Non sei collegato (collegati)

Vanilla 1.1.2 is a product of Lussumo. More Information: Documentation, Community Support.

    • CommentAuthorAgo97
    • CommentTime13 Aug 2012
     

    Non ho parlato di religione, ma di chiesa. E penso siano cose differenti. i credo in Dio, in Gesù, nella Bibbia, non nella Chiesa. Non o giudicato chi lo fa, solo esposto un opinione.

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime13 Aug 2012
     

    "...ma la chiesa se fosse di Dio dovrebbe essere perfetta e santa."

    Queste sono tue parole Ago e non riesco a leggerle come un'opinione, le leggo come un'accusa ma forse sbaglio! Non sono un fedele irreprensibile ed anche per me ci sono molte cose che non vanno ma quando si parla di Chiesa, cosa intendiamo? Intendiamo l'organizzazione umana e come tale imperfetta, o la intendiamo come la casa del "Padre"?
    Se la intendiamo come l'organizzazione umana, non mi sento di essere migliore di altri e sfido chiunque a scagliare la prima pietra; nella seconda ipotesi invece, penso che non ci sia nulla da aggiungere.

    Anche queste sono opinioni!

    Ciao, Sandro.

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime13 Aug 2012
     

    Ciao Elen.
    Non è semplice trattare in quattro righe di un forum certi discorsi ma provo a spiegare meglio il "mio" pensiero.
    Rispondevo all'intervento di Ago ma non negando che la Chiesa non abbia colpe da farsi perdonare (persino il Papa si è scusato per i guai della Chiesa). Detto ciò, sostenevo che certe volte, discorsi critici nei confronti della Chiesa, li leggo più che altro come un alibi per giustificare la propria lontananza e le proprie mancanze. E' un modo di fare diffuso quello di cercare "capri espiatori" per discolparsi dei propri errori.
    Io frequento poco la chiesa per pigrizia, per impegni, per stanchezza, per scarsa Fede, per mille altre ragioni che riguardano me, sono mie colpe, non di altri.
    Spero sia più chiaro così.
    Ciao, Sandro.

    • CommentAuthorlisbeth
    • CommentTime13 Aug 2012
     

    Io penso che ogni cosa che porta qualcosa di positivo va conosciuta e accettata per quello che è, e se non è condivisa va comunque rispettata.

    Posso parlare dell'associazione, è indubbio che ha dei fini positivi che sono quelli di aiutare i bambini. Poi qualcuno potrà non condividere alcune cose, magari i mezzi di comunicazione o di educazione, potrà avvicinarsi all'associazione e conoscerla ma non per questo ha il diritto di sabotarla o cercare di impedirne l'operato, se non gli piacciono certe cose esprime il suo parere e poi magari cambierà idea, e se così non fosse si farà da parte.

    Posso parlare della chiesa intesa come istituzione, luogo fisico, posso non condividere alcune affermazioni per esempio del Papa, alcune regole, alcune modalità di comunicazione, ma perchè ciò mi dovrebbe far rabbia o impedirmi di sentirmi comunque nella casa del Signore quando voglia e dovunque voglia? La Chiesa è fatta di persone e non può essere perciò perfetta, ma se non è perfetta non vuol dire che è sbagliata

    Io non vado in chiesa e mi sento credente anche se con delle idee che non si identificano per forza sempre con la religione cristiana. E non vado in chiesa perchè non mi emoziona, non mi fa sentire vicina a Dio, e non ne faccio una colpa della Chiesa ma neanche mia, perchè mi sento vicina a Dio comunque in altri modi. ci sono state delle volte in cui mi sono sentita riempita di gioia e di fede in chiesa, ma il più delle volte è successo nella vita di tutti i giorni, nelle piccole cose, in una chiacchierata con un amico, in una passeggiata solitaria. La chiesa è anche un luogo simbolico non solo fisico, dove raccogliere i propri pensieri e condividerli con Dio e io sono convinta che la vera chiesa è dentro di ognuno di noi. "Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi."

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime13 Aug 2012
     

    "La Chiesa, la Fede, credere o non credere, sono parte della persona. Cercare fuori da se stessi pregi e difetti di una Religione è improprio, è quasi un trincerarsi dietro gli errori altrui per giustificare i propri."
    Scusa Sandro potresti , se ne hai voglia, spiegarmi meglio cosa intendi?
    Anch'io mi sono allontanata dalla Chiesa e per un periodo anche dalla Fede, che poi ho rivalutato con il trascorrere degli anni, però non mi sento di puntare il dito, nè tanto meno di giustificare ...dico solo che mi sento più a mio agio fuori che dentro....questo tuo discorso mi ha incuriosito, anche se forse non l'ho ben intrerpretato

    • CommentAuthorroberta_b
    • CommentTime13 Aug 2012
     

    Mi ritrovo in quello che scrivi, Giada. Anch'io sono credente e anch'io spesso non mi ritrovo con alcune idee della Chiesa cattolica. A differenza tua, vado in Chiesa. Questo perché mi è stato insegnato così quand'ero piccola, poi è diventata una mia scelta: ho avuto per alcuni anni un sacerdote che Dio me lo faceva toccare con mano, che mi faceva innamorare di quello che usciva dal Vangelo e lo calava nella realtà, nella quotidianità, nella vita...ma non nella vita di chiunque: nella mia vita. Ogni omelia sembrava fatta per me e questa era la sensazione di chiunque. Le Messe di un'ora, un'ora e mezza, due ore volavano. All'uscita si aveva la sensazione di aver fatto il pieno d'ossigeno.
    Tu scrivi: non vado in chiesa perché non mi emoziona e non mi fa sentire vicina a Dio. Anch'io sto provando la stessa cosa. Vado lo stesso in chiesa ma gironzolo di parrocchia in parrocchia ancora alla ricerca di un sacerdote che mi faccia sentire Dio vicino (e dopo 5 anni di vagabondaggio nessuno me lo ha più fatto "sentire" come accadeva quando c'era don Gino). Mi piacerebbe che tu conoscessi quel prete...inconsueto: o si ama o si odia. Qui da noi non è più venuto ma so che in giro ogni tanto qualche Messa la fa, nonostante i tanti impegni in Curia...

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime13 Aug 2012
     

    Non so come mai il mio commento di prima esca adesso dopo quello di Sandro e Lisbeth....
    comunque Sandro adesso ho capito benissimo quello che volevi dire ed era quello che mi sembrava di aver capito prima.
    L'unica cosa che mi viene da aggiungere è che per me il fatto di non frequentare la chiesa non lo sento come una colpa, ma semplicemente come una scelta, non certo dettata dalla pigrizia, ma dal fatto che non ne sento il bisogno....quando però mi viene voglia ci entro e sto li in silenzio 10 minuti a pregare mentalmente ...poi esco e sono più serena, ma andare alla messa non mi dice niente.
    Qualcuno mi direbbe che la chiesa è il luogo dove si fa comunione con Dio e con i fratelli....per me in Chiesa non si fa comunione con i fratelli, perchè li ognuno è per conto suo, ci si da la mano, si dice il padre nostro insieme, ma ormai sono diventati gesti meccanici, perfino il sacerdote a volte non sembra molto convinto di quello che dice. E comunque questo anche perchè ci sono tante altre persone poco convinte come me, che però scelgono di andarci lo stesso, quindi forse più brave di me...
    Anch'io sono stata educata ad andare alla Messa, al catechismo e alle funzioni la domenica pomeriggio...a pregare tutte le sere (mia madre diceva le preghiere con noi)....ma non è stato sufficente a convincermi che ciò fosse necessario. Abbiamo educato quindi i nostri figli con poca convinzione , certi che fosse giusto dargli questa possibilità, convinti nel trasmettere loro certi valori e principi, ma elastici per quel che riguardava certe modalità....e questo loro hanno recepito e hanno fatto o stanno facendo le loro scelte di conseguenza

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime13 Aug 2012
     

    Benissimo Elen,
    sono felice di essere riuscito a chiarire il mio pensiero.
    Una sola precisazione: l'elenco di "motivi" per i quali ho detto di frequentare poco la Chiesa, è un elenco generico non necessariamente corrispondente alle mie motivazioni. Mi è servito solo per rendere più chiara l'idea.
    Per quanto riguarda le "colpe", anche in questo sono in accordo con te, non si tratta di colpe, si tratta di libere scelte indubbiamente però, estremamente personali e non riconducibili alle azioni degli altri (non sceglierò mai se andare o meno in Chiesa a causa degli errori di altre persone).

    Detto questo, spero mi perdonerete se non darò seguito a questo scambio, non perchè non mi piaccia parlarne ma perchè credo che lo strumento offerto dai forum sia assolutamente insufficiente per questo genere di riflessioni ed il rischio di esprimersi in modo inesatto, incompleto o inadeguato è assolutamente concreto.

    Buona serata a tutti.

    Sandro.

  1.  

    Alcuni di voi dicono che entrare in chiesa, andare alla Messa non vi emoziona, ma come fate a dirlo se non ci andate?
    Le emozioni non sono nel quotidiano. Chi nel rapporto con il proprio ragazzo o ragazza vive emozioni ogni giorno, ogni istante? I primi momenti sono tutti “emozionanti”, poi queste sensazioni lasciano spazio alla quotidianità che è giusto che ci sia ed i momenti belli sono quelli che viviamo nell’intimità, in una cena al chiar di luna sulla spiaggia, in una corsa in bicicletta, in una passeggiata mano nella mano, in un bacio dato con spontaneità. La quotidianità non è noiosa routine, è la vita. Così la vita di chi crede passa anche attraverso la Messa, un momento in cui poter condividere la nostra preghiera a Dio con altri, ricevere la Comunione, ascoltare il Vangelo ed il commento che ad esso viene fatto. La Messa non è andare in chiesa, è andare ad un incontro galante con Dio. E’ come andare a cena fuori con la ragazza o con il ragazzo. Ogni giorno nella mia quotidianità c’è la presenza di Dio e questo è gioia in ogni cosa che faccio, sicurezza che ciò che intraprendo avrà la giusta collocazione, amore per coloro che incontro. Non è che andando con il ragazzo o la ragazza cena fuori si provino sempre le stesse emozioni, a volte ci si annoia pure, ma questo non significa che un rapporto non funzioni, infatti si può essere distratti dai propri pensieri, oppure quel ristorante non ci piace, o quel cameriere è troppo lento, o troppo zelante. Non si rinuncia ad una bella serata con il proprio amore perché la volta prima siamo stati in un posto che non ci è piaciuto. Si cambia ristorante finché non si trova la tavernetta che più ci scalda il cuore, si diventa amici del ristoratore e dei camerieri e quando saremo entrati in confidenza con loro sarà una doppia gioia andare a cena fuori. Sarei un falso se dicessi che in chiesa mi sono sempre trovato bene, ma per me fare la Comunione è il momento più bello ed emozionante di tutta la settimana che, quando posso, cerco anche negli altri giorni. Per me fare la Comunione è andare a Messa, tutto il resto è contorno. Senza Comunione mi sento perso, debole, privo di energia per andare avanti nel cammino non sempre facile della vita. Come si può credere in Dio e prendere da Lui solo che ci fa comodo? Sarebbe come sposarsi e vivere in casa con il marito o con la moglie solo nei giorni in cui ci fa piacere. Nella vita di coppia ci sono alti e bassi, ma si convive ugualmente, a volte anche scontrandosi, ma per un buon matrimonio non si fugge davanti al problema o alla noia. La Chiesa l’ha istituita Dio, l’Eucarestia viene da Cristo, il Vangelo ci insegna valori e principi, non si può dire prendo questo e quest’altro lo tralascio, è un po’ troppo comodo. Chi crede dovrebbe prendere il pacchetto completo. Non si può dire credo in Dio, ma non credo nella Chiesa perché la Chiesa siamo noi, la Chiesa è Gesù, la Chiesa non è solo l’Istituzione fatta di sacerdoti che sono uomini e pertanto soggetti a sbagliare come chiunque di noi. La Chiesa è perfetta nel Suo spirito perché ciò che la anima è lo Spirito di Dio, ma è imperfetta in tutte le sue manifestazioni. E’ un po’ come dire del Matrimonio, dell’Amicizia, dell’Amore sono tutte forme perfette nella loro concezione, ma ogni volta che vengono toccate dall’uomo diventano imperfette. Avete mai provato a canticchiare una canzone che conoscete bene ascoltata mille volte? Dentro di voi è perfetta, ma come che provate ad aprire bocca diventa una cosa assolutamente diversa dall’originale e spesso è persino orripilante.
    A volte l’Istituzione Chiesa nella sua Idea è perfetta, ma come che viene a contatto con le cose terrene si sciupa.
    E’ come stare nelle Stato con le sue leggi, con diritti e doveri, è troppo comodo usufruire dei servizi pubblici e poi non pagare le tasse, da qui a dire che lo Stato funzioni bene c’è un abisso. Non per questo non si devono combattere le cose che non vanno, migliorare le leggi, cambiare chi governa, ma lo si deve fare dal di dentro. E’ un nostro dovere e diritto di cittadini criticare e cambiare le cose, è un nostro dovere e diritto di figli di Dio cambiare le cose che nella Chiesa non vanno bene.

    • CommentAuthorAgo97
    • CommentTime14 Aug 2012
     

    Penso che sentirci vicini a Dio non dipenda dal parroco o dalla parrocchia. credo sia una cosa più intima tra noi e lui, un rapporto che si instaura pian piano, con la preghiera, leggendo la Bibbia, cercando di comportarci come lui vuole. Per questo non vado in chiesa, per me il rapporto con Dio va oltre un istituzione, un edificio, per credere in Lui non devo per forza credere al Papa o ai preti. Ho fede, credo in Lui, perchè ho sentito la sua mano, mi basta questo.

  2.  

    Addì 14 agosto 2012

    In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?».
    Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse:
    «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.
    Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli.
    E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me.
    Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.
    Che ve ne pare? Se un uomo ha cento pecore e ne smarrisce una, non lascerà forse le novantanove sui monti, per andare in cerca di quella perduta?
    Se gli riesce di trovarla, in verità vi dico, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite.
    Così il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli

    Matteo 18,1-5.10.12-14

  3.  

    Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli.
    Chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me

    Ci insegnano a maturare, ci chiedono cosa faremo da grandi, ci regalano giochi sempre più sofisticati per farci crescere sin dalla nascita, ma allora quale significato ha questa esortazione di Gesù a “diventare come i bambini” ? Il bambino ha in sé la semplicità, vede il mondo con naturalezza, senza secondi fini o malizia, ama tutti coloro che gli donano un po’ di affetto, è puro e non è mai cattivo. E’ in questi aspetti che dovremmo cercare di tornare ad essere bambini. Se in un qualsiasi rapporto umano, sia esso tra genitori e figli, tra partner, tra amici mettessimo la semplicità, l’amore incondizionato verso chi non ci fa del male, la fiducia nei confronti di chi ne sa più di noi, l’umiltà di chi ha solo da imparare, avremmo rapporti migliori, senza l‘interferenza dei preconcetti, dell’invidia, della gelosia, dell’arrivismo, del voler superare ad ogni costo il prossimo in una lotta per la supremazia e l’egemonia.
    Il più grande agli occhi di Dio è la persona semplice, colui che come un bambino vede le cose con occhi puri e le cui azioni sono dettate dall’amore. Oggi chi ha un comportamento del genere è considerato un superficiale, uno che non ha cervello, un incapace, eppure se andiamo a vedere sono le persone più felici. Si accontentano di una carezza, vivono la loro quotidianità in maniera spensierata non attanagliati dai tanti problemi che noi stessi contribuiamo a crearci e che ci portano tanto stress. Pensate alle vacanze. Un bambino è felice se ha una paletta ed un secchiello nel giardino di casa, o se gioca a nascondino nel parco, o solo se ha la possibilità di stare in compagnia delle persone che ama. Un adulto che non abbia lo spirito del bambino è in cerca di sempre maggiori emozioni, ha bisogno di fare cose sempre più difficili e pericolose, di andare in posti sempre più esotici e lontani, di avere “giocattoli” sempre più costosi e non c’è mai fine alla bramosia, alla sete di avere sempre di più, di avere la macchina più bella, la casa più grande, la moglie più formosa, il marito più ricco. La vita di molti è una continua corsa verso l’alto, ma non ci accorgiamo che davanti a Dio più cerchiamo di salire e più perdiamo punti ai Suoi occhi, più cerchiamo di andare in alto e maggiore è la nostra infelicità perché non ci accontentiamo mai di quello che abbiamo, non godiamo di una bella corsa all’aria aperta, di una nuotata o una passeggiata in montagna, non ci fermiamo a ringraziare per il bene e l’amore delle persone che abbiamo vicino, vogliamo sempre maggior considerazione e sgomitiamo per avere il posto che riteniamo ci debba spettare, incuranti dei sentimenti altrui, presi dal nostro egoismo e dalla gelosia non riusciamo più ad essere felici e donare serenità a chi ci circonda. Pensate a come un bambino, con la sua gioiosa presenza, possa portare l’amore, la distensione, la semplicità, la purezza.
    Dobbiamo imparare a vedere il mondo con gli occhi di un bambino, come una farfalla che cambia vita - è giusto e doveroso maturare diventando adulti - e da bruco diventa farfalla. Vede il mondo dall’alto, ma poi deve tornare a terra, con l’esperienza acquisita in volo e mettersi al livello del bruco per insegnargli a volare. Fare il papero, usare le marionette, parlare con favolette, portando sempre valori e principi per far crescere l’anima dei nostri figli è vedere il mondo con gli nocchi di un bambino.
    Accogliere un bambino in casa, dice Gesù, è accogliere Lui. Rivestirsi della presenza dei bambini significa avere dinanzi agli occhi ogni giorno l’esempio da seguire per una vita piena di gioia e felicità. Se poi accogliamo un bambino al quale gli adulti hanno insegnato ad essere adulto prima del tempo donandogli botte al posto di carezze, scarafaggi invece di una bella pastasciutta, sesso al posto di tenere carezze, non solo daremo colore alla nostra vita rendendola degna di essere vissuta, ma ridaremo dignità ad un bambino che è la nostra speranza per un futuro migliore. Più bambini ci saranno in questo mondo in grado di portare semplicità, amore, tenerezza nelle nostre vite, migliore sarà la vita di tutti noi.

    • CommentAuthorAgo97
    • CommentTime14 Aug 2012
     

    E' importante far tornare bambini i bambini. Ci sono bambini che non sanno cosa sia il gioco, cosa sia una carezza, o l'abbraccio di un genitore. E' forse più difficile per loro tornare ad essere bambini pur essendolo, che per noi che siamo già cresciuti.

    • CommentAuthorlisbeth
    • CommentTime14 Aug 2012
     

    i bambini sono i più vicini al Signore perchè sono i più candidi, i più puri, quelli che non gli chiedono nulla e non pretendono niente. I bambini sanno vedere cose che noi spesso non vediamo, sanno fermarsi a guardare una nuvola dalla forma buffa, o un insetto minuscolo sul ciglio della strada, si accorgono delle piccole cose a cui noi non volgiamo nemmeno lo sguardo, continuando a correre in una maratona senza sosta. Spesso ci sembra di perdere tempo se ci fermiamo ad ascoltarli o a osservare tutte le cose che ci indicano, invece dovremo guardare più spesso ciò che li stupisce, e lasciarci meravigliare anche noi dalla bellezza delle piccole cose ogni tanto. Amo i bambini perchè sono una sognatrice, mi piace capire cosa gli passa per la testa e sentirmi piccola e spensierata ogni tanto. La cosa che mi piace più di tutte è vedere i nonni con i loro nipotini, quelli che hanno infinite giornate passate a casa da soli alle spalle, quelli che magari dai propri figli adulti non vengono nemmeno considerati o zittiti per le solite lamentele da "vecchi", vederli come gli si illuminano gli occhi quando il nipotino gli corre incontro urlando "nonno". Forse perchè hanno corso tutta la vita ora hanno la gioia di fermarsi e, con infinita pazienza ma anche con nostalgia, riprendono tutto quello che avevano perso durante il cammino. Noi corriamo sempre per raggiungere qualcosa, un bambino corre e gioisce nel farlo, raccoglie l'erba, sorride al cielo,se cade si rialza e dimentica di essere caduto e prosegue; è questo che dovremmo fare, gioire della nostra corsa, soffermarci sulle belle esperienze e continuare il nostro cammino senza per forza dover arrivare alla meta, magari senza neanche averla la meta e raccogliendo solo le cose belle sulla strada. questa poesia di Madre Teresa di Calcutta la conoscerete tutti ma mi sembrava adatta:

    Non aspettare di finire l'università,
    di innamorarti,
    di trovare lavoro,
    di sposarti,
    di avere figli,
    di vederli sistemati,
    di perdere quei dieci chili,
    che arrivi il venerdì sera o la domenica mattina,
    la primavera,
    l'estate,
    l'autunno o l'inverno.
    Non c'è momento migliore di questo per essere felice.
    La felicità è un percorso, non una destinazione.
    Lavora come se non avessi bisogno di denaro,
    ama come se non ti avessero mai ferito e balla, come se non ti vedesse nessuno.
    Ricordati che la pelle avvizzisce,
    i capelli diventano bianchi e i giorni diventano anni.
    Ma l'importante non cambia: la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
    Il tuo spirito è il piumino che tira via qualsiasi ragnatela.
    Dietro ogni traguardo c'è una nuova partenza.
    Dietro ogni risultato c'è un'altra sfida. Finché sei vivo, sentiti vivo.
    Vai avanti, anche quando tutti si aspettano che lasci perdere.

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime14 Aug 2012
     

    Forse sbaglio Riccardo, ma suona un po' come un giudizio...limite mio che lo sento come tale:face-plain:

    • CommentAuthorAgo97
    • CommentTime14 Aug 2012
     

    Non capisco perchè non si legge il mio commento..

  4.  

    No, Cristina non è un giudizio, ognuno, come diceva Sandro, ha le sue motivazioni per non andare in Chiesa. La mia è una considerazione generica, la mia idea, le mie motivazioni.
    Ho detto più volte che il mio migliore amico è ateo, non sposato in chiesa, non battezzato, non ha fatto battezzare i figli ... eppure gli voglio un bene grandissimo, figuriamoci se lo giudico, anche perché è migliore di me cento volte.
    Come non giudico lui, non giudico nessuno. Se ti sei sentita giudicata o criticata mi spiace.

  5.  

    Chiudo questa discussione perché ci sono problemi tecnici.
    Apro "Parliamo di Valori e Principi 3"