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      CommentAuthorsoleluna*
    • CommentTime9 Feb 2012
     

    Leggo solo ora e mi riferisco al vangelo di ieri a proposito del male che porta solo male e riporto qui un pensiero molto bello che sentii in una predica di qualche mese fa tenuta da un frate missionario. Le parole erano queste: “Il male finisce dove chi lo riceve riesce a portarlo senza restituirlo”. Forse sono parole scontate, potremmo pensare che è logico, forse è un altro modo per dire “non rispondiamo al male con altro male, ma quella frase mi colpì tanto che l’ho scritta su un post-it ed è attaccata all’anta del mio frigorifero in cucina. Concetto spesso ripetuto e ben conosciuto da credenti o meno, ma spesso ci passa di mente…ora il mio frigorifero me lo ricorda un po’ più di frequente :face-monkey:

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      CommentAuthorsandro
    • CommentTime9 Feb 2012
     

    Bellissimo messaggio soleluna! Te lo rubo per postarlo nella pagina fb della mia associazione!
    Veramente molto significativa.
    Grazie, Sandro.

    • CommentAuthorcitro
    • CommentTime9 Feb 2012
     

    lo posto anch'io sulla mia pagina! è troppo bello! “Il male finisce dove chi lo riceve riesce a portarlo senza restituirlo”bellissimo, lo dico a mio figlio stasera nelle nostre "confidenze"serali ...

  1.  

    Addì 10 febbraio 2012

    Di ritorno dalla regione di Tiro, passò per Sidone, dirigendosi verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
    E gli condussero un sordomuto, pregandolo di imporgli la mano.
    E portandolo in disparte lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua;
    guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse: «Effatà» cioè: «Apriti!».
    E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
    E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo raccomandava, più essi ne parlavano
    e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!»

    Marco 7,31-37

  2.  

    Gesù non ama vedere chi soffre e si china su chiunque di noi sia sofferente per accudirlo, guarirlo, amarlo.
    Uno dei mali dei nostri tempi è quello di non ascoltare. Non ascoltiamo il nostro coniuge o compagno, non ascoltiamo i nostri figli, non ascoltiamo i nostri genitori. Ognuno di noi vive in un suo mondo, in una sua realtà fatta di preoccupazioni materiali, di incontri fugaci, di incapacità all'ascolto paziente dell'altro.
    Sentiamo, ma non ascoltiamo. Non lasciamo che la parola dell'altro, e tantomeno la Parola di Dio, entri nei nostri cuori al punto da immedesimarci nella persona che abbiamo davanti o nei poveri di cui ci parla Gesù.

    Ed il Signore ci dice "Effatà" ... apriamo le orecchie e il cuore all’ascolto.
    All'ascolto dei ragazzi in affidamento che non solo con le parole ci chiedono e ci domandano. Anche quando ci dicono "me ne voglio andare" è un po' come dire "lotta per me, fammi vedere che ti importa".
    All'ascolto delle famiglie naturale dei ragazzi in affidamento che al di là delle loro modalità soffrono per la perdita del loro figlio, soffrono perché dichiarati incapaci di educarlo, soffrono perché bimbi anche loro in cerca di amore e di ascolto.
    All'ascolto del nostro compagno, compagna, moglie, marito che ci racconta un suo disagio. Non offendiamoci ce sentiamo dirci "è un periodo che sto male con te" ... se c'è dialogo tutto si risolve. E' una richiesta di aiuto fatta alla persona che si ama, che ci è vicino nella quotidianità spesso difficile.
    All'ascolto dei genitori, siano essi naturali, adottivi, affidatari che se parlano è per trasmettere valori e principi, per dare armi e corazza per andare nel mondo e respingere gli attacchi del male.

    Ed il sordomuto lodava il Signore, proclamava quello che aveva fatto in lui.
    E' impossibile tacere quando la gioia ti pervade. E' impossibile mantenere un segreto così grande e pieno di gioia e di speranza per tutti.
    Quando si riceve qualcosa di fantastico, qualcosa che abbiamo sempre desiderato e chiesto, non ci riesce di non condividere questo nostro sentimento con chiunque incontriamo.

    Dobbiamo avere la forza, il coraggio, la pazienza, l'amore per parlare di noi, per confrontarci con gli altri, per portare a chi incontriamo un messaggio di speranza.
    Eravamo sofferenti, ed il Signore si è chinato su di noi per guarirci, per consolarci.
    Adesso tocca a noi chinarci su chi incontriamo sofferente nel nostro cammino.
    Basta uno sguardo, una parola, un sorriso.
    Ma bisogna andare oltre. Bisogna dare loro una speranza, convincerli che la vita non è solo quella terrena, che esiste Qualcuno che ci ama e che ci aspetta.

  3.  

    Addì 11 febbraio 2012

    In quei giorni, essendoci di nuovo molta folla che non aveva da mangiare, chiamò a sé i discepoli e disse loro:
    «Sento compassione di questa folla, perché gia da tre giorni mi stanno dietro e non hanno da mangiare.
    Se li rimando digiuni alle proprie case, verranno meno per via; e alcuni di loro vengono di lontano».
    Gli risposero i discepoli: «E come si potrebbe sfamarli di pane qui, in un deserto?».
    E domandò loro: «Quanti pani avete?». Gli dissero: «Sette».
    Gesù ordinò alla folla di sedersi per terra. Presi allora quei sette pani, rese grazie, li spezzò e li diede ai discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla.
    Avevano anche pochi pesciolini; dopo aver pronunziata la benedizione su di essi, disse di distribuire anche quelli.
    Così essi mangiarono e si saziarono; e portarono via sette sporte di pezzi avanzati.
    Erano circa quattromila. E li congedò.
    Salì poi sulla barca con i suoi discepoli e andò dalle parti di Dalmanùta

    Marco 8,1-10

  4.  

    Quando si fanno le cose con amore ci sembra sempre di fare troppo poco.
    Ed è così. Ci sarebbe da fare tantissimo. Aiutare un bambino quando nel mondo ci sono milioni di bambini che muoiono di fame, vittime di abusi, abbandonati tra la spazzatura è veramente un'inezia, una goccia nel mare.
    Ma al di là delle bellissime e verissime parole di madre Teresa "si comincia da uno" e "se non ci fosse quella goccia il mare sarebbe più povero", oggi mi viene da pensare che l'amore lo si può dividere in tantissime parti, ed ogni parte a sua volta in tantissime parti, all'infinito, senza che nessuno resti senza.
    Pensate che con un affidamento non aiutate soltanto un bambino, aiutate anche la sua famiglia che magari ha altri figli, nipoti e magari possono capire i loro sbagli e dare a quei bambini più amore. Pensate come il vostro esempio possa portare altre famiglie ad accogliere un bambino e dal vostro esempio magari 2 famiglie soltanto prenderanno un bambino in affido, ma se poi grazie ad ognuna di loro ci saranno altre due famiglie ... ed altre due ...
    Pensate a come la vostra parola, anche qui sul forum e in ogni altro contesto, possa servire a scaldare i cuori ed accendere in taluni la voglia, il desiderio di confrontarsi, capire e magari un giorno accogliere.

    Abbiamo solo 7 pani e 2 pesci davanti ad una folla di milioni di bambini che gridano la loro fame d'amore, ma sull'esempio di Gesù non teniamo nelle nostre sporte quei pani e quei pesci pensando che siano troppo pochi, dividiamoli con chi ci è vicino e vedrete che il Signore farà il resto.

  5.  

    A volte si da per scontato che certi insegnamenti siano già stati ricevuti, ma quando hai a che fare con certe situazioni e ti accorgi che un bambino non sa lavarsi, non sa mangiare, non sa controllare istinti ed impulsi ... capisci che c'è tanto da fare. Che grande gioia quando vedi che le cose per te elementari che hai insegnato ad un bambino, pur con grande fatica ma per amore a te, vengono messe pian piano in pratica. Capita spesso con i bambini che frequentano il diurno che tu insegni loro una cosa, poi un giorno arrivano i genitori e ridendo ti raccontano che, ad esempio, il bambino "proibisce" a tutti di mangiare finché non si siano lavati le mani, o non ci sia il piatto per tutti, o non si sia fatta la preghiera. In quel momento ti accorgi come il poco pane che hai a disposizione possa essere diviso con amore e semplicità e come possa sfamare tutti.

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime11 Feb 2012
     

    Quanto è vero! io dico, che la gioia immensa di un affido, è vedere letteralmente rinascere, un bambino, vedere che un giorno dopo l"altro, si và a lavare, si prende cura di sè, aspetta che tutti siano a tavola, prima di riempirsi di cibo come una bestiolina poi.. si apre il suo cuore ferito..
    E che conta allora, la tanta pazienza che ci è voluta, perchè la cosa grande, importante è che questo bambino, insegnerà ai suoi di figli, quanto noi insegnamo alui, ed ecco..la goccia si farà pozzanghera, poi laghetto..poi..oceano..se l"avessimo lasciato nel suo buoi?? se non ci fossi messi a disposizione??!

    • CommentAuthorcitro
    • CommentTime11 Feb 2012
     

    :face-smile:

  6.  

    Addì 12 febbraio 2012

    Allora venne a lui un lebbroso: lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi guarirmi!».
    Mosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, guarisci!».
    Subito la lebbra scomparve ed egli guarì.
    E, ammonendolo severamente, lo rimandò e gli disse:
    «Guarda di non dir niente a nessuno, ma và, presentati al sacerdote, e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha ordinato, a testimonianza per loro».
    Ma quegli, allontanatosi, cominciò a proclamare e a divulgare il fatto, al punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma se ne stava fuori, in luoghi deserti, e venivano a lui da ogni parte

    Marco 1,40-45

  7.  

    Allora venne a lui un lebbroso: lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi guarirmi!»
    Quanti bambini gridano questa fgrase ogni giorno.
    Come si può andare avanti per la nostra strada sapendo che possiamo aiutarli?
    La loro lebbra non è il loro peccato, ma il peccato di altri che non spetta a noi giudicare.
    I bambini che ci chiedono aiuto non hanno solo le angherie, gli abusi che verso di loro vengono perpetrati, ma al pari dei lebbrosi di un tempo, hanno il male della solitudine, dell'esclusione dalla società, del razzismo.
    Non è colpa loro se sono nati in brutte situazioni familiari, ma è certo colpa di ogni persona che passa oltre se in quella situazione ci restano.
    Il secondo male, la solitudine, lo si cura con poco. Se non possiamo prendere un bambino in affido, possiamo però stare vicino a chi lo fa, fargli sentire la nostra vicinanza, dargli il nostro supporto, donargli alcune ore del nostro tempo, parlare ad altri dell'affido.

  8.  

    Addì 13 febbraio 2012

    Allora vennero i farisei e incominciarono a discutere con lui, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova.
    Ma egli, traendo un profondo sospiro, disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità vi dico: non sarà dato alcun segno a questa generazione».
    E lasciatili, risalì sulla barca e si avviò all'altra sponda

    Marco 8,11-13

  9.  

    Gesù sa che i farisei gli chiedono un segno per metterlo alla prova, non perché vogliono credere.
    E' addolorato per la loro incredulità.
    Tante volte anche noi abbiamo bisogno di un segno dal cielo, una risposta alle nostre preghiere che non sempre arriva.
    Quando chiediamo con Fede, con la gioia nel cuore, con l'accettazione della volontà di Dio qualunque essa sia, con la speranza e non con l'aspettativa di ottenere ... Dio si compiace e ci è vicino.
    Ma quando chiediamo solo per metterlo alla prova, solo quando non abbiamo più risorse e diciamo "fammi tentare anche questa, tanto una preghiera non costa nulla" ma senza alcuna convinzione, quasi come un gesto scaramantico ... il Signore si dispiace.
    Purtroppo tale modo di comportarsi non è solo di chi non crede, ma è spesso anche di chi dice di avere Fede, una Fede tiepida che ha bisogno sempre di toccare con mano, di vedere, di valutare, di mettere alla prova.

    Come ci sentiamo quando cerchiamo di far capire qualcosa a nostro figlio, a nostra moglie o marito, ad un amico, ad un collega di lavoro ... e lui non si fida di noi? Non si fida delle nostre parole, della nostra sincerità, del nostro cuore. Ne rimaniamo addolorati, affranti. Se a non credere in noi è qualcuno che ci conosce appena, non è un gra dolore, ma se a non crederci è un nostro amico, un nostro compagno, un nostro affetto ... quanto soffriamo!!!

    • CommentAuthorclod
    • CommentTime13 Feb 2012
     

    Confesso che a volte chiedo al Signore un segno.............quando mi sembra di essere ferma, di non capire la Sua volontà, di non essere capace di accoglierla........vorrei che mi Parlasse con la Voce in modo da non avere dubbi, sò che la fede non è così , E' Fiducia ma la mia non è non fiducia in Dio ma non fiducia nella mia capacità di capire, nella paura di interpretarebene ciò che Lui vuole:face-plain: Ma quando invece riescosco ad Affidarmi completamente allora vedo tutti i segni che ci sono e non ho più paura ............Ma non sempre sò affidarmi:face-smile:

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime13 Feb 2012
     

    Chiedo ogni giorno, un aiuto, ma non concreto, cioè, ho preso l"abitudine, ogni mattino, di "scambiare due parole" con Lui..e chiedo sempre: anche oggi, sò che avrò bisogno di una mano, un sostegno..fisicamente faccio io, ma..ho bisogno anche di..aiuto morale, di forza morale..ecco..se parto cosi..mi sembra quasi più leggera la giornata.

  10.  

    Addì 14 febbraio 2012

    Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
    Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe.
    Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi;
    non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada.
    In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa.
    Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi.
    Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa.
    Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi,
    curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio

    Luca 10,1-9

  11.  

    La messe è molta. Quanti sono i bambini, i carcerati, gli anziani, i portatori di handicap, i tossicodipendenti che hanno bisogno di aiuto? Tantissimi. Ognuno deve aiutare chi può, chi sente di poter aiutare, ma qualcuno deve aiutare.
    E' il Signore che ci invita a pregare, a chiedere che arrivino altre persone a dare una mano a chi già si occupa di coloro che la società ha escluso.
    L'affidamento ha le sue falle e le sue problematiche, ma è oggi l'unico strumento valido per poter aiutare tanti bambini che versano in situazioni di grande disagio. Maltrattementi, abusi sessuali, sfruttamento, prostituzione minorile non sono fenomeni di altri tempi o di luoghi lontani da noi. Sono in mezzo a noi, sono nel quartiere accanto al nostro, quartieri dormitori ove accade di tutto. Il far finta di niente, il guardare da un'altra parte, il dire "io non sapevo" non rioara la nostra coscienza. Sappiamo che esistono certe realtà e non fare nulla per cambiarle, per aiutare almeno un bambino significa essere complici degli abusi e dei maltrattamenti che il nostro vicino perpetra nei confronti del figlio.
    Spesso sento dire "ma poi soffriamo quando ce lo levano"
    A parte il fatto che non sempre un bambino in affidamento potrà rientrare nella sua famiglia, a parte il fatto che le gioie di aver cresciuto un bambino supereranno le tristezze di un eventuale abbandono, a parte il fatto che anche con i propri figli si gioisce e si soffre ... ma come potete essere così meschini da pensare alla vostra ipotetica, futura, improbabile sofferenza quando ora mentre stai leggendo un bambino non viene fatto mangiare, un bambino è in ospedale per essere stato picchiato, un bambino è per la strada vittima dei desideri perversi di uomini e donne di ogni età. Non vi sentite un po' in colpa a stare nella vostra bella casa riscaldata, con il frigorifero pieno, con i vostri figli che brontolano se non hanno vestiti firmati?
    Se non vi ribolle la coscienza, se non cercate una strada per aiutare chi sta peggio di voi ... che il Signore vi perdoni e vi metta al riparo da ogni situazione negativa affinché non siate voi o i vostri figli un domani ad aver bisogno del prossimo.

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime14 Feb 2012
     

    Ecco, Ric. ecco...dovrebbe "ribollire la coscienza" in ogni essere, dovrebbe essere un dato di fatto, io ho..dunque posso donare! ma ...ma..l"indidualismo trionfa sempre più, girarsi dall"altra parte, e tanto più facile! Dove sarebbe, chi sarebbe oggi, Gius, se noi non lo avessimo accolto? e tuoi ragazzi Ric.? e il piccolo di Elen? e tutti gli altri? e dove sono, come vivono, tutti i bimbi i ragazzi, di cui nessuno si stà occupando? dobbiamo interrogarci..chiederci che persone siamo, se borbottiamo davanti alle notizie di un qualsiasi TG. e poi..riprendiamo la nostra cena abbondante..incuranti di tutto e di tutti!!

    • CommentAuthorlory66
    • CommentTime14 Feb 2012
     

    "Non possiamo fare sempre grandi cose, ma possiamo fare piccole cose con un grande cuore" -M.T. di Calcutta:face-angel:

    • CommentAuthorclod
    • CommentTime14 Feb 2012
     

    sono daccordo con te Lory:face-smile:

  12.  

    Addì 15 febbraio 2012

    Giunsero a Betsàida, dove gli condussero un cieco pregandolo di toccarlo.
    Allora preso il cieco per mano, lo condusse fuori del villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?».
    Quegli, alzando gli occhi, disse: «Vedo gli uomini, poiché vedo come degli alberi che camminano».
    Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente e fu sanato e vedeva a distanza ogni cosa.
    E lo rimandò a casa dicendo: «Non entrare nemmeno nel villaggio»

    Marco 8,22-26

  13.  

    Gesù vuole insegnarci tramite la Fede, tramite la Sua dottrina a vederci chiaro, a vedere lontano, a vedere quanto bene si può fare con l'altruismo, la solidarietà, l'amore per gli altri, nemici compresi.
    Vuole insegnarci a vederci chiaro nel capire quanto male possiamo fare anche solo con una parola detta male o non detta.
    E' difficile guarirci, al pari del cieco sul quale impone le mani due volte, perché siamo restii a fare del bene, siamo restii a vedere l'amore nel nostro prossimo. Siamo reticenti nel prendere un bambino in affidamento, nel'andare a trovare un carcerato, nell'occuparci di una persona anziana o portatrice di handicap perché vediamo solo gli aspetti difficili, vediamo solo la nostra piccola sofferenza che è vicina a noi, senza vedere la sofferenza del nostro prossimo.

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime15 Feb 2012
     

    Viviamo in una società, che ormai verte all"egocentrismo, ormai la solidarietà è una parola, e..basta..non è disfattismo, è purtroppo un dato di fatto! la paura di quel che sarà, ci fà chiudere nel nostro misero cerchio, alla ricerca di piccole certezze. Ricordo la mia infanzia, in una casa di ringhiera, con decine di bambini che giocavano nella corte insieme, guardati a turno da mamme e nonne di tutti, e se la signora dell"ultimo uscio, stava male tutti andavano a vedere cosa serviva, lavavano i suoi panni, davano la minestra ai suoi figli, mio padre, tagliava la legna per la "nonna" in cima alle scale a destra, mamma faceva le iniezioni a tutti..la mia vicina, madre di 7 figli, faceva polenta e latte per tutti noi bimbi una sera a settimana!! c"era solidarietà, interesse per il prossimo! e non sono passati secoli!!
    Credo tocchi anoi, fare un passo indietro, o dieci in avanti!! cosi si và verso un cinismo, un indifferenza che non porterà a nulla di buono!

  14.  

    Le cose vanno così, è vero, ma tocca a noi cambiarle.
    Tocca a noi guardare attorno a noi. Il problema è che ognuno pensa a sè senza accorgersi che questo individualismo ci porterà tutti a stare peggio.

    Se non aiuto oggi un bambino, questo diventerà un delinquente che domani ruberà, ucciderà o violenterà.
    Se mille di noi non aiuteranno mille bambini, fra qualche anno saranno mille delinquenti a giro che ci rendereanno la vita impossibile.
    Non volete aiutare per altruismo?
    Non volete aiutare per Fede?
    Aiutate un bambino almeno per il vostro egoismo.

  15.  

    Addì 16 febbraio 2012

    Poi Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo; e per via interrogava i suoi discepoli dicendo: «Chi dice la gente che io sia?».
    Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista, altri poi Elia e altri uno dei profeti».
    Ma egli replicò: «E voi chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo».
    E impose loro severamente di non parlare di lui a nessuno.
    E cominciò a insegnar loro che il Figlio dell'uomo doveva molto soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare.
    Gesù faceva questo discorso apertamente. Allora Pietro lo prese in disparte, e si mise a rimproverarlo.
    Ma egli, voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: «Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini»

    Marco 8,27-33

  16.  

    A volte tutti noi siamo come Pietro.
    Lui voleva il Messia che non fosse sofferente, un Messia glorioso, che durasse in eterno nella forma che Pietro conosceva.
    Anche noi molto spesso vogliamo che le cose siano come le vorremmo e non come sono veramente.
    E' l'eterna distinzione tra speranza ed aspettativa.
    Un conto è sperare che una cosa accada, ma se poi non avviene va bene lo stesso.
    Altra cosa è avere l'aspettativa che una cosa accada, ed allora se non avviene c'è delusione, tristezza.
    Perché moltissimi affidi e molte adozioni finiscono male? Perché chi accoglie un bambino si crea dei film su di lui, delle aspettative che quasi mai si realizzano.
    Chi prende un bambino, specie in adozione, pensa che quello sarà come l'altro suo figlio, o come il figlio dei vicini di cui vanno tutti orgogliosi per lo studio, per il comportamento, per la proprietà di linguaggio.
    Le aspettative spesso sono così alte che se quel bambino fosse anche vicino alla perfezione, non sarebbe mai come i genitori adottivi lo hanno immaginato e voluto. Da qui l'abbandono, il rifiuto di quel bambino che non è come lo volevamo.

    •  
      CommentAuthorsoleluna*
    • CommentTime16 Feb 2012
     

    Quanta tristezza Riccardo nelle tue parole, eppure quanto sono vere!
    Io non sono ancora madre affidataria, ma ho una figlia bio che, come tutti noi, non è perfetta. Anche nei confronti di un figlio bio si hanno tante aspettative eppure li amiamo anche se non sono perfetti!
    Prendere un bambino/a in affido o in adozione dovrebbe voler dire anche essere “ben” consapevoli che quel bambino/a si porta appresso un bagaglio di esperienze (negative) e comunque un passato di abbandoni con cui inevitabilmente bisognerà fare i conti. Per assurdo (ma questo forse è solo un mio modesto punto di vista) i genitori adottivi/affidatari dovrebbero essere avvantaggiati e più predisposti ad accettare un figlio che “potrebbe” non essere perfetto come vorrebbero....ma allora perché tanti abbandoni?

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime16 Feb 2012
     

    Perchè? perchè si ha il mito della perfezione! o perchè si è cosi immaturi e superficiali, che si pensa di poter avere..quello che si vuole come si vuole, perciò il "figlio" che arriva deve essere il meglio in tutto, e farmi fare"bella figura" che miseria!! che tristezza, che rabbia, per questi poveri bambini.. che devono soddisfare aspettative di adulti perednti!
    Ricordo anni fà, a una delle riunioni mesili del nostro gruppo di genitori affid. una copia di mezza età, che aveva accolto in affido un ragazzino di 13 anni, vissuto in Casa Famiglia per anni, e poi, dopo un mese..dico un mese..lo hanno..restituito, perchè non ubbidiva!! Quella donna per mezz"ora a piagnucolare per quanto soffriva per aver DOVUTO..allontanareil bambino..che frignava su quanto lei lo avesse fatto col cpore, ma..ma..non ce la faceva più!!!?? Cavolo non ne potevo più io di sentirla, ho chioesto ma..qualcuno pensa a come stà il bambino respinto ancora una volta?? non sò perchè mi hanno guardato male!! mah!!

  17.  

    Nella sentenza in cui il tribunale decretava che la famiglia adottiva perdeva la potestà genitoriale c'era riportata una frase dei genitori adottivi "lo stato ci ha tradito perché avevamo chiesto un bambino sano e ci hanno dato un bambino scemo"
    Scemo perché appena arrivato da una terra lontana non aveva imparato subito l'italiano bene come la propria figlia coetanea, perché non andava bene a scuola come la loro figlia ed i figli dei loro amici, perché gli faceva fare brutta figura.
    Il nostro ragazzo non solo non è scemo, ma è un ottimo ragazzo, che legge tantissimo, che parla bene l'italiano, che va a scuola meglio di altri ... ma poi ... "scemo" .... non aggiungo altro perché ogni volta mi prende una rabbia ... !!!

  18.  

    Addì 17 febbraio 2012

    Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.
    Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà.
    Che giova infatti all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima?
    E che cosa potrebbe mai dare un uomo in cambio della propria anima?
    Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi».
    E diceva loro: «In verità vi dico: vi sono alcuni qui presenti, che non morranno senza aver visto il regno di Dio venire con potenza»

    Marco 8,34-38.9,1

  19.  

    Rinnegare sè stessi.
    Detto così potrebbe sembrare quanto di più orribile possa esserci, ma in verità è la cosa più dolce che posa esserci.
    Rinnegare sè stessi significa non pensare al proprio egoismo, non mantenere rancore, dividere ciò che si ha con gli altri.
    Se questo comando ci fa male vuol dire che il nostro egoismo è ad un livello tale da sentire un grande dolore al dover pensare di rinunciare anche ad un granello di ciò che abbiamo.
    Se invece siamo inclini all'altruismo, sentiremo non più un comando perentorio, ma una dolce careza come a dire "sei sulla strada giusta, sono orgoglioso di te".

    Ognuno di noi ha pensieri e tribolazioni, sono questi la nostra croce, sono questi che dobbiamo affrontare ogni giorno con fatica, ma maggiore sarà il peso che dovremo sostenere, maggiore sarà la gioia quando ne saremo liberati.

    Quanti cristiani si vergognano di esserlo, di dimostrare con un gesto, con un segno di croce, con la proclamazione di un valore e di un principio di avere Fede.
    Oggi è anacronistico, oggi è controtendenza ... ed è allora proprio oggi che dobbiamo gridare al mondo che crediamo, perché il mondo ha bisogno di Fede, ha bisogno di essere contagiato dall'amore.

    • CommentAuthorcitro
    • CommentTime17 Feb 2012
     

    "ci hanno dato un bambino scemo"(cit)

    a parte il giudizio acerrimo che viene fuori spontaneamente, ma l'animale che ha detto questo come ha fatto ad ottenere l'idoneità per l'adozione???

    Possibile che non sia venuto fuori durante i colloqui la personalità deviata di quest'uomo?

    P.S. mia sorella ieri ha consociuto i due bimbi che andranno a vivere con lei e il marito,sono tenerissimi e anche i bimbi non vedono l'ora di andare con loro (questa cosa mi ha lasciato sconcertata!).
    Ora devono aspettare uan settimana per rivederli e sarà lunga per lei...

    Buona giornata!

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime17 Feb 2012
     

    Citro..lo chiami..animale..ma guarda, il mio cane..è meglio..moolto meglio di questi "genitori"
    ma .. che belle notizie..i bimbi cominciano la conoscenza..poveri piccoli, sognano una famiglia accudente e amorevole..chissà quanto bisogno ne hanno!

    Rinnegare sè stessi..e quale genitore non è pronto a farlo, per un figlio! non è lasciare la tua personalità, è lasciare il tuo egoismo, è lasciare il tuo agio, per andare incontro ai bisogni del figlio! credo che alla fine, sapersi"rinnegare" per entrare nei bisogno di unaltro, sia quanto di più giusto e gratificante ci sia! l"egoismo, cosi come l"egocentrismo, non pagano, l"idealizzazione dell"IO" lascia scie di solitudine, magari dorata, ma solitudine! Io per esperienza mia e della mia famiglia, dico, che la venatat di forza, di serenità di voglia di fare che ci ha portato Matti, sono impagabili, anche le lotte, anche le rabbie, sono stati passaggi costruttivi, insegnamenti di vita, forti..

    • CommentAuthorcitro
    • CommentTime17 Feb 2012
     

    fai le mie :face-angel:scuse al tuo cane per averlo paragonato ad un tale essere ;)

  20.  

    Non mi piace giudicare le persone.
    Non so cosa ci sia nella cultura di quella mamma adottiva (non le ha dette il padre quelle parole, ma la madre adottiva), non so quali turbe, privazioni, quale dottrina le sia stata inculcata.
    Non giudico la persona, ma gli atti.
    Purtroppo il servizio sociale ha difeso l'operato di questa coppia fino ad avere una grossa lite con noi davanti ad un giudice che ha voluto vederci chiaro, nominando un CTU che per un anno e mezzo ha fatto indagini, cosa che ha portato a togliere la potestà genitoriale a questa coppia e a lasciare a noi l'affido del bambino, che ormai fra pochi mesi compirà 18 anni, felice di stare con noi.
    La cosa che mi meraviglia è come possano aver avuto l'idoneità. Ho la percezione che ci sia del marcio sotto: il tribunale aveva sconsigliato l'adozione di un bambino di pari età della loro primogenita, invece il servizio ha mandato avanti la cosa. Il tribunale aveva sconsigliato di andare a prendere il bambino quando ha saputo che la donna era in stato interessante, invece il servizio ha mandato avanti la cosa. Gli adottivi non volevano più il bambino, invece il servizio ha mandato avanti la cosa. Gli adottivi si sono rivolti al tribunale per mandare via il bambino, invece il servizio sociale ha insistito perché lo tenessero al punto da predisporre per lui una struttura che fosse a loro vicina. Per fortuna il tribunale ci ha ascoltato e si è imposto a favore del bambino.
    La coppia che ha adottato ha perpetrato sul bambino atti di violenza che sono stati segnalati, ed in parte ammessi, anche dal CTU.
    Il genitore maschio adottivo si era già macchiato di una violenza che era stata registrata dalle forze dell'ordine intervenute nei confronti di una famiglia prima che il bambino arrivasse in adozione, motivo a mio avviso sufficiente per non andare avanti nell'adozione.
    C'è da domandarsi ... cosa ci guadagnano i servizi sociali a fare l'interesse di certi adulti? Voti? Favori? Soldi? Magari bustarelle dalle associazioni che portano avanti le adozioni?
    Non sono accuse, ma pensieri che vengono in mente perché non riesco a leggere la cosa con altre chiavi di lettura.

  21.  

    Addì 18 febbraio 2012

    Dopo sei giorni, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli. Si trasfigurò davanti a loro
    e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche.
    E apparve loro Elia con Mosè e discorrevano con Gesù.
    Prendendo allora la parola, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia!».
    Non sapeva infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento.
    Poi si formò una nube che li avvolse nell'ombra e uscì una voce dalla nube: «Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo!».
    E subito guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo con loro.
    Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risuscitato dai morti.
    Ed essi tennero per sé la cosa, domandandosi però che cosa volesse dire risuscitare dai morti.
    E lo interrogarono: «Perché gli scribi dicono che prima deve venire Elia?».
    Egli rispose loro: «Sì, prima viene Elia e ristabilisce ogni cosa; ma come sta scritto del Figlio dell'uomo? Che deve soffrire molto ed essere disprezzato.
    Orbene, io vi dico che Elia è gia venuto, ma hanno fatto di lui quello che hanno voluto, come sta scritto di lui»

    Marco 9,2-13

  22.  

    Quanta umanità in Pietro che apre la bocca e gli da sfogo.
    "Non sapeva cosa dire"però parla lo stesso e dice cose inutili e inconcludenti.
    Quante volte parliamo solo per il gusto di parlare, di ascoltare la nostra voce. Fiumi di parole che non portano a niente o, peggio, fanno dei danni.
    Ascoltatelo! Ascoltare. Ecco, si, ascoltare è la chiave di lettura che dovremmo darci. Ascoltare innanzitutto la Parola di Dio, ascoltare quello che ha da dirci attraverso il Vangelo, attraverso gli esempi, attraverso la nostra esperienza di vita nella quotidianità.
    Ascoltare la sofferenza delle persone, dei bambini, degli ammalati, capire da loro, dagli sguardi, dalle azioni di cosa hanno bisogno ed agire senza tante parole, senza tante paure.
    Ascoltare il mondo che soffre per capire meglio cosa fare, come intervenire per cambiarlo.
    Ipocrita è chi pensa che non sia compito suo. Ipocrita ed egoista, ma anche stupido perchè se non affrontiamo oggi i problemi e li risolviamo, domani ci svegliamo e vediamo che il problema è ancora più grosso. Ed un giorno ci investirà. Leggevo stamani che 100 milioni sono i bambini nel mondo che non hanno accesso alla cultura, per non parlare di quanti siano quelli che muoiono di fame. Ma non sono lontani da noi, sono nelle nostre stesse città, sono agli angoli delle strade, sono ai semafori a chiedere l'elemosina, sono nelle periferie vicino a casa nostra. Come è possibile non vedere, non ascoltare? Come è possibile girarsi dall'altra parte e continuare la propria vita fatta di opulenza e di superfluo?
    Ognuno di noi può fare la differenza. Ci sono tanti bambini da prendere in affidamento. Prendetene uno, combattete per lui anche contro il sistema se necessario, ma almeno uno di quei 100 milioni di bambini accoglietelo, cambiate la sua vita, potete farlo. Abbandonate la vostra paura di soffrire, abbandonate i vostri dubbi ed aprite le braccia. Ascoltate!A

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime18 Feb 2012
     

    Ric. io ammiro la tua forza interiore, che ti porta ad essere capace di non giudicare, per quanto ci lavori sù, io non ci riesco, penso, e spero e credo, che il mio non sia un "giudizio" fine a sè sttesso, ma un pensiero, una presa di posizione, (debole difesa di mè) ma io che dire?? questi genitori , questi servizi, li picchierei volentieri!! ma tanto volentieri..e li trovo di una cattiveria stupida e gratuita. lo sò che sbaglio, lo sò..ma è..cosi..

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime18 Feb 2012
     

    Il grande "dono" che l"affido ha fatto alla mia famiglia,..scoprire..e vedere, finalmente il mondo vicino a noi, sapere che Gius..era li..a pockm. da noi, che stava morendo di fame, di paura..di..tutto..ci ha spinto a vedere oltre, a cercare di sapere..a muoverci per fare..quanto eravamo miseri..li nella nostra casetta, a godere quello che ci sembrava sacrosanto avere! l"affido non è puro gesto di solidarietà è apertura verso un mondo diverso, accettare il diverso..è un cammino difficile ma meraviglioso...

  23.  

    :face-smile: :face-smile: :face-smile: :face-smile: :face-smile:
    Li picchierei tutti :face-smile: :face-smile:

    Ti capisco ...
    Sai, io sono "fumino". Anche io mi arrabbio e spesso ho esternato questa mia rabbia, ma con il tempo ho imparato a canalizzarla ed ora riesco spesso (non sempre) a non andare dietro i miei impulsi. Mi calmo e poi attacco mordendo alla gola chi fa del male ad un bimbo.
    Ma poi gli tendo una mano, cerco di capirlo. E' l'esperienza con i genitori naturali che mi fa agire così. Ho capito, dopo un po', che sono persone che non hanno avuto amore, che hanno visto esempi negativi e che devono essere amati.
    Ma sopratutto vedo mè stesso. Vedo quanti errori ho fatto io nella mia vita, quanto male ho causato e spesso anche senza volerlo, senza nemmeno renedermene conto.
    E come facevano male i giudizi, come dispiacciono.
    Ho imparato, per il bene dei bimbi, ad andare avanti senza curarmi dei giudizi degli altri, pur ascoltando e valutando le sue critiche, anche quelle più aspre, anche quelle urlate con cattiveria.
    Ho imparato ad andare avanti con il mio bagaglio di errori, anche se ogni giorno pesa sempre più, cercando di non cadere negli stessi errori.
    Vedi Lauri, mi è stato insegnato a non giudicare perché non possiamo sapere cosa una persona abbia nel cuore, lo sa solo Dio.
    Se si comportano male, lasciamo che sia Lui a pensarci che conosce la loro storia, le loro motivazioni. A noi spetta solo di osservare un comportamento sbagliato, criticare quello e lottare per cambiare una situazione che non va bene.
    Ed il Signore è vicino alle nostre lotte.
    Lasciamo che sia Lui a giudicare, noi tendiamo la mano anche al peccatore perché sono i malati ad aver bisogno del medico, non i sani.
    C'è più gioia in cielo per un peccatore salvato che per mille giusti.
    Se una pecosa si smarrisce, lasci le altre e vai a cercare quella, facendo grande festa quando l'avrai ritrovata.
    D'altra parte quanto sbagliano i nostri ragazzi in affido? Dovremmo abbandonarli?
    E se tuo figlio facesse qualcosa di sbagliato, che faresti?
    Io lo denuncerei per ciò che ha commesso, ma gli direi anche ti voglio bene e gli starei vicino durante il processo, lo andrei a trovare in carcere, lo accoglierei nella mia casa quando esce.
    Se lo faccio con mio figlio, perché non farlo con chiunque altro?

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime18 Feb 2012
     

    Ecco un altro spunto di meditazione..grazie Ric.

  24.  

    Addì 19 febbraio 2012

    Ed entrò di nuovo a Cafarnao dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa
    e si radunarono tante persone, da non esserci più posto neanche davanti alla porta, ed egli annunziava loro la parola.
    Si recarono da lui con un paralitico portato da quattro persone.
    Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov'egli si trovava e, fatta un'apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico.
    Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: «Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati».
    Seduti là erano alcuni scribi che pensavano in cuor loro:
    «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?».
    Ma Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate così nei vostri cuori?
    Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina?
    Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati,
    ti ordino - disse al paralitico - alzati, prendi il tuo lettuccio e và a casa tua».
    Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti e tutti si meravigliarono e lodavano Dio dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!»

    Marco 2,1-12

  25.  

    Abbiamo già avuto modo di commentare questo passo del Vangelo.
    Vediamo allora un altro spunto di riflessione.
    Si parla di peccato.
    Ci siamo mia chiesti cosa sia il peccato?

    Un giorno il papa, rapito dalla bellezza del Mosè di Michelangelo, chiese allo scultore "Ma come ha fatto a realizzare un'opera tanto bella?"
    E Michelangelo rispose "Semplice, ho preso un blocco di marmo ed ho toltovia tutto ciò che non era Mosè"
    Ecco, questo è il peccato: tutto ciò che ci rende diversi dal capolavoro che Dio vuole che diventiamo.
    E' pertanto indispensabile liberarci dal peccato per poter correre liberi, così come è avvenuto al paralitico, verso la realizzazione di noi stessi.

    E dove troviamo il perdono?
    In Dio, nel Vangelo, nelle Parole di Gesù, nel Suo esempio.
    Seguiamo Lui e la freccia che Dio ha scagliato facendoci nascere arriverà diritta al bersaglio.

  26.  

    Addì 20 febbraio 2012

    E giunti presso i discepoli, li videro circondati da molta folla e da scribi che discutevano con loro.
    Tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo.
    Ed egli li interrogò: «Di che cosa discutete con loro?».
    Gli rispose uno della folla: «Maestro, ho portato da te mio figlio, posseduto da uno spirito muto.
    Quando lo afferra, lo getta al suolo ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti».
    Egli allora in risposta, disse loro: «O generazione incredula! Fino a quando starò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me».
    E glielo portarono. Alla vista di Gesù lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava spumando.
    Gesù interrogò il padre: «Da quanto tempo gli accade questo?». Ed egli rispose: «Dall'infanzia;
    anzi, spesso lo ha buttato persino nel fuoco e nell'acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci».
    Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede».
    Il padre del fanciullo rispose ad alta voce: «Credo, aiutami nella mia incredulità».
    Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito immondo dicendo: «Spirito muto e sordo, io te l'ordino, esci da lui e non vi rientrare più».
    E gridando e scuotendolo fortemente, se ne uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: «E' morto».
    Ma Gesù, presolo per mano, lo sollevò ed egli si alzò in piedi.
    Entrò poi in una casa e i discepoli gli chiesero in privato: «Perché noi non abbiamo potuto scacciarlo?».
    Ed egli disse loro: «Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera»

    Marco 9,14-29

  27.  

    Tutto è possibile per chi crede
    Da sempre sono un sognatore. In molti mi hanno scambiato per visionario.
    Da sempre sostengo che la differenza tra le cose impossibili e quelle possibili è data dalla preghiera.
    Sono capitate nel corso dei nostri 25 anni di vita come Associazione miriadi di cose che in molti ritenevano non avremmo superato. Ci sono stati progetti che abbiamo realizzato contro ogni previsione. Ci sono stati sogni inespressi concretizzatisi ancor prima di poterli dichiarare.
    Non esistono imprese o progetti che non si possano realizzare se si ha Fede.
    Iniziare a 21 anni con Roberta di 17 ad aiutare i ragazzi poco più piccoli di noi, avere a che fare con famiglie che non ci pensavano su due volte a farsi minacciosi, contrastare i servizi sociali, andare contro il parere di mio padre e dei genitori di Roberta, perdere gli amici che non ti seguivano su quella strada ... non vai avanti se non hai Fede.
    Il progetto Casa Zizzi è un sogno che si realizzerà se il Signore vorrà.
    Dove troveremo 5 milioni? Facile.
    Arriveranno con la preghiera.

    Il Signore aggiunge che ci sono delle cose impossibili all'uomo, ma ci da la speranza, ci fornisce la soluzione quando dice
    Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera
    Quante volte una malattia svanisce lasciando si stucco anche i medici?

    Qualche anno fa un ragazzo che aveva frequentato la nostra Associazione in diurno, Sabino, ma con il quale si era instaurato un legame che dura tutt'ora, mentre lavorava cadde dal tetto di una palazzina di tre piani.
    Il Signore attutì la sua caduta facendolo atterrare su una macchina.
    La cosa non fu senza conseguenze.
    Prima il coma e poi al risveglio la necessità di un'operazione per asportare una parte della milza.
    Come accade spesso, purtroppo, una brutta infezione colpì questo ragazzo mentre era in ospedale e da qui l'esigenza di aspettare ad operare. I medici tentarono di tutto per debellare l'infezione, ma non vi riuscirono e, in mia presenza, dissero alla mamma (era giovedì santo) che il giorno dopo avrebbero dovuto operarlo perché non si poteva più rimandare, ma stante l'infezione l'avvertì che si preparasse al peggio, che suo figlio sarebbe quasi certamente morto sotto i ferri.
    La mamma volle che si entrasse io e Roberta per dargli l'ultimo saluto, e così, indossato camice e mascherina, entrammo nella stanza antisettica dove si trovava.
    Non vi dico la nostra pena e la nostra tristezza.
    Fu lui a consolarci, fu lui a riempirci il cuore dicendo "mi avete insegnato ad avere Fede, se il Signore vuole che io muoia sia fatta la Sua volontà" e ci consolava con battute e aneddoti di cose buffe che capitavano nel reparto.

    Uscimmo con il cuore pieno di lacrime.

    Nel pomeriggio ci stavamo organizzando nella sede dell'Associazione per fare quello che a Livorno chiamiamo il "giro delle sette chiese", ovvero visitare sette parrocchie e fare una preghiera in ognuna di esse in preparazione alla Santa Pasqua. C'era con noi a quel tempo una ragazzina, Serena, poco più piccola del ragazzo che era in ospedale e di lui molto amica per essere cresciuti insieme ed abitare nello stesso palazzo.
    Arrivò in Associazione anche la mamma di questa bimba, anche lei tristissima perché affezionata a Sabino come fosse stato suo figlio ed io proposi a Serena di chiedere alla madre di venire con noi a fare il giro delle sette chiese e pregare per Sabino. La bimba mi rispose che la madre non era mai entrata in chiesa e mai ci sarebbe voluta entrare.
    Mi venne d'istinto di proporre direttamente alla madre di unirsi a noi, e la risposta fu che sarebbe venuta volentieri perché avremmo pregato per Sabino.

    Non vi dico la commozione, la partecipazione e l'intensità di quelle preghiere di tutti noi e dei nostri ragazzi, una serata che non dimenticherò mai.

    Si va a letto colmi di Dio, di Fede, di Speranza. Avevamo fatto il pieno di amore.

    La mattina dopo, mentre eravamo riuniti in Associazione con tutti i ragazzi in attesa di notizie dall'ospedale, arriva la mamma di Serena tutta concitata per annunciarci che nella notte l'infezione era sparita, che i medici non se lo spiegavano in nessun modo e che l'operazione era stata rinviata di qualche giorno per stabilizzare il ragazzo.

    Sabino oggi è vivo.

    • CommentAuthorclod
    • CommentTime20 Feb 2012
     

    La preghiera è una forza dironpente ed è molto più intensa se fatta per gli altri da un gruppo che si unisce in un solo intento ............abbiamo avuto un'esperienza di questo, nella nostra parrocchia ed è stato un grande dono di Dio esaudire il nostro desiderio di guarigione per questa madre e per la sua famiglia:face-angel:

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime20 Feb 2012
     

    io sò che la preghiera per mè, è una esigenza, che devo parlare con chi credo sia al di sopra ..però ho sempre il grande cruccio, non frequesto quella che viene chiamata..La Casa di Dio.. ancora non mi ci sento a posto li. Ma quando prego, cioè ogni giorno, io lo faccio col cuore, e lo faccio perchè mi fà stare bene, non ho mai chiesto grazie, per ora, ma sono certa che al bisogno lo farei, perchè ci credo!

  28.  

    ... e ti pare poco Lauri?
    Andare o nno andare in chiesa non e' fondamentale a mio avviso.
    Io vado in chiesa perché è per me un momento di preghiera, è fare la comunione, è vivere questo momento insieme ad altri, è ascoltare qualcuno che conosce il Vangelo.
    Molte le magagne nella chiesa, ma io cerco di guardare agli aspetti positivi.
    Certo e' che la Chiesa è stata istituita da Gesù e questo per me basta per esserci dentro. Da qui ad accettarne ogni aspetto c'è tanta differenza. Dal di dentro però posso criticare, posso cercare di cambiare qualcosa non puntando il dito, ma provando ad operare nel modo che ritengo giusto.
    Ho detto provando perché chi è senza peccato scagli la prima pietra, ed io sono fra i peccatori.
    Andare in chiesa non significa essere bravi e buoni, ma significa provarci anche in questo modo, significa avere un'arma in più.
    Il mondo non si divide tra buoni e cattivi o tra chi va e chi non va in chiesa.
    La cosa fondamentale secondo me è non girarsi dall'altra parte davanti ad un bisogno.
    Parafrasando Martin Luther King mi suona nel cuore una sua frase "Il male che viene fatto ai bambini da abusi di ogni genere trae vantaggio dal silenzio complice da parte della gente perbene che preferisce chiudere gli occhi anziché contribuire a migliorare le cose (parafrasando Martin Luther King).

  29.  

    Addì 21 febbraio 2012

    Partiti di là, attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse.
    Istruiva infatti i suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma una volta ucciso, dopo tre giorni, risusciterà».
    Essi però non comprendevano queste parole e avevano timore di chiedergli spiegazioni.
    Giunsero intanto a Cafarnao. E quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo lungo la via?».
    Ed essi tacevano. Per la via infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande.
    Allora, sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuol essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti».
    E, preso un bambino, lo pose in mezzo e abbracciandolo disse loro:
    «Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato»

    Marco 9,30-37