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    • CommentAuthorclod
    • CommentTime12 Apr 2012
     

    abbiamo fatto alcuni incontri con l'assistente sociale che ci aiuterà a capire se potremmo essere una famiglia affidataria e nell'ultimo incontro ci ha accennato che i genitori biologici hanno diritto a decidere della salute e della fede del loro figlio, e che i genitori affidatari non hanno nessuna facoltà di prendere decisioni..................... in quel momento non abbiamo avuto il tempo per approfondire questa cosa , ma che cercheremo di affrontarla oggi pomeriggio nell' incontro che avremo.

    ho pensato però di sottoporre la questione a voi del forum che magari avete già dovuto affrontare nei vostri affidi oppure che ne sapete più di noi.

    Aspetto vostre opinioni :face-monkey: GRAZIE

    • CommentAuthormarisa
    • CommentTime12 Apr 2012
     

    anche a me durante il corso mi è stato chiesto se gl'avessi fatto frequentare la chiesa io ho risposto semplicemente che non essendo mio figlio ciò che mi dicevano di fare l'avrei fatto. Durante il corso però ho visto coppie con un approccio diverso dal mio nel senso che per almeno il 70% delle coppie senza figli si percepiva la necessità di sopperire con l'affido allla mancanza di un figlio. Secondo me è sbagliato perchè si creano delle aspettative che un bimbo già con delle difficoltà non può assolvere. Noi possiamo proporre ma no imporre. Alla comunità dove faccio volontariato mi hanno insegnato a trattare con i bimbi come se fossero degli individui adulti pensanti con una personalità già formata(sbagliata ma formata),sta a noi scardinare ciò che è sbagliato nella loro personalità ma non imponendo le nostre convinzioni bensì aiutandoli a capire che con tranquillità possono accedere ad un ventaglio di opzioni che di diritto gli spettano. Sono stata chiara?

  1.  

    Credo che non si possa prescindere, nel dare insegnamenti ad un bambino, dalle proprie idee, convinzioni, dalla propria Fede.
    Se un bambino ha ben radicata una Fede e vuole perseguirla, ben venga e si deve fare di tutto per aiutarlo in tal senso, ma se non ha convinzioni in proposito è giusto dare loro i nostri valori.
    Immaginatevi una coppia che fa vita di parrocchia, che va in Chiesa la domenica ... ce la vedete a fare i turni per lasciare a casa il bimbo, che magari vorrebe anche venire?
    Sarebbe un escluderlo, un renderlo diverso da noi stessi, sarebbe un frenare la nostra capacità genitoriale.
    Eventualmente si deve essere chiari sin da subito. Se una coppia va in Chiesa lo dica ai servizi sociali e se ci fossero obiezioni in tal senso (e sarebbe un abuso perché sarebbe discriminatorio) che lo dicano. L'importante però è che lo sappiano, così da dare un bambino a quella coppia i cui genitori non abbiano preclusioni a far frequentare al loro figlio la Chiesa, piuttosto che il Tempio oppure la Moschea.
    In Toscana, cara Clod, caschi male ... l'ateismo è diffuso.
    Un'assistente sociale di Pisa che doveva valutarci per un affido in corso vedendo casa nostra ci chiese "quante belle cose, da dove arrivano?" La mia risposta fu "dalla Provvidenza" e lei replicò "ecco un altro mangiaostie" con un tono di disprezzo .... fu guerra per tre anni.

    • CommentAuthorclod
    • CommentTime12 Apr 2012
     

    non sò se è Provvidenza e non sò come andranno avanti le cose, ma
    l' assistente sociale che ci segue adesso è un cattolico ,non solo a parole ma con i fatti nel senso che è impegnato a livello diocesano nell' ambito dei minori, quindi penso che non sarà lui a metterci i bastoni fra le ruote.
    Il mio interrogativo era riguardo alla famiglia biologica, come dovremmo comportarci con loro oppure se "il nostro essere chiari nei principi di fede" deve essere comunicato soltanto ai servizi in fase di valutazione.:face-plain:

    •  
      CommentAuthornonparte
    • CommentTime12 Apr 2012
     

    Una famiglia religiosa è sempre rispettata!
    Anzi sarete ammirati perché voi, con il vostro esempio ed insegnamento, riuscirete a trasmettere quei valori dove forse i genitori biologici hanno "toppato".
    Paolo

  2.  

    Paolo ... nella teoria.
    Purtroppo nella pratica ti posso garantire che spesso il nostro dichiaraci cattolici ci ha dato non pochi problemi.
    Magari qui in Toscana, forse in Veneto è diverso.

    Clod, come comportarsi lo vedrete più avanti, dipenderà dalle persone che comporranno la famiglia naturale.
    Mille possono essere le casistiche in teoria, quel che varrà sarà il rapporto personale che riuscirete ad instaurare con loro e su questo influiscono mille aspetti: carattere, inserimento e provenienza culturale, come vivono l'affidamento (se consensuale e voluto da loro oppure se imposto - anche fosse consensuale sulla carta - dall'alto) rapporto tra i coniugi (uno potrebbe opporsi alle decisioni dell'altro solo per ripicca), ecc.

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime12 Apr 2012
     

    Nostra esperienza..durante gli incontri formativi con i serv.soc. abbiamo detto che pur essendo Cristiani Cattolici, da tempo non frequentavamo la Chiesa, ci siamo comunque dichiarati propensi a fare frequentare il catechismo o quanto ritenevano, in caso di affido di un bambino con tali necessità.
    non abbiamo mai avuto nessun problema, mai nessuno ci ha chiesto se andava in chiesa o al catechismo, proprio un argomento di cui nessuno mai ci ha chiesto!
    Gius ha comunque frequentato il catechismo, io l"ho accompagnato a Messa qualche volta, ha fatto la Cresima, e frequenta tuttora l"Oratorio e una sorta di Catyechismo per adolescenti la domenica sera, nessun problema.

    • CommentAuthorcitro
    • CommentTime12 Apr 2012
     

    Il problema me lo sono posto anch'io e sono d'accordo con riccardo quando dice che non si può "prescindere, nel dare insegnamenti ad un bambino, dalle proprie idee, convinzioni, dalla propria Fede", trovo necessario che la famiglia affidataria mostri il massimo rispetto ovviamente nei confronti di un eventuale punto di vista diverso dei genitori biologici e quando possibile rispettarne i desideri (ovviamente se sono validi per entrambi i genitori).

    • CommentAuthorclod
    • CommentTime13 Apr 2012
     

    ieri, nel nostro incontro con l' assistente sociale abbiamo ripreso questo argomento e lui ci ha detto sostanzialmente un pò tutto ciò che avete suggerito voi.
    ha riportato alcuni casi che ha avuto ,ma in generale le problematiche sono state risolte senza troppi problemi, ciò che è da considerare è sicuramente ogni sigolo caso ed essere aperti e rispettosi senza rinnegare quello che per noi rimane importante.
    Grazie a tutti :face-smile:
    vi faremo sapere come continua il nostro cammino

    • CommentAuthorLinda_76
    • CommentTime13 Apr 2012
     

    Anche io e il mio compagno ci siamo posti il medesimo problema, visto che a breve inizieremo i colloqui con l'assistente sociale. Siamo praticanti, andiamo a messa, frequentiamo un gruppo parrocchiale e un movimento religioso. Con fatica ( xchè a volte è anche fatica fare un percorso di fede..) abbiamo impostato la nostra vita cercando di sviluppare il nostro senso religioso e coltivando amicizie che condividessero anche in tal senso i nostri bisogni. Ci siamo quindi posti il problema di una bambino con una religione diversa, che quindi non ci darebbe la possibilità di coinvolgerlo in quella che riteniamo sia una parte importante della nostra vita. O comunque con una famiglia di origine che ci mettesse dei paletti sull'inserire in bambino in determinati tipi di ambienti. Ecco questo ci ha messi un po in difficoltà..

  3.  

    Linda, noi abbiamo avuto bambini di tutte le religioni e culture ed il problema non si è mai posto, in quanto abbiamo sempre parlato con i genitori spiegando loro che frequentiamo la Chiesa e, almeno per ora, non ci sono mai stati problemi (500 i bambini tra diurno e residenziale che sono stati con noi in 25 anni).
    I genitori dicono spesso "abbiamo fiducia in voi e dove li portate per noi va bene"
    Esempio. Eleni e Rebeka, arrivate da noi a 5 e 7 anni, mamma albanese musulmana. permesso di portarle in chiesa. Poi la mamma è venuta a vivere con noi per 10 anni e dopo qualche anno ha voluto essere battezzata.
    Due bimbi moldavi, due famiglie diverse, cristiani ortodossi, adesso camminano con noi (in un caso insieme alla mamma).

    • CommentAuthorsara75
    • CommentTime23 Apr 2012
     

    il nostro unico obiettivo e' rispettare il bambino che abbiamo in affido e quindi non dobbiamo assolutamente modificargli cio' che il genitore biologico gli ha trasmesso (parlo in questo caso della religione) aspetto importante per la crescita dell'individuo poi lasciamo libera scelta sia ai genitori che al bimbo ricordiamoci sempre che e' un affidamento :face-smile:

    •  
      CommentAuthoradry67
    • CommentTime23 Apr 2012
     

    Credo sia giusto rispettare le libertà e le scelte di ognuno... C'è solo un piccolo particolare... Se i genitori professano un'altra religione e tutte le settimane sono frequentatori abituali della loro "chiesa" noi come dobbiamo o possiamo comportarci? Accompagneremo il bimbo in affido alla moschea, tempio o altro?

    •  
      CommentAuthorsoleluna*
    • CommentTime23 Apr 2012
     

    Io credo che queste cose vengano valutate in fase di abbinamento.
    Mi spiego, se la famiglia affidataria è "praticante" e crede fermamente nella sua religione non potendo rinunciare alle sue funzioni, penso possa chiedere che non le venga abbinato (possibilmente) un bambino/a mussulmano praticante e così via.....

  4.  

    Che facciano caso alla religione in caso di abbinamento la vedo difficile, in quanto tendono a dare agli affidatari i ragazzi che hanno più problemi e quelli che sono di età grandicella per i quali si paventi la possibilità di dove restare più a lungo possibile in comunità.
    Se visti questi fattori, nel rispetto delle richieste in ordine all'età ed altro, ci sono più ragazzi disponibili, allora forse si procede anche alla scelta religiosa.
    In tanti anni i genitori dei ragazzi che sono venuti da noi non ci hanno mai fatto ostruzionismo in senso religioso.
    Anche una famiglia di musulmani convinti ci ha detto che potevamo portare i figli in chiesa.

    • CommentAuthorroberta_b
    • CommentTime23 Apr 2012
     

    Io, cattolica praticante, convinta, non mi farei al contrario problemi a portare un bambino mussulmano a pregare in moschea o ad educarlo alla sua religione, per quei principi che possono essere condivisi con la mia. Naturalmente non potrei mai educarlo a diventare un integralista islamico, ma credo che in tutte le religioni ci sia molto di buono e sono convinta che ogni religione, ogni modo di pregare sia un tendere dell'uomo a Dio. Lui poi conosce molte lingue e sicuramente sa fare meglio di noi!!:face-smile:

    •  
      CommentAuthorsoleluna*
    • CommentTime24 Apr 2012
     

    Riccardo, immagino che probabilmente l’orientamento religioso sia uno degli ultimi aspetti presi in considerazione, ma volevo cercare di partire dai dubbi di sara e dipanare un po’ la matassa. :face-monkey:

    Roberta.....Il problema è che, anche volendo, io (e parlo per me ovviamente) potrei pure portarli in moschea al tempio o alla sinagoga (ammesso che nella mia città ce ne siano), ma non sarei nemmeno in grado di dar loro un insegnamento religioso consono alla loro fede, che siano mussulmani, ortodossi, mormoni o quant’altro.

    • CommentAuthorroberta_b
    • CommentTime24 Apr 2012
     

    Sono d'accordo con te Soleluna, anch'io non sarei probabilmente in grado di educarli ad una religione diversa dalla mia, proprio per mia ignoranza in merito! Intendevo solo che per me non costituirebbe un problema accogliere un bambino di religione diversa dalla mia e sicuramente rispetterei le "regole" della sua religione: non farei sicuramente la richiesta di non essere abbinata ad un bambino di religione diversa dalla mia!:face-smile:

    • CommentAuthorcitro
    • CommentTime24 Apr 2012
     

    anche a me sembra davvero ridicolo richiedere di non essere abbianta ad un bambino di religione diversa dalla mia...