, sarebbe fin troppo facile, parlo di sé stessi. Una cena con un amico noioso che ti parla dei suoi problemi, un'ora da dedicare a chi soffre, una giornata di fatica per aiutare qualcuno in un lavoro. Cose difficili? Al giorno d'oggi così vediamo il volontariato, l'accogliere un bambino in affidamento, il portare avanti un rapporto impegnandosi oltre ogni limite, il sacrificare la nostra esistenza per il bene di un gruppo di persone. Vi garantisco che non sono sacrifici fini a sé stessi, sono investimenti, sono mattoncini che costruiscono le fondamenta della nostra felicità. Vivere per gli altri è strettamente proporzionale alla felicità che possiamo avere. Tutti noi dovremo morire, tutti passeremo momenti tristi e bui, tutti saremo oggetto di giudizi negativi, ma l'unica arma per combattere la paura di questi momenti è l'Amore. Più ameremo e maggiore sarà la gioia che riceveremo, non tanto un contraccambio da coloro che aiutiamo, quanto la certezza che stiamo facendo qualcosa di buono della nostra vita.
    Ditemi se dei migliaia commercialisti, avvocati, commercianti che ci hanno preceduto, che hanno vissuto e che sono morti si ha un vago ricordo. Le loro gesta si perdono nel tempo. Ma un solo atto di bontà, oppure una vita spesa per gli altri, porta ad essere ricordati per sempre, ma sopratutto porta gli altri a prendere esempio e migliorare il mondo. Penso che chiunque di voi vorrebbe essere ricordato per aver vinto il Nobel per la medicina per aver sconfitto il tumore, ecco qui in ballo c'è molto di più, c'è la vita eterna, che è ben più di un Nobel. Ogni ricercatore che tenta di trovare la strada per addivenire ad un vaccino, ad una cura per certe malattie, fa mille tentativi e nella maggior parte delle volte non riesce a fare un passo avanti, pur dedicando la vita a questa sua missione. Aiutare il nostro prossimo, rendersi disponibili alle esigenze di coloro che incontriamo sul nostro cammino non è tempo perso, ma ogni minuto che dedichiamo agli altri è gioia che aggiungiamo nel nostro cuore, è il Nobel che il Signore ci assegna ogni giorno, senza clamori, nella semplicità della vita, ma sono proprio le cose semplici quelle che ci rendono maggiormente felici.

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    • CommentAuthorclod
    • CommentTime25 Oct 2012
     

    Donarsi agli altri.................è bello sentirlo dire, ma se provi a farlo anche tu allora puoi capire veramente la gioia che trasforma il sacrificio, lo sperimenti veramente e tutte le parole che hai detto Riccardo hanno valore; se non proviamo a metterci in gioco (con l' affido o con qualsiasi altra forma di volontariato, riconosciuta in una associazione o no) non avremo quella pace, serenità a cui Gesù ci invita, perchè solo spendendo la vita per gli altri guadagnamo la nostra:face-smile:

  31.  

    Addì 26 ottobre 2012

    Diceva ancora alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: Viene la pioggia, e così accade.
    E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade.
    Ipocriti! Sapete giudicare l'aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo?
    E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?
    Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada procura di accordarti con lui, perché non ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all'esecutore e questi ti getti in prigione.
    Ti assicuro, non ne uscirai finché non avrai pagato fino all'ultimo spicciolo»

    Luca 12,54-59

  32.  

    Perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?

    Quante volte ci mettiamo in cattedra a voler insegnare a chiunque come si fa a vivere. Riusciamo a vedere negli altri ogni possibile difetto, ma non siamo in grado di valutare ciò che nella nostra vita c'è di giusto e cosa di sbagliato. Il vero problema non è tanto il non saper giudicare le nostre azioni, ma semmai il non volerlo fare. Con i miei ragazzi ne ho un esempio praticamente quotidiano. Hanno una buona capacità di critica verso il mondo, riescono a vedere le cose storte, sono pronti a fare battaglie per le ingiustizie dell'umanità, ma come sono deboli nel vedere le loro mancanze. Giudicano le bugie e le falsità con forza, ma sono i primi ad usarle per poter ottenere qualcosa. Non si deve generalizzare, infatti ognuno di loro sta facendo un suo percorso. Alcuni cominciano a guardarsi allo specchio e riescono a vedere gli sbagli che fanno, specie se li accostano ai comportamenti di altri giudicati negativamente da loro stessi, altri purtroppo prediligono la comodità di poter avere ciò che desiderano senza lottare e cercano di accaparrarsi ogni cosa senza chiederla né meritarla, anzi, giustificano ogni loro atto come necessario per arrivare ad avere tutto e più di tutto. Quelli più onesti vedono gli altri superarli, vedono che coloro che mal si comportano hanno ciò che desiderano e diventa difficile, specie per un adolescente, restare nei limiti della correttezza. Ma spiego sempre loro, per dare forza a chi cammina sulla giusta strada e redarguire chi invece prende sentieri sbagliati, che alla lunga la tartaruga supererà la lepre. La vita è piena di ostacoli e chi non avrà imparato a lottare dovrà vivere di espedienti perché davanti ad ogni problema scapperà a gambe levate pur di non affrontarlo, pur di non dover ammettere di aver sbagliato. Uno dei nostri ragazzi, ormai arrivato a 24 anni, da diciannove con noi, ha preso a camminare su vie che lo portano lontano dalla correttezza e dalla legalità che abbiamo sempre cercato di trasmettergli. E' fuori casa da ormai due settimane e nell'unico incontro che ho avuto con lui ho provato a dargli quello che forse potrebbe essere l'ultimo insegnamento, di guardarsi allo specchio, individuare i suoi problemi e decidere di cambiare rotta. Ovviamente non è cosa facile e forse da solo non potrà mai farcela, ma se non decide che vuole cambiare e non comincia a lottare, nessuno potrà aiutarlo.
    Ognuno di noi deve imparare a guardarsi dentro, a fermarsi un istante e capire quale sia la direzione della sua vita per valutare cosa cambiare e cosa salvare, magari facendosi anche aiutare da qualcuno che ci vuole bene e di cui ci fidiamo.
    Io per primo se guardo indietro nel mio passato vedo miriadi di errori, di difetti, qualcuno sanato, qualcuno in via di lento miglioramento, ma altri ben duri da sradicare ed altri ancora che iniziano a prendere piede. Deve esserci un monitoraggio costante, non dobbiamo temere di confrontarci con noi stessi perché abbiamo tutti le forze per cambiare, per migliorarci, l'unica arma che ci serve è la nostra volontà. Se vogliamo, possiamo farcela.

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  33.  

    Addì 27 ottobre 2012

    In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici.
    Prendendo la parola, Gesù rispose: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte?
    No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.
    O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme?
    No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
    Disse anche questa parabola: «Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò.
    Allora disse al vignaiolo: Ecco, son tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno?
    Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora quest'anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime
    e vedremo se porterà frutto per l'avvenire; se no, lo taglierai»

    Luca 13,1-9

  34.  

    Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei?

    Siamo rimasti tutti scandalizzati dalle immagini di Leonardo, il bambino tolto con la forza alla madre dalla polizia per essere inserito in una comunità per essere "preparato" per un ritorno con il padre.
    Ecco, tutti ci scandalizziamo, ma cosa facciamo noi?
    Facciamo molto peggio, lasciamo che bambini come Leonardo continuino a stare in famiglie che non li amano, li maltrattano, li fanno crescere in modo distorto. Certo, è più facile non vedere, non sentire, lasciare che un bambino resti dove sia, tanto se poi succederà qualcosa ci penseranno le istituzioni.
    I bambini che non vengono aiutati saranno i delinquenti di domani, i genitori abusanti, gli stupidi che vagano per le città senza un lavoro vivendo di espedienti, magari saranno proprio quelli che violenteranno vostra figlia o vostra nipote.
    Quando un tribunale emette un decreto per togliere il bambino alla sua famiglia significa che ci sono fatti oggettivi che hanno portato a tale decisione, significa che la cosa è necessaria e non rimandabile. Nel caso specifico i servizi sociali avevano provato diverse volte a portare via il bimbo con le buone maniere, ma la ferma e illegale opposizione della madre non lo aveva permesso. Non rimaneva alto da fare che prenderlo con la forza. Non è stato bello per lui, questo è certo, ma pensate a quanto male possa avergli fatto la sua famiglia per lungo tempo, non fosse altro insegnandogli che alla legge ci si oppone con la forza.
    Ma sapete quanti bambini ci sono in Italia che sono in famiglie che li maltrattano? Si parla di oltre un milione di bimbi.
    Leonardo è stato fortunato. Ha avuto l'attenzione del tribunale e dei servizi sociali, ha un padre che è pronto ad accoglierlo in seno alla sua famiglia, ha alle spalle un comune in grado di accollarsi la retta per una comunità.
    Purtroppo in moltissimi casi, specie da Roma in giù, i comuni sono latitanti per evitare grane ed esborsi di denaro, le persone omertose che non segnalano i casi di abuso e le situazioni di dolore nei cuori dei bambini si moltiplicano all'infinito ripercuotendosi sulla nostra società.
    Ci indigniamo per un caso risolto, seppur in modo burrascoso, ma non ci importa nulla degli altri novecentonovantanovemilanovecentonovantanove bambini che ora, mentre tu stai leggendo, sono vittime di pedofilia, sono picchiati dai loro stessi genitori, sono mandati a prostituirsi, spacciare o venduti a commercianti di schiavi o di organi.
    Per loro non ci si indigna? Come mai?
    Per ipocrisia. Perché tutto quello che appare ci tocca, seguiamo la corrente che i media ci indicano, ma in pochi vanno a scavare, a capire, a sollecitare risposte ed ancor meno sono disposti a rimboccarsi le maniche per fare qualcosa anche per uno solo di questi bimbi.
    Ventidue milioni di famiglie in Italia, leviamo quelle che hanno problemi economici o sociali, consideriamo che di quel milione di bambini una buona parte non possono avere un aiuto dalle famiglie bensì dalle comunità, e vediamo che il problema dei ragazzi abbandonati a genitori che non li amano e non li rispettano potrebbe essere risolto in un attimo, avremmo più o meno una ventina di famiglie disponibili per ciascun bambino maltrattato. Risolveremmo in massima parte il problema della delinquenza, le mafie non avrebbero manovalanza, i pedofili rimarrebbero a bocca asciutta.
    Invece cosa facciamo? Ci scandalizziamo in un caso in cui lo Stato interviene.
    Ma siamo proprio dei grandissimi citrulli

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  35.  

    Addì 28 ottobre 2012

    E giunsero a Gerico. E mentre partiva da Gerico insieme ai discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, cieco, sedeva lungo la strada a mendicare.
    Costui, al sentire che c'era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».
    Molti lo sgridavano per farlo tacere, ma egli gridava più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
    Allora Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». E chiamarono il cieco dicendogli: «Coraggio! Alzati, ti chiama!».
    Egli, gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
    Allora Gesù gli disse: «Che vuoi che io ti faccia?». E il cieco a lui: «Rabbunì, che io riabbia la vista!».
    E Gesù gli disse: «Và, la tua fede ti ha salvato». E subito riacquistò la vista e prese a seguirlo per la strada

    Marco 10,46-52

  36.  

    Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!

    Che bella l'insistenza quando significa Fede, fiducia nell'altro. Mi è capitato talvolta di non avere il tempo di rispondere a qualcuna delle tante mail che mi arrivano per richiesta di consigli sull'affidamento. Qualcuno lascia perdere e magari penserà "ecco un altro che non risponde, che si propone e poi non fa", altri scrivono arrabbiati per la mancata risposta, ma taluni scrivono ancora, ed ancora e magari telefonano fin tanto che non ho risposto loro. Mi rende felice questa insistenza piena di fiducia, quasi come se solo io potessi risolvere il loro problema. Ecco come si sarà sentito Gesù quando il cieco gridava forte "Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!" come a dire "solo Tu puoi aiutarmi". E la risposta di Gesù "Và, la tua fede ti ha salvato" la dice lunga su come dobbiamo comportarci nella vita. Mia mamma diceva sempre "chi non ha denti non mangia", questo non significa essere noioso o fastidiosi, ma avere fiducia che quella persona possa risolvere il nostro problema. I ragazzi spesso rinunciano a chiedere, a combattere, a superare un ostacolo che trovano dinanzi e prendono in alternativa due strade, o rinunciano ai loro sogni, ambizioni, piaceri, oppure prendono con la forza ciò che desiderano rubando, imbrogliando, giocando d'azzardo, o rivolgendosi a persone che promettono la luna per poi toglierti la vita.
    Il Signore vuole che noi insistiamo, che lo facciamo senza usare parole cattive, ma con la fiducia del bambino che ha fame e non smette di piangere fin tanto che non ha ottenuto la pappa
    Uno dei nostri ragazzi di 24 anni ha preso strade sbagliate e da diversi giorni ormai dorme fuori casa non si sa dove. E' una gran pena che dopo 19 anni di vita insieme a noi non abbia ancora capito che le cose che vuole deve conquistarle, chiedere nel modo giusto e non accaparrarsele con la forza, l'inganno, il rubare. Spero che il suo comportamento serva agli altri come monito e come insegnamento per capire che certi percorsi portano a soddisfare nell'immediato alcune esigenze, ma il prezzo da pagare non vale il gioco. Perdere la fiducia, la quotidianità di un rapporto non è piacevole per nessuno, specie per un ragazzo in crescita che ancora non ha trovato la sua collocazione nella vita.

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  37.  

    Addì 29 ottobre 2012

    Una volta stava insegnando in una sinagoga il giorno di sabato.
    C'era là una donna che aveva da diciotto anni uno spirito che la teneva inferma; era curva e non poteva drizzarsi in nessun modo.
    Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei libera dalla tua infermità»,
    e le impose le mani. Subito quella si raddrizzò e glorificava Dio.
    Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, rivolgendosi alla folla disse: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi curare e non in giorno di sabato».
    Il Signore replicò: «Ipocriti, non scioglie forse, di sabato, ciascuno di voi il bue o l'asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi?
    E questa figlia di Abramo, che satana ha tenuto legata diciott'anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato?».
    Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute

    Luca 13,10-17

  38.  

    Tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute

    Avete mai notato quanta fantasia hanno le persone. E' incredibile la quantità di sciocchezze che riescono a tirare fuori dal cilindro pur di avvallare le loro contorte ipotesi ed arrivare a creare una ragnatela contro di voi. Per fortuna sono fili leggeri, tessuti su banali scuse e opinioni legate alla cattiveria, all'invidia e alla gelosia piuttosto che a fatti concreti, e poco possono fare contro la forza prorompente di un consenso di amici e di persone obiettive che credono in te e in quello che fai.
    Poco possono fare, ma fastidio ne danno. Dobbiamo andare oltre questo disagio e pensare che quelle ragnatele nulla possono fare contro di noi, sono solo piccoli ragnetti che ci circondano con i loro deboli fili perché non sanno costruire qualcosa in sinergia per il bene della comunità. La loro invidia e cattiveria non ci deve scalfire, anzi ci sia di stimolo ad andare avanti e combattere contro le loro maldicenza, falsità e talvolta illegalità.
    E' un po' come andare a funghi la mattina presto in una bella giornata di sole. Passando tra albero ed albero il nostro viso incontrerà le tele dei ragni, ma basta un niente per andare avanti e raggiungere il nostro scopo. Così è nella vita, bastano piccole azioni, basta essere uniti nel fine comune.
    Nell'affido, oggi più che mai stante la crisi economica anche a livello di istituzioni periferiche, mille sono le ragnatele con le quali i servizi sociali ed i comuni tentano di impedire l'accesso al loro bosco, fatto di tranquillità. Sembra assurdo, ma moltissimi comuni, in maniera più o meno velata, spaventano le famiglie affidatarie, impediscono loro l'accesso all'accoglienza dei minori. Le motivazioni sono tante, dalla mancanza di soldi al consenso per i politici che quando tolgono un bambino vengono bersagliati dai media. Non dobbiamo spaventarci, sono solo ragnatele inconsistenti. Si parlava ieri dell'insistenza. Ecco, questo è il caso. Non una rivoluzione armata fatta di carte bollate, e ce ne sarebbero gli estremi per molte inadempienze dei comuni, ma un incedere silenzioso e costante verso un fine comune. Una persona non cambia il mondo, dieci possono fare già qualcosa, ma un fronte comune ampio e solidale potrà far paura a chi si comporta male ed inadempiente, non tanto nei nostri confronti, ma verso quei bambini che hanno bisogno di amore e di una famiglia.
    Noi siamo piccolini, ma ci mettiamo tutto il nostro impegno per far conoscere l'affidamento, per contrastare le ragnatele che ogni giorno vengono tirate addosso a chi prova ad andare oltre i confini stabiliti dai comuni arbitrariamente.
    Piccoli passi i nostri che necessitano della vostra forza, del vostro sostegno, non parlo economicamente anche se avere disponibilità ampie di denaro aiuta a creare iniziative sul territorio, ma sopratutto aneliamo al vostro desiderio di conoscere fino in fondo il problema per poterlo contrastare, per poter dire all'assistente sociale "sbagli", per avere la forza di andare in tribunale e puntare il dito contro la latitanza dei comuni.
    Mi fanno ridere i politici che spaziano su mille tematiche e pensano di avere le chiavi per risolvere tutti i problemi, e la cosa buffa è che in molti gli credono, un po' come se medico convincesse tutti che grazie a lui i tumori verranno debellati, la fame nel mondo sparirà, saremo tutti agiati grazie al lavoro che lui creerà, ponti e strade saranno costruiti. Il medico deve fare il medico e dire alle persone, io ho due mani ed uno studio alle spalle, questo so fare, questo ho imparato e ce la metterò tutta per darvi il miglior risultato nella cura delle malattie, ma non aspettatevi miracoli da me. Con il vostro aiuto però faremo grandi cose perché unendo la forza dell'ingegnere, dell'idraulico, del commercialista, della mamma a tempo pieno, dell'avvocato, proveremo con determinazione a dire la nostra in tutti i campi, ma non vi promettiamo la luna, soltanto il nostro impegno che sarà tanto più forte quanto voi ci sarete vicini.
    Questo è l'affido oggi, questo è ciò che noi siamo: assolutamente nulla se non ci sarà il vostro appoggio, ma se quest'ultimo non mancherà, sono certo che riusciremo a cambiare qualcosa, un passo alla volta, fosse anche un piccolo cavillo nella legge sull'affidamento.
    Venite a trovarci, mettete a nostra disposizione le vostre conoscenze, capacità, sensibilità ed insieme riusciremo a trovare una famiglia a qualche bambino che in questo momento sta piangendo nella sua camera sperando che qualcuno, fosse anche con la forza, venga a toglierlo dalla sua condizione di sofferenza ed abbandono.

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  39.  

    Addì 30 ottobre 2012

    Diceva dunque: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo rassomiglierò?
    E' simile a un granellino di senapa, che un uomo ha preso e gettato nell'orto; poi è cresciuto e diventato un arbusto, e gli uccelli del cielo si sono posati tra i suoi rami».
    E ancora: «A che cosa rassomiglierò il regno di Dio?
    E' simile al lievito che una donna ha preso e nascosto in tre staia di farina, finché sia tutta fermentata»

    Luca 13,18-21

  40.  

    Un granellino di senapa

    Un granellino di senapa è piccolo piccolo, ma ha una forza dirompente. Al buio della terra, nel nascondimento, aiutato dal seminatore, cresce pian piano, ma diventa un arbusto, la pianta più grande dell'orto, tanto da poter dare riparo agli uccellini.
    Nessuno è troppo piccolo per poter fare cose grandi.
    Ognuno di noi è almeno un granellino di senapa in quanto esiste, altri saranno grandi come semi di quercia, ovvero ghiande, ma tutti noi siamo qualcosa, e non potremo mai essere meno di un granellino di senapa.
    Questo piccolo seme diventa grandissimo. Possiamo non credere in Dio, ma che in natura ciò che è piccolo diventa grande se non enorme, pensate alla sproporzione tra un seme di sequoia gigante e l'albero millenario che da esso nasce, sembra impossibile eppure è così. Ed allora forza, noi possiamo fare la differenza. Non siamo troppo piccoli per non poter dire la nostra, per non poter accudire un bambino, per non alleviare le sofferenze di un malato, per poter cambiare le leggi e la vita di fasce di persone, in primis i bambini, che soffrono solo perché noi non abbiamo il coraggio di lottare, oppure non crediamo all'evidenza che anche se piccoli possiamo fare grandi cose.
    Pensate ad un pizzicotto di lievito che, messo nella farina, la fa lievitare per produrre un cibo tanto prezioso come il pane.
    Noi tutti siamo il lievito del mondo ed è nostro dovere quello di far crescere la farina e sfamare chiunque ci sia vicino, sfamarlo con il nostro amore, accudimento, pazienza.

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  41.  

    Addì 31 ottobre 2012

    Passava per città e villaggi, insegnando, mentre camminava verso Gerusalemme.
    Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Rispose:
    «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno.
    Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete.
    Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze.
    Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d'iniquità!
    Là ci sarà pianto e stridore di denti quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e voi cacciati fuori.
    Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio.
    Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi»

    Luca 13,22-30

  42.  

    Sforzatevi di entrare per la porta stretta

    Già dall'adolescenza capiamo la differenza tra il bene ed il male, forse i ragazzi non hanno l'esatta percezione di tutto ciò che sia lecito e di cosa non lo sia, ma hanno gli strumenti per giudicare ogni singolo avvenimento, anche con l'aiuto di persone più mature di cui potersi fidare. Nessuno di noi potrà un giorno dire "ho sbagliato perché non sapevo", e se ciò dovesse accadere, può succedere una volta, non un numero infinito.
    Chi gioca d'azzardo, chi beve, chi violenta, chi uccide, chi risponde male è consapevole che quel comportamento non è cosa buona nei confronti degli altri. Allora cosa scatena ognuno di noi a comportarci male in talune situazioni? E' la nostra volontà, il desiderio di ottenere qualcosa nel modo più facile. Così chi alza la voce si vuole imporre per evitare la fatica di un ragionamento; chi beve o si droga vuole fuggire da una realtà di dolore, sofferenza, solitudine anziché impegnarsi a socializzare; chi ruba si vuole impossessare di qualcosa senza dover sudare per conquistarla; chi uccide vuole togliere un ostacolo dal suo cammino pensando soltanto a sé stesso; chi violenta si prende con la forza ciò che gli è precluso. Non saper accettare la realtà, trovare il modo più semplice per vivere, o meglio, per vivacchiare, per andare avanti un passo senza pensare al passo successivo, vivere oggi non pensando al domani, vivere egoisticamente senza alcun interesse per il prossimo.
    La porta stretta di cui parla Gesù, e qui la morale trova tutti concordi, anche chi non ha Fede, è quella di fare la cosa giusta, di faticare per conquistare un diritto, una persona o l'oggetto del nostro desiderio.
    In molti scelgono la strada larga, in molti rubano, le vicissitudini politiche degli ultimi tempi insegnano molto a tal proposito, ed ottengono tantissimo. Penso che per ogni persona che viene scoperta con le mani nella marmellata, ce ne sia uno stuolo dieci volte maggiore di gente che la fa franca. Non dobbiamo maledirli, a volte invidiarli e spesso prenderli da esempio dicendo "rubano tutti e non gli succede nulla, rubo anche io" oppure "ha rubato, è finito in carcere, ma dopo pochi anni è uscito e si gode il frutto delle sue ruberie, il gioco vale la candela, lo faccio pure io". Mi viene da domandare a lor signori "come vi sentite nel togliere risorse agli altri, come vi sentite nel vedere che in molti fanno la fame per pagare le tasse e voi le sottraete per il vostro godimento personale, come vi sentite a prendere un profumo da un negozio senza fare fatica?" In molti purtroppo si sentono furbi, più bravi degli altri, in gamba nel saper trovare gli escamotage nelle pieghe della legge e non si preoccupano di di cosa potrà succedere domani. Quello che in molti non vedono, quando invidiano chi pur rubando ha ottenuto tutto dalla vita, è il pensiero costante di essere scoperti, la perdita di affetti se finiscono in galera, la falsità delle persone che stanno loro vicino e, talvolta, il rimorso di aver fatto del male.
    Mia mamma diceva sempre "quando vai al letto guardati allo specchio, e durante il giorno fai di tutto perché alla sera tu possa vedere in quello specchio una persona onesta". Non è facile essere coerenti, fare la cosa giusta, lasciare da parte la vendetta ed abbracciare il perdono, sopportare per il bene degli altri. Non è facile, ma è necessario che ognuno si sforzi, come dice Gesù, di passare dalla "porta stretta", di scegliere quella strada che, seppur in salita e piena di ostacoli, ci porta alla conquista delle mete che ci siamo prefissati di raggiungere. Una alla volta.
    Madre Teresa diceva "non è bravo chi resiste alle tentazioni, è bravo chi non ha tentazioni", ed è su questo che dobbiamo lavorare. Non si deve essere tentati dall'avere ciò che non possiamo ottenere in modo corretto e legale, dobbiamo scacciare quel tarlo che a volte ci dice "prendilo", dobbiamo pensare ad altro, dobbiamo impiegare le nostre forze, energie, tempo, furbizia in qualcosa di costruttivo. Chi non ha mai provato non può capire di cosa stia parlando, ma quanto è bello ottenere qualcosa con la nostra forza di volontà dopo anni di duro lavoro svegliandosi alle 6:00 del mattino per andare a letto a mezzanotte con le mani o la testa doloranti, non dobbiamo guardare a coloro che senza fatica hanno conquistato in un'ora di furto, o con un semplice clik per un bonifico, mille volte di quello che a noi è occorsa una vita per guadagnarcelo. Avranno la villa ai Caraibi, lo yacht di sessanta metri, abiti firmati ed ogni sera berranno champagne, ma non avranno quello che le persone con i calli alle mani e il mal di testa possono vantarsi di avere: l'Onestà. Per molti non è un valore, è solo una stupidaggine perché nella giungla il più forte, il più furbo uccide il più debole, ma con una differenza, nella giungla c'è un equilibrio e non c'è animale che uccida l'altro o non si procuri cibo in altro modo se non ne ha una reale necessità per la propria sopravvivenza. L'uomo invece vuole avere di più, sempre di più e non si accontenta mai. Ho imparato, stando con i miei ragazzi, la semplicità delle cose, conquistare non per accantonare, ma per far vivere decentemente i bambini che il Signore vuole inviarci.
    L'onesta ti fa dormire sonni tranquilli anche quando ti accusano, ti fa godere in pieno delle giornate che vivi, ti fa amare da poche ma brave persone, ti fa sperare che il tentativo di passare sempre dalla porta stretta possa dare gioia a Colui che invochiamo perché ci aiuti e ci stia vicino.
    A volte, quando sento alla televisione che hanno scoperto un covo di un mafioso latitante e vi hanno trovato decine di immagini sacre, mi viene da pensare alla stoltezza di quelle persone, ma davvero pensano che il Signore possa esaudirli se continuamente rubano, ammazzano, taglieggiano, irretiscono minori per avviarli al crimine? Come possiamo pensare noi di essere ascoltati da Dio se non ci sforziamo di passare dalla porta stretta?

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  43.  

    Addì 1 novembre 2012

    In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli.
    Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:
    «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
    Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
    Beati i miti, perché erediteranno la terra.
    Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
    Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
    Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
    Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
    Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
    Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
    Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi

    Matteo 5,1-12a

  44.  

    Rallegratevi ed esultate

    La bellezza dell'avere Fede in Dio, ciò che fa la differenza con chi non crede, è la capacità di riuscire a vedere le cose brutte che ci capitano nella vita come una benedizione, come un qualcosa che ci avvicina a Dio, alla meta finale del nostro viaggio verso la vita eterna. E' Gesù nel Vangelo a dircelo, a promettercelo.
    Con estrema dolcezza ci dice chi saranno coloro che ospiterà nella Sua casa.
    I poveri in spirito. Non i forti, i potenti, i re, i miliardari, i vip, ma i "poveri in spirito", coloro che nella loro umiltà sanno di dipendere da Dio e a Lui si affidano. Quando i miei ragazzi cercano di farsi vedere uno più bravo dell'altro dico sempre loro che il più bravo è colui che è meno bravo.
    Gli afflitti. Chi ha nel cuore il dolore per la perdita di un figlio, un marito, un genitore, chi ha perso tutto per un terremoto. Ai miei ragazzi mostro le ferite dei loro cuori, la loro afflizione, le loro pene, poi alzo loro gli occhi e gli mostro quello che oggi hanno, il futuro roseo che li attende. Il Signore si è già manifestato con loro consolandoli.
    I miti. Chi con calma e pazienza dona un sorriso a chi inveisce contro di lui. I ragazzi si sa sono impulsivi ed i miei non sono da meno, ed ogni tanto alzano la voce, allora faccio loro vedere come Gesù contrastava i suoi detrattori, con mitezza. Avrebbe potuto rovesciarli dai loro piedistalli, disperderli in mille rivoli, farli a pezzi e dominare su tutti, ma la forza di Gesù è proprio questa, aver conquistato il cuore di miliardi di persone con il sorriso e l'amore.
    Coloro che hanno fame e sete della giustizia. Chi vede lo strapotere dei furbi e dei potenti che ogni giorno usano le leggi a proprio vantaggio è chiamato da Cristo a combattere, a cambiare le carte in tavola, a proporre un miglioramento nella situazione del momento. Sia esso il cambio di una legge o una modalità diversa di porsi con gli alunni. Quando i miei ragazzi mi chiedono "e noi cosa possiamo fare" ricordo loro quanto sia piccolo un semino e cosa riesca a fare con la sola forza che gli è stata donata da Dio. Nessuno di noi è troppo piccolo per cambiare il mondo, basta solo volerlo ed incamminarsi verso la giusta strada.
    I misericordiosi. Chi piange e si preoccupa davanti ad un bambino che chiede l'elemosina, ad un barbone che dorme al freddo sotto un pacco di cartoni, ad un anziano abbandonato in un ospizio. Dico ogni giorno ai miei ragazzi che essere misericordiosi è una condizione di essere, un qualcosa che abbiamo nel cuore, è il rispetto verso il prossimo, è immedesimarsi in lui e sentire sulla nostra pelle la sua sofferenza.
    I puri di cuore. Chi resta bambino dentro l'animo, chi non vede la malizia, chi non fa qualcosa con opportunismo, chi condivide tutto con gli altri, chi è pronto a dare la mano per fare amicizia e fare la pace. Ai miei ragazzi dico sempre "non diventate uomini e donne, restate bambini nel cuore". Giusto maturare, ma restare bambini significa apprezzare le cose semplici, interagire con chiunque come fosse il mio migliore amico.
    Gli operatori di pace. Coloro che al di là di tante parole e belle intenzioni si rimboccano le maniche ed ogni giorno escono per strada a portare un po' di cibo alle famiglie povere, che vedono le esigenze del vicino di casa e gli donano qualcosa per loro prezioso, un sorriso, una parola gentile, un semplice saluto. Ai ragazzi dico sempre che si può essere operatori di pace ogni giorno, ogni istante, basta non camminare a testa bassa e guardare negli occhi coloro che incontriamo, leggere in loro la sofferenza, la necessità e avvicinarcisi con amore, con dolcezza. Nessuno è troppo piccolo o troppo povero per donare un po' di gioia al nostro prossimo.
    I perseguitati a causa della giustizia. Coloro che pur facendo tutto bene, sono perseguitati da leggi ingiuste, come nel caso di dittature, ma anche all'interno della propria famiglia laddove uno dei coniugi sottometta l'altro, oppure i figli picchiano i genitori ormai anziani o i genitori abusano dei figli. Ai miei ragazzi insegno a ribellarsi alle ingiustizie, ma non sempre è facile e ci si trova spesso nella condizione di dover subire, di essere perseguitati per un proprio credo, per un ideale, per un'amicizia che abbiamo. Ecco, in questi momenti, il Signore è vicino a noi per darci la forza per accettare la nostra condizione, per ribellarsi affinché le ingiustizie finiscano, per contrastare con la mitezza e la purezza di cuore di un bambino. La gocciolina d'acqua sfonderà la roccia.
    Coloro che saranno insultati, perseguiti, calunniati a causa di Dio. Quanti assassini contro chi crede, quante volte siamo stati messi da parte perché abbiamo Fede, quante volte ci troviamo a dover subire le bestemmie di chi non ha rispetto per le nostre idee. Nella vita dei miei ragazzi ci sono stati tanti episodi nei quali hanno dovuto subire lo scherno degli altri, anche da parte degli adulti, anche da parte di coloro che sono chiamati a difenderli istituzionalmente o per scelta come nel caso dell'affido. Perseguitati per quello che dicono, per le denunce che fanno, per l'idea di voler seguire una strada, per il solo fatto di avere un'idea diversa da quella che altri vorrebbero che loro avessero. Per la loro Fede in Dio. Faccio loro coraggio, li supporto nell'avere coraggio delle proprie idee, di guardare lontano e vedere in fondo a questo cammino tortuoso che si chiama vita il volto dolce e sereno di Gesù che gioisce per la loro integrità e li attende per farli riposare fra le Sue braccia per l'eternità.

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    Addì 2 novembre 2012

    Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria.
    E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri,
    e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.
    Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo.
    Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato,
    nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.
    Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere?
    Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito?
    E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?
    Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.
    Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli.
    Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere;
    ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato.
    Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito?
    Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me.
    E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna»

    Matteo 25,31-46