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      CommentAuthornonparte
    • CommentTime18 May 2012
     

    Quando una persona, a noi cara, parte il nostro cuore si riempie di tristezza, ma dopo un po’ di tempo la rivedremo di nuovo in una situazione migliore, alla fine di un cammino doloroso, il tutto si trasformerà in gioia. Il peccato, che è la morte della vita cristiana, non trionferà; un mondo, allontanatosi dal bene, risulta solo di passaggio, avremo la gioia eterna di incontrare Gesù risorto, il senso della nostra vita.

    Evidente il paragone con il parto, il dolore può essere vissuto sopportandolo, anche se molto forte, perché fonte di una nuova vita, così la morte e la risurrezione. Vedremo una Luce nuova, oltre il buio di questo mondo caotico, infelice.
    E’ un invito a vivere una vita santa, di preghiera, di fede.

  1.  

    Addì 19 maggio 2012

    Nessuno vi potrà togliere la vostra gioia. In quel giorno non mi domanderete più nulla. In verità, in verità vi dico: Se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà.
    Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena.
    Queste cose vi ho dette in similitudini; ma verrà l'ora in cui non vi parlerò più in similitudini, ma apertamente vi parlerò del Padre.
    In quel giorno chiederete nel mio nome e io non vi dico che pregherò il Padre per voi:
    il Padre stesso vi ama, poiché voi mi avete amato, e avete creduto che io sono venuto da Dio.
    Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo, e vado al Padre»

    Giovanni 16,23b-28

  2.  

    Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena

    Diamo spesso per scontato che una certa cosa ci sia dovuta. Pensiamo che nella vita le cose debbano andare in un certo modo, ci creiamo aspettative, ci facciamo un'idea tutta nostra del sentiero entro il quale dover camminare.
    Ma chi ci da questo convincimento? Da dove arriva questa superbia di sapere cosa debba accadere?
    Tutto questo si trasforma poi in rabbia per le aspettative deluse ed in quel momento ci accorgiamo che esiste Dio, in quel momento alziamo gli occhi al cielo con il dito puntato e Gli diciamo "Tu ha permesso tutto questo, è Tua la colpa se la mia vita va a rotoli" ... e giù bestemmie, offese, promesse di non considerarlo più.

    Ma che razza di uomini siamo? Così stolti da pensare di sapere tutto, di sapere cosa sia giusto e cosa sbagliato, di credere di poter indirizzare la nostra vita con le nostre misere forze.
    Dio è l'unica certezza della nostra vita, è un po' come in matematica ci sono nove assiomi o postulati sui quali si basa tutta la matematica. Si va sulla luna grazie a quei presupposti. Nove verità osservate empiricamente e non dimostrabili. Se dovesse caderne una tutta la matematica conosciuta vacillerebbe.
    Anche l'ateo più convinto non sa spiegarsi alcune cose che accadono, le accetta come dato di fatto e non si accorge che l'unica spiegazione la può trovare in seno a Dio.

    Il Signore ci dice di chiedere e grazie alle nostre richieste otterremo.
    Ma quando comprate un elettrodomestico, o un apparecchio elettronico avete bisogno del libretto delle istruzioni, altrimenti non saprete come usare ciò che avete appena acquistato o perlomeno lo userete male o al di sotto delle sue potenzialità.
    Il libretto delle istruzioni che ci ha lasciato Gesù è il Vangelo. Con la sua lettura, con la sua meditazione potremo capire come e cosa chiedere a Dio, ma sopratutto capiremo che se qualcosa non ci viene concesso è perché è cosa giusta. Impareremo a fidarci di Lui che per amore opera delle scelte, talvolta assai dolorose, per il bene nostro o dei nostri fratelli.

    Vi assicuro che ho pregato tanto Dio perché non facesse morire la mia mamma, ma non mi ha esaudito, però la sua morte è stata una benedizione perché dalla morte di Mamma Zizzi è nata una pianta che dopo 25 anni ancora riesce a fare ombra a tanti bambini, ha fatto di me un ometto un po' più responsabile e conscio di certi valori che lei mi insegnava, ha fatto tornare il sorriso in tante famiglie. Il merito non è degli uomini, ma di Dio che non esaudendo la mia preghiera ha esaudito la preghiera di tanti altri donando a me un bene assai più prezioso di quello che chiedevo: l'amore allo stato puro che da quel giorno ho ricevuto da Dio, attraverso tante persone che altrimenti non avrei mai incontrato.
    E' un po' come un bambino che è stato malato ed i suoi genitori avessero deciso che sarebbe stata necessaria un'operazione. E' come aver chiesto loro di non dove andare sotto i ferri, ma con la fiducia in papà e mamma che vogliono il suo bene, ed aver accettato quella triste realtà. Una volta tornato dalla sala operatoria si ha un pezzo in meno, ma ci si sente bene pian piano e ci si accorge che il mondo continua a girare e i dolori sono scomparsi e la vita merita di essere vissuta.

    Non abbiate timore di chiedere a Dio, non vi deluderà nemmeno quando non vi darà ciò che chiedete, anzi forse è quello proprio il momento in cui vi ama di più. Con me questo amore dura da sempre, non mi ha mai abbandonato e qualunque cosa che ho chiesto ed ottenuto o non ottenuto è sempre stata una risposta pronta ed esauriente alle mie richieste.

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      CommentAuthornonparte
    • CommentTime19 May 2012
     

    Gesù ci invita a pregare: pregare il Padre nel nome del figlio. Non è una richiesta che si ottiene in modo semplice, immediato, facile perché è fondamentale il nostro atteggiamento interiore. Ci si deve porre umilmente sorretti dalla fede, che alimenta la nostra vita d’amore.

  3.  

    Addì 20 maggio 2012

    Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura.
    Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato.
    E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove,
    prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
    Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio.
    Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l'accompagnavano

    Marco 16,15-20

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      CommentAuthornonparte
    • CommentTime20 May 2012
     

    In questo brano Gesù appare ai discepoli e conferisce loro la missione di andare per il mondo intero, per annunciare la Buona Novella.
    Gesù appare diverse volte, prima dell’ascensione, perché diversi discepoli erano increduli, ed inoltre non bisogna perdersi d’animo se sorgono dei dubbi, come è successo agli undici apostoli.

    I segni che accompagnano l’annuncio sono:
    • cacciare i demòni: combattere il male, dove arriva il Vangelo uomini e donne cambiano nel profondo!
    • parlare lingue nuove: comunicare in modo nuovo, parlare di pace, di conversione, di salvezza!
    • prendere in mano serpenti e vincere il veleno: non aver paura di dialogare con gli altri, anche con chi ci combatte, superare ciò che ci avvelena, non temere il mondo!
    • curare i malati: quando arriva il Vangelo, la nostra vita guarisce!

    Noi dobbiamo continuare la missione di Gesù per rivelare l'amore di Dio ai poveri.

    La risurrezione avviene, perché la Chiesa, che deve portare testimonianza, è segno di vitalità, lotta contro le forze del male, tutto il mondo dev’essere un luogo favorevole alla vita, ogni comunità sia prova vivente della speranza!

  4.  

    Il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l'accompagnavano

    Venticinque anni sono passati da quando abbiamo fondato l'Associazione. Non guardiamo indietro, ma avanti ed oggi iniziamo il cammino per i prossimi venticinque anni. Nel passato ci sono state gioie e dolori, ricordiamo le gioie; errori e meriti, celebriamo i meriti; fallimenti e successi, ripensiamo ai successi. Ma di tutto il bagaglio che abbiamo nella nostra valigia non possiamo scordare quanto e come il Signore ci sia stato vicino.
    Non c'è giorno che non ringrazi Dio per tutto quello che ci ha dato e per quello che non ci ha dato.
    Ieri abbiamo assistito ad un miracolo. Tutto era pronto per la festa, stavamo apparecchiando ed ha cominciato a piovere, sempre più forte fino a diluviare. Abbiamo avuto un momento di tristezza pensando alle tante persone che dovevano venire, al tanto lavoro che avevamo fatto nei giorni passati e ci siamo riuniti in preghiera per chiedere a Dio di far smettere di piovere. Non sono passati nemmeno cinque minuti che la pioggia è cessata e dai monti è arrivata la schiarita. Nel giro di venti minuti c'era addirittura il sole che ci scaldava e ci ha accompagnato fino alla sera regalandoci una serata bellissima. Alle due e mezzo, una volta che avevamo tolto tutte le cose che potevano sciuparsi e tutti eravamo rientrati in casa, ha ricominciato a piovere.
    Sempre sento il Signore con noi, ma nei momenti in cui il Signore ci dona una carezza il mio cuore si gonfia di gioia e di orgoglio di essere considerato Suo figlio.

    I miei ragazzi sono bravissimi, stanno alle regole, imparano e crescono ... ma come sono felici quando dico loro "bravi" oppure faccio loro un regalo.

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      CommentAuthornonparte
    • CommentTime20 May 2012
     

    L’Ascensione è una grande festa (purtroppo oggi è stata funestata dal terribile terremoto con morti e ieri da quell'assurdo attentato con una vittima sedicenne).

    Amo andare in montagna per salire più in alto, per il desiderio di scalare, per elevarmi non solo fisicamente, per respirare aria pulita, vedere cieli tersi, ma i legami terreni impediscono visioni elevate.
    Forse basta una vita semplice, di fede e di preghiera per toccare il cielo senza conquistare vette impossibili.

  5.  

    Addì 21 maggio 2012

    Gli dicono i suoi discepoli: «Ecco, adesso parli chiaramente e non fai più uso di similitudini.
    Ora conosciamo che sai tutto e non hai bisogno che alcuno t'interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio».
    Rispose loro Gesù: «Adesso credete?
    Ecco, verrà l'ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto proprio e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me.
    Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me. Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!»

    Giovanni 16,29-33

  6.  

    Verrà l'ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto proprio e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me

    Vi è mai capitato di trovarvi in brutte situazioni e non avere nessuno con cui parlare, sul quale contare?
    Nei momenti in cui tutto va bene, si è allegri, spensierati molte sono le persone che si professano amici e ti stanno vicino. D'altra parte non è difficile dare un consiglio su come passare una serata o quale vestito indossare, quale macchina comprare o dove andare in vacanza.
    Ma quando c'è un problema, quando hai voglia di piangere perché tuo marito ti tradisce, tuo figlio sta male, sei stato licenziato tutti si defilano per la paura che tu possa chiedere loro qualcosa, che debbano rinunciare a qualcosa per te, che debbano trascorrere del tempo a sentire la tua lagna e si distolgano dalla vita spensierata che stanno conducendo. Solo pochi ti ascoltano, ma la maggior parte di essi lo fa per pietà o per opportunismo. Se trovi nella vita un amico vero, tienilo stretto stretto perché è cosa assai rara.
    Queste persone non sono da condannare, sono figlie di questo mondo. E' deprecabile l'abbandono, ma non la persona. Così anche i discepoli di Gesù hanno fatto nei Suoi confronti, lo hanno lasciato da solo nel momento più difficile della Sua vita per paura di subire la stessa sorte.
    Così facciamo noi ogni giorno nei confronti di Dio. Lo lasciamo solo perché non vogliamo che i furbi, i potenti che lo criticano possano accomunarci a Lui. Non vogliamo rinunciare alle nostre mille cose per andare a Messa o ad un incontro di preghiera o di catechesi. Non ci piace fare a meno dei nostri soldi, dell'agio conquistato, del tempo libero per condividere parte di noi con chi è povero, solo, affamato e che rappresenta il Signore nel Suo aspetto più fisico.
    Nonostante questo Dio non ci lancia nessun anatema, non si scaglia contro di noi, non si vendica, ma ci è vicino con amore, ascolta le nostre preghiere e le esaudisce.
    Se ci abbandonano tutti, se i nostri "amici" si dimenticano di noi nel momento del bisogno, il Signore non ci lascerà soli nella tempesta. Noi potremmo anche non vederlo, magari perché i nostri occhi sono velati dal pianto e la nostra attenzione è rivolta alle preoccupazioni, ma Gesù è comunque sempre con noi.

    Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!

    Alzi la mano chi non ha mai avuto almeno un periodo brutto nella vita. Oggigiorno certamente sono tante le famiglie che hanno problemi, eppure il Signore ci chiede di avere fiducia in Lui e se l'avremo Lui sarà nostro prezioso alleato per passare il momento difficile ed arrivare un giorno a chiudere gli occhi serenamente fiduciosi nel Suo grande abbraccio di un Padre che tutto perdona.

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      CommentAuthornonparte
    • CommentTime21 May 2012
     

    Le domande dei discepoli non sono solo di loro, sono anche le domande e i problemi di chi crede, delle comunità cristiane. Sono il riflesso sia delle comunità di quel tempo, sia pure di quelle odierne, si avverte la tristezza e l’angoscia, la gioia e la speranza.

    Bisogna saper accettare il proprio fallimento, mettere da parte la propria sicurezza. Falliti, caduti, umiliati dalla consapevolezza dei propri limiti, possiamo diventare discepoli, cogliendo la luce per chiarire i problemi: l’intuizione della fede. Avere fiducia in chi è il vincitore del mondo; forse la tribolazione non scomparirà ma non porterà alla depressione, alla disperazione.

    • CommentAuthormarisa
    • CommentTime21 May 2012
     

    Riccardo non ti sembra un po eccessivo parlare di miracolo solo perchè ha smesso di piovere?

  7.  

    Cos'è un miracolo? per me è poter camminare, respirare, parlare, ragionare, incontrare persone con le quali instaurare rapporti umani. Miracolo è il sole che sorge e tramonta, una terra che gira vorticosamente attorno ad una stella. Miracolo è anche una previsione di pioggia e smettere di piovere dandoci la possibilità di stare insieme.

    • CommentAuthormarisa
    • CommentTime21 May 2012
     

    sono d'accordo. Ma leggendoti non è questo che si percepisce. Parlo spesso del tuo sito e di come spieghi bene il vangelo, a persone un po meno fortunate di noi (strutture per anziani ecc.). Qualcuno ti legge la mattina e mi immagino che parlare di miracolo a persone che sperano in una guarione non è proprio il massimo. Lo so che sei in buona fede e il mio era solo un consiglio al fine di migliorare la tua comunicazione su questo sito perchè non sempre l'intento dello scrittore vieno compreso dai lettori.
    MR. Riccardo dai che ce la fai!!!
    ciao ti riapro al negozio.

  8.  

    Marisa ... il mio intento non è quello di comunicare, ma quello di trasmettere emozioni.
    Ognuno è libero di interpretare come vuole ed è proprio qui il bello.
    Io sono un entusiasta della vita che il Signore mi dona ed ogni piccolo o grande segno lo leggo come una carezza di Dio.
    Potrei parlarti di mille miracoli, anche della guarigione di uno dei mie ragazzi dato per morto la sera e svegliatosi la mattina guarito e tutt'ora vivente da ormai oltre dieci anni dall'episodio occorsogli, ma ogni cosa ha il suo momento.
    Ti assicuro che quando Dio ci dona qualcosa che sembrava non dovesse essere, per me è gioia immensa e miracolo grande perché Dio ha steso la Sua mano su di noi.
    Ti avrei fatto vedere la tristezza dei ragazzi appena ha cominciato a piovere, vedere in un attimo vanificati gli sforzi di settimane di lavoro. Sai che esempio grande per loro sia stato pregare e ottenere? Il miracolo non è stato tanto nella pioggia terminata, quanto nell'insegnamento che Dio ha voluto donarci, ma sopratutto nel dimostrarci che Lui è sempre vicino a noi.
    Non è un periodo facile perché N. ci sta mettendo davanti a prove sempre più dure; un altro ragazzo, il più grande, quello nel quale dovremmo aver fiducia abbiamo scoperto che da mesi perpetra falsità e forse ruba; una delle nostre bimbe è uscita ieri da un attacco di muso lungo durato quindici giorni; una elle nostre bimbe ... insomma ... sentire Dio vicino, vederlo e toccarlo con mano ci ha dato nuova carica.

    Una persona che sta morendo e chiede di essere guarita da Dio, non è forse contenta se qualcuno la va a trovare? Lo so che nella vita ci sono problemi più grossi rispetto ad una festa che possa andare male, ma anche una carezza, ben poca cosa rispetto ad una guarigione, è ben accetta e fa bene al cuore di chi la riceve.

    Infine mi è stato insegnato a gioire delle piccole cose come delle grandi perché sono tutti doni di Dio e non passa giorno che non lo ringrazi dei miracoli continui che attua in me.
    Pensa se tu andassi a trovare un malato e questo ti mandasse a quel paese solo perché gli porti una carezza e non la guarigione, o come ci rimarresti se regalando a tuo figlio un gioco con amore, lo buttasse nel cestino perché preferiva un'altra cosa?
    Un regalo è un regalo perché fatto con amore e un regalo fatto da Dio non limita nessuno e non impedisce che altri miracoli possano essere fatti.

    • CommentAuthorclod
    • CommentTime21 May 2012
     

    ogni cosa che accade può essere vista come un Miracolo se la si guarda con gli occhi della Fede.............ieri pomeriggio nel mio paese è arrivata la Madonna pellegrina di Fatima che resterà nella nostra parrocchia fino a Domenica prossima; fino alle 17 abbiamo pregato e sperato che smettesse di piovere , ma non è stato così:face-angel: Voi pensere............... non è stato fatto il Miracolo!! E invece SI perchè le persone che sotto una pioggia battente hanno aspettato allo stadio, l' arrivo dell'elicottero con la Madonna , che l'hanno accompagnata in processione fino alla Chiesa, che sono rimasti al Vespro Solenne..................SONO STATE TANTISSIME :face-smile: e ancora stamani alle 7:30 i bambini che nonostante la pioggia si sono fermati in chiesa prima di andare a scuola a fare compagnia alla Mamma del cielo con l'aiuto delle suore che raccontano loro la storia dell'apparizione ai pastorelli , ci hanno lasciato di nuovo senza parole...................
    E questo non è un MIRACOLO!???! :face-angel:
    Ai nostri occhi SI

  9.  

    Addì 22 maggio 2012

    Così parlò Gesù. Quindi, alzati gli occhi al cielo, disse: «Padre, è giunta l'ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te.
    Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato.
    Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo.
    Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare.
    E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse.
    Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola.
    Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te,
    perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro; essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato.
    Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che mi hai dato, perché sono tuoi.
    Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie, e io sono glorificato in loro.
    Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi

    Giovanni 17,1-11a

  10.  

    Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie

    Quando nasce un figlio in una casa entra per magia nel cuore dei genitori. Lui li rappresenta, fa parte di loro, papà e mamma sono fieri ed orgogliosi di quella minuscola creaturina venuta alla luce attraverso un atto di amore, attraverso la fede in quel semino fecondato da Dio, tutto quello che loro hanno è suo e sempre lo sarà, suo sarà il carattere, la bellezza, la sensibilità, tutto sarà ereditato da quelle due persone che insieme hanno inviato nel mondo il loro messaggero, l'erede. In lui sono riposte le speranze, i pensieri positivi, l'idea di quello che potrà fare, cambiare, assaporare.
    La nascita di un bambino è un momento di grandissima gioia perché si apre un mondo, la vita dei genitori cambia radicalmente, il profumo della sua pelle addolcisce l'odore acre delle nostre preoccupazioni di adulti, diventiamo forti come tigri per proteggerlo e difenderlo, furbi come furetti per trovare le parole per spiegargli come funziona il mondo, per dargli le regole che gli serviranno per vivere, per combattere coloro che vorranno ostacolarlo nella corsa verso Dio, verso la vita eterna.

    Dio così ha fatto con Gesù, con Suo Figlio.
    E Gesù così ha fatto con noi. Ci ha concepito come Suoi figli, ci ha dato le regole di ingaggio, ci ha raccomandato prudenza e scaltrezza, ci ha intimato il rispetto per i nostri fratelli. Ci ha fatti Suoi figli.
    E noi, ribelli come tutti i ragazzi di questo mondo, proviamo a toglierci di dosso pesi e responsabilità, ma alla fine se ci lasciamo amare da Dio ci accorgiamo di quanto sia meraviglioso farsi coccolare da Lui.
    Un cavallo appena nato non sa cosa sia una sella, non sa quanto bello possa essere il rapporto di amicizia con un uomo. Se proviamo a montarci sopra si scatena il rodeo. Sta a noi farlo appassionare alle passeggiate avvertendolo con amore che se vorrà mangiare, cavalcare, mangiare fogliette tenere lungo la via dovrà sopportare un peso, stare alle regole. Quando il cavallo avrà capito che la ribellione porta solo a brutte conseguenze, finanche alla morte, e abbasserà il capo lasciandosi guidare, montare dal proprio amico, allora cominceranno le soddisfazioni, le passeggiate libere, lo zuccherino e la frutta. Questo non significa che sarà tutto rose e passeggiate, i problemi verranno, ci potremo azzoppare, ammalare, ma tutto tra le braccia di Dio che sarà pronto a sorreggerci, a darci una spinta, a incentivarci.
    Siamo Suoi figli e tutto quello che è Suo è anche nostro. Grazie Signore per il miracolo della vita. Grazie per aver fatto nascere meno di 24 ore fa Riccardino che i suoi splendidi genitori hanno già lanciato nel mondo ancor prima che nascesse indicandogli la strada da seguire. Benvenuto figlio della Zizzi, benvenuto Figlio di Dio.

    • CommentAuthorclod
    • CommentTime22 May 2012
     

    :face-smile:

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      CommentAuthornonparte
    • CommentTime22 May 2012
     

    Preghiera che Gesù eleva al Padre

    Gesù glorifica il Padre, riconoscendolo come sorgente della sua vita, inoltre Gesù presenta al mondo intero la verità del Padre, altrimenti rimarrebbe in eterno senza gloria.
    Dio è la vita eterna e il Padre la dona per mezzo di Gesù Cristo, se lui è assente l'uomo rimane nel peccato. La vita eterna è conoscenza, non intellettuale ma trasformazione per partecipare alla vita divina: implica sempre un cambiamento.

    Ogni uomo, quindi ogni nascita, ogni figlio è manifestazione di Dio nel mondo. Ci si deve liberare dall’errore, dal peccato per manifestare gioia, carità, amore, pietà.

  11.  

    Addì 23 maggio 2012

    Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi.
    Quand'ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura.
    Ma ora io vengo a te e dico queste cose mentre sono ancora nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia.
    Io ho dato a loro la tua parola e il mondo li ha odiati perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.
    Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno.
    Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.
    Consacrali nella verità. La tua parola è verità.
    Come tu mi hai mandato nel mondo, anch'io li ho mandati nel mondo;
    per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità

    Giovanni 17,11b-19

  12.  

    Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi

    I miei ragazzi sono bravi, buoni, dolci gentili, premurosi, ma sono ragazzi e possono sbagliare anche per piccole cose, per idee, per l'influenza degli amici o addirittura della televisione.
    Sento una stretta al cuore quando penso che non posso essere sempre con loro, non sarebbe nemmeno giusto, per consigliarli. Le mie poi sarebbero parole e loro devono trovare la strada della vita anche sbattendo la testa contro i vari muri che si troveranno davanti, magari per scelte sbagliate.
    Oltre a dedicare loro la mia vita, oltre a cercare costantemente il dialogo, oltre a dargli un mediocre esempio avvertendoli che anche io sbaglio (e tanto), di più non posso fare.
    Ma dove non arrivo io, dove non arrivano i genitori, arriva Dio.
    Non passa giorno che non ricordi nelle mie preghiere tutti i miei ragazzi, anche quelli che si sono allontanati da noi.
    E quando uno di loro capisce un suo errore, quando uno di loro mi chiama dopo tanto tempo ... il mio cuore si riempie di gioia e vedo la risposta alle mie preghiere.

    •  
      CommentAuthornonparte
    • CommentTime23 May 2012
     

    Gesù chiede al Padre di custodire tutti i suoi figli e che abbiano una vita di amore, di carità, di giustizia, di verità (così dovrebbero pregare tutti i padri, guardando i loro piccoli); possono essere presi dal peccato, dall’errore, dai vizi ma il padre tiene sempre aperta la porta del cuore al ritorno del figlio pentito.

    Chi segue il mondo può essere preso dalla violenza, dall’odio, dalla cattiveria; bisogna invece camminare nel mondo come seguaci di Gesù Cristo, presi da quella gioia, testimoniando anche con la sofferenza.
    Pregare per tutti, perché se siamo figli suoi tra noi c’è la fratellanza, che non siano presi dal male, anzi che trasformino i desideri in una progressiva perfezione di vita.

    E’ un inno alla gioia della paternità.

  13.  

    Addì 24 maggio 2012

    Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me;
    perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
    E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola.
    Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me.
    Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo.
    Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; questi sanno che tu mi hai mandato.
    E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l'amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro»

    Giovanni 17,20-26

  14.  

    Il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me

    E' esattamente quello che penso per i miei ragazzi. Vorrei andassero nel mondo e dal loro comportamento tutti possano capire il mio amore per loro.
    E' il pensiero di tutti i genitori, la gioia nel sapere che il proprio figlio si comporta bene ovunque vada, che sia educato, rispettoso, altruista, portavoce di quei valori che gli sono stati insegnati.

    Spesso non è così. Specialmente nel periodo dell'adolescenza non è quasi mai così.
    Ribellione alle regole, vestirsi male, rispondere ad ogni cosa, a volte rubare o fare altre cose fuori anche delle regole della società in cui viviamo ... sono ormai cose "normali", ma quando ci si deve fare i conti, quando si devono vivere o subire fa molto male. Un genitore però ama il proprio figlio, lo ama al di là di ogni suo comportamento pur anche sbagliato, pur anche contro legge e lo aiuta ad uscire da quella situazione.

    Il Signore fa così con noi. Noi, come Suoi figli, ci ribelliamo a Lui, alle Sue regole, ai Valori che ci ha insegnato e quando non prendiamo strade diametralmente opposte continuamente lo provochiamo con comportamenti negativi.
    Lo facciamo apposta? No, così come i nostri figli non si rivoltano contro di noi per un sentimento ostile, anche noi non disubbidiamo a Dio per il gusto di contrariarlo, ma perché dobbiamo crescere, imparare, assaporare la gioia di vivere con Lui, apprezzare il bene e non farsi abbindolare dal male che a volte è più seduttivo.

    E allora cresciamo.
    Cresciamo nell'Amore per il prossimo, nella Fede negli insegnamenti di Dio attraverso il Vangelo, nella Speranza nel futuro eterno, nella Carità verso i nostri fratelli.

    •  
      CommentAuthornonparte
    • CommentTime24 May 2012
     

    L’unità si rivela modello per le comunità, le comunità cristiane svelano al mondo il messaggio di Gesù.
    La divisione tra le religioni nate da Abramo è tragica: giudei, cristiani e mussulmani. Più tragica ancora è la divisione tra noi cristiani. Divisi, non meritiamo fiducia.

    Si attua la presenza di Dio, vivendo amorevolmente con le persone della comunità. L’amore che unisce le persone divine, Padre e Figlio e Spirito, permette di sperimentare Dio mediante l’unione con le persone in una comunità di amore. L’amore dovrebbe essere il segno della presenza di Dio in mezzo alla comunità, e questo amore costruisce l’unità nella comunità, che si aprirà successivamente nella missione verso l’esterno.

  15.  

    Addì 25 maggio 2012

    Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».
    Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle».
    Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle.
    In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi».
    Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: «Seguimi»

    Giovanni 21,15-19

  16.  

    Mi vuoi bene?

    Quando proviamo amore per qualcuno, sia esso un genitore, un figlio, un compagno, un fratello e sappiamo che quella persona ci ama allo stesso modo, non desideriamo forse sentircelo dire ogni tanto? Non ci piace essere rincuorati che il sentimento di quella persona corrisponde al nostro?

    Gesù ci insegna proprio questo. Ci fa capire che amare significa stare vicino alla persona che è oggetto delle nostre emozioni, rincuorarla, dirle che le vogliamo bene in continuazione con parole, gesti e comportamenti.
    Gesù si è fatto uomo e come tale ci spiega la nostra stessa natura.

    Un paio di giorni fa parlavo con i miei ragazzi e spiegavo loro che il genitore, che vedono come un grande, come colui che tutto sa e tutto fa, come onnipresente e onnipossente, altro non è che un uomo o una donna come lo sono loro, solo un po' più cresciuto.
    Facevo presente che se i ragazzi hanno un problema, sono tristi, nervosi, sconsolati, arrabbiati, addolorati noi genitori siamo sempre pronti a sostenerli, aiutarli, accarezzarli, perdonarli. Quando invece è un genitore a trovarsi in una situazione di disagio i figli girano alla larga pensando "avrà i suoi problemi, saprà come risolverli, lui è adulto, non ha certo bisogno di me". Spiegavo però che anche noi genitori abbiamo bisogno di sentirci amati dai nostri figli, sopratutto nel momento in cui soffriamo o siamo preoccupati per qualcosa. Non possiamo pretendere che ci aiutino a risolvere una certa situazione, ma possiamo sperare che il loro amore lenisca le nostre afflizioni rasserenando il nostro animo e dandoci maggior forza per trovare una soluzione ai nostri problemi.

    Gesù ci dice che così come noi figli di Dio abbiamo sempre bisogno di Lui e il Signore c'è, anche Lui ha bisogno di noi, del nostro amore. Ci chiede di dirGli che lo amiamo con le parole, le preghiere, i fatti. Ci chiede di dire al nostro prossimo "ti voglio bene" perché è come dirlo a Dio.

    Fantastici i ragazzi. Ieri sera erano tutti molto più affettuosi, Liyone che cucinava perché ha visto Roberta stanca, R. che rigovernava, Costantino e Bruno interessati alla mia giornata chiedevano cosa avessi fatto. Fantastici i ragazzi come abbiano bisogno di noi, di poco di noi, per capire. E' vero che si devono ripetere loro le cose più volte affinché le assimilino, ma è un po' come andare a scuola della vita, il professore spiega una lezione, fa fare degli esercizi e poi valuta. Su quella cosa poi ci tornerà più volte con richiami e ripassi.

    Paziente il professore, paziente il genitore e paziente Gesù.
    Sanno che con gli alunni, con i figli e con l'umanità occorre ripetere le cose più volte e con grande pazienza ed amore insegnano la strada da seguire.

    •  
      CommentAuthornonparte
    • CommentTime25 May 2012
     

    La parola amore è una delle parole più usate, per questo è una parola molto sciupata.
    Amare è un’esperienza profonda di relazione tra persone in cui c’è un insieme di sentimenti e di valori: gioia, tristezza, sofferenza, crescita, rinuncia, realizzazione, dono, impegno, ecc.
    E’ un comandamento centrale nella vita a due o in comunità. E’ chiaro che non si deve “amare solo a parole, ma coi fatti e nella verità”.
    Chi lo rivolge agli altri non è più padrone del suo tempo e di se stesso, il gruppo che gli è affidato dipende da lui, dà ma anche riceve non solo in piccoli gesti ma come gioia che riempie il cuore.
    Chi lo manifesta a parole ed atteggiamenti diventa Discepolo.

    • CommentAuthorclod
    • CommentTime25 May 2012
     

    leggendo una riflessione su questo brano del Vangelo di oggi , veniva sottolineata una cosa cosa a cui non avevo riflettuto abbastanza e che mi ha colpito molto............ Gesù chiede a Pietro se lo Ama e poi se Gi vuole bene , per tre volte e dopo la risposta di Pietro , affida a lui la cura delle sue pecore.... :face-angel: a Gesù basta che noi gli diciamo che gli vogliamo bene e lui si fida di noi, sà che sbaglieremo, che non saremo fedeli, Lui ci conosce..... ma Gesù vuole solo che noi gli vogliamo un pò di bene:face-smile:

    •  
      CommentAuthornonparte
    • CommentTime25 May 2012
     

    Chiede apposta tre volte a Pietro perché per tre volte l'aveva rinnegato!
    ...e se gli vogliamo bene ci affida il gregge (molto simbolico: puoi leggere famiglia, comunità, parrocchia, bambini in affido, il prossimo più debole, ecc.)

  17.  

    Addì 26 maggio 2012

    Pietro allora, voltatosi, vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, quello che nella cena si era trovato al suo fianco e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?».
    Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: «Signore, e lui?».
    Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te? Tu seguimi».
    Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che rimanga finché io venga, che importa a te?».
    Questo è il discepolo che rende testimonianza su questi fatti e li ha scritti; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera.
    Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere

    Giovanni 21,20-25

  18.  

    Se voglio che rimanga finché io venga, che importa a te?

    Quanta invidia e gelosia è dentro di noi.Ci contamina, non ci fa vedere gli altri con la giusta misura.
    Più una persona ha, più è considerata e maggiormente tendiamo a disprezzarla, a trovare in lei quanti più difetti possibili, a vedere nel suo occhio la pagliuzza senza accorgerci che nel nostro dimora una trave.
    Se uno è ricco deve essere per forza un ladro, se ha una barca grande chissà dove avrà preso i soldi.
    Lo abbiamo vissuto sulla nostra pelle. All'inizio del nostro percorso di associazione c'era chi diceva "ora fanno i bravi per due o tre anni e poi scappano con la borsa". Dopo una decina d'anni dicevano "fanno i soldi e mettono i soldi in banche estere per poi andare a fare la bella vita". Dopo altri anni dicevano "i soldi che gli arrivano li usano per sé, chissà quante case hanno intestate a proprio nome". E fu allora che arrivò la Finanza e ci fece un controllo durato un anno e mezzo evidentemente per scoprire chissà quali malefatte, ma scoprì che una gran parte dei soldi di famiglia era stata investita in strutture intestate all'Associazione stessa. Pensate che le voci cattive siano finite? No davvero. E sapete chi parla male di noi? Chi non è mai venuto a trovarci, chi non ci conosce.
    Noi siamo pieni di difetti, sbagliamo dalla mattina alla sera, ma non pretendiamo di essere perfetti, anzi proprio perché siamo consci di essere peccatori abbiamo bisogno delle persone che ci stiano vicino, che ci consiglino.
    Ma un conto è un consiglio, una critica costruttiva sulla base di quanto si può vedere e vivere direttamente stando con noi, un conto è criticare alla cieca per il solo gusto di distruggere qualcosa solo perché chi l'ha messa su vive meglio di noi.
    Criticare per crescere indica amicizia, sparare a zero e alla cieca significa invidia e gelosia.

    Chi ha non si accontenta mai di ciò che ha, ma vuole di più, pretende di più e se non lo ottiene si accanisce contro chi è riuscito laddove lui ha fallito. Eppure basterebbe poco per camminare insieme, per unire le forze. Se noi abbiamo avuto la forza e l'aiuto di Dio per crescere non è certo merito nostro ma del Signore. E come ci sono associazioni che dopo 25 anni sono ancora all'inizio, ci sono anche altre che dopo 25 anni sono conosciute ed operano a livello internazionale. Non deve esserci invidia o gelosia, ma semmai stimolo a far meglio, valutazione dei passi fatti da chi è cresciuto maggiormente per prendere spunto e personalizzare il proprio cammino futuro. Non si guarda al passato, ma si deve vedere il futuro considerando i suggerimenti di chi ci vuole bene.

    •  
      CommentAuthornonparte
    • CommentTime26 May 2012
     

    Nella domanda che Pietro rivolge a Gesù avvertiamo la domanda più profonda insita nel nostro cuore:
    perché tante difficoltà nel cammino di ogni giorno?

    Se guardiamo indietro, allora vorremmo che l'attesa fosse già compiuta, che non ci sia bisogno di altri giorni incerti.
    Non dobbiamo evadere dall’ansia in cui siamo posti, la vita è proprio nel turbamento (uso questo termine perché mi ricorda ciò che penso della fede)
    di compiere il bene per la salvezza nostra e degli altri.

  19.  

    Addì 27 maggio 2012

    Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza;
    e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio.
    Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
    Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future.
    Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà.
    Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà

    Giovanni 15,26-27.16,12-15

  20.  

    Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera

    Spesso ci abbattiamo per i tanti pesi che il Signore ci chiede di sopportare, le rispostacce dei nostri figli, il dolore per la perdita di un nostro caro, la preoccupazione per una malattia, la mancanza di un lavoro e tanto altro ancora.
    E' umano piangere, soffrire. Gesù tante volte ci ha fatto vedere che la sofferenza fa parte della nostra umanità. Ma il Signore ci ha anche asciugato le lacrime, ci ha consolato. A volte basta aprire le pagine del Vangelo per capire quanto il Signore ci sia vicino nelle tribolazioni. Basta guardarsi intorno per vedere che ci sono persone che stanno soffrendo più di noi e siamo fortunati a non dover subire certi gioghi, pensate ai bambini che muoiono nelle baraccopoli, a coloro che passano la loro intera vita in ospedale, a quelle persone sole e abbandonate da tutti.
    Il giorno in cui la mia mamma stava per lasciare questa vita, mancavano un paio di ore al suo ricongiungimento con Dio, c'era in casa di cura una mia amica delle elementari che in quell'occasione avevo ritrovato accomunati dalla stessa sorte. Anche lei era in attesa, cosa poi avvenuta qualche giorno dopo, che la sua mamma ci lasciasse. Era triste e sebbene avesse di base una cultura cattolica, non credeva più di tanto e soffriva terribilmente per quell'ormai perdita imminente. Per consolarla le dissi che nel mondo c'era di peggio, che la morte di una madre è cosa naturale, ma più di tutti che le nostre mamme sarebbero andate da Gesù e lì sarebbero state meglio attendo il nostro arrivo. Era inconsolabile Francesca e non credeva ci fosse niente di peggio di quante le stesse accadendo. Presi allora il giornale che era sul tavolino al centro della sala d'attesa, lo aprii a caso e lessi la prima notizia che vidi "Ragazza di 16 anni ha chiesto autostop, ha avuto passaggio, è stata violentata e poi bruciata. Non è morta".
    Per quanto dolorosa fosse la morte delle nostre mamme, le chiesi se non riteneva che quella ragazza, che quella famiglia stesse soffrendo più di noi e dovevamo ringraziare Dio se tale sciagura non fosse successa a noi.
    Si asciugò le lacrime e capì e da allora affrontò la situazione in maniera diversa.
    Ecco, lo Spirito di Dio, il Consolatore è sempre vicino a noi. Se sappiamo vedere ogni cosa che accade con gli occhi di Dio, sapremo anche trovare la strada da intraprendere e penserà Lui a consolarci.
    La consolazione non è vedere che ci sono altri che soffrono più di noi, questo ci serve per capire che non siamo perseguitati.
    La consolazione è sapere che Gesù ci è sempre vicino, che asciuga le nostre lacrime, che trasforma le cose che a noi appaiono brutte (e lo sono secondo i parametri umani) in cose bellissime se noi ci lasciamo guidare. Dalla morte della mia mamma è nata l'Associazione che porta il suo nome ed il merito è solo di Dio che mi ha fatto vedere questo sentiero e dato la forza di intraprenderlo. Io solo detto si ed ho cominciato a camminarci con titubanza, ma con Fede che quella fosse la strada da intraprendere. Il Signore, ma mano che camminavo, allargava a strada davanti a me, mi dava amici che mi facessero compagnia, sconfiggeva per me i nemici che volevano fermarmi.
    Avviate Fede e lo Spirito di Dio saprà illuminare il vostro cammino e consolare il vostro cuore.

    •  
      CommentAuthornonparte
    • CommentTime27 May 2012
     

    Gesù presenta un tempo nuovo, un modo diverso di attendere nella vita: sta per arrivare lo Spirito Santo.
    Questa attesa è un dono preparato per tutti; lo Spirito è consolazione, soprattutto nella testimonianza, che ci è richiesta, anche se porterà impegno, difficoltà, sofferenza e, casi estremi ma di esempio, martirio.

  21.  

    Addì 28 maggio 2012

    Mentre usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?».
    Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo.
    Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre».
    Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza».
    Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dàllo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi».
    Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni.
    Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!».
    I discepoli rimasero stupefatti a queste sue parole; ma Gesù riprese: «Figlioli, com'è difficile entrare nel regno di Dio!
    E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio».
    Essi, ancora più sbigottiti, dicevano tra loro: «E chi mai si può salvare?».
    Ma Gesù, guardandoli, disse: «Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio»

    Marco 10,17-27

  22.  

    Vendi quello che hai e dallo ai poveri

    Ritengo che Madre Teresa sia un grandissimo esempio per tutti noi, di come si possa mettere in pratica questo insegnamento di Gesù. Non possedeva nulla e tutto ciò che gli veniva regalato lo vendeva per i poveri.
    Non tutti siamo in grado di dare le nostre ricchezze, ma purtroppo in pochi hanno il coraggio di dare qualcosa che faccia fatica. Si dona, e nemmeno sempre, il superfluo, quello che ci avanza, gli spiccioli. Gli altri si arrangino, peggio per loro se sono poveri.
    Non riusciamo a donare le cose materiali? Riusciamo però a donare noi stessi agli altri?
    Il Signore non si riferiva forse anche a ciò che abbiamo dentro il nostro cuore? Le nostre professionalità, le nostre capacità, il nostro amore? Anche in questo siamo carenti. Chi sa fare si fa pagare per fornire un servizio, chi ha amore si guarda bene di darlo se prima non lo riceve in cambio dal prossimo.
    Non riusciamo a fare a meno dei nostri agi, del posto che ci siamo conquistati al sole? Potremmo iniziare dal donare noi stessi, il bene più grande che abbiamo, il resto verrà da sé non appena ci accorgeremo di quanto sia bello donare e donarsi.

    •  
      CommentAuthornonparte
    • CommentTime28 May 2012
     

    Una persona ricca si sente al sicuro difesa dalla ricchezza posseduta. Legata ai vantaggi dei suoi averi, vive preoccupata per difendere i propri interessi.
    Chi non è abituato ad avere questa preoccupazione, desidera, purtroppo, ricchezze che creano dipendenze e si diventa schiavi del consumismo (critica rivolta a tutti: quanti oggetti inutili nelle nostre case!). Non hanno tempo per dedicarsi al servizio del prossimo.
    L’invito è rivolto a tutti, non allo stesso modo: basta visitare gli anziani, assistere qualche familiare, un amico ammalato: donare il proprio tempo (è un bene che ci è regalato e non va sprecato!). La pienezza della vita non deriva dagli armadi pieni.

    Gesù fa notare che ciò che importa è fare la volontà del Padre: riusciamo a stare bene con Dio solo se sappiamo stare bene con il prossimo.
    La strada per giungere a Dio è il prossimo.

  23.  

    Ciao a tutti!
    Ero rimasta un pò indietro. Era da giorni che non leggevo le vostre riflessioni e i vostri commenti.
    Alcuni vostri pensieri mi fanno ripensare ad un gesto straordinario che è stato fatto nei giorni scorsi nei miei confronti.

    "Mi vuoi bene?"
    Quella mattina ero un pò giù e non mi aspettavo niente. A un semplice "ciao" un ragazzo dal cuore speciale e da una sensibilità sorprendente mi ha sorriso, abbracciato forte, presa in braccio e fatta girare.
    A parole può sembrare nulla e un gesto come un altro,invece è stata un'emozione e una gioia immensa aver ricevuto quell'abbraccio.
    E' stato spontaneo e inaspettato ed è per questo che ancora lo sento.
    Non aveva chiesto niente, ma è stato proprio bello quell'abbraccio, una sorpresa per me.
    Sono questi i gesti che lasciano il segno e valgono più di tante parole.
    In quel momento ero io il prossimo e mi è stato dimostrato un grande affetto.
    Un bisogno inespresso è stato ascoltato dal Signore che non ha esitato ad accarezzare il mio cuore.
    A volte basta poco per donare se stessi e quello che di più arricchente serbiamo nel nostro cuore.
    Per me è stato molto più che un bel gesto. Anche un esempio e un insegnamento.
    Un ragazzo che ne ha passate tante, ha sofferto, ma sempre con il sorriso dentro al cuore è riuscito a rendere migliore la mia giornata iniziata con un pò di tristezza.
    Quando l'ho ringraziato mi ha risposto con un messaggio ancora più sorprendente e rincuorante.
    Non è vero che questi giovani non hanno nulla da dare o come dicono in tanti "gioventù bruciata". Mi arrabbio quando lo sento dire.
    A volte fanno cose che fanno male, ma hanno dentro anche tante belle qualità. Sta a noi scoprirle.
    A noi il compito di aiutarli a farle emergere e incoraggiarli a mettere in pratica.
    Grazie anche a chi ha saputo trasmettere a quel ragazzo e a tanti altri il valore del donare e del donarsi :face-smile:.

    Scusate se ciò che ho scritto non è un commento, nè una riflessione al vangelo.
    E' solo un'esperienza quotidiana che mi faceva piacere condividere con voi.

    Grazie e un caro saluto e buona giornata a tutti :face-smile:.

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime28 May 2012 modificato
     

    Ciao Carmela e grazie per le tue riflessioni :face-smile:
    Quello che noi diamo ai nostri ragazzi ci viene restituito con gli interessi. Certo se noi pensiamo ad un rendiconto economico oppure a chissà quali gesti per ringraziarci, resteremo delusi sicuramente.
    Ma il calore di un abbraccio , un sorriso , un grazie sono più importanti di qualsiasi ricchezza materiale. O per lo meno così è per me!
    Vi racconto anch'io un piccolo gesto che mi ha riempito il cuore qualche giorno fa.
    Mi arriva un messaggino con richiesta di portare F. per una partita di li a mezzora.
    Io sbuffo, anche se non avevo niente da fare, perchè cavoli potevano anche avvisarmi un po' prima. Il bimbo vede il mio disappunto e mi dice: no, non ci vado, potevano dirlo prima (anche se si capiva lontano un miglio che lui ci voleva andare). Allora io lo guardo negli occhi e gli dico: se ci tieni, ti ci porto volentieri...e lui siiiiii e sparisce a prepararsi. In macchina, nel silenzio mi dice "grazie" e questo grazie mi ha lasciato senza parole, avevo un nodo ala gola per l'emozione e non sono riuscita a dirgli altro che un "di niente". Non riesco a capacitarmi della sua delicatezza nell' essere disposto a rinunciare a questa cosa a cui lui teneva tanto, per non mettere me nella condizione di dire no e poi la gratitudine...per tutto.
    Buona giornata

  24.  

    Se lui è così Elen, è perché tu gli vuoi bene e lui sente questo amore.
    E' un po' anche merito tuo :face-smile:

    •  
      CommentAuthornonparte
    • CommentTime28 May 2012
     

    «Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dàllo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi».
    Si può intendere anche di liberarsi da se stessi, dal proprio io affinché Gesù sia il centro della nostra vita.

  25.  

    Addì 29 maggio 2012

    Pietro allora gli disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».
    Gesù gli rispose: «In verità vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo,
    che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna.
    E molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi»

    Marco 10,28-31

  26.  

    Non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del Vangelo, che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi

    A volte abbandonare il proprio agio è una grande fatica.
    Pensate a chi piace andare a pescare, oppure a giocare a calcio, o a correre.
    Siete tranquilli in poltrona al tramonto d'estate che vi state guardando un bel film, assaporando una bibita fresca e vi chiama un amico per andare a correre sul lungomare. La tentazione è forte perché il footing è la vostra passione, ma la pigrizia è tanta, il pensare di doversi rivestire, smettere di vedere il film, dover riporre la bibita in frigo è una tal fatica da farvi pensare di rispondere "no, grazie, sarà per un'altra volta".
    Se decidiamo di andare, di sforzarci a rispondere "si, vengo" ci troveremo davanti ad un bellissimo tramonto, mentre facciamo attività fisica ritemprante per il nostro fisico, in compagnia di diversi cari amici con i quali conversare piacevolmente e andare dopo a mangiare una pizza trascorrendo una magnifica serata.
    Se decidiamo di restare ancorati alla nostra poltrona e alle nostre abitudini avremo una serenità solo apparente perché staremo bene lì per lì nel vedere il film e bere, ma non potremo condividere con nessuno questo nostro stato d'animo, andremo a letto senza aver parlato con nessuno, avremo fatto una cena frugale alla quale non avremo dato il tempo di essere digerita, avremo rinunciato a ridere e scherzare con gli amici.

    La vita ci mette ogni giorno dinanzi a questa scelta. Veniamo spesso chiamati al telefono dal Signore che ci dice "alzati dalla tua vita sedentaria, rimboccati le maniche ed esci. Fuori troverai un mondo che ha bisogno di te, ma ti accorgerai ben presto che anche tu trarrai vantaggio nel donare"

    Quando morì la mia mamma il Signore mi chiamò. Io ero debole in quel momento, in cerca di una nuova vita, triste e deluso da tanti aspetti del mio passato e da coloro che credevo amici e si sono rivelati poco più che semplici conoscenti. In quel settembre 1986, quando Don Luigi mi disse "ci sono tanti bambini da aiutare" io risposi si alla chiamata del Signore. Risposi si per egoismo, mi annoiavo sulla mia poltrona, mi abbrutivo un bozzolo di vita che non sentivo più mio.
    In oltre 25 anni di questa vita ho avuto, e Roberta con me, che parimenti ha detto si al Signore, tante di quelle gioie e soddisfazioni, tante di quelle persone che mi hanno voluto bene come fossi loro figlio o fratello o padre, tante di quelle possibilità anche materiali da farmi pentire di non aver scelto questa strada prima della morte della mia mamma.
    Pensavo di fare qualcosa per gli altri, ma sono stati gli altri a fare tantissimo per me.

    Il Signore aggiunge "... insieme a persecuzioni".
    Il tono è gioioso, non è triste, non è il prezzo da pagare per avere tanto, ma è la gioia di essere perseguitati perché si sta facendo qualcosa di buono.
    In un altro passo del Vangelo Gesù dice "Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli" e le persecuzioni, se siamo sulla strada giusta, perpetrate da gente invidiosa ed egoista, saranno un vanto da ricamare sulla carne viva. Non un prezzo, ma un guadagno che, se saremo costanti e coerenti con le nostre scelte non curandosi di costoro, ci darà qualche credito per arrivare alla vita eterna.
    Non si dice si per il guadagno, non si lasciano i propri agi pensando di averne maggiori in seguito. Il si arriva dal cuore, dalla volontà di fare qualcosa per il nostro prossimo oppure, come nel mio caso, per egoismo. Poco importa, ma sappiate che ogni cosa di buono che faremo, che la si faccia in nome di Dio o perché la nostra morale ce lo richiede, sarà un investimento già per la nostra vita su questa terra, ma sopratutto per la nostra nuova vita vicino al Signore.

    •  
      CommentAuthornonparte
    • CommentTime29 May 2012
     

    La ricchezza è soprattutto un modo di essere del cuore, non si tratta, penso, della quantità di beni, può essere un legame esagerato ad una persona, un’adesione eccessiva a un pensiero. La ricchezza inganna perché difficilmente realizza quella felicità che promette, la felicità è nei cuori.

    Chi riesce a colmare il vuoto nel cuore è Gesù, egli è più di ogni bene, più di ogni affetto, più di ogni utopia.

    Nella fatica, nella derisione, nell'umiliazione si scopre di lasciare ciò a cui siamo legati: il falso amor proprio.

    Se ci affidiamo alla sua chiamata, scegliendo una vita di testimonianza, di missione ci libereremo dei legami terreni, ed Egli sarà il nostro sostegno, conforto, realizzando una vita piena di gioia e di speranza.

  27.  

    Addì 30 maggio 2012

    Mentre erano in viaggio per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti a loro ed essi erano stupiti; coloro che venivano dietro erano pieni di timore. Prendendo di nuovo in disparte i Dodici, cominciò a dir loro quello che gli sarebbe accaduto:
    «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi: lo condanneranno a morte, lo consegneranno ai pagani,
    lo scherniranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno; ma dopo tre giorni risusciterà».
    E gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo».
    Egli disse loro: «Cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero:
    «Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
    Gesù disse loro: «Voi non sapete ciò che domandate. Potete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo».
    E Gesù disse: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete.
    Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
    All'udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni.
    Allora Gesù, chiamatili a sé, disse loro: «Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere.
    Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore,
    e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti.
    Il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti»

    Marco 10,32-45

  28.  

    Lo condanneranno a morte, lo consegneranno ai pagani, lo scherniranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno; ma dopo tre giorni risusciterà

    Quante volte vi sarà capitato di andare incontro a qualcosa a voi non gradito, verso un piccolo supplizio, per amore di qualcuno. Dal piccolo esempio banale di andare in ferie in posti che non ci piacciono pur di far contenti i nostri figli o la persona che si ama, finanche a visitare un malato ogni giorno per il suo bene acquisendo tristezza e malumore. Quanti genitori sarebbero pronti a donare una parte del proprio corpo, un organo come un rene, pur di far star bene il proprio figlio, anche se questo dovesse comportare dialisi per tutta la vita.
    Perché siamo pronti a subire queste "violenze". Perché si ama qualcuno. Non ci importa se poi staremo meglio o peggio fisicamente, abbiamo infatti la certezza che grazie ad un nostro gesto le persone che portiamo nel nostro cuore avranno un giovamento, cosa che ci farà star bene, facendoci dimenticare i dolori e le pene subite.

    Gesù ci ama ed è venuto sulla terra per donarci la Sua vita, per insegnarci la strada per stare meglio. Al pari di un genitore che ama i suoi figli più di sé stesso.

    Chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti

    Accendiamo la televisione e tra reality, talk show e telegiornale è un sabba infernale di persone che cercano di fregare le altre, che tentano la scalata al potere e al successo, che vogliono la visibilità a tutti i costi per sé stessi. Che pena mi fanno!!! Quanta solitudine, quante amicizie di convenienza, quanti sorrisi compiaciuti per ottenere qualcosa. Una vita come attori per poi cadere nella polvere quando, sempre più velocemente, i riflettori si spengono. In cambio di cosa? Denaro? Sesso? Bella vita? E' come avere 100.000 euro e comprarci una barca extralusso da 100.000 euro. Bella, l'invidia di tutti, starci sopra e far finta di condurla in porti esotici e lontani ... ma poi non avere un euro da spendere per mangiare. Passa il tempo e la barca ha bisogno di manutenzione e pian piano va in rovina. Le persone la cominciano a guardare con disprezzo e si allontanano da essa e dal suo proprietario lasciando solo con i suoi sogni di gloria.
    Colui invece che ha 100.000 euro e li investe negli altri: cento euro al mese per fare la spesa ad una famiglia povera, mille euro per comprare gli elettrodomestici a chi non può permetterselo, ottantamila euro per comprare una casina piccola ma confortevole dove ospitarci gli amici in difficoltà. Che grande investimento. Quanti amici si sarà fatto quella persona. Avrà rinunciato al piacere di un momento, ma avrà guadagnato la gioia per tutta la vita ed il Signore saprà ricompensarlo donandogli la vita eterna.

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      CommentAuthornonparte
    • CommentTime30 May 2012
     

    Gesù ricorda di nuovo il valore del servizio e del dono della propria vita, e gli altri continuano a discutere sui primi posti. Inseguono la gloria umana, vogliono essere importanti sulla terra.

    L’ideologia dominante non cambia nelle diverse epoche, la sofferenza non va d’accordo con l’idea di impegno e di sacrificio richiesto. Si continua ad essere ciechi.

    Il rimedio contro l’ambizione personale è il servizio verso gli altri: servire i fratelli e le sorelle, accogliere gli esclusi, rendere la vita più umana.
    Siamo capaci di bere il calice della sofferenza? Basta lasciarsi trasformare dal messaggio di Gesù, tralasciando l'egoismo e la superbia.