Non sei collegato (collegati)

Vanilla 1.1.2 is a product of Lussumo. More Information: Documentation, Community Support.

  1.  

    Addì 31 maggio 2012

    In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda.
    Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta.
    Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo
    ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!
    A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?
    Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo.
    E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore».
    Allora Maria disse: «L'anima mia magnifica il Signore
    e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
    perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
    D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
    Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente
    e Santo è il suo nome:
    di generazione in generazione la sua misericordia
    si stende su quelli che lo temono.
    Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
    ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili;
    ha ricolmato di beni gli affamati,
    ha rimandato a mani vuote i ricchi.
    Ha soccorso Israele, suo servo,
    ricordandosi della sua misericordia ».
    come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre».
    Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua

    Luca 1,39-56

  2.  

    In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta

    A Maria era appena stato annunziato che aspettava un Figlio, Gesù. Le era stato detto che era il Figlio di Dio e Lei aveva creduto all'annuncio dell'Angelo.
    Chiunque al suo posto, per timore, per gioia o per superbia non si sarebbe mossa da casa. Sarebbe rimasto ferma ad attendere anziché mettersi in camino rischiando di incontrare i briganti lungo la via e di stancarsi e quindi perdere il bambino.
    Maria non pensa a sé, senza indugio, appena sa che anche Elisabetta, sua cugina, è in dolce attesa, va ad aiutarla incurante della sua gravidanza, ma non per incoscienza, ma per amore e fiducia nei confronti di Dio.

    Quando qualcuno ha bisogno, quando vediamo o sentiamo che c'è una persona che ha delle difficoltà e noi possiamo aiutarla a superarle, o almeno possiamo solo bagnare le labbra a chi ha sete alleviando per un attimo le sue sofferenze, è nostro dovere precipitarsi a portare loro sollievo.
    Che bello quando i nostri nonni raccontavano della solidarietà tra vicini, quando c'era una partoriente tutto il quartiere si stringeva attorno a quella famiglia, se una persona andava in ospedale c'era una gara a chi teneva i figli o preparava da mangiare.
    Oggi ognuno pensa per sé, guai anche a chiedere aiuto perché c'è da vedersi rispondere male.
    Ma noi questo stato di cose lo possiamo cambiare. Spetta a noi, soltanto a noi. Due sono le cose che cambiano il mondo, due cose che la Madonna ci ha ben insegnato da subito: l'esempio ed essere una buona mamma.
    Con la testimonianza si mostra alle persone che le cose che diciamo sono possibili, basta volerlo.
    Essere una buona mamma significa trasmettere ai propri figli quei valori che oggi si stanno perdendo.
    Avete mai visto il film "la storia infinita"? Il nulla divora pian piano tutti i sogni perché la gente non crede più agli ideali, ai valori, ai principi. Basta un bambino che ricominci a sognare perché questi ideali non muoiano e riprendano vita riportando nel mondo i sogni.
    Troppi i pensieri che si affollano nella nostra mente anche quando abbiamo il desiderio di fare qualcosa per gli altri: ma se aiuto quella ragazza, poi la gente pensa che ...; se do da mangiare a quella persona, poi questa mi chiede ...; se vado a trovare quel malato, poi rischio di prendermi una malattia ...; se vado in carcere, chi mi vede pensa che io ...; se faccio questo o quello, poi non ho tempo di andare dal parrucchiere, a pescare, al cinema con gli amici.
    Ed allora lasciamo che la nostra parte egoistica prenda il sopravvento, che il nulla divori i nostri sogni e i nostri ideali, per poi ritrovarci in un mondo sempre più cupo.
    I momenti difficili nella vita del mondo ci sono sempre stati e oggi tocca a noi affrontarne uno, ma le crisi si sconfiggono non con le tasse o con le multe, ma con la solidarietà, con l'amore. La crisi sparirebbe se chi ha soldi li investisse non in case approfittando del momento buono per comprare, ma in attività che stanno fallendo; se chi ha tempo libero lo impiegasse per aiutare chi è in difficoltà senza chiedere nulla in cambio.

    Cambiare il mondo si può, basta cominciare ad andare contro corrente, combattere il nulla che dentro di noi avanza felice e contento perché sta vincendo una guerra e annientando la nostra voglia di fare qualcosa per il prossimo ci riduce a tanti automi che seguono il gruppo. Cominciamo dal cambiare noi stessi, iniziamo a dare il buon esempio, diamo ai nostri figli dei valori, diciamo no a ciò che non riteniamo giusto anche se la società lo ha accettato.
    Quanti criticano i reality dove più una persona dice le parolacce o si comporta male e più è ammirato. Così facendo contribuiamo ad alimentare questa cultura. Cominciamo nel non guardare certe trasmissioni, denunciamo le cattive abitudini, ma sopratutto impediamo ai nostri figli di guardarle trasmettendogli i valori sani che ben conosciamo ma che abbiamo timore di tirare fuori.
    Quando parliamo di terzo mondo pensiamo alla loro arretratezza rispetto alla nostra società. Sottosviluppo? Ma siete sicuri? Laddove c'è solidarietà, laddove si fanno chilometri a piedi nella polvere per andare a trovare un malato, laddove i bambini sono figli di tutti non c'è inciviltà.
    Che pena vedere che ci sono migliaia e migliaia di bambini che hanno bisogno di tutto, sopratutto dell'amore di una famiglia, e tantissime famiglie dove un piatto in più non sarebbe un costo ma per evitare problemi o future eventuali sofferenze si voltano dall'altra parte per non guardare. E riescono pure a dormire.

    Oggi, non aspettate domani, andate dal vicino, andate a chiedergli se ha bisogno di qualcosa e domani raccontateci cosa avete fatto. Non per vantarsi, ma per dare l'esempio, per dire io ho iniziato, adesso fatelo anche voi. Combattiamo il nulla che sta divorando il nostro cuore e la nostra anima.
    Vedrete che grande consolazione ne deriverà.

    Che pena vedere che tanti che scrivevano su questo forum, entusiasti di parlare di certi argomenti, pian piano si siano ritirati. Magari leggono, e forse anche con piacere, ma stanno nell'ombra, spaventati per non sapere cosa scrivere, che le cose che dicono possano essere criticate, delusi da una parola.
    Io continuerò, anche il giorno di natale o di Pasqua, anche il giorno in cui ho la febbre, anche il giorno in cui mi devo svegliare alle quattro del mattino. Continuerò perché penso che le parole possano scuotere le fondamenta dell'anima e prima o poi qualcuno si rimboccherà le maniche e inforcherà la penna o il mouse per raccontare di sé, per dare l'esempio.
    Non è vanagloria, o mettersi in mostra, è l'arma necessaria a sconfiggere l'indifferenza.
    Se il mondo va male è anche colpa di chi non fa perché ha di meglio da fare.
    Sapeste in 25 anni quante stupide critiche abbiamo ricevuto come "i bambini che aiutate sono e resteranno figli di ... " e se conosceste i miei ragazzi avreste invidia di come sono bravi, oppure "spendete soldi per aiutare un gruppetto di bambini, godeteveli finché potete e quante altre.
    Ma che importa? Riceviamo anche tanti sorrisi, carezze, pacche sulle spalle e quelle sono le cose che ci mandano avanti che non ci faranno mai smettere di aiutare i bambini che hanno bisogno di amore.

    •  
      CommentAuthornonparte
    • CommentTime31 May 2012
     

    Dobbiamo vedere in Maria, e quindi in ogni donna, la presenza dello Spirito. Ogni corpo è tempio dello spirito allora massimo rispetto, sia con le parole sia con i gesti, verso la figura femminile. In questi tempi aumentano le violenze sulle donne, forse è anche causa della mancanza di spiritualità, pensiamo di essere sempre più potenti e insofferenti ad ogni forma di religione.
    In ogni persona, quindi anche in noi, c’è il germoglio di una nuova vita che si attua solo con l’amore e questo vale qualunque sia la scelta.

    Vivere una vita d’amore, annunciando Dio dentro di noi con le opere e con le parole, che possono cambiare, sciogliere la nostra crosta di egoismo.

  3.  

    Addì 1 giugno 2012

    Ed entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l'ora tarda, uscì con i Dodici diretto a Betània.
    La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame.
    E avendo visto di lontano un fico che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se mai vi trovasse qualche cosa; ma giuntovi sotto, non trovò altro che foglie. Non era infatti quella la stagione dei fichi.
    E gli disse: «Nessuno possa mai più mangiare i tuoi frutti». E i discepoli l'udirono.
    Andarono intanto a Gerusalemme. Ed entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e comperavano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe
    e non permetteva che si portassero cose attraverso il tempio.
    Ed insegnava loro dicendo: «Non sta forse scritto: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le genti? Voi invece ne avete fatto una spelonca di ladri!».
    L'udirono i sommi sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutto il popolo era ammirato del suo insegnamento.
    Quando venne la sera uscirono dalla città.
    La mattina seguente, passando, videro il fico seccato fin dalle radici.
    Allora Pietro, ricordatosi, gli disse: «Maestro, guarda: il fico che hai maledetto si è seccato».
    Gesù allora disse loro: «Abbiate fede in Dio!
    In verità vi dico: chi dicesse a questo monte: Lèvati e gettati nel mare, senza dubitare in cuor suo ma credendo che quanto dice avverrà, ciò gli sarà accordato.
    Per questo vi dico: tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato.
    Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi i vostri peccati»

    Marco 11,11-26

  4.  

    Tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato

    Vi è mai capitato di dire a vostro figlio di no a qualcosa che vi chiedeva per non viziarlo o per mettere alla prova il suo carattere nell'accettare i no, ed eventualmente cogliere i suo malumore per insegnargli che nella vita non sempre tutto va come si vorrebbe?
    Dio è Padre e noi siamo Suoi figli, è pertanto normale e meraviglioso che ci educhi.
    Da qui l'arrabbiatura - alzi la mano chi non ha mai strillato contro i figli - all'interno del tempio, ma anche il volere il nostro bene, anche quando ci dice "no" alle nostre insistenti preghiere. Noi dobbiamo avere fiducia in Lui e renderci conto che qualsiasi cosa ci arrivi sia un bene. Forse non immediato, forse non per noi ma per altri.
    La scomparsa della mia mamma è stata per me un grande dolore, ma quando le nebbie del cuore hanno cominciato a diradarsi, ho capito che quella morte è stata una benedizione per tanti: lei è andata in Paradiso, io ho cambiato vita e sono felice delle scelte fatte, tanti bambini sono stati amati ed aiutati, tante persone hanno conosciuto l'affido e sono felici oggi di poter fare qualcosa di utile nella loro vita.
    La mia mamma è stato un semino che morendo ha dato origine ad un grande albero e un domani speriamo possa creare una bella foresta. Quando pregavo per la sua vita, quando chiedevo a Gesù di non farla morire mi rimettevo alla Sua volontà, qualunque fosse stata con la Fiducia che il Signore sa sempre cosa sia giusto per noi.
    Dobbiamo smettere di vedere le cose sotto l'aspetto terreno e quello egoistico, il mondo è più grande della nostra sfera, della nostra vita su questa terra.

    •  
      CommentAuthornonparte
    • CommentTime1 Jun 2012
     

    Il Signore viene continuamente nella nostra vita, entra nella nostra esperienza, cammina in mezzo a noi e con noi, poi si allontana, si lascia cercare e si lascia trovare, entra nel nostro cuore, offrendoci la sua salvezza.

    L’albero di fichi è un forte simbolo del culto reso a Dio e anche di noi stessi, della verità del nostro cuore. Gesù, fermandosi presso questo fico e osservando le foglie senza frutti, guarda la nostra vita e mette a nudo il nostro cuore, cerca la dolcezza dell’amore per parlare a noi, invece il fico sterile, vuoto di frutti e di vita, sembra il nostro cuore, svuotato di senso, reso inutile da un rapporto con Dio, che è solo una fuga.

    Gesù inaugura una nuova economia, nella quale siamo venduti e riscattati senza denaro ma con la sua solo offerta, ottenuta con la preghiera e con il dono del cuore. Basta compravendite!
    Affidarci completamente a Lui senza contare moneta. Che lezione!
    Aumentiamo le relazioni col prossimo, lo scambio e il dono reciproco solleveranno la bilancia commerciale, solo l’amore è la banconota che ci solleverà dal default.

  5.  

    Addì 2 giugno 2012

    Andarono di nuovo a Gerusalemme. E mentre egli si aggirava per il tempio, gli si avvicinarono i sommi sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero:
    «Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l'autorità di farlo?».
    Ma Gesù disse loro: «Vi farò anch'io una domanda e, se mi risponderete, vi dirò con quale potere lo faccio.
    Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi».
    Ed essi discutevano tra sé dicendo: «Se rispondiamo "dal cielo", dirà: Perché allora non gli avete creduto?
    Diciamo dunque "dagli uomini"?». Però temevano la folla, perché tutti consideravano Giovanni come un vero profeta.
    Allora diedero a Gesù questa risposta: «Non sappiamo». E Gesù disse loro: «Neanch'io vi dico con quale autorità faccio queste cose»

    Marco 11,27-33

  6.  

    Con quale autorità fai queste cose?

    Capita spesso che le persone puntino il dito su quello che facciamo, lo giudichino, cerchino di trovare il male in ogni nostra cosa.
    Prendete le famiglie che fanno affidamento. Ognuna di loro, chi più chi meno, si è sentita dire la frase "ma chi te lo fa fare?" o peggio come "siete stupidi ad aiutare un bambino con così tanti problemi, o un bambino che poi andrà via ... "
    Chi critica non si mette in discussione, non cerca di capire le nostre ragioni e prova a ragionare se stiamo facendo bene o male. No, punta il dito, giudica, sentenzia.
    Se provassimo a chiedere a chi ci biasima per quale motivo si comporta diversamente da noi, o in base a quali riflessioni educa i propri figli in un certo modo, state certi che non risponderà perché a nessuno piace che vengano messi in discussione i propri principi e modi di vivere la propria vita. Diversa cosa sarebbe una critica costruttiva, ma qui siamo in campo diverso, quello del criticare per denigrare, per distruggere.
    Continuiamo sulla nostra strada senza curarci di chi ci disapprova e andiamo avanti con amore.

    Quando eravamo all'inizio della nostro percorso di Associazione avevamo un bambino di tre anni e mezzo da un anno con noi durante il giorno. Nel tempo ci eravamo accorti che era maltrattato, denutrito, non amato, non voluto con la mamma prostituta che lo portava con sé a "lavorare". Un giorno arrivò con una cicca di sigaretta spenta sul viso e vari graffi sulla schiena e decisi di andare a segnalare la cosa all'assistente sociale. Le spiegai la situazione, ma lei mi rispose che non era affar mio, che cosa volevo capirne di queste cose, che se veramente ci fosse stato qualcosa di ciò che dicevo le sarebbe stato segnalato in futuro dalla scuola quando il bimbo avesse cominciato a frequentarla (sei anni). Non mi persi d'animo e le risposi che avrei fatto una segnalazione al tribunale dei minori visto che non voleva ascoltarmi. Vista la mala parata mi disse "falla a me la segnalazione", ma le contestai che vista la sua precedente risposta avrei fatto la segnalazione al giudice e per conoscenza a lei.
    Il tribunale decretò l'affido a noi. L'assistente sociale fece poi in seguito una denuncia al tribunale contro di noi che ci eravamo rifiutati di consegnare il bimbo alla mamma perché lo maltrattava, ed il tribunale ancora una volta ci diede ragione confermando l'affido.
    Purtroppo nella vita bisogna lottare, ma lottare per gli altri piuttosto che per sé stessi da una soddisfazione dieci volte più grande.

    •  
      CommentAuthornonparte
    • CommentTime2 Jun 2012
     

    Penso sia un brano difficile da commentare perché la risposta di Gesù è una provocazione che ci pone un interrogativo profondo sulla fede: accettare Gesù significa essere disposti a convertirci … e c’è poco desiderio di mettersi in discussione, poco spirito critico, poco amore ma tanta autodifesa, paura a lasciare privilegi, di abbandonare lo status quo.

    Gesù non risponde addirittura, non può rispondere a chi non è disposto a convertirsi. Però quel silenzio è un grido d’amore che viene sempre offerto, dipende dalla nostra disposizione di umiltà e di fedeltà alle sue parole.

  7.  

    Addì 3 giugno 2012

    Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato.
    Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano.
    E Gesù, avvicinatosi, disse loro: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra.
    Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo,
    insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo»

    Matteo 28,16-20

  8.  

    Alcuni però dubitavano

    E' normale dubitare. E' nella natura umana.
    Chiedere, domandare, porsi interrogativi è giusto e aiuta a capire meglio.
    Il Signore questo lo sa e lo accetta, con la pazienza di un padre che aspetta che il figlio capisca gli insegnamenti che gli ha dato, o il contadino attende che l'albero piantato dia i frutti. Alcuni alberi maturano prima, altri dopo, altri ancora, purtroppo, non riescono a portare frutto, ma il contadino non ha fretta, aspetta di stagione in stagione, pota i rami, da acqua e concime, irrora con il rame ... fa il possibile per salvare quell'albero perché è stato lui a piantarlo ed ogni pianta che muore senza dare frutto è una pugnalata al cuore di quel contadino.

    Arriva però un momento in cui si deve smettere di dubitare e accettare l'evidenza. L'amore che in ognuno di noi è presente deve essere liberato ed il nostro cuore deve guardare con fiducia a quei misteri che la ragione non sa spiegarsi.

    •  
      CommentAuthornonparte
    • CommentTime3 Jun 2012
     

    E’ la festa della comunità, fare convivenza con chi è maestro e seguire i suoi insegnamenti.
    Discepolo è chi è disposto ad imparare, ascoltare ciò che dice il Signore.

    Che disgrazia la solitudine, non chi è solo!
    Stare con Dio è comunione, festa, famiglia, tensione dell'uno verso l'altro; Dio è nostro amico.

  9.  

    Addì 4 giugno 2012

    Gesù si mise a parlare loro in parabole: «Un uomo piantò una vigna, vi pose attorno una siepe, scavò un torchio, costruì una torre, poi la diede in affitto a dei vignaioli e se ne andò lontano.
    A suo tempo inviò un servo a ritirare da quei vignaioli i frutti della vigna.
    Ma essi, afferratolo, lo bastonarono e lo rimandarono a mani vuote.
    Inviò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo coprirono di insulti.
    Ne inviò ancora un altro, e questo lo uccisero; e di molti altri, che egli ancora mandò, alcuni li bastonarono, altri li uccisero.
    Aveva ancora uno, il figlio prediletto: lo inviò loro per ultimo, dicendo: Avranno rispetto per mio figlio!
    Ma quei vignaioli dissero tra di loro: Questi è l'erede; su, uccidiamolo e l'eredità sarà nostra.
    E afferratolo, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna.
    Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e sterminerà quei vignaioli e darà la vigna ad altri.
    Non avete forse letto questa Scrittura: La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d'angolo;
    dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri»?
    Allora cercarono di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro. E, lasciatolo, se ne andarono

    Marco 12,1-12

  10.  

    Che cosa farà dunque il padrone della vigna?

    Mi domando spesso perché l'uomo sia incapace di vivere in pace. Perché se ottiene dieci poi vuole venti o cento?
    Perché se ha un lavoro, uno stipendio con il quale può permettersi cinque cose, faccia debiti pur di averne dici o quindici?
    Perché se Dio gli dona la vita, la salute, una famiglia non riesca a pensare che a sé stesso, a volere di più, a maledire Colui che a piene mani ha regalato tutto quanto possiede?
    Mi cerco di mettere dalla parte di chi non crede. Per questa persona la vita, la salute sono cose dovute dalla natura, la famiglia, la posizione economica sono cose conquistate con suoi meriti o dei suoi predecessori. Perché volere di più? Perché non condividere ciò che abbiamo di superfluo con chi tale fortuna non l'ha avuta?
    Credenti o non credenti che pensano al proprio bene e vogliono più di quello che hanno hanno un solo nome: egoisti.
    Che sia Dio per chi crede, o la fortuna, il fato per chi non ha Fede, prima o poi arriverà la resa dei conti. Anche chi pensa che Dio non esista, almeno un attimo prima di morire, si domanderà cosa ci sia dopo la vita terrena. Si domanderà se chi ha Fede si sia sbagliato o piuttosto se a sbagliare sia stato lui per tutta la vita. Lo assalirà il dubbio e la sua dipartita da questa terra sarà nel dubbio e nella preoccupazione.
    Basterebbe poco per vivere e morire sereni. Basterebbe pensare che se siamo nati in un paese dove c'è democrazia, in una bella casa, in una bella famiglia, con la salute del corpo, con una buona intelligenza ... non è per merito nostro - che si pensi a Dio o alla natura - e Qualcuno potrebbe arrabbiarsi se vogliamo di più.
    Come ci rimarreste voi se ad un amico faceste una serie di prestiti per anni e dopo un po' di tempo foste nella necessità di chi chiedergli un favore che solo lui può farvi senza alcun sacrificio e non accogliesse le vostre richieste? Non solo, ma vi si scagliasse contro picchiando coloro che gli inviate?
    Così si sente Dio di fronte a coloro che con grande egoismo non condividono con gli altri i doni ricevuti.
    Come pensate che si sentirebbe un bambino maltrattato e denutrito che vede a scuola i suoi compagni pieni di merendine, con abiti firmati che costano uno sproposito, che abitano case lussuose e gettano via la roba da mangiare?
    Cosa penserebbe di quei bambini e delle loro famiglie sapendo che a casa non troverà nulla da mangiare, due genitori che litigano e lo picchiano?
    E' così che si creano le ostilità. Basterebbe soltanto che i genitori dei bambini nati in famiglie senza grandi problemi invitassero nelle loro case i bimbi di famiglie più sfortunate, insegnando così ai propri figli l'amore per il prossimo, la condivisione, l'altruismo. Sono questi i semi per un mondo migliore.
    In molti criticano i delinquenti, i pedofili, i violentatori, ma quanti di coloro che giudicano queste persone hanno fatto qualcosa per cambiare lo stato dei fatti?
    Basterebbe accogliere un bambino in affidamento nella propria casa per dare una ripulita alla nostra civiltà malata di egoismo.

    •  
      CommentAuthornonparte
    • CommentTime4 Jun 2012
     

    La vigna rappresenta ognuno di noi che, complessivamente, formiamo la chiesa, seguiti in modo amorevole da Gesù, piantati da un Dio a sua immagine.
    Da sempre chi crede e professa la sua fede è esposto a derisioni, violenze e persecuzioni, a causa di invidie, gelosie e rifiuti.
    I pericoli per le piante sono 1) non dare frutti (cioè una vita sprecata); 2) non essere controllate (esposti alle violenze, al male).

    La risposta divina è sempre il perdono, anche se l’uomo diventa infedele, commette delitti c’è la possibilità della redenzione; la parola dall’alto ci conduce alla redenzione.

  11.  

    Addì 5 giugno 2012

    In quel tempo, i sommi sacerdoti, gli scribi e gli anziani mandarono a Gesù alcuni farisei ed erodiani per coglierlo in fallo nel discorso.
    E venuti, quelli gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non ti curi di nessuno; infatti non guardi in faccia agli uomini, ma secondo verità insegni la via di Dio. E' lecito o no dare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare o no?».
    Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse: «Perché mi tentate? Portatemi un denaro perché io lo veda».
    Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: «Di chi è questa immagine e l'iscrizione?». Gli risposero: «Di Cesare».
    Gesù disse loro: «Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio». E rimasero ammirati di lui

    Marco 12,13-17

  12.  

    Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio

    Gesù ci ricorda cosa significhi onestà.
    Quando avevo 7/8 anni andai con la mia mamma da un falegname. Mentre lei parlava con questo signore mi misi a giocare con un pezzo di legno trovato per terra, un avanzo di lavorazione. Dopo un po' uscimmo dal negozio ed entrammo in macchina, la nostra mitica 500 gialla che chiamavamo pasticca (io ero il marconista pasticchino). Mia madre mise in moto, ma prima di partire mi guardò dello specchietto retrovisore, stavo sui sedili posteriori, e si accorse che ancora avevo il pezzetto di legno preso nella bottega dell'artigiano, e mi chiese "dove lo hai preso" - "nel negozio" - "hai chiesto se potevi prenderlo?" - "Mamma, era per terra, lo buttava via" - "E' tuo?" - "No, ma lo buttava via" - "Se non è tuo devi chiedere il permesso al Sig. Staccioli se puoi tenerlo" - "Ma dai!"
    La mia mamma spense il motore, si voltò verso di me e mi disse "prendere senza permesso un milione, una gomma o un pezzo di legno si chiama sempre rubare, qualunque cosa tu prenda. Vai dal nostro amico, chiedigli scusa di aver portato via quel frammento, domanda se puoi tenerlo e, se ti dice di si, conservalo pure".
    Ora voi dovete sapere che io, chi mi conosce forse non ci crederà, fino all'età di 16 anni ero estremamente timido e vergognoso. Pensare di fare una cosa del genere era impensabile.
    Siamo stati in macchina la bellezza di due ore, perché mi rifiutavo di scendere dalla macchina e la mia mamma dopo avermi spiegato con amore e dolcezza il perché ed il percome mi disse che non ci saremmo mossi di lì fin tanto che non fossi andato a porgere le mie scuse al falegname. Due ore interminabili (me lo disse poi lei che erano state due ore una volta cresciuto) delle quali ricordo ogni singolo momento: lo sguardo serio e dolce di mia madre, la sua fermezza, lo stato di imbarazzo. Non ero facile da convincere, ma quando capivo ero il primo a voler cambiare direzione. Ci misi un po', ma alla fine scesi di macchina e andai da quell'omino secco e simpatico a dirgli che avevo preso da terra un qualcosa di suo senza averne il permesso. Immaginatevi la sua faccia meravigliata. Ricordo che questo anziano signore voleva molto bene alla mia mamma, e chi non gli voleva bene, e di conseguenza a me. Ho nel cuore ancora la sua carezza ed il suo sorriso quando mi disse "certo che lo puoi prendere".
    Mi sentii sollevato, ma anche rosso in viso per la vergogna. Fiero uscii dal negozio per essere riuscito a fare una cosa tanto difficile per me. La gioia della mia mamma si leggeva negli occhi, contenta per avermi dato un insegnamento che ancora oggi porto nel cuore.

    Troppo spesso ci dimentichiamo di certi principi e in nome di un opportunismo ormai comune a tutti prendiamo ciò che ci capita a tiro, incuranti se facciamo del male a qualcuno perché la cosa importante è stare bene noi.
    E' in quest'ottica che nascono i mali di questo mondo.
    Cambiamo modo di fare, tutti noi sappiamo quale sia l'onestà, comportiamoci in maniera tale ed il mondo pian piano cambierà perché noi siamo le radici della nostra società e cambiare dalle fondamenta significa dare un volto nuovo alla struttura che vi è costruita sopra.

    •  
      CommentAuthornonparte
    • CommentTime5 Jun 2012
     

    Gli avversari di Gesù volevano tendere un tranello su una questione dibattuta anche allora e quindi accusarlo per diminuirne l’influenza. Gruppi, che prima erano in contrasto tra loro, si uniscono per combattere l’avversario di turno, questo succede anche oggi. Molte volte, persone o gruppi, si alleano per difendere privilegi contro coloro che annunciano la verità e la giustizia.
    Gesù coglie l’ipocrisia delle possibili risposte. Non perde tempo nella sua replica e centra la questione: praticare la giustizia e l’onestà.

    Il rapporto con il denaro è l'immagine più fedele del rapporto che abbiamo con Dio: la nostra economia si deve fondare sul dono totale di noi stessi.
    Il denaro è un feticcio che rappresenta il potere, la forza, il prestigio, l'autorità; denaro significa autonomia, certezze, è un simulacro dell'affetto e, spesso, dell'amore. Un rapporto incerto e malato con il denaro e la “roba” ci rende bambini capricciosi, adulti non cresciuti.

    (Grazie Riccardo dell’episodio riferito, anche un oggetto inutile, preso all’insaputa del proprietario non ci appartiene e, dopo quelle due ore, hai capito la lezione e sei cresciuto…)

  13.  

    Addì 6 giugno 2012

    In quel tempo, vennero a lui dei sadducei, i quali dicono che non c'è risurrezione, e lo interrogarono dicendo:
    «Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che se muore il fratello di uno e lascia la moglie senza figli, il fratello ne prenda la moglie per dare discendenti al fratello.
    C'erano sette fratelli: il primo prese moglie e morì senza lasciare discendenza;
    allora la prese il secondo, ma morì senza lasciare discendenza; e il terzo egualmente,
    e nessuno dei sette lasciò discendenza. Infine, dopo tutti, morì anche la donna.
    Nella risurrezione, quando risorgeranno, a chi di loro apparterrà la donna? Poiché in sette l'hanno avuta come moglie».
    Rispose loro Gesù: «Non siete voi forse in errore dal momento che non conoscete le Scritture, né la potenza di Dio?
    Quando risusciteranno dai morti, infatti, non prenderanno moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli.
    A riguardo poi dei morti che devono risorgere, non avete letto nel libro di Mosè, a proposito del roveto, come Dio gli parlò dicendo: Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e di Giacobbe?
    Non è un Dio dei morti ma dei viventi! Voi siete in grande errore»

    Marco 12,18-27

  14.  

    Non è un Dio dei morti ma dei viventi

    Molti vedono Dio come un qualcosa di lontano, in certi casi da esorcizzare perché parla della vita eterna dopo la morte, ed oggigiorno anche solo pensare alla morte è un tabù.
    Borsellino diceva "chi ha paura della morte muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola". La morte non deve far paura perché Gesù stesso ci dice di essere il Dio dei vivi. La morte è quindi solo un passaggio da una vita ad un'altra. Liberi di non crederci ovviamente, ma pensate a quante vite cambiamo nel nostro percorso terreno. Innanzitutto passiamo da una vita dentro il grembo di nostra madre, immersi nel liquido, dove respiriamo tramite un cordone, ad una vita completamente diversa dove possiamo muoverci, respirare autonomamente, correre, pensare, parlare. Eppure se due feti si incontrassero prima della nascita e si parlassero cercando di capire cosa accadrà quando usciranno da lì, nessuno potrebbe averne consapevolezza certa. Unica cosa sicura è che usciranno perché altri feti prima di loro sono spariti dal mondo dei nascituri, ma nessuno è mai tornato indietro a raccontare cosa ha visto o cosa ha fatto, anzi ognuno di noi si è completamente dimenticato delle sensazioni provate in quella realtà. Possono solo immaginare che andranno a stare meglio, che la vita cambia e migliora, come salire una scala dove al primo gradino l'aria è un po' viziata, il panorama limitato, ma salendo le cose migliorano e all'ultimo gradino avremo una visione meravigliosa in un mondo fantastico. Quale esso sia non è dato di saperlo, ma la nostra esperienza di uomini ci dovrebbe far capire che ciò che oggi vediamo è una visione parziale della realtà, così come un feto ha una prospettiva incompleta della vita. Anche Platone, pur essendo nato diversi anni prima di Cristo, diceva queste cose con il suo "mito della caverna".

    Un'altra considerazione. Non credete in Dio? Benissimo, ma vi siete domandati chi ha creato tutto ciò che in questo mondo esiste, che lo vediate o meno, a partire dagli atomi per arrivare alle galassie sconfinate distanti miliardi di miliardi di chilometri? La Natura secondo voi ha creato la materia che poi ha dato origine all'universo e a tutte le forme di vita esistenti in esso. Ci sono tante teorie, ma come tali ... sono solo teorie. All'interno di queste trova posto anche quella di una creazione da parte di Dio. Mi viene da fare una riflessione. Chiunque sia stato a creare quello che vediamo, che si chiami Natura, Allah o Dio, ha fatto un ottimo lavoro. Tutto è perfetto, in continuo movimento e trasformazione, un meccanismo incredibile e fantastico. Tra tutte le cose create c'è l'uomo, l'unico essere dotato di capacità vicine a quelle di un Dio. Se le rocce potessero pensare e parlare direbbero di noi "Ma come fanno a muoversi, costruire, viaggiare, mangiare" e ci vedrebbero come esseri superiori. Lo stesso le piante e persino gli animali. Assodato che siamo l'essere con le migliori caratteristiche che esista, viene da chiedermi il perché, Dio, Natura o altro, abbia creato l'uomo che è sopraelevato rispetto ad ogni altra forma di creazione per farlo durare pochissimo tempo. Vivere 70, 80 o 100 anni è ben poca cosa rispetto ai pianeti che sono lì che girano senza fine da miliardi di anni, o rispetto alle montagne che ci sono da milioni di anni. Anche molti alberi durano più di noi. Ma non vi fa rabbia pensare che noi, unici essere pensanti che tagliamo legna e scaviamo gallerie nelle rocce, dureremo meno di loro? Beh, non è così, non sarebbe nella logica della creazione da qualsiasi parte sia arrivata. L'essere con le migliori caratteristiche deve essere quello che dura più di tutti e, ne sono convinto, così è. Ci sarà un passaggio da una vita ad un'altra vita, così come il feto passa da una vita ad un'altra dimentico di quella precedente.

    • CommentAuthorclod
    • CommentTime6 Jun 2012
     

    Riccardo mi hai fatto riflettere davvero su una cosa come la morte in un modo davvero unico , non avevo mai sentito una riflessione così ................:face-smile:

    Grazie è una visione che apre un nuovo orizzonte di valutazione:face-angel:

  15.  

    Grazie Clod :face-angel:

  16.  

    Addì 7 giugno 2012

    Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare perché tu possa mangiare la Pasqua?».
    Allora mandò due dei suoi discepoli dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo
    e là dove entrerà dite al padrone di casa: Il Maestro dice: Dov'è la mia stanza, perché io vi possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?
    Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala con i tappeti, gia pronta; là preparate per noi».
    I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono per la Pasqua.
    Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo».
    Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti.
    E disse: «Questo è il mio sangue, il sangue dell'alleanza versato per molti.
    In verità vi dico che io non berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo nel regno di Dio».
    E dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi

    Marco 14,12-16.22-26

  17.  

    Allora mandò due dei suoi discepoli dicendo loro: «Andate in città e ...

    Un bambino piccolo ha fiducia nei suoi genitori. Non capisce bene il perché di tante cose, ma non si fa tanti problemi ad obbedire perché sa che papà e mamma lo amano e vogliono il suo bene.

    Noi in chi abbiamo fiducia? Personalmente ho ricevuto tante fregature e tante altre ne riceverò, ma ho una fiducia estrema in Dio. Purtroppo a volte faccio le bizze e non faccio ciò che Dio mi chiede, ma quasi sempre ci provo perché in fondo so che ha ragione Lui.

    Penso spesso alle persone egoiste che accumulano per sé senza condividere con gli altri neppure il superfluo. Mi domando se loro sanno cosa stanno facendo, mi chiedo se qualcuno ha mai parlato loro di condivisione.
    A prescindere dalla Fede in Dio e dagli insegnamenti del Vangelo, credo che una persona egoista, al pari di chi si comporta male in qualunque altro frangente, sia consapevole della sofferenza che provoca negli altri o nel non alleviare i dolori di chi patisce in nome di un suo sempre maggior benessere. Chi non sa è solo perché non vuole ascoltare la voce della propria coscienza, i media che parlano dei mali del mondo, le associazioni che continuamente chiedono aiuto per ogni sorta di afflizione.
    A volte chiudo gli occhi per immedesimarmi nel mio prossimo e cerco di capire come sarebbe la mia vita se on avessi Fiducia in Dio, se non sapessi chi ascoltare, da chi lasciarmi consigliare.
    Le mogli ed i mariti tradiscono, i figli si ribellano e poi se ne vanno pensando alla loro vita, gli dei che possiamo costruirci (denaro, sesso, potere, cantanti e calciatori) vengono meno come neve al sole ed anch'essi tradiscono le nostre aspettative.
    In chi possiamo credere e lasciarsi consigliare?

    La risposta l'ho sempre avuta nel mio cuore: Dio. E' però una pianticella che va alimentata, curata, potata ogni giorno, ed il Signore questo lo sa bene. Da un lato ci mostra la Sua dolce Potenza facendo accadere cose nelle quali mai avremmo sperato, dall'altro ci indica la strada da seguire.
    E' una crescita, un cammino che facciamo insieme, tanto più abbiamo Fede e lo ascoltiamo, tanto più Lui si mostra e ci è vicino.

    Quando morì la mia mamma nulla era più come prima. Avevo fiducia in lei, ma anche senza volerlo, anzi lottando fino all'ultimo, mi aveva abbandonato. Mi sentivo solo in mezzo alla strada della vita, con centinaia di macchine che mi sfrecciavano vicine come se la mia disgrazia non importasse a nessuno, auto che non si preoccupavano di investirmi e andavano per il loro cammino. Ero frastornato, ma sapevo che potevo contare su Dio. Lo sapevo nel cuore ma non me ne rendevo conto con la mente e tentavo di attraversare la strada. Un piede a destra ma passava una macchina e me lo pestava, un braccio a sinistra ed un camion lo urtava. Volevo uscire da quella situazione, gridavo il mio dolore, chiedevo aiuto alzando le mani alle macchine in corsa. Ma nessuno si fermava, nessuno si accorgeva di me. Le mie urla disperate non erano nemmeno sentite tanto era il frastuono dei motori, i finestrini chiusi, le radio ad alto volume.
    Non sapevo più cosa fare e stremato mi accasciai al suolo nella speranza che qualche vettura ponesse fine alle mie sofferenze. Non avevo però smesso di pregare, di chiedere a Dio un aiuto. Quando il cuore si collegò al cervello capii che in questo mondo c'ero anche io, che avevo diritto pari agli altri di percorrere quella strada, anche se avevo la carrozzeria malconcia, il motore che non girava e le gomme sgonfie. Ma una macchina anche in questo stato cammina lo stesso e pian piano si può anche ripararla. Mi vidi non più vittima, ma attore della mia vita. Mi rialzai e mi rimisi in viaggio. Quello era ciò che il Signore voleva da me. Paziente era stato tutto quel tempo ad aspettare che mettessi in pratica ciò che nel mio cuore già conoscevo: non darsi per vinto. Appena tentai di mettermi in piedi sentii subito una gran forza, non vidi la meta, ma capii la direzione da prendere. La macchina si rimise in moto e, seppur sbilenca e malconcia, riprese la rotta. Non sapevo in quale porto sarei approdato e men che mai cosa sarei andato a fare, ma una cosa l'avevo capita bene: dovevo proseguire. La fatica era tanta, ma con il passare del tempo acquistai forza perché Gesù mi faceva capire con mille segnali stradali che ero della direzione giusta. La macchina si rafforzò, gonfiai le gomme, riparai il motore, riverniciai la carrozzeria e lentamente mi trasformai da utilitaria a furgone a camion a bulldozer spianando la strada a tanti bambini che ancora non sapevano camminare ed avevano paura delle mille macchine che passavano loro vicino, insegnando loro ad avere fiducia in Dio trasformandoli da pedoni ad automobili che, una volta pronti, superavano il lento bulldozer per correre nella vita.

  18.  

    Addì 8 giugno 2012

    In quel tempo, Gesù continuava a parlare, insegnando nel tempio: «Come mai dicono gli scribi che il Messia è figlio di Davide?
    Davide stesso infatti ha detto, mosso dallo Spirito Santo: Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici come sgabello ai tuoi piedi.
    Davide stesso lo chiama Signore: come dunque può essere suo figlio?». E la numerosa folla lo ascoltava volentieri

    Marco 12,35-37

  19.  

    Come mai dicono gli scribi ...

    Chi sono gli scribi oggi?
    Sono coloro che si sentono bravi, saggi, furbi, superbi, senza macchia, sono quelli che puntano il dito contro chi fa e sono i primi a stare a guardare, sono le persone che vedono il marcio, ma non si sporcano le mani per pulirlo, sono le famiglie che pur potendo non prendono un bambino in affido e magari considerino chi lo accoglie un povero illuso.

    Gesù parla e le persone che non sono "scribi" lo ascoltano volentieri perché ha parole di vita, insegnamenti semplici che si possono toccar con mano e mettere in pratica ogni giorno.

    Non restiamo comodamente seduti nelle nostre poltrone puntando il dito contro tutti, ma rimbocchiamoci le maniche e diamo un senso alla nostra esistenza che vada al di là del nostro mero egoismo. Di cose da fare per il prossimo ce ne sono tante, scegliamone una e partiamo senza guardare in faccia alle persone che criticano ... con il nostro esempio cambieranno ... anche noi eravamo così.

    •  
      CommentAuthornonparte
    • CommentTime8 Jun 2012
     

    Gesù critica l’incoerenza dei dottori della legge, non era d’accordo con l’idea di un messia, che sarebbe venuto quale re potente per dominare ed imporsi sui suoi nemici. I poveri erano in attesa del messia non dominatore, ma servo di Dio per l’umanità.
    Nel Vangelo ritorna con insistenza la domanda: Chi è Gesù? Gesù è il Messia. Che cosa significa essere il Messia e quale relazione c’è tra il Messia e Dio?
    Il Messia compie la sua missione nella sofferenza ed è il Figlio che Dio ama.
    Gesù possiede una doppia nascita: da Dio e dalla Vergine Maria, nell'eternità e nel tempo.

    Gesù non è una favola creata dagli uomini per consolarli nelle sofferenze della loro esistenza, è il Figlio che il Padre ha inviato non per creare un regno tra i regni. Il regno di Dio non è legato alla realtà materiale.

    •  
      CommentAuthornonparte
    • CommentTime8 Jun 2012
     

    Le domande del brano di oggi sono rivolte a noi tutti. Le ripeto per far riflettere:
    Gesù, come può essere Figlio di Davide?
    Che idea ci siamo fatti del Signore? Chi pensiamo che sia?
    Non sono domande solo per teologi.

  20.  

    Addì 9 giugno 2012

    In quel tempo, Gesù diceva alla folla mentre insegnava: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze,
    avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti.
    Divorano le case delle vedove e ostentano di fare lunghe preghiere; essi riceveranno una condanna più grave».
    E sedutosi di fronte al tesoro, osservava come la folla gettava monete nel tesoro. E tanti ricchi ne gettavano molte.
    Ma venuta una povera vedova vi gettò due spiccioli, cioè un quattrino.
    Allora, chiamati a sé i discepoli, disse loro: «In verità vi dico: questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri.
    Poiché tutti hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella sua povertà, vi ha messo tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere»

    Marco 12,38-44

  21.  

    Tutti hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella sua povertà, vi ha messo tutto quello che aveva

    Madre Teresa diceva che se una persona fa del bene, per essere vero bene deve essere un sacrificio.
    Capita spesso di assistere, anche in tv, ad eventi perla raccolta fondi per una data associazione o per un certo progetto. Iniziative riservate a gente ricca che dopo aver dato la propria offerta è sempre straricca, gente per la quale versare centomila euro o dollari è come per un comune mortale dare dieci euro. Ben venga il loro aiuto, ma avrei piacere di sapere quanti di loro fanno quella donazione con amore e con una propria rinuncia personale. Le motivazioni possono essere tante: fare pubblicità per un film o per la propria azienda, conoscere in quell'occasione persone che possano tornarci utili come politici o vip ammanicati, perché ci vanno tutti e l'assenza di uno sarebbe come gridare di non appartenere ad un certo mondo. Notate poi come tutti i fondi convergano nelle stesse associazioni perché ormai è di moda essere al loro fianco.
    C'è però un mondo parallelo, fatto di persone che ogni giorno cercano di trovare un centesimo in più per poter dare un pezzo di pane ad una persona che muore di fame, persone che si rimboccano le maniche e con fatica vanno a bussare a tutte le porte ricevendo mille no nella speranza di trovare almeno un si, di trovare qualcuno disposto ad ascoltare con il cuore e a donare nell'ombra ciò che serve veramente e non le briciole tanto per accontentare quella persona, che magari ti è stata raccomandata da qualcuno che un domani potrebbe favorirti nella tu attività.
    Come sarebbe bello se le persone donassero sé stesse. Non parlo di soldi, guai a toccarli, sono il dio di questa umanità, ma parlo di dono di sé, del dono della propria presenza a fianco di chi soffre o a fianco di chi lavora tutti i giorni per il prossimo. Prendere nella propria casa una persona anziana togliendola da un triste ospizio, accogliere in affidamento un bambino levandolo dagli abusi quotidiani all'interno della sua famiglia, vivere ogni giorno dentro una comunità che combatte la tossicodipendenza. Questo è veramente donare, questo fa male perché richiede sacrifici e rinunce, questo è ciò che ci chiede Dio guardando l'umanità che soffre attraverso i nostri occhi.

    •  
      CommentAuthornonparte
    • CommentTime9 Jun 2012
     

    Il gesto della vedova è non solo generoso ma eccezionale perché va oltre l'obbligo. (E’ stata ricordata Madre Teresa “la carità deve far male…al portafoglio”)

    In varie occasioni offriamo molto del superfluo, ma cosa ci nobilita? Fino a che punto essere generosi?
    Non ci sono leggi matematiche, il principio è: essere generosi, senza cercare compensi!
    Il mio principio è: provare gioia dopo un’azione nata dal cuore, non faccio calcoli.

    Dobbiamo cercare la manifestazione della volontà di Dio nei poveri e nella condivisione.

    •  
      CommentAuthornonparte
    • CommentTime9 Jun 2012
     

    Ma in fondo cosa ci chiede Gesù?... di vivere la vita in modo completo.

    Ma come?...una vita d’amore non per il superfluo, per il quale occupiamo la maggior parte del nostro tempo e spendiamo le nostre migliori energie, non per passioni che ci travolgono fin quasi a diventare assolute, ma per una vita “gettata” come offerta (d’accordo anche con piccoli gesti rivolti al prossimo sofferente e ognuno può offrire qualcosa di buono).

  22.  

    Addì 10 giugno 2012

    Entrò in una casa e si radunò di nuovo attorno a lui molta folla, al punto che non potevano neppure prendere cibo.
    Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; poiché dicevano: «E' fuori di sé».
    Ma gli scribi, che erano discesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del principe dei demòni».
    Ma egli, chiamatili, diceva loro in parabole: «Come può satana scacciare satana?
    Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi;
    se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi.
    Alla stessa maniera, se satana si ribella contro se stesso ed è diviso, non può resistere, ma sta per finire.
    Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire le sue cose se prima non avrà legato l'uomo forte; allora ne saccheggerà la casa.
    In verità vi dico: tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini e anche tutte le bestemmie che diranno;
    ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito santo, non avrà perdono in eterno: sarà reo di colpa eterna».
    Poiché dicevano: «E' posseduto da uno spirito immondo».
    Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono a chiamare.
    Tutto attorno era seduta la folla e gli dissero: «Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano».
    Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?».
    Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli!
    Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre»

    Marco 3,20-35

  23.  

    Come può satana scacciare satana?

    Chiunque faccia qualcosa di buono, o almeno ci provi, trova sempre qualcuno che lo critica per quello che fa puntando il dito più sulle motivazioni che sugli aspetti visibili a tutti. Diceva Winston Churchill "la cattiva notizia ha fatto il giro del mondo quando quella buona deve ancora mettersi gli stivali". E così le malelingue infondono dubbi nelle menti di chi ascolta e vuole credere, perché così facendo trova un alibi per sé stesso che invece non fa. Se a questo aggiungiamo che siamo uomini e quindi abbiamo molte probabilità di sbagliare in buona fede, è facile demonizzare tutti inventando e pensando ogni male possibile.
    Mi hanno abituato sin da piccolo a non giudicare, a valutare ciò che vedo, elaborarlo si, ma senza dare un giudizio sulla persona. Un assassino compie un'opera spregevole, ma non per questo l'assassino è spregevole. Si giudica il peccato, ma non il peccatore, questo spetta a Dio. "Non giudicare se non vuoi essere giudicato".
    L'assassino è una persona che certamente ha sbagliato, ma che va aiutata a ritrovare la retta strada, quella attraverso la quale chiedere perdono con il cuore, non certo per convenienza, e progredire in un cammino di amore per il prossimo.

    Ogni persona che faccia del bene, un genitore che ami i propri figli, un sacerdote che abbia a cuore i fedeli della sua parrocchia, un insegnante che si faccia in quattro per i propri alunni, un politico che anteponga il bene della comunità ai propri interessi ... non può essere una persona cattiva anche se dovesse fare qualcosa di sbagliato.
    Oggigiorno, ma ieri era lo stesso, si è propensi a giudicare, a puntare il dito, a uccidere l'anima di chi fa un errore, qualunque esso sia. Di Gesù pensavano fosse stato mandato dal diavolo, ma se così fosse stato come avrebbe potuto fare del bene?
    Ed è così anche per noi. Chi fa del bene, come possiamo pensare che sia cattivo?
    Quante critiche piovono in faccia a chi accoglie un bambino in affido, ma accoglienza significa di per sé stesso amare, e come può una persona che ama essere una persona cattiva?
    Mi vien da dire "non ti curar di loro, ma guarda e passa".
    Ci isolano per questo? Meglio, significa che siamo nel giusto.
    Ricordo una volta che un signore mi chiese, eravamo nel primo anno della nostra vita di associazione, di cosa ci occupassimo. Risposi che avremmo aiutato bambini facenti parte di famiglie con problemi. Apriti cielo! Mi disse che eravamo degli imbecilli perché tali ragazzi sono senza speranza, figli di delinquenti e futuri criminali senza speranza di cambiare vita. Replicai, ma lui si arrabbiò talmente tanto da saltare la recinzione per picchiarmi. Se non ci fossero stati due miei amici a fermarlo non so cosa sarebbe successo. La cosa triste è che questa cosa l'ho sentita più e più volte.

    •  
      CommentAuthornonparte
    • CommentTime10 Jun 2012
     

    Gesù aveva problemi con la famiglia. La famiglia a volte aiuta, altre volte rende difficile il percorso di emancipazione e di scelte autonome.
    Ciò accadde con Gesù e avviene anche con noi.
    Gesù non seguiva più un comportamento normale, attorno a lui si riuniva tanta gente che non trovava più nemmeno il tempo di mangiare, forse comprometteva il nome della famiglia e del clan.
    Il clan, la comunità costituiva la protezione delle persone (veicolo della tradizione, difesa dell’identità). Dovrebbe essere anche adesso, soprattutto in tempo di crisi, per affrontare le spese che aumentano, tasse e servizi idem, per superare la mentalità individualista, vincere la paura della delinquenza invece di rinchiudersi in se stessi e pensare solo alle proprie necessità.

    Praticare l’accoglienza, l’ospitalità invece di escludere e separare allargare la famiglia, creare comunità, accogliere gli esclusi, gli emarginati, aiutare chi è in difficoltà, riscoprire il senso profondo di famiglia, di vita comunitaria, esprimere il vero amore nell’amore verso il prossimo.

    •  
      CommentAuthornonparte
    • CommentTime10 Jun 2012
     

    Ma oggi non è la festa del Corpus Domini?

  24.  

    Addì 11 giugno 2012

    E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino.
    Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.
    Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture,
    né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l'operaio ha diritto al suo nutrimento.
    In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza.
    Entrando nella casa, rivolgetele il saluto.
    Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi

    Matteo 10,7-13.

  25.  

    Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date

    Quante volte in un giorno ci lamentiamo? Ho sete, ho fame, mi annoio, mi fa male un piede, mi sente la testa, vorrei essere nel tal posto, vorrei fare la tal cosa, che fatica, quanta pazienza ...
    Avete mai provato per un attimo, nel momento in cui vi lamentate che vi manca qualcosa, a pensare a cosa avete?
    Mangiate tutti i giorni, bevete ogni cosa che volete in ogni momento, se vi fa male un piede o la testa quante altre parti del corpo stanno bene, il luogo ove vivete, la casa che avete, la democrazia che respirate ...
    Stiamo talmente bene da non voler guardare a chi soffre, a chi farebbe salti mortali per avere un centesimo di quello che noi abbiamo da sempre. Diamo tutto per scontato, la salute, gli affetti, una vita senza troppi scossoni ... tutte cose che ci sono dovute. E come brontoliamo quando qualcuna di esse ci viene tolta o si erode un pochino.
    Ma da dove ci arriva tutto questo? E' merito nostro l'essere nati in un paese dove non ti imprigionano per le tue idee o non ti uccidono per aver tradito il marito? Abbiamo fatto qualcosa per meritarci un figlio nato paffutello ed in buona salute? Avere da mangiare tutti i giorni l'affetto di tante persone è un nostro diritto di nascita?
    Pensate ... e se foste nati altrove dove miseria, angherie, soprusi, violenze sono all'ordine del giorno?
    Se un amico vi porta un dono per il vostro compleanno, o una bottiglia di vino quando viene a cena penso sia normale per voi ringraziarlo. Sarete riconoscente verso quella persona non solo a parole, ma ricambierete il favore, il dono, il sorriso, l'affetto sia perché donare è gioia, ma anche per creare un buon rapporto che duri nel tempo.

    Perché non facciamo lo stesso nei confronti di chi ci ha dato la vita, a prescindere da come lo vogliamo chiamare. Per me si chiama Dio, per altri Allah, per altri ancora destino o natura ... poco importa. Quello che conta è che è doveroso ringraziare per ciò che abbiamo, necessario per instaurare un buon rapporto e sperare così di poter continuare ad avere l'amore di chi ci ha generati, gratificate condividere con altri ciò che noi abbiamo avuto.

    Voi, i vostri figli, i vostri nipoti siete nati in una bella famiglia che vi ha amato.
    Pensate a quanti bambini nascono, anche nel nostro bel paese, in famiglie disgraziate, in mezzo alla fame più nera, vittime sin da subito di pedofili e approfittatori. Non tappatevi gli occhi pensando che certe cose da noi non accadano, è troppo comodo.
    Accogliete fra le vostre braccia un bambino, dategli quell'amore che avete ricevuto voi gratuitamente.
    Potete cambiare la vita di un piccolo cucciolo d'uomo, fare la differenza nella sua vita.
    Pensatevi come figli che Dio ha affidato a una bella famiglia, ed ora che siete adulti e in grado di camminare con le vostre gambe potete prendere in affidamento un bambino e ringraziare Dio del bene che vi ha voluto dandovi quei genitori che vi hanno saputo crescere ed amare con tutto il loro cuore.

    •  
      CommentAuthornonparte
    • CommentTime11 Jun 2012
     

    E’ un invito a vivere ogni giorno ispirati dallo Spirito Santo per compiere opere di vita celeste. Anche se siamo deboli, pieni di difetti, possiamo amare in modo gratuito: accogliamo le persone, soprattutto quelle escluse per vari motivi.
    Con gesti gratuiti si comunica l’amore di Dio per favorire la convivenza ed eliminare rapporti interpersonali difficili.

    “Il Regno dei cieli è vicino!” significa che è alla portata di ognuno, basta avere un cuore nuovo per pensare ed agire, partendo dall’insegnamento cristiano, in modo da vivere pacificamente.

    • CommentAuthormarisa
    • CommentTime11 Jun 2012
     

    C'era una volta un ragazzo che come San Francesco ha lasciato la sua vita agiata per donarsi ai più bisognosi. In questa sua scelta di vita, ha dovuto affrontare tante traversie: dall'essere messo in discussione la sua predisposizione verso il prossimo alla sua fede, dalla sua onestà nel gestire soldi alla sua lotta contro le istituzioni a favore dei bambini. Come San francesco dopo tanti sbagli e tante lotte per affermare le sue convinzioni ha iniziato a camminare da solo, lontano da chi gli voleva imporre delle regole, seguito solo da una schiera di adepti (lo so che è un termine sbagliato, ma rende bene l'idea) pronti a dargli una mano.
    A differenza di San Francesco, però che aveva deciso di andarsene in esilio, questo ragazzo ha continuato a perseguire il sua fine e dopo 25 anni, penso, oggi stia raccogliendo i frutti delle sue infinite lotte...
    ORA ! siccome questo ragazzo non è un santo ma è comunque un essere umano, col tempo, le sue esperienze, la sua caparbietà, le sue lotte lo hanno portato, giustamente, a pensare che le sue convinzioni sono indiscutibili. Parla di dialogo ma in effetti non accetta consigli altrui. Gli vorrei far notare che ciò che lui ha vissuto in 25 anni non può pretendere che gli altri lo vivino in poco tempo; gli vorrei far notare che se ha deciso di creare un sito internet non è per “emozionare” ma è per divulgare (mi riferisco al mio ultimo post) perchè il sito stesso è divulgazione; gli vorrei far notare che si parla tanto di liste di attesa di genitori affidatari e di tanti bambini in attesa ma non esiste un anello di congiunzione tra le parti,quindi perché predicare l'accoglienza e farci sentire piccoli e inutili solo perchè lui è riuscito quando io ho passato l'ultimo mese a compilare schede di disponibilità in ben cinque pseudo associazioni e non ho avuto nemmeno una telefonata?.
    Tutto ciò che ho scritto non è una critica ma un elogio a questo ragazzo che io reputo fantastico e che in modo virtuale gli voglio un bene dell'anima ma che non avendo mai avuto il piacere di conoscerlo posso capirlo solo attraverso la scrittura e mi viene da dire di mettersi ogni tanto in discussione altrimenti si pecca di onnipotenza.
    E adesso! Caro Riccardo! Dimmi che ho ragione! GRAZIE.....:face-devil-grin:

  26.  

    Carissima Marisa, se leggi ovunque non mi sono mai ritenuto infallibile, nè tantomeno onnipotente, ma se l'idea che ti sei fatta di me è questa, perché distoglierti?
    In fin dei conti se metto sulla bilancia da un lato tutte le cose belle che hai detto su di me, compreso questo ultimo bellissimo post, e la tua idea che mi senta onnipotente ...il conto mi porta a gongolare di gioia, specie perché le belle parole arrivano da una persona che mi piace moltissimo, sempre virtualmente parlando, e che in questi giorni di lunga assenza mi è mancata molto.
    Liste di attesa, anello di congiunzione. Non spetta a me farle ... io ci provo, ma come sai per legge non posso dare un bambino in affido e devo necessariamente mettere in collegamento i servizi con le persone, cosa poi accada non posso prevederlo.
    Tu con Torino non hai avuto una bella esperienza, altri hanno avuto diversa relazione. Non sta a me giudicare nè gli uni, nè gli altri, nè il tribunale.
    Proprio perché non credo di essere onnipotente io dico semplicemente che ci provo ... se non riesco perdonami ... non sono onnipotente :face-angel:

    Quando mi fanno un complimento dico sempre che il merito non è mio, ma del Signore.
    Dico sempre che se non fosse morta la mia mamma, adesso sarei un commercialista di provincia
    Se mi dicono "bravo" dico sempre che sono i miei bambini a illuminarmi ed io vivo solo di luce riflessa.

    Non mi sembra che questo voglia dire essere onnipotente ...

    Quello che tu chiami onnipotenza forse è la mia caparbietà, il mio non arrendermi mai, la mia consapevolezza che tanto ho sbagliato e tanto sbaglierò ma non mi arrenderò mai perché so per certo che se una cosa è buona riuscirò dove mille volte ho fallito, ma non grazie a me, bensì per merito dell'onnipotenza di Dio.
    Ed in questo possiamo riuscire tutti, basta volervlo, basta impegnarsi.
    Parli di un mese di fallimenti, io parlòo di 25 anni ... forse fra qualche tempo qualcuno ti chiamerà
    Io ho cominciato andando nelle case dove c'era povertà, abbandono, misera. Ho cominciato parlando con queste famiglie e prendendo i loro figli per portarli prima a giocare i fine settimana, poi a fare la lezione nei giorni feriali ed un passo alla volta ho creato, non certo da solo, l'Associazione.
    Pensa quanto sono onnipotente ... siamo nati gli stessi anni di Emerceny, del Telefono Azzurro e di Medici senza fronteiere ... loro sono a livelli internazionali, hanno migliaia di progetti e milioni ogni anno solo per parlare del cinque per mille. Noi ... siamo piccolini, prendiamo 19.000 euro l'anno con il cinque per mille e stentiamo a chiudere il bilancio in pareggio. Loro aiutano migliaia di bambini, io solo 11 ... la chiami onnipotenza?

    Il dialogo. Nei prim post dicevi che ti piaceva tanto dialogare con me. Una divergenza di opinioni ti ha fatto cambiare idea?
    Darti ragione? Ma dai, davvero vuoi che ti dia ragione?

    • CommentAuthormarisa
    • CommentTime11 Jun 2012
     

    E ci risiamo!! come al solito con te devo sempre chiarire...mi consideri tano cretina da pensare che la mia esperienza a torino sia colpa tua? non hai capito niente di me.
    SIII mi devi dare ragione perchè sei permaloso

    • CommentAuthormarisa
    • CommentTime11 Jun 2012
     

    DONNE DEL FORUM secondo voi Riccardo è permaloso?

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime11 Jun 2012
     

    Scusa Marisa, ma il mio scopo in questo Forum non è tanto di parlare di Riccardo, nè di te, ma di parlare di affido.
    Io conosco Riccardo di persona, però non voglio nè farne le lodi, nè darti ragione dicendo che è permaloso....perchè proprio non mi sembra questo il contesto giusto.
    Poi sinceramente essere permalosi non mi sembra un grave difetto...io per esempio sono molto permalosa, anche se so comunque mettermi in discussione

  27.  

    Addì 12 giugno 2012

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: " Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini.
    Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte,
    né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa.
    Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli

    Matteo 5,13-16

  28.  

    Voi siete il sale della terra. Voi siete la luce del mondo.

    Pensiamo a come sarebbe mangiare sempre senza sale, oppure pensiamo se fosse sempre buio, 24 ore al giorno, senza né una candela, né una lampadina a illuminare i nostri giorni.
    Parlare, dialogare serve a portare le nostre idee, i nostri principi, i nostri valori agli altri. E' come se in una stanza buia arrivasse una persona con una candela accesa e passasse la luce alle persone più vicine. Queste a loro volta condividerebbero la luce con quelli accanto e così via. In breve tempo tutto il mondo sarebbe illuminato. Così ha fatto Gesù. E' venuto nel mondo con la luce delle Sue parole, con i valori raccolti poi nel Vangelo. Ha insegnato alle persone che ha incontrato e alcuni di loro hanno poi condiviso le Parole del Signore con tutti quelli che potevano con ogni mezzo a loro disposizione: viaggiando, scrivendo, parlando nelle piazze. E da loro si è creata una folla, poi una comunità ed infine il mondo intero conosce i principi del Vangelo. Questo non vuol dire che li accolga o li condivida, ma è come un seme inserito nel terreno ... prima o poi germoglierà.

    Chi siamo noi agli occhi di Dio? Siamo luce che illumina, siamo coloro che possono fare la differenza per quelli che soffrono, siamo chiamati a dare da mangiare ai poveri, accogliere bambini maltrattati, pulire le piaghe degli anziani e degli ammalati, proteggere chi è perseguitato.
    Noi. Noi figli di Dio. Tutti, non solo chi crede, non solo chi riconosce Dio come Padre. Tutti. Chiunque aiuta il prossimo, con qualunque mezzo ha a disposizione, è luce che illumina il loro cammino, è sale che condisce la vita di chi soffre.
    Non c'è chi è più bravo o chi è meno bravo, non c'è chi è più capace o meno, non c'è chi fa di più o di meno. C'è solo chi fa e chi non fa.
    Hai fatto nella tua vita una sola telefonata ad un parente che sapevi stare male? Hai fatto del bene ed il Signore ne terrà conto.
    Fare del bene non è questione di quantità, ma di qualità. Ognuno di noi ha le proprie caratteristiche, ha talenti donati da Dio diversi, ma agli occhi del Signore siamo tutti uguali. Riuscire meglio o peggio non è importante, fondamentale è invece la volontà di fare ed impegnarsi per percorrere quella strada. Se una persona riesce ad aiutare 20 malati, un'altra ha le forze per uno solo, un'altra ancora entra in ospedale ma poi le viene impedito l'accesso alla camera ... ognuno ha portato la luce nella vita degli altri, anche colui che non è entrato perché almeno una persona, colui che l'ha bloccato, beneficerà del suo esempio di volontà di aiutare.
    Madre Teresa diceva "aiutiamo una persona alla volta" e così facendo ha illuminato il mondo.

    •  
      CommentAuthornonparte
    • CommentTime12 Jun 2012
     

    Il sale non esiste per sé, ma per dare sapore al cibo. La luce non esiste per sé, ma per illuminare il cammino. La comunità non esiste per sé, ma per servire le persone.

    Quale deve essere la nostra missione? Dare sapore, cioè senso e illuminare, rendere testimonianza.
    Il problema del nostro tempo è la religione che ha perso la fede, non basta salvare il mondo, andare in chiesa, fare i bravi ma rendere presente che il cristianesimo può salvare, non richiudersi ma fare comunità.

    • CommentAuthormarisa
    • CommentTime12 Jun 2012
     

    Elen secondo te di cosa dovrei parlare....di quanta televisone far vedere ai bambini o come usare il cellulare visto che non ho esperienze in merito? come vedi non mi permetto di entrare nelle altre discussioni...

  29.  

    Addì 13 giugno 2012

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: " Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento.
    In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto.
    Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli

    Matteo 5,17-19

  30.  

    Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti

    Il nostro dovere di genitori è quello di insegnare ai bambini, ai nostri figli, le regole del vivere civile, la morale, i doveri.
    E' una continua ribellione, una doma difficile. Giorno dopo giorno, dieci insuccessi contro un solo risultato positivo e pian piano quelle regole entrano nel loro cuore e cominciano ad avere un senso per loro. Nel libero arbitrio che lasciamo ai nostri ragazzi è poi insita la scelta tra il bene ed il male ed ogni decisione di come vivere la vita spetta a loro. Quando sbagliano li correggiamo e man mano che crescono, che si sentono forti e indipendenti, danno sempre meno retta alle nostre parole.
    Arriva un momento in cui ogni consiglio che diamo è spesso preso come l'esatto opposto della cosa da fare. Non vuol dire essere cattivi o ingrati, ma la ribellione è nella nostra natura umana. Ci piace crescere a modo nostro, sperimentare le strade più difficili, quelle proibite.
    Noi genitori dobbiamo essere bravi, quando sono piccoli, a creare un substrato. Dire "sono piccoli, poi impareranno" è sbagliato, perché una piantina si raddrizza con facilità quando è piccolina e molto tenera, ma quando poi diventa un albero è assai più difficile poterne correggere la crescita.
    Il nostro essere genitori ci fa essere pazienti, versare lacrime amare in silenzio quando i nostri figli sbagliano, chiedere consigli su come comportarsi ... aspettare che capiscano e mettano in pratica i principi ed i valori ricevuti. E spesso questo accade.
    Ci sono purtroppo, e non è nemmeno cosa tanto rara, che la ribellione dei figli sia totale, ci sia un abbandono, un disamore verso i genitori, un rifiuto di tutto ciò che è stato loro donato, un allontanamento.
    Come dovremmo sentirci quando un figlio ci sputa addosso, quando si allontana e parla male di noi?
    Nel cuore ci sarà sempre l'amore per lui, ma arriva un momento in cui umanamente diciamo basta, chiudiamo la chiavetta e accettiamo la sua volontà di percorrere sentieri bui e privi di ogni ideale.

    Dio ci avverte. Ci dice che ci ama, che è paziente con noi come un Buon Padre, ma ci ammonisce sulle conseguenze. Abbiamo una vita intera per ascoltarLo, ma una volta giunti al capolinea, dopo una scelta di vivere ai margini dei Suoi insegnamenti, sarebbe troppo comodo, davanti alla realtà dei fatti, dire "fammi entrare, dammi il posto che avevi preparato per me".
    Sarebbe normale essere scartati. Non hai creduto in me, potrebbe dire Dio, adesso vai da un'altra parte.
    Invece no, il Signore, da Buon Papà, pur bacchettandoci, ci da una punizione leggera. Ci dice che facendo male ed insegnando le cose negative agli altri non ci caccia dalla Sua casa, ma ci tiene in minima considerazione.

    Quante volte sento persone che dicono "prego il Signore, ma Lui non mi esaudisce". E tu? Tu cosa hai fatto per Lui? Hai seguito i Suoi insegnamenti? Hai amato il prossimo tuo come te stesso? Hai messo davanti al tuo interesse quello degli altri? No?
    E adesso, ganzo ganzo, pretenderesti pure di ricevere qualunque cosa chiedi? Magari, nella Sua bontà, il Signore la concederà ugualmente, ma non sempre.
    Voi genitori, se aveste due figli, uno dei quali mette in pratica tutto quello che gli avete insegnato, è sposato, un buon lavoro, fatica dalla mattina alla sera per tenere unita la famiglia, vi viene sempre a trovare e vi riempie di attenzioni e di premure.
    L'altro figlio si droga, ruba, porta i ragazzini a compiere furti e rapine, fa avanti e indietro con la prigione e non si degna di ricordarsi di voi nemmeno a Natale.
    Se entrambi avranno bisogno di un favore, sarete disponibili nello stesso modo? No, e non sarebbe nemmeno giusto perché è bene che il figlio che ha preso una brutta strada sbatta la testa contro il muro che lui stesso ha creato. L'unica cosa che possiamo ancora fare per lui è quella di negargli il nostro aiuto, di tenerlo ai margini della famiglia affinché si accorga di quanto sia brutto esserne fuori, magari per poi riprendersi e tornare sui suoi passi.