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  1.  

    I Bambini sanno toccare il cuore degli adulti e penetrare nella loro anima ... e l'adulto davanti a tanta innocenza non ha il coraggio, nè la voglia di ribellarsi ... per poi accorgersi di quanto sia bello e dolce il pregare insieme.
    Ho spesso pregato mano nella mano con persone atee ... sono stati momenti indimentacibili e meravigliosi.

  2.  

    Addì 18 dicembre 2011

    Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret,
    a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.
    Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te».
    A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto.
    L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio.
    Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.
    Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre
    e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
    Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo».
    Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio.
    Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile:
    nulla è impossibile a Dio».
    Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei

    Luca 1,26-38

  3.  

    Gesù chiede a tutti noi di entrare nel nostro cuore, di entrare nella nostra vita.
    Maria lo ha accolto senza se e senza ma. Dobbiamo sforzarci di accoglierlo anche noi ... solo così la luce dell'Amore entrerà nella nostra vita.
    E' più facile non rispondere, girarsi dall'altra parte ... si evitano così le responsabilità di quanto il Signore cichiedenel Vangelo.
    Avolte penso che il credere o il non credere sia per molti una forma di pigrizia, di prfondo egoismo.
    Nella vita tutti noi seguiamo, chi più chi meno, dei principi, degli ideali. Spesso questi sono frutto delle nostre culture, dell'educazione ricevuta.
    Mi domando allora, perché non seguire il Vangelo, anche da parte di non crede in Dio. IN fin dei conti è sempre una bella filosofia di vita, una filosofia di non violenza, di amore gratuito per gli altri. E' certo che se seguissimo tutti il Vangelo, non ci sarebbero odi, guerre, stupri, bambini abbandonati o seviziati ... allora quale è il motivo per cui non si segue il Vangelo? Pigrizia, Egoismo, Opportunismo.
    Non seguire alcun principio porta il mondo verso la rovina. Seguire le parole di Gesù, inteso come filosofo o come Figlio di Dio, salva il mondo e, per chi crede, anche la nostra anima.

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime18 Dec 2011
     

    Forte Elemento di riflessione!! Perchè..non seguire il Vangelo..come filosofia di vita..?? già..perchè??

  4.  

    Addì 19 dicembre 2011

    Al tempo di Erode, re della Giudea, c'era un sacerdote chiamato Zaccaria, della classe di Abìa, e aveva in moglie una discendente di Aronne chiamata Elisabetta.
    Erano giusti davanti a Dio, osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore.
    Ma non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.
    Mentre Zaccaria officiava davanti al Signore nel turno della sua classe,
    secondo l'usanza del servizio sacerdotale, gli toccò in sorte di entrare nel tempio per fare l'offerta dell'incenso.
    Tutta l'assemblea del popolo pregava fuori nell'ora dell'incenso.
    Allora gli apparve un angelo del Signore, ritto alla destra dell'altare dell'incenso.
    Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore.
    Ma l'angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni.
    Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita,
    poiché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre
    e ricondurrà molti figli d'Israele al Signore loro Dio.
    Gli camminerà innanzi con lo spirito e la forza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».
    Zaccaria disse all'angelo: «Come posso conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanzata negli anni».
    L'angelo gli rispose: «Io sono Gabriele che sto al cospetto di Dio e sono stato mandato a portarti questo lieto annunzio.
    Ed ecco, sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, le quali si adempiranno a loro tempo».
    Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio.
    Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto.
    Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa.
    Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva:
    «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna tra gli uomini»

    Luca 1,5-25

  5.  

    Avere Fede nel Signore. Sempre. Fino in fondo, anche quando tutto sembra perduto.
    Elisabetta era anziana. A quel tempo non avere un figlio non era solo un dispiacere, ma una vergogna.
    Ormai non ci speravano più, tanto che il pio Zaccaria mette in dubbio le parole dell'Angelo.
    Impariamo da questo brano ad avere pazienza, a sperare sempre, a saper aspettare.

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime19 Dec 2011
     

    Abbiamo avuto pazienza, abbiamo sperato e aspettato. Eccome se abbiamo aspettato. Ma il nostro bimbo è arrivato...quasi per caso....da una semplice telefonata alla persona giusta, nel momento giusto. Il Signore è stato troppo buono con noi, a volte mi chiedo se ci meritiamo un bambino così buono e speciale, poi mi dico: era quello che chiedevi e il tuo desiderio è stato esaudito Comunque tutti i bambini sono speciali se noi li guardiamo con gli occhi dell'amore:face-angel:

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime19 Dec 2011
     

    E lui chiedeva ed aspettava solamente delle persone che lo considerassero, che gli dessero affetto, che stessero con lui e che non lo lasciassero solo

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime19 Dec 2011
     

    Certo che questo brano, invita fortemente a riporre fiducia illimitata in Dio..Elisabetta che diventa madre in vecchiaia..per volere di Dio, non è poco!
    La pazienza, nel quotidiano della vita, la conosciamo un pò tutti, la ricerca di Dio, la fiducia assoluta il Lui, è cosa un pò più rara..ma..mettersi in cammino è già buona cosa..spero!

    •  
      CommentAuthorsoleluna*
    • CommentTime19 Dec 2011
     

    Spesso, nei momenti più bui della mia vita, ho sperato o meglio, ho avvertito molto forte il desiderio che quei momenti passassero il più in fretta possibile, ma mi sembrava di non arrivare mai a vederne la fine…. e pregavo…..facevo fatica ad affidarmi completamente, ma pregavo probabilmente mossa più dal dolore e dalla fatica, pregavo. E il prete della mia parrocchia, a me molto caro, mi ha insegnato a pregare il Signore affinché mi desse la forza di sopportare quei momenti dolorosi e affinché mi desse la “luce” necessaria per compiere le scelte più giuste, e così ho cambiato modo di pregare e non ho chiesto al Signore che mi tirasse fuori dal tunnel quanto prima, ma Gli chiedevo solo “forza” e “luce” e con il Suo sostegno ho camminato tra i rovi ma sono arrivata a trovare la pace che tanto desideravo. C’è voluto del tempo, ma ho raggiunto la consapevolezza che per quanto ci dimeniamo e scalpitiamo i tempi non li decidiamo noi.
    C’è a tal proposito un bel passo di Qoèlet nella Bibbia che vi propongo

    Qoèlet (3,1-8)
    Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.
    C'è un tempo per nascere e un tempo per morire,
    un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.
    Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,
    un tempo per demolire e un tempo per costruire.
    Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
    un tempo per gemere e un tempo per ballare.
    Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
    un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
    Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
    un tempo per serbare e un tempo per buttar via.
    Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,
    un tempo per tacere e un tempo per parlare.
    Un tempo per amare e un tempo per odiare,
    un tempo per la guerra e un tempo per la pace.

  6.  

    Lauri ... e non è solo l'attesa in vecchiaia, ma tutto quello che ne consegue ... un bambino in fasce, la preoccupazione di avere il tempo e la forza di allevarlo ... piena e assoluta fiducia in Dio. Meraviglioso

    Giuste parole Soleluna, il tempo non conta. Chiedere a Dio di darci una mano, il quando sa Lui.

    Dall'Antico Testamento, «Ai tuoi occhi, mille anni / sono come il giorno di ieri che è passato, / come un turno di veglia nella notte.» (Salmo 89, 4).
    Nuovo Testamento, «Una cosa però non dovete perdere di vista, carissimi: davanti al Signore un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno solo.» (Seconda lettera di Pietro 3, 8).

  7.  

    Addì 20 dicembre 2011

    Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret,
    a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.
    Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te».
    A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto.
    L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio.
    Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.
    Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre
    e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
    Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo».
    Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio.
    Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile:
    nulla è impossibile a Dio».
    Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei

    Luca 1,26-38

  8.  

    In pochi giorni ci viene riproposto questo tema della maternità di Maria.
    Fondamentale perché il Signore ci vuole bene, ci ama e chiede a noi, a tutti noi, di avere amore per Lui.
    La parola "Amocre" oggi è spesso abusata, svuotata, utilizzata persino per fini commerciali.
    Ma cosa significa Amore?
    Io do una mia interpretazione, ma ognuno di voi ha certamente nell'animo una sua idea di cosa sia l'Amore ... fatecene partecipi.
    Per me Amore significa dare noi stessi alla persona che si ama, e per me è il mio prossimo.
    Tutti noi stessi ... ma non per un solo istante, ma fino alla fine.
    Quanti divorzi. Perché? Perché l'amore finisce dicono in tanti. Ma come può finire l'amore? L'Amore è semrpe dentro di noi, l'Amore deve venire fuori anche quando c'è una lite, l'Amore deve essere pagato a caro prezzo eprché vale tantissimo, vale più di ognia altra cosa al mondo.
    E qual'è la moneta per pagare l'Amore? La Pazienza, la Costanza, la Perseveranza, l'Attesa, la Fiducia.

    Ieri sera a tavola Liyone mi ha chiesto quando fosse un momento per parlare con tutti loro, ed ho risposto "subito". Hanno parlato con il cuore in mano i miei ragazzi. Hanno cercato di capire e di spiegarsi i miei ragazzi. Hanno ascoltato con pazienza il mio sermone i miei ragazzi. Ed alla fine, i miei ragazzi, mi hanno dato tanta gioia, tanto amore, tanta fiducia, tanta carica.
    Sbaglieranno ancora? Certo che si, come sbaglierò io, ma quando c'è l'Amore, non c'è mai un prezzo troppo alto da pagare.

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime20 Dec 2011
     

    Amore, è pazienza..rispetto della diversità dell"altro sia per il colore della pelle, che per l"idea deiversa, amore è dare, dare.. e..accettare..amore è piangere per il dolore che leggi negli occhi di chi ami, amore è guardare imbiancarsi i capelli del compagno/a della tua vita e provare un affetto enorme..amore è andare verso il tuo prossimo, andarci davvero, amore è non mollare, quando amare cosi tanto, ti rompe il cuore, amore è umiltà, amore è non pensarti...ma pensarci..

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime20 Dec 2011
     

    Amore per me è accettare le persone così come sono, senza pretesa che esse siano come tu vorresti che fossero. E' star loro vicino nei momenti difficili e condividere soprattutto le sofferenze. Amore è capirsi senza bisogno di parlare, ma essere disposti ad ascoltare in ogni momento. Amore per il proprio compagno per me è condividere ogni cosa con lui, anche la stanchezza della notte quando si finisce di lavorare, è accettare i suoi limiti sapendo che lui ti accetta per i tuoi. E' perdonare anche quando perde la pazienza e non avere dubbi che lui sarà per sempre l'unico. L'amore è quello che ricevo ogni giorno dai miei cari :face-smile:

    •  
      CommentAuthorsoleluna*
    • CommentTime20 Dec 2011
     

    AMORE...che parola difficile da definire
    AMORE è prima di ogni altra cosa RISPETTO....rispetto della vita, rispetto degli altri, rispetto di se stessi, rispetto....se parliamo di un amore universale
    AMORE però è anche un sentimento, quello che provi per le persone più "care". L'amore per i figli, per i genitori,per la moglie, il marito, il compagno o la compagna e in questo caso non è uguale per tutti

    • CommentAuthorlory66
    • CommentTime20 Dec 2011
     

    Amore...mille definizioni, è tutto quello che avete detto.
    "L'amore non è una cosa che si può insegnare....ma è la cosa più importante da imparare." - Karol Wojtyla:face-smile:

  9.  

    Addì 21 dicembre 2011

    In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda.
    Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta.
    Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo
    ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!
    A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?
    Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo.
    E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore»

    Luca 1,39-45

  10.  

    Maria dimostra e insegna un importante aspetto dell'amore: la disponibilità immediata e totale, nonostante i pensieri, le preoccupazioni, gli impegni, le responsabilità.
    Va "in fretta" ad aiutare la cugina. Sarebbe stato giusto, agli occhi umani, che Maria se ne stesse tranquilla a casa, specie nei primi momenti della Sua dolce attesa.
    Invece corre, senza pensarci due volte. Si rende disponibile verso chi ha più sofferenze di lei. Si mette al servizio di chi nemmeno le ha chiesto aiuto, incurante - perché piena di Fede in Dio che le starà vicino - di quello che potrebbe sucedere in futuro.

    La mia pena maggiore quando parlo di affidamento è sentirmi dire "io non prendo un bambino in affido, altrimenti soffrirei troppo quando me lo dovessero togliere".
    In quel momento mi ribolle il sangue!
    Ma come. Tu hai una casa, una famiglia, mangiare e vestire tutti i giorni e nella maggior parte dei casi anche una buona fetta di superfluo.
    Alla porta accanto, al quartiere accanto, nella tua città ci sono decine, centinaia di bambini che sono denutriti, che si vestono con ciò che trovano, che vengono picchiati, che non sono amati, che crescono senza valori e principi ... che soffrono ogni giorno da quando sono nati e la loro vita sarà una sofferenza continua.
    E tu ... tu pensi al giorno che soffirai se te lo dovessero togliere?!!!
    Avete un obbligo morale verso di loro, verso Dio che a voi ha dato tante opportunità ... avete l'obbligo di accudire almeno un bambino, proteggerlo, amarlo ... e se poi soffrirete perché il bambino torna in seno alla sua famiglia che, grazie anche al vostro aiuto fondamentale, ha ritrovato tranquillità e serenità ... siate contenti perché avrete salvato un bambino e insegnato alla sua famiglia la strada da seguire.
    Il Signore non ci obbliga, ma ci ha dato dei talenti ... tenerli in una buca in giardino per paura di soffrire non farà piacere a Dio, che un giorno potrebbe richiedervi quanto vi ha dato.
    Come potete vivere nel vostro agio, attorno ad un tavolo imbandito di tante cose buone, con mille regali spesso inutili sotto l'albero ... sapendo che potreste salvare la vita ad un bambino?!

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime21 Dec 2011
     

    Ah! Riccardo, la pensiamo allo stesso modo! questa stupida scusa, manda in bestia anche mè! Certo non ci è obbligo di fare affido, ma io di..! bè lem hrei che una persona adulta ha l"obbligo di non dire scemenze, a una gentil..donna che mi spiegava quanto lei fosse caritatevole, e dedita al prossimo, e quanto le sarebbe piaciuto fare affido, però..non poteva, troppo sensibile il suo nobile cuore...avrebbe sofferto troppo alla fine..! ho solo risposto...non credo signora, che lei possa soffrie per qualsiasi cosa..è egoista fino al midollo.. chissà perchè..non mi saluta più, le rare volte che ci incrociamo..
    Lasciare l"egoismo e l"indifferenza, lasciarle per dare uno sguardo intorno, oggi, adesso..anche questo è amore.

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime21 Dec 2011
     

    Credo che siano queste le "sofferenze" che ci fanno crescere, ci fanno diventare più sensibili, più accoglienti verso il prossimo, noi siamo i fortunati che abbiamo avuto l'opportunità di provarlo sulla nostra pelle.:face-plain:.
    Ieri sera durante la preparazione dell'ora di catechismo di oggi dei ragazzi, il parroco ci ha fatto riflettere su una domanda: provate a chiedere ai vs figli a quali principi si dovrebbe rinunciare se noi non avessimo mai conosciuto Gesù e ne sono venute fuori delle belle. Dovremmo rinunciare al principio dell'uguaglianza di tutti gli uomini, ad essere caritatevoli perso i poveri, ad essere accoglienti verso chi ha bisogno, a consolare gli ammalati, a visitare i carcerati, a perdonare chi ci ha fatto qualche torto, a perdonare anche chi ha commesso reati gravi, ad accettare le diversità, perchè tutto questo Gesù ha predicato e ha messo in pratica nella sua vita terrena. E' stato un bel momento di riflessione!

  11.  

    Addì 22 dicembre 2011

    Allora Maria disse: « L'anima mia magnifica il Signore
    e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
    perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
    Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome:
    di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono.
    Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
    ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili;
    ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi.
    Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia ».
    come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre».
    Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua

    Luca 1,46-56

  12.  

    Il Magnificat è meraviglioso perché è come un canto, una poesia che diventa preghiera.
    Quando pensiamo alla preghiera ci viene sempre a mente ciò che dobbiamo chiedere al Signore.
    E' come se vostro figlio prlasse con voi solo quando vuole qualcosa.

    E' nel nostro ruolo di genitori fare di tutto per dare ai nostri ragazzi ogni cosa che necessitino ed ogni cosa che, nei limiti del possibile, desiderino.
    Ma ci darebbe tanto fastidio una parola buona? Un grazie? Un "ti voglio bene"?
    Dite la verità ... quando accade non siete contenti?
    Un grazie ripaga di centomila sacrifici.

    Ecco, è così anche per Dio.
    Lui è un Padre, un padre buono che ci da quasi tutto.
    Un Padre che ci aspetta come dal ritorno da scuola - perché la vita è la nostra scuola ed il Paradiso la promozione - ed è pronto ad ascoltare le nostre lamentele mentre da scuola Gli telefoniamo per dirgli che quel compagno ci ha fatto un torto, per raccontare le ingiustizie subite dai professori, per chiederGli che ci metta una buona parola affinché si superi la prova di un compito o di un'interrogazione ....
    Ma anche a Dio fa piacere che quando parliamo con Lui, magari dopo essers sfogati, dopo aver chiesto ... Gli si dica "Ti voglio bene", oppure "Grazie"
    E che bello sarebbe fare questa telefonata a Dio solo per ringraziarlo di ciò che ci da e di ciò che ci toglie.
    E pensate .... la tefonata non costa nulla.
    Per telefonare a Dio non occorre fermarsi, non occorre entrere in chiesa, non occorre avere un contratto o una linea telefonica. Mentre camminate, giocate, lavorate, cucinate, stirate ... un piccolo pensiero a Dio per dirGli grazie ... basta un secondo ... ma è un secondo d'amore. E per Dio mille anni sono come un secondo, ma un secondo è come mille anni ... beh, il vostro secondo non passerà inosservato.

    Com'era la pubblicità? Una telefonata ti salva la vita.
    Sono certo che una preghiera, anche di un secondo, fatta con il cuore per ringraziare Dio, lava tanti peccati che possiamo aver fatto nella nostra vita.

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime22 Dec 2011
     

    Un pensiero "ogni tanto" a Dio è naturale e spontaneo....difficile è invece ricordarsi di ringraziarlo ogni giorno, pensare a lui nei momenti di difficoltà, pregarlo insomma quotidianamente. Spesso mi dimentico di lui e dubito della sua presenza

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime22 Dec 2011
     

    Eccomi di nuovo con più calma. Mi capita di essere "indecisa" sul Signore, alcuni giorni sento che Lui è vicino a me, che mi da la forza, altri giorni che sono talmente presa dalle mie cose che mi dimentico completamente di lui. Nei miei gesti e nel mio comportamento però cerco di essere sempre in linea con i principi che Egli ci ha insegnato.
    Anch'io come Lauri, quando penso alla Chiesa come istituzione e potere, la Chiesa di adesso comunque, mi viene un po' di nausea (un po' come quando penso alla politica) allora penso al nostro bravo e buon parroco, ad un padre missionario che conosco che sta facendo grandi cose per i bambini in un paese nel terzo mondo, al nostro piccolo gruppo di catechismo dei ns. bimbi, al nostro presepio, all'amore che in questi giorni ci spinge ad essere più buoni e allora mi dico :questa è la mia chiesa...e questo mi basta!:face-smile:

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime22 Dec 2011
     

    Il Magnificat..ricordi di un infanzia, povera, ma piena di dignità, di amore verso il prossimo, enorme insegnamento di mia madre! si andava alle funzioni di Natale in Chiesa, ricordo il gelo , le mani giunte(come esigeva mamma) gelate..e i canti della gente, pieni di fervore..quello era il Natale, pochissime luci, niente regali..non si usava..ma Gesù Bambino, nasceva davvero..ci credevo...e al pranzo di Natale ..nemmeno lontanemenmte vicino a quelli di oggi, solo due portate, e noci e mandarini, e alla fine il torrone..un lusso..lo si aspettava tutto l"anno..e mamma ci ricordava che tutto era dovuto al gran lavoro di papà, e alla benevolenza del Buon Dio, cosi, semplicemente, ho imparato a rispettare il lavoro, e chi lavora, e a benedire ogni piccolo..lusso..
    oggi ringraziare chicchesia..sembra superfluo..mi accorgo che spesso..non lo facciamo..sembra..scontata ogni cosa..ma come insegnarlo ai figli, se ce ne scordiamo noi!1 da un pò..mi sorprendo a dire una piccola preghiera inventata al Buon Dio, della mia infanzia, a Quello che sentivo amico-..credo sia il momento di tpornare indietro di qualche passo..per cominciare ad andare avanti..meglio..

  13.  

    Tornare indietro ... per andare avanti ... bellissimo pensiero Lauri

    Elen, hai ragione ... si fa presto a dir male della Chiesa, la critico anche io sotto tanti punti di vista, ma la Chiesa è formata da tante persone, da tanti sacerdoti, da tutti noi ... la Chiesa siamo noi.
    E se c'è un sacerdote pedofilo, c'è anche un sacerdote che ogni giorno dona amore a tanti bambini che imparano ad amare Dio grazie a lui.
    E se c'è un vescovo che nuota nel lusso, c'è anche un sacerdote che vive nella miseria delle favelas a contatto con lebbrosi e delinquenti.
    Facciamo presto, io per primo, a puntare il dito contro le cose o le persone che non vanno bene ... e poi a generalizzare.
    ma è sbagliato ... dobbiamo guardare alle cose buone, alle persone che fanno bene ... e non prendere esempio da quelle che mal si comportano. Anzi, Dio ci insegna ad aiutarle, a perdonarle, a far loro capire i propri sbagli, a farli ragionare ... ad amarli al di là del loro peccato, dove amare è nel significato dato da Gesù "perdona il prossimo tuo settanta volte sette"

  14.  

    Addì 23 dicembre 2011

    Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio.
    I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva esaltato in lei la sua misericordia, e si rallegravano con lei.
    All'ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria.
    Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni».
    Le dissero: «Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
    Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse.
    Egli chiese una tavoletta, e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati.
    In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.
    Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose.
    Coloro che le udivano, le serbavano in cuor loro: «Che sarà mai questo bambino?» si dicevano. Davvero la mano del Signore stava con lui

    Luca 1,57-66

  15.  

    Spesso capita che si chieda al Signore ... magari che si preghi insistentemente perché Dio intervenga e faccia guarire il nostro caro, che ci faccia trovare lavoro, che nostro figlio superi un certo esame ... poi, una volta ricevuta la grazia, ci si dimentica di pregare, di ringraziare Dio che ci ha esauditi.

    Quando siamo in difficoltà ci attacchiamo alla Speranza di nome Dio.
    Quando la difficoltà è passata cerchiamo mille soluzioni naturali al problema "bravo quel medico", "merito della sua tempra e del suo carattere", merito del suo grande studio" ... e mai diciamo "grazie Dio, grazie per aver illuminato il medico che ha operato, grazie per aver reso la mente di mio figlio aperta ed averlo fatto stare calmo, grazie perché mi hai portato in quell'azienda che proprio in quel momento cercava uno con le mie qualifiche ... "

    Gesù ci racconta di aver guarito 10 lebbrosi che Gli chiedevano aiuto, ma che solo uno è tornato indietro a ringraziare.
    Gesù non parla di vendetta contro di loro, ma di dispiacere, come quando facciamo qualcosa per i nostri figli e per loro tutto è dovuto. Smettiamo di fare? No, continuiamo con lo stesso amore e la stessa forza.
    Ma pensiamo che quando non ringraziamo Dio per quello che ci da, Lui è triste al par nostro.
    Ed allora pensiamo come un Padre Buono ... merita un grazie.

    Il Vangelo non racconta cosa poi fecero gli altri nove lebbrosi ... a me piace immaginare che un giorno si siano ricordati di quel Gesù che li ha aiutati e nel momento del bisogno abbiano rivolto una preghiera a Dio affinché li aiutasse ancora ... ed allora si sono vergognati di non aver ringraziato. Una vergogna che non è una condanna, ma una presa di coscienza di un errore umano. La cosa importante, una volta accortisi dell'errore, tentare di rimediare ... e ringraziare Dio è così facile perché Lui non pretende ... l'intensità di quel grazie dipenderà da voi. E come un figlio che vi faccia uno sorriso, oppure vi tolga un peso pensando alle vostre necessità ... maggior è l'intensità, maggiore sarà la gioia di Dio. E si merita tutto il nostro amore.

    Ci sono tanti modi per dire grazie. Il primo è con la bocca "grazie Signore" ... solo questo, semplicemente, ma detto con il cuore.
    Ma Dio ci dice cosa lo farebbe felice. La risposta la trovate nel Vangelo.
    Ringraziare è anche andare a trovare una signora in ospedale che è sola, è andare a portare da mangiare a qualcuno che ha meno di noi, è andare a fare volontariato con i portatori di handicap.

  16.  

    Addì 24 dicembre 2011

    In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra.
    Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio.
    Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città.
    Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme,
    per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta.
    Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto.
    Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.
    C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge.
    Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento,
    ma l'angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo:
    oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore.
    Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia».
    E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva:
    «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama»

    Luca 2,1-14

  17.  

    Gli uomini, volutamente o involontariamente, frappongono ostacoli alla venuta del Signore.
    Gli uomini pensano di poter fermare Dio (vedi Erode).
    Gli uomini pensano di poter impedire ad altri uomini di credere in Dio, volergli bene (vedi i tanti esempi di intolleranza religiosa).

    Ma Dio arriva lo stesso, magari in una mangiatoia, in una stalla ...ma arriva.
    Così è nella nostra vita di tutti i giorni. Chi prova a chiudere la porta a Dio, prima o poi se lo ritrova davati quando meno se lo aspetta. A volte cammino per la città e vedo tanti ragazzi che fanno confusione, che a 14 anni fumano spinelli, che bestemmiano ...
    All'apparenza sembra abbiano allontanato Dio dai loro cuori, o forse nessuno gli ha mai insegnato chisia Dio e quindi altri uomini hanno tenuto chiusa la loro porta ... ma in ogni caso prima o poi Dio entrerà dentro di loro e saranno essi a dover scegliere se accoglierLo oppure no. Se non lo accoglieranno, Dio continuerà a bussare, con amore e pazienza ... e busserà sempre più forte fin tanto che quel muro di menefreghismo,quel muro di comodità non sarà abbattuto.

    Se ci arriva addosso qualche goccia d'acqua cerchiamo di pararci il viso con le mani.
    Qualche goccia più forte e più fitta e continuiamo a ripararci, ma qualche spruzzo ci bagna.
    Poi una pioggia sempre più insistente, finché dobbiamo coprirci e poi pren dere l'ombrello.
    Ma quando comincia a piovere davvero, quando comincia diluviare con il vento forte ... a casa si arriva bagnati fradici.
    Ecco, così è Dio ... vuole bagnarci con il Suo spirito. Vuole donarci il Suo amore.
    Sta a noi poi accettare quell'amore o rifiutarlo, ed allora ci accorgeremmo che l'acqua non è nostra nemica dalla quale ripararci. L'acqua è vita, è dissetarsi, è nascere e crescere.
    E l'acqua di Dio sarà fonte inesauribile, dove chi vorrà bervi, chi vorrà ascoltare la Parola di Dio e provare a metterla in pratica, non avrà più sete.

  18.  

    Addì 25 dicembre 2011

    In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.
    Egli era in principio presso Dio:
    tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.
    In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini;
    la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta.
    Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni.
    Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui.
    Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce.
    Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.
    Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe.
    Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto.
    A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome,
    i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.
    E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità.
    Giovanni gli rende testimonianza e grida: «Ecco l'uomo di cui io dissi: Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me».
    Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia.
    Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
    Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato

    Giovanni 1,1-18

  19.  

    Nascita di Gesù significa nascita nel cuore di oguno di noi.
    Facciamo nascere Gesù dentro di noi, non solo nel giorno del Suo compleanno, ma ogni giorno seguendo la Sua Parola

  20.  

    Addì 26 dicembre 2011

    Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe;
    e sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani.
    E quando vi consegneranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire, perché vi sarà suggerito in quel momento ciò che dovrete dire:
    non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
    Il fratello darà a morte il fratello e il padre il figlio, e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire.
    E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato

    Matteo 10,17-22

  21.  

    Tante volte ho dovuto fare battaglie peri miei ragazzi, spesso contro i servizi sociali e spesso mi sono ritrovato davanti ad un giudice a difendere i bimbi ed i loro diritti.
    Spesso mi sono ritrovato la sera prima dello scontro ad avere timore per la situazione, perché perdere avrebbe significato dare ad un bambino un brutto futuro. Quando la posta in palio è alta, come la vita di un bambino, anche quando si ha ragione si suda freddo.
    Il Vangelo, specie con questa lettura, mi è sempre venuto in aiuto e tre secondi prima di entrare la mia testa era nel pallone, ma come aprivo bocca le parole comincivano ad uscire fuori, intessendo una trama che lasciava stupito pure me.
    Affidarsi al Signore sempre. Non aver paura di fare la cosa giusta che Gesù ci sarà sempre vicino.
    Se pensate che un servizio sociale non vi ascolti, se pensate che un bambino abbia subito un torto, specie da chi dovrebbe difenderlo ... non esitate a rivolgervi al tribunale per esporre il vostro pensiero ... il Signore sarà vicino a voi ed al bambino che state difendendo.

  22.  

    Addì 27 dicembre 2011

    Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!».
    Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro.
    Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro.
    Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò.
    Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra,
    e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte.
    Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette

    Giovanni 20,2-8

  23.  

    Questo brano del Vangelo mi ha sempre fatto pensare all'ardore giovanile che il ragazzo corre velocissimo per arrivare prima, ma poc prima della porta si ferma e lascia passare il meno giovane, quello con più esperienza.
    Si può vedere la cosa in due modi diversi.
    Corre, ma poi si spaventa ed ha bisogno di una guida
    Corre, ma poi lascia il passo per rispetto a chi ha più esperienza di lui.

    Ci sono molte persone che fanno fuoco e fiamme nel cammino della Fede. Sono bravi loro, sanno loro come fare, la loro Fede è forte e non guardano in faccia a nessuno ... ma poi arrivano i dubbi, arriva la paura e si fermano.
    Hanno la possibilità di scappare o di restare ed aspettare una guida che li porti a conoscere i veri misteri della Fede

    Mi piace pensare che in molti siano convinti di avere tanta Fede, di essere uomini e donne pieni di umanità ... ma poi davanti ad un bambino che soffre si fermano. In molti vanno via alla vista delle bende per terra, in molti rinunciano a percorrere la strada dell'affido perché dovrebbero entrare in una grotta, in un sepolcro freddo e buio ed hanno paura di quello che potrebbe succedere. Stolti! Non sanno a cosa rinunciano! Dentro la grotta c'è un Angelo che gli parla di Dio, che li inonda di Luce, non c'è sofferenza.
    Chi è entrato in quel sepolcro sa bene che ha trovato gioia, pace, serenità ... anche se mischiata all'angoscia delle tribolazioni passate da Gesù, dalle tribolazioni passate da quel bambino che state aiutando.
    Essere cauti nell'affido va bene. Fermarsi davanti al sepolcro per il tempo necessario a riprendere fiato va benissimo. Ma poi ci deve essere un atto di coraggio, di fiducia verso chi ha più esperienza. Entrate, voi famiglie che potreste accogliere un bambino, con chi ha già esperienza, fidatevi di chi abbia già fatto affido ed entrate, troverete Luce ed Amore da dare e da ricevere. E se un giorno dovrete passare delle tribolazioni per questa vostra scelta, credetemi, ne sarà valsa la pena.

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime27 Dec 2011
     

    E se un giorno dovrete passare delle tribolazioni per questa vostra scelta, credetemi, ne sarà valsa la pena....Già, ma..io mi chiedo, e chiedo..chi ha una vita senza tribolazioni?? credo nessuno!! e allora? allora forse il fatto è che....se sono figli miei..sono pronto a tutto, ma..per i figli degli altri..chi me lo fà fare!! purtroppo un ragionamento cosi..l"ho sentito...Ma..non dice Gesù: Ama il prossimo tuo come tè stesso?? e i bimbi non fanno forse parte del prossimo mio??Ecco allora che io, magari scioccamente, ingenuamente, a volte mi chiedo: Ma tutta questa gente che la Domenica mattina si reca alla Santa Messa,che si dichiara credente , praticante, fedele, quando è veramente il momento di..AMARE..dove và? se solo la metà della metà,.si avvicinasse all"affido,..! se solo si pensasse davvero ad amare il prossimo..utopia?

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime27 Dec 2011
     

    Scusate, ma io non condivido il fatto di giudicare chi non ha il coraggio di prendere un bambino in affido. Intorno a me vedo tante persone che hanno difficoltà a gestirsi i propri figli, che non hanno nemmeno il tempo materiale per farlo, che si affannano inutilmente per problemi inesistenti. Allora io mi dico: dovremmo sentirci più bravi perchè ci occupiamo dei figli degli altri? No! Io mi sento solamente più fortunata, perchè mi è stata posta davanti questa strada, o forse l'ho cercata, ho avuto il coraggio di percorrerla, ho sconfitto la paura e cerco giorno per giorno , con le mie forze di superare gli ostacoli che incontro. Altre persone non hanno questo coraggio o non si rendono conto e magari si occupano con tanto entusiasmo di altre faccende...ripeto non mi sento di fargliene una colpa. Poi non mi sembra giusto in questo contesto, in cui si parla di amore, perdono, diversità, accettazione dell'altro, umiltà. Se noi riteniamo di non essere migliori degli altri, non possiamo poi guardare quello che fanno gli altri...allora non siamo umili, come Gesù ci ha insegnato

  24.  

    Per quanto mi riguarda non è un giudizio verso chi non fa, perché può avere mille motivazioni che nulla hanno a che vedere con l'egoismo o con la paura.
    Dico solo che è sbagliata la riflessione (giudico il peccato, non il peccatore) che viene fatta di non prendere un bambino per paura di soffrire.
    Sbagliata non vuole dire condannabile ... vuol dire che non sanno quanta gioia troveranno percorrendo quella strada.

    Lauri anche io penso che non si debbano giudicare le persone sulla base se vanno in Chiesa e poi cosa fanno. Magari fanno altro. Magari nessuno li ha mai messi davanti a questa strada. Magari ci sono coppie che non possono per la presenza di figli troppo piccoli o perché uno dei due non vuole, o per motivi economici o altro.

    • CommentAuthorlory66
    • CommentTime27 Dec 2011
     

    Tuffarsi nel mondo dell'affido è un'avventura che ti arricchisce personalmente e come famiglia,solo per il fatto di vedere un bambino che cambia, si rasserena perché incontra una famiglia (che sia single, con o senza figli) lo accetta e lo ama per quello che è senza pretese. Però è qualcosa che devi sentirti dentro, che puoi condividere con la tua famiglia, ma a volte anche loro non sentono quello che provi tu. Credo che non tutti siano adatti a fare affido, come non tutti siamo in grado di essere dottori, o preti o altro. Certamente non siamo noi a decidere cosa è giusto.
    La frase che ci ripetono spesso a cui si riferisce Riccardo, è un pò una scusa, come tante altre.Io rispondevo semplicemente che non era mia intenzione "possedere un bambino non mio, ma aiutarlo accompagnandolo per un tratto della sua vita. Quando parlo con qualcuno di affido mi sembra di capire subito se potrebbero essere una risorsa, sinceramente credo che chi si sente dentro una spinta verso questo modo di aiutare i bambini, pian piano si avvicina da solo e trova la strada per cominciare quest'avventura.

    • CommentAuthorlory66
    • CommentTime27 Dec 2011
     

    E' un periodo di tempo che questo argomento mi rende molto triste. Dopo le nostre due esperienze di affido, io, mio marito e i nostri due figli avevamo veramente bisogno di uno stacco.
    Bisognava recuperare le forze, e soprattutto la motivazione. Nel giro di qualche mese per me è stato così, ero già pronta, ma loro no. E' passato altro tempo e ho cominciato ad insistere.
    Mio marito mi vuole essere accanto, ma i miei figli no. Ora il grande acconsente, ma il piccolo (non tanto piccolo 16 anni) non vuole e non riesce a darmi delle motivazioni concrete,dice: "Basta mamma, abbiamo già dato". Faccio fatica a spiegarvi come mi sento, delusa, frustrata, insoddisfatta, incompleta, confusa. Ultimamente mi è stato proposto un bimbo che aveva bisogno di una famiglia e dover dire che non potevo accoglierlo è stato difficilissimo, ho pianto. Ma io conosco mio figlio e so quanto ha dato nelle relazioni con i due bimbi con cui ha condiviso i suoi genitori,suo fratello e la sua casa. Io so quanto ha sofferto, so che se è un ragazzo meraviglioso è anche grazie a queste esperienze. Non me la sento di giudicarlo se non se la sente di rimettersi in gioco. Devo aspettare, arriverà il momento giusto e riuscirò ad amare altri bambini.....non vedo l'ora....e chissà forse un giorno mio figlio farà lo stesso con la sua famiglia!

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime27 Dec 2011
     

    Mi dispiace, e molto, che sia stato letto (il mio post) come un Giudizio..perchè..non lo è..è una semplice constatazione, un pensiero scritto anzichè solo pensato, non giudico, semplicemente perchè non me ne sento capace!! perchè non mi piace essere giudicata, di conseguenza..chiedo scusa.. ma veramente,ero assolutamente lontana dal voler..giudicare..

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime27 Dec 2011
     

    LORY, hai un cuore grande..fortunati i bimbi che hanno vissuto un pò della loro vita con tè..ma..fai bene, benissimo a rispettare il momento di pausa che tuo figlio vuole, l"età è già di per sè..complicata..lascia che maturi le sue convinzioni, se ha vissuto l"affido, lo scambio di amore e altruismo..vedrai..che col tempo..chissà!! complimenti..

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime27 Dec 2011
     

    Ciao Lory, il tuo racconto è molto toccante...e quasi quasi mi sembra di sentire il tuo dolore. Da una parte il tuo grande desiderio di rimetterti in gioco, dall'altra la tua sensibilità di mamma che ti dice che devi rispettare anche i tempi di tuo figlio, la sua voglia forse di stare un po' solo, di non doversi complicare la vita con altre persone in casa. Sicuramente tuo figlio è il ragazzo meraviglioso che è grazie alle esperienze che ha fatto ma è anche vero che a 16 anni hanno anche bisogno della loro privacy e dei loro spazi. Ti auguro con tutto il cuore di trovare la tua, anzi la vostra strada.
    Sai anche mio figlio adolescente, era la persona più titubante della famiglia rispetto all'affido. Ricordo ancora le sue parole: si ok per un bambino che alla sera va a casa sua, ma un bambino che dorme qui a casa nostra? State scherzando? E dovrebbe dormire in camera mia? Abbiamo capito che il suo problema era proprio lo spazio fisico e così siamo riusciti a mantenergli la sua stanza solo per lui e ha funzionato. Vanno molto d'accordo e si rispettano a vicenda...ognuno dei due rispetta gli spazi dell'altro e il nuovo arrivato sembra sapere quando l'altro ha voglia di giocare e quando no, si prendono in giro..ma senza esagerare. Le paure di mio figlio sembrano scomparse. L'altro giorno gli ho chiesto: e se F. se ne andasse? (lo so è una domanda stupida!!!) e lui mi ha risposto: Ma lui tanto non se ne va!:face-devil-grin:
    Forse tuo figlio ha paura di soffrire ancora e gli serve un po' di tempo ancora

    • CommentAuthorcitro
    • CommentTime28 Dec 2011
     

    Non riesco a dormire, ogni tanto leggo qualche post e quello di riccardo in cui si parla della vergognosa scusa"io non,prendo un bambino in affido, altrimenti soffrirei troppo quando me lo dovessero togliere"mi rimbomba nella testa perchè anch'io la penso come lui.
    Che mi frega di quello che potremmo soffrire io,mio marito o mio figlio "dopo" quando la cosa veramente importante e urgente è offrire ad un bambino un porto sicuro.
    Eppure una frase simile me la sono sentita rispondere da mio marito la prima volta che gli ho parlato di affido. E' stata una coltellata, non me l'aspettavo dalla persona che ho scelto come compagno di vita. Ho provato una profonda delusione, un risentimento fortissimo nei suoi confronti che solo per il suo cieco egoismo precludeva la nostra possibilità di accogliere un bambino.
    Fortunatamente dopo ne abbiamo parlato a lungo, ho capito che lui viene da un'esperienza diversa dalla mia, da una famiglia solida e senza problemi economici e neanche immaginava a quanti bambini sia precluso l'affetto di una famiglia.
    I miei genitori mi hanno cresciuto con la consapevolezza della mia fortuna, ricordandomi sempre che ci sono tanti bambini che non hanno la fortuna di avere una famiglia. Sono cresciuta con la convinzione che qualcosa bisognasse fare per loro.
    Dopo un lungo percorso che ci ha consentito di sapere tante più cose sull'affido mio marito capisce e condivide la mia disponibilità all'affido anche se ha ancora tante paure soprattutto legate alla tenera età di nostro figlio.
    Su questo non posso dargli tutti i torti visto che ha solo 6 anni, ma sono fiduciosa e sono certa che tra qualche anno quando nostro figlio sarà più grande saremo pronti ad accogliere un altro bambino senza alcun timore.

  25.  

    Hai ragione Lory, sento la tua tristezza, è palpabile come tu fossi qui, ma in seno ad una famiglia ci deve essere condivisione per un progetto così importante, perché se non ci fosse il progetto sarebbe troppo difficile da portare avanti e nascerebbe già con i sintomi del fallimento.
    Sedici anni è un'età in cui c'è anche ribellione ... se un adulto propone bianco, il ragazzo parteggia per il nero e viceversa.
    Certamente hai già provato, anzi scusami se mi permetto, ma hai cercato di far capire quanto un bambino in affido sia importante per te? Quanto sia fortunato lui ad avere una bella famiglia mentre ci sono bambini che vivono in pessime situazioni e che necessitano di amore?
    Alla sua età ero un ribelle, come quasi tutti gli adolescenti, e qualunque cosa mi proponesse mia madre era un no per partito preso ... poi pian piano mi portava a ragionarci e pian piano, molto lentamente, mi scioglievo e acconsentivo alle sue richieste ... ma dovevo uscirne bene, e mia madre lo sapeva ... doveo essere io a prendere la decisione e non far vedere che lei mi aveva convinto. Così, ad un certo punto mia mamma smetteva di ragionare sull'argomento e lasciava che fossi io ad elaborarlo, magari tenendo viva la discussione facendomi trovare un libro o una frase, parlando di argomenti correlati con mio padre o i miei nonni ... ed alla fine ero io a proporre quello che mia madre mi aveva chiesto.
    Credo che Elen abbia ragione su entrambi i punti ... i suoi spazi, non solo fisici ma anche di considerazione da parte vostra, e la paura di soffrire perché magari non ha estrapolato più di tanto le sue sensazioni, ma forse ha sofferto della fine dei precedenti affidi più di quanto non voglia dare a vedere.

    Scusami Lauri di aver frainteso. I forum sono bellissimi perché ci mettono a confronto, ma è facilissimo sbagliare e capire male.

    Citro, ecco il segreto. Parlare, far capire, creare cultura verso l'affido, farlo conoscere e sopratutto far sapere alle persone che esistono realtà molto diverse da quelle sbandierate in televisione di tutte famiglie felici e senza problemi. Manca la cultura dell'affido. Questo è il motivo della nascita dieci anni fa di questo portale, il motivo per cui vado ad ogni trasmissione, ad ogni conferenza perché si conoscoano certe problematiche.
    Non fermiamoci al nostro orticello, cerchiamo di seminare anche nel terreno altrui, facciamo incontri, andiamo a parlare nelle scuole, proponiamoci per fare cultura.
    Penso a Lory ... ci sono tanti modi per aiutare un bambino in difficoltà. Il primo è senz'altro accoglierlo in casa, ma anche andare a parlare di affido, cercare di far capire più che convincere ... e che soddisfazione si ha quando una famiglia si avvicina a te per chiederti aiuto in questo percorso.
    Il 2 e 3 gennaio ad Orentano cercheremo di fare questo, cercheremo di iniziare un percorso che ci porti ad altri incontri, che porti altre famiglie ad accogliere nel proprio cuore un bambino.
    Non pensate che siano i servizi sociali, lo stato a dover promuovere l'affido. Dovcrebbero! Ma se non lo fanno non possiamo dire "tocca a loro, che lo facciano loro" perché così facendo siamo come loro che non fanno e condanniamo tanti bambini a restare in famiglie che non li amano e non li rispettano.

  26.  

    Addì 28 dicembre 2011

    Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo».
    Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto,
    dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall'Egitto ho chiamato il mio figlio.
    Erode, accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, s'infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù, corrispondenti al tempo su cui era stato informato dai Magi.
    Allora si adempì quel che era stato detto per mezzo del profeta Geremia:
    Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande; Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più

    Matteo 2,13-18

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime28 Dec 2011
     

    Scusate, torno indietro un attimo per una breve riflessione sul discorso di Lory. E' vero i ragazzi, soprattutto nell'adolescenza soffrono e hanno paura di soffrire.
    Ma noi come genitori, come famiglia, come viviamo la sofferenza? Il distacco? Il lutto?
    I ragazzi sono il nostro specchio, se noi diamo un senso alle sofferenze anche loro lo possono fare ....se noi accettiamo la malattia e la morte dei nostri cari, anche loro imparano a farlo, se noi siamo abituati ad affrontare le difficoltà a testa alta, anche loro si abituano a farlo, se noi ci rafforziamo nelle nostre esperienze positive e negative, piano piano anche loro si rafforzeranno.
    Se noi invece piagnucoliamo, ci disperiamo, non diamo un senso alle cose, non accettiamo quello che ci arriva come un disegno di Dio, anche loro avranno sempre paura di soffrire perche vedono noi soffrire

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime28 Dec 2011
     

    certo l"esempio..alla lunga può dare i suoi risultati, ma credo, ed è un mio pensiero, che conti molto anche il carattere personale, io posso essere molto forte, affrontare le avversità, i dolori, come una roccia, magari mio figlio è come mè, mia figlia no" assomiglia a mio marito, che si rinchiude un pò nel suo dolore, se lo"cova" prima di riuscire ad elabolarlo..mia madre, spaccava il mondo..andava dritta come un treno, mio padre, si accasciava per ogni minimo contrattempo!!
    Sono convinta che vederci reagire, vederci affrontare con serenità la vita, qualunque prova essa ci porti, possa essere una base su cui poi costruire, importantissima per i nostri figli, ma poi come alla fine si porgeranno nel futuro, nei confronti della stessa vita..ha molto anche del loro carattere.