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  1.  

    Inzio oggi questo nuovo post perché ci sono molte cose nella presente legge sull'affido, la 149 del 28/3/2001, da cambiare ed altre da aggiungere.
    L'ultima volta che sono stato a Roma a parlare con dei deputati per una questione della nostra associazione, ho tirato fuori l'argomento che l'attuale legge sull'affido non funziona ed ha diverse lacune. La cosa ha suscitato l'interesse dei miei interlocutori che mi hanno invitato a fare delle proposte scritte e a presentargliele al mio prossimo viaggio alla Camera.

    In questo post voglio cominciare a parlare dei possibili cambiamenti e vorrei il vostro aiuto.
    Farei così: oggi iniziamo dal primo articolo, commentiamo le cose che non vanno, proponiamo i possibili cambiamenti.
    Non passerei al secondo fino a quando ci siano commenti al primo, e così via.

    In rosso la parte secondo me da commentare o cambiare
    In blu l'argomento da approfondire, le proposte, le critiche

  2.  

    TITOLO I
    DIRITTO DEL MINORE ALLA PROPRIA FAMIGLIA
    Art. 1.

    1. Il titolo della legge 4 maggio 1983, n. 184, di seguito denominata «legge n. 184», è sostituito dal seguente: «Diritto del minore ad una famiglia».
    2. La rubrica del Titolo I della legge n. 184 è sostituita dalla seguente: «Princìpi generali».
    3. L’articolo 1 della legge n. 184 è sostituito dal seguente:
    «Art. 1. – 1. Il minore ha diritto di crescere ed essere educato nell’ambito della propria famiglia.

    2. Le condizioni di indigenza dei genitori o del genitore esercente la potestà genitoriale non possono essere di ostacolo all’esercizio del diritto del minore alla propria famiglia. A tal fine a favore della famiglia sono disposti interventi di sostegno e di aiuto.
    3. Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell’ambito delle proprie competenze, sostengono, con idonei interventi, nel rispetto della loro autonomia e nei limiti delle risorse finanziarie disponibili, i nuclei familiari a rischio, al fine di prevenire l’abbandono e di consentire al minore di essere educato nell’ambito della propria famiglia. Essi promuovono altresì iniziative di formazione dell’opinione pubblica sull’affidamento e l’adozione e di sostegno all’attività delle comunità di tipo familiare, organizzano corsi di preparazione ed aggiornamento professionale degli operatori sociali nonché incontri di formazione e preparazione per le famiglie e le persone che intendono avere in affidamento o in adozione minori. Questo non avviene quasi mai. Quasi mai vengono fatte promozioni verso l'affido. Le persone non sanno bene cosa sia l'affido, lo conoscono per sentito dire, spesso lo confondono con i periodi di vacanze dei bambini stranieri per cure mediche (ad esempio provenienti da Chernobyl). D'altra parte la legge non indica in quale misura debba essere fatta tale promozione, cosi' i comuni tendono a non spendere in promozione. Hanno tutto da guadagnarci: nessuna promozione significa pochissime famiglie affidatarie, significa meno personale da pagare per organizzare corsi o gruppi di auto-aiuto, meno bambini da dare in affidamento per mancanza di disponibilita', meno soldi da spendere per l'affido, piu' soldi da spendere per attivita' che abbiano maggiore visibilita' e portino piu' voti. Sarebbe pertanto opportuno che campagne sociali di sensibilizzazione verso l'affido possano avvenire a livello nazionale e che ogni comune (o consorzio di comuni per i comuni piu' piccoli, ma anche piu' corsi contemporaneamente in luoghi ed orari diversi per le citta' piu' estese come Roma e Milano) sia obbligato a tenere un corso costante di conoscenza dell'affido, ove possano partecipare non solo famiglie che vogliano conoscere l'affido, ma anche famiglie che gia' lo praticano, in modo che si formi una sinergia ed un reciproco aiuto alla presenza di esperti del settore come psicologi, pedagogisti, giudici minorili, servizi sociali, volontari che si occupino di minori).
    I medesimi enti possono stipulare convenzioni con enti o associazioni senza fini di lucro che operano nel campo della tutela dei minori e delle famiglie per la realizzazione delle attività di cui al presente comma.
    4. Quando la famiglia non è in grado di provvedere alla crescita e all’eduzione del minore, si applicano gli istituti di cui alla presente legge.
    5. Il diritto del minore a vivere, crescere ed essere educato nell’ambito di una famiglia è assicurato senza distinzione di sesso, di etnia, di età, di lingua, di religione e nel rispetto della identità culturale del minore e comunque non in contrasto con i princìpi fondamentali dell’ordinamento».

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime13 Feb 2012
     

    Concordo nel proporre e se è il caso "imporre" ai Comuni l"istituzione di Camapagne..per promuovere l"affido..l"ideale sarebbe un Protocollo Nazionale come linea guida, in modo che sia possibile avviare una Campagna ben strutturata, e adeguata, per arrivare ad avere in ogni Comune risorse adeguate alla necessità, cioè famiglie sufficienti a coprire il bisogno, ed eventualmente , "scambiarsi" famiglie idonee nei Comuni limitrofi.

    • CommentAuthorcitro
    • CommentTime13 Feb 2012
     

    Secondo me uno dei problemi è che le persone non hanno proprio idea dell'esistenza dell'affido quindi spesso lo scambiano addirittura con l'adozione per questo penso che oltre al corso sull'affido bisognerebbe imporre agli enti locali l'organizzazione periodica di convegni finalizzati alla promozione dell'affido che dovrebbero essere anticipati da una campagna pubblicitaria evidente e massiccia (alle volte per pubblicizzare i corsi sull'affido usano come formula quella dell'avviso pubblico che è un manifesto scritto in modo molto fitto e senza alcuna immagine che per lo più non viene letto da nessuno)

    Inoltre si potrebbe imporre l'organizzazione di incontri informativi per le scuole medie e superiori e di un concorso per tutte le scuole che riguardi l'affido. Sarebbe utilissimo secondo me per modificare la cultura degli adulti del futuro sul tema dell'affido ;):face-smile:

  3.  

    TITOLO II
    AFFIDAMENTO DEL MINORE

    Art. 2.

    1. All’articolo 2 della legge n. 184 sono premesse le seguenti parole: «Titolo I-bis. Dell’affidamento del minore».
    2. L’articolo 2 della legge n. 184 è sostituito dal seguente:
    «Art. 2. – 1. Il minore temporaneamente privo di un ambiente familiare idoneo, nonostante gli interventi di sostegno e aiuto disposti ai sensi dell’articolo 1, è affidato ad una famiglia, preferibilmente con figli minori, o ad una persona singola, in grado di assicurargli il mantenimento, l’educazione, l’istruzione e le relazioni affettive di cui egli ha bisogno.
    2. Ove non sia possibile l’affidamento nei termini di cui al comma 1, è consentito l’inserimento del minore in una comunità di tipo familiare o, in mancanza, in un istituto di assistenza pubblico o privato, che abbia sede preferibilmente nel luogo più vicino a quello in cui stabilmente risiede il nucleo familiare di provenienza. Per i minori di età inferiore a sei anni l’inserimento può avvenire solo presso una comunità di tipo familiare. Di fatto non accade, in quanto ci sono casi di bambini di eta' inferiore a 6 anni che vengono dati anche a famiglie che siano in grado di prenderli in adozione. Questa deroga e' dettata dall'esigenza di aprire a piu' famiglie la possibilita' di adozione di quei bambini con malformazioni che purtroppo in pochi vogliono accogliere. Il comma 3 prevede questa eventualita' ma solo in casi di necessita' ed urgenza. Sarebbe preferibile estenderlo ad ogni caso. Un bambino che abbia eta' inferiore a 6 anni ha maggiormente bisogno di una famiglia piuttosto che di una comunita'. Inoltre quando vengono tolti alle famiglie bambini di eta' inferiore a 6 anni significa che le cause sono molto gravi ed e' abbastanza consueto che tali bambini vengano poi dichiarati adottabili. In previsione di eventuali adozioni potrebbero essere dati in affidamento a famiglie che un domani, qualora se ne presenti la necessita', possano prenderli in adozione (adozione in casi particolari). Si potrebbe al limite prevedere che le famiglie, affidataria e biologica, non si incontrino e che la visita dei genitori naturali avvenga in luogo neutro.
    3. In caso di necessità e urgenza l’affidamento può essere disposto anche senza porre in essere gli interventi di cui all’articolo 1, commi 2 e 3.
    4. Il ricovero in istituto deve essere superato entro il 31 dicembre 2006 mediante affidamento ad una famiglia e, ove ciò non sia possibile, mediante inserimento in comunità di tipo familiare caratterizzate da organizzazione e da rapporti interpersonali analoghi a quelli di una famiglia.
    5. Le regioni, nell’ambito delle proprie competenze e sulla base di criteri stabiliti dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, definiscono gli standard minimi dei servizi e dell’assistenza che devono essere forniti dalle comunità di tipo familiare e dagli istituti e verificano periodicamente il rispetto dei medesimi».

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime15 Feb 2012
     

    e come spiegare gli episodi di violenze e maltrattamenti perpretati in alcune Case Famiglia, di cui la cronaca ha parlato? li che controlli sono stati effettuati? da chi? come si giustificano le rette che si pagano per ogni bambino? perchè tanti bambini crescono letteralmente in Casa Famiglia? e perchè ci sono famiglie affid. in attesa da anni?? questa dovrebbe essere una interpellanza con risposte rapide!
    Aprire all"adozione eventuale, la famiglia affidataria che ha in affido il bambino magari da anni..

    • CommentAuthorcitro
    • CommentTime13 Mar 2012
     

    Non me la sento molto di intervenire per inesperienza, ma voglio tirare sù il post perch+ mi sembra importante...

    Uno dei problemi che mi pare importante risolvere è il fatto che i bambini vengono dati in affido dopo tanto tempo rispetto al periodo in cui è sorta la situazione di disagio della famiglia di origine, perchè?

    1)perchè l'intervento dei servizi sociali avviene così in ritardo rispetto a quando si crea la situazione problematica?

    2)tutte le situazioni richiedono tutto questo tempo per rendersi conto che si rende necessario allontanare il bambino dalla famiglia di origine?

    3)ma come si potrebbe risolvere il problema senza creare situazioni in cui con troppa superficialità si allontanano bambini dalla propria famiglia?

    Io non ho proposte purtroppo, ma magari qualcuno di voi più esperto ha delle ipotesi...

  4.  

    Oggi a Roma per discutere le proposte che abbiamo presentato

    • CommentAuthorcitro
    • CommentTime14 Mar 2012
     

    incrocio le dita!!!:face-smile:

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime14 Mar 2012
     

    speriamo..e contiamo su Riccardo!!

  5.  

    Allora .... sono felicissimo.
    Ho avuto un incontro con un onorevole che ha un passato importante nel campo dei minori.
    Una persona che crede nel valore dell'affido e che è a fianco dei ragazzi e di tutti coloro lottano per loro.
    Un uomo che si è commosso mentre raccontava che spesso lo fermano per la strada per ringraziarlo per essere stato in adozione o in affido o per aver dato ad una coppia la possibilità di accogliere un bambino.
    Un Amico che ha detto di conoscerci da anni, che ci ha fatto i complimenti e che lasciando da parte il protocollo alla fine dell'incontro, nella sala dei Presidenti a Montecitorio, mi ha abbracciato con gli occhi lucidi.

    Le nostre proposte gli sono piaciute, le condivide anche se su una in particolare ha qualche riserva per la forma mentale politica di oggi.
    Ha proposto di organizzare insieme a noi un tavolo dove far sedere tutti coloro che rappresentano gli interessi dei bambini per arrivare a delle proposte comuni da presentare al ministro e cercare di portare avanti una proposta di legge condivisa.

    Non vi sto a dire tutti gli altri contatti importanti che ieri abbiamo avuto per non annoiarvi, ma posso dirvi che la cosa che si è smossa potrebbe portare a dei bei cambiamenti, magari pian piano, ma la strada è stata intrapresa e, come ben sanno coloro che mi conoscono, non sono un tipo che molla.
    Devo dire che l'interesse sul tema va al di là del colore politico e non dispero che si riesca a coinvolgere un alto numero di deputati che possano firmare la proposta di legge, e parimenti credo che ci possano essere firme "di peso" che diano maggiore consistenza ai nostri sforzi.

    • CommentAuthorcitro
    • CommentTime15 Mar 2012
     

    OTTIMA NOTIZIA!!!

    Dove posso leggere le modifiche che sono state proposte? Sonon quelle su questo post o ce ne sono altre?

    Grazien Riccarco, e buona giornata a tutti!

  6.  

    Ce sono diverse.
    Le considerazioni che ho fatto sono molto lunghe, comunque ve le posto qui anche perché è necessario condividerle per arrivare al tavolo che terremo forse a fine maggio con idee comuni, non solo tra noi, ma anche con altre associazioni.

  7.  

    Articolo 1 comma 3
    3. Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell’ambito delle proprie competenze, sostengono, con idonei interventi, nel rispetto della loro autonomia e nei limiti delle risorse finanziarie disponibili, i nuclei familiari a rischio, al fine di prevenire l’abbandono e di consentire al minore di essere educato nell’ambito della propria famiglia. Essi promuovono altresì iniziative di formazione dell’opinione pubblica sull’affidamento e l’adozione e di sostegno all’attività delle comunità di tipo familiare, organizzano corsi di preparazione ed aggiornamento professionale degli operatori sociali nonché incontri di formazione e preparazione per le famiglie e le persone che intendono avere in affidamento o in adozione minori.

    Questo non avviene quasi mai. Quasi mai vengono fatte promozioni verso l'affido. Le persone non sanno bene cosa sia l'affido, lo conoscono per sentito dire, spesso lo confondono con i periodi di vacanze dei bambini stranieri per cure mediche (ad esempio provenienti da Chernobyl). D'altra parte la legge non indica in quale misura debba essere fatta tale promozione, cosi' i comuni tendono a non spendere in promozione. Hanno tutto da guadagnarci: nessuna promozione significa pochissime famiglie affidatarie, significa meno personale da pagare per organizzare corsi o gruppi di auto-aiuto, meno bambini da dare in affidamento per mancanza di disponibilita', meno soldi da spendere per l'affido, piu' soldi da spendere per attivita' che abbiano maggiore visibilita' e portino piu' voti. Sarebbe pertanto opportuno che campagne sociali di sensibilizzazione verso l'affido possano avvenire a livello nazionale e che ogni comune (o consorzio di comuni per i comuni piu' piccoli, ma anche piu' corsi contemporaneamente in luoghi ed orari diversi per le citta' piu' estese come Roma e Milano) sia obbligato a tenere un corso costante di conoscenza dell'affido, ove possano partecipare non solo famiglie che vogliano conoscere l'affido, ma anche famiglie che gia' lo praticano, in modo che si formi una sinergia ed un reciproco aiuto alla presenza di esperti del settore come psicologi, pedagogisti, giudici minorili, servizi sociali, volontari che si occupino di minori).

  8.  

    Articolo 2 comma 2

    Per i minori di età inferiore a sei anni l’inserimento può avvenire solo presso una comunità di tipo familiare.

    Di fatto non accade, in quanto ci sono casi di bambini di eta' inferiore a 6 anni che vengono dati anche a famiglie che siano in grado di prenderli in adozione. Questa deroga e' dettata dall'esigenza di aprire a piu' famiglie la possibilita' di adozione di quei bambini con malformazioni che purtroppo in pochi vogliono accogliere. Il comma 3 prevede questa eventualita' ma solo in casi di necessita' ed urgenza. Sarebbe preferibile estenderlo ad ogni caso. Un bambino che abbia eta' inferiore a 6 anni ha maggiormente bisogno di una famiglia piuttosto che di una comunita'. Inoltre quando vengono tolti alle famiglie bambini di eta' inferiore a 6 anni significa che le cause sono molto gravi ed e' abbastanza consueto che tali bambini vengano poi dichiarati adottabili. In previsione di eventuali adozioni potrebbero essere dati in affidamento a famiglie che un domani, qualora se ne presenti la necessita', possano prenderli in adozione (adozione in casi particolari). Si potrebbe al limite prevedere che le famiglie, affidataria e biologica, non si incontrino e che la visita dei genitori naturali avvenga in luogo neutro.

  9.  

    Articolo 4 comma 3

    una relazione semestrale sull’andamento del programma di assistenza, sulla sua presumibile ulteriore durata e sull’evoluzione delle condizioni di difficoltà del nucleo familiare di provenienza.

    Sono pochissimi gli assistenti sociali che lo fanno, spesso non conoscono il caso e decidono sulle sorti dei bambini con "visite domiciliari telefoniche". Occorrerebbe prevedere una pena pecuniaria per l'assistente sociale inottemperante e per il comune che lo stipendia, prevedendo inoltre il licenziamento se cio' dovesse verificarsi per tre volte. In tale relazione si dovrebbero obbligare gli assistenti sociali a indicare le date precise in cui hanno incontrato il minore, la famiglia affidataria (o la comunita' familiare) e la famiglia di origine del bambino.

  10.  

    Articolo 5 comma 2

    Il servizio sociale, nell’ambito delle proprie competenze, su disposizione del giudice ovvero secondo le necessità del caso, svolge opera di sostegno educativo e psicologico

    questo non avviene quasi mai, i servizi sociali negano molto spesso la possibilità di dare al minore un sostegno psicologico - educativo poi nemmeno viene valutato - adducendo scuse tipo "non serve" - si pensi ad un minore che sia stato tolto ad una famiglia, agli abusi subiti ... non serve? - oppure dando appuntamenti a 6 mesi. Tutto questo perché i comuni non vogliono investire nell'affido perché non da loro visibilità, ne’ voti. Poi ci si lamenta se l'80 per cento degli affidi fallisce. Basterebbe avere a disposizione piu' psicologi infantili. Per quanto concerne il "sostegno educativo" ... gia' e' difficile avere un appuntamento con uno psicologo, figuriamoci se i comuni danno la disponibilita' di un educatore oppure pagano l'iscrizione ad un centro diurno o ad un oratorio.

  11.  

    Articolo 5 comma 2 (seconda parte)

    agevola i rapporti con la famiglia di provenienza ed il rientro nella stessa del minore secondo le modalità più idonee, avvalendosi anche delle competenze professionali delle altre strutture del territorio e dell’opera delle associazioni familiari eventualmente indicate dagli affidatari.

    E' una lotta impari, in quanto i comuni rifiutano l'intervento delle associazioni familiari nella maggior parte dei casi, sia perche' sono coloro che li mettono dinanzi ai loro doveri, sia perche' possono offrire un sostegno anche educativo e/o psicologico che il comune si troverebbe a dover pagare.

  12.  

    Articolo 5 comma 4

    Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell’ambito delle proprie competenze e nei limiti delle disponibilità finanziarie dei rispettivi bilanci, intervengono con misure di sostegno e di aiuto economico in favore della famiglia affidataria

    Qui si apre un baratro. I comuni si rifiutano spesso di portare avanti gli affidi, non pubblicizzano la possibilita' di accogliere un minore per non pagare le famiglie affidatarie e le comunita' di accoglienza. Da considerare che vista l'alta percentuale di fallimenti verso l'affido (dovuta in buona parte a scelte sbagliate da parte dei servizi - tipo un ragazzo difficile inserito in una famiglia con bambini piccoli o alla prima esperienza - oppure al fatto che le famiglie affidatarie, una volta accolto un bambino nella propria casa sono molto spesso abbandonate a se' stesse e ai problemi che ogni affido comporta, problemi che se presi in tempo e ben gestiti potrebbero risolversi con un nulla di fatto - esempio classico il rapporto spesso difficile con la famiglia di origine. Devo pero' spezzare una lancia a favore dei comuni. Ci sono dei comuni che realmente hanno difficolta' a pagare le rette alle famiglie e sopratutto alle comunita' di tipo familiare. Alcune Regioni intervengono, ma in maniera limitata. Lo Stato non interviene mai. Occorrerebbe stabilire una obbligatorieta'. I comuni in special modo decidono quanto destinare del proprio bilancio al sociale, poi verso quali interventi dirigere questa quota parte e' lasciato al libero arbitrio. Cosi' accade spesso che vengano supportati progetti sociali in linea con la propria fede politica, oppure verso situazioni che possano portare beneficio al politico o alla giunta (voti, consensi). E' chiaro che l'affidamento e' l'ultimo dei pensieri dei nostri amministratori, in quanto i bambini non votano, togliere un bambino alla propria famiglia scatena il dissenso dell'opinione pubblica, si perdono voti in seno all'ambiente dove il bambino viene tolto e tutto questo senza che il politico possa difendersi per la tutela della privacy del minore. E' logico quindi che si preferisca "investire" risorse del sociale verso gli anziani o i tossicodipendenti con i quali un politico puo' farsi fotografare.

    Ci sono poi comuni che non hanno i soldi per pagare nemmeno i propri vigili urbani, e non e' giusto che bambini di famiglie disagiate che nascono nel sud abbiano meno opportunita' di salvarsi che non bambini che nascono nel nord. Il divario sara' sempre maggiore perche' quei bambini non aiutati oggi saranno domani, nella maggior parte dei casi, delinquenti e genitori che a loro volta formeranno i propri figli nel peggiore dei modi.

    Sarebbe pertanto giusto che la legge stabilisse che i comuni destinassero una percentuale dei propri bilanci ad un fondo nazionale pro affido, che lo stesso facessero le Regioni. Cosi' facendo le rette verrebbero pagate direttamente da questo fondo secondo tariffe stabilite (perche' anche le rette sono stabilite dai comuni per le famiglie arbitrariamente ed alcuni comuni pagano 200 euro al mese ed altri finanche 1400. Per le comunita' poi si assiste ad un minimo di 80/90 euro al giorno ad un massimo di 350 euro al giorno per le comunita' terapeutiche) ed uguali per tutti, sia al nord che al sud. laddove il fondo non bastasse, lo Stato dovrebbe essere chiamato a coprire la quota mancante.

    Sempre con riferimento alle rette, altro annoso problema e' che il pagamento avviene con ritardi spesso abissali che sono penalizzanti specie per le comunita', obbligate dalla legge ad avere un certo numero di operatori dipendenti e che ogni mese devono pagare, compresi i contributi statali. Ora se un cittadino ritarda un pagamento va in mora, mentre l'amministrazione pubblica no. Sarebbe pertanto opportuno, almeno in questo caso, visto che la chiusura di una struttura comporterebbe il fallimento di un affido con tutte le ripercussioni di cui sopra, che ci fossero tempi certi per il pagamento delle rette.

  13.  

    Articolo 38 comma 1

    Il giudice, se del caso ed anche in relazione alla durata dell’affidamento, puo’ disporre che gli assegni familiari e le prestazioni previdenziali relative al minore siano erogati temporaneamente in favore dell’affidatario.

    In pochi sono informati della cosa. Bisognerebbe prevedere che agli affidatari vadano comunque gli assegni familiari nel caso di affidamento residenziale di almeno 5 giorni alla settimana. Nella campagna di promozione all'affido dovrebbe essere ben sottolineato. Molte famiglie sarebbero anche disponibili ad accogliere un bambino nella propria famiglia, ma a volte il pensiero di una bocca in piu' da sfamare puo' spaventare. Una retta ben precisa che arriva con puntualita', fosse anche bassa, gli assegni familiari, gli sgravi fiscali, il supporto nella scuola (mensa, pulmino, libri), le cure mediche ... se tutto fosse ben delineato e preciso in molti di piu' rispetto ad ora accoglierebbero un bambino in affido. Purtroppo oggi si assiste ad una giungla, dove in una zona si fa una cosa, in un'altra si fa diversamente, ed ogni volta e' una lotta per ottenere il riconoscimento di un proprio diritto, con il risultato che molte famiglie si scoraggiano e abbandonano definitivamente questa strada di aiuto ai minori.

  14.  

    Articolo 38 comma 4

    Le regioni determinano le condizioni e modalità di sostegno alle famiglie, persone e comunità di tipo familiare che hanno minori in affidamento, affinchè tale affidamento si possa fondare sulla disponibilità e l’idoneità all’accoglienza indipendentemente dalle condizioni economiche

    Questa cosa purtroppo non accade mai nella pratica. I comuni non pagano le rette determinando la chiusura di affidi alle comunita' e talvolta la chiusura delle stesse comunita'. Tali modalita' sono di fatto decise dai comuni e non dalle regioni. Sarebbe comunque opportuno che fosse lo Stato a stabilirle per non fare disuguaglianze di trattamento che vadano ad inficiare l'azione sui minori.

    In Lombardia, per fare un esempio, dove quasi tutti i comuni pagano con una certa regolarita' e dove le rette sono piuttosto alte, c'e' la presenza di molte strutture e quindi la possibilita' di scelta tra una comunita' ed un'altra a seconda dei servizi che offre.

    In Sicilia e nella maggior parte delle regioni del sud, le rette sono troppo basse e pagate, sempre che lo siano, con enormi ritardi. Evidentemente cio' non consente l'apertura di comunita' e porta alla chiusura di quelle esistenti, con grave danno per i bambini presenti sul territorio che devono essere mandati in comunita' del nord con sradicamento dal proprio territorio ed allontanamento dalle proprie famiglie di origine, contravvenendo al concetto di affidamento che prevede un reinserimento nella famiglia di origine grazie anche a incontri periodici e frequenti. Chiaramente i comuni si guardano bene dal cercare una comunita' fuori regione, anche per il bene del bambino, ma sopratutto per gli alti costi, con il risultato che ragazzi che andrebbero aiutati vengono sistematicamente abbandonati con il beneplacito delle istituzioni.

    Le ripercussioni a catena sono evidenti: maggior delinquenza, minori cultura, minore occupazione e quindi sempre maggior divario tra nord e sud d'Italia.

  15.  

    Articolo 40 comma 1

    Una banca dati relativa ai minori dichiarati adottabili, nonché ai coniugi aspiranti all’adozione nazionale e internazionale, con indicazione di ogni informazione atta a garantire il miglior esito del procedimento. I dati riguardano anche le persone singole disponibili all’adozione.

    Perche' non si e' prevista anche una banca dati per l'affidamento? Essa e' quanto mai necessaria per l'affidamento. Molti i comuni che non hanno famiglie affidatarie, oppure piccoli comuni che hanno la disponibilita' delle famiglie all'accoglienza di un minore, ma non hanno (o non vogliono dare) minori da dare in affido. Con la presenza di una banca dati sia delle famiglie disponibili all'affido, sia dei bambini da dare in affidamento si realizzerebbe l'interesse del minore a trovare una famiglia che lo ami e lo rispetti in tempi brevi e con risultati assai migliori rispetto al presente

  16.  

    Sei proposte da aggiungere alla presente legge

    1) Previsione legislativa degli affidamenti sine die, di fatto gia' esistenti. Quando un minore non e' stato dichiarato adottabile per vari motivi, quando la sua eta' ha raggiunto la soglia oltre la quale sia quasi impossibile essere adottato, quando il rapporto con la famiglia e' buono e quindi non si possa procedere all'adozione in casi particolari ma la famiglia non sia in grado di accudirlo, quando il ragazzo pur avendo una famiglia naturale alle spalle chiede di restare con la famiglia affidataria ... si verifica un affidamento sine die, nel quale praticamente non e' previsto un rientro in famiglia, ma per il quale e' opportuno mantenere un legame ed un confronto periodico con la famiglia biologica.

    L'affidamento sine die stimolerebbe maggiormente le famiglie a ricorrere all'affidamento. Purtroppo la paura di prendere un bambino in affido e poi soffrire per il suo rientro in seno alla propria famiglia scoraggiano molti. La cosa e' egoistica ed e' un fatto culturale che si puo' scardinare solo pian piano. L'affidamento sine die farebbe trascurare alle possibili famiglie affidatarie la paura di un allontanamento portandole piu' facilmente verso il minore. Con l'affido sine die si potrebbero quindi aiutare piu' minori.

    2) Troppi gli abusi di potere e le gravi negligenze perpetrate dai servizi sociali sui quali non c'e' alcun controllo. Sarebbe opportuno istituire un organo di garanzia che tuteli i bambini e le famiglie affidatarie. Una delle maggiori cause di allontanamento, specie dopo una prima esperienza, delle famiglie dall'istituzione dell'affido e' proprio il cattivo rapporto con i servizi sociali nella gestione dell'affido (a volte per incapacita', a volte per scarse risorse, a volte per insensibilita'). Tale organo dovrebbe avere una veste istituzionale, ma dovrebbe essere composto anche da rappresentati di associazioni che si occupano di affidamento, nonche' da rappresentanti dei tribunali dei minori. Dovrebbero avere la possibilita' di accesso ai dati relativi alle pratiche dei minori, possibilita' di accesso e di contatto con gli utenti del servizio. Potrebbero inoltre raccogliere, informando la popolazione con opportune campagne di informazione, testimonianze degli utenti. Gia' la sola istituzione di un tale organo di controllo darebbe maggiori garanzie alle famiglie che si avvicinerebbero in numero maggiore all'accoglienza dei minori. Sarebbe opportuno che esistessero due organi di controllo, uno per l'affido ed uno per l'adozione perche' gli argomenti sono trattati in maniera totalmente diversa e gli abusi di potere e le negligenze sono diverse a seconda che si parli di affido o di adozione.

    3) Occorre una formazione specifica degli assistenti sociali che si occupano di minori. Oggi assistiamo ad assistenti sociali che si occupano di tutti i settori contemporaneamente: tossicodipendenti, minori, anziani ecc. Occorre una professionalita' specifica per ogni settore. E' come se un medico fosse chiamato un giorno ad operare un'appendicite, il giorno dopo a togliere un dente, il giorno dopo ancora a praticare un'anestesia. Ogni settore deve avere la sua professionalita' e la sua specifica formazione. Chi si occupa di minori deve farlo in via esclusiva e con la tranquillita' di un contratto che preveda la possibilita' di instaurare un rapporto duraturo con i minori che vedono nell'assistente sociale un aiuto ai loro problemi. Mediamente un'assistente sociale destinato ad un minore cambia ogni 12/24 mesi vanificando gli sforzi per instaurare un buon rapporto con i bambini e le famiglie naturali che guardano solitamente con sospetto i servizi sociali. Questo turn over, dettato sempre da ragioni di ordine economico da parte dei comuni, porta al fallimento di molti affidi per diversita' di vedute e per scontri che spesso si registrano anche con le famiglie affidatarie.

    4) Obbligatorieta' dei comuni (che mi risulta gia' esserci, ma che non viene rispettata, e3 quindi se la cosa e' gia' prevista indicare chi e come possa effettuare un controllo) ad avere un certo numero di assistenti sociali per numero di abitanti perche' non puo' essere che un'assistente sociale si trovi a dover gestire 460 casi come avviene nella mia citta' (Livorno). Senza considerare che i servizi sociali oggi non hanno il tempo, perche' oberati di lavoro, di andare a bussare alle porte e verificare la situazione delle famiglie, specie in quei quartieri a piu' alto tasso di poverta', delinquenza, abbandono scolastico. Sarebbe opportuno indicare nella presente legge un numero di assistenti sociali, che lavorino specificatamente e solamente sui minori, che sia proporzionale al numero di minori di una determinata citta' o circoscrizione. Non solamente i bambini di famiglie povere subiscono abusi, ed un controllo dei servizi in ogni famiglia non sarebbe cosa sbagliata.

    5) Visto e considerato che la nella presente legge si parla di affido specificatamente solo nei primi 6 articoli (su 41), sarebbe opportuna una divisione della legge sull'affido dalla legge sull'adozione. Questa commistione ingenera confusione nelle persone e toglie valore all'istituzione dell'affido che e' da molti vista come una sorte di esame di riparazione per quelle coppie che sono o si sentono inadatte all'adozione per limiti di eta', per condizioni economiche, per tempi di attesa troppo lunghi.

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime15 Mar 2012
     

    Ora non ho letto tutta la proposta, ma già il tuo entusiasmo mi fa capire l'importanza dell'incontro di ieri. Ma chi è questo sant'uomo? Ma ci sono ancora delle persone che hanno a cuore il bene delle persone? Evidentemente si!

  17.  

    Sai Elen, penso che sia necessario cercarle le persone, partendo dal concetto che ci siano.
    Io non mi sono mai arreso e mai mi arrenderò nelle cose che faccio. La stanchezza non mi pesa e sentirvi vicini mi da ancora maggior forza.
    Ieri nel mio cuor e dalle mie parole eravate tutti lì con me.
    Adry l'ho sentito al telefono per un'altra questione dove con Soleluna ci sta aiutando, e l'ho investito della mia gioia del momento ... poverino :face-monkey:

    Chi sia il sant'uomo preferisco non dirlo per ora, non tanto per fare il misterioso, ma per concentrarsi sui fatti e non sulle persone, sul colore politico o sul suo passato.
    Potrebbe esserci qualcuno che legge e che magari critica solo perché il beneplacito è arrivato da un partito piuttosto che da un altro.
    Noi stiamo cercando di coinvolgere tutti, cattolici e non cattolici, di destra, di centro e di sinistra, senza distinzione.
    Chi ci da una mano la prendiamo, chi prova ad usarci lo lasciamo fare fin tanto che non chiede cose assurde (per ora nessuno ci sta manovrado), se ci scavalcheranno a favore di associazioni più blasonate di noi va bene lo stesso purché si muova qualcosa e la legge cambi ... e poi non gli sarà facile metterci da parte :face-angel:
    Vorrei rimanere dentro (e credo che questa sia l'intenzione anche dei miei interlocutori) per seguire la cosa con spirito critico, onde evitare che associazioni più grandi, magari non avvezzi a vivere il problema nella quotidianità e talvolta un po' politicizzate e costrette a chinare il capo davanti ad amici che li hanno fatto salire in alto. La nostra indipendenza, portata avanti con grande sacrificio in 25 anni, ci permette di poter guarare negli occhi tutti i politici, senza temerne nessuno e senza dover chinare il capo davanti a proposte che non ci piacciano.

    Il mio sogno sarebbe fare politica senza un colore, tipo il partito del volontariato, dove coloro che vengono eletti diano quasi tutto il loro stipendio ad un fondo comune per aiutare le piccole associazioni, che abbiano coperti solo i costi e una piccola percentuale per avere uno stipendio pari a quello di un lavoratore medio. Lo stemma deve essere un rettangolo bianco dove poterci ricamare una stellina per ogni campagna sociale portata avanti e vinta. Un partito dove possano confluire tutte le anime del volontariato, dall'arci all'acli, senza che nessuno abbia una posizione egemonica, dove i politici eletti firmino preventivamente (ancor prima di essere eletti) una lettera di dimissioni in bianco da usare nel caso vogliano passare ad altro partito (se l'elettore li manda a rappresentarli, devono continuare a rappresentare chi li ha eletti e non altri). Dove i candidati a rappresentare in parlamento siano persone che abbiano toccato con mano le realtà che portano avanti e non persone che sappiano cosa sia il volontariato solo per sentito dire, o solo perché una volta hanno fatto un giro sull'ambulanza.
    Questo è un sogno, forse addirttura utopia ... ma come sapete non è sbagliato sognare e poi le cose impossibili non esistono.
    A me piace molto la politica, ma non certo quella di ora, ma penso anche le cose possono cambiare se c'è qualcuno che le vuole cambiare e la cosa riesce meglio se fatta dall'interno.

    Intanto essere entrato ieri a Montecitorio a dialogare con onorevoli su proposte di legge, aver trovato tanto consenso mi ha dato una carica enorme ... sfruttiamo questa carica per cambiare la legge del 2001, un passo importante e direi fondamentale per il bene dei bambini.

    • CommentAuthorlory66
    • CommentTime15 Mar 2012
     

    Complimenti Riccardo!!:face-smile:

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime15 Mar 2012
     

    Beneee..e..bravoo

    • CommentAuthorcitro
    • CommentTime15 Mar 2012
     

    Ce l'ho fatta e ho letto tutto...

    tutti questi post mi hanno sbattuto in faccia (almeno teoricamente) le "porcate" che ci sono dietro l'affidamento e a quanto intuisco anche dietro alle adozioni...

    Io penso di aver trovato persone diverse sul mio cammino (almeno spero a questo punto!)

    Tu scrivi: "La nostra indipendenza, portata avanti con grande sacrificio in 25 anni, ci permette di poter guarare negli occhi tutti i politici, senza temerne nessuno e senza dover chinare il capo davanti a proposte che non ci piacciano."
    Per me è fondamentale che si resti "indipendenti": fare lobby è legale, ma i favoritismi sono altro e sono sempre delusa quando si ricorre a favoritismi per ottenere anche cose positive perchè se da una parte ottieni dall'altra ti "impegni" in rapporti che possono essere pericolosi... Non so se mi sono spiegata!

    Ottime proposte di cambiamento di legge, spero arrivino anche altri suggerimenti.

    Un altro problema che mi sembra spinoso è quello di quei bimbi provvisoriamente affidati ad una famiglia e successivamente, quando si delibera l'adottabilità, allontanati dalla famiglia affidataria perchè questa ha troppi contatti con la famiglia di origine... lo trovo un'addizione di traumi ed abbandoni...

    GRAZIE RICCARDO! Speriamo si riesca ad arrivare al cambiamento presto!!!:face-smile:

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime16 Mar 2012
     

    Non sapevo che l'affido in famiglia non fosse previsto per i bimbi con meno di sei anni...forse ho capito male. Io conosco qualche caso di bimbi piccoli affidati a famiglie

  18.  

    Citro ... favori comunque ne devi sempre chiedere. Per arrivare a Montecitorio ho chiesto aiuto ad una mia amica, ma negli anni mi ha sempre dimostrato di dare senza chiedere nulla in cambio. Se un giorno mi chiederà qualcosa, sempre che non vada contro i miei principi (e sono certo che non sarà così perché la pensiamo allo stesso modo su molti aspetti) sarò lieto di contraccambiare come si fa con gli amici, perché tale la considero, ma so per certo che con lei non è certo un "do ut des". Se poi nel cammino dovremo contrattare, lo faremo, ma solo se questo non andrà contro indipendenza e valori in cui crediamo. Mi spiego. Se di tutte le richieste che facciamo si dovesse, per ora, arrivare solo alla definizione di una banca dati, sarebbe già un risultato importante.

    Citro ... l'affidamento è un accordo, o dovrebbe esserlo, con la famiglia che accoglie. Se (e questo se è certamente un ostacolo, ma non dipende dalla legge bensì dalla correttezza dei servizi sociali) la famiglia affidataria è edotta circa il fatto che l'affido è momentaneo in attesa di una famiglia adottiva, e questa accetta tale accordo, non vedo dove sia il problema.
    Il problema nasce sull'affetto del bimbo, ed infatti i tribunali tendono a dare un bambino che potrebbe andare in adozione a coppie idonee, avvertendole però del rischio che l'adozione possa anche non andare avanti. E' qui che nasce il problema. Le famiglia adottive non vogliono sentir parlare di affido, nemmeno se ci sono buone possibilità di adozione. Ed allora quale la soluzione? Lasciare il bambino piccolo nella famiglia alla quale si pensa di toglierlo? In ospedale? In istituto?
    C'è anche un altro fatto, che la necessità di un'adozione spesso si capisce solo dopo un certo periodo, tempo magari impiegato per conoscere la famiglia naturale e valutarne il rapporto con il figlio. E' così necessario il contatto con la famiglia affidataria che è preziosa nell'indicare certi comportamenti. Dare poi ad essa quel bambino in adozione vorrebbe dire mettere in pericolo il rapporto futuro.

    Elen ... per legge bambini inferiori a sei anni non possono essere dati in affido a famiglie, e non ritengo la cosa giusta, ma per fortuna i giudici hanno un grande potere nell'interesse del minore e si può arrivare, già adesso su espressa volontà del tribunale dei minori, ad affidamenti di bambini piccoli anche a famiglie.
    Il fumus della legge è quello di evitare un attaccamento ad una coppia che il bambino riconoscerebbe come i propri genitori, quando poi dovrebbe ritornare in famiglia.

    • CommentAuthorclod
    • CommentTime16 Mar 2012
     

    Arrivo solo adesso a leggere .... hai avuto un grande successo e spero davvero che tutto questo si realizzi perchè il risultato andrà a favore dei bambini.

    Grazie per la tua caparbietà e per la competenza che hai acquistato con il tempo è fonte di aiuto per chi come me si affaccia in un mondo che non conosce.

    Ti sono vicina con il cuore:face-smile: e grazie anche per quello che hai fatto per noi e che sono sicuro continuerai a fare. (GRAZIE RICCARDO!! :face-angel:)

    • CommentAuthorcitro
    • CommentTime16 Mar 2012
     

    Citro ... favori comunque ne devi sempre chiedere. Per arrivare a Montecitorio ho chiesto aiuto ad una mia amica, ma negli anni mi ha sempre dimostrato di dare senza chiedere nulla in cambio. Se un giorno mi chiederà qualcosa, sempre che non vada contro i miei principi (e sono certo che non sarà così perché la pensiamo allo stesso modo su molti aspetti) sarò lieto di contraccambiare come si fa con gli amici, perché tale la considero, ma so per certo che con lei non è certo un "do ut des". Se poi nel cammino dovremo contrattare, lo faremo, ma solo se questo non andrà contro indipendenza e valori in cui crediamo. Mi spiego. Se di tutte le richieste che facciamo si dovesse, per ora, arrivare solo alla definizione di una banca dati, sarebbe già un risultato importante.

    ovviamente condivido in pieno, aprlavo di non chiedere favori o favoritismi che implicano un ricambio che vada contro i propri principi...

    Citro ... l'affidamento è un accordo, o dovrebbe esserlo, con la famiglia che accoglie. Se (e questo se è certamente un ostacolo, ma non dipende dalla legge bensì dalla correttezza dei servizi sociali) la famiglia affidataria è edotta circa il fatto che l'affido è momentaneo in attesa di una famiglia adottiva, e questa accetta tale accordo, non vedo dove sia il problema.

    neanche io vedo problemi in questo, è solo nell'interesse del bimbo che mi sembra più giusto favorire la coppia affidataria...

    Il problema nasce sull'affetto del bimbo, ed infatti i tribunali tendono a dare un bambino che potrebbe andare in adozione a coppie idonee, avvertendole però del rischio che l'adozione possa anche non andare avanti. E' qui che nasce il problema. Le famiglia adottive non vogliono sentir parlare di affido, nemmeno se ci sono buone possibilità di adozione. Ed allora quale la soluzione? Lasciare il bambino piccolo nella famiglia alla quale si pensa di toglierlo? In ospedale? In istituto?

    Ma anche lì se una coppia dà il proprio consenso al rischio giuridico vuol dire che è disposta a correrlo anche se poi certamente questo crea dei problemi di fatto . E'capitato ad una coppia mia amica che aveva fatto domanda di adozione accettando il rischio giuridico e a cui hanno affidato un neonato in affido. Dopo due anni e mezzo il bimbo è stato reinserito nella famiglia di origine e per loro è stato praticamente un lutto (e anche per il bimbo immagino).

    C'è anche un altro fatto, che la necessità di un'adozione spesso si capisce solo dopo un certo periodo, tempo magari impiegato per conoscere la famiglia naturale e valutarne il rapporto con il figlio. E' così necessario il contatto con la famiglia affidataria che è preziosa nell'indicare certi comportamenti. Dare poi ad essa quel bambino in adozione vorrebbe dire mettere in pericolo il rapporto futuro.

    Non capisco quando dici che "dare alla famiglia affidataria il bambino in adozione vorrebbe dire mettere in pericolo il rapporto futuro"... In che senso? E' forse meno peggio allontanare il minore da quella famiglia e sballottarlo in un'altra?
    A me e mio marito è capitato che il tribunale ci interpellasse per un bimbo di 2 anni circa, affidato ad una coppia da neonato e poi dichiarato adottabile. Nonostante la coppia fosse disponibile all'adozione non era idonea in quanto conosceva la famiglia di origine (che comunqeu non vedeva il bimbo da anni e si era trasferita lontanissima). Io avrei accolto volentieri quella bimba (poi evidentemente hanno preferito un'altra coppia), ma sinceramente sono piuttosto certa che la cosa migliore per quella bimba in quel caso fosse di lasciarla nella famiglia affidataria per evitarle traumi ulteriori...

    Elen ... per legge bambini inferiori a sei anni non possono essere dati in affido a famiglie, e non ritengo la cosa giusta, ma per fortuna i giudici hanno un grande potere nell'interesse del minore e si può arrivare, già adesso su espressa volontà del tribunale dei minori, ad affidamenti di bambini piccoli anche a famiglie.
    Il fumus della legge è quello di evitare un attaccamento ad una coppia che il bambino riconoscerebbe come i propri genitori, quando poi dovrebbe ritornare in famiglia.

    Questi sono bei problemi, ma sicuramente meglio che mandarli in comunità...

    Com'è difficile risolvere con una legge i problemi di singoli bambini ognuno con la propria storia!!!

    •  
      CommentAuthoradry67
    • CommentTime16 Mar 2012
     

    ric, quando ti ho sentito l'altro giorno, appena uscito da montecitorio, mi hai fatto venire la pelle d'oca tanto eri contento :)

    tornando alla legge....
    l'altra sera all'incontro di gruppo sull'affido del nostro comune è stata invitata un avvocato che lavora nell'ambito minorile ed è consulente per una nota associazione del milanese per quanto riguarda adozioni internazionali, etc...

    ha fatto molti esempi di casi reali per spiegare e far capire quanto, molto spesso, pur essendoci una legge molto chiara non c'è mai una prassi standard trattandosi di minori, ma molto è lasciato al giudice (giudice che il più delle volte è un giudice onorario) e alla camera di consiglio e la sensazione che ho avuto, anzi, che abbiamo avuto tutti noi che partecipavamo all'incontro, è che pur essendoci una legge molto chiara dove indicano in più punti che la centralità è il minore, nella realtà dei fatti non sempre, quasi mai aggiungerei, è così....

    primo fra tutto il minore non è rappresentato da un avvocato, cosa invece diversa per le altre parti in causa che possono rivolgersi ad un avvocato... e il motivo è puramente economico: chi paga l'avvocato?

    la legge (per la parte che riguarda le adozioni) dice che dovrebbe esistere una banca dati nazionale per le coppie disponibili e per i bambini dichiarati adottabili... e seppur la legge è del 2001 ad oggi questa banca dati ancora non esiste...

    a me ha lasciato molto l'amaro in bocca perchè ancora mi ronzavano nelle orecchie le parole e le emozioni di riccardo... e sentire certe cose è stato un pugno nello stomaco!!!!!

    comunuque ric, il mio post non vuole smontare gli entusiasmi, anzi, immagino che tutte queste cose tu le sappia già, e quindi non intaccheranno minimamente la tua energia...
    quello che volevo era semplicemente condividere nel mio piccolo quello che seppur indirettamente ho potuto sfiorare

  19.  

    Grazie Adry, non preoccuparti non solo non mi smonto, ma acquisisco carica ulteriore per cambiare le cose.
    La legge è inapplicata? E' vero. Allora cominciamo a migliorarla e dare paletti più concreti e poi facciamoci portavoce di questo cambiamento con controlli e articoli sul giornale.
    L'ho detto più volte: facciamo sentire la nostra voce.
    Ci sono giornali e televisioni. Io lo faccio, ma ho bisogno anche di voi, perché da solo sono nessuno, insieme siamo una forza :face-monkey:

  20.  

    Citro ... Il rapporto futuro, nel caso di adozione a famiglie che hanno contatto con la famiglia di origine, è a rischio perché la famiglia, anche se da anni non vede il bimbo, un giorno potrebbe andare a turbare la serenità di quella famiglia e soprattutto del bambino.
    Immaginati il trauma di un bambino di 7 anni o più che un giorno a scuola si vede arrivare una signora che gli dice io sono la tua mamma e magari gli parla male di quella che per lui è la sua mamma vera. Interrogativi, turbe e quant’altro si affaccerebbero nel cuore di quel bambino. Come fare per allontanare chi voglia importunarlo? Se adottato potrebbe essere che ci siano anche problemi gravi legati alla malavita, con possibilità che il bambino venga rapito o la famiglia minacciata o peggio. Credo che tale rischio sia da evitare. Un conto è l’affido dove c’è un barlume di possibilità di rientro in famiglia, un altro conto è invece l’adozione dove la tutela del bimbo deve essere massima.
    Anzi, oserei quasi dire che tanti casi di affidamento si risolverebbero se da subito fosse stabilita l’adozione. Pensate che nel caso di N. abusato sessualmente dalla mamma insieme ai fratelli (tutti in adozione o affido), venduti ai compagni della mamma … altro figlio nato alla donna in seguito non le è stato tolto perché non ha subito. Se N. è arrivato a noi sconquassato è in buona parte colpa della famiglia affidataria che lo aveva considerato un’adozione e quando ha saputo che non sarebbe stato possibile e avrebbero dovuto continuare con l’affido l’ha mollato (non solo per questo, come potete leggere in post passati su N.).
    A volte si è garantisti verso i genitori naturali, e sono d’accordo, ma il troppo rovina i bambini.
    Ci vorrebbero delle casistiche generiche davanti alle quali solo l’adozione dovrebbe essere possibili. La pedofilia dovrebbe essere una di quelle. Chi si macchia di tale delitto non dovrebbe più avere a che fare con i bambini, almeno fino a quando non fosse curato e guarito.

    • CommentAuthorcitro
    • CommentTime17 Mar 2012
     

    Ah, ecco, grazie dei chiarimenti, effettivamente non avevo considerato i casi-limite ed è troppo rischioso che le due famiglie (d'origine e adottiva) si conoscano...

    però anch'io concordo sul fatto che in presenza di certe situazioni, sia il caso di decretare subito l'adottabilità del minore...

    Anch'io penso che l'unica cosa è far sentire la propria voce e siccome i bimbi non possono, bisogna farlo noi...

    Io ci sono!:face-smile:

  21.  

    Se conoscete tv che possano fare un servizio sull'affido o sulla nostra Associazione (e daqui poi andiamo a parlare di affido come abbiamo fatto la scorsa settimana con la Rai), o giornalisti per un articolo, o radio per uno spot ... sollecitatele. Posso venire anche io a fare l'intervista.Dobbiamo farci sentire ed i media sono uno strumento importante per entrare nelle case della gente.
    Ma non l'unico. Usate ogni mezzo. I social network tra questi.
    Ma anche trovate sponsor per fare volantini (cifre basse tipo 300 euro per diecimila volantini fronte retro) e li distribuiremo in tutta Italia.

    • CommentAuthorcitro
    • CommentTime18 Mar 2012
     

    Mi spiace ma non ho molti contatti soprattutto con mezzi di comunicazione vari e sinceramente non sono neanche capace di chiedere sponsorizzazioni (anche perchè non saprei a chi e in che modo), ma per quanto riguarda i social network posso farlo se mi dici in che modo.

    Su fb diverse volte ho pubblicato il link del sito o suggerito l'amicizia per la casa della zizzi...

  22.  

    Perfetto, grazie Citro, ognuno per quel che può e per quel che sa fare.
    Grazie infinite.
    Allora, aperti comunque ai suggerimenti, su fb puoi postare il sito nostro, ma anche quello del portale sos-affido.
    Puoi scrivere ogni giorno un post si questi sulla tua pagina e poi condividerla sulle bacheche di più amici possibili, far quindi girare la notizia anche su gruppi vari.
    Quando poi qualcuno risponde cerchi di parlarci a livello personale e portarlo al dialogo con noi sul tema dell'affido. Se vuoi mi puoi segnalare il post dove rispondono e mi posso inserire anche io nella discussione che si crea.
    Da un mio post una ragazza, non so se ricordate, rispose in maniera negativa e ci fu un coro di scudi contro lei, al punto che dovetti di difenderla dagli attacchi dei nostri amici.
    Quella ragazza oggi è una delle nostre migliori amiche e una delle più grandi sostenitrici di tutti i nostri progetti.

    • CommentAuthorcitro
    • CommentTime18 Mar 2012
     

    Ok, sarà fatto!:face-smile: