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    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime30 Mar 2012
     

    Sono arrivata a un pensiero, negli anni, chi critica sempre, a prescindere, in fono è un povero infelice, e a mè gli infelici fanno tanta pena e spesso tenerezza.
    certo ognuno esprima il suo pensiero, nel rispetto reciproco, e poi, come diceva mia mamma..Se non vuoi fare bene, cerca con forza, di non fare nemmeno male!!
    é difficile eh! non siamo perfetti, e la mosca al naso..ci salta..è inutile negarlo, l"importante credo, è..rifletterci..ragionarci..abbiamo cosi tanto da fare e imparare noi che.. come troviamo tutto stò tempo per giudicare e crtiticare tutti?? mah!!

    • CommentAuthormarisa
    • CommentTime30 Mar 2012
     

    Alla veneranda età dei miei 43 anni ho capito che mi critica, senza giudicarlo, è bene solo ignorarlo. Vivo in un contesto sociale in cui se tanto tanto riesci nella vita (sia a livello economico che altro) sei sicuramente "ammanigliato". E' difficile far capire a chi per una vita ha vissuto di sussistenza e puntualmente si ritrova sotto i comuni a protestare con la pretesa di un posto fisso che se lavori duramente non ti fai ricco ma puoi avere una vita del tutto dignitosa. Sono consapevole che non si può fare di tutt'erba un fascio ma per la vita che ho vissuto sono portata ad essere molto critica nei confronti di chi si piange addosso. Lavoro Dall'età di sei anni, mi svegliavano alle cinque del mattino per andare a lavorare in campagna e alle nove ero a scuola (oggi lo chiamerebbero sfruttamento del lavoro minorile all'epoca era aiutare la famiglia, anche perchè non si poteva lasciare Ii bambini a casa); premetto che per noi bambini era tutto un gioco. C'era molta povertà economica ma tanta allegria. Mi sono laureata perchè il mio desiderio più grande era studiare. Oggi insieme con la mia famiglia abbiamo un'azienda vinicola. Ma dall'esterno che cosa si vede? L'AZIENDA VINICOLA.....infine nella nostra povertà abbiamo accolto nella nostra casa un'orfanella, è stata con noi x anni e mio padre l'ha accompagnata all'altare il giorno del suo matrimonio. Con tutto questo trascorso vi posso assicurare che mi scivolano addosso tutte le criche e le maldicenze.

  1.  

    Addì 31 marzo 2012

    Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di quel che egli aveva compiuto, credettero in lui.
    Ma alcuni andarono dai farisei e riferirono loro quel che Gesù aveva fatto.
    Allora i sommi sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dicevano: «Che facciamo? Quest'uomo compie molti segni.
    Se lo lasciamo fare così, tutti crederanno in lui e verranno i Romani e distruggeranno il nostro luogo santo e la nostra nazione».
    Ma uno di loro, di nome Caifa, che era sommo sacerdote in quell'anno, disse loro: «Voi non capite nulla
    e non considerate come sia meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera».
    Questo però non lo disse da se stesso, ma essendo sommo sacerdote profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione
    e non per la nazione soltanto, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi.
    Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.
    Gesù pertanto non si faceva più vedere in pubblico tra i Giudei; egli si ritirò di là nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Efraim, dove si trattenne con i suoi discepoli.
    Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione andarono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi.
    Essi cercavano Gesù e stando nel tempio dicevano tra di loro: «Che ve ne pare? Non verrà egli alla festa?»

    Giovanni 11,45-56

  2.  

    Alla vista di quel che aveva compiuto.

    Gesù aveva appena resuscitato Lazzaro e fra tutti i segni e prodigi che aveva fatto, fu quello che maggiormente colpì perché ormai il corpo del suo amico, morto da tre giorni, puzzava.
    Un segno che portò moltissime persone a credere a Lui, a credere che fosse veramente il Figlio di Dio.
    Questo turbò i farisei, coloro che avevano il controllo del popolo che temettero di perdere la loro egemonia.

    Non vi dice nulla tutto questo?
    Per andare avanti in questo mondo bisogna chinare il capo al potere, bisogna allinearsi con chi comanda, si deve obbedire alle indicazioni che ci vengono date anche se distorcono totalmente la nostra idea iniziale, i nostri sogni, le nostre aspirazioni.
    Ma non è giusto. Il Signore è stato un rivoluzionario e ci insegna a opporci a tutto questo. Le Sue armi sono l'amore, il sorriso, la fratellanza, la solidarietà, ma anche la fermezza. Andare avanti per la propria strada non significa essere ostinati o non essere diplomatici, vuol dire credere fermamente in valori e principi che qualcuno, in buona o cattiva fede, vuole abbattere, ostacolare, distruggere.
    Sento dire sempre più spesso che questo mondo va a rotoli, che non ci sono più valori nella nostra società.
    Ma di chi è la colpa? E' possibile che dobbiamo sempre criticare e puntare il dito su chi è vicino a noi? Cominciamo a guardarci allo specchio, vediamo se, quali e quanti compromessi abbiamo accettato, quante volte abbiamo chinato la testa in nome di un po' di tranquillità o in cambio di qualche favore. La diplomazia è una bella cosa e serve, ma come per tutte le cose abusarne è deleterio. Fare retro marcia su alcune situazioni è addirittura doveroso, ma bisogna stare attenti a non esagerare. La vostra macchina ha sei marce, cinque in avanti ed una sola indietro.

    Venticinque anni di Associazione mi hanno portato spesso a dover scegliere tra la via più facile e quella più difficile e quasi sempre, valutando di volta in volta, la più ardua era anche la più giusta.
    Abbiamo deciso, ad esempio, sin dall'inizio di non legarci a partiti politici o alla Chiesa per non avere nessuno che ci potesse obbligare a prendere una strada oppure un'altra. E' stata una scelta che rifarei mille volte, ma quanta fatica. Quante porte chiuse in faccia, quanti dubbi e critiche inventate da parte di tanti (una fra tutte "ecco, ora fanno soldi e poi scappano dall'Italia"). Sette anni per avere i permessi per costruire Casa Zizzi quando la commissione edilizia aveva dato parere favorevole dopo solo venti giorni. Il legarsi o meno è un principio, condivisibile o meno, che abbiamo difeso con grandissima forza ed i risultati ora si vedono. Chi ci apprezza, infatti, non lo fa perché siamo cristiani o meno, perché apparteniamo ad un partito o meno, perché siamo amici di tizio o di caio. Chi ci apprezza guarda a quello che di buono abbiamo fatto, guarda ai nostri difetti valutando di poterli accettare, vede i ragazzi come si comportano ed al bene che ci vogliono.
    Mi raccontava mio nonno che quando era giovane lui i grandi pittori livornesi avevano fatto anni ed anni di gavetta come garzoni di bottega presso altri pittori. Lavavano pennelli per anni, ma respiravano l'aria dell'arte, imparavano a mischiare i colori, si facevano un'idea delle prospettive, capivano come si tiene un pennello in mano. Dopo anni ed anni, quando veniva loro concesso di dipingere facevano opere d'arte.
    Noi abbiamo scelto di fare la nostra gavetta e speriamo un domani di riuscire a fare un'opera d'arte degna di essere chiamata tale. Speriamo un giorno di essere riusciti a trasmettere quei valori e quei principi che in tanti hanno provato ad ostacolare.
    Mi sento come un giocatore di rugby, ma non di quelli forti e robusti tutto muscoli che fanno mischie, che si picchiano per contendersi la palla, bensì come il giocatore longilineo, che corre più degli altri, che riceve la palla e schiva tutti gli altri forti ma lenti, che va verso la meta e segna il suo punto.

  3.  

    Addi' 1 aprile 2012

    Mancavano intanto due giorni alla Pasqua e agli Azzimi e i sommi sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di impadronirsi di lui con inganno, per ucciderlo.
    Dicevano infatti: «Non durante la festa, perché non succeda un tumulto di popolo».
    Gesù si trovava a Betània nella casa di Simone il lebbroso. Mentre stava a mensa, giunse una donna con un vasetto di alabastro, pieno di olio profumato di nardo genuino di gran valore; ruppe il vasetto di alabastro e versò l'unguento sul suo capo.
    Ci furono alcuni che si sdegnarono fra di loro: «Perché tutto questo spreco di olio profumato?
    Si poteva benissimo vendere quest'olio a più di trecento denari e darli ai poveri!». Ed erano infuriati contro di lei.
    Allora Gesù disse: «Lasciatela stare; perché le date fastidio? Ella ha compiuto verso di me un'opera buona;
    i poveri infatti li avete sempre con voi e potete beneficarli quando volete, me invece non mi avete sempre.
    Essa ha fatto ciò ch'era in suo potere, ungendo in anticipo il mio corpo per la sepoltura.
    In verità vi dico che dovunque, in tutto il mondo, sarà annunziato il vangelo, si racconterà pure in suo ricordo ciò che ella ha fatto».
    Allora Giuda Iscariota, uno dei Dodici, si recò dai sommi sacerdoti, per consegnare loro Gesù.
    Quelli all'udirlo si rallegrarono e promisero di dargli denaro. Ed egli cercava l'occasione opportuna per consegnarlo.
    Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare perché tu possa mangiare la Pasqua?».
    Allora mandò due dei suoi discepoli dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo
    e là dove entrerà dite al padrone di casa: Il Maestro dice: Dov'è la mia stanza, perché io vi possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?
    Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala con i tappeti, gia pronta; là preparate per noi».
    I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono per la Pasqua.
    Venuta la sera, egli giunse con i Dodici.
    Ora, mentre erano a mensa e mangiavano, Gesù disse: «In verità vi dico, uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà».
    Allora cominciarono a rattristarsi e a dirgli uno dopo l'altro: «Sono forse io?».
    Ed egli disse loro: «Uno dei Dodici, colui che intinge con me nel piatto.
    Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui, ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo è tradito! Bene per quell'uomo se non fosse mai nato!».
    Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo».
    Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti.
    E disse: «Questo è il mio sangue, il sangue dell'alleanza versato per molti.
    In verità vi dico che io non berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo nel regno di Dio».
    E dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
    Gesù disse loro: «Tutti rimarrete scandalizzati, poiché sta scritto: Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse.
    Ma, dopo la mia risurrezione, vi precederò in Galilea».
    Allora Pietro gli disse: «Anche se tutti saranno scandalizzati, io non lo sarò».
    Gesù gli disse: «In verità ti dico: proprio tu oggi, in questa stessa notte, prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai tre volte».
    Ma egli, con grande insistenza, diceva: «Se anche dovessi morire con te, non ti rinnegherò». Lo stesso dicevano anche tutti gli altri.
    Giunsero intanto a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego».
    Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia.
    Gesù disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate».
    Poi, andato un pò innanzi, si gettò a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse da lui quell'ora.
    E diceva: «Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu».
    Tornato indietro, li trovò addormentati e disse a Pietro: «Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare un'ora sola?
    Vegliate e pregate per non entrare in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole».
    Allontanatosi di nuovo, pregava dicendo le medesime parole.
    Ritornato li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano appesantiti, e non sapevano che cosa rispondergli.
    Venne la terza volta e disse loro: «Dormite ormai e riposatevi! Basta, è venuta l'ora: ecco, il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori.
    Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».
    E subito, mentre ancora parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni mandata dai sommi sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani.
    Chi lo tradiva aveva dato loro questo segno: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta».
    Allora gli si accostò dicendo: «Rabbì» e lo baciò.
    Essi gli misero addosso le mani e lo arrestarono.
    Uno dei presenti, estratta la spada, colpì il servo del sommo sacerdote e gli recise l'orecchio.
    Allora Gesù disse loro: «Come contro un brigante, con spade e bastoni siete venuti a prendermi.
    Ogni giorno ero in mezzo a voi a insegnare nel tempio, e non mi avete arrestato. Si adempiano dunque le Scritture!».
    Tutti allora, abbandonandolo, fuggirono.
    Un giovanetto però lo seguiva, rivestito soltanto di un lenzuolo, e lo fermarono.
    Ma egli, lasciato il lenzuolo, fuggì via nudo.
    Allora condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi.
    Pietro lo aveva seguito da lontano, fin dentro il cortile del sommo sacerdote; e se ne stava seduto tra i servi, scaldandosi al fuoco.
    Intanto i capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano.
    Molti infatti attestavano il falso contro di lui e così le loro testimonianze non erano concordi.
    Ma alcuni si alzarono per testimoniare il falso contro di lui, dicendo:
    «Noi lo abbiamo udito mentre diceva: Io distruggerò questo tempio fatto da mani d'uomo e in tre giorni ne edificherò un altro non fatto da mani d'uomo».
    Ma nemmeno su questo punto la loro testimonianza era concorde.
    Allora il sommo sacerdote, levatosi in mezzo all'assemblea, interrogò Gesù dicendo: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?».
    Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto?».
    Gesù rispose: «Io lo sono! E vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo».
    Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: «Che bisogno abbiamo ancora di testimoni?
    Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». Tutti sentenziarono che era reo di morte.
    Allora alcuni cominciarono a sputargli addosso, a coprirgli il volto, a schiaffeggiarlo e a dirgli: «Indovina». I servi intanto lo percuotevano.
    Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una serva del sommo sacerdote
    e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo fissò e gli disse: «Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù».
    Ma egli negò: «Non so e non capisco quello che vuoi dire». Uscì quindi fuori del cortile e il gallo cantò.
    E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: «Costui è di quelli».
    Ma egli negò di nuovo. Dopo un poco i presenti dissero di nuovo a Pietro: «Tu sei certo di quelli, perché sei Galileo».
    Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell'uomo che voi dite».
    Per la seconda volta un gallo cantò. Allora Pietro si ricordò di quella parola che Gesù gli aveva detto: «Prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai per tre volte». E scoppiò in pianto.
    Al mattino i sommi sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo condussero e lo consegnarono a Pilato.
    Allora Pilato prese a interrogarlo: «Sei tu il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici».
    I sommi sacerdoti frattanto gli muovevano molte accuse.
    Pilato lo interrogò di nuovo: «Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano!».
    Ma Gesù non rispose più nulla, sicché Pilato ne restò meravigliato.
    Per la festa egli era solito rilasciare un carcerato a loro richiesta.
    Un tale chiamato Barabba si trovava in carcere insieme ai ribelli che nel tumulto avevano commesso un omicidio.
    La folla, accorsa, cominciò a chiedere ciò che sempre egli le concedeva.
    Allora Pilato rispose loro: «Volete che vi rilasci il re dei Giudei?».
    Sapeva infatti che i sommi sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia.
    Ma i sommi sacerdoti sobillarono la folla perché egli rilasciasse loro piuttosto Barabba.
    Pilato replicò: «Che farò dunque di quello che voi chiamate il re dei Giudei?».
    Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!».
    Ma Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Allora essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!».
    E Pilato, volendo dar soddisfazione alla moltitudine, rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.
    Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la coorte.
    Lo rivestirono di porpora e, dopo aver intrecciato una corona di spine, gliela misero sul capo.
    Cominciarono poi a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!».
    E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano a lui.
    Dopo averlo schernito, lo spogliarono della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.
    Allora costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a portare la croce.
    Condussero dunque Gesù al luogo del Gòlgota, che significa luogo del cranio,
    e gli offrirono vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese.
    Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse quello che ciascuno dovesse prendere.
    Erano le nove del mattino quando lo crocifissero.
    E l'iscrizione con il motivo della condanna diceva: Il re dei Giudei.
    Con lui crocifissero anche due ladroni, uno alla sua destra e uno alla sinistra.
    .
    I passanti lo insultavano e, scuotendo il capo, esclamavano: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo riedifichi in tre giorni,
    salva te stesso scendendo dalla croce!».
    Ugualmente anche i sommi sacerdoti con gli scribi, facendosi beffe di lui, dicevano: «Ha salvato altri, non può salvare se stesso!
    Il Cristo, il re d'Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano.
    Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio.
    Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì, Eloì, lemà sabactàni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
    Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: «Ecco, chiama Elia!».
    Uno corse a inzuppare di aceto una spugna e, postala su una canna, gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a toglierlo dalla croce».
    Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.
    Il velo del tempio si squarciò in due, dall'alto in basso.
    Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: «Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!».
    C'erano anche alcune donne, che stavano ad osservare da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di ioses, e Salome,
    che lo seguivano e servivano quando era ancora in Galilea, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme.
    Sopraggiunta ormai la sera, poiché era la Parascève, cioè la vigilia del sabato,
    Giuseppe d'Arimatèa, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il regno di Dio, andò coraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di Gesù.
    Pilato si meravigliò che fosse gia morto e, chiamato il centurione, lo interrogò se fosse morto da tempo.
    Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe.
    Egli allora, comprato un lenzuolo, lo calò giù dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l'entrata del sepolcro.
    Intanto Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano ad osservare dove veniva deposto

    Marco 14,1-72.15,1-47

  4.  

    Passione di Gesù

    La strada verso la fine della vita e' una realtà per ognuno di noi.
    Ogni persona nasce, cammina nel mondo, lascia le sue impronte e poi muore. Che ci piaccia o meno e' la nostra realta' su questa terra.
    In ogni viaggio abbiamo una meta, quale e' la nostra?
    In ogni viaggio possiamo tenere un comportamento oppure un altro, quale e' il nostro?

    Gesù ci insegna che una meta c'è e va perseguita. Il Signore va incontro alla morte fisica, ma con la consapevolezza, la certezza che alla fine di questo piccolo viaggio ci sarà il Padre ad accoglierci.
    Ma Gesù vuole insegnarci qualcosa di più. Vuole dirci con il Suo esempio che, seppur in mezzo a mille sofferenze, si posa sorridere e guardare avanti. Seppur deriso e percosso si possa perdonare ed amare.
    Davanti a tanta sofferenza non possiamo far altro che inchinarci a Lui e cercare di seguire il suo esempio: sorridere nelle difficoltà, amare chi ci odia, perdonare chi ci fa un torto, accogliere chi ha peccato.

    •  
      CommentAuthornonparte
    • CommentTime1 Apr 2012
     

    Non penso che si possa sorridere in mezzo a mille sofferenze o nelle difficoltà, o guardare avanti come dici tu, ma offrire, depositare le nostre sofferenze nel Signore che sa accogliere, perdonare e amare e identicamente noi dobbiamo comportarci verso gli altri.

    In questo brano di Marco ci sono due figure che non vengono descritte dagli altri evangelisti: uno è il giovanetto che lo seguiva e, fermato dai soldati, scappa via nudo, lasciato il lenzuolo. Facile vedere in questa figura il fedele che al primo contrasto, alla prima obiezione, molla tutto e scappa, ritrovandosi con la sua nudità, dopo aver abbandonato superficiali convinzioni religiose.
    Però penso che da quel punto in poi il giovanetto e quindi ognuno di noi debba ri-vedere la morte di Gesù in croce (penso che dopo quel gesto di fuga, di paura abbia seguito da lontano, curioso come tutti i giovani, cosa sarebbe successo dopo e me lo vedo aggirarsi attorno al Golgota.

    L'altra figura è il centurione che proclama:" «Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!», penso sia il riconoscimento da parte di una persona autorevole, abituata a comandare, investita di potere e che forse l'aveva perseguitato, deriso, bastonato nella divinità di Gesù: è la conversione di fronte al sacrificio della croce.
    Paolo

    • CommentAuthormarisa
    • CommentTime1 Apr 2012
     

    buona domenica a tutti!in questa domenica delle Palme dove tutti vanno a Messa anche i frequentatori meno assidui mi piacerebbe avere una vostra personale idea sulla chiesa e il suo operato. Riccardo ogni mattina scrive un passo della bibbia e poi lo importa nella vita odierna. Questo lo trovo molto bello e a dire la verità mi piacciono le tue interpretazioni nonchè la tua bravura nel collocare ogni brano agli eventi della tua vita, ma mi chiedo se ognuno di noi interpreta la bibbia a suo modo, sicuramente nella vastità di questi scritti troverà sempre una giustificazione anche alle proprie mancanze. Così deve essere? O ci dovrebbe essere un interpretazione universale la cui divulgazione da sempre è stata affidata alla chiesa la quale non sempre essa stessa ha adempiuto ai principi della bibbia? A volte mi Chiedo anche se Gesù avrebbe voluto una chiesa che lo rappresentasse ... non voglio essere blasfema ma purtroppo io vedo delle forti discrepanze tra un umile profeta che predicava povertà, umiltà, sincerità e la chiesa di oggi. Provate a pensare a queste due frasi: Potere di Gesù...potere della chiesa....nella mia mente (e non penso solo la mia) suscitano due significati completamente opposti e non dovrebbe essere così!

  5.  

    Ciao Marisa, la Bibbia è sì molto vasta, ma a me piace guardare al Vangelo, il pensiero di Gesù, per me Figlio di Dio, per altri un profeta, per altri un filosofo.
    Gli insegnamenti in esso racchiusi non danno adito a dubbi su quale sia la morale in esso indicata.
    Povertà, umiltà, solidarietà, fratellanza, amore, perdono, accoglienza.
    La Chiesa non è fatta da sacerdoti, dal papa, dai bei palazzi e dalle ricche chiese, non solo, ma è fatta di tutti coloro che hanno Fede, di tutti coloro che pregano, di tutti coloro che ogni giorno lottano per portare avanti un valore o un principio in nome di Dio. Sacerdoti e clero sono una piccolissima parte di questo grande esercito di Dio. E' questa la Chiesa che lo rappresenta, la Chiesa che il Signore ha istituito.
    Se qualcuno è di cattivo esempio, perdonalo e passa oltre e guarda al buon esempio.
    E' come se tu fossi seduta a tavola ed arrivassero mille vassoi di cose da mangiare e tu concentrassi la tua attenzione sulle cose che non ti piacciono che magari sono dieci o cento.
    Guarda al bene che la Chiesa, che noi uomini che formiamo la Chiesa di Dio facciamo ogni giorno. Guarda ai missionari che rischiano la loro vita per aiutare popolazioni stremata dalla fame, guarda i medici che ogni giorno salvano vite umane in nome di Dio, guarda coloro che con tanta devozione pregano incessantemente, guarda quanti oratori, quante mense per i poveri, quanti insegnamenti ai giovani si cerca di dare.
    Errori ne facciamo tutti, coloro che credono e coloro che non hanno Fede, chi è al potere e chiè alla guida di una religione.
    Secondo me ci sono tanti e gravi problemi nella Chiesa, ma cerco di guardare a ciò che di buono fa ed ha fatto.
    Mi riempite di complimenti, e ve ne sono grato, ma anche io sono peccatore come tutti e più di tutti. Non guardate ai miei errori quotidiani, ma guardate a quelle poche cose che ogni tanto mi sforzo di fare bene.
    Diamoci l'esempio l'un l'altro stimolandoci sul bene e non rannicchiandoci sul male.
    Guardiamo ciò che di buono c'è nella Chiesa e andiamo avanti con amore per Dio e per il prossimo che è nostro fratello.

  6.  

    Addi' 2 aprile 2012

    Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti.
    Equi gli fecero una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali.
    Maria allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell'unguento.
    Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse:
    «Perché quest'olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?».
    Questo egli disse non perché gl'importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro.
    Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura.
    I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
    Intanto la gran folla di Giudei venne a sapere che Gesù si trovava là, e accorse non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti.
    I sommi sacerdoti allora deliberarono di uccidere anche Lazzaro,
    perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù

    Giovanni 12,1-11

  7.  

    Gesu' non era ben visto ed avere a che fare con lui significava correre il pericolo di essere uccisi o almeno malvisti.
    Eppure Maria, Marta e Lazzaro lo accolgono in casa, e cosi' pure in molti corrono da Lui.

    L'accoglienza verso che e' scomodo. Andare a braccetto con qualcuno che secondo noi e' nel giusto, ma non e' gradito a qualcuno dei nostri amici, oppure dalle autorita' non e' cosa che in molti riescono a fare. E' piu' facile seguire la corrente, adeguarsi al mondo, piuttosto che stare al fianco di chi, secondo noi, si trova nel giusto.

    Proviamo a guardare il bene in senso assoluto, e non il bene di convenienza ed il mondo migliorera'.

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime2 Apr 2012
     

    Marisa, io ho.."lasciato..i Muri delle Chiese..perchè in un momento della nia esistenza, l"ho pensata cosi, e ancora non ci riesco a rientrare, in quelle Mura, ma lo considero un mio pensiero, un mio momento, una mia sfortuna, Non è un giudicare assolutamente, è secondo mè farsi una opinione, ragionata, anche sofferta, ma da elaborare fino in fondo, perchè andare in Chiesa, solo perchè è festa, o perchè almeno "ci si incontra" sul Saghrato, per mè non è cosa, ma ripeto, "per mè" nulla da obiettare se ad altri và bene. Ho invece ripreso il mio cammino, verso la fede, che non avevo mai lasciato del tutto, credo in LUI, e credo nella preghiera, nel ..raccontarmi..al Cielo, mi è di molto conforto, e credo nella coerenza e nella bontà d"animo, che non è essere buoni a prescindere, secpon dè, ma è andare verso il prossimo tuo, con quello che puoi, come riesci, ma farlo!!
    Ieri vedevo tutta questa folla che usciva dalla Choese con l"ulivo in mano, è ho avuto nostyalgia di quando c"ero anche io, li, di quando veramente la Chiesa era per mè un oasi di serena pace..forse ..un altro inizio mi aspetta?? certo queste riflessioni giornaliere, questi pensieri ..sono uno stimolo.
    E scusa Riccardo, Marisa dice che sono brani della Bibbia..ma..aiutoo..Non sono passi del Vangelo?? chiariscimi..che già stò abbastanza confusa! Grazie

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime2 Apr 2012
     

    Grazie Lauri per il tuo essere così ....umile...sincera....indecisa...aperta.
    La mia esperienza è un po' simile alla tua
    Io sono stata educata nella fede cattolica e i miei genitori mi hanno insegnato (anche un po' obbligato) ad andare in chiesa, alle funzioni la domenica pomeriggio, a pregare tutte le sere...poi piano piano mi sono allontanata dalla Chiesa proprio perchè non sentivo l'esigenza di frequentarla, tutto mi sembrava un po' finto, andare la, ripetere frasi senza consapevolezza, fare la fila per fare la comunione senza sentirne la necessità, così tanto per fare. Poi il mio lavoro mi rendeva difficile ancor più di oggi andare a messa e così ho mollato. Non mi interessava più niente ne di Dio , nè della Chiesa.
    Poi piano piano l'ho ritrovato...sento che Lui c'è e che mi accompagna, lo prego a modo mio, lo ritrovo in tutto quello che mi circonda, nell'amore della mia figlia, in tutto insomma...ma la Chiesa non mi interessa più. O meglio ho ritrovato il piacere di rientrarvi ogni tanto, perchè so che li c'è la sua casa, ma così senza costrizioni, quando ne sento il bisogno e così sto bene. Non sono alla ricerca di altre cose, a volte se mi capita vado a messa e faccio la comunione perchè mi sento di farla. Ma non ho nostalgia di quando andavo con l'olivo in mano o frequentavo altre cerimonie. Non ho assolutamente niente verso la Chiesa o i preti o chi la frequenta, non credo sino migliori, ma nè migliori di me. Semplicemente un diverso modo di vivere la fede...

    • CommentAuthormarisa
    • CommentTime2 Apr 2012
     

    buongiorno a tutti! Allora Io non parlo male della Chiesa (è una fase che ho già superato) e come voi una volta mi dicevo prego il mio Dio. Ma oggi nel vedere che questo sentimento di non appartenenza alla chiesa è molto comune un pò mi arrabbio. E' risaputo che rispetto alla maggioranza dei fedeli le chiese sono deserte, la chiesa stessa lamenta la mancanza di conversioni adducendo la colpa al consumismo e non mettendo in discussione la sua incapacità di convertire. Io vedo tanta gente di buona volontà e soprattutto tanti giovani che sarebbero contentissimi di dedicare la propria vita al Signore ma frenati da burocrazia e gerarchie dell'istituto chiesastico. Sono stata a Lourdes come crocerossina e lì c'erano moltitudini di giovani animati dall'amore per il prossimo ma che puntualmente disertavano la messa. Il mio discorso è: se tutti mettiamo la testa sotto terra x non vedere, rispondiamo ai dettami di Gesù che è stato un ribelle, un anticonformista e che con il suo esempio forse ci voleva far capire che possiamo e dobbiamo abbattere poteri e credenze stratificate nei secoli ( non dimentichiamoci che lui ha predicato il monoteismo in una società che dalla notte dei tempi è sempre stata politeista)? che cosa facciamo noi? Ci giriamo dall'altra parte.

    • CommentAuthorcamelis
    • CommentTime2 Apr 2012
     

    Io sono stata anni senza frequentare la chiesa (più di 15), in parte proprio perchè trovavo delle discordanze tra quello che erano le Parole di amore di Gesù e quello che diceva o faceva o aveva fatto la Chiesa. Credevi in un Dio ma ero molto confusa, non lo sentivo...Poi piano piano mi sono riavvicinata prima a Dio, incominciando a guardarmi un pò dentro ed a sentire che cosa mi diceva il cuore e grazie anche a Roberta e Riccardo che mi hanno fatto ritrovare il valore della preghiera, dell'ascolto della Parola di Dio, piano piano appunto ho incominciato a sentire Dio ed a sentire che la cosa più importante erano le Sue parole. Allora ho ritrovato (o forse sarebbe meglio dire che ho trovato per la prima volta) la voglia di andare a messa, di ascoltare le Parole di Dio e pregare, insieme ad altre persone, perchè anche questo è bello, pregare insieme. Ho visto la cosa da un altro punto di vista, cercando di guardare quello che c'è di buono nella chiesa, il marcio c'è da tutte le parti, l'ipocrisia anche, ma guardiamo al buono, la chiesa come punto di riferimento di tutte le anime, come punto di preghiera e di ascolto, di ritrovo, di aggregazione per l'aiuto reciproco, perchè c'è anche tanta ipocrisia ma oltre a questa troviamo anche le persone vere, che stanno insieme e fanno il bene per la comunità, perchè seguono gli insegnamenti di Dio. Per me la Chiesa sono le persone semplici che nel loro piccolo fanno quello che Gesù ha insegnato, sono i sacerdoti e tutte le persone che all'interno della chiesa danno una mano per aiutare gli altri, perchè ce ne sono di sacerdoti di questo tipo, come ce ne sono forse altrettanti che sono mele marce, ma solo standoci dentro e vedendo si può capire e denunciare. Io vado in chiesa perchè mi dà un senso di pace pregare e ascoltare la parola di Dio e penso che anche il pregare insieme pssa essere di aiuto, anche per quelle persone un pò ipocrite che magari vanno a messa e poi fuori non seguono gli insegnamenti di Dio, penso che sia meglio esserci che non esserci perchè così accresciamo la porzione buona :)
    Buona giornata a tutti

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime2 Apr 2012
     

    MARISA, in modi diversi, stiamo dicendo le stesse cose!! io tu Elen, Camelis..
    CAMELIS, invece la tua saggezza di pensiero, mi farà meditare molto.. bellissimo questo scambio..stimolante

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime2 Apr 2012
     

    volevo dire "amore per la mia famiglia" non figlia

    • CommentAuthorclod
    • CommentTime2 Apr 2012
     

    ciao a tutti.....ho seguito molto attentamente tutto ciò che avete scritto, non voglio difendere la chiesa ma come ha detto Camelis guardiamo al buono:face-smile: ma una cosa voglio dire: la chiesa o meglio i sacerdoti sono gli unici che possono farci incontrare Gesù VIVO e VERO attrverso i Sacramenti e soprratutto attraverso quei sacramenti che sono Il PERDONO e l' EUCARESTIA.:face-angel:

    è vero ci sono tanti modi modi per sentire la presenza di Gesù vicino , la preghiera, l'accoglienza, l'aiuto a chi ha bisogno ma credo che il sostegno vero che possiamo ricevere da Dio è solo attraverso l'incontro con Lui che viene dentro di noi nell' Ostia Consacrata.

    tutto quello che ho detto è frutto di una riscoperta della mia fede dopo che come voi mi ero allontanata dalla chiesa per tutti quei motivi che avete ben sottolineato, ma la chiesa è fatta di uomini che possono sbagliare, ma Dio no e attraverso la Chiesa incontriamo Gesù.

    :face-plain:scusate se non mi sono espressa benissimo ma questo è il mio pensiero

    • CommentAuthormarisa
    • CommentTime3 Apr 2012
     

    X Riccardo AUGURI!!!!!!!!!!!!!!!!OGGI è SAN RICCARDO

    • CommentAuthorcitro
    • CommentTime3 Apr 2012
     

    x Riccardo: AUGURI!!!:face-monkey:

    Riprendendo il discorso di riccardo, una cosa su cui i miei hanno saputo indirizzarmi bene e su cui insisto anche con i bambini a scuola (e con mio figlio ovviamente) è proprio quella di non seguire la corrente, ma pensare con la mia testa e affermare con parole e fatti sempre quello che io ritengo più giusto soprattutto quando c'è qualcuno che rimane da solo proprio a causa di un atteggiamento superficiale e scorretto...

  8.  

    Grazie infinite per i vostri graditissimi auguri :face-smile:
    L'onomastico per me' assai più importante del compleanno :face-angel:

    Che bella questa grande ricchezza di interventi.

    Lauri, la Bibbia si divide in Antico e Nuovo Testamento. L'Antico Testamento parla del cammino degli ebrei, delle profezie sulla venuta del Cristo, sugli insegnamenti dati da Dio con le tavole della legge. Il Nuovo Testamento inizia con la nascita di Gesù, il Vangelo.
    L'Antico Testamento è duro da comprendere, entra spesso in contraddizione con quanto insegnato da Gesù, ma è frutto di molti autori diversi. Con il Vangelo vengono messi molti pallini sulle i e sottolineate le cose salienti. Il mio credo è nel Vangelo, nella Parola di Gesù, prendendo dal Vecchio Testamento quelle parti che annunciano la venuta del Salvatore e danno quegli insegnamenti ripresi e ribaditi da Gesù.

  9.  

    Addi' 3 Aprile 2012

    Dette queste cose, Gesù si commosse profondamente e dichiarò: «In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà».
    I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse.
    Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù.
    Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: «Dì, chi è colui a cui si riferisce?».
    Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?».
    Rispose allora Gesù: «E' colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò». E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone.
    E allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui. Gesù quindi gli disse: «Quello che devi fare fallo al più presto».
    Nessuno dei commensali capì perché gli aveva detto questo;
    alcuni infatti pensavano che, tenendo Giuda la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri.
    Preso il boccone, egli subito uscì. Ed era notte.
    Quando Giuda fu uscito, Gesù disse : «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui.
    Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
    Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come ho gia detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io voi non potete venire.
    Simon Pietro gli dice: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado per ora tu non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi».
    Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!».
    Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte»

    Giovanni 13,21-33.36-38

  10.  

    Darai la tua vita per me? In verità, in verità ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte

    Triste verita'.
    Coloro che piu' amano il Signore, sono i primi a tradirlo.
    Quante volte nella mia vita ho perpetrato questo tradimento, quante volte mi sono ritrovato a piangere sui miei errori, sulle mie omissioni, sui miei cattivi pensieri.
    Eppure il Signore e' sempre li', pronto ad aiutarci, a capire i nostri tradimenti, a risollevarci da terra, a perdonarci.
    Questo non vuol dire che siamo giustificati per tutto quello che facciamo, ma perdonati se, pur sbagliando settanta volte sette, abbiamo il coraggio di chiedere perdono. Il perdono, perche' sia efficace deve essere reale. Potremmo essere i piu' bravi attori di questo mondo, ma il Signore legge nei nostri cuori e sa se e quando siamo veramente pentiti e ci perdona, pur sapendo che prima o poi ricascheremo nello stesso errore.
    Dio porta pazienza con noi e aspetta il momento in cui maturiamo, cresciamo e riusciamo a passare oltre quell'errore, riusciamo a non cascare piu' in quell'aspetto oscuro della nostra vita.
    Non facciamo forse cosi' con i nostri figli? Non siamo pronti a perdonarli mille e mille volte anche per lo stesso errore, attendendo con amore e pazienza che passino oltre, che capiscano dentro il loro cuore il loro sbaglio e si affidino ai nostri consigli per incamminarsi su una strada diversa?

    Questo e' vero amore e se riusciamo a farlo noi nella nostra imperfezione, quanto piu' fara' Dio che e' il Padre buono e perfetto di tutti noi.

  11.  

    Addì 4 aprile 2012

    Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai sommi sacerdoti
    e disse: «Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d'argento.
    Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnarlo.
    Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che ti prepariamo, per mangiare la Pasqua?».
    Ed egli rispose: «Andate in città, da un tale, e ditegli: Il Maestro ti manda a dire: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli».
    I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
    Venuta la sera, si mise a mensa con i Dodici.
    Mentre mangiavano disse: «In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà».
    Ed essi, addolorati profondamente, incominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?».
    Ed egli rispose: «Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà.
    Il Figlio dell'uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!».
    Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l'hai detto»

    Matteo 26,14-25

  12.  

    Il tradimento di Giuda

    Ci sono tanti modi per tradire Gesù.
    Ogni giorno noi tradiamo qualcuno o qualcosa, ogni giorno accettiamo compromessi, ogni giorno ci accorgiamo che qualcosa non va ma lasciamo che le cose restino come sono, come a dire "qualcuno ci penserà".
    Il non fare, il non dire, il non cercare, una strada, il non mettersi in discussione sulle proprie idee, sulle proprie scelte di vita ... sostanzialmente il non cercare di migliorare è un tradimento verso noi stessi e verso il nostro prossimo, quindi per chi crede è un tradire Dio, ma per chi non crede è ugualmente tradire le aspettative che l'umanità ha verso di noi.
    Crescere vuol dire cambiare il mondo, vuol dire renderlo migliore e andare contro questo che è il nostro dovere è come disilludere noi stessi, è come rassegnarsi all'idea che le cose vanno male e che andranno sempre peggio. E' come ingannare noi stessi.
    Quando in una coppia uno dei due tradisce l'altro, non fa male solo a lui, fa male a sé stesso perché mette a rischio il rapporto, fa male ai figli perché li espone allo sfasciamento della famiglia, fa male alla società perché il costo sociale di una separazione è altissimo in termini di valori e di principi.

    Ogni giorno dobbiamo "non tradire", ogni giorno dobbiamo ricordarci che possiamo fare la differenza anche solo non rinunciando a guardare il mondo e noi stessi con gli stessi occhi coni quali ci guarda Dio, gli occhi di chi si dispiace per i peccati dell'uomo, ma che è pronto a perdonare e ricominciare.
    Chi viene tradito ha due strade, perdonare e andare avanti oppure rompere quella relazione.
    Pensiamo di essere noi i traditori e, una volta capito il nostro errore, vorremmo che l'altro ci scusasse. Facciamo così anche noi allora, perdoniamo il nostro fratello, il nostro amico, il nostro vicino per il torto che ci hanno fatto e andiamo avanti. Costruiamo un mondo migliore, un mondo che sia basato sul valori e principi legato all'amore e alla fratellanza, alla solidarietà e all'amicizia, alla comprensione e alla pazienza.
    Nel Vangelo questi principi sono ben descritti ed anche chi non crede può prendere questo libro e leggerselo un po' alla volta, una pagina alla sera prima di andare a dormire, male non fa. Il Vangelo, per chi non crede, è un libro come tanti altri, ma la sua bellezza risiede nell'amore che da esso promana, ne resterete colpiti ed inserirete nel vostro dna da trasmettere ai figli e a chi vi sta vicino una serie di idee che sono semplici come l'uovo di colombo, ma tanto, tanto utili per una vita con meno cattiveria, con maggior pace interiore.
    Provare per credere, male che vada avrete speso 5 minuti al giorno per leggere qualcosa di inutile. A volte si guarda per ore la tv vedendo cose stupide, si possono impiegare 5 minuti per leggere qualcosa che da duemila anni è il faro per milioni di persone.

    • CommentAuthorclod
    • CommentTime4 Apr 2012
     

    penso che saremo sulla strada giusta ...quando ci renderemo conto che il Tradimento qualunque esso sia è qualcosa che fà male a tutti e non solo a chi lo subisce, ma ancora più importante è essere consapevoli che il Perdono è il motore che rende la vita migliore:face-smile:

  13.  

    Ho risposto ai messaggi precedenti modificando i post che avevo inserito. Tornate indietro per leggerli se vi fa piacere.
    Tra questi la mia risposta a Marisa che ringrazio per il suo continuo stimolo insieme a quello da parte di tutti voi che è fatto su toni pacati, garbati, dialoganti, di ascolto e di ricerca. Grazie davvero dal profondo del cuore perché le vostre dolci carezze mi danno la gioia di continuare a scrivere e stimolare alla riflessione.

  14.  

    Addì 5 Aprile 2012

    Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.
    Mentre cenavano, quando gia il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo,
    Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava,
    si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita.
    Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto.
    Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?».
    Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo».
    Gli disse Simon Pietro: «Non mi laverai mai i piedi!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me».
    Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!».
    Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti».
    Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete mondi».
    Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Sapete ciò che vi ho fatto?
    Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono.
    Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri.
    Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi

    Giovanni 13,1-15

  15.  

    Li amò sino alla fine

    Più amore di così non si potrebbe.
    Nel momento della difficoltà, della malattia, quando si subiscono ingiustizie ... ognuno di noi è portato a pensare a sé stesso, ai propri problemi, a come risolverli e come affrontarli.
    Gesù ci insegna che nonostante tutto quello che ci possa accadere nella vita, bisogna amare il prossimo fino al nostro ultimo respiro.
    Ricordo quando Madre Teresa era prossima all'incontro con Dio, stava in ospedale monitorata per il suo cuore traballante, ed il suo desiderio era quello di tornare fra la sua gente, a morire in mezzo a loro, a morire come loro muoiono ... ad amarli fino alla fine.

    • CommentAuthormarisa
    • CommentTime5 Apr 2012
     

    Lavarvi i piedi gli uni e gli altri ...utopistico...le parole stesse VALORI e PRINCIPI sono utopistiche . Oggi sono inc....ta con il mondo infatti me ne sono andata a piantare l'orto. Non penso di fare molto per gli altri (o meglio xme è sempre poco ciò che faccio per gli atri) ma a quel poco che faccio si dà sempre la stessa giustificazione: non hai i figli e hai molto tempo da dedicare agli altri. Sono stufa di questi atteggiamenti.... anche per quanto riguarda l'affido, ogni volta nel comunicare in modo entusiastico questa mia decisione vedo negli occhi della gente solo pietà nei miei confronti. ( e dico vedo perchè io non abbasso mai lo sguardo, guardo sempre negli occhi di chi mi sta parlando) E' come se mi dicessero “poverina deve soddisfare il suo senso di maternità”. Non mi applico più di tanto a smentire queste loro convinzioni però fa male e ogni volta mi metto in discussione. Sembra che qui se non sei mamma non sei una donna completa. Non importa se non sei rispettata da tuo marito o sei divorziata, l'importante è aver fatto dei figli. Io mi sono analizzata e mi hanno analizzata a lungo e nel momento in cui non sono arrivati i figli in modo naturale non ho nemmeno tentato la fecondazione assistita (per me è accanimento terapeutico) e nemmeno l'adozione perchè il mio grande desiderio oggi è: non scegliere un figlio ma essere scelto come genitore e forse l'affido mi potrebbe dare quest'opportunità. Dov'è il senso di maternità in tutto questo? È mai possibile che dobbiamo noi ogni volta, come se fosse una sorta di giustificazione, promuovere i nostri valori e principi (un po' come sto facendo io adesso nello scrivere i miei sentimenti) e non essere visti dagl' altri così come siamo? scusate lo sfogo.

  16.  

    Non ti perdono di essere te stessa perché non hai nulla di cui farti perdonare.
    Anzi, ti ammiro perché non ti fai corrompere dalle idee altrui. Puoi cambiare idea, sei disposta al dialogo, ma per cambiare devi crederci.
    E' bello vedere come parli dell'affido e spero davvero che questo tuo forte desiderio possa realizzarsi.
    Valori e principi esistono e non sono utopistici. Io ricevo tantissimo ogni giorno dai miei ragazzi.
    Oggi abbiamo fatto il giro delle sette chiese, tradizione che va morendo ma che a me piace moltissimo. Una sera di preghiera in sette contesti diversi. Lascio scegliere ai ragazzi di cosa pregare ed ognuno di loro per ogni chiesa dice un suo pensiero, qualcosa che esce dal loro cuoricino adorato. Stasera, stanotte sono venute fuori cose bellissime, valori e principi che loro dimostrano di avere.
    Non è utopistico, credimi :face-angel: io lo sperimento ogni giorno, ogni momento.

  17.  

    Addì 6 Aprile 2012

    Detto questo, Gesù uscì con i suoi discepoli e andò di là dal torrente Cèdron, dove c'era un giardino nel quale entrò con i suoi discepoli.
    Anche Giuda, il traditore, conosceva quel posto, perché Gesù vi si ritirava spesso con i suoi discepoli.
    Giuda dunque, preso un distaccamento di soldati e delle guardie fornite dai sommi sacerdoti e dai farisei, si recò là con lanterne, torce e armi.
    Gesù allora, conoscendo tutto quello che gli doveva accadere, si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?».
    Gli risposero: «Gesù, il Nazareno». Disse loro Gesù: «Sono io!». Vi era là con loro anche Giuda, il traditore.
    Appena disse «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra.
    Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?». Risposero: «Gesù, il Nazareno».
    Gesù replicò: «Vi ho detto che sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano».
    Perché s'adempisse la parola che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato».
    Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori e colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l'orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco.
    Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la tua spada nel fodero; non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato?».
    Allora il distaccamento con il comandante e le guardie dei Giudei afferrarono Gesù, lo legarono
    e lo condussero prima da Anna: egli era infatti suocero di Caifa, che era sommo sacerdote in quell'anno.
    Caifa poi era quello che aveva consigliato ai Giudei: «E' meglio che un uomo solo muoia per il popolo».
    Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme con un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote e perciò entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote;
    Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell'altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare anche Pietro.
    E la giovane portinaia disse a Pietro: «Forse anche tu sei dei discepoli di quest'uomo?». Egli rispose: «Non lo sono».
    Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava.
    Allora il sommo sacerdote interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e alla sua dottrina.
    Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto.
    Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto».
    Aveva appena detto questo, che una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?».
    Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?».
    Allora Anna lo mandò legato a Caifa, sommo sacerdote.
    Intanto Simon Pietro stava là a scaldarsi. Gli dissero: «Non sei anche tu dei suoi discepoli?». Egli lo negò e disse: «Non lo sono».
    Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l'orecchio, disse: «Non ti ho forse visto con lui nel giardino?».
    Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.
    Allora condussero Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l'alba ed essi non vollero entrare nel pretorio per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua.
    Uscì dunque Pilato verso di loro e domandò: «Che accusa portate contro quest'uomo?».
    Gli risposero: «Se non fosse un malfattore, non te l'avremmo consegnato».
    Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra legge!». Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno».
    Così si adempivano le parole che Gesù aveva detto indicando di quale morte doveva morire.
    Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Tu sei il re dei Giudei?».
    Gesù rispose: «Dici questo da te oppure altri te l'hanno detto sul mio conto?».
    Pilato rispose: «Sono io forse Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me; che cosa hai fatto?».
    Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
    Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
    Gli dice Pilato: «Che cos'è la verità?». E detto questo uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui nessuna colpa.
    Vi è tra voi l'usanza che io vi liberi uno per la Pasqua: volete dunque che io vi liberi il re dei Giudei?».
    Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un brigante.
    Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare.
    E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti e gli dicevano:
    «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi.
    Pilato intanto uscì di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui nessuna colpa».
    Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l'uomo!».
    Al vederlo i sommi sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo, crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io non trovo in lui nessuna colpa».
    Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una legge e secondo questa legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio».
    All'udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura
    ed entrato di nuovo nel pretorio disse a Gesù: «Di dove sei?». Ma Gesù non gli diede risposta.
    Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?».
    Rispose Gesù: «Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall'alto. Per questo chi mi ha consegnato nelle tue mani ha una colpa più grande».
    Da quel momento Pilato cercava di liberarlo; ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque infatti si fa re si mette contro Cesare».
    Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette nel tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà.
    Era la Preparazione della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!».
    Ma quelli gridarono: «Via, via, crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i sommi sacerdoti: «Non abbiamo altro re all'infuori di Cesare».
    Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.
    Essi allora presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio, detto in ebraico Gòlgota,
    dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall'altra, e Gesù nel mezzo.
    Pilato compose anche l'iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei».
    Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove fu crocifisso Gesù era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco.
    I sommi sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: il re dei Giudei, ma che egli ha detto: Io sono il re dei Giudei».
    Rispose Pilato: «Ciò che ho scritto, ho scritto».
    I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo.
    Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca. Così si adempiva la Scrittura: Si son divise tra loro le mie vesti e sulla mia tunica han gettato la sorte. E i soldati fecero proprio così.
    Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala.
    Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!».
    Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.
    Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: «Ho sete».
    Vi era lì un vaso pieno d'aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca.
    E dopo aver ricevuto l'aceto, Gesù disse: «Tutto è compiuto!». E, chinato il capo, spirò.
    Era il giorno della Preparazione e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via.
    Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all'altro che era stato crocifisso insieme con lui.
    Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe,
    ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua.
    Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera e egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate.
    Questo infatti avvenne perché si adempisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso.
    E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto.
    Dopo questi fatti, Giuseppe d'Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù.
    Vi andò anche Nicodèmo, quello che in precedenza era andato da lui di notte, e portò una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre.
    Essi presero allora il corpo di Gesù, e lo avvolsero in bende insieme con oli aromatici, com'è usanza seppellire per i Giudei.
    Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto.
    Là dunque deposero Gesù, a motivo della Preparazione dei Giudei, poiché quel sepolcro era vicino

    Giovanni 18,1-40.19,1-42

  18.  

    Passione di Gesù

    "Si lavò le mani"
    Quante volte davanti alle ingiustizie ci siamo lavati le mani come ha fatto Ponzio Pilato?
    Quante volte abbiamo visto un barbone per la strada dormire sotto i cartoni ed abbiamo detto "qualcuno ci penserà, non è affar mio"
    Quante volte abbiamo saputo di un bambino in una brutta situazione ed abbiamo detto "lo prenda un altra famiglia, non la mia"
    Quante volte abbiamo visto qualcuno soffrire e non lo abbiamo aiutato dicendo che non è affar nostro?

    Basterebbe che ognuno di noi si preoccupasse di una sola persona povera o abbandonata per cambiare la sua vita ed il mondo che ci circonda.

    "Non è affar mio" ed allora chi si dovrebbe occupare dei bambini abbandonati, dei poveri, degli emarginati?
    Lo stato? Ma chi è lo stato se non noi? Ok, allora che se ne occupino le istituzioni, ma con quali soldi se già a stento funzionano ospedali, scuole ed uffici pubblici? Disposti a raddoppiare le tasse per aiutare chi soffre? Ma non è una questione di soldi, è una questione di cuore, di amore. Un bambino che è stato picchiato dalla sua mamma, violentato dal suo papà, denutrito da quando è nato, un bambino che ha visto la sorella prostituirsi nel letto vicino al suo tutte le sere, che ha visto i drogati entrare in casa sua per comprare una dose .... secondo voi ha bisogno dei vostri soldi o di quelli dello stato? Ha bisogno di una struttura che lo accolga, diventi un numero ed una volta raggiunta una certa età (spesso 13/14 anni) venga mandato via, che viva sempre con il pensiero che possa essere mandato via, che non abbia punti di riferimento perché gli educatori che nella struttura interagiscono con lui lo fanno per lavoro e come ogni mestiere hanno orari, ferie, licenziamenti, opportunità migliori per le quali andarsene.
    Ma secondo voi come può crescere un bambino in tal modo?
    Di cosa hanno bisogno i vostri figli? li mandereste in una struttura del genere? Le comunità educative devono esserci perché ci sono ragazzi troppo difficili da poter essere inseriti in una famiglia, ma ci sono migliaia di bambini (un milione e trecentomila è la stima dei bambini che necessitano di aiuto nella nostra bella Italia) che hanno bisogno del cuore di una mamma e di un papà "puliti". Due genitori che amino quel bimbo come loro stessi. A noi è andata così. Noi ci hanno amato, ci hanno accudito, ci hanno educato. Ma se fossimo nati per la strada? Se fossimo nati in una famiglia disgraziata quale sarebbe stato il nostro desiderio più grande? Quale il nostro sogno? Avere una famiglia che ci amasse.
    Ecco, questo è il loro sogno, il loro desiderio. Aprite il vostro cuore ad un bambino in affido, date loro quell'amore che vi è stato donato da piccoli, offritegli quel calore che vorreste fosse elargito ai vostri figli se per qualche motivo voi non poteste più dare.
    E' Pasqua, un periodo in cui si dovrebbe pensare riflettere di più, un momento in cui ci si scambia gli auguri di pace.
    Il mio augurio è che possiate sporcarvi le mani per aiutare qualcuno, ma non dandogli un euro per tacitare la vostra coscienza, ma dandogli il vostro amore, ascoltando le loro pene.
    Prendere un bambino in affidamento, accogliere un fanciullo nella propria casa non è difficile.
    Noi siamo a vostra disposizione e scommettiamo su di voi. Chi dice "non ho le capacità" è un bischero. Tutti noi abbiamo la capacità di fare qualsiasi cosa, basta volerlo, basta non aver paura della strada spesso in salita.
    Chi si incamminerà verso l'aiuto per il prossimo, specie per un bambino, avrà l'appoggio del Signore e riceverà tanto di quell'amore da quel ragazzo che il cuore vi scoppierà dalla gioia e direte a voi stessi "... lo avessi fatto prima".

    Non lavatevi le mani anche voi come fanno in tanti.
    Lasciatevi coinvolgere dall'amore e ne riceverete in cambio molto più di quello che mai avreste potuto sperare.

    • CommentAuthormarisa
    • CommentTime6 Apr 2012
     

    ma io non vedo l'ora di farmi scoppiare il cuore dalla gioia e ne sono convintissima. Sono in procinto di fare una casa più grande e se posso e se me lo danno in futuro forse accoglierò più di un bambino. Riccardo ho visto qualche foto su facebook della tua FAMIGLIA e anche se non ti piacciono i complimenti lasciati dire una cosa: tu incarni appieno la mia idea di affido perchè vi ho visti tutti, oltre che felici anche molto sereni. I ragazzi che piantano gli alberi è fantastico perchè da quando ho iniziato questo percorso spesso guardo la mia campagna e mi immaggino ad insegnare a qualche bambino tutto ciò che io ho imparato dalla natura (per adesso persecuito i miei nipoti. Ieri li ho messi a piantare i pomodori). Vedi al corso di affido ti mettono solo in guardia per quanto riguarda le difficoltà ma io che già da un pò sono in contatto con questi bimbi vedo solo una mano che prende la mia mano quando deve ripetere storia o vedo i loro occhi che brillano e mi corrono incontro quando mi vedono. E tu..beh i tuoi occhi parlano da soli.
    Basta parole....un omaggio a te:
    La vostra gioia è il vostro dolore senza maschera,
    E il pozzo da cui scaturisce il vostro riso, è stato sovente colmo di lacrime.
    E come può essere altrimenti?
    Quanto più a fondo vi scava il dolore, tanta più gioia potrete contenere.
    La coppa che contiene il vostro vino non è forse la stessa bruciata nel forno del vasaio?
    E il liuto che rasserena il vostro spirito non è forse lo stesso legno scavato dal coltello?
    Quando siete felici, guardate nel fondo del vostro cuore e scoprirete che è proprio ciò che vi ha dato dolore a darvi ora gioia.
    E quando siete tristi, guardate ancora nel vostro cuore e saprete di piangere per ciò che ieri è stato il vostro godimento.
    Alcuni di voi dicono: "La gioia è più grande del dolore", e altri dicono: "No, è più grande il dolore".
    Ma io vi dico che sono inseparabili.
    Giungono insieme, e se l'una siede con voi alla vostra mensa, ricordate che l'altro è addormentato nel vostro letto.

    In verità voi siete bilance che oscillano tra il dolore e la gioia.
    Soltanto quando siete vuoti, siete equilibrati e saldi.
    Come quando il tesoriere vi solleva per pesare oro e argento, così la vostra gioia e il vostro dolore dovranno sollevarsi oppure ricadere.

  19.  

    Se i miei occhi parlano
    Se il volto dei miei ragazzi trasmette emozioni
    Se piantare un albero è segno di rinascita

    Se tutto questo è Amore

    Non lodare me
    Loda Dio
    Perché è da Lui che tutto arriva

    Se il mio cuore non avesse sanguinato alla morte di mia mamma
    Se gli amici di un tempo che fu fossero stati veri amici
    Se la mia ragazza di un tempo mi avesse preso tra le sue braccia per farmi smettere di soffrire

    Questi miei occhi non parlebbero d'amore
    Quei volti sorridenti sarebbero numeri di una lista di bambini da aiutare
    Quel nostro terreno sarebbe invaso dalle erbacce

    Dio ha permesso tutto questo
    Lo ha voluto
    Ha esaudito la mia preghiera quando dicevo "sia fatta la Tua volontà"
    Ha scelto per me una strada che sapeva essere quella giusta
    Mi ha dato la giusta motivazione per andare avanti
    Mi ha riempito di doni di ogni genere e grado

    Mi ha amato con tutto il Suo grande cuore

    Lasciarsi amare
    Lasciarsi andare tra le Sue braccia
    Lasciarsi cullare nei momenti di disperazione
    Lasciarsi consolare nei momenti di tristezza

    Questa è la vita
    Non la mia vita ... ma la Sua vita
    La vita che Lui ha scelto per me
    E sempre Gli dirò grazie per così tanta gioia

    • CommentAuthormarisa
    • CommentTime6 Apr 2012
     

    Va beh!!! ti eleggo a mio padre spirituale ma guarda che San Riccardo già esiste...Santa Marisa no....stanno aspettando me! scherzo

    • CommentAuthormarisa
    • CommentTime6 Apr 2012
     

    toccante ciò che hai scritto ma quando mi emoziono tendo a sdrammatizzare!!!

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime7 Apr 2012
     

    Molto bella Riccardo, non ti sapevo poeta:face-smile:

  20.  

    Non sono padre spirituale di nessuno, sono uno come tanti in un mondo in cui ognuno ha il suo cuore, la sua sensibilità, i suoi sentimenti. Parlare con voi, credenti e non, è per me una gioia immensa perché è un vero dialogo dove tutti siamo in cammino, attenti osservatori del mondo con un occhio al cielo ed una mano sul cuore, pronti ad aiutare chi incontriamo. Fare un viaggio con voi, carissimi amici, è fantastico proprio perché costruttivo.
    E se le mie parole servono a far riflettere, le vostre non sono da meno. Grazie di esserci :face-angel:

    Poeta no Elen, mi piaceperò scrivere ciò che mi viene spontaneo dal cuore e ciò accade quando vengo stimolato.

  21.  

    Addì 7 aprile 2012

    Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù.
    Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levar del sole.
    Esse dicevano tra loro: «Chi ci rotolerà via il masso dall'ingresso del sepolcro?».
    Ma, guardando, videro che il masso era gia stato rotolato via, benché fosse molto grande.
    Entrando nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura.
    Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. E' risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano deposto.
    Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto»

    Marco 16,1-7

  22.  

    Ebbero paura, ma l'Angelo disse loro di non temere

    Le donne cercavano Gesù. La ricerca del Signore spesso fa paura perché ti da valori e principi spesso scomodi da seguire.
    Pensate come sia difficile amare un nemico, una persona che ci ha fatto del male.
    Pensate come sia difficile dividere il nostro tempo, i nostri averi con gli altri.
    Pensate come sia difficile perdonare all'infinito.

    Eppure il Signore ci dice "non abbiate paura"

    Pensate ad un bambino quanta paura ha di andare a scuola il primo giorno, incontrare compagni nuovi
    Quanta paura ha di andare a fare una visita dal pediatra
    Quanta paura ha dell'acqua la prima volta che vede il mare

    Ma noi che siamo i suoi genitori sappiamo che non ci sono pericoli, anzi sono tutte cose che poi daranno gioia e soddisfazione.
    Il bambino deve imparare a fidarsi di noi, ed a quel punto camminerà con noi, mano nella mano fino a quando non sarà lui ad insegnare agli altri a non aver paura.

    Non abbiate paura amici miei di confrontarvi con il Vangelo, che non c'è niente da temere, ma solo gioie grandi da provare.

  23.  

    Ciao a tutti!
    Non è facile scrivere la propria riflessione sul Vangelo, ma ci provo.
    Mi chiedo come avremmo reagito noi, se fossimo stati al posto delle donne, di fronte alla scoperta di ciò che non ci aspettavamo. Le donne non sapevano che il sepolcro fosse vuoto e non si aspettavano di trovare un giovane dalla veste bianca che annunciasse loro la resurrezione di Gesù. Erano certe di trovare il corpo di Gesù ed erano andate lì per imbalsamarlo. Forse erano già rassegnate al dolore di averlo perso e alla sua morte.
    Ciò che non si conosce a volte fa paura.
    La scoperta di una nuova realtà rimette tutto in discussione e fa crollare ogni certezza. La paura nasce nel momento in cui ci si trova di fronte all'ignoto, al nuovo, al cambiamento forse radicale della propria vita.
    E quando abbiamo paura siamo un pò come il bambino che descrive Riccardo che ha paura del suo primo giorno di scuola o della sua visita dal pediatra ...
    E come il bambino impara a fidarsi e a camminare mano nella mano con i suoi genitori così noi dovremmo imparare a fidarci e a lasciarci prendere per mano dal Signore.
    Quante volte il Signore, in diverse situazioni della nostra vita, ci ha posti nella condizione di trovare o di scoprire ciò che non ci aspettavamo come le donne al sepolcro? Come abbiamo risposto?
    Aver paura è normale, chi non nè ha? Ma forse è proprio in questi momenti che si capisce che abbiamo davanti a noi la possibilità di scappare e continuare a farlo per il resto della nostra vita oppure scappare lo stesso, ma poi scegliere di intraprendere un nuovo cammino.
    Il Signore dice a noi "non abbiate timore" in tanti modi e ci infonde coraggio attraverso chi ci ama perchè anche noi possiamo fare lo stesso.

    Buona Pasqua a tutti!

  24.  

    Addì 8 aprile 2012

    Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro.
    Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!».
    Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro.
    Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro.
    Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò.
    Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra,
    e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte.
    Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
    Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti

    Giovanni 20,1-9

  25.  

    Ci capita spesso di correre con impeto verso una meta.
    Il cuore in gola, la trepidazione, il sudorino freddo di chi vuole arrivare ma non sa cosa l'attende.
    E' un po' come coloro che vogliono andare verso l'affido. E' una corsa verso un traguardo che ci siamo prefissati, una corsa verso un bimbo che ha bisogno di noi.
    C'è chi corre più veloce e poi si ferma, c'è chi va più piano e va diretto, ma tutti prima a o poi arriveranno.
    Avere un bambino in affido, l'arrivo al sepolcro ed accorgersi che Gesù è risorto, non è però una meta finale, bensì l'inizio di un percorso di Fede. Così come inizia per noi la Fede nella resurrezione di Gesù, nell'affido è l'inizio della resurrezione a nuova vita di questo bambino che il Buon Dio ha voluto affidarci.
    E' un cammino non facile. Ci saranno persone che ci prenderanno in giro, che ci criticheranno, che metteranno in dubbio tutto quello in cui noi crediamo. Ma bisogna essere forti e difendere il nostro Credo, la nostra Fede, il nostro Bambino.
    Chi ha fatto un percorso verso l'affido, chi ha avuto porte chiuse in faccia, chi è stato criticato ha lavato le sue vesti ed è pronto per questa grande e bella storia d'amore che si chiama accoglienza, alla pari dei discepoli che dopo anni con Gesù si trovano a portare avanti la Sua Parola.

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime8 Apr 2012
     

    Dice bene Riccardo, l'avere un bambino in affido, è solo l'inizio di un cammino. Una strada spesso difficile da percorrere, ma anche ricca di soddisfazioni.
    Il mio augurio è che questo possa essere il giorno della nostra rinascita come genitori, che possiamo avere fede in ogni momento che il Signore ci cammina accanto ed è sempre li per aiutarci a superare tutte le difficoltà e a renderci più forti.
    Un abbraccio a tutti e Buona Pasqua

  26.  

    Addì 9 aprile 2012

    Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annunzio ai suoi discepoli.
    Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: «Salute a voi». Ed esse, avvicinatesi, gli presero i piedi e lo adorarono.
    Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno».
    Mentre esse erano per via, alcuni della guardia giunsero in città e annunziarono ai sommi sacerdoti quanto era accaduto.
    Questi si riunirono allora con gli anziani e deliberarono di dare una buona somma di denaro ai soldati dicendo:
    «Dichiarate: i suoi discepoli sono venuti di notte e l'hanno rubato, mentre noi dormivamo.
    E se mai la cosa verrà all'orecchio del governatore noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni noia».
    Quelli, preso il denaro, fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questa diceria si è divulgata fra i Giudei fino ad oggi

    Matteo 28,8-15

  27.  

    L'incredulità è la prima nemica del nostro cammino di vita.

    Quando vediamo qualcosa si buono quanto è facile "non crederci".
    Come cerchiamo scuse, pretesti per gettare fango su ciò che vediamo.
    E' esperienza comune a chi fa affidamento, ad esempio, trovare persone che criticano, denigrano, non guardano il bene che possiamo fare ad un bambino, ma al male, secondo loro, che ci facciamo da soli.
    Quante volte ho sentito dire verso la nostra Associazione "non li aiuto perché sicuramente si mettono in tasca i soldi" e magari non vengono nemmeno a vedere il lavoro che quotidianamente facciamo.

    Gesù dice ai discepoli, ad ognuno di noi "venite e mi troverete".
    Anche noi invitiamo le persone a venire a conoscerci, a cercare di vivere e di capire l'affidamento per non averne timore, ma è un invito che spesso cade nel vuoto perché è più facile criticare o non considerare una realtà che non si conosce.
    In molti fanno così con il Signore. Criticano, denigrano senza conoscerlo, senza capire cosa significhi veramente avere Fede, quanto sia bello l'incontro con Dio.

    • CommentAuthormarisa
    • CommentTime9 Apr 2012
     

    ti confesso che l'affido non mi intimorisce al contrario pero mi spaventa la mia sicurezza e convinzione. benchè sono al corrente del fatto che ci sono delle difficoltà da affrontare Mi viene solo da pensare a tutte le cose che possiamo fare insieme e l'idea che forse posso dare anche solo la mia vicinanza è in me più forte dell'idea delle difficoltà però ti ripeto mi spaventa la mia sicurezza. Parlo anche a nome di mio marito.

  28.  

    Andare ad annunciare l'accaduto e scegliere di seguire la Verità, andare ad annunciare l'accaduto e scegliere di seguire un altro idolo, il denaro, è quanto hanno scelto di fare le donne e gli uomini della guardia.
    Farsi corrompere per denaro o altri interessi è la soluzione più comoda che molto spesso accade anche nella società odierna.
    Questo brano del Vangelo mi fa venire in mente non solo a chi non vede o non sa o non vuole vedere il buono e critica, ma anche chi pur avendo visto il vero si lascia comprare e dichiara il falso per paura o per ricavarne un tornaconto che nel proprio immaginario può risultare più vantaggioso. Ma quale vantaggio?
    Il mistero di Gesù risorto ci insegna che si può rinascere a vita nuova e che ognuno può cambiare e scegliere di vivere seguendo la Verità o i veri valori e principi. Non è la via più facile, ma è quella che ci fa sentire liberi nell'anima e ci aiuta a dare forma ai nostri progetti e desideri.

  29.  

    Marisa, hai ragione a essere preoccupata per le tue sicurezze.
    A volte vedere una cosa facile fa iniziare con il piede sbagliato.
    Prima di iniziare un affido ti consiglio di provare a toccare con mano una realtà ove si faccia affido, parlare con chi accudisce i ragazzi e capire sia dalle sue parole, sia dai comportamenti dei ragazzi quali le difficoltà che incontrerete.
    Sono certo che non cambierà nulla, ma perlomeno se e quando tali difficoltà dovessero presentarsi, saprete come affrontarle.
    Cercate in loco una comunità, una casa famiglia. Noi saremmo disponibili, ma temo che la lontananza renda un po' arduo un contatto di tale natura