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  1.  

    Il seminatore uscì a seminare

    Dobbiamo seguire l'esempio di Dio che instancabile semina la Sua Parola, insegnando valori e principi da seguire.
    Così fa il contadino che getta il seme nella terra dopo averla dissodata, fresata, concimata. Durante la semina spera di avere un buon raccolto, ma sa che molte sono le variabili che potrebbero rendere vana la sua speranza.
    Così fanno i genitori che seminano nei figli i propri insegnamenti con la speranza che diventino bravi uomini e donne, ma tanti sono gli ostacoli e le pianticelle che germogliano possono subire mille intemperie. Il contadino è pronto a correre ai ripari, a proteggerle, ma spesso non dipende da lui ma dalla forza di quella piantina. Dopo una grandinata, solo le più forti resistono, così come dopo un periodo di grande siccità. Il genitore però non deve rassegnarsi, non deve spaventarsi se una piantina è stata abbattuta, deve pregare, sperare, avere fede e continuare a dare i propri insegnamenti anche se può sembrare che siano gettati al vento, che restino inascoltati. Il concime che immettiamo nel terreno filtrerà all'interno e raggiungerà le radici delle piantine che sembravano perse.
    Un giorno andammo a Bagni di Lucca con i ragazzi e mentre eravamo fermi ad un semaforo dal finestrino strappai un rametto di salice piangente. Arrivati a casa lo trapiantammo nella sabbia e fece radici. Dopo qualche tempo lo trapiantammo nel nostro giardino ed in breve crebbe e diventò una piccolissima pianta, ma nonostante e cure seccò. Scavammo per recuperare le radici e, una volta estratte dal terreno, le rimettemmo nella sabbia dove la pianta tornò a nuova vita. La trapiantammo nuovamente nel giardino vicino alle piante più belle, nello stesso posto dove l'avevamo posta la prima volta, e seccò di nuovo. Ripetemmo la serie di operazioni e la terza volta attecchì. Oggi quel filo strappato ad un semaforo lungo la strada della garfagnana è un grande e bellissimo albero che da ombra, riposo agli uccellini e non sfigura in mezzo alle tante piante del nostro giardino.
    Un ragazzo preso in affidamento, strappato alla vita di strada, non è molto propenso alle regole, tende a non voler stare dove viene messo, ha difficoltà ad abituarsi e si ribella di continuo. Dobbiamo avere pazienza, saper aspettare, avere Fede. Siamo chiamati a ripetere gli insegnamenti all'infinito fino a quando la pianta non cresca, fino a quando quel ragazzo ribelle capisca che seguire le regole, vivere una vita sana e con dei principi è, seppur faticoso, l'unica strada per avere una vita serena. Tutti noi staremmo bene nella sabbia sempre bella umida, all'ombra nella nursery protetti dalle enormi acacie che ci riparano da sole ed intemperie. Fare la bella vita piacerebbe a chiunque, ma la vita reale di una pianta è nel giardino, a far bella mostra di sé, a dare ristoro a chi vi passa vicino, a dare quel riparo che nella sua giovane vita ha ricevuto dagli altri.
    Purtroppo, cari genitori, per quanto impegno mettiamo, non sempre riusciamo a salvare i nostri figli perché molto dipende dal loro carattere, dalle compagnie che frequentano, dall'ambiente dove vivono, ma noi dobbiamo metterci tutto l'impegno possibile, non dobbiamo scoraggiarci dinanzi alle sconfitte, dobbiamo avere il coraggio di fare qualche passo indietro quando occorre, ma anche essere severi e duri senza tanta compassione quando ci vuole. Una giovane piantina necessita di un bastone che la faccia crescere diritta, così un ragazzo ha bisogno di regole precise che siamo tenuti a far rispettare. Se lasciamo che una pianta cresca come vuole quando è giovane, piegare una pianta che comincia ad avere un legno duro richiede maggior fatica e a volte non si riesce.
    Uno dei nostri ragazzi, uno dei casi più difficili che ci siano mai capitati, è stato rovinato dalla famiglia affidataria. Preso a cinque anni non gli sono state date regole, è stato inondato di regali, andava a scuola quando ne aveva voglia e non studiava quasi mai. Davanti alla televisione con la play station tutto il giorno, mangiava solo le cose che gli piacevano ma che facevano male, merendine, fritto e poco altro. Ha fatto questa vita per cinque anni, senza regole, senza valori, senza supporto. Ogni anno chiedeva di più, ogni giorno pretendeva sempre più cose e gli affidatari continuavano a procurarle. A dieci anni, dalla mattina alla sera, lo hanno mandato via. Ha trascorso un anno in comunità e poi è arrivato da noi. Era un bambino che non stava alle regole, che non accettava nessun paletto, che rifiutava l'amore delle persone, attaccato alle cose materiali, viziato oltre modo.
    Che bello sarebbe potervi dire che oggi è un bravo ragazzo, rispettoso degli altri, invece purtroppo dopo sei anni e mezzo la situazione è sempre peggiore. Scontri quotidiani sempre più cruenti, intervento delle forze dell'ordine e del 118, furti continui, rifiuto di qualsiasi regola, mancanza di rispetto assoluta verso tutto e verso tutti.
    Ma non perdiamo le speranze perché dietro quella scorza di furbetto, di bugiardo, di millantatore si cela un bravo ragazzo, le radici sono ancora vive e fin tanto che il Signore ci darà la forza, noi saremo lì davanti a lui per impedire che muoia dentro di lui quel seme che diciotto anni fa Dio ha piantato su questa terra.
    Se non riusciremo non sarà una sconfitta nostra, ma del ragazzo e non possiamo permetterci di abbandonarlo al suo destino fino a quando non sarà lui a volersene andare.
    Capisco che a volte ai genitori manchino le forze per combattere contro la forza, a volte distruttiva ed autodistruttiva degli adolescenti, ma è necessario non gettare la spugna che i risultati prima o poi arriveranno.
    Il segreto però di una buona riuscita con i figli è "coltivarli" bene da piccoli. Dare loro delle regole anche a pochi anni di vita, dar loro delle piccole incombenze da svolgere, stare a parlare con loro più possibile, non lasciare ad altri il compito di insegnare, non farli stare alla tv, non comprare loro il cellulare quando sono piccoli, dar loro una disciplina in ogni cosa che fanno dal mangiare quello che passa in convento, al vestire con gusto e non seguendo le marche, fornire loro dei principi come l'altruismo da mettere in pratica, non nascondergli le verità della vita come malattie e morte, ma insegnar loro ad affrontarle serenamente. Se non credete in Dio, non precludete loro la possibilità di imparare gli insegnamenti del Vangelo e lasciate che siano loro da grandi a scegliere la strada che vorranno seguire. Se siete atei trovate un bravo sacerdote, ditegli il vostro pensiero e chiedete aiuto all'uomo perché prenda per mano vostro figlio e gli spieghi il Vangelo.
    Non possiamo sapere quale sia il miglior concime per quel terreno, ma sarebbe cosa saggia dare più tipi di fertilizzante possibile per avere più speranze possibili.
    Genitori di bambini piccoli parlate con i papà e le mamme di figli adolescenti, guardate le problematiche che nascono e cercate di capire che più paletti metterete ai vostri figli quando sono piccoli, minor fatica farete dopo e più speranze avrete per una buona riuscita.
    Sento dire spesso "non ci sono scuole per diventare genitori". Non è vero, ci sono eccome, solo che ognuno di noi pensa di poter gestire i figli come gli viene naturale e non cerca di capire come sarebbe meglio per loro. Un bambino che a cinque anni fa come viole, a dieci sarà intenibile, a quattordici darà tanti problemi, a diciotto si rivolterà contro la sua stessa carne. Non sempre è così, ma accade spesso. Fa soffrire punire un bambino a cinque anni, ma se pensate che fate il suo bene, non esitate.
    E' come se vi accorgete che deve essere operato, lo portate in ospedale e lo fate soffrire, ma è un dolore necessario per entrambi affinché un domani possa essere in ottima salute e camminare per il mondo a testa alto, fiero dei suoi genitori che gli hanno dato gli strumenti per camminare.

    • CommentAuthorAgo97
    • CommentTime28 Jul 2012
     

    sono 2 giorni che bevo.. mi sembra troppo difficile per me smettere... adesso nn mi lasciano un minuto e io ho di nuovo le crisi.. mi dispiace tanto e mi sento troppo in colpa.. ma io mi sto sforzando nn capisco perche nn ce la faccio.. secondo te lui questo lo capisce? che io ci provo..

  2.  

    Addì 28 luglio 2012

    Un'altra parabola espose loro così: «Il regno dei cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo.
    Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò.
    Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania.
    Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania?
    Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla?
    No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano.
    Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio»

    Matteo 13,24-30

  3.  

    Mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò

    Per quanti sforzi facciamo di educare i nostri figli, ariamo il campo, lo concimiamo, lo seminiamo, c'è sempre qualcuno che "semina zizzania" che rema contro, che cerca di insegnare ai nostri figli che i valori non sono importanti, che il mondo è dei furbi, che rubare è proprio di chi è più intelligente dell'altro, che la vita è una sopravvivenza ed il più forte fagocita il più debole.
    Non è colpa nostra se qualche ragazzo si perde per la strada, ma il nostro compito datoci da Dio è comunque quello di allevarlo, buono o cattivo che sia, sarà poi il Signore a separare il grano dalla zizzania.

  4.  

    Addì 29 luglio 2012

    Dopo questi fatti, Gesù andò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade,
    e una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi.
    Gesù salì sulla montagna e là si pose a sedere con i suoi discepoli.
    Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
    Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?».
    Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare.
    Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
    Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro:
    «C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?».
    Rispose Gesù: «Fateli sedere». C'era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini.
    Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero.
    E quando furono saziati, disse ai discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto».
    Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d'orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
    Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, cominciò a dire: «Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo!».
    Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo

    Giovanni 6,1-15

  5.  

    Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?

    Il Signore mette i semi sulla terra dai quali nascono le buone intenzioni, i valori, i principi.
    Con la moltiplicazione dei pani ci fa intendere che sa quali sono le nostre necessità umane, materiali e che se lo seguiamo provvederà ai nostri bisogni.
    Seguire Gesù significa vedere in Lui la soluzione ai nostri problemi, ascoltarlo vuol dire lasciarsi rapire dalle Sue Parole, dalla dolcezza dei Suoi sorrisi. Per andare dietro a Dio necessita un pizzico di incoscienza, bisogna uscire di casa senza pensare agli aspetti materiali, come ha fatto la gran folla del Vangelo, senza pensare al dopo, incurante di sé stessi guardando a Lui come l'unica cosa cui pensare. Restarono senza cibo, ma erano saziati dai Suoi discorsi e Gesù pensa a sfamarli.
    Se vi lasciate prendere dalle preoccupazioni del mondo, se il pensiero del cibo, delle cose materiali prende il sopravvento sarete abbagliati da una luce falsa. E' un po' come seguire il lampo di un flash e non seguire la luce del sole.
    Bisogna pensare a cosa sia giusto fare e farlo. Seguire la strada che porta al bene degli altri piuttosto che al nostro significa cibare la nostra anima e, quando questo accadrà, il Signore provvederà a darci le cose materiali che ci servono per vivere. Non aspettatevi abbondanza, ma il necessario. Alla folla che lo seguiva Dio non diede aragosta e champagne, ma pane, perché il superfluo è qualcosa che vogliamo, ma non una necessità reale.
    Come adulti, come genitori abbiamo un compito molto importante, quello di instradare i nostri ragazzi verso i valori di una vita sana, pulita, corretta verso gli altri, altruistica, una vita dove al primo posto non ci sia l'appagamento dei nostri bisogni, ma il cercare di raggiungere obiettivi più alti.
    E' facile cadere nella tentazione di accontentarsi, come quando andiamo in montagna e dopo aver camminato una mezz'ora ci fermiamo stanchi e decidiamo che il posto raggiunto è l'ideale per mettere su casa. Ma rinunciamo a camminare perché il cammino è fatica, è stancante dialogare sempre, aiutare gli altri, vivere una vita cercando di non sbagliare. E' più facile dire "sono arrivato ad un punto soddisfacente, posso anche fermarmi". Ed ecco che tanti genitori si accontentano che il proprio figlio vada a scuola, faccia la lezione, abbia un comportamento più o meno adeguato agli standard della società in cui vive. Non è così che si educa un figlio. Un bambino ha bisogno di cibarsi di valori, di regole, di amore, di buoni esempi, di dialogo, tutte cose che costituiscono le fondamenta della casa in cui abiterà per tutta la vita. Se quando i vostri figli sono piccoli rinunciate a parlare con loro perché siete stanchi o pensando che potrete farlo anche domani, vedrete che vostro figlio vi sfuggirà di mano, cercherà quello di cui ha bisogno da altre parti, andrà a trovare una guida da seguire. Essere genitori non significa far nascere un bambino, vestirlo, sfamarlo, comprargli tutto ciò che desidera, ma vuol dire sacrificare ogni giorno della propria vita per lui, mettersi continuamente in discussione, dialogare con lui su ogni cosa, essere presente nella sua vita il più possibile, diventare suo amico al punto che sia lui a desiderare di trascorrere più tempo possibile con voi.
    Facile? No davvero perché a volte significa andare contro i nostri interessi materiali, significa rinunciare a fare delle vacanze, a comprarsi cose che ci piacciono, ma come la folla che seguiva Gesù, anche noi dobbiamo seguire nostro figlio, seguire la strada dei valori e dei principi e le cose materiali arriveranno per miracolo senza che si abbia nemmeno il tempo di chiederle.
    Allevare un figlio è un grande atto di Fede verso Dio.

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime29 Jul 2012
     

    Avere fiducia che il Signore non ci farà mai mancare il pane sulla tavola, non vuol dire che dobbiamo stare con le mani in mano ad aspettare che questo arrivi, ma che dobbiamo camminare tranquillamente sulla strada che lui ci indica come la migliore per noi e sulla quale egli ci starà sempre vicino. Se noi ci affanniamo a cercare di avere tanto, molto spesso otteniamo l'effetto contrario, andando incontro a periodi in cui il cibo è abbondante e periodi in cui non c'è...se pensiamo invece che quello di cui abbiamo veramente bisogno c'è già, se abbiamo fiducia in lui, allora non ci mancherà mai niente. E' bello avere in casa la pay tv , la fotocamera, il pc più attuale, i vestiti di marca, fare viaggi, andare a cena fuori....ognuno di noi da un valore diverso a questi beni a seconda se siamo persone tecnologiche, alla moda, a cui piace viaggiare ecc ecc ma il lusso e i beni materiali, che non fanno male a nessuno, non hanno nessun valore rispetto ai valori e ai principi che ognuno di noi dovrebbe avere dentro di se.
    Cos'è una cena raffinata in un ristorante chic con tanto di musica e candele in confronto a una cena fatta in casa con la presenza di tanta simpatica gente, sorrisi di bambini e tanta allegria e voglia di stare insieme? O una lussuosa crociera con gente sconosciuta, che non hai voglia di conoscere o abiti eleganti e gioielli che servono solo a farti sentire goffa (almeno a me!!!)?
    Il significato della moltiplicazione dei pani è molto attinente al discorso dell'affido, in quanto è un monito a condividere quello che abbiamo (il cibo è la cosa meno importante) ...non chiudiamoci dentro le nostre case, tenendoci stretto stretto quello che abbiamo, ma siamo pronti ad accogliere e condividere...questa è la cosa più bella che una famiglia può fare:face-smile:

  6.  

    Ciao Elen, con i tuoi figli ieri abbiamo fatto la riunione serale.
    La particolarità è stata che erano stati loro a preparare l'introduzione e sono stati bravissimi.
    Hai due ragazzi fantastici.
    D. andando via oggi si è un po' commosso ed ha ringraziato di tutto, specie per la riunione della sera che, a suo dire, è servito a maturarlo. Era felice, ha detto, perché ha scoperto il valore di un abbraccio, precisando che in casa li riceve, ma sentirsi abbracciati da estranei che non sono più estranei è stata una bella esperienza.
    Ieri sera abbiamo letto anche il pezzo che avevi scritto tu commentandolo. Ho proposto a G e D di ripetere la cosa le sere che vorranno, magari anche interagendo con Skype dall'account di Roberta :)

    Chiaramente questa connessione a distanza con le nostre riunioni è possibile per tutti coloro che lo desiderino

  7.  

    Addì 30 luglio 2012

    Un'altra parabola espose loro: «Il regno dei cieli si può paragonare a un granellino di senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo.
    Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande degli altri legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami».
    Un'altra parabola disse loro: «Il regno dei cieli si può paragonare al lievito, che una donna ha preso e impastato con tre misure di farina perché tutta si fermenti».
    Tutte queste cose Gesù disse alla folla in parabole e non parlava ad essa se non in parabole,
    perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta: Aprirò la mia bocca in parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo

    Matteo 13,31-35

  8.  

    Il granellino di senapa è il più piccolo di tutti i semi e diventa un albero dove gli uccelli si annidano tra i suoi rami

    Dalle piccole cose nascono grandi progetti. Dai sogni di uomini qualsiasi prendono vita storie meravigliose. Favole, o parabole, che sembrano essere solo frutto della fantasia ma che raccontano di valori, di principi, di strade da percorrere. Narrano di persone buone che contrastano con le armi dell’amore la cattiveria che, se lasciata libera di crescere, soffoca la bontà ed i buoni propositi. Quanti adulti leggono romanzi di fantasia, vanno al cinema a vedere cartoni animati, si soffermano in tv sui programmi che raccontano le prodezze di cavalieri d’altri tempi. La bontà è dentro di noi, ognuno ha in sé la voglia di restare bambino, di essere preso per mano e condotto davanti ad una finestra che si affaccia sul mondo della fantasia. Ogni persona ha bisogno di fuggire dalle cose brutte che lo circondano, di scappare da quella che pensa essere la realtà. Ma cosa è la realtà? E’ ciò che costruiamo intorno a noi, è il vestito che ci mettiamo ogni mattina e ci togliamo la sera. Ma il presente ed il futuro ce lo costruiamo noi, siamo noi che decidiamo con chi camminare, cosa fare, cosa pensare. Siamo disposti a credere a ufo e segni zodiacali, diamo retta a ciarlatani che assicurano guadagni stratosferici e cure miracolose? Siamo forse stupidi? No, siamo bramosi di vivere in un mondo buono, dove i problemi non esistano o si risolvano da soli. Abbiamo un Libro, il Vangelo, che ci parla di un mondo possibile, parla in parabole ma è legato alla vita di Dio che si è fatto uomo per noi. Non credete in Dio? Il Vangelo vi apparirà comunque come un insieme di racconti, di consigli, di valori vissuti da un uomo di nome Gesù. I Suoi racconti vi mettono davanti a riflessioni tanto semplici quanto profonde, vi trasportano in un mondo magico dove tutto è possibile, nel quale amore e pace si coniugano con vita serena nonostante le tribolazioni. Gesù non vi nasconde il dolore, non dice che tutto sarà facile, non parla di una vita agiata e tranquilla, ma vi da gli strumenti per affrontare le pene che vi attanagliano, vi fornisce la chiave per imboccare la porta che si aprirà su un mondo tanto fatato quanto reale. Non solo il Paradiso, nel quale molti non credono, quanto la vita di tutti i giorni vista da un’altra prospettiva.

    Leggiamo tante cose stupide durante la nostra esistenza, dagli opuscoli pubblicitari ai romanzetti rosa, dai rotocalchi che raccontano i fatti e i misfatti delle persone in vista ai consigli delle stelle. Anche se non credete in Dio la lettura del Vangelo non vi farà certo male e qualcuno di voi, potrà trovare riparo tra le Sue pagine, così come gli uccelli del cielo trovano ristoro tra i rami di un albero che un tempo era un semplice semino che racchiudeva in sé tutta la forza della natura. Un Libro che duemila anni fa era nella mente di un uomo umile che racchiudeva in sé tutta l’essenza di Dio.

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime30 Jul 2012
     

    Carissimo Riccardo, il caso a volte deve essere aiutato..... da eventi "voluti" :face-smile:
    1)Io sapevo che toccava a loro commentare il vangelo
    2) immaginavo che tu, se io avessi scritto, avresti letto la mia riflessione
    3) il mio era un modo per essere li.... vicino ai nostri figli
    Grazie di tutto , penso anch'io che questa esperienza servirà loro, come è sempre stato per G.
    Alla prossima allora :face-smile:

  9.  

    Addì 31 luglio 2012

    Poi Gesù lasciò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si accostarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo».
    Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo.
    Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno,
    e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli.
    Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo.
    Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità
    e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti.
    Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, intenda!

    Matteo 13,36-43

  10.  

    Gesù lasciò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si accostarono per dirgli ...

    La vita di oggi è frenetica, non c'è un solo minuto della giornata che non sia impegnato, per gestire il tempo libero occorrerebbe una segretaria per potersi districare tra feste, passatempi, palestra, passeggiate sul mare o in montagna, piscina, cene con gli amici e tanto altro ancora.
    Tutto giusto, tutto bello, ma la famiglia dove trova una collocazione in tutto questo?
    I figli in primo luogo hanno bisogno di una guida, dei genitori che stiano in casa con loro per poter capire i vari aspetti del mondo. E' buffo vedere tanti genitori che si lamentano del comportamento del figlio che non è mai in casa, che non interagisce con loro, che non vuole mai venire dove essi vanno. Ma di chi è la colpa? Possiamo lamentarci di tutto, della scuola, del mondo che va a rovescio, della delinquenza che dilaga, dei media che propinano stupidaggini, ma abbiamo mai pensato a quanto tempo abbiamo dedicato ai ragazzi? Quando sono appena nati è divertente per tutti portarli in giro, quanti complimenti si ricevono! Quando hanno pochissimi anni è sempre uno spasso perché sono buffi, fanno ridere. Quando cominciano ad avere 9, 10 anni si accompagnano volentieri in piscina o al calcio per mostrare a tutti quanto sia bravo nostro figlio. Ma quando arrivano a 13, 14 anni e cominciano a pensare alla ragazzina o al fidanzatino, quando chiedono sempre maggior libertà, quando non hanno voglia di studiare ... e la gestione diventa difficile allora si tende da una parte a dare tanti permessi perché è più facile dire si piuttosto che un no, e dall'altra si abbandonano perché non è più divertente come prima starci insieme in quanto chiedono, si interrogano, fanno polemica, criticano, giudicano, si ostinano ... ed è fatica. La strada più semplice è quella di dire si a tutto e di impiegare il proprio tempo in mille attività.
    Ma di cosa abbiano veramente bisogno i nostri figli non ce ne preoccupiamo minimamente.
    Hanno bisogno di voi, hanno bisogno dei vostri no, dei vostri rimproveri, della vostra presenza. Non abbiate fretta a farli uscire di casa, ma davanti ad un permesso negato date loro un'alternativa valida che vi veda attori nel film della loro vita dove voi siete i registi per il fatto stesso di essere i genitori. Non lasciate che gli attori decidano sceneggiatura, copione e colonna sonora altrimenti verrà fuori una pellicola di infimo ordine. E' vero che oggi ci sono tantissime variabili che possono distorcere l'educazione che diamo ad un figlio, ma è anche vero che rinunciamo a lottare per loro con troppa facilità.
    I ragazzi che arrivano da noi hanno spesso storie alle spalle che a raccontarle non ci si crede, sofferenze, abbandoni, privazioni, lasciati molte volte a decidere della loro vita senza alcuna regola. Il primo impatto con noi è difficile, come è arduo arroventare un grosso pezzo di ferro e ci vogliono tanti giorni, spesso mesi, perché il ragazzo si fidi di noi, si renda disponibile all'ascolto delle mille regole che gli propiniamo, ma alla fine la forza dell'amore unita alla presenza costante da i suoi frutti ed il pezzo di ferro si scalda e diventa duttile nelle nostre mani. Bisogna imparare a dare prima di chiedere. Non lasciamo mai i ragazzi soli in casa, li lasciamo uscire solo se sappiamo con chi si incontrano, verifichiamo ciò che ci raccontano premiandoli con la fiducia se dicono il vero, punendoli se raccontano bugie. Sbagliando o facendo bene siamo sempre con loro, non li abbandoniamo mai e se è vero che talvolta vorrebbero maggior libertà, sanno comunque che lo stare con noi è per loro non solo utile, ma spesso anche piacevole. Cerchiamo di non far mancare loro nulla, ma non gli diamo tutto e ciò che neghiamo lo spieghiamo finché non capiscono.
    Qualcuno dice che sono bravi perché costretti a stare con noi, ma non è così, infatti la maggior parte di loro ormai ha raggiunto la maggiore età o sta per arrivarci ed hanno alternative dove andare, ma se restano con noi, con tutte le regole e le privazioni rispetto ai loro compagni, significa che forse hanno trovato in noi un porto sicuro ove restare ormeggiati finché non avranno caricato le stive, scaldato i motori e riempiti i serbatoi per intraprendere il lungo viaggio della vita.
    Non abbiate fretta a farli uscire di casa, non siate egoisti cercando per voi momenti liberi e spensierati, trattate i vostri figli come i migliori amici che avete.
    Un'indagine sui media di questi giorni chiede "chi è il miglior amico dell'uomo? Il cane o il gatto?" Il miglior amico dell'uomo è l'uomo, è il figlio, è il marito o la moglie. Il cane per farselo amico basta trattarlo bene, portarlo fuori, dargli da mangiare, fargli due coccole sotto la pancia ed è fedele. Ma Amico è un'altra cosa. Amico vuol dire parlare innanzitutto, confrontarsi, consigliarsi, condividere un progetto, litigare per poi fare pace. Solo l'uomo può essere Amico dell'uomo, ma il confronto, specie con i figli che crescono, è spesso difficile e siamo così coraggiosi che ogni volta che vediamo una difficoltà scappiamo a gambe levate, ogni volta che ci viene richiesto un po' di impegno fuggiamo e così nel volontariato non c'è costanza, tra marito e moglie ci si separa, i figli si lasciano andare per la strada sempre prima, non si combatte per i diritti degli altri ed imbracciamo i fucili sulle barricate per i nostri diritti.
    Il diritto di vivere la nostra vita non ci esime dai nostri doveri di genitori e i diritti dei figli vengono prima dei nostri.

    • CommentAuthorAgo97
    • CommentTime31 Jul 2012
     

    amici della zizzi nn e una casa famiglia vero? perche qui mi sembra molto diverso da dove sono io..

  11.  

    No, non lo è.
    Non saprei come definirmi. Di solito dico "famiglia allargata" per intendere che siamo famiglia, nel senso che ci sono due genitori che amano i propri ragazzi e vivono con loro sempre, senza turni, senza ferie, senza riposo ... come fanno i genitori con i figli. In più abbiamo il supporto di una psicologa una volta a settimana e tanti volontari

    • CommentAuthorAgo97
    • CommentTime31 Jul 2012
     

    si.. e una famiglia cn ragazzi in affido.. invece qui no.. si vede la differenza da come descrivi tu li e come e qui

  12.  

    Non posso dire nulla perché non conosco la tua realtà, ma per i ragazzi la cosa importante è avere un punto di riferimento.
    Ieri, per farti capire, ho brontolato R. non perché avesse fatto qualcosa di sbagliato, ma perché tutti facevano e aiutavano e lui si era imboscato. Mi sono arrabbiato e l'ho fatto mangiare prima e andare a letto presto. Non era una punizione, ma una prevenzione perché lo conosco talmente bene che so quando sta per andare di fuori. Lui non se ne rende conto, ma ha talmente fiducia in me che se anche pensa di aver ragione, alla fine accetta ciò che gli dico di fare. E' stata infatti una cosa buffa e tenera ieri sera perché dopo averlo brontolato ci siamo ritrovati sul divano per la riunione serale d abbiamo cominciato a fare la lotta facendoci il solletico. Quando andavamo a cena ha dato serenamente la buonanotte e stamani tutto sorridente è venuto a cercarmi per darmi il buongiorno.
    Il rapporto che abbiamo con i ragazzi è fatto di amore,di complicità, di critiche costruttive, di muro solidale contro chi osa toccare uno di noi ... una famiglia

    Nelle comunità non credo sia così perché gli educatori oggi ci sono e domani non sai.Noi per loro ci siamo sempre e loro lo sanno. Questo non vuol dire che sia facile, né per loro, né per noi ... ma vedo che tanti loro amici li invidiano e qualcuno ha persino detto che sarebbe disposto a rinunciare a cellulare, tv, computer pur di stare con noi.
    In questi giorni si è aggiunta per una settimana una ragazza di 16 anni, figlia di nostri carissimi amici. La prima volta che l'ho incontrata e la mamma le ha proposto un periodo da noi ha rifiutato con fare sdegnoso. Poi è venuta con i genitori a trovarci ... ed ha chiesto lei di restare da noi una settimana

    • CommentAuthorAgo97
    • CommentTime31 Jul 2012
     

    qui nn facciamo mai niente.. e vabbe che anche noi non siamo poi tanto socievoli.. e magari siamo un po scontrosi.. ma manco loro ci mettono tanto la loro parte..

  13.  

    Purtroppo questa che descrivi è mancanza di dialogo, dove per "dialogo" non intendo solo parlare, ma comunicare in senso ampio, ovvero fare qualcosa insieme, giocare, lavorare, costruire. Quando da entrambe le parti c'è apatia, ci vuole che una delle due faccia un passo verso l'altra. Dovrebbero essere gli adulti ad andare verso i ragazzi, ma se loro non lo fanno potreste farlo voi. Proponete qualcosa che possa andare bene a loro e a voi, qualcosa che faccia fatica ad entrambi e sia come andare a metà strada ad incontrare l'altro. La riunione serale potrebbe essere una cosa, fare dei biglietti dove su ognuno ci sia scritto il nome di un altro, in modo che ogni persona sia in quell'urna. Ognuno i pesca un foglietto con un nome e deve scrivere un pregio e un difetto di quella persona, poi si rimettono nell'urna e si estrae, così nessuno sa chi ha fatto la critica. Nome per nome si commenta e si dice se la cosa scritta è vera o no. Ognuno esprime un parere e i commenti servono a far crescere perché ognuno capisce come gli altri lo vedono. Chiaramente ci devono essere nell'urna anche i nomi degli adulti presenti.

    • CommentAuthorAgo97
    • CommentTime31 Jul 2012
     

    e lo devo proporre io? che ci stanno a fare loro li..

  14.  

    Se tutti continuiamo a pensare che siano gli altri a dover cominciare, non si andrà mai da nessuna parte.
    Quello che facciamo noi, ad esempio, di far conoscere l'affido alle persone è un compito che toccherebbe allo stato, ma non lo fanno e cosa dobbiamo fare? Lasciare che l'affido non sia conosciuto e tanti bimbi restino per strada?Secondo te è compito mio occuparmi di bambini? Prendiamo la retta per due ragazzi su dieci che vivono con noi, per cosa pensi che lo faccia? Per soldi? Per potere?
    Ciò che faccio è per Amore dei bimbi abbandonati a sé stessi, ma non sarebbe compito mio, ma chi se ne importa ... va fatto ed io lo faccio e forse non cambierò il mondo, ma può darsi che qualcuno seguendo il nostro esempio prenda un bambino in affido e forse riusciremo a salvare qualche bimbo in più.
    Non è compito mio, che ci sta a fare lo stato ... se avessi detto così anche io non ci saremmo mai conosciuti, questo portale non sarebbe mai esistito e tanti ragazzi sarebbero ancora in brutte situazioni.
    Forse vale la pena accantonare diritti e doveri e fare la cosa giusta, indipendentemente da chi sarebbe tenuto a farla.

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime31 Jul 2012
     

    Condivido al 100% quanto detto da Riccardo.
    E' da molto tempo che non mi pongo più la domanda su chi dovrebbe fare le cose! Io seguo il mio cuore e se qualcuno non fa quel che dovrebbe, lo faccio io! Finchè avrò forza ed il mio cuore mi dirà che quella cosa va fatta, cercherò di fare in modo che tutto vada come deve andare!
    Cosa cambia per te Ago se riuscirete a fare qualcosa di interessante ed a proporlo sarai stato tu? Anzi, credo che dimostreresti maturità e di avere intenzioni propositive, cosa molto diversa da protestare perchè non si fa nulla.
    Lasciati andare e se vuoi fare qualcosa (parliamo ovviamente di cose "intelligenti"), non fermarti, proponilo senza paure, vedrai che lentamente qualosa cambierà anche perchè, mi sembra davvero strano che non vi facciano fare proprio nessuna attività! Prova a pensarci meglio, forse non sarà un granchè ma probabilmente qualcosa ve la propongono anche a voi!

    Sandro.

    • CommentAuthorAgo97
    • CommentTime31 Jul 2012
     

    qualcosa la facciamo.. ieri siamo andati a fare un giro nel bosco.. domani andiamo in spiaggia.. ma ci sn giorni che nn si fa nulla

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime31 Jul 2012
     

    Bè, mi sembrava davvero strano che non vi facessero fare proprio nulla! Quindi se anche tu dovessi fare una proposta alternativa, senza "pretenderela", potrebbero anche accont
    entarti, chissà? Anche a casa mia ci sono molti giorni che non si fa nulla! Per l'esattezza, dopo un lungo e meritato periodo di vacanza divertimento e riposo, in questi giorni i miei figli stanno la maggior parte del tempo a casa perchè io ho ripreso a lavorare. Loro ne stanno approfittando per fare anche qualche compito per le vacanze poi, verso fine Agosto, avrò qualche altro giorno di ferie e proveremo a divertirci ancora insieme! Fa parte della vita, è normale anche avere giornate libere da attività, sta a ciascuno di noi trovarsi qualcosa da fare da solo o con gli altri componenti della famiglia!

    Dai, forse il tuo mondo può essere più bello di quello che a te stesso appare! Dipende da cosa ci aspettiamo e dal nostro stesso umore.

    Ciao, Sandro.

  15.  

    Addì 1 agosto 2012

    Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
    Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose;
    trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.

    Matteo 13,44-46

  16.  

    Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.

    Passiamo la vita a cercare la felicità, accumuliamo beni di ogni natura, raccogliamo tutto ciò che ci capita a tiro, cerchiamo di essere attorniati da persone che ci vogliano bene e ci osannino, ma alla fine siamo sempre delusi da tutto perché cerchiamo nel posto sbagliato. Tutti quanti, chi prima e chi dopo, ci imbattiamo in qualcosa che ci rende felici, che non ci fa dormire la notte, che ci rende migliori e positivi, ma spesso pensiamo che quel che abbiamo trovato non sia la vera felicità, crediamo di dover camminare ancora alla ricerca di un completo appagamento. Reputiamo troppo piccolo, troppo diverso, troppo facile ciò che ci si è presentato dinanzi. Entrando in una gioielleria le cose più piccole sono spesso le più care, ma sono anche le più apprezzate, e così è nella vita.
    La vera gioia è poter asciugare una lacrima ad un bambino al quale è rimasta sola la forza di piangere, è fare compagnia ad un vecchio arrivato alla fine della sua vita e nessuno vuole più ascoltare, è accudire un malato che si aggrappa al nostro cuore per vivere un’ora in più, è accogliere un adolescente arrabbiato con il mondo e fargli assaporare il gusto di camminare su una retta strada.
    La Felicità è a portata di mano, è vicino a noi, ma spesso guardiamo sotto il tavolo alla ricerca delle briciole, quando abbiamo centinaia di leccornie sopra la nostra testa.
    Fino a 21 anni ero uno spirito irrequieto, sempre alla ricerca di qualcosa, mai appagato anche se ero iperattivo e immerso in mille situazioni: sport, studio, amici, feste, discoteca, vacanze, ragazze. Eppure non ero felice, volevo sempre più, mi sembrava che quello che avevo fosse sempre troppo poco. La morte della mia mamma mi ha fatto capire che quello che avevo era veramente tanto, ma purtroppo spesso ci si accorge del valore di una cosa solo quando l'abbiamo perduta. Pur nella sofferenza ho capito che dovevo ricercare altrove la gioia di vivere. Gli amici non mi appagavano, lo studio non mi dava forza, lo sport era triste senza poterne condividere i successi con colei che da sempre mi aveva sostenuto. Iniziò per me un periodo in cui vagavo nella nebbia, andavo a tentoni e quando toccavo qualcosa la mia giovane esperienza mi diceva essere uguale a mille altre avventure già vissute mille volte e passavo oltre. Per caso, come avviene quando si cammina al buio, mi imbattei in qualcosa che non avevo conosciuto prima, mi aggrappai a quell'esile filo di speranza e scorsi la luce in lontananza. Presi forza e coraggio e seguii quel filo, mi aggrappai ad esso con tutte le mie forze e la luce aumentava ogni giorno.Fu così che incontrai i bambini dell'isola che non c'è, i ragazzi che nessuno voleva. Fu così che mi accorsi che esisteva un mondo parallelo, un'altra dimensione vicina a me, separata dal mio mondo da un esile parete di carta da zucchero che dava alle cose una tonalità diversa. Quanti di voi sanno benissimo di avere accanto situazioni difficili, ma le guardano distrattamente, presi dall'affannosa ricerca di qualcosa che non esiste.
    I miei ragazzi sono la mia luce, la gioia della vita, la felicità che mi riempie il cuore e lo fa traboccare di amore per gli altri. Il Regno dei Cieli è aiutare gli altri, è vivere per loro, è la vera consolazione della mia vita.
    Il Regno dei Cieli è grande e non è solo popolato da bambini da amare. Anziani, sbandati, carcerati, malati ... sono parte di questo mondo eterno che regala emozioni ogni istante. Non tappatevi gli occhi, non fatevi traviare dai riflessi della carta da zucchero, squarciate il velo di omertà che avete creato attorno a voi, abbandonate la vostra vecchia vita e abbracciate coloro che incontrate. Quell'abbraccio sarà per voi l'inizio della vera vita nel Regno dei Cieli.

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime1 Aug 2012
     

    "Fu così che incontrai i bambini dell'isola che non c'è, i ragazzi che nessuno voleva. Fu così che mi accorsi che esisteva un mondo parallelo, un'altra dimensione vicina a me, separata dal mio mondo da un esile parete di carta da zucchero che dava alle cose una tonalità diversa."
    Non avevo mai pensato al mondo "di quei Bambini" in questi termini...eppure è proprio così...loro vivono in mezzo a noi e spesso vengono ignorati, gli stessi adulti che dovrebbero proteggerli fanno finta di niente, stanno zitti per non creare casini e intanto loro continuano a subire. A volte li vediamo, li additiamo come i figli del tale o della tale, li giudichiamo perchè sono dei ragazzacci e intanto non sappiamo niente di loro e del loro mondo. A volte gli altri bambini vengono messi in guardia dai genitori:" stai attento, non dargli troppa confidenza" e loro intanto rimangono nel loro limbo di sofferenza e di speranza.
    Stamattina sono ritornata a trovare le ragazze madri con bimbi piccoli di una casa famiglia che frequentavo tempo indietro...anche li, per loro il tempo sembra essersi fermato; chi in attesa di una sentenza del tribunale, chi con la speranza di trovare un appiglio per iniziare una vita decente, chi lotta giorno dopo giorno con fantasmi del passato, chi contro le dipendenze...intorno a loro la frenesia del vivere quotidiano, dentro la casa la quiete, sembra che il pensiero principale sia preparare il pranzo o la cena e invece tutti i mesi arrivano situazioni nuove, donne col pancione , donne con bimbi piccoli che non sanno dove andare...altre se ne vanno, con o senza il loro bambino in cerca di un futuro migliore

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime1 Aug 2012
     

    Riflessioni scritte da G....
    Siamo tutti delle belle e preziose perle. Da sole non serviamo a nulla, ce ne stiamo li ferme, belle e lucenti ma inutili. Solo unendoci ad altre perle potremo costruire una bellissima collana. Se restiamo nel nostro guscio e non diamo la possibilità a nessuno di raccoglierci ed accoglierci non serviremo a nulla, resteremo in fondo al mare
    Chi sa cogliere le vere perle, le cose preziose, nelle vita, senza chiedere nulla in cambio, ma dando tutto se stesso, è una perla preziosa.
    A volte si mette anima e corpo in una situazione sbagliata, a volte per trovare la strada giusta ci vogliono mesi, anni...ma se capiamo che qualcosa è prezioso non dobbiamo lasciarlo sfuggire, ma provare e riprovare.
    Ognuno di noi è un figlio di Dio e quindi potenzialmente all'interno di un disegno benevolo, lui lo sa e ci cerca in ogni modo, ci manda dei segnali, anche se non li cogliamo subito ci aspetta.
    Chi altro sarebbe disposto ad aspettare che cambiamo tutta la vita?
    Il Signore oltre alla capacità di cambiare ci ha dato la possibilità di scegliere e capire quali sono le cose davvero importanti

    • CommentAuthorroberta_b
    • CommentTime1 Aug 2012
     

    Ognuno di noi è un figlio di Dio e quindi potenzialmente all'interno di un disegno benevolo Quanta positività in quello che scrivi G.! Come sarebbe bello potercelo ricordare ogni giorno..
    lui lo sa e ci cerca in ogni modo, ci manda dei segnali, anche se non li cogliamo subito ci aspetta. Com'è vero!! Andiamo spesso in cerca di cose che poi non ci soddisfano, che non ci danno pienezza di vita, quando invece sarebbe molto più semplice porre attenzione a quei segnali e fidarci un po' di più di Lui che vuole il nostro bene!

  17.  

    Addì 2 agosto 2012

    Il regno dei cieli è simile anche a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci.
    Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi.
    Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni
    e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
    Avete capito tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì».
    Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
    Terminate queste parabole, Gesù partì di là

    Matteo 13,47-53

  18.  

    Ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche

    Da sempre il figlio impara dal padre e trasmette al proprio figlio. Così deve essere per noi nei confronti di Dio e delle persone che incontriamo nel nostro cammino. C'è un tempo per imparare, per capire, per riflettere, per assaporare la Parola di Dio e farla propria e c'è un tempo per donarla agli altri, ai figli, ai compagni di viaggio.
    Ogni persona si forma con insegnamenti imparati pian piano nel tempo, cresce, matura e quando parla ai figli "estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche". Un errore che spesso facciamo noi genitori è quello di pensare di essere "arrivati", ovvero crediamo di non dover imparare più nulla, ma dovremmo invece ricordarci cosa diceva Socrate, il più grande saggio del suo tempo "io so una cosa sola: di non sapere nulla". O per dirla con le parole del mio nonno "Maledetta carta d'identità! Vedi Riccardo la data? Vuol dire che fra poco dovrò andarmene, ma che peccato perché c'erano ancora così tante cose da imparare". Aveva 86 anni, una vita avventurosa che lo aveva portato a fare mille esperienze, aveva letto migliaia di libri, parlato con centinaia di persona dalla più umile a grandi esperti nelle rispettive professioni. Eppure era assetato di sapere perché più imparava e più capiva quante lacune avesse.
    Pensate ai vostri figli, pensate a quanto siano più capaci di molti di voi con la tecnologia, alle loro conoscenze in campo musicale o nello sport. Per poter dialogare con loro, stargli vicino, crescerli occorre continuamente rinnovarsi, aggiornarsi.
    Purtroppo tanti genitori interrompono la comunicazione con i ragazzi perché non imparano la loro lingua, non hanno argomenti in comune. Siccome è impensabile che un figlio discuta con noi di economia, di politica o di qualsiasi nostra esperienza professionale, siamo noi che dobbiamo imparare a trattare gli argomenti che loro conoscono.
    Così è per le la Parola di Dio. Anche chi crede ed ha letto il Vangelo più volte, assimilandolo, commentandolo non deve esimersi dal continuare a discuterlo, capirlo, vederlo da altri punti di vista, capirne il messaggio nei vari aspetti pratici della vita.
    Nelle nostre riunioni serali con i ragazzi vengono spesso fuori da parte loro degli spunti di riflessione per me nuovi ed interessanti che mi portano a riflettere e a gioire perché è la Fede che si rinnova, lava i vestiti, mi fa capire ed assaporare maggiormente la Parola di Dio.
    Se noi adulti pensassimo di essere professori in cattedra che impartiscono lezioni di vita ai nostri figli non avremmo capito nulla e non riusciremo mai ad instaurare un dialogo con loro.
    Il termine dialogo indica il confronto verbale tra due o più persone, mezzo utile per esprimere sentimenti diversi e discutere idee contrapposte.
    E' il dialogo che va ricercato, non l'inculcare valori e principi in una sorta di plagio. Lo scambio di idee ed opinioni sta alla base di ogni crescita ed è bello crescere con i nostri ragazzi.

    • CommentAuthorlisbeth
    • CommentTime2 Aug 2012
     

    eccomi sono G. la figlia di Elen =) volevo condividere la mia riflessione sul vangelo di oggi. Ho letto quella di Riccardo e mi ha fatto riflettere. (P.S. mi mancate tantissimo!)

    Penso che ognuno di noi ha dentro di sé un grande tesoro da condividere ma anche da arricchire con nuove esperienze, nuove conoscenze, nuovi sorrisi. Il sorriso di un bambino, una buona parola di un padre o una madre, e perchè no anche il racconto di un mendicante che trascorre la sua vita sulla strada, tutto può essere aggiunto al nostro bagaglio di conoscenze, tutto è utile, tutto succede per un motivo.
    Ho perso un anno scolastico, causando la delusione dei miei genitori e arrivando in una classe dove sono entrata subito nelle simpatie di tutti perchè ero quella che non studiava, ribelle. Invece proprio grazie a questa esperienza ho capito che studiare mi piace, ho scoperto un'amore per diverse materie e di riuscire a trovare delle lezioni stimolanti e interessanti.
    Dobbiamo cogliere le cose utili da ogni esperienza, ricordiamo i giorni tristi, quelli in cui con fatica ci siamo rialzati, quelli dove dopo aver litigato tutto il giorno siamo arrivati a capire i nostri errori e abbiamo chiesto scusa. Sono quelli che hanno segnato il nostro modo di essere.
    Il Signore ci mette alla prova, se fosse così facile essere felici e pieni d'amore e nessuno dovesse fare fatica per ottenerlo, non apprezzeremmo più nulla e daremo tutto per scontato.
    È sbagliato non ascoltare anche quando pensi di sapere già quello che ti si sta dicendo, è sbagliato perdere la pazienza quando qualcuno non capisce ciò che dici, è sbagliato pensare di non poter imparare da un bambino che ti parla con il cuore in mano, o da un anziano signore con i ricordi annebbiati. É troppo semplice rimanere nell'ignoranza e lamentarsi e giudicare.
    Mi è venuta in mente una poesia molto bella di Pablo Neruda, una parte dice così:

    Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non 
fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
 chiedono qualcosa che conosce.


    Se ci chiudiamo in noi stessi, non ci fidiamo delle persone che abbiamo intorno, non permettiamo loro di prenderci per mano e accompagnarci per poi a nostra volta un giorno essere in grado di accompagnare qualcuno, moriamo lentamente.

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime2 Aug 2012
     

    Eccola !!!:face-smile:
    A volte certi comportamenti che teniamo causano la delusione di chi ci vuole bene, perchè la controparte in quel momento si "aspettava" da noi un comportamento diverso. Ma ciò non vuol dire che noi abbiamo deluso l'altra persona o che l'altra persona non ci considera più degna di stima o di fiducia. Semplicemente "in quel contesto abbiamo deluso, o quel comportamento ha deluso", perchè ci siamo comportati diversamente da quello che loro consideravano come il meglio per noi.Ma non è un giudizio sulla persona...lo so sembra una frase fatta, ma è una gran verità
    Riccardo, perchè non fai intervenire qualcuno dei tuoi ragazzi in queste discussioni?

    • CommentAuthorlisbeth
    • CommentTime2 Aug 2012
     

    riferimenti a fatti o persone esistenti sono casuali vero elen?:face-smile:

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime2 Aug 2012
     

    diciamo che , casualmente, mi sono riferita a noi :face-devil-grin:

  19.  

    Ieri sera, alla fine della nostra riunione serale, abbiamo letto i commenti di G e di Elen.
    E' stato bellissimo ragazze, è stato come avervi tra noi.
    Oggi arriveranno i ragazzi di Albano Laziale alle sette di sera, dovremo pertanto anticipare la riunione prima di pranzo, attorno alle 13:30 ... se vi connettete con Skype sarebbe bello avervi in mezzo a noi :)

    G. siamo orgogliosi di te, delle parole che dici. Non dico altro, tu sai. Ieri sera ci hai commosso, ci hai dato tantissima gioia e la certezza che sei su una bellissima strada grazie al fatto di essere riuscita a mettere da parte un po' di orgoglio.
    Fiero anche di Elen perché è una brava mamma che sa riconoscere i propri limiti e difetti e li sa superare per amore dei figli e con tenacia e amore combatte per loro.
    Che bello che ci doniate la vostra amicizia e fiducia.
    Un abbraccio alla doppia D :face-monkey:

  20.  

    Addì 3 agosto 2012

    E venuto nella sua patria insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove mai viene a costui questa sapienza e questi miracoli?
    Non è egli forse il figlio del carpentiere? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda?
    E le sue sorelle non sono tutte fra noi? Da dove gli vengono dunque tutte queste cose?».
    E si scandalizzavano per causa sua. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua».
    E non fece molti miracoli a causa della loro incredulità

    Matteo 13,54-58

  21.  

    Si scandalizzavano per causa sua. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua"

    Siamo tutti pronti a muoverci, a partire, a dare denaro per le popolazioni che lontane da noi subiscono un terremoto o uno tsunami; mandiamo soldi in Africa per le adozioni a distanza e spendiamo anche 30.000 euro per andare in Brasile a prendere un bambino in adozione; indignati partecipiamo a manifestazioni contro i bambini che lavorano nelle miniere di carbone o contro la lapidazione di una donna in Iran.
    Tutto giusto, tutto bello, tutto utile, ma consentitemi di dire ... IPOCRITI!
    Ipocrita tu, che manda denaro in Africa e non aiuti nemmeno con un sorriso un bambino di strada che chiede l'elemosina all'angolo sotto casa tua.
    Ipocrita tu, che prendi un bambino di Chernobyl in casa tua per il periodo estivo e non ti preoccupi minimamente del bambino che nel quartiere vicino è picchiato, violentato, non amato.
    Ipocrita tu, che partecipi indignato a questa o quella manifestazione, ma nulla fai contro una pratica dell'affido che fa acqua da tutte le parti, dove i comuni dovrebbero aiutare i bambini, ma per interessi politici ed economici li abbandonano al loro destino.
    Ipocrita tu, che parli ore ed ore di olimpiadi, di calcio, di moda, di pettegolezzi, ma non spendi una parola per far conoscere l'affido.
    Ipocrita tu, che vai a prendere un bambino in adozione lontano dal tuo paese, estirpandolo dalle sue origini, spendendo un capitale in bustarelle legalizzate per averne il possesso, per averlo piccolo. Ipocrita perché difendi la tua posizione asserendo che in Italia non ci sono bambini da prendere in adozione, quando invece ce ne sono tantissimi, solo che non sono come tu li vuoi perché già cresciuti. Ipocrita perché mascheri la tua bramosia di avere un figlio che ti appartenga con l'amore verso il prossimo. Ipocrita perché sai benissimo che in casa nostra ci sono tanti bambini che soffrono e con la cifra che spendi per l'adozione internazionale potresti aiutarne a decine.
    Ipocriti voi che guardate lontano con magnanimità, ma non vedete le sofferenze dei vostri stessi figli in casa vostra, nella vostra città.

    E' facile amare il bambino africano, indiano, boliviano, tanto sono lontani e non intaccano la mia vita, non interagiscono con me, non mi impongono cambiamenti nella strada che devo percorrere, non mi tolgono gli agi ai quali sono abituato.
    Ipocriti si, ma ipocriti buoni, perlomeno fate qualcosa.
    Ipocriti veri sono coloro che restano in poltrona a guardare le cose brutte del mondo, criticando a destra e a manca, proponendo pene severissime, finanche la pena di morte, per coloro che si macchiano di gravi reati. Ma avete mai pensato che coloro che sbagliano forse non hanno mai avuto l'amore di una famiglia che insegnasse loro quale sia il vero valore della vita? Ma come pensate che diventerà un giorno un bambino che oggi è abusato, maltrattato, picchiato? Sarà un pedofilo, un assassino, uno spacciatore, una persona che non darà valore alla vita degli altri perché nessuno ha mai dato importanza alla sua e questo ha imparato, e questo è ciò che gli avete insegnato. Si, gli avete insegnato voi a stuprare, gli avete insegnato voi a rapinare ed uccidere. Voi con la vostra indifferenza, voi che piangete per un cane rinchiuso in un canile, ma siete indifferenti ad un bambino picchiato tutti i giorni.

    Cambiate perché se avete un minimo di coscienza, se avete il coraggio di guardarvi nello specchio con obiettività vedrete quanto il non fare nulla sia tanto sbagliato. Avvicinatevi all'affido, in un modo o in un altro, magari facendo volontariato, o semplicemente conoscendo questa realtà e aiutando chi si adopera per farla conoscere. Non parlo di soldi, ma semplicemente di donare un po' di tempo all'affido, magari cominciando a pensare di prendere in casa un bambino che oggi, per colpa vostra e del vostro grande egoismo, non potrà mangiare, che oggi sarà violentato, bastonato, costretto a fare sesso con i compagni della stessa mamma in cambio di una dose di eroina.

    Non scandalizzatevi per le mie parole, andate oltre, guardate la base del problema e risolvetelo, tutti insieme possiamo sradicare l'albero secco, ma ognuno di noi può far crescere una fogliolina del giovane albero che darà nuova vita ad un bambino, altrimenti destinato a soffrire per sempre e divenire un adulto pieno di rabbia e cattiveria contro il mondo.

    • CommentAuthorAgo97
    • CommentTime3 Aug 2012
     

    Ciao a tutti.. sono uscito stamattina dall'ospedale.. sto un po meglio.. anche se dovrò lasciare questo centro.. e stato deciso che nn e sicuro per me rimanere vicino a palermo.. non potremmo sentirci per un po, ma ritornerò:face-smile: grazie a tutti voi per tutto, per i vostri consigli e per il vostro affetto.. un grazie speciale a roberta.. la mia sorellona.. per il suo aiuto, il suo sostegno, il suo amore.. ti voglio bene. prometto che cambierò la mia vita.. un bacio a tutti

    Ago

  22.  

    Ciao Ago, mi spiace tanto.
    Ci sentiamo presto :)

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime3 Aug 2012
     

    Ciao Ago, non sparire mi raccomando!:face-smile:

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime3 Aug 2012
     

    Purtroppo sono molto indaffarata in cucina da oggi a domenica, una sera da lunedì molto volentieri!!Però con skype mi sembra che Roberta abbia qualche problemino o sono io forse?
    Condivido in pieno il tuo discorso, non c'è da scandalizzarsi, purtroppo sono tutte verità sacrosante e bravo chi ha il coraggio di denunciarle

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime3 Aug 2012
     

    Grazie a voi della vostra amicizia e del vostro sostegno, che ogni giorno ci aiuta a combattere le nostre piccole battaglie:face-smile:

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime3 Aug 2012
     

    Rieccomi, scusate sono un po' di corsa oggi, dicevo che il tuo discorso è realistico Riccardo, però tu secondo me stai giudicando in maniera negativa chi ha fatto delle scelte diverse da quelle dell'affido. Posso capire che tu consideri queste scelte ipocrite, ma posso anche capire che qualcuno che legge possa sentirsi offeso dalle tue parole. Il tuo scopo pensa voglia essere quello di sensibilizzare, non di offendere qualcuno o sbaglio?

    • CommentAuthorAgo97
    • CommentTime3 Aug 2012
     

    nn e ipocrisia.. magari chi nn fa affido nn ha la possibilità, o l'avrà in futuro

    • CommentAuthorlisbeth
    • CommentTime3 Aug 2012
     

    Anche secondo me non è ipocrisia ma per il semplice motivo che, sempre secondo il mio parere chi adotta un bambino all'estero, lo fa per avere un figlio spesso, e non per aiutare un bambino. Magari può sembrare egoistica la cosa ma poi comunque il bambino riceve una famiglia. Lo scopo dell'affido è del tutto diverso, l'obiettivo è reinserire il bambino o il ragazzo nella famiglia di origine e comunque nel frattempo cercare di crescerlo e di dargli dei valori, che poi si riceva l'affetto e la gratitudine è un altro discorso. Però non mi sento di condannare chi adotta un bambino per il semplice fatto che parti da un presupposto diverso che è quello di avere un figlio e non di dare aiuto e sostegno come per l'affido. Forse non mi sono spiegata però la penso così=)
    Comunque sono d'accordo sul fatto che c'è tanta ignoranza e falsità da altre parti.
    Mi fa arrabbiare quando magari racconto a qualche amico che ho un fratello in affido e molti mi chiedono: cosa vuol dire? tipo in adozione? ma se poi va via allora perchè lo tieni?. c'è tantissima gente che non sa cos è l'affido e non è giusto.
    Mi fa arrabbiare chi inizia un affido con l'unico motivo che vuole avere un figlio, pensando di cancellare e sostituire la famiglia d'origine. In molti casi non c'è nemmeno, ma in tanti altri ci sono bambini che hanno bisogno seppur sporadicamente delle proprie origini, e non è giusto arrabbiarsi se un giorno il bambino vi ritorna, se quella è la cosa giusta.
    Mi fa arrabbiare quando in tv passano spot e spot su "non abbandonare i cani" o altre stronzate del genere non le sopporto. Mai che passi uno spot "non picchiate un bambino, non lasciate che passi l'infanzia e l'adolescenza in un istituto per poi uscire e magari rubare, spacciare e non avere alcun punto di riferimento?".
    Penso che l'ignoranza a volte sia solo pigrizia, non voglia di vedere realtà che potrebbero spaventarci e farci sentire stupidi e egoisti.

    lo so che sono andata fuori tema dal vangelo, però avevo questo pensiero che mi tormentava e l'ho messo lo stesso:face-smile:

    • CommentAuthorlory66
    • CommentTime3 Aug 2012
     

    Ciao Ago buona fortuna!

  23.  

    Non sono contrario all'adozione, sono contrario all'adozione internazionale. E' vero che un bimbo riceve una famiglia, ma a che prezzo?
    1. Lo si sradica da una sua cultura, dalla sua patria. Molte ong internazionali stanno convincendo molti paesi a non dare bambini in adozione.
    2. Si spendono soldi che potrebbero essere spesi meglio per aiutare molti più bambini
    3. Le motivazioni di voler avere un figlio non sarebbero sbagliate se non fosse che lo vogliono in un certo modo, se così non fosse, perché non prenderlo in Italia? Perché è troppo grande?
    4. Ho visto e sentito di troppi bambini presi in adozione e poi mandati via. Vi siete mai posti la domanda dove vanno? O quanti sono? Si parla del 50 per cento, ma se anche non fosse e fossero il 30 o il 20 per cento, non vi sembra che la giusta percentuale sarebbe pari allo zero? Quanti genitori mandano via il proprio figlio? Pochi. Quanti mandano via il bambino comprato in adozione? Tantissimi. I motivi? Non rispondono alle loro aspettative. Da qui la motivazione che li spinge a prendere un bambino in adozione ha grande importanza.

    Non giudico chi fa scelte diverse, non la persona, ma il non fare oppure il fare se c'è un proprio interesse.

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime3 Aug 2012
     

    Condivido pienamente ogni tua parola Riccardo!
    Le adozioni internazionali le renderei possibili solo dopo aver azzerato il bisogno di accoglienza Nazionale.
    C'è anche da aggiungere che, molti affidamenti si prolungano fino a diventare vere e proprie adozioni perchè non si trovano famiglie disponibili alla loro adozione. Il danno principale è per il bambino che si trova a vivere in una condizione di sospensione continua e già questa cosa è fonte di gravi disagi!
    A questo danno, si aggiunge il fatto che altri bimbi destinati all'affidamento familiare finiscono invece in comunità perchè le famiglie che potrebbero accoglierli, quelle disponibili all'affido sono pochissime e quelle che ci sono, restano impegnate con ogni affido, per periodi molto più lunghi di quelli previsti dalla stessa legge.
    Insomma, danno su danno!
    Aggiungo un altro dettaglio: ...ed alle famiglie di origine di questi bimbi, chi ci pensa?
    L'affido familiare come filosofia prevede il rientro del bimbo nella sua famiglia d'origine! Se non ci fosse questa condizione, non sarebbe giustificato l'affido e si dovrebbe parlare solo di adottabilità!
    Molti affidamenti (la quasi totalità), falliscono la loro missione perchè nulla o quasi nulla viene fatto per il recupero della famiglia d'origine che invece, ai sensi delle vigenti Leggi, dovrebbe ricevere adeguati supporti per ricreare le giuste condizioni per riaccogliere i propri figli!
    Raccontatemi se ne avete, di qualche vostra esperienza che si sia conclusa felicemente con il rientro in famiglia d'origine! Pronto a scommettere che saranno casi rarissimi!
    La strada è lunga ed in salita Riccardo! Le Leggi vanno riviste radicalmente ma dovrebbero metterci le mani, chi sa di cosa stiamo parlando, non i soliti azzeccagarbugli!

    Ciao, Sandro.

  24.  

    Sandro hai ragione, la percentuale di affidi che va a buon fine è minima rispetto alle attese della legge.
    A giugno il nostro più piccolo è tornato a casa ad 8 anni dopo due anni che era con noi, ed è stata festa perché i genitori hanno capito alcune cose importanti, il piccolo ha ritrovato una famiglia più consapevole e ha acquisito una seconda famiglia con la quale, ce lo siamo già detto anche con i genitori, tornerà per periodi di vacanza.
    Va anche detto però che era un consensuale nel vero senso della parola, ovvero eravamo stati contattati direttamente dalla famiglia e poi sono stati coinvolti i servizi che sono stati bravissimi supportando tutti, bambino, genitori e noi dirimendo anche alcune controversie.
    E' però vero che sono casi rari come dice Sandro, ma il motivo è da ricercare nel fatto che i comuni tolgono i bambini solo in casi estremi, ovvero a famiglie veramente negative e per le quali è difficile un recupero. Non si sfocia nell'adozione perché i ragazzi grandicelli (9, 10 anni) non li vuole nessuno.
    Sandro, noi ci stiamo provando a cambiare la legge. Siamo stati già in Parlamento più volte e fra un paio di mesi dovrebbe (il condizionale è d'obbligo) essere organizzata a Montecitorio una riunione di Associazioni dove noi dovremmo fare da capofila per discutere di proposte che abbiamo presentato noi. Dovrebbe esserci anche il ministro Riccardi o un suo aiutante di campo.
    Tutto al condizionale, ma ci stiamo provando ... e sai che non mollo tanto facilmente :face-monkey: