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    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime20 Dec 2011
     

    Pensavo..perchè non raccontarci i momenti belli, i momenti..duri, dell"affido che viviamo? condividere, spesso, alleggerisce.

    p.s. Riccardo, io mi permetto di aprire nuove discussioni..se devi bacchettarmi...fai pure..

  1.  

    Perché devo bacchettarti?
    Ogni iniziativa, specie se fatta con il cuore e per un buon fine, è sempre un'ottima idea.
    E' bello raccontarsi, parlare, discutere, specie se lo si fa nell'ottica di crescere dentro di noi ed insieme agli altri, e specie se lo si fa per migliorare, oltre alla nostra vita, anche la vita degli altri, specie dei bambini e dei ragazzi che ogni giorno amiamo con tutto il cuore

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime20 Dec 2011
     

    Gius, ieri, è uscito per comprare i regali di Natale ..alla famiglia..è tornato raggiante..per lui è sempre una grandissima avventura questa..per un bambino che non ha mai, mai ricevuto nemmeno una caramella fino a 7 anni, il fatto di ricevere, e poi saper fare dei regalini, è una cosa enorme..compra piccole cose, ma che ancora mi commuove, è la cura con cui si impegna a scegliere.. un segno della"normalità" raggiunta forse? del saper ricevere ma anche ridare affetto e attenzioni..

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime20 Dec 2011
     

    Ieri mattina ho messo i primi pacchetti sotto l'albero e al suo ritorno da scuola Francesco mi ha chiesto: ma sono regali veri? O pacchi vuoti? Io gli ho risposto: no, no sono finti e lui: ah ecco mi sembrava strano. Poi più tardi gli altri gli hanno detto che sono dei regali veri...e lui:face-smile: era evidentemente contento:face-smile:

  2.  

    Periodo tranquillo con i nostri ragazzi.
    Uno in particolare, che da 6 anni ci da parecchi problemi, da metà dicembre ha messo la testa a posto
    A gennaio quando parlavo con una psicologa che lo segue ero strafelice per il momento buono, per il cambiamento, per il rapporto con gli altri e con noi ...
    Mi ha lasciato parlare e poi mi ha detto "non ti fare illusioni"
    Bello tranquillo, forte delle mie convinzioni, mi sono detto "guarda 'sta pessimista" ... e sono andato avanti continuando a sorridere.
    Siamo stati in montagna ed anche lì una settimana di tranquillità.
    Ogni cosa che gli si diceva andava bene, non rispondeva ... bellissimo momento
    Torniamo ad Orentano venerdì pomeriggio.
    Io devo ripartire subito per Livorno per sitemare delle cose urgenti
    Ed arriva sabato ...
    Non entro nei particolari ... ma si scatena il finimondo.
    Tra sabato e domenica succede di tutto e anche di più.
    Sembra quasi che il vulcano sopito stesse prendendo forza per vomitare due mesi di inattività
    E' stato un delirio. L'episodio più brutto in assoluto capitato in 25 anni con i ragazzi, secondo solo ad un altro.
    C'è voluto tanto amore per i ragazzi per digerirlo, capire che il bimbo ha i suoi problemi ...
    Parlare con gli altri ragazzi, doverli tenere calmi e far loro capire che quello era un grido di aiuto un "dimmi che mi vuoi bene anche quando mi comporto male"
    Ieri sera confronto con il ragazzo, ma era sempre su di giri ed ho preferito lasciarlo stare ... il confronto è durato solo un paio di minuti.
    A bocce ferme, quando tutti erano andati via, sono andato da lui e gli ho parlato del suo futuro, dell'amore che abbiamo per lui. da duro si è pian piano sciolto fino alle lacrime.
    Non so dove ci porterà tutto questo, non so cosa succederà tra un'ora, oggi o domani ... so solo che in questi momenti è come essere in barca in una tempesta, senza radar, senza bussola, con tante persone a bordo, acqua da tutte le parti ... e devi navigare a vista, fidandoti del tuo istinto.

    Devo dire che i servizi sono stati presenti, attivi e propositivi e la coas mi ha fatto piacere e mi ha dato forza.

    Famiglie affidatarie o che pensate di prendere un bimbo in affido ... non spaventatevi, situazioni del genere alle famiglie canoniche nemmeno li propongono.
    Noi sapevamo fin dall'inzio che sarebbe stato un caso difficile, ma eravamo l'ultima spiaggia ... o noi o la comunità terapeutica ... e non me la sono sentita di dire di no ...e lo rifarei mille volte.

    Passeremo anche questa ... fate una preghiera per noi e per il ragazzo che possa fare le scelte giuste e capire quale sia la sua strada.
    Solo al mondo, se lascia noi si perde nel nulla.

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime25 Jan 2012
     

    Bellissime parole Riccardo! Uno dei fratelli del bimbo che abbiamo accolto in famiglia, è finito in comunità non tanto per le sue difficoltà bensì, per quelle della sua famiglia affidataria che non ha retto all'esuberanza di una ragazzino soltanto un pochino "sopra le righe". In realtà, non ha mai combinato guai gravi ma solo uno stillicidio continuo di piccole cose. Ogni tanto, col consenso del tribunale, lo andiamo a prendere per fargli passare una giornata in famiglia, col fratello al quale è legatissimo e la sua gratitudine è immensa! Ma per lui, anche questa piccola cosa è un dolore insostenibile! Lui dice di se che nessuno lo vuole più e che lui, è un bimbo sfortunato! Sto scrivendo con le lacrime agli occhi e penso al vostro ragazzo, alla sofferenza che ha nel suo cuore ed al grande bisogno di appartenervi che manifesta con le sue "grida"! Stringilo forte a te Riccardo, non è possibile sapere oggi cosa potrà combinare in futuro ma in questo momento lui ha bisogno di appartenervi almeno un pò!!!
    Questo è il vero senso di un'accoglienza!
    Complimenti per la tua grande sensibilità!
    Sandro.

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime25 Jan 2012
     

    Riccardo, ti siamo vicini con il pensiero e la preghiera.
    Mi viene in mente qualche riflessione, che forse non c'entra niente con questo caso specifico.
    Credo che tu abbia fatto centro quando dici che quello era un grido di aiuto un " dimmi che mi vuoi bene anche quando mi comporto male". Bisogna vedere cosa si deve fare in questi casi ....e mi sembra che tu abbia fatto la cosa giusta.
    Io so poco del disagio che il bimbo può provare, ma mi è capitato di avere lo stesso tipo di richiesta con comportamenti talvolta aggressivi. Su consiglio della psicologa noi abbiamo risposto in questo modo: si , noi ti amiamo anche così, fai pure, non risponderemo ai tuoi attacchi perchè vediamo oltre, vediamo quello che tu sei dentro, vediamo il buono in te , non il cattivo. Non una volta, non due , ma tante volte, e la situazione è migliorata moltissimo e gli episodi sono sempre più rari.
    Io penso che forse quella del bimbo sia stata una prova, e questo sarebbe positivo....ha provato a fare il bravo e ha visto che gli riesce, ma poi ha voluto sapere quale sarebbe stata la vs reazione....e forse voi gli avete dato le risposte che cercava. Le sue lacrime Riccardo secondo me non sono un caso, forse qualcosa dentro di lui si sta muovendo, forse sta capendo, gli avete dato sempre tanto amore e piano piano lui se ne renderà conto. Ma vi metterà ancora alla prova e probabilmente lui sa che vi troverà ancora li a perdonarlo e a dirgli che gli volete bene...nessuno gli ha mai voluto bene come voi, lui è sempre stato maltrattato e forse lo schema mentale che lui ha interiorizzato comprende la violenza, il male, l'aggreessività, non il bene e l'affetto. Abbi fiducia e vai avanti, forza Riccardo...un abbraccio a Roberta

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime25 Jan 2012
     

    Che prove toste Riccardo! Ogni famiglia affid. nel "suo piccolo" passa attraverso questo, il dolore forte, che un bimbo maltrattato, ignorato, non amato, si porta dentro, credo sia impossibile da comprendere fino in fondo per noi. A volte , il grido disperato di questi bimbi, è "troppo" troppo violento, troppo difficile da gestire per una famiglia, per questo ammirazione e rispetto, per quello che riuscite a fare, tu Ric. e chi con tè, dedica tempo , energie, e dà affetto.

  3.  

    Grazie delle vostre belle parole, ne avevo bisogno.
    Ieri non ho visto il ragazzo tutto il giorno, l'ho quasi fatto apposta, in modo da dargli tempo per riflettere e pensarci.
    Oggi è un altro giorno :face-smile:

    • CommentAuthorclod
    • CommentTime26 Jan 2012
     

    spero davvero che oggi sia un giorno migliore:face-smile:e che il ragazzo riesca a superare i suoi turbamenti , e riesca ad accogliere tutto l' amore e la comprensione che gli donate:face-angel:
    un abbraccio a te Ric. e a tutta la famiglia.
    siete sempre nel mio cuore e nelle mie preghiere:face-smile:

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime27 Jan 2012
     

    Un pensiero affettuoso e pieno di speranza, per il "ragazzo" di Ric..

  4.  

    Grazie Clod, Grazie Lauri, speriamo che oggi rifletta ...

  5.  

    Il sabato è il giorno preposto, in casa nostra, per parlare.
    Non che gli altri giorni non dialoghiamo, ma presi dalla frenesia del quotidiano non riusciamo facilmente ad avere momenti di serenità in cui parlare e dialogare in maniera profonda.

    Ieri ci siamo messi in circolo davanti al camino alle 18:30 ed abbiamo terminato alle 21:30, senza neanche accorgercene, senza uno sbadiglio da parte di nessuno ... tutti coinvolti, tutti partecipi ... e questo è un momento sempre emozionante, che sempre si rinnova.

    Ieri ho lasciato che parlassero i ragazzi, ma nessuno apriva bocca, tutti intimoriti dalla paura di dire qualcosa che potesse far saltare il ragazzo, come era successo sabato scorso, e lui intimorito dal sentirsi sotto processo.

    E' difficile rendervi conto di quel momento, è difficile spiegare le sensazioni provate, ma dopo che ho rotto il ghiaccio è stato un fiume in piena da parte di tutti, un confronto serrato, pacato, con qualche lacrima, con dei "ti voglio bene" a volte celati ma non meno belli e compresi.
    Dal canto suo il ragazzo si è stupito che a parte l'ira di sabato e domenica, ritenuta da lui giustificata per il suo comportamento, da parte degli altri non ci fosse stato astio, recriminazione, rabbia durante la settimana appena trascorsa, anzi ha osservato un clima di serenità, di amore, di amicizia, di vicinanza a lui.
    Si è anche meravigliato del comportamento di noi adulti, si aspettava infatti punizioni o quanto meno distacco e musi lunghi.
    Ma tutto questo non c'è stato, anzi sorrisi, ricerca di dialogo, colazioni preparate con amore ...

    Tre ore fitte fitte che hanno creato ancora più armonia nella nostra famiglia ed ilmerito va tutto ai ragazzi.
    Quale sarà la decisione delragazzo, se andarsene o meno, non ci è dato di saperlo perché ho voluto che riflettesse ancora un po' e non decidesse sull'onda dell'entusiasmo del momento.

    Grazie per esserci stati vicini, come fratelli, come una grande famiglia

    • CommentAuthorcitro
    • CommentTime29 Jan 2012
     

    in questi giorni non posso leggere spesso, ma cerco di non perdermi nulla...

    grazie per avercelo raccontato è un toccasana dopo notizie del genere: http://www.repubblica.it/persone/2012/01/28/foto/tyler_la_bimba_delle_star-28904591/1/?rss

    un abbraccio!

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime29 Jan 2012
     

    Il comportamento dei tuoi ragazzi , Riccardo, non mi sorprende più di tanto, perchè sono dei ragazzi fantastici, sensibili e buoni. Speriamo che il ragazzo stia maturando dentro di se qualcosa di positivo, si dai....forse è così....forse è ora che raccogliate i frutti di quanto avete seminato...incrocio le dita.
    Un abbraccio forte a tutti voi

  6.  

    Non è importante Elen raccogliere, anche se ti ringrazioa di questo bellissimo augurio, come ringrazio Citro per le sue dolci parole.
    Importante è seminare. Mi piace pensare che i frutti li daranno comunque, forse non ora, forse non domani, forse non con noi ... ma quando avranno bisogno, quando saranno smarriti, quando incontreranno l'amore vero ... quei frutti verranno fuori.
    Se sarà con noi sarà certo un piacere, ma seminiamo per loro e non importa essere gratificati da loro, ma dalla semplice idea di aver fatto quello che riteniamo giusto per loro.

    Nei primi tempi di associazione, ragazzo poco più che ventenne, quando al perdita di mia madre bruciava da farmi stare male ogni giorno, ogni istante, momenti in cui cercavi appigli da tutte le parti e l'unico desiderio era avere qualcosa che colmasse quel vuoto ... in quei momenti pensavo che i ragazzi che aiutavano avevano il dovere di esserci, di gratificarmi, di essere riconoscenti.
    Quanto sbagliavo!!!
    Che errore pensarla così!!
    Si deve dare perché è giusto dare, senza pensare al contraccambio.
    A volte può risultare difficile, ma se aspettassi delle gratificazioni, se pensassi che queste siano dovute ... avrei delle aspettative ...
    Invece ho in cuore delle speranze, ma se queste speranze non si realizzano, sono contento lo stesso perché ho cercato di fare del mio meglio ... e se non ci sono riuscito significa che devo migliorare, capire, studiare, impegnarmi di più per fare meglio la volta prossima.

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime29 Jan 2012
     

    Il mio augurio non era tanto per voi, ma per lui, mi farebbe piacere che lui capisse... prima magari di prendere altre strade che forse non sarebbe ancora pronto a prendere. E se così accadrà, so che pregherete perchè lui stia bene comunque :face-smile:

    • CommentAuthorcitro
    • CommentTime30 Jan 2012
     

    "seminiamo per loro e non importa essere gratificati da loro, ma dalla semplice idea di aver fatto quello che riteniamo giusto per loro"

    io sono certa che "i frutti li daranno comunque, forse non ora, forse non domani, forse non con noi ... ma quando avranno bisogno, quando saranno smarriti, quando incontreranno l'amore vero ... quei frutti verranno fuori."

    buona giornata!!!

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime30 Jan 2012
     

    Le tue parole Riccardo, raccontano la bellezza di un amore sincero e disinteressato! Raccontano l'umiltà di chi cerca di offrire il massimo di se stesso, senza pensare di "essere il massimo". Raccontano la semplicità del vivere quotidiano in perfetta armonia con gli altri, nella condivisione della propria vita con quella degli altri!
    Tutto questo significa donare senza pregiudizio e senza aspettative.
    Nella nostra associazione per l'affido e l'accoglienza "Sul sentiero di Morena", abbiamo elaborato un documento che proponiamo come la nostra "Carta d'identità".
    Tra i vari passaggi ad un certo punto recita così:
    "...tutto questo cerchiamo di farlo senza la presunzione di considerarci un modello di famiglia; doniamo uno spazio nella nostra vita e nella nostra casa per accogliere una persona diversa da noi; diamo tutto l'amore possibile e la volontà di accompagnare per un tratto di strada più o meno lungo, un bambino o un adulto, senza la pretesa di cambiarlo, ma aiutandolo a vivere sereno, sviluppare le sue potenzialità valorizzando le sue risorse".
    Ecco, questo è ciò che "leggo" nelle tue parole!

    Bellissima testimonianza Riccardo!

    Ciao.

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime30 Jan 2012
     

    Sandro, se ti chiedo di trascriverlo qui, tutto il documento? se è possibile eh! mi piacerebbe leggerlo

  7.  

    Un abbraccio Sandro.
    Grazie per le tue carezze che so essere sincere e che fanno bene al cuore.
    Lo sai, la mia vita e quella di Roberta è per loro e se sbaglio, e sbaglio almeno cento volte al giorno, lo faccio in buona fede, rammaricandomene e cercando di migliorarmi per il loro bene.

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime31 Jan 2012
     

    Per lauri:
    scusami se rispondo solo ora alla tua richiesta ma non mi è stato possibile prima.
    Qui di seguito trovi quella che noi dell'Associazione "Sul sentiero di Morena", consideriamo la nostra "carta d'identità".
    Ovviamente nello statuto dell'associazione c'è molto altro, ma questo è il cuore dei nostri sentimenti.
    Ciao, Sandro.

    Associazione "sul sentiero di Morena - affido e accoglienza."


    La nostra carta d'identità


    1. Crediamo nella forza e nel valore della “Famiglia” come nucleo di riferimento e base della società. Essa ha la forza di essere terapeutica: al suo interno ognuno svolge il proprio ruolo: genitore, figlio, nonno, zio, amico….
    2. Siamo consapevoli dell’importanza di strumenti come quello dell’affido e dell’accoglienza per aiutare una famiglia in un periodo più o meno lungo a risollevarsi da bisogni e difficoltà per cui non può occuparsi dei propri figli in modo adeguato.
    3. Tutto questo cerchiamo di farlo senza la presunzione di considerarci un modello di famiglia; doniamo uno spazio nella nostra vita e nella nostra casa per accogliere una persona diversa da noi; diamo tutto l’amore possibile e la volontà di accompagnare per un tratto di strada più o meno lungo, un bambino o un adulto, senza la pretesa di cambiarlo, ma aiutandolo a vivere sereno, sviluppare le sue potenzialità valorizzando le sue risorse.
    4. Per riuscire nel nostro intento, il gruppo è luogo di scambio di esperienze, sostegno e aiuto concreto anche nelle piccole cose; al suo interno sono presenti figure professionali motivate e partecipative agli obiettivi. Esse ci aiutano a fare uno studio della famiglia di origine in modo che non venga interrotta, per quanto è possibile, la relazione tra il bambino e la sua famiglia, così da consentire il mantenimento della continuità affettiva e culturale.
    5. Il nostro gruppo è composto da famiglie e anche da singole persone che fanno affido o accoglienza o che sono da supporto a famiglie affidatarie.
    6. Lavoriamo per il recupero di una nuova socialità; siamo convinti che sia meglio aprire il cuore che vivere nel nostro mondo chiuso agli altri, per evitare sofferenze e problemi alla società tutta.
    7. Siamo un gruppo d’ispirazione cattolica ma non per questo esclusivo, anzi aperto alla collaborazione di quanti condividono i nostri obiettivi. Per questo siamo impegnati a parlarne di più affinché altri conoscano l’identità del gruppo e siano coinvolti nel nostro progetto.
    8. Siamo convinti che tutti dobbiamo lavorare per valorizzare la risorsa “Famiglia”. Bisogna pensare a seri progetti che diano alla famiglia strumenti idonei a vivere le gioie e le fatiche dell’affido. “Aprire i cuori”, “Promuovere la solidarietà” è un compito di testimonianza e non di reclutamento di risorse.

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime31 Jan 2012
     

    Grazie Sandro. ben fatto, veramente.

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime1 Feb 2012
     

    Dopo la nostra vacanza in montagna Francesco svolge un tema su un viaggio indimenticabile e scrive in brutta copia: a Cristina gli è venuta la bella idea di andare a sciare e siamo partiti io Cristina e G. (nome di mia figlia)....poi dopo avercelo letto lo trascrive tale e quale in bella copia. Oggi guardando il suo quaderno mi accorgo che ha cancellato con la cancellina i nostri nomi ed ha scritto: siamo partiti io, la mamma e mia sorella.
    Siamo alle solite, si è costruito il suo bel quadretto famigliare, ma ciò che mi ha stupito è stato il fatto di essersi preso la briga di modificare perchè voleva che la professoressa leggesse questo. Cosa ne pensate?

  8.  

    E' un bisogno di affetto, di appartenenza ad una famiglia.
    Non c'è ancora la sicurezza che la cosa sia condivisa da voi e la tiene segreta, ma non troppo, magari con la speranza che la professoressa veicoli il messaggio a voi.
    Comunque è cosa certamente positiva.

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime1 Feb 2012
     

    bisogno enorme di appartenenza, li stà bene, con voi è sereno, vuole essere vostro,e scriverlo, su un foglio è un passo importante, spero che l"insegnante abbia la sensibilità di non obiettare!! ricordo la felicità di Gius, quando la mia vicina, dal giardino lo chiamò e disse, chiamami la tua mamma!! per lui è stata una conferma, anche i vicini lo accettavano come figlio nostro, da queste basi, parte la costruzione delle loro certezze che, pur se sempre minate, permettono ai nostri ragazzi di crescere con qualcosa in più, un senso di appartenenza importantissimo per loro, hai voglia a dire che sono solo in affido, un bambino vuole disperatamente sicurezze amorevoli.

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime2 Feb 2012
     

    Partendo dai vostri presupposti, che anche io condivido, mi trovo a volte di fronte a delle contraddizioni. Mi spiego: come possiamo noi famiglia affidataria fargli capire che lui fa parte di noi, che lui può considerarci mamma, babbo e fratelli, e nello stesso tempo come ci ha consigliato la sua psicologa parlargli della sua mamma biologica che è e resterà sempre tale, ricordargli quanto la sua mamma è stata brava per il fatto di averlo educato bene, fare in modo che lui mantenga il senso di appartenenza non solo alla mamma ma anche ai suoi parenti e al suo paese? E' come se gli dicessimo guarda che è lei la tua famiglia e non noi. Poi dovremmo parlargli anche del suo papà, deceduto, che noi non abbiamo conosciuto e di cui non sappiamo niente....mi sa tanto di falso. Questo fatto a volte ci blocca, nel senso che non ci permette di essere spontanei al 100% e probabilmente anche per lui è così. Come si fa a dargli il senso di appartenenza quando non si sa quale sarà il suo futuro? Scusate , questi sono i quesiti dell'affido di cui abbiamo parlato decine di volte nel Forum , ma quando ti trovi a viverle sulla pelle è un'altra cosa

    • CommentAuthorclod
    • CommentTime2 Feb 2012
     

    io, non ho esperienza di affido e non sono tantomeno una psicologama voglio esprimere un mio parere e forse se qualcuno mi corregge o mi approva avrò modo di crescere.............
    Penso che della morte si deve parlare ai bambini soprattutto se era il padre, resterà sempre il padre biologico e anche se non ci sono notizie su di lui è pur sempre parte di lui. per quanto riguarda l' appartenenza ad una famiglia , il bambino può essere "Fortunato" (passatemi il termine forse non sembra appopriato ) perchè può contare su 2 famiglie cioè su più persone che lo amano una biologica che lo messo al mondo , ma siccome erano in difficoltà per crescerlo , voi vi siete resi disponibili per aiutarli e per amare quel bambino.
    Questo penso sia il messaggio e questo a mio parere potrebbe essere ciò che creerà sicurezza nel bambino.:face-smile:
    Sembra semplice a dirlo da una che non nè sa niente, ma questo è quello che penso.
    Grazie di avermi ascoltato:face-monkey:

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime2 Feb 2012
     

    Spesso c'è dell'altro!
    La fonte maggiore del loro disagio è l'istintivo bisogno delle loro origini. A volte provano un dolore insostenibile leggendo negli altri (o anche il solo pensiero che gli altri possano farlo), la condanna del loro passato, dei loro genitori, delle loro famiglie! Dal profondo bisogno di normalità, dal bisogno di sentire che le loro origini sono buone, dal bisogno di credere che i loro genitori non sono sbagliati e quindi, che essi stessi non sono sbagliati, spesso nascono i comportamenti più difficili da capire e dai quali, aiutarli a rasserenarsi, è compito veramente arduo!
    Nella sostanza è un comportamento positivo, una sorta di auto tutela di se stessi e non va osteggiata mai! A volte, arrivano a chiamare mamma e papà i genitori affidatari fin dai primissimi giorni ma questo, non deve trarci in inganno, non sentono noi come tali e, con questa fragile costruzione di un'immagine nuova di se stessi, nascondono la profonda sofferenza che solo il tempo ed un incondizionato amore potranno mitigare.
    Forse tutto questo deve farci capire che gli affidatari non sono dei sostituti genitori ma altro...

    Buongiorno a tutti.

    Sandro

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime2 Feb 2012
     

    Leggo solo ora l'ultimo commento di Elen!
    Condivido quel che dici, soprattutto nel non raccontare frottole ai ragazzi!
    Sarà difficile trovare le parole giuste ma credo sia importante raccontare la verità; solo così saremo credibili e potranno fidarsi di noi un pochino per volta! Non aver paura delle tue incertezze, sono quelle che ti permetteranno di riflettere e a commettere meno errori per quanto possibile!
    Ciao.

  9.  

    Mi trovo pienamente d'accordo con quanto scritto da Sandro, specie nella frase "Forse tutto questo deve farci capire che gli affidatari non sono dei sostituti genitori ma altro ...".
    Cosa siamo sono loro a deciderlo, con tutti i bisogni che sentono e che si portano dietro.

    Un giorno una psicologa venne a valutare me e Roberta circa l'affido di un bambino di due anni che risiedeva stabilmete con noi (senza aver più visto la mamma) da quando aveva 7 mesi.
    La psicologa entrò nella stanza, il bambino era sul tavolo che gattonava, noi dietro il tavolo attenti che non cadesse.
    La psicologa non ci dette neanche il buongiorno e ci chiese a bruciapelo "come vi chiama il bambino" ed io candidamente e pienod i entusiasmo le risposi "mamma e papà".
    La risposta di quella signora fu "voi non siete adatti all'affido", girò i tacchi e se ne andò senza dire altra parola, lasciando noi di sale.
    Inutile dire che mi rivolsi al tribunale ed ottenni l'affido ...
    Quello che mi preme dire è che certe persone nelle istituzioni (per fortuna non tutti) considerano la cosa di essere chiamati "mamma e papà" un tabù, quasi una privazione di qualcosa nei confronti del bambino.
    A mio avviso è un valore aggiunto. Il bambino saprà fare i distinguo.
    Quasi tutti i bambini che sono passati da casa nostra ci hanno sempre chiamati papà e mamma, forse sentendo gli altri, forse per bisogno o chissà perché, ma vi assicuro che nessuno, per quanto la sua famiglia fosse negativa, ha mai messo noi al primo posto rispetto ai propri genitori.
    Come dice Clod lo considerano un valore aggiunto ... la fortuna di avere quattro genitori.

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime2 Feb 2012
     

    E' vero Riccardo, a volte gli operatori tirano conclusioni affrettate senza approfondire e come dici tu, solo alcuni si comportano così.
    Per il discorso sul come farsi chiamare, ritengo che la cosa migliore da fare sia quella di lasciare libero il bambino di fare come meglio crede, senza condizionarlo nè in un senso, nè nell'altro! Il nostro F. (da 4 anni con noi) a me e mia moglie ci chiama per nome ma all'esterno, ci definisce mamma e papà. Noi accettiamo questa cosa e lo lasciamo libero di fare come preferisce. Non c'è motivo d'interferire nelle sue scelte e sinceramente, pensando al suo benessere psicologico ed alla possibilità che un giorno potrebbe anche andar via dalla nostra famiglia, qualche pensiero in una certa direzione, mi viene...

    Ciao, Sandro.

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime2 Feb 2012
     

    Anche nel nostro caso lui ci chiama per nome ma a volte ci definisce mamma e papà con gli altri, mentre apertamente dice fratello e sorella ai miei figli. E sono d'accordo con voi che bisogna lasciarli liberi di fare come credono.
    Ricordo una sera al gruppo di famiglie affidatarie, una coppia che con tantissimo amore aveva preso in affido un bimbo di sette anni, probabilmente maltrattato dai genitori e allontanato bruscamente da loro, che ci raccontavano che il bimbo li chiamava mamma e papà e loro puntualmente gli dicevano no, noi siamo....non mamma e papà. Non mi è sembrato un comportamento da potersi spiegare ad un bimbo così piccolo, ma probabilmente era stato detto loro di fare così.

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime2 Feb 2012
     

    Gradirei una vostra opinione su questo (io me la sono già fatta, ma ve la dirò dopo)
    Andiamo io, lui e l'assistente sociale dalla sua psicologa che lo conosce abbastanza bene, ci riceve e ci chiede davanti a tutti e tre come va l'affido e io dico che secondo noi va bene ma quello che ci interessa di più è sapere come si sente lui, come riesce a gestire questa sua "doppia vita", insomma che lui stia bene (lui era bellissimo perchè gongolava sulla sedia:face-monkey:).
    Li parliamo un po' lui dice che si trova bene con noi, che comunque vede volentieri la sua mamma il fine settimana e che gli mancano un po' i suoi amici ecc ecc
    Poi l'assistente sociale rimane sola con lui e quando noi rientriamo (lui va fuori) ci riporta quello che lui ha detto (più o meno le stesse cose) e poi dice di avergli fatto un giochetto: gli ho fatto chiudere gli occhi e mettere la mano sul tavolo e gli ho detto di spostare la sua mano a destra o a sinistra, d'istinto , dove da una parte c'era il nostro paese (la ns famiglia) e dall'altra il suo paese (la sua famiglia di origine) e lui ha spostato la mano dalla parte della sua mamma, quasi congratulandosi e dicendogli che questa era la scelta più ovvia.Allora io mi chiedo: Cosa voleva dimostrare con questo? e soprattutto che messaggio può essere arrivato al bambino?

  10.  

    Sono i giochetti che secondo me non vanno bene, quasi a dirgli (non insegnargli) quale sia il giusto comportamento, rappresentandogli l'altro come sbagliato.
    Ma i bimbi vedono le assistenti sociali con grande sospetto, pertanto difficilmente si lascerà condizionare da così poco.
    La quotidinaità la vive con voi e da voi trarrà gli spunti per una sana e pacata riflessione dentro sè, non cero dalle parole fugaci o dai giochetti di un'assistente sociale o di una piscologa che lo vede ogni tanto.

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime2 Feb 2012
     

    Gius ha deciso di chiamarmi mamma, quando ha "deciso e stabilito" che..facevo le cose da mamma..! che cosa siamo per questi nostri "figli speciali" ? di certo non lo può stabilire una ass. sco. che ce lo ha consegnato, e mai più visto!! e di certo, non un Giudice, o un paragrafo di legge! io per ora, posso dire chi mi sento per Gius, mi sento "quella" che lo raccolto, si non accolto, ma raccolto, che lo ha vestito dignitosamente, e nutrito, e poi..pian piano ha tentato di entrare nel suo "cerchio" semi inacessibile..ora che ci sono dentro, in quel cerchio, sò che sono quella a cui ha permesso di amarlo, col tempo, certo, nella mia anima mi sento una madre per lui, nella mia testa elaboro le battaglie che devo combattere per lui, ma resta sempre presente il fatto che ha un altra madre, un altro padre, fratelli, una vita passata, che pur avendolo devastato, lui ha vissuto; Non sò se seia più facile o difficile, la situazione di Gius, ora che da anni, non vede più i genitori, in serenità e pace, ci ha guadagnato si, ma non ho ancora la certezza che questo sia un bene assoluto, psicologo, e serv. e un tribunale, si sono espressi in tal senso, lui ha chiesto questo, e ci riconosce in ogni senso la sua famiglia, ma..resta la sua vita di prima, restano le sue origini, sono dentro il suo dna.

    • CommentAuthorlory66
    • CommentTime2 Feb 2012
     

    Io credo che i bambini in affido non ammetteranno mai di preferire i genitori affidatari ai loro. Non rinnegheranno mai le loro origini anche se hanno sofferto molto. Vivono un dualismo di affetti, di emozioni, di legami che è molto faticoso da accettare e gestire, e ognuno lo fa con le forze che si ritrova. Ma nel loro cuore fanno presto a capire dove sono veramente amati per quello che sono, e cercano di prendere tutto quello di cui hanno bisogno piano piano, con i loro tempi perché hanno voglia e capiscono che si può stare bene.
    Io credo di non essermi mai sentita la loro "vera mamma" ma credo di essere stata la mamma di cui avevano bisogno in quel pezzo di strada percorso insieme.

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime2 Feb 2012
     

    gius, lo ha detto, davanti al Giudice, chiaramente, pacatametne. ha detto: questa seduta vicino a mè è la mia mamma, , là fuori c"è mio papà, (mio marito)
    certo ogni affido ha la sua storia, ogni bimbo il suo modo di reagire, tutto è vero e tutto è opinabile, in una storia di affido!

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime2 Feb 2012
     

    C'è una grande ricchezza nelle cose che state dicendo! C'è la vita vera, quella vissuta giorno per giorno nella condivisione delle nostre vite con le loro e non quella letta attraverso giochini più o meno attendibili! Io rispetto gli operatori perchè per loro non è semplice capire con incontri di pochi minuti a distanza a volte di mesi l'uno dall'altro.
    Vi faccio una confidenza: anche se mi ero riproposto di non parlare mai con F. di certe cose se non richiesto espressamente da lui, un giorno ho affrontato il discorso sul come può chiamare noi affidatari. Tutto è iniziato da un incontro con i suoi fratelli quando, al saluto finale, ha visto il suo fratello più caro chiamare i suoi affidatari mamma e papà! Ho colto subito nei suoi occhi una luce diversa dal solito. Durante il viaggio ho visto che era turbato e gli ho chiesto se avesse bisogno di parlare di qualcosa. Mi ha subito raccontato di quel saluto di suo fratello aggiungendo che anche lui vorrebbe chiamarci così, lo desidera molto ma proprio non ci riesce, gli vengono sempre in mente i nostri nomi e non mamma e papà.
    Ho cercato di rincuorarlo ringraziandolo per quel sentimento che prova per noi e dicendogli che a me e mia moglie, piacciono i nostri nomi ed a noi va benissimo che lui ci chiami con quelli ma nei suoi occhi, è rimasto un velo di tristezza!
    F. non ne parla molto ma in cuor suo ama la sua mamma naturale come sempre ha fatto, e non è giusto spingerlo a rinnegare i suoi sentimenti anche perchè lui, non ce li fa pesare mai! E' un ragazzino molto in gamba, fin troppo amorevole e dalle mille risorse e tutto quel malessere è passato in pochissimo tempo ma non vi dico quanta tenerezza ho provato per lui in quel momento. Se non fossi stato alla guida dell'auto, lo avrei abbracciato stringendolo forte forte al mio petto!
    Grazie per i vostri racconti, sono molto utili e stimolano in me, profonde riflessioni! :face-smile:

    Ciao, Sandro.

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime2 Feb 2012
     

    Grazie a tutti...è vero Sandro i nostri/vostri racconti sono ricchissimi di valori e contenuti
    Non c'è mai niente di assoluto, ogni argomento è ricco di sfumature e ogni persona , con o senza esperienza può dare preziosi consigli e spunti per riflettere
    Buona notte:face-smile:

    • CommentAuthorcitro
    • CommentTime2 Feb 2012
     

    anche io vi sono enormemente grata per tutti questi scorci... notte!

  11.  

    Io rispetto, Sandro, gli operatori che umilmente, proprio perché non è facile per loro capire, ti chiedono consiglio e insieme a te vogliano elaborare un progetto di vita per il ragazzo.
    Non rispetto gli operatori che hanno la pretesa di sapere tutto, solo perché la teoria che hanno loro insegnato dice che una cosa deve essere in un modo, e si impuntano in maniera tale da andare anche contro l'evidenza.
    Se poi vedono il ragazzo una volta ogni tanto la colpa non è certo degli affidatari o del ragazzo, è loro e/o dei loro datori di lavoro, i comuni, che non investono in questo settore.
    Ma quanti operatori hai visto andare oltre l'orario di lavoro? Rinunciare alle ferie? Venire di domenica? Alcuni si ... ma non certo la maggior parte per i quali i ragazzi sono soltanto delle pratiche e del lavoro in più da dover sbrigare.

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime3 Feb 2012
     

    Sandro, che tenero, il tuo F. che lotta dentro di sè, perchè vi ama. vi sente mamma e paà..eppure continua ad amare quella madre che lo ha messo al mondo, evidentemente questa donna, a modo suo, è riuscita a trasmettere qualcosa di buono al figlio, e questo è tanto, tanto importante per il bimbo, perchè come dicevi, tù o Ric..ora non ricordo; se un bimbo riconosce un minimo di buono nelle sue origini, si sente "meglio" non da..buttare del tutto..Purtroppo non sempre è cosi, e allora, le cose si complicano, casomai non lo fossero già di base..!

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime3 Feb 2012
     

    E, sono daccordo anche con Ric. io in particolar modo, "adoro" quando all"incontro mensile con educatore e psicologo e ass. soc. a volte tutti insieme, a volte chi c"è.. mi leggono il "libro delle verità" cosi battezzato da mè, dunque, se per caso racconto che Giu ha detto una tal cosa, la risposta è: signora, a questa età fà cosi, perchè in psicologia di dice che..bla..bla..io in questi momenti vorrei ..alzarmi e andare a fare qualcosa di più utile..o vorrei ridereee..ma poi. mi compongo e ascolto rapita!! ma cavolo, posso comprarmi pure io il libricino di psicologia spiccia generale, noo?? ma che Gius sia uguale identico nelle sue emozioni/reazioni, a una altro ragazzo, a 1000 altri..è logico?? mah!!
    Però per loro è tantoo importante che ci si presenti a questi incontri..e và bèèè andiamoci, poi..torniamo a casa..e il nostro quotidiano vivere con gius...è li che ci aspetta...Amen.

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime3 Feb 2012
     

    Hai ragione Riccardo! E' ovvio che non rispetto tutti indiscriminatamente! Alcuni li manderei per mare a coltivare molluschi, con tutto il rispetto per chi fa realmente questo mestiere, ma molti altri, almeno dalle mie parti, ci provano a far qualcosa di buono pur non avendo le necessarie risorse e questo, purtroppo, non dipende nè da loro, nè da noi!:face-sad:
    Qui dovremmo entrare in altri discorsi ma credo andremmo troppo fuori tema.
    Buona giornata a tutti.

    Sandro.

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime3 Feb 2012
     

    Ciao Lauri, quel che dici è vero però, anche se sfugge alla nostra comprensione, quasi sempre il legame di sangue resta il più forte anche quando c'è molta sofferenza! Non è sempre così ma molto più spesso di quel che immaginiamo. Il piccolo F. ha una passato da brividi, per suo rispetto non racconto dettagli ma a volte, nemmeno con l'immaginazione più acuta riusciamo a renderci conto di come una mamma possa arrivare a tanto nei confronti dei propri figli e questi, rimanere legati visceralmente a lei, nonostante tutto.
    A volte penso si tratti proprio di istinto atavico, di dna, tanto è difficile capire come possa sopravvivere quel legame eppure, nelle tantissime storie d'affido che ho conosciuto fino ad ora, non ne riccordo nessuna in cui sia stato manifestato apertamente il rifiuto delle proprie origini nonostante le più gravi situazioni, le più distruttive sofferenze!
    E' veramente raro che un bambino rifiuti la propria mamma, nonostante tutto!

    Ciao, Sandro.

  12.  

    ... persino quando non l'ha mai conosciuta.
    Si crea anche una sorta di idealizzazione, come nei bambini adottati.

    Laddove un bambino mugugna contro sua madre, raramente accade, si deve far di tutto per farcelo rappacificare.
    Una volta un bimbo mi disse "perché la mia mamma ha portato me all'orfanotrofio ed ha tenuto con sè mio fratello? Voleva più bene a lui che non a me?" E stava male per questo perché reputava che la sua mamma avesse fatto una cosa cattiva contro di lui.
    Mi venne spontaneo rispondergli che la sua mamma aveva portato lui perché era più piccolo ed era stata una forma di protezione e quindi di maggior amore nei suoi confronti.
    Da quel giorno si è rappacificato con la sua mamma, anche se solo idealmente perché è un bambino adottato (e poi rifiutato per ben due volte, di cui una nel suo paese, ed una in Italia).

    • CommentAuthorlory66
    • CommentTime3 Feb 2012
     

    Con l'esperienza dell'affido il nostro ragazzino ha potuto imparare a rapportarsi con la figura paterna che non aveva mai avuto. Dopo tre anni, tornato con la mamma ha pian piano espresso il desiderio di conoscere suo padre. La sua mamma gli aveva detto che era morto, ma cresciuto non ha saputo dare seguito alla sua bugia, e gli ha parlato del padre, dandogli le informazioni che il bambino chiedeva, non sempre in modo appropriato. I servizi, con le dovute precauzioni del caso, hanno organizzato l'incontro con il suo papà..... che delusione! Il piccolo lì ad aspettarlo e il padre che non si presenta senza neanche avvertire!:face-crying: E' stato molto doloroso per lui, però penso che forse è stato meglio così. Sicuramente lo aveva idealizzato nella sua mente (il padre non ha mai voluto occuparsi di lui)e questa ennesima riprova che il padre non vuole aver niente a che fare con lui è drammatico, ma forse lo avrà aiutato a mettere da parte questo pezzetto triste della sua storia.Ha affrontato il problema e lo ha messo da parte.

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime3 Feb 2012
     

    da tempo, penso e ripenso, sarà un bene per Gius? non vedere più sua madre? come posso sapere, capire cosa è più giusto per lui? certo non potrei nemmeno fare nulla per cambiare le cose, c"è un Decreto che dice che è cosi che deve essere, io a volte, quando riesco a parlare di questo con lui, gli chiedo, ma non ti sembra brutto passare anni senza vedere tua madre? anche solo 15 minuti, una volta tanto, ma lui risponde sereno, noo, l"ho conosciuta bene, ho provato a "farla ragionare"
    io adesso stò bene cosi, quando sarò uomo..vedremo!! che devo fare?

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime3 Feb 2012
     

    Niente Lauri, non devi fare niente!
    A volte non possiamo fare niente.
    Ciao, Sandro.