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  1.  

    Una piccola soddisfazione ... qualche tempo fa avevo mandato due commenti al Vangelo ad un sito cattolico ... non so perché ... forse per avere un minimo di approvazione da chi ne sa più di me.
    Non avendo ricevuto risposta ho pensato che non fossero stati accettati, ed invece vedo ora una mail con la quale mi si comunica l'avvenuta pubblicazione e l'invito a mandare altri "ritagli"

    http://www.qumran2.net/ritagli/index.php come autore inserite Zizzi

    • CommentAuthorroberta_b
    • CommentTime9 Apr 2012
     

    QUMRAN2!!! Grande sito.... Prendevo tantissimi spunti da lì quando facevo la catechista! :face-smile:

  2.  

    Addì 10 aprile 2012

    Maria invece stava all'esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro
    e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù.
    Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto».
    Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù.
    Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo».
    Gesù le disse: «Maria!». Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: «Rabbunì!», che significa: Maestro!
    Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma và dai miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro».
    Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: «Ho visto il Signore» e anche ciò che le aveva detto

    Giovanni 20,11-18

  3.  

    La morte

    Provo tanta tristezza per coloro che non credono in Dio.
    A volte cerco di immedesimarmi in loro, specie quando si ha a che fare con la morte.
    Quando muore una persona cara a chi crede, ci sono le lacrime, il dolore, ma anche la certezza di una nuova vita, della resurrezione.
    Quando muore qualcuno a chi non ha Fede, quale è il suo pensiero? Tutto finisce in quel momento? Ci si aggrappa ai ricordi? Non c'è speranza.
    Pensare alla propria morte porta chi ha Fede a camminare sorridente anche l'ultimo giorno di vita perché morire significa addormentarsi tra le braccia del Signore e risvegliarsi in un altro mondo, in un'altra dimensione, andare a vivere l'eternità.
    Ma cosa pensa chi non crede quando muore? Io non saprei gestire la mia vita al pensiero che tutto svanisce. Pensare di aver lottato tanto e non essere altro che un nome nella mente di qualcuno.
    Il mio amore per la gente mi porta a soffrire per loro e prego Dio che almeno in punto di morte abbiano la gioia di addormentarsi con almeno la speranza di un risveglio.

    Maria piange per il dolore umano per la perdita di una persona che sulla terra non rivedremo più, così come aveva fatto Gesù alla morte di Lazzaro, ma ci sono gli Angeli e c'è il Signore a consolarci dicendoci di non piangere.
    E come lo fa? Nel modo più dolce che esista, chiamandoci per nome, così come aveva fatto con Lazzaro, così come ogni mamma chiama il proprio bambino.
    Il Signore pronuncia il nostro nome, ci chiama affinché semplicemente ci voltiamo per guardare verso di Lui, per credere in Lui.

    "Riccardo" mi disse il Signore quando morì la mia mamma e per nove mesi ha continuato a chiamarmi, fintanto che non ho risposto "eccomi" permettendo a Dio di iniziare questo grande Sogno che è la Vita con i bambini.
    Ognuno è chiamato da Dio a guardarlo, a credere, ma poi il Signroe ci lascia liberi di decidere e di sbagliare, ma sempre sarà accanto a noi. Se non lo vediamo è solo perché non ci voltiamo quando Lui ci chiama.

    • CommentAuthormarisa
    • CommentTime10 Apr 2012
     

    x riccardo: hai ricevuto la mia mail?

    • CommentAuthormarisa
    • CommentTime10 Apr 2012
     

    per quanto riguarda il tuo post: NO COMMENT!! ma non prenderti la briga di essere triste. te lo dice una che una settimana fa ha perso una persona cara.....

  4.  

    La mia tristezza è condivisione.
    Io se vedo per la strada un barbone che dorme sotto i cartoni non ci dormo e mi sento una carogna a dormire nel mio letto al riparo. Figurati se non sto male per qualcuno che soffre per la morte di qualcuno ... mi ci immedesimo in pieno per esserci passato.
    Mail ricevuta.

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime10 Apr 2012
     

    Mi piacerebbe sapere quale è la tua visione Riccardo del dopo la morte...non è una domanda provocatoria, solo che io non mi sono fatta un'idea precisa di cosa potrebbe esserci. Anch'io personalmente vedo la morte come una tappa, non sono ossessionata dal pensiero di morire , sono sempre riuscita a metabolizzare e a dare un senso anche alla morte delle persone a me care...e ne ho perse veramente tante. Non posso pensare che di la non ci sia niente, anzi...ma non riesco ad immaginare.

  5.  

    La mia visione cara Elen non è un qualcosa di definito. Credo a quello che Gesù ci ha detto nel Vangelo, ma non mi faccio idee di come e quando sarà perché ho Fiducia in Dio e so che qualunque cosa accadrà sarà Suo volere. Mi Fido di Lui, mi sono sempre fidato, figurati se non mi fido proprio nel momento in cui dovrò soltanto stare in poltrona comodo comodo ad aspettare.
    Cosa c'è dopo non ci è dato di saperlo con precisione.
    Dice il Signore "alla fine del mondo i morti risorgeranno"
    Ma dice anche a uno dei ladroni che sono stati crocifissi con lui "oggi stesso sarai con me nel regno dei cieli"
    E ai discepoli dice "Dio non è il Signore dei morti, ma dei vivi"
    Ed anche "I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli"

    Ma cosa sia riservato a noi non lo so, ma posso dirti che non mi pongo il problema.
    Saremo giudicati da Dio secondo le nostre opere, buone e cattive.

    Credo anche io alla morte come una tappa, ma è la tappa finale, diciamo il traguardo. Non a caso i santi si commemorano nel giorno della loro morte, perché è la rinascita in una vita nuova.

  6.  

    Addì 11 aprile 2012

    Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus,
    e conversavano di tutto quello che era accaduto.
    Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro.
    Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo.
    Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste;
    uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?».
    Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo;
    come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso.
    Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute.
    Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro
    e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo.
    Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l'hanno visto».
    Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti!
    Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?».
    E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
    Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano.
    Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro.
    Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro.
    Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista.
    Ed essi si dissero l'un l'altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?».
    E partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro,
    i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone».
    Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane

    Luca 24,13-35

  7.  

    Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino?

    Quante volte ci sentiamo soli, sconsolati, tristi.
    A volte arriviamo anche a pensare che tanto varrebbe morire che continuare su questa strada.
    Ma presi da mille pensieri, dai problemi della vita non guardiamo alla presenza costante di Dio. A nulla valgono i discorsi degli altri per dirci "Dio esiste", "Dio è vivo in mezzo a noi". Siamo troppo assuefatti alla vita umana e terrena che non riusciamo a vedere lo spirito. E' un po' come se una persona bevesse vino pensando che sia acqua ... beve e si sente male. Ma se capisse che ciò che sta bevendo ha una forte componente alcolica, berrebbe a piccole dosi ed il suo organismo ne avrebbe giovamento.

    Ci è difficile pensare a qualcosa dopo la morte. Ci risulta ostico perché non vediamo al di là del nostro naso, perché non crediamo agli altri, perché è più facile credere a ciò che vediamo e tocchiamo. Eppure la nostra esperienza di tutti i giorni ci insegna che ci sono tantissime cose che non vediamo, ma ci fidiamo che esistano perché qualcuno ci dice che ci sono, oppure perché ne vediamo gli effetti. Il vento non lo vedete, ma quando soffia ci credete. L'aria la respirate ogni istante, ma chi di voi l'ha mai vista? Allora perché per molti è così difficile credere in Dio? La Sua esistenza la si vede ogni giorno nel mondo che gira, nella nascita di un bambino, nei piccoli miracoli di cui ogni giorno siete attori e testimoni come una telefonata arrivata in ospedale per proporre un affidamento, una telefonata tanto per provare, una telefonata che trova "casualmente" la presenza di una terza persona che quel giorno, grazie a quella telefonata, fa il balzo in avanti verso l'accoglienza dei bambini.
    Il Signore c'è. Il Signore ci chiama ogni giorno, con pazienza, amore, dolcezza. Il Signore cammina in mezzo a noi accompagnandoci lungo il cammino che ci siamo scelti. Il Signore si rivela a noi, ma noi lo vediamo solo quando ci svegliamo dal nostro torpore.
    E allora vi dico: Svegliatevi! C'è un mondo che ha bisogno di voi, decine di bambini che chiedono il vostro aiuto, Dio che vi vuole come soldati nel Suo esercito di pace per combattere una guerra contro i mali di questo mondo armati di Fede. Con un comandante come Gesù non potremo perdere nessuna guerra, e se perdiamo qualche battaglia sarà uno sprone per andare avanti con maggior forza.

    • CommentAuthormarisa
    • CommentTime11 Apr 2012
     

    Che cos'è lo Spirito Santo? ieri sera parlavamo di questo con mio marito e lui, ben ferrato in filosofia, sostiene che è la summa della conoscenza che da padre passa al figlio per culminare nello spirito che è la conoscenza piena

    • CommentAuthormarisa
    • CommentTime11 Apr 2012
     

    per quanto riguarda la morte io penso semplicemente che tutto si trasforma "polvere siamo e polvere ritorneremo" ma la conoscenza la possiamo trasmettere -da padre a figlio fino al culmine quindi ad un mondo migliore

  8.  

    Lo spirito è forse ciò che dice tuo marito, ma lo Spirito Santo fa parte della Fede e non si può spiegare.
    Ci è stato insegnato che Dio è Uno e Trino. Le Tre persone sono il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, ma pur essendo distinte sono una cosa sola. Come spiegare una cosa del genere? Così come non si può spiegare l'Eucarestia.
    Ma con la Fede ci sono delle cose che io accetto perché parto dal fatto che se io sono imperfetto non posso capire tutto e mi basta di capire ciò che mi viene mostrato. Pensate ad un bambino piccolo, non può capire tutto quello che i genitori gli insegnano, ma vede l'amore che ci mettono e si fida di loro accettando (a volte con bizze come facciamo noi con il Signore) anche le cose che non capisce. Man mano che il bambino cresce (e man mano che noi cresciamo nella conoscenza del Vangelo) capisce sempre più cose, ma non capirà mai tutto, nemmeno da adulto quando si interrogherà su certi comportamenti dei genitori. Ma poco importa perché i valori ed i principi che i genitori (e Dio) trasmettono sono buoni e non è necessario capirli tutti per accettarli ed averne i benefici effetti.

    Poi possiamo ragionare e filosofeggiare di tutto perché fa bene al nostro cervello e alla nostra Fede provare a capire, basta non avere la presunzione di capire tutto.
    Il telefono lo usate, eppure quanti di noi sanno come si costruisce? Alla fine non possiamo sapere tutto per poter vivere la nostra Fede e la nostra vita camminando con il Signore.
    Ti posso dire anche una cosa. Se ci sono cose alle quali non credi, liberissima, ma guarda a quelle in cui credi e parti da lì.

    Ci sono dispute teologiche sullo Spirito Santo come su altri argomenti, ma non sono certo io la persona adatta a intraprenderle.
    Su internet ho trovato una discussione che mi pare, ad una prima occhiata sommaria, oggettiva che cerca di capire, attraverso le scritture, cosa sia lo Spirito Santo
    http://www.chiesadicristofe.org/rubriche/spiritos.html

    • CommentAuthormarisa
    • CommentTime11 Apr 2012
     

    sono daccordo con te però sai a volte è difficile fermare il cervello e non è per presunzione almeno per me è semplicemente voglia di capire e forse chissà trovare l'anello di congiunzione tra la fede e la mia mente

  9.  

    Ma non devi fermare il cervello. fai bene a ragionare su tutto perché è così che si deve fare per aumentare la propria Fede.
    Sembra un controsenso, ma non lo è. Più ragioni e più ti accorgi che comunque ci sono delle cose che non puoi spiegarti, delle cose che esistono, che vedi (come ad esempio quelle che in tanti chiamano coincidenze) ed allora ti convinci che non potrai mai arrivare a capire tutto e questo ti aiuterà ad accogliere nel cuore anche cose che vanno contro la razionalità.
    Sant'Agostino diceva "Lontano da noi il pensiero che Dio abbia in odio la facoltà della ragione, in virtù della quale ci ha creati superiori agli altri esseri animati. Lontano da noi il credere che la fede ci impedisca di trovare o cercare la spiegazione razionale di quanto crediamo, dal momento che non potremmo neppure credere, se non avessimo un’anima razionale. Quando perciò si tratta di verità concernenti la dottrina della salvezza, che non possiamo ancora comprendere con la ragione (ma lo potremo un giorno), alla ragione deve precedere la fede; essa purifica la mente e la rende capace di percepire e sostenere la luce della suprema ragione divina: anche ciò è un’esigenza della ragione" In altri termini "la ragione aiuta la Fede e la Fede aiuta la ragione"

  10.  

    Da "La Repubblica di Bologna.it"

    Nega la comunione a un bimbo
    "Non è capace di intendere e volere"
    Don Piergiorgio Zaghi si oppone a concedere l'eucaristia a un bambino con ritardo mentale. Il vicario della diocesi: "Nessuna discriminazione, per ricevere il sacramento dovrebbe distinguere il pane dall'ostia". La famiglia: faremo ricorso in Vaticano e alla Corte europea dei diritti dell'uomo.

    Nega la comunione a un bimbo "Non è capace di intendere e volere" La parrocchia di Porto Garibaldi
    Negata la comunione a un bimbo di 10 anni, disabile psichico, "perché non è in grado di intendere e volere". Questa la spiegazione di don Piergiorgio Zaghi, parroco di Porto Garibaldi, lido ferrarese, a chi è rimasto sconcertato dal fatto che il sacerdote, nella cerimonia propedeutica alle prime comunioni avvenuta durante il Giovedì santo, abbia saltato un piccolo, affetto da ritardo mentale.

    Eppure nella tradizione cattolica un altro sacramento, il battesimo, deve avvenire il prima possibile, solitamente a pochi giorni di vita, per assicurare la vita eterna al nascituro. Ben prima, quindi, che il neonato sviluppi qualsiasi capacità cognitiva.

    Alcuni genitori dei compagni di classe del piccolo, hanno scritto una lettera invitando il prete a ritornare sulle sue decisioni. Quest'ultimo si è difeso nell'omelia pronunciata durante la messa del Venerdì santo: anche se la dottrina non prevede l'esclusione dall'eucaristia per le persone incapaci di intendere e volere, don Piergiorgio Zaghi avrebbe desiderato che il piccolo capisse o intuisse la portata del sacramento.

    Concetto ribadito dal vicario della diocesi di Ferrara. "Nessuna discriminazione", secondo monsignor Antonio Grandini: "Per ricevere il sacramento il bambino dovrebbe saper distinguere il pane dall'ostia e questo, al momento, non è avvenuto". Non si esclude, aggiunge monsignor Grandini, che il piccolo possa terminare il suo percorso di crescita spirituale e ricevere il sacramento a maggio insieme ai
    suoi coetanei.

    Ma le polemiche non si placano. E, come riferisce La Nuova Ferrara, investono direttamente i compagni di classe del bambino escluso. Uno di questi, in particolare, si è rivolto al parroco con una lettera: "Carissimo don Piergiorgio - è una delle lettere - sono un bambino di quarta elementare. Quest'anno ci siamo preparati per ricevere la prima comunione e ho saputo che un nostro compagno non può farla. Mi sono chiesto cosa ha fatto di male, perché non può farla? è cattivo? si comporta male? Per me non è cattivo, è bravo e tranquillo". Il bambino (o chi lo ha aiutato a scrivere la lettera) chiede che il compagno possa accostarsi alla comunione assieme agli altri amici: "Pensiamo che Gesù l'avrebbe guarito come ha fatto con Lazzaro o con i lebbrosi".

    Feriti dal comportamento del parroco, anche i genitori del bimbo hanno deciso di reagire. Attraverso due avvocati, hanno deciso infatti di fare un esposto alla Corte europea dei diritti dell'uomo "per violazione della libertà religiosa", e un altro al Vaticano "per segnalare il grave ed inspiegabile comportamento della Curia locale".

    La famiglia, hanno spiegato i legali, si appella al fatto che "l'ordinamento giuridico canonico non fa alcun riferimento né all'età né alla capacità di intendere e volere del soggetto che si appresta a ricevere il Sacramento dell'Eucarestia" e sottolinea che "il minore in questione pur se affetto da grave disabilità motoria non è comunque giuridicamente totalmente incapace di comprendere il significato dell'istituto sacramentale".

  11.  

    Sulla mia pagina facebook una carissima amica ha postato questo articolo commentandolo così "Scusa Riccardo io provo tristezza a pensare che succedano cose del genere"

    Ecco la mia risposta
    Lasciate che i bambini vengano a me diceva Gesù.
    A me fanno tristezza gli errori delle persone che facciano del male a qualcuno e questo, a mio avviso, è uno di questi.
    Essere sacerdoti non significa non sbagliare.
    Più di un sacerdote mi ha ferito: il segno di pace rifiutatomi in chiesa, il dirmi "i tuoi bambini sono diversi e quindi non vale la pena che sentano nemmeno la Messa" ecc.
    Ma nella mia strada ho incontrato anche sacerdoti che mi hanno aiutato e non con l'atto di una volta, ma standomi vicino, come Don Luigi, grazie al quale ho iniziato ad aiutare i bambini, come Don Sergio che per anni ci ha difeso andando anche contro il suo vescovo (ora nostro amico) che aveva sentito parlar male di noi da altro sacerdote, come sempre Don Sergio ha fatto fare da padrino e madrina ad una coppia di miei carissimi amici dove lui non è battezzato e che non sono sposati in chiesa.
    Quando uno va contro le regole tutti a tirargli sassi, ma quando uno nel silenzio fa qualcosa di buono per anni e per tanti, tutti zitti.
    Non è molto obiettiva la cosa.

    Nella fattispecie che si tratti di un'interpretazione personale lo dice anche il sacerdote in questione quando afferma "la dottrina non prevede l'esclusione dall'eucaristia per le persone incapaci di intendere e volere, don Piergiorgio Zaghi avrebbe desiderato che il piccolo capisse o intuisse la portata del sacramento".

  12.  

    Penso che il Signore non fa differenza tra chi ha la capacità di intendere e chi non ce l’ha. Lui ha ridato la vista ai ciechi, ha fatto camminare chi non riusciva ad alzarsi, ha guarito gli ammalati nel corpo e nell’anima ridonandogli la vita e la gioia di vivere, Lui non ha messo da parte chi era diverso. Ha accolto chiunque, non ha mai fatto discriminazioni, né rimandato indietro chi volesse incontrarLo o chiedesse di Lui. Perché negare di incontrarLo proprio a una creatura innocente che non ha fatto alcun male?

    I discepoli di Emmaus mi fanno pensare a chi durante il cammino della vita smarrisce la propria fede o distratto da tante mille altre cose la perde di vista. Il Signore in qualche modo, però si manifesta a noi in diverse situazioni della vita. SaperLo riconoscere mentre spezza il pane anche quando è in mezzo a noi così come ha fatto quel giorno mentre era con i discepoli di Emmaus è segno che la nostra fede si è rinnovata o è nata o forse è diventata più forte di prima.

  13.  

    Addì 12 aprile 2012

    Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
    Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!».
    Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma.
    Ma egli disse: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore?
    Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho».
    Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi.
    Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?».
    Gli offrirono una porzione di pesce arrostito;
    egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
    Poi disse: «Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi».
    Allora aprì loro la mente all'intelligenza delle Scritture e disse:
    «Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno
    e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme.
    Di questo voi siete testimoni

    Luca 24,35-48

  14.  

    Gesù è in mezzo a noi

    A volte ci affanniamo alla ricerca di Dio, a volte non lo cerchiamo proprio, ma il Signore è in mezzo a noi ogni giorno.
    Il Signore è nel povero che chiede un pezzo di pane ed ha piaghe su tutto il corpo per la denutrizione.
    Il Signore è nel bambino che viene picchiato, violentato, abbandonato che ha ferite nell'anima che porterà per tutta la vita.
    Il Signore è nell'anziano che è solo e chiede un po' di ascolto e di compagnia, con ferite nel cuore per aver dato tanto ai figli ed essere stato da loro allontanato perché noioso.
    Il Signore è nel drogato che chiede la vostra forza per uscire da un tunnel, che ha ferite nel cervello per le sostanze assunte.

    Chiunque abbia una ferita deve essere per noi Gesù.
    Anche io, anche tu. Tutti noi abbiamo bisogno del nostro prossimo e verso il nostro prossimo siamo chiamati ad andare.
    Il Signore ci mostra le Sue ferite, le ferite inferte dalla cattiveria, dal menefreghismo, dall'egoismo in special modo ai più deboli.
    Non possiamo far finta di non vedere, non possiamo pensare che non spetti a noi curare quelle ferite perché se non lo facciamo siamo colpevoli tanto quanto coloro che le hanno inferte.

    •  
      CommentAuthornonparte
    • CommentTime12 Apr 2012
     

    Esatto: è proprio nella vita di tutti i giorni che dobbiamo vedere la presenza di Gesù Risorto, negli esempi che hai descritto tu ma anche nella quotidianità.
    Come allontanarci dal male e tenere lontana la morte (che poi è il peccato).
    Aprire le menti alla conversione (con la preghiera, la lettura della Parola e le varie forme di carità) e questo essere testimoni porta gioia, si vince la morte, si esce dal deserto dell'anima triste, sola, repressa.
    Sì, se non lo faccio sono colpevole di non vedere!

  15.  

    La fede, come quella che i discepoli hanno avuto in Gesù, non si può spiegare a parole a chi incuriosito chiede cosa sia o come si fa per averla. Si può rendere l'altro partecipe di ciò che si ha nell'anima attraverso lo spiegarsi dei fatti nella vita di tutti i giorni.
    Quello che è scritto nelle Scritture si può leggere, studiare, cercare di interpretare ed è cosa buona, ma senza fede non si può sentire dentro e fino in fondo il vero senso di ciò che è accaduto.
    Ciò che anima chi aiuta chi ha bisogno non è frutto del proprio essere, ma è qualcosa di più grande e misterioso nella quale, a volte, la ragione non trova spiegazione. La fede si scopre quando ci si rende conto che ciò che si fa o si dice per amore dell'altro non nasce da se stessi e ci si meraviglia di fronte all'accadimento di certi fatti.
    Gesù aprì la mente ai suoi discepoli all'intelligenza delle Scitture. Non è forse per mezzo di Lui, dello Spirito che agisce in loro che riescono a comprendere che ciò che era scritto si era compiuto? E' in forza di questa fede che Gesù li rende suoi testimoni così come rende tali coloro che si prodigano per l'altro che sia un povero, un drogato, un proprio coniuge o genitore, un amico o chiunque abbia bisogno.
    Come dice Riccardo Gesù è in mezzo a noi sempre, è nel nostro prossimo, ma ogni atto d'amore in qualunque modo si concretizza non può venire solo da noi stessi.

  16.  

    Addì 13 aprile 2012

    Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così:
    si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli.
    Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla.
    Quando già era l'alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù.
    Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No».
    Allora disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci.
    Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «E' il Signore!». Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto, poiché era spogliato, e si gettò in mare.
    Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri.
    Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane.
    Disse loro Gesù: «Portate un po' del pesce che avete preso or ora».
    Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò.
    Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», poiché sapevano bene che era il Signore.
    Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce.
    Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti

    Giovanni 21,1-14

  17.  

    Quella notte non presero nulla

    Dopo aver lavorato tanto, delusi, stanchi, il desiderio di lavarsi e riposare, preoccupati perché non pescare significava non portare da mangiare alla famiglia ... arriva uno sconosciuto che dice loro "gettate le reti".
    Entra in loro la speranza di cambiare le sorti di una notte infruttuosa.
    Quando prendono i pesci capiscono che quell'uomo sulla riva è Gesù.

    Capita spesso di lavorare tanto e non vedere i frutti del proprio lavoro.
    Ci sono persone che alla prima difficoltà abbandonano e fanno male.
    Altri che insistono, ma dopo aver rimbalzato contro un muro di gomma diverse volte, lasciano perdere.
    Altri che provano tutta la notte, fino allo sfinimento.
    La favola vorrebbe che alla fine di tanto lavoro, dopo che siamo stati più tenaci degli altri ci sia la ricompensa.
    Invece la vita non è un film a lieto fine e capita spesso che dopo aver messo tutto il cuore, tutta la passione, tutta la nostra forza, tutto il nostro impegno ... resti la delusione per un risultato che non arriva.
    Qui si vede il vero Uomo. In questi momenti è quasi scontato gettarsi nella disperazione, nello sconforto.
    Ma non è così che deve essere. Quando umanamente non ci sono più strade da percorrere, l'unica via d'uscita è la speranza.
    La speranza nel miracolo, la speranza nelle cose impossibili.
    Mi piace ripetere da sempre che le cose impossibili non esistono, e che l'unica differenza tra il possibile e l'impossibile è il provarci. Non abbandonare la lotta significa avere speranza. Non sapere più dove sbattere la testa ma restare davanti al problema in attesa di Qualcuno che ci dica cosa fare significa avere Fede.
    In questo estremo caso la differenza tra possibile ed impossibile è data dalla preghiera.

    Ma allora, santi uomini, perché non lubrificare le nostre azioni prima di arrivare al lumicino? Perché non pregare il Signore che ci dica dove buttare le reti?
    Accogliamo i consigli, intraprendiamo una strada anche se ci sembra stupida ... se un suggerimento arriva, vuol dire che Qualcuno voleva farcelo arrivare.

  18.  

    Quanti esempi nella mia vita.

    Mio padre, due infarti nel settembre 1989.
    Io ragazzo di 25 anni.
    I medici gli fanno la coronariografia (filmato al cuore) e sentenziano "il cuore ha subito troppo, inoperabile. Morirà entro un anno".
    davanti a tale evidenza parenti ed amici cominciano a preparare il lutto.
    Non mi arrendo e vado a Torino da un luminare.
    Stessa sentenza di morte!
    Arriva però un suggerimento. Parlando per caso con un mio amico vengo a sapere che in Francia c'è un medico molto bravo, giovane.
    Prendo il filmato e parto per Marsiglia.
    Il medico lo guarda, lo esamina e mi dice "qui si taglia, qui si cuce, qui si bypassa e tuo padre torna ad essere un grillo"

    Quante discussioni con parenti ed amici di mio padre "lo porti a morire lontano, lasciagli vivere in pace i giorni che gli restano". Guardo negli occhi mio papà e gli dico "vuoi stare su un divano ad aspettare di morire, o preferisci rischiare di andartene sotto i ferri senza soffrire, ma addormentandoti con la speranza di un cuore più forte ed una nuova vita".
    Si affidò a me, lo condussi in Francia e da quel giorno è vissuto altri quattordici anni.

    La speranza, la Fede, la preghiera ... anche quando tutto e tutti sono contro di te.
    Nella vita è questo che fa la differenza, andare avanti seguendo i consigli di Dio

  19.  

    Casa Zizzi

    Nel 2000 tastiamo il terreno con il comune se ci danno il via libera ad un progetto di una struttura da 2500 mq per minori (diurno, residenziale, centro affido, palestra, locali per autofinanziamento ed uffici).
    Un rimando continuo ed il 9 gennaio 2004 presentiamo il progetto.
    A fine gennaio la commissione edilizia da parere favorevole, ma la politica ci blocca.
    Inizia un braccio di ferro, non ci vogliono.
    Tengo un profilo basso, diplomatico per evitare ripercussioni sull'associazione
    Arrivo ad un punto che non so più dove sbattere la testa, ma una persona che conosco appena mi dice "prova a rivolgerti al difensore civico regionale". Era cosa impossibile perché non dirime le controversie con i comuni, ma con le asl ed altri organismi. Ma decido di fare comunque un tentativo. La risposta è scontata "non possiamo intervenire". La mia passione, il mio fervore, la palese ingiustizia perpetrata ai nostri danni accende una lampadina nel cuore e nella mente del mio interlocutore ... e si trova il cavillo sul quale intervenire.
    Viene fatta una profonda indagine del caso e parte una lettera contro il comune con intimazione a pronunciarsi.
    Non viene ascoltata. Parte una seconda lettera con tono più forte. Inascoltata anche questa.
    Ancora una volta non so dove sbattere la testa. Penso di ricorrere ad un avvocato, ma sarebbe stata guerra con morti e feriti anche in casa nostra.
    Decido allora di fare un ultimo estremo tentativo.
    Chiedo un appuntamento al sindaco. Mi viene negato come tutte le altre volte che negli anni passati avevo avanzato la stessa richiesta. Stavolta però mi faccio minaccioso al telefono e, complici le imminenti elezioni, comunico che se non mi riceveranno immediatamente mi rivolgerò alla stampa locale e nazionale.
    Miracolosamente vengo ricevuto.
    Espongo le mie ragioni al sindaco, minaccio azioni, dico che i bambini non hanno un colore politico ed è dovere di tutti aiutarli, aggiungo che Casa Zizzi si farà o in collaborazione o con una guerra, ma non mi metteranno da parte.
    Ed è allora che il Signore ha cambiato le cose.
    Il sindaco comincia a scaricare colpe e responsabilità su altri e si impegna a portare avanti la pratica.
    Così a dicembre 2009 la conferenza dei servizi da il primo importante parere favorevole.
    Così a settembre 2010 la giunta da parere favorevole unanime con plauso.
    Così a gennaio 2011 firmiamo la convenzione con il comune per la struttura che dovrà nascere.
    Così adesso siamo in attesa della concessione edilizia che non tarderà ad arrivare.

    Che si prenda il merito chi vuole, il sindaco, l'assessore, il difensore civico comunale e regionale, per me c'è un unico merito, è quello di Dio che pian piano ha tessuto una rete che io non vedevo, ma che alla fine ha catturato una grossa preda.

    Adesso la sfida è nel trovare i soldi. 5 Milioni di euro. Non ci vuole niente, basta pregare, è così semplice!!!

    • CommentAuthormarisa
    • CommentTime13 Apr 2012
     

    non capisco perchè non si vuole che si realizzi il tuo progetto. me lo spieghi?

  20.  

    Se leggi l'articolo su vita di oggi il perché è chiarissimo.
    Se una struttura non c'è ... il comune può rispondere al tribunale "non sappiamo dove collocare il minore"
    Ma se c'è la struttura, lo stesso tribunale può intimare l'accoglienza del minore e a quel punto a pagare è il comune di residenza del bimbo, che gli piaccia o meno.

    Inoltre ... in molti comuni c'è molto campanilismo politico ... se sei dei nostri fai tutto quello che vuoi, altrimenti no.

    Altra questione. Un centro che faccia propaganda all'affido non è ben visto perché fa aumentare le famiglie affidatarie e da lì i servizi sociali devono lavorare di più, maggior personale, maggiori stipendi.

    Questioni politiche e di soldi ... dei bimbi non importa.

    • CommentAuthormarisa
    • CommentTime13 Apr 2012
     

    quando ho fatto il corso feci una locandina A3 per promuovere il corso nei mei negozi. chiesi il consenso e mi fu negato senza darmi una spiegazione plausibile. adesso capisco forse il perchè. Da quando frequento questo sito ho trovato spesso delle contraddizioni tra cio che mi dicevano e ciò che è scritto qui sopra e ringrazio questo sito perchè ho potuto valutare ed avere le idee un pò più chiare ma lo ringrazio soprattutto perchè mi ha dato la possibilità di sperare di nuovo in un eventuale affido. A proposito l'assistente sociale mi ha detto che su da voi non ci sono bambini in difficoltà.......

  21.  

    Non ho capito Marisa ... il tuo assistente sociale ha detto a te che a Livorno non ci sono bimbi in difficoltà? O si riferiva ai bimbi nostri ospiti?

    Fai leggere all'assistente sociale la lettera scritta dai servizi sociali (suoi colleghi ... forse a loro crederà) di Livorno sul giornale dove dicono che sono "appena" 3695 i minori seguiti, vale a dire che ce ne sono anche molti altri che per paura non sono andati a bussare alla porta dei servizi sociali

    http://iltirreno.gelocal.it/livorno/cronaca/2012/01/26/news/esplode-il-disagio-sociale-ma-il-personale-non-c-e-1.3109524

    In 25 anni ho vissuto sulla mia pelle tante di quelle contraddizioni che nemmeno potete immaginare: dall'assistente sociale che ti dice "il bimbo deve restare con voi" e nel contempo promette alla madre che entro breve riavrà il bimbo; la psicologa asl che dice "questo bimbo deve restare con voi, ma io contro una collega (che aveva chiesto il rientro) non mi ci metto; servizi sociali di una città che telefonano ai servizi sociali di altra città per indicare come comportarsi con noi; adozioni fatte a persone che non dovevano avere l'idoneità e, all'arrivo dei bimbi, comunicazione che non sono idonei a tenerli e conseguente adozione ad altre famiglie; adozioni sconsigliate dal tribunale, portate avanti a tutti i costi e poi fallite; liti con noi perché ci siamo rivolti al tribunale scavalcando i servizi che, interpellati, avevano negato l'esistenza del problema.
    E tanto altro ancora da scriverci un libro!!!

    • CommentAuthormarisa
    • CommentTime13 Apr 2012
     

    Quando ho chiesto ciò che ti ho spedito mi ha detto "fai quello che vuoi" ma non metterci le speranze perchè bimbi su non ce ne sono

    • CommentAuthorcitro
    • CommentTime13 Apr 2012
     

    ciao marisa, non ricordo di dove sei, ma se vuoi anche nella mia zona (provincia di frosinone) non ci sono famiglie che danno disponibilità all'affido quindi se non sei lontana ti faccio avere i recapiti dei servizi sociali.

    • CommentAuthorcitro
    • CommentTime13 Apr 2012
     

    ma perchè non iniziamo noi qui a fare una sorta di lista"nazionale" di famiglie disponibili all'affido?con il tamtam sul web potrebbe tornare utile.
    E se tornasse utile anche solo in un caso sarebbe buono comunque!!!

  22.  

    Da sempre raccogliamo la disponibilità di famiglie affidatarie ed in più casi le abbiamo aiutate a trovare un bambino.
    Più di una volta ultimamente sono andato a Torino con persone/famiglie disponibili all'accoglienza.
    Nella mailing list che abbiamo ci sono tante famiglie che sono in attesa di un bambino in affidamento.

    Il problema però è duplice.
    Da una parte ci sono i servizi sociali che non amano fare affidamento e quindi si deve aspettare che un comune o un tribunale ci faccia richiesta per poter proporre una famiglia.
    Dall'altra va anche detto che le decine, centinaia di famiglie disponibili ... lo sono per bambini piccoli, per bambini senza problemi fisici o psichici, talvolta per bambini solamente italiani.
    E' chiaro che le segnalazioni che a noi arrivano non sono per questo tipo di bambini, per i quali è facile trovare una famiglia che li accolga, ma per bambini con qualche difficoltà ... e per loro la disponibilità si riduce drasticamente.
    Quando viene sollevato il problema dell'adozione ai single, tanto per fare un po' di odiens sui media, non viene detto che in Italia tale tipo di adozione è possibile. Viene puntato il dito che non ci sono bambini da prendere in adozione. E' una colossale bugia! Ce ne sono eccome, ma nessuno li vuole per i motivi sopra esposti.

    Comunque chi mi conosce sa che sono un brontolone, ma sa anche che non mi arrendo mai e rinnovo l'invito per coloro che vogliono fare affido di scriverci mandandoci una specie di curriculum familiare, la valutazione (se l'hanno) da parte dei loro servizi sociali circa l'idoneità all'affido o l'autorizzazione all'adozione, indicandoci per quali bambini sono disponibili, sperando che siano di larghe vedute ed ampio raggio.

  23.  

    Addì 14 aprile 2012

    Risuscitato al mattino nel primo giorno dopo il sabato, apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva cacciato sette demoni.
    Questa andò ad annunziarlo ai suoi seguaci che erano in lutto e in pianto.
    Ma essi, udito che era vivo ed era stato visto da lei, non vollero credere.
    Dopo ciò, apparve a due di loro sotto altro aspetto, mentre erano in cammino verso la campagna.
    Anch'essi ritornarono ad annunziarlo agli altri; ma neanche a loro vollero credere.
    Alla fine apparve agli undici, mentre stavano a mensa, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risuscitato.
    Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura

    Marco 16,9-15

  24.  

    Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura

    Cosa significa al giorno d'oggi andare in tutto il mondo e cosa vuol dire "predicare", ed infine, cosa è il Vangelo per noi?

    Andare in tutto il mondo non è solo viaggiare, recarsi in Africa o in Cina a fare il missionario. Certamente è anche questo, ma sopratutto significa visitare ogni tipo di luogo anche all'interno della nostra città, dal ghetto all'associazione industriali, dall'ospedale al circolo del bridge, dall'ospizio alla sala da te'.

    Predicare non vuol dire fare comizi o fermare la gente per la strada e assalirla con i propri valori, bensì condividere con altri il dolore di un figlio morto per un incidente, la solitudine di una camera d'ospedale, la paura di una morte imminente, la tristezza per un errore fatto o subito, un brutto voto a scuola. Ovunque ci sia bisogno di una parola, di un sostegno, è come se ci fosse un buco e noi (non solo chi crede, ma anche chi non crede) abbiamo il dovere morale di riempirlo. Dobbiamo cementare negli altri due parti che si sono divise e ricongiungerle, dobbiamo colmare quel vuoto di buoni valori e non lasciare che si infetti con quei virus che tendono a insidiarsi laddove trovano spazio, come la droga, la violenza, l'egoismo, l'opportunismo. Predicare significa prospettare a chi è in fase di ascolto per le vicende della vita una valida alternativa a ciò che ira ed impulso gli suggerirebbe di fare. Predicare è anche carpire l'attenzione, non è infatti scontato che chi soffre voglia ascoltare, così come non è scontato che chi è malato dia retta al medico e prenda quelle medicine. Noi, medici dell'anima, dobbiamo convincere chi sta male nel proprio intimo a curarsi ascoltando una buona parola.

    Si, il Vangelo lo può predicare anche chi non crede. Vi sembra tanto assurdo che si possa insegnare qualcosa che non si conosce? Eppure è così. Interrogatevi su quelli che sono i vostri valori di brave persone e poi mettetevi a confronto con chi ha letto qualche volta la vita di Gesù. Certi valori non sono appannaggio della Chiesa, ci sono tante brave persone che, magari senza saperlo, portano avanti tali principi meglio di tanti cattolici. Altruismo, Carità, Famiglia, Perseveranza, Perdono, Onestà ... non sono forse bei principi che ognuno di noi vorrebbe avere? E cosa ci dice il Vangelo? Ci parla di questo, ci fa esempi, ci mostra i vantaggi di una vita vissuta per gli altri piuttosto che per sé stessi.
    Ecco cosa è il Vangelo oggi: è raccontare la vita da un'angolazione che non sia quella comune, è andare controcorrente predicando dei valori che oggi in molti non conoscono o considerano d'altri tempi, è far capire alle persone che si può vivere come duemila anni fa con la modernità di oggi e che ciò che veniva raccontato ieri vale anche oggi e varrà anche domani perché certi modi di essere e di fare sono buoni sempre a prescindere dai tempi e da chi li narra.

  25.  

    A proposito del Vangelo di ieri, 13 aprile, leggete cosa ha scritto sulla mia bacheca di facebook una ragazza, Francesca

    C’è la crisi. Il dolore. Lo volgiamo superare,usiamo tutte le nostre forze per andare avanti. Cerchiamo di essere felici,dimenticandoci il passato e guardando solo verso il futuro. Dopo tanta fatica crediamo di aver superato la sofferenza ma, improvvisamente,quando meno te l’aspetti ricompare.
    E allora? Tutti i nostri sforzi a che cosa sono serviti? Ci ritroviamo al punto di partenza,tutto il nostro lavoro sembra essere sparito.
    A questo punto c’è chi vuole mollare tutto,chi si chiede “perché proprio a me?”..e non si vede più nessuna luce.
    Ma c’è chi,invece,la luce la vede,continua a sperare e prega il Signore.
    Oggi la mia giornata è iniziata nel più grigio dei modi..poi sono andata in ospedale dai bimbi,ho tolto la maschera”triste” e ho messo quella del sorriso,lasciandomi tutto alle spalle.
    In reparto il dispiacere per una bambina che non sembra fare progressi,dopo otto mesi di ricovero hanno provato ad operarla ma non è servito a nulla. Eppure lei è così felice,ha sempre il sorriso sul suo dolce viso. Lei e gli altri bambini sono così fiduciosi,molti di loro convivranno per sempre con la loro malattia,lo sanno e la affrontano. Mi si riempe sempre il cuore di gioia quando mi dicono che ne usciranno più forti e vittoriosi,e quando fanno a gara per trovare i lati positivi del ricovero( fare la pet terapy con i cagnolini,creare vere amicizie,avere un maestro tutto per sé,capire tutto sulla loro malattia così un giorno saranno poi loro che potranno curare gli altri bambini,…) tralasciando quelli negativi.
    Quando sono uscita dal reparto ho sentito il bisogno di fermarmi nella piccola cappella dell’ospedale.
    Ho chiesto al Signore come mai stessi ricrollando,come mai la forza che ho avuto fino ad adesso sembra non esserci più?..pensavo..pensavo ai bambini e alle loro dolci parole,pensavo a cosa il Signore avesse in programma per me.
    Poi ho capito che se il Signore non accoglie i nostri drammi,è perché vuole procurarci un bene più grande e duraturo. Tutte le prove difficili che noi affrontiamo quotidianamente ci inducono sempre a ricorrere a Lui,perché a Lui tutto è possibile e Lui vuole il nostro bene.
    La fiducia che noi gli diamo ci dimostra che anche quando ci troviamo in situazioni dolorose,Lui vuole un bene più grande e ci aiuta a compierlo.
    Spesso,però,siamo a noi non accettare la Sua volontà poiché non coincide con la nostra. Ma il Suo volere è sempre da preferire ai nostri desideri.
    La crisi mi ha aiutata,è stata un’occasione di cambiamento,di crescita per capire chi fosse la vera me…
    Il vero senso della crisi è proprio questo :un tramonto che aspetta la nuova alba.
    Mentre ero lì,il mio viso si era rigato di lacrime,ma non lacrime di tristezza,mi sentivo bene,sollevata,ascoltata e capita. Avevo affidato tutti i miei dubbi a Lui e mi sentivo meglio,protetta. improvvisamente mi sono sentita liberata da quell’oppressione. E come già ho detto,questo mi ha insegnato che dobbiamo sempre fidarci di Dio anche quando tutto ci sembra difficile e inspiegabile. Perché pur con il dolore che ci portiamo dentro l’Amore di Dio ci sconvolge e ci dona speranza.

    Se volete saperla tutta vi dico che questa è una bimba di 17 anni (18 ad agosto)
    Leggere queste cose fa bene al cuore e all'anima, ma sapere che a scriverle è una ragazza tanto giovane mi dona nuovo vigore e fiducia in un mondo che sembra avviato verso "non valori".

    • CommentAuthorcitro
    • CommentTime14 Apr 2012
     

    Bellissimo! Una bella speranza questa ragazza!!!

    Per quanto riguarda il discorso sulla non disponibilità della stragrande maggioranza delle famiglie è un problema che non si risolve dall'oggi al domani e oggi quello che mi sembra più utile fare è cercare sempre più persone interessate all'argomento in modo che si possa in qualche modo colmare l'ignoranza sull'istituzione dell'affido in sè e combattere i pregiudizi relativi a quelli che si chiamano "affidi problematici".

    Sinceramente io trovo che a parte la necessità di "larghe vedute", ci sono dei problemi oggettivi ad inserire, in una famiglia che ha una sua realtà e limiti suoi propri,adolescenti con problemi psichici o con gravi disabilità, problemi che mi sembrano di difficile soluzione.

    Sinceramente anch'io personalmente avrei grossi problemi ad accogliere in casa un adolescente con importanti problemi psichici e non solo perchè ho un bimbo piccolo, ma anche perchè credo che sia una scelta di vita drastica che non sono pronta ad affrontare (per limiti legati al mio innato egoismo che non riesco a superare), inoltre avrei paura di arrivare a situazioni limite che non riuscirei a gestire con conseguenti incalcolabili danni da tutte le parti ...

    mi vergogno a dirlo, ma anche questi sono miei pregiudizi visto che non ho avuto mai rapporti con adolescenti con problemi psichici e non ne conosco la realtà sepcifica. Quanto è importante l'informazione!!!

    sono argomenti delicati, ci sarebbe tanto da parlare, ma è difficile spesso scrivere sentimenti molto intimi senza sembrare o falsamente moralista o una cinica egoista...spero di essermi riuscita a spiegare ...mah! mi affido alla perspicacia di chi legge...

  26.  

    Non preoccuparti Citro, nessun giudizio.
    Ci sono adolescenti e adolescenti e problemi e problemi. Alcuni sono difficili e l'unica soluzione possibile è una comunità, in altri casi le problematiche sono più facili da affontare e superare.
    Hai ragione, di certe cose è difficile scrivere e spiegare, si tratta di sentimenti, di idee preconcette, di informazioni.
    La nostra casa è sempre aperta per un confronto con chiunque voglia venire a trovarci e mettersi in discussione.
    Vi aspettiamo.

    • CommentAuthorcitro
    • CommentTime14 Apr 2012
     

    Ecco, sono certa che capisci l'impossibilità di spiegarsi,anch'io penso che non si possa dare la disponibilità per criteri generali e bisogna vedere caso per caso.

    Verremo senza dubbio, questo non è il momento giusto per molte ragioni, ma ci tengo a venire per conoscere la vostra famiglia e per farla conoscere a mio marito.

    Notte:face-smile:

  27.  

    Addì 15 aprile 2012

    La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!».
    Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
    Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi».
    Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo;
    a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».
    Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù.
    Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò».
    Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!».
    Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!».
    Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!».
    Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!».
    Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro.
    Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome

    Giovanni 20,19-31

  28.  

    Beati quelli che pur non avendo visto crederanno.

    Chi è San Tommaso?
    Tommaso l'incredulo, Tommaso che se non vede e non tocca con mano non crede.
    Tommaso siamo tutti noi, noi che non crediamo se non vediamo un miracolo, noi che non crediamo che ci siano più di un milione di bambini (in crescente e preoccupante aumento) che vivono in situazioni di grande disagio e miseria, noi che viviamo la nostra realtà lasciando fuori dal nostro cuore tutto ciò che non possiamo vedere con gli occhi.

    Quante volte vostro figlio ha chiesto un piattone di patatine o di dolce perché lo ha "mangiato con gli occhi". Ecco, così facciamo anche noi, divoriamo con gli occhi tutto ciò che vediamo, ma non pensiamo che molte di quelle cose ci fanno male e sono ben altre quelle che ci nutrono e ci danno sostegno.

    Ma il Signore non condanna e si ripresenta a Tommaso per fargli vedere quello che lui vuole vedere, e Tommaso dice "Signore mio, Dio mio", lo riconosce, crede in Lui e nella resurrezione.
    Quante volte ci è capitato nella vita di avere paura, di avere pensieri che non ci fanno dormire, e qualcuno ci dice "il Signore è venuto anche per te, credi in Lui, chiedigli la grazia". Ma noi, gente concreta, gente del ventunesimo secolo, duri come rocce. Piangiamo le nostre disgrazie, ma non ci abbassiamo a parlare al vuoto, non ci umiliamo a chiedere un aiuto perché non ci crediamo. Ma Dio ama tutti noi, anche chi non crede e viene in nostro soccorso, si presenta a noi, si fa vedere con un segno, attraverso un'immagine, attraverso la parola di qualcuno, attraverso una riflessione che possiamo fare ... ed allora i nostri occhi si aprono, allora capiamo quanto tempo abbiamo perso a piangere quando sarebbe bastata una preghiera, allora capiamo quanto valiamo per Dio ... ed in quel momento diciamo "Signor mio, Dio mio".

  29.  

    Addì 16 aprile 2012

    C'era tra i farisei un uomo chiamato Nicodèmo, un capo dei Giudei.
    Egli andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui».
    Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio».
    Gli disse Nicodèmo: «Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?».
    Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio.
    Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito.
    Non ti meravigliare se t'ho detto: dovete rinascere dall'alto.
    Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito»

    Giovanni 3,1-8

  30.  

    Come può un uomo nascere quando è vecchio?

    Spesso sento dire "la mia vita è finita" oppure "tanto ormai le cose sono così", ed anche "non c'è più speranza per me o per loro".
    Che stupidaggini!!!!
    Finché c'è un domani, c'è sempre un futuro e per chi crede c'è un avvenire anche quando un domani non ci sarà più.

    Quale pittore, operaio, scultore fa bene la sua prima opera, il suo primo lavoro? Deve provare, riprovare, sbagliare, imparare ed alla fine riuscirà a fare opere molto buono o addirittura ottime. Ma è provando e sbagliando che si raggiunge ogni volta un miglioramento.
    Con questi esempi concreti non ci viene mai in mente che la nostra vita, così come impostata non va tanto bene? Non ci viene in mente che alcuni aspetti sono buoni, ma altri migliorabili ed altri ancora da cambiare radicalmente?
    Nasciamo, impariamo qualcosina e subito la mettiamo in pratica (mangiare, camminare, parlare), poi apprendiamo ancora (periodo dell'adolescenza) ma sulle basi di ciò che abbiamo acquisito precedentemente, e così via. Tutto poggia su delle basi terrene, umane ed è normale che sia così. La nostra imperfezione deriva da questa nostra natura, ma il Signore ci fa un dono, ci insegna che possiamo rinascere.
    Si, rinascere! Chissà quante volte, magari in un momento di tristezza o di rabbia, avete detto "se rinasco voglio essere ..." oppure "se rinasco voglio fare ...". Se ci pensate avete la possibilità di rinascere, non fisicamente, ma spiritualmente. A volte ci vuole una molla per farci capire, ma sempre necessita una riflessione.
    Quando morì la mia mamma avevo ventun'anni e la mia vita andava bene così come era. Ero soddisfatto per alcune cose, ma non lo ero per altre, ma tutto sommato il binario era segnato: avrei finito l'università, lavorato da commercialista con mio padre e poi da solo, sposato, una paio di figli, una barca. La casa l'avevo, l'affetto di una ragazza anche ... insomma una strada spianata e pronta all'uso.
    Ma evidentemente non era così che sarebbe dovuta andare.
    Mi è molto chiaro, perché lo stacco è stato netto, che fino al giorno in cui mia madre non è morta non riflettevo sulla mia vita, tutto mi era chiaro. Ed è in queste circostanze che si dovrebbe capire che qualcosa non va. Come si fa a pensare di essere arrivati in cima ad una vetta dalla quale dominare il mondo quando milioni di persone attorno a noi gridano la loro disperazione? Non significa essere sordi, significa non voler sentire.
    Evidentemente all'epoca non volevo sentire le urla disperate di bambini, anziani, carcerati, drogati, poveri che soffrivano. Mi andava bene così. Evidentemente pensavo che la sofferenza non fosse vicina a me e che qualcuno avrebbe comunque pensato a loro.
    Quanto sbagliavo!!!
    La morte di mia madre mi ha fatto frenare bruscamente, come se a 130 km orari sull'autostrada si materializzasse un muro all'improvviso. I freni erano buoni e la Fede ha impedito che mi suicidassi, ma una volta sceso dalla macchina per capire l'entità e la consistenza di quel muro, cominciai a sentire profumi che non conoscevo, a vedere un panorama mai osservato, a scoprire che c'era un altro mondo che non avevo mai guardato perché andavo troppo forte in macchina.

    Da quel giorno non ho mai smesso di interrogarmi, non ho mai cessato di mettere in discussione ogni mia idea, mossa, scelta. Non per insicurezza, ma perché ogni aspetto della vita ha più di una faccia e dire un si o un no può cambiare la vita di qualcuno, in meglio o in peggio. Abbiamo una responsabilità che va al di là della nostra vita terrena, le scelte fatte da noi oggi ricadranno sui nostri figli.
    Che gioia quando sento un genitore che si mette in gioco, nonostante gli anni, la stanchezza, i tanti impegni, a volte qualche piccolo o grosso acciacco con la speranza che il suo cambio di rotta, la sua nuova strada sia di esempio concreto ai propri figli.
    Prendere un bambino in affido, dare da mangiare ad un povero, fare compagnia ad un anziano, visitare un ammalato non cambia in meglio solo la nostra vita e quella di chi riceve il nostro dono, ma cambia nello spirito anche la vita di chi ci circonda a partire proprio dai nostri figli, coloro che domani saranno chiamati a cambiare le cose.
    Se i genitori tengono la casa in ordine, fanno le pulizie, mangiano cibo che non fa male, bevono con moderatezza daranno un esempio ai loro figli che, una volta adulti, sapranno mettere in pratica.

    Rinascere dall'alto, rinascere nello spirito, significa cambiare la nostra vita, ma anche cambiare la vita di chi ci è vicino

    Una riflessione continua è necessaria. Ogni sera dobbiamo guardarci nello specchio e capire cosa abbiamo sbagliato, ma sopratutto cosa non abbiamo fatto. Non un atto di accusa, non un'auto fustigazione, ma la ricerca di una serena consapevolezza dei propri limiti che possono e devono essere superati.
    Si, i limiti possono essere superati, basta volerlo.
    Già da piccolino avevo la passione per la pesca subacquea in apnea e a dieci anni arrivar fino a cinque metri mi sembrava un traguardo ragguardevole, ma mi sforzavo di andare sempre più giù. Ogni volta, ogni metro conquistato dicevo a me stesso "bravo, ma andare oltre sarà difficile" ed invece la passione mi spingeva a superare quel limite e pian piano sono arrivato a pescare e venti metri. Ho smesso di allenarmi poco dopo la morte della mia mamma, ma i record sono di 121 metri in apnea libera fino a 273 metri in apnea dinamica con pinne, ben oltre i miei modesti limiti. Cosa significa? Che c'è davanti una strada lunghissima da percorrere e che i limiti non esistono, basta volerli superare.

    E' fatica? Certo, tantissima ma dobbiamo farlo per noi, per i nostri figli, per tutti coloro che chiedono il nostro aiuto, per un mondo migliore. Dobbiamo rinascere ogni giorno.

    • CommentAuthormarisa
    • CommentTime16 Apr 2012
     

    tu spesso metti a confronto la tua vita prima della morte di tua mamma e dopo, puntualizzando il fatto che prima non guardavi oltre la tua agiatezza, e vedi la tua vita di oggi come quella più giusta da vivere. Io però ti inviterei a mettere sulla bilancia il prima e il dopo e fare in modo che resti in equilibrio, perchè tu oggi sei il frutto del tuo passato. Lasciando un attimo da parte la tua conversione provvidenziale ti inviterei a pensare che il tuo passato ti ha portato a studiare e a far si che oggi puoi andare a parlare con chiunque necessiti, puoi leggere un bilancio, puoi capire forse prima degl'altri se un progetto è buono o no. I tuoi stessi genitori ti hanno fatto conoscere la pesca subaquea e lì che cosa significa il termine “limite” che poi tu hai potuto riconoscere e superarli in altri contesti. Voglio dirti semplicemente che tu hai avuto la fortuna di avere un passato che oggi ti permette di affrontare il presente e se vogliamo di riconoscere la scintilla divina che ti anima. Quindi non concordo con te quando tu dici che i limiti possono essere superati solo volendolo perchè a volte anche se lo vuoi non hai le carte in regola per farlo. Prova a metterti a confronto tu da piccolo ed uno dei tuoi bambini: forse quando ti veniva una curiosità andavi nella biblioteca di famiglia e soddisfavi la tua curiosità ma un tuo bambino dove andava? Ti dico questo perchè da bambina povera sognavo di essere amica di quelle che frequentavano casomai un corso di ballo mentre io scaricavo cassette di uva e mi dicevo: un giorno ci riuscirò ad essere come loro; da bambina povera mi conservavo i soldini del gelato per comprarmi casomai il “topolino” pur di leggere, ma per quanto possa aver superato tanti limiti nella mia vita, tu (giusto per fare un esempio) con il tuo passato sarai sempre un passo avanti a me nel superare gli ostacoli , perchè ti sono state date le armi giuste per farlo. È come quando costruisci un palazzo la parte più difficile sono le fondamenta. Se le basi sono buone tu puoi costruire tanti piani
    Per concludere la prima volta che ho visto il mare è stato a 21 anni....

  31.  

    Marisa capisco il tuo punto di vista e lo condivido.
    E' certo che le mie basi mi hanno permesso tante cose.
    Non concordo di essere un passo avanti a nessuno, né indietro. Mi piace camminare con gli altri e non mi sento superiore o inferiore a nessuno perché una persona non la si misura sulla base della cultura, ma sul piano umano.
    Non credo che tu sia una mamma meno brava di quanto io possa essere un bravo papà.

    Superare i propri limiti non significa arrivare in alto, vuol dire che se uno ha capacità 5 su un massimo di 100, può arrivare ad avere 6 e poi 7 e poi 8 ... non necessariamente 100
    Lo stesso piano tra due persone nasce dal fatto che se tu hai un limite 5 dove io il limite 50 (esempio di lettura di un bilancio), io ho magari limite 5 nel frenare un impulso, mentre tu hai un limite da 50 e qui nasce l'uguaglianza tra le persone.

    Ogni persona deve sapere quale sia la sua strada e incamminarsi su quella, non sulla strada di un altro. Su quella via troverà dei limiti e quelli, i suoi limiti, deve superarli. Se vuole può.

    I miei ragazzi. Uno solo va bene a scuola e da soddisfazioni in campo scolastico, ma ad ognuno di loro è stato insegnato a superare le proprie difficoltà, ad ingegnarsi per passare dal niente al poco e poi dal poco al qualcosina e così facendo si incamminano, senza false aspettative, verso un traguardo di soddisfazioni, la gioia di crescere arrivando a fare cose che fino a poco tempo prima erano irraggiungibili.
    Una delle mie bimbe non ha mai avuto grandi capacità intellettive, ma con forza, coraggio, determinazione si è messa studiare, più di tutti gli altri, ed oggi è in terza superiore senza mai aver perso un anno.
    Se poi ha meno cervello, ti posso garantire che tra quelle che ha maggior cuore e se dovessi scegliere nella vita se avere più cuore o più cervello, ti assicuro che non avrei dubbi ad essere un ebete, ma un ebete buono.

    Per la cronaca ... il sub l'ho imparato dal mio nonno :face-monkey:

    • CommentAuthormarisa
    • CommentTime16 Apr 2012
     

    ma come mi piacerebbe fare una bella chiacchierata faccia a faccia con te. odio i telefoni e tutto ciò che limita il contatto umano...
    non metto tutto sul piano culturale è solo che la flessibilità mentale ti viene grazie anche alla cultura....almeno credo

    • CommentAuthormarisa
    • CommentTime16 Apr 2012
     

    ehi!!! sub hai mai "subbato" nel golfo di Napoli ...Ischia...Procida ... se vieni ti ci porto

    •  
      CommentAuthornonparte
    • CommentTime16 Apr 2012
     

    La nuova nascita può avvenire a qualsiasi età, soprattutto dopo una “caduta” (sono devoto al mio santo protettore e spesso lo ricordo per la sua conversione dopo la caduta da cavallo). Riccardo ricorda quasi sempre che la sua caduta avvenne con la morte della cara mamma e la conversione verso i bambini bisognosi, con la scelta successiva dell’affido, tramite l’aiuto di un sacerdote, cioè la nuova esistenza è sì un cambiamento umano di vita ma realizzata tramite un’indicazione spirituale (la rinascita dall’alto) con la scelta quotidiana del Signore.
    Riccardo ci dà tante indicazioni (“Prendere un bambino in affido, dare da mangiare ad un povero, fare compagnia ad un anziano, visitare un ammalato non cambia in meglio solo la nostra vita e quella di chi riceve il nostro dono, ma cambia nello spirito”) per entrare nel regno di Dio; aggiungo che per sceglierLo non basta amare Gesù ma anche sentirci molto amati.
    Paolo