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  1.  

    Ognuno ha ilo suo carattere, a me per esempio è di stimolo pensare di migliorarmi. Non è che non andiamo bene così come siamo, ma credo che tutti possiamo fare meglio e salire una montagna è soddisfazione.
    Se uno scala la montagna della vita che è, poniamo 3.000 metri, può anche accontentarsi di arrivare a 1000 metri e non è sbagliato, ma vuoi mettere riuscire ad arrivare a 2.000 o 2.500 metri? Un panorama diverso, un'aria diversa, si sta meglio con sé stessi.
    Io parto da un concetto, che se abbiamo ricevuto dei doni, delle capacità, bisognerebbe utilizzarle al massimo delle nostre possibilità. Tante volte ho pensato "ma se aiuto 10 bimbi alla volta in affidamento, non è già abbastanza buono?" eppure sento forte il desiderio di aiutare sempre più ragazzi. Se così non fosse questo portale non sarebbe mai nato, non da me perlomeno, non dialogherei con gli amici di Bergamo per aprire un giorno una struttura per ragazzi, non mi sarei dannato l'anima per avere i permessi per costruire Casa Zizzi per poter ospitare tanti ragazzi anche in diurno, non aprirei a settembre una casa a Livorno per il diurno, non risponderei alle tante telefonate e mail sull'affido, non avrei accettato di affiancare il tribunale di Torino nel loro progetto ...
    Ma così facendo avrei avuto si una vita più tranquilla, ma potendolo fare perché non farlo? Per egoismo, per stanchezza o per cosa?
    Fare qualcosa di giusto non è essere presuntuosi, la presunzione è vantarsene e pensare che l'unica strada percorribile sia la nostra, che solo noi siamo depositari della verità.
    Parlarne non è presunzione perché significa condividere ciò che facciamo affinché altri riflettano e facciano qualcosa per il prossimo, in qualsiasi direzione.
    La linea di confine è molto sottile e cadere nella presunzione è facilissimo, ma sarà il Signore a giudicare le motivazioni con le quali facciamo le cose.

    • CommentAuthormarisa
    • CommentTime4 Jul 2012
     

    a me succede la stessa cosa più dai e più vuoi dare ma a un certo punto è come se entrassi in un vortice di soddisfazione/insoddisfazione quando raggiungi l'obiettivo ne godi per un po e poi ritorna il vuoto dentro e ti attivi per qualcos'altro e così mi chiedo: perchè lo faccio? devo qualcosa a me stesso? o mi piace proprio darmi? Non capita anche a te?
    forse abbiamo perso l'argomento principale.....va bhe non fa niente....

  2.  

    Un discorso tira l'altro, non è un problema, anzi è il bello del dialogo.
    A me capita ormai di non dormire la notte, ma non ci posso fare nulla se mi arrabbio perché vedo che ci sono tanti bimbi che avrebbero bisogno di una famiglia, tante famiglie che non sanno nemmeno cosa sia l'affido o lo conoscono in maniera distorta, altre che vorrebbero aiutare un bambino e non possono farlo per le politiche dei comuni, per una legge in parte carente ed in parte non rispettata oppure per soldi.
    Mi vengono le bolle e cerco di fare il possibile. Certo è che mi sento una formichina che vuole sollevare una montagna per posarla a cento km di distanza.
    Ma la Fede che ho in Dio mi fa pensare che dove io non possa arrivare, ci penserà Lui, il Quale vuole però che noi ci si metta in cammino.
    A volte pensano che sia superbo perché voglio cambiare il mondo. Io mi sento invece un niente, uno che da solo non potrebbe fare nulla di nulla, nemmeno allacciarsi le stringhe delle scarpe, ma rompendo le scatole a tutti (ho appena scritto alla senatrice Sestini e sto scrivendo alla portavoce di Monti), ridicendo le stesse cose a tutti coloro che incontro, scrivendo e attirando l'attenzione sull'argomento affido spero che qualcosa cambi come la gocciolina che fa un buco nella roccia, ma sono anche certo che senza l'aiuto da Dio non potrò fare assolutamente nulla.
    Questo aiuto arriverà o meno non lo so e nemmeno spetta a me giudicare il comportamento di Dio. Ho talmente fiducia in Lui che qualunque cosa farà, anche fosse "stare a guardare", sarà la cosa giusta.
    A volte mi prende il panico, a volte lo sconforto ... poi mi fermo, mi inginocchio, chino il capo e dico un Padre Nostro ... e riprendo forza e coraggio.
    Mi sento un guerriero di Dio dove le mie armi sono gli insegnamenti del Vangelo che cerco di usare (ma spesso sbaglio) con amore.

    • CommentAuthormarisa
    • CommentTime4 Jul 2012
     

    spero che le tua fede non ti abbandoni mai. Ricordo che nei momenti più duri della mia vita anche a me dava un enorme pace interiore dire il Padre Nostro non chiedevo nulla solo di starmi vicino in quei momenti e funzionava ......

    • CommentAuthormarisa
    • CommentTime4 Jul 2012
     

    Ti lascio ai tuoi impegni io sono libera oggi

  3.  

    Ogni tanto entro e leggo ... :face-monkey:
    Mi fai compagnia :face-smile:
    Sono a Livorno per due giorni per fare quello che umanamente si potrebbe fare in 2 settimane :face-monkey:
    E puntualmente farò un decimo delle cose che devo fare ... :face-sad:

    • CommentAuthormarisa
    • CommentTime4 Jul 2012
     

    come faccio a fare un po di soldi? vorrei comprare un podere vicino al mio per fare una casa famiglia?

  4.  

    Beh ... domandina facile facile :face-smile:
    Comincia dalle fondamenta ... chiedi aiuto sopra le nuvole :face-angel:

    • CommentAuthormarisa
    • CommentTime4 Jul 2012
     

    DAi sul serio mi aiuti? ogni giorno mi immagino tanti ragazzini lì dentro felici......Sono 6 moggi e una casa grandissima.
    Dammi una dritta.....io al di là del superenalotto non sono informata su eventuali fondi o sovvenzioni

  5.  

    Non so dirti, davvero.
    Prova a sentire il garante dell'infanzia della tua regione.
    So, ma non so come arrivarci, che ci sono dei fondi per il sud legati a progetti sull'infanzia

    • CommentAuthorAgo97
    • CommentTime4 Jul 2012
     

    una rapina in banca:face-devil-grin:

  6.  

    Addì 5 luglio 2012

    In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all'altra riva e giunse nella sua città.
    Ed ecco, gli portarono un paralitico steso su un letto. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati».
    Allora alcuni scribi cominciarono a pensare: «Costui bestemmia».
    Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché mai pensate cose malvagie nel vostro cuore?
    Che cosa dunque è più facile, dire: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati e cammina?
    Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere in terra di rimettere i peccati: alzati, disse allora al paralitico, prendi il tuo letto e va' a casa tua».
    Ed egli si alzò e andò a casa sua.
    A quella vista, la folla fu presa da timore e rese gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini

    Matteo 9,1-8

  7.  

    Coraggio, figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati

    Chiediamo al Signore di aiutarci in un modo e Lui ci assiste in un altro.
    Viene chiesto che faccia guarire il paralitico e Gesù gli perdona i suoi peccati.
    E' stato chiesto qualcosa di fisico, di materiale e si è ottenuto qualcosa di spirituale.
    Ma l'uomo è stolto, non vede al di là del proprio naso, vuole ciò che si può toccare con mano, vuole la guarigione del corpo, di quel corpo corruttibile che una volta sanato prima o poi si sgretolerà. Dio ci vuole donare invece un bene più prezioso, la guarigione della nostra anima che mai perirà, il passaporto per una vita eterna.
    Molti inseguono costantemente le cose materiali e tralasciano i valori ed i principi. In tanti accettano spesso compromessi e barattano pezzettini della loro integrità morale in favore di un posto di lavoro, di un voto a scuola, di una parte in un film, di un po' di falsa amicizia, di soldi. E poi? Cosa resta loro in mano? Solo fumo perché il lavoro prima o poi finisce, la scuola rimane un ricordo lontano, il film dimenticato, gli amici effimeri si allontanano, i soldi spesi, e ognuno di noi si ritrova, prima o poi, a guardarsi allo specchio, a dover andare al di là dei segni del tempo e scoprire tanti piccoli buchi nella propria anima che solo Dio può tappare e curare per impedire un'emorragia.
    A volte ci considerano fuori del tempo perché molte cose materiali che oggi sono considerate "segno dei tempi", modernità imprescindibili, sono precluse ai nostri ragazzi in affidamento. Non hanno il cellulare finché non vanno a lavorare, la tv è vista pochissimo (telegiornale e qualche raro film in inverno), le uscite con gli amici alla sera solo se sappiamo con chi esci e dove vai e non prima dei 18 anni se non con qualche adulto. In cambio diamo loro tanto, tantissimo dialogo. Ogni sera facciamo delle riunioni che cominciano talvolta un po' in sordina, ma poi durano anche ore per rispondere alle tante richieste dei ragazzi. I più grandi interagiscono sempre più ed i più piccoli ascoltano ed imparano a crescere. Pesa loro non avere le cose terrene? A qualcuno si, forse a tutti, ma non più di tanto perché in cambio ricevono un cibo per sfamare la loro anima e, giorno dopo giorno, si ritrovano ad avere valori e principi che in futuro daranno loro la possibilità di essere uomini e donne, bravi genitori che insegneranno ai loro figli come comportarsi.
    E' più facile ricevere critiche dall'esterno per questo nostro comportamento, piuttosto che dai ragazzi, così come nel racconto del Vangelo in cui coloro che avevano portato il paralitico perché fosse guarito borbottavano perché Gesù lo guarisce dai suoi peccati e non dalla sua infermità fisica.
    Stolti. Non si accorgono che la vera infermità, ciò che ci tiene inchiodati al muro, è il nostro peccato. I ragazzi che arrivano da noi hanno visto tante cose brutte nelle loro famiglie, hanno imparato che la pedofilia è giusta, che uccidere un carabiniere o un poliziotto è cosa sana, che truffare e rubare è da persone furbe, che non si deve amare perché tanto poi ti abbandonano. Il nostro tentativo, se poi ci riusciamo non spetta a me dirlo, è quello di dare loro quelle radici che in una famiglia sana costituiscono il normale substrato, l'aria che ogni giorno si respira e che alla fine, seppur dopo qualche sbandamento adolescenziale, porta i ragazzi a diventare bravi uomini e donne. Cerchiamo di togliere la parte tumorale e riempirla con principi e valori etici e di vivere civile, ma a volte è come mettere acqua calda in un contenitore di acqua fredda che, a seconda del materiale con il quale è fatto, si può anche rompere. Qualcuno cerca di ribellarsi e pensa che rubare, violentare, truffare, dire bugie sempre più grandi sia cosa da uomini. Non possiamo far altro che continuare a immettere dentro di lui acqua calda, pian piano, a piccole dosi giornaliere, con pazienza ed amore infiniti e sperare che prima o poi capisca. Ma non possiamo salvare tutti, ci proviamo e visto che giunti alla maggiore età ci chiedono di restare con noi, forse qualcosa per loro è stata fatta e un domani speriamo possano camminare dritti per le strade del mondo, consci del loro passato, fieri di quello che sono, felci per le premesse per il futuro.

    • CommentAuthorAgo97
    • CommentTime5 Jul 2012
     

    ci sono peccati che dio nn perdona?

  8.  

    Se ti penti con il cuore ogni peccato Dio lo perdona

  9.  

    ... anzi ... ti cerca se sei peccatore ... vedi il Vangelo di oggi :face-angel:

  10.  

    Addì 6 luglio 2012

    In quel tempo, Gesù passando, vide un uomo, seduto al banco delle imposte, chiamato Matteo, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
    Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli.
    Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
    Gesù li udì e disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati.
    Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori»

    Matteo 9,9-13

  11.  

    Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati

    In tanti cercano la compagnia delle persone importanti, dei buoni, dei bravi. Di coloro che sono ricchi o benestanti, di quelli che possono contraccambiare il loro invito a cena o chiamarli a fare un giro sulla loro barca. Certamente è piacevole, ma quanta amicizia vera c'è in quei rapporti? Quanta sincerità e, di contro, quanta apparenza?
    Sin da quando ero piccolo i miei genitori lasciavano che invitassi gli amici a casa ed in molti venivano alle mie feste. Tra i 17 ed i 21 ci riunivamo spesso in casa mia, di solito nel periodo scolastico un sabato si ed uno no e quasi tutte le domeniche. Avevo in casa tra le 60 e le 80 persone ogni volta, c'era da bere, da mangiare, tanta musica e divertimento, non ero male come organizzatore. Tanti amici figli di professionisti, giudici, ufficiali. Amici ... credevo sinceramente in loro, facevano parte del mio mondo, dell'unico mondo che allora conoscevo. Amici ... ma un amico si vede nel momento del bisogno. Una settimana dopo aver compiuto 21 anni morì mia madre ed io cominciai a cambiare, a pormi tanti interrogativi sul senso da dare alla mia vita, la mia casa era chiusa alle feste e cercavo risposte. I primi ai quali mi rivolsi furono i cosiddetti "amici" che, con le dovute eccezioni, avevano troppo da fare per ascoltarmi, per sopportarmi ... non avevo più nulla da offrire loro, compresi tanti ragazzi del mio gruppo parrocchiale che si trovavano quando in casa dell'uno e quando dell'altro escludendomi. Erano ragazzi, incapaci di andare al di là dell'apparenza, sicuramente se mi fossi trovato io nella loro situazione avrei escluso dalle mie feste le persone noiose e tristi come ero io in quel momento. Anzi, li ringrazio, perché se non mi avessero messo da parte non avrei capito cosa fosse la solitudine, la tristezza di non avere nessuno con cui sfogarsi ed avrei continuato a dare alla parola "Amicizia" un significato diverso da quello che veramente è.
    In quei giorni cominciò il mio cammino, fu allora che nacque in me l'embrione del desiderio di donare la mia vita agli altri. Iniziò tutto per egoismo, alla ricerca di qualcosa per riempire il vuoto che tutto questo aveva creato, ma quando mi portarono dinanzi a persone sole, abbandonate da tutti capii che potevo fare qualcosa, quel qualcosa che avrei voluto dagli altri e che nessuno aveva saputo darmi: esserci.
    Da quel momento cercai la compagnia di chi aveva bisogno di me, ed il Signore, attraverso Olimpia, mi portò verso i bambini. Pensavo di aiutarli, ed invece erano loro ad aiutare me a crescere, a capire il verso senso della vita, quella vita alla quale oggi non rinuncerei per niente al mondo. Grazie al Signore che mi ha donato tantissimo nei primi anni della mia vita, in cose materiali, amore, cultura, oggi posso dare agli altri, posso fare la differenza nella crescita di un bambino, e questo mi gratifica e mi dona serenità. Stanchezza e preoccupazioni non mancano, ma chi ne è privo? Ho dato un senso alla mia vita dando un senso alla loro.

    •  
      CommentAuthornonparte
    • CommentTime6 Jul 2012
     

    Gesù chiama a sé il peccatore Matteo, che era considerato fra i più grandi malfattori perché viveva alle spalle degli altri, ed ha fatto scandalo, ma vedeva in lui una persona che aveva nel cuore fame e sete di amore e di salvezza.

    Gesù offre la sua amicizia e la comunione con Dio a coloro che ne hanno più bisogno, mistero del paradosso cristiano: porta scandalo perché offre la sua amicizia a coloro che non conoscono la misericordia. Solo coloro che sentono di essere peccatori avranno la felicità di vedere Dio.

    Ognuno ha dentro di sé un seme che dovrebbe svilupparsi e portare alla felicità con l’amicizia, la fraternità, la disponibilità, la compassione, la carità, l'amore verso gli altri. Ogni uomo dovrebbe vedere l'altro come persona bisognosa d’amore.

    • CommentAuthorroberta_b
    • CommentTime7 Jul 2012
     

    Bella la seconda lettura di domani, meditata alla Messa di oggi pomeriggio (nel mio essere orfana di un buon padre spirituale, oggi ho provato ad andare alla Messa di don Corrado, di cui tutti dicono un gran bene e visto che mi ha subito accalappiata per le letture ho avuto modo di spendere una mezz'oretta di riflessione su questa...)

    Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

    Fratelli, affinché io non monti in superbia, è stata data alla mia carne una spina, un inviato di Satana per percuotermi, perché io non monti in superbia.
    A causa di questo per tre volte ho pregato il Signore che l’allontanasse da me. Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza».
    Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quando sono debole, è allora che sono forte.

  12.  

    Addì 7 luglio 2012

    Allora gli si accostarono i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché, mentre noi e i farisei digiuniamo, i tuoi discepoli non digiunano?».
    E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto mentre lo sposo è con loro? Verranno però i giorni quando lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno.
    Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo squarcia il vestito e si fa uno strappo peggiore.
    Né si mette vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si rompono gli otri e il vino si versa e gli otri van perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l'uno e gli altri si conservano»

    Matteo 9,14-17

  13.  

    Si versa vino nuovo in otri nuovi

    E’ vero che siamo sempre a giudicare gli altri, ma è anche vero che molto spesso lasciamo che il nostro passato condizioni tutta la nostra vita. I nostri errori ci pesano così tanto da non riuscire ad andare avanti, è come se nel nostro cammino di vita raccogliessimo dei sassi e li ponessimo nel nostro zaino. Ho conosciuto ragazzi che a 14/15 anni hanno già raccolto decine e decine di sassi molto grandi e stentano a camminare. La cosa difficile è liberarsi di questo peso, fare pace con sé stessi, capire che il passato fa parte di un’altra vita, e solo così si può essere in grado di ricominciare a sperare. Quando un ragazzo arriva da noi si scontra con tante regole ed il motivo è anche quello di fargli capire che si deve fare tabula rasa di una vita passata, devono cominciare a riflettere sui valori e sui principi che saranno la base per il loro futuro. A volte è difficile aiutarli perché se togliamo un sasso dal loro zaino, non passa molto che la loro autocritica li porti a riprendersi sulle spalle quel peso e a non darsi pace non riuscendo a perdonarsi.
    Chi viene a trovarci dice sempre di aver visto ragazzi felici, sereni. Il motivo di questo miracolo è perché abbandonano i loro zaini pieni di pietre e prendono le borse che gli diamo noi con un kit iniziale fatto di fiori leggeri e anche di pesi, le responsabilità, ma tutto dosato a seconda dell’età, delle scelte di vita che si vanno delineando pian piano.
    Il Signore ci viene in aiuto sollecitandoci a lasciare alle spalle i nostri errori, chiedere perdono e ricominciare un nuovo cammino. Se proviamo ad affrontare il futuro con il peso del passato rischiamo di sciupare ogni cosa bella che potrà mai capitarci.
    Molti affidamenti e adozioni falliscono anche per questo motivo, perché i ragazzi sono incapaci, e gli adulti spesso non li aiutano, di vedere ciò che è loro capitato come una conseguenza degli insegnamenti errati. E’ come se mandassimo un bambino alle elementari di una scuola ove gli insegnano che la A si legge C, che la Z si scrive M, che Cristoforo Colombo era un antennista e Hitler un predicatore ebreo. Giunti alle medie è difficile far loro capire la realtà. I ragazzi devono fidarsi degli adulti che incontrano, ma non è facile perché tanti adulti hanno fatto loro del male, e gli adulti devono avere pazienza, ma non è facile quando ti trovi a discussione con i ragazzi che insistono nel dire che le loro abitudini di rubare, fumare erba, sono cose giuste. Bisogna mettersi in cammino insieme, bisogna guardarsi negli occhi e dire l’uno all’altro “ho fiducia in te e solo insieme ce la possiamo fare, io ti tolgo i pesi, ma tu non raccoglierli nuovamente, io ti dono un fiore, ma tu non gettarlo e riponilo nel tuo nuovo zaino per costituire un bagaglio che ti servirà nella vita”

  14.  

    Addì 8 luglio 2012

    Partito quindi di là, andò nella sua patria e i discepoli lo seguirono.
    Venuto il sabato, incominciò a insegnare nella sinagoga. E molti ascoltandolo rimanevano stupiti e dicevano: «Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani?
    Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?». E si scandalizzavano di lui.
    Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua».
    E non vi potè operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guarì.
    E si meravigliava della loro incredulità. Gesù andava attorno per i villaggi, insegnando

    Marco 6,1-6

  15.  

    Si scandalizzavano di Lui

    Quante volte ci è capitato di scandalizzarci di qualcuno, dei nostri genitori, oppure di nostro figlio, o di un sacerdote. A torto o a ragione, scandalizzarsi di qualcuno significa giudicarlo, significa affermare che le sue azioni non sono buone, che non deve farle. E' un marchio che affibbiamo a quella persona, un'etichetta che difficilmente potrà scrollarsi di dosso. Scandalizzarsi significa dire che una persona fa o dice cose che danno il cattivo esempio, significa mettere da parte quel nostro fratello e lasciarlo solo. Non è giusto giudicare, ma al di là di questo pensiamo quanto questa nostra opinione possa far del male a chi la riceve, a chi la ascolta che potrebbe farsi un'idea sbagliata, a coloro ai quali quella persona potrebbe far del bene che si impauriscono e ne prendono le distanze, a noi stessi che ci priviamo di un dialogo per entrare maggiormente in profondità e capire il nostro fratello.
    Il comportamento, certamente errato, di molti dei ragazzi che dovrebbero essere presi in affidamento scandalizza molti che vedono bene di isolare questi ragazzi. Sono delinquenti in erba, sono figli di, non concluderanno mai nulla di buono nella vita ... E con questo giudizio li condannano.
    Scandalizzarsi, isolare qualcuno, deriderlo, metterlo da parte sono tutti atteggiamenti che non portano a nulla di buono e ci privano di miglioramenti. Ciò che ci scandalizzava ieri, una gonna troppo corta, oppure passeggiare per la città con un'amica diversa dalla moglie, oggi ci fa sorridere. Noi stessi da ragazzi abbiamo scandalizzato gli altri più di una volta per atteggiamenti che oggi sono considerati normali e giusti. Allora pensiamo che quello che oggi ci scandalizza potrebbe essere un aspetto superficiale. Abituiamoci ad andare in profondità, a vedere nel cuore di una persona, a darle la possibilità di parlare e far vedere che se i suoi metodi possono non piacere, alla fine le cose che dice o che fa portano a qualche buon risultato.
    Chi è il primo a scandalizzarsi? Colui che non fa.
    Chi ha un bambino in affidamento sa bene quanto questo loro gesto sia motivo di scandalo, di critica, di obiezioni, ma da parte di chi? Da coloro che amano la vita tranquilla, senza scosse, senza il desiderio di migliorare l'esistenza degli altri, del nostro prossimo.
    E chi più di altri si scandalizza del nostro comportamento? Coloro che ci sono vicini, coloro che dovrebbero sostenerci, quelli dai quali ti aspetteresti un dialogo costruttivo, fatto anche di critiche fraterne.
    Nella mia vita ho imparato ad ascoltare tutti, ma alla fine ad elaborare ciò che mi veniva detto e a prendere per conto mio le decisioni importanti.
    Così è stato per la nascita dell'Associazione, per la scelta di vita per i ragazzi, per accogliere tanti bambini in affidamento.
    Purtroppo in molti cercano di fare le cose che non diano scandalo, che accontentino tutti e trascorrono una vita sospesi in una specie di limbo, senza mai fare nulla di importante.
    Insegno sempre ai miei ragazzi di avere coraggio, di pensare, riflettere, parlare prima di agire e poi gettarsi nella mischia e combattere per le cose in cui credono, anche se questo vuol dire farsi male, farsi dei nemici, dover lottare, dare scandalo. Alla fine si verrà ripagati perché le poche persone che ti resteranno vicine, che crederanno in te, saranno veri amici, veri compagni di viaggio ed insieme si costruiranno grandi cose.
    Quando ho iniziato il mio percorso avevo solo Roberta vicina, solo lei ha creduto in questo pazzo ventunenne che voleva entrare nella fitta giungla dell'affido armato solo di un temperino spuntato e poco tagliente. Insieme abbiamo strappato le prime liane a mani nude, ci siamo feriti, e tutti si scandalizzavano, stavano e guardare e criticavano. Tutti: mio padre ed i genitori di lei, i nostri parenti, amici, persino i sacerdoti che conoscevano la nostra Fede. Non ci siamo scoraggiati ed armati del Vangelo e della sola voglia di fare qualcosa per gli altri siamo andati avanti ... e da quel giorno abbiamo aiutato tanti ragazzi a crescere, tante famiglie ad entrare in contatto con l'affido ed ora nessuno si scandalizza più di quello che facciamo ... ma quanta fatica. Come sarebbe stato bello se avessimo avuto l'appoggio di tutti, quanti più ragazzi avremmo potuto aiutare.
    Impariamo a non scandalizzarci se vediamo qualcuno che fa qualcosa di strano, magari è un povero pazzo, ma spesso i pazzi cambiano il mondo.

    • CommentAuthorAgo97
    • CommentTime8 Jul 2012
     

    dobbiamo stare attenti a quello che diciamo perche possiamo affibiare delle etichette che rovinano la vita agli altri. "quello e il figlio di.." affibiamo un etichetta e facciamo cadere le colpe del padre su un figlio che magari cn la sua famiglia nn c'entra niente ma che a forza di sentirselo dire poi si convince e si rovina la vita.. se nn abbiamo niente di inteligente e di buono da dire e meglio starsi zitti e farsi i cavoli propri

  16.  

    Hai colto nel segno Ago, bravo, hai ragione.
    Ma lo sport preferito dalla gente è quello di parlar male degli altri

  17.  

    Addì 9 luglio 2012

    Mentre diceva loro queste cose, giunse uno dei capi che gli si prostrò innanzi e gli disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano sopra di lei ed essa vivrà».
    Alzatosi, Gesù lo seguiva con i suoi discepoli.
    Ed ecco una donna, che soffriva d'emorragia da dodici anni, gli si accostò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello.
    Pensava infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita».
    Gesù, voltatosi, la vide e disse: «Coraggio, figliola, la tua fede ti ha guarita». E in quell'istante la donna guarì.
    Arrivato poi Gesù nella casa del capo e veduti i flautisti e la gente in agitazione, disse:
    «Ritiratevi, perché la fanciulla non è morta, ma dorme». Quelli si misero a deriderlo.
    Ma dopo che fu cacciata via la gente egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò.
    E se ne sparse la fama in tutta quella regione

    Matteo 9,18-26

  18.  

    Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita
    Gesù, voltatosi, la vide e disse: «Coraggio, figliola, la tua fede ti ha guarita

    Non sono le tante preghiere o l’andare in chiesa tutti i giorni che salvano la nostra anima, bensì la Fede in Dio. Tutto il resto è conseguenza di questa Fiducia in Lui perché quando si crede in qualcuno si fa tutto quello che ci dice, senza starci tanto a pensare sopra. Un bambino piccolo ha talmente tanta fiducia nei suoi genitori da fare qualsiasi cosa. Se i genitori lo vestono, lo preparano per uscire lui va con loro ovunque essi lo conducano per la mano, fiducioso che nulla potrà accadergli se starà loro vicino. E che pianti se il papà e la mamma si allontanano.
    Per noi dovrebbe essere così nei confronti di Dio, dovremmo seguirlo ovunque voglia condurci. Il Vangelo ci insegna cosa Gesù vuole che noi facciamo. Nella vita di tutti i giorni sono tante le situazioni in cui il Signore ci parla. Quando vediamo un bambino abbandonato Dio ci chiede di accoglierlo nella nostra casa, un povero sul ciglio della strada Dio ci chiede di accudirlo e aiutarlo a rialzasi, un malato in ospedale Dio ci chiede di consolarlo e fargli compagnia.
    Pensare a Dio, credere che possa aiutarci nel nostro cammino è già Fede grande. Non c’è bisogno di fare grandi suppliche perché il Signore sa di cosa abbiamo bisogno e se abbiamo Fede ce lo concederà ancor prima che possiamo chiederlo.
    La guarigione che il Signore ci dona non è quella del fisico, che se anche oggi guariamo prima o poi dovremo fare i conti con altra malattia, ma quella dell’anima, e l’unica medicina valida è avere Fede.

  19.  

    Addì 10 luglio 2012

    Usciti costoro, gli presentarono un muto indemoniato.
    Scacciato il demonio, quel muto cominciò a parlare e la folla presa da stupore diceva: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!».
    Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni».
    Gesù andava attorno per tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno e curando ogni malattia e infermità.
    Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore.
    Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi!
    Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!»

    Matteo 9,32-38

  20.  

    La messe è molta, ma gli operai sono pochi!

    Quanto lavoro c'è da fare, quante persone da aiutare, quanti torti da raddrizzare, quante ingiustizie da sanare.
    Cammino per la strada e vedo il barbone che chiede l'elemosina all'angola della strada, una donna sdraiata per terra che cerca di recuperare qualche centesimo caduto ai passanti attraverso una grata. Vai in ospedale a trovare un amico e tocchi con mano la sofferenza fisica di decine e decine di persone, molte delle quali abbandonate a sé stesse. E se la punta di un iceberg rappresenta il dieci per cento del volume emerso, mi è impossibile immaginare quanta sofferenza ci sia e non si veda: anziani soli, ragazzi che si fanno male con droga ed alcol, famiglie intere senza lavoro e senza mangiare.
    Non vedere non significa non sapere. L'iceberg è dinanzi a noi, con il suo volume, con la sua forza. Basta ignorarlo, passare oltre, fare finta che non esista e possiamo vivere una vita felice, fare una bella navigazione.
    Quanta ipocrisia. Come si fa a far avanzare il cibo, ad annoiarsi, a comprarsi vestiti che mai metteremo quando ci sono persone che non mangiano, che soffrono vicino a noi? Non basta ignorarli perché spariscano. Ma non vi rimorde la coscienza? Non pensate che se voi foste nella loro situazione vorreste tutto l'aiuto possibile? Quello che avete è per grazia di Dio: la salute oggi c'è, ma domani potreste scoprire di avere una brutta malattia; i vostri figli sono ben curati, ma domani potrebbero incontrare qualcuno che fa loro del male o li porta sulla strada della droga o della delinquenza; i soldi che avete domani potreste perderli insieme al lavoro.
    Come fate a continuare a camminare per la vostra strada con il paraocchi, stando bene attenti a non incrociare lo sguardo con quello di chi vi supplica con gli occhi di aiutarlo? Come fate a guardare vostro figlio e a non pensare che ogni giorno, ovunque, anche nella vostra bella città dove all'apparenza stiamo tutti bene, ci sono migliaia di bambini - si stima oltre un milione - che vengono sfruttati, abusati, picchiati, maltrattati, non amati, non accuditi e che voi potreste fare la differenza perché le sofferenze che subiscono possano cessare, non solo dando una vostra offerta in denaro, spesso con lo scopo d tacitare la propria coscienza, ma scendendo in campo accanto a loro. Mille modi, primo fra tutti quello di prendere un bimbo in affido, magari pure lottando contro quei servizi sociali che ingannandovi in maniera ignobile vi dicono "non ci sono bambini da dare in affidamento", magari aprendo la porta del cuore alle reali esigenze e non dicendo "voglio un bambino piccolo, bello, italiano, i cui genitori non si facciano mai vivi" ... grazie al piffero ... così son bravi tutti.
    Aiutare gli altri vuol dire mettersi al loro servizio, curare le ferite di chi ha più piaghe, prendersi cura degli ultimi fra gli ultimi: bambini senza un braccio, con ritardi cognitivi, grandicelli e difficili di carattere. Se non li aiutate voi questi ragazzi, come pensate che possano fare ad uscire dal pantano in cui sono nati? Con quale coraggio domani punterete loro il dito perché da adulti stupreranno, violenteranno, rapineranno? Che coraggio avete, fortissimi nell'aprire bocca e criticare, ma codardi nello scendere in campo.
    Mi viene una rabbia quando vedo tanti ragazzi che si annoiano, stufi della loro vita piena di cose materiali, ma vuoti di valori e di principi. Poi dall'altro lato sento i genitori lamentarsi per il comportamento dei loro figli, sempre più indolente, sempre più menefreghista ed egoista. I valori ad un ragazzo non si devono insegnare facendogli vedere che la vita non è rosa e fiori, che si deve combattere perché gli altri abbiano qualcosa cui hanno diritto, che dobbiamo privarci di qualcosa di nostro per dare un po' di speranza a chi incontriamo triste e sconsolato.
    Non c'è famiglia che non possa prendere un bambino in affido perché dove c'è da mangiare per tre si mangia anche in quattro, senza considerare un piccolo contributo comunale, e sarà un gesto grande, importante che darà una possibilità in più a quel bimbo, che farà di lui un bravo genitore, che educherà i nostri figli alla comprensione, all'amore, all'altruismo.
    E' facile criticare chi fa qualcosa, ma almeno fatelo quando voi fate meglio.
    Non passa giorno che non senta il peso di tanto lavoro per i ragazzi, per quelli che ho in affido e per quelli che vorrei aiutare. Ma non c'è giorno in cui non ringrazi Dio di avermi chiamato nel suo campo a lavorare la Sua messe, a prendermi cura di quei ragazzi che bussano alla nostra porta, perché la gioia che questi piccoli uomini danno è infinita.
    L'altra sera, nel nostro dialogo serale, parlavo con loro e li vedevo rapiti, non si perdevano una mia parola, interagivano con me, dialogavano di valori e mi chiedevano consigli, opinioni. Vederli crescere oggi sani e forti nei loro cuori, quando ieri erano ai margini del mondo, in una società che li scansava perché "diversi" mi si riempie il cuore. E quante famiglie che ci vengono a trovare ci invidiano per quanto siano bravi e si mettono in discussione come genitori chiedendo consiglio.
    Non ci sono ricette segrete, ma certamente ciò che molto fa nella loro educazione è quello di fargli vedere che se loro hanno sofferto, ci sono tantissime persone che stanno peggio, molto peggio, di loro. L'accoglienza, la solidarietà, l'amore, la correzione degli errori anche tra adulti sono principi che ogni giorno pian piano entrano nel loro sangue e vengono messi in pratica. Non basta andare a scuola ad ascoltare la teoria da parte degli insegnanti, occorre mettersi alla prova con esercizi pratici. Ecco, un genitore non dovrebbe limitarsi ad insegnare con le parole, quando lo fa, ma dovrebbe fare in modo che i figli possano esercitarsi toccando con mano certe realtà, stando loro vicini.
    Se non volete aiutare il prossimo accogliendo un bambino nelle vostre case per voi stessi o per i bimbi che soffrono, fatelo per i vostri figli affinché un domani non siano privi di cuore e pensino che gli unici beni da ottenere siano quelli materiali.
    La messe è molta, ma gli operai sono pochi ... ma un operaio in più migliora la vita di tutti gli altri.
    Se prendere un bimbo in affido vi sembra complicato, difficile, doloroso, venite a trovarci, aiutateci in altro modo - non parlo di soldi - venite a passare qualche giorno da noi, rendetevi conto e toccate con mano una realtà diversa dalla vostra ... toglietevi il paraocchi e se non scendete subito in pista, almeno cominciate a guardarvi intorno, non siate insensibili e sordi al grido di aiuto che migliaia di bambini vi stanno rivolgendo.
    Non pensate di essere troppo piccoli, troppo poveri, troppo inadatti, troppo vecchi o troppo giovani. Ognuno può dare qualcosa, magari poco, ma quel qualcosa datelo e vedrete che ne riceverete dieci volte tanto

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime10 Jul 2012
     

    Non bisogna per forza essere una famiglia perfetta, non ci sono condizioni ideali, non serve essere ricchi o avere tanto spazio in casa.... serve un po' di spazio nei nostri cuori e tanta, tanta voglia di mettersi in gioco. Il resto viene da se, non sempre è facile, ma niente è facile nella vita, a volte le cose filano lisce a volte invece bisogna lottare per conquistarsi un po' di serenità, ma aprire le nostre case ed il nostro cuore vale la pena e ben presto questi bimbi ci ripagano con i loro sorrisi, con i loro progressi e allora ti viene voglia di andare avanti e continuare a lottare per loro

  21.  

    Grazie Elen ... pensavo di essere stato troppo duro oggi :)

    • CommentAuthorRossana
    • CommentTime10 Jul 2012
     

    E invece no...
    Riccardo, fanno bene queste parole, perché aiutano a scacciare gli alibi che ci siamo fatti.
    Noi non siamo nemmeno partiti con l'affido. Ecco i miei alibi: la paura di incrinare in qualche modo una famiglia serena, la paura perché forse i bimbi sono troppo piccoli (4 e 6 anni), la paura soprattutto di non essere all'altezza (soprattutto quando arrivo alla sera a letto e penso: anche oggi ho urlato troppo, o in quel momento li ho sgridati per niente.. perché io ero stanca dopo una giornata di lavoro).
    Se non arriverò a fare affido sarà solo perché io sono stata debole e non ho voluto, ma non perché non potevo. Queste scosse Riccardo sono dure, ti fannno sentire un verme, ma, almeno per quanto mi riguarda, aiutano ad aprire gli occhi.
    Elen grazie... sembra stupido ma a me aiuta molto sentire di non dover essere una famiglia perfetta :face-devil-grin:

    • CommentAuthorAgo97
    • CommentTime10 Jul 2012
     

    ieri mi e successa una cosa triste che mi ha fatto pensare.. sono uscito con una ragazza, 14 anni quasi 15, la figlia di quello della moto.. quando e venuto qui a cena lui cn la famiglia qui da noi ha detto che gli sbagli si fanno, di stare tranquillo perchè stavo rimediando e si capiva quindi che volevo migliorare, che una seconda occasione si da a tutti. Sono uscito cn sua figlia e nn ho provato ne a toccarla ne a baciarla ne niente, siamo solo usciti, abbiamo parlato, preso un gelato e fatto un giro e a lei stava piacendo, e solare e parlava solo lei ma stava piacendo anche a me stare solo a parlare, mi sembrava tanto piccola e simpatica, ingenua come una bambina e mi piaceva questa sua cosa. poi la stavo lasciando vicino casa e abbiamo incontrato suo padre che ci ha guardati arrabbiati e poi si e chiamato a lei dicendo che cn me nn ci doveva uscire, che io nn ero un bravo ragazzo, nn ero affidabile, ero un delinquente, e lei ha risposto che nn stavamo facendo niente e che ero un suo amico, lui ha detto che nn potevo essere suo amico e se ne sn andati.. poi lei mi ha scritto una mail..
    mi e dispiaciuto molto, la gente e ipocrita.. finche nn li tocca di persona le cose vanno bene, e tutto perfetto.. fino all'altro giorno ero un bravo ragazzo che cercava di cambiare, ieri un delinquente

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime10 Jul 2012
     

    La cosa difficile Ago, è propio andare avanti sulla strada che si è deciso di intraprendere. Sarebbe più facile se le persone ti venissero incontro, ma purtroppo non è sempre così.
    La cosa importante è quello che tu hai detto...e cioè che ti sei trovato bene nella tua parte insolita di "amico" di questa fanciulla. Vedi ...questo è un passo importante; ci saranno altre occasioni per dimostrare a questo padre che tu stai cambiando oppure ci saranno altre fanciulle che saranno liete di avere la tua amicizia e la tua compagnia.
    L'importante è avere ben chiari i propri principi e i propri obiettivi, poi lascia che la gente parli.
    Hai risposto alla sua mail?:face-smile:

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime10 Jul 2012
     

    Si Riccardo, sei stato un po' duro, e forse ad alcune persone potrà sembrare "troppo", ma come dice Rossana le tue parole aiutano a scacciare gli alibi e non sono dette con l'intento di giudicare , ma di stimolare alla riflessione.
    Le mie paure Rossana? Erano di incrinare ancora di più una famiglia già incasinata, la paura di non avere tempo materiale, la paura di mettere in crisi i miei figli. Le paure a volte ci sono ancora, la differenza è che ora c'è un pargolo in più, che ci da tantissime gioie e soddisfazioni.
    Anch'io urlo un po'...a volte tanto...i miei mi dicono che sono una rompi e su questo aspetto del carattere ci si può lavorare. Un po' accettando che siamo umani..... e quindi ci arrabbiamo ....e ammettendo che a volte è più facile sclerare che mettersi a ragionare. Un po' cercando di migliorare. Io personalmente quando sento che sto per perdere le staffe, mi metto a contare, oppure mi allontano anche per due minuti....poi quando ritorno le cose mi sembrano meno gravi e allora si può magari parlare senza per forza urlare.
    ciao

  22.  

    caro Ago, sono veramente fiero di te.
    Non è importante come si comportano gli altri se noi ci siamo comportati bene.
    Non hai nulla da rimproverarti, hai fatto la cosa giusta.
    Certo caro Ago che non è facile andare avanti in un mare dove tante persone sono ipocrite, ma guardala anche dal punto di vista di un babbo che protegge sua figlia. Tu fai vedere di essere cambiato, fai parlar bene di te, e vedrai che la gente ti darà fiducia. Non pretenderla da subito, nessuno firma un assegno in bianco sulla base delle parole e delle promesse, specie se si tratta di una figlia.
    Io ti voglio bene, ho fiducia in te ... ma Reby non si tocca :face-devil-grin:
    Dammi dimostrazione che posso fidarmi di te ... e ci metterò una buona parola :face-angel:

    Non me ne volere, ma se tu fossi papà di una figlia e incontrassi uno che fino a ieri ha rubato ... daresti il permesso a tua figlia di frequentarlo?
    Sono certo però che questa ragazza ha saputo guardarti nel cuore e nell'animo e saprà come restare in contatto con te senza contravvenire agli ordini del padre, e magari conoscendoti meglio saprà come parlare bene di te al padre che magari un giorno ti accetterà anche come genero :)

  23.  

    Grazie Rossana,
    a volte scrivo e non mi rendo conto ... poi quando vado a rileggere mi dispiace cancellare la mia enfasi, ma capisco che a volte sembro troppo perentorio e rischio di spaventare.
    Ad un mio amico che mi conosce abbastanza bene ho chiesto stamani un parere, se fossi stato troppo duro e mi scrive
    Assolutamente , perché per chi ha un po di sensibilità può essere una scossa per darsi una mossa....e per chi non ce l'ha.....beh...e' tutto inutile. Hai detto solo la verità, tutti siamo più o meno egoisti, con le tue parole ci aiuti ad esserlo un po meno e guadagnarsi un po di felicita

    Comunque scusatemi se a volte metto troppo impeto, ma la passione fa parte del mio carattere, nel bene e nel male.
    Una signora che mi adora e che mi ha iniziato all'Associazione, Olimpia, nel difendermi da altri che nei primi anni mi accusavano di avere un carattere spigoloso e tagliente rispose "se Riccardo non avesse questo carattere non avrebbe fatto quello che ha fatto". Con questo non mi beo di essere rude, e cerco di migliorarmi (tanta strada l'ho fatta e tanta ancora devo percorrere), ma grazie anche alle vostre parole penso che ogni tanto un ceffone ci vuole e se una parola forte può servire a svegliare almeno una persona che possa un domani aiutare un bambino, ben vengano le critiche al mio modo se il risultato è questo.

    • CommentAuthorAgo97
    • CommentTime10 Jul 2012
     

    genero mi pare troppo ahah :face-devil-grin:
    mi e dispiaciuto perche lui l'altro giorno aveva detto cose diverse. io lo so che nn sn quello che uno vorrebbe come ragazzo della figlia, e nn voglio nemmeno che lei va contro suo padre, ma se nessuno da un occasione dovrò sempre andare cn quelle puttanelle che mi hanno fatto prendere la gonorrea.
    ahah okok comincia a parlargli bene di me, vedrai che un giorno ti dimostrerò che di me si ci puo fidare.. almeno un pochino

    • CommentAuthorAgo97
    • CommentTime10 Jul 2012
     

    si gli ho risposto, abbiamo parlato un po..

  24.  

    ... sai Ago ... ho già da tempo cominciato a parlare bene di te a tutti i miei ragazzi :)

    • CommentAuthorroberta_b
    • CommentTime10 Jul 2012
     

    Grande Ago, ci piaci proprio tanto e così ci piaci ancora di più!! :face-smile:

  25.  

    Addì 11 luglio 2012

    Allora Pietro prendendo la parola disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?».
    E Gesù disse loro: «In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele.
    Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna

    Matteo 19,27-29

  26.  

    Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna

    Gesù ci chiede di fare qualcosa per gli altri, di mettere in pratica le Parole del Vangelo, di fare sacrifici, di dedicare la propria vita agli altri, ci chiede di seguirlo.
    In cambio ci promette molto, ma molto di più di ciò che ci lasciamo alle spalle.
    All'innzio della mia scelta di vita ero titubante, impaurito, ragazzo poco più che ventenne al quale la società aveva insegnato che di deve lavorare per avere uno stipendio, che senza un lavoro non mangi e non bevi. Evidentemente quei miei timori ancestrali erano sintomo di un Fede ancora debole. Da sempre quando ho un pensiero non smetto di cercare una soluzione finché non l'ho trovata, e per diverso tempo mi sono interrogato sul mio desiderio di dedicarmi ai bambini da una parte e sulle esigenze di una vita "normale" dove lavoro, famiglia, vacanze, figli fossero le priorità.
    Dio chiamava in continuazione, non c'era giorno che non ci fosse un episodio che mi scuotesse la coscienza, vedere un bambino che arriva con le bruciature di sigaretta in volto, un altro con segni di coltello sulla schiena, vedere bambini che raccoglievano briciole per terra per cibarsene avidamente, entrare nelle loro anime e capire che avevano un bisogno spasmodico di attenzioni ed amore. Quelle chiamate non mi lasciavano indifferente, ma la paura del domani era troppo forte. Come avrei vissuto, di cosa mi sarei nutrito, con cosa mi sarei vestito? Un giorno leggendo il Vangelo, aprendolo a caso, il Signore mi dette la risposta
    "Non siate in ansia per la vostra vita, per ciò che mangerete, né per il vostro corpo, come lo vestirete. Perché la vita vale più del nutrimento e il corpo più del vestito. Osservate i corvi: non seminano né mietono, non hanno dispensa né granaio, eppure Dio li nutre. Quanto più degli uccelli valete voi! Chi di voi, per quanto si affanni, può prolungare di un poco la propria vita? Se dunque voi non potete fare neppure il minimo, perché vi affannate per il resto? Osservate come crescono i gigli: non filano, non tessono; eppure vi dico che nemmeno Salomone in tutto il suo splendore fu mai vestito come uno di essi. Ora, se Dio veste così l'erba che oggi è nel campo e domani viene gettata nel fuoco, quanto più valete voi, gente di poca fede! Non tormentatevi dunque per cercare che cosa mangerete o che cosa berrete: per tutte queste cose si dà da fare senza pace la gente del mondo, ma il vostro Padre sa che ne avete bisogno. Cercate piuttosto il suo regno, e queste cose vi saranno date in aggiunta.
    L'inizio non è stato semplice, la sera andavamo a raccogliere cartone per venderlo ed avere i soldi per dare da mangiare a tanti bambini di famiglie disagiate, quanti traslochi notturno per guadagnare qualcosa per loro, quante lotte per vedere riconosciuti i loro diritti. Ed il Signore ha mantenuto la Sua promessa con noi. Lasciare le agiatezze alle spalle ha fatto si che potessimo avere il centuplo di quello che abbiamo abbandonato. Non tanto nell'aspetto materiale, che ben poca cosa conta, quanto negli affetti. Ho rinunciato ad avere figli per aiutare quei bambini che tante famiglie non hanno saputo accudire e mi sono ritrovato con decine e decine di figli che mi vogliono un bene dell'anima. Ho rinunciato alla compagnia di tanti amici e ne ho trovati molti, molti di più nei volontari e nelle persone che ci dichiarano la loro solidarietà. Il Signore mi ha donato il Paradiso su questa terra. I problemi non mancano e a volte è stata dura andare avanti o combattere prepotenze e cattiverie, ma in quale scelta di vita, lavorativa o familiare, non ci sono problemi, pensieri, preoccupazioni?
    Sono felice della vita che il Signore mi ha proposto, non per quello che ho ricevuto, ma per quello che ho potuto dare. Non pensavo tanti anni fa che ne sarei stato capace, ma evidentemente il Buon Dio mi ha dato la forza e gli strumenti per farcela.
    Non pensate che per voi sia troppo difficile aiutare il prossimo, buttatevi ed il Signore vi sarà vicino. Con me lo ha fatto, perché non dovrebbe farlo con voi?

  27.  

    Addì 12 luglio 2012

    E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino.
    Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.
    Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture,
    né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l'operaio ha diritto al suo nutrimento.
    In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza.
    Entrando nella casa, rivolgetele il saluto.
    Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi.
    Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi.
    In verità vi dico, nel giorno del giudizio il paese di Sòdoma e Gomorra avrà una sorte più sopportabile di quella città

    Matteo 10,7-15

  28.  

    Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date

    Gesù ci indica il percorso da seguire ci da i giusti consigli per camminare nel modo più costruittivo.
    Quante volte incontriamo le persone avvolte dai loro pensieri, cupe, tristi, annoiate, arrabbiate. Il nostro cammino deve partire da lì, deve iniziare salutando coloro che incontriamo. Un ciao per la strada, un sorriso sono già una buona cosa, ma dobbiamo andare oltre, dobbiamo essere disponibili al dialogo, dobbiamo donare loro la pace e se l'accolgono parlare di Dio e dei Suoi principi, in altre parole condividere la nostra gioia per essere su quella strada. Non tutti rispondono al saluto, non tutti accolgono il messaggio pace ed il Signore ci dice di passare oltre. Ci dice questo non per abbandonare i nostri fratelli in difficoltà, ma per indicarci che nemmeno Dio li vuole obbligare ad ascoltare, deve essere una loro libera scelta. Il fatto che ci dica di passare oltre non è certo un abbandono da parte Sua, altri fratelli passeranno da quella casa inviati da Dio, ed altri ancora fin tanto che quelle persone non si apriranno al dialogo. Non una costrizione, ma un'attesa del momento in cui saranno pronte ad accogliere la Parola di Cristo.
    Nostro compito è quindi quello di esserci, di sorridere, di mostrare il nostro amore per gli altri a tutti quelli che incontriamo nella nostra vita.

    Nella nostra bisaccia cosa metteremo? Dobbiamo viaggiare a piedi, passo dopo passo, e quindi dobbiamo essere leggeri, niente come materiali che ci appesantiscono, non dobbiamo pensare a cosa guadagneremo facendo il bene degli altri, ma dovremo portarci dietro ciò che daremo agli altri: la nostra passione, amore, sensibilità, condivisione.
    Abbiamo ricevuto tanto dal Signore, la nostra vita, una famiglia che ci ha amati, la salute, un cervello che funziona e non abbiamo pagato nulla per tutto questo, il Signore non ci chiede nulla in cambio per quello che ci ha dato. La mattina ci svegliamo e troviamo il sole che ci riscalda, o la pioggia che ci dona l'acqua, o il sorriso di un figlio o di una mamma. Non dobbiamo pagare nulla per tutte queste cose meravigliose, ed allora nemmeno noi dobbiamo far pagare nulla a chi incontriamo.
    Diamo amore gratuitamente perché abbiamo ricevuto amore gratuitamente.

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime12 Jul 2012
     

    Molto bello questo passo del vangelo:face-smile:
    Ci dovremmo pensare a come metterlo in pratico ogni giorno, nelle nostre giornate piene di impegni
    Un ciao e un abbraccio non sono sufficenti, ma come possiamo fare a testimoniarlo? Io non andrei certo a parlare di Dio...forse si può testimoniare con il proprio vissuto.
    Ma forse è troppo poco in questa società così povera di principi, dove noi stessi fatichiamo ogni giorni ad insegnarli ai nostri figli

    •  
      CommentAuthornonparte
    • CommentTime12 Jul 2012
     

    I segni della presenza del regno dei cieli sono annunciati con la parola, con le azioni di bontà e con la testimonianza della vita. La testimonianza della vita consiste nella gratuità, non lavorare per il proprio onore, né per la propria grandezza, né per il proprio arricchimento. Il disinteresse è certamente la prova più grande della bontà espressa.

    Vivere in un’assenza totale di bisogni per essere attenti al messaggio evangelico è la prova più difficile. Non possiamo più praticare questo stile di vita nel nostro mondo di sicurezze. Tuttavia, non si può ignorare l’esigenza scomoda di queste parole.

    Ricchezza e possesso, carriera e prestigio giocano un ruolo enorme per il nostro io. Attualmente cosa significa l’esortazione a rinunciare ai nostri bisogni, noi che viviamo in una società opulenta, consumistica, del benessere facile da ottenere? Come rivedere, riconsiderare i concetti di “povertà” e di “semplicità”?

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime12 Jul 2012
     

    Belle domande!!!:face-smile:

  29.  

    Un ciao e un abbraccio non sono sufficienti
    Ma sono un inizio.
    Non parlare di Dio? Perché no? Io lo faccio e mi pare che la cosa non dispiaccia.
    Allontana qualcuno? Forse, ma avvicina anche altri. Tra qui, facebook e qumran sono in tanti che leggono.
    Poi si può parlare di Dio senza nominarlo per non destare malumori in chi non crede ... si può testimoniarlo.
    Oggi sulla Vespucci ho incentrato il mio discorso sulla Fede, sulla strada segnata da Dio. Ho parlato di amare il peccatore pur condannando il peccato. Ho parlato di accoglienza verso chi soffre e ho tacciato di ipocrisia chi critica i drogati, gli stupratori, i pedofili ma non si è mai messo in gioco per aiutare i bambini che poi sono diventati adulti che creano problemi perché nessuno li ha amati.
    Ci sono tanti modi di parlare di Dio, non necessariamente parlando di Dio :)