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  1.  

    Addì 30 gennaio 2012

    Intanto giunsero all'altra riva del mare, nella regione dei Gerasèni.
    Come scese dalla barca, gli venne incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo.
    Egli aveva la sua dimora nei sepolcri e nessuno più riusciva a tenerlo legato neanche con catene,
    perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva sempre spezzato le catene e infranto i ceppi, e nessuno più riusciva a domarlo.
    Continuamente, notte e giorno, tra i sepolcri e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre.
    Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi,
    e urlando a gran voce disse: «Che hai tu in comune con me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!».
    Gli diceva infatti: «Esci, spirito immondo, da quest'uomo!».
    E gli domandò: «Come ti chiami?». «Mi chiamo Legione, gli rispose, perché siamo in molti».
    E prese a scongiurarlo con insistenza perché non lo cacciasse fuori da quella regione.
    Ora c'era là, sul monte, un numeroso branco di porci al pascolo.
    E gli spiriti lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi».
    Glielo permise. E gli spiriti immondi uscirono ed entrarono nei porci e il branco si precipitò dal burrone nel mare; erano circa duemila e affogarono uno dopo l'altro nel mare.
    I mandriani allora fuggirono, portarono la notizia in città e nella campagna e la gente si mosse a vedere che cosa fosse accaduto.
    Giunti che furono da Gesù, videro l'indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura.
    Quelli che avevano visto tutto, spiegarono loro che cosa era accaduto all'indemoniato e il fatto dei porci.
    Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio.
    Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo pregava di permettergli di stare con lui.
    Non glielo permise, ma gli disse: «Và nella tua casa, dai tuoi, annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ti ha usato».
    Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli ciò che Gesù gli aveva fatto, e tutti ne erano meravigliati

    Marco 5,1-20

  2.  

    E' questo un passo del Vangelo che si adatta alla perfezione all'affidamento.

    Abbiamo un ragazzo che si comporta nel peggiore dei modi.
    E' colpa sua? No di certo. E' colpa del male che altri hanno messo dentro di lui nel passato.
    E' colpa di persone che quando erano bambini non sono stati aiutati e, divenuti famiglia, hanno perpetrato contro i loro figli gli abusi e le angherie che hanno conosciuto da piccoli.

    Abbiamo Gesù che dice ai demoni di andarsene.
    Così gli affidatari che in maniera continua cercano di allontanare il male dal ragazzo

    Abbiamo una resistenza del male ed un interrogazione
    Così il ragazzo in affidamento resiste alle nostre cure. Fa troppo ammettere che la propria vita è sbagliata fino a quel momento e che potrebbe anche esserci qualcos che non va. Fa troppo male ammettere che si abbia bisogno di qualcuno, specie se nel passato si è già fidato dell'adulto e poi cacciato con dolori sempre più forti

    Siamo tanti!!!
    Dentro ogni ragazzo sono tanti i dolori che si intrecciano, tante le frustrazioni, tante le paure.

    Comne scacciarle?
    Come ha fatto Gesù, con il dialogo, convincendo il male ad andarsene.
    Ma anche con ferma autorità.
    La lotta è difficile ed un'arma in più non guasta: la Fede.
    Fede in Dio, Fede in quello che stiamo facendo, Fede nel ragazzo sia comunque buono ed il marcio non è lui, ma è qualcosa dentro che può essere eliminato.

    I porci, lo sfogo del male.
    Un'azione di aiuto verso un ragazzo non è priva di conseguenze.
    Chi sta dinanzi al male rischia e mette a repentaglio la sua psiche.
    Superare le ire del ragazzo, stare calmi davanti alle sue urla, dialogare con pacatezza dopo che si è arrabbiato non è assolutamente facile, ma questi ragazzi sono figli del nostro mondo, sono figli della nostra società, saranno delinquenti in futuro e fucine di altri ragazzi con problemi se nessuno li aiuta.
    Ed allora è giusto che la società paghi un tributo: i servizi sociali più attenti alle loro esigenze, i comuni più aperti verso la pubblicità all'affido e all'impiego di risorse, le famiglie più pronte all'accoglienza, le scuole più pazienti verso le loro intemperanze.

    Voleva seguirlo.
    Un ragazzo in affidamento è una risorsa da utilizzare per far conoscere l'affido.
    Quale miglior pubblicità di un ragazzo che dica "io prima ero così, facevo questo e quello. Se non fosse stato erp l'affido adesso sarei un delinquente, ed invece ho famiglia, figli, lavoro ..."

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime30 Jan 2012
     

    oggi, ho bisogno di ..balsamo..e le parole che leggo, mi aiutano, perchè a volte, la rabbia..vuole esplodere, e stare calme è difficile, giustamente Ric. a volte la psiche, sembra crollare..perchè pensi..pensi..come lo prendo, come gli spiego che non si fà cosi?? Ma poi, alla fine, quale figlio non dà un pò di grattacapi? Se molliamo noi genitori (affid.) è un guaio per questi nostri figli.

  3.  

    Addì 31 gennaio 2012

    Essendo passato di nuovo Gesù all'altra riva, gli si radunò attorno molta folla, ed egli stava lungo il mare.
    Si recò da lui uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, vedutolo, gli si gettò ai piedi
    e lo pregava con insistenza: «La mia figlioletta è agli estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva».
    Gesù andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
    Or una donna, che da dodici anni era affetta da emorragia
    e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando,
    udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello. Diceva infatti:
    «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita».
    E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male.
    Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi mi ha toccato il mantello?».
    I discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che ti si stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato?».
    Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo.
    E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità.
    Gesù rispose: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Và in pace e sii guarita dal tuo male».
    Mentre ancora parlava, dalla casa del capo della sinagoga vennero a dirgli: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?».
    Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, continua solo ad aver fede!».
    E non permise a nessuno di seguirlo fuorchè a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
    Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava.
    Entrato, disse loro: «Perché fate tanto strepito e piangete? La bambina non è morta, ma dorme».
    Ed essi lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della fanciulla e quelli che erano con lui, ed entrò dove era la bambina.
    Presa la mano della bambina, le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico, alzati!».
    Subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare; aveva dodici anni. Essi furono presi da grande stupore.
    Gesù raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e ordinò di darle da mangiare

    Marco 5,21-43

  4.  

    Due esempi di Fede.
    La Fede in Dio va al di là della normalità umana.
    La Fede in Dio deve esserci comunque, anche davanti all'evidenza più spietata che è la morte di un figlio.

    Quando parlo ai miei ragazzi di questo faccio loro l'esempio che possano ben capire, l'esempio che li riguarda più da vicino.
    Se voi mi chiedete di andare ..., di fare ..., di avere ..., ed io vi dico sempre si, subito si, incondizionatamente si ... io sono il papà bravo, buono, gentile, amorevole ...
    Ma se dico no, non puoi andare nel tal posto, non puoi uscire con la tal persona, non puoi avere la tal cosa ... allora nasce il malumore "babbo non mi capisce", "babbo non sa quanto sia importante per me", "babbo è cattivo" ...
    E talvolta questo malumore sfocia anche in diverbi, in liti.

    La fiducia in chi ci guida, il genitore per i bambini, Dio per noi adulti, deve essere piena.
    "ci ha detto di no alle nostre richieste, un motivo ci sarà"
    "non ha accolto le nostre richieste ora, continuo a chiedere"

    Aver Fede in Dio non è cosa da seguaci di Gesù o, come molti intendono, legati alla Chiesa.
    Conosco molti atei che hanno fiducia in ... loro lo chiamano in vari modi "destino", "natura", "fato" ... ma sempre di Dio si tratta.
    Conoscere Gesù arriverà dopo, quando questi atei avranno la forza di guardarsi dentro e chiamare le cose con il proprio nome, ed allora il destino, il fato, la natura diventeranno Dio, un Dio da pregare, da amare, da ringraziare, da accettare, dal quale farsi perdonare.

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime31 Jan 2012
     

    Ecco, che mi riconosco un pò, in questo, e allora, ho fiducia anche in mè stessa, di arrivare un giorno ad avere chiaro nel cuore quello che ora, stò inseguendo ancora!

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime31 Jan 2012
     

    Mi viene in mente una riflessione a proposito del chiedere dei ragazzi, che forse poco c'entra con il vangelo.
    Uno di questi giorni mio figlio mi chedeva scusa (quasi con le lacrime agli occhi) perchè si rende conto che a volte ci fa molto arrabbiare, soprattutto con la scuola. Io gli faccio notare che si trova in un'età molto delicata in cui prevale la sua voglia di affermare la propria personalità, di far valere i propri diritti, di voler fare a modo proprio di dire insomma...io ci sono, penso con la mia testa, e vorrei essere ascoltato. Gli abbiamo fatto capire che non c'è nulla di male in questo, anzi è segno che sta crescendo e in questo contesto entra in ballo la fiducia verso noi genitori che siamo si contenti che lui voglia affermarsi, ma abbiamo anche il dovere di indicargli quali sono le soluzioni migliori e gli errori da evitare. D'altra parte anche noi genitori a volte possiamo sbagliare non tenendo abbastanza in considerazione le loro motivazioni e quindi sbagliando nei modi, anche se non nella sostanza.
    E' stato un bel momento perchè abbiamo parlato, (di solito è difficile parlare con lui) e cercato di trovare delle soluzioni, lasciando a lui la libertà di scegliere i tempi e i modi.
    A volte quando meno te lo aspetti i ragazzi ti sorprendono, positivamente, bisogna solo avere pazienza e saper aspettare:face-monkey:

  5.  

    C'entra eccome con il Vangelo. Questa è Fede che le cose possano cambiare, fede nel ragazzo se non in Dio ... certo chi crede in Dio ha una forza in più, una speranza in più. Ma sempre di Fede trattasi.

    • CommentAuthorlory66
    • CommentTime31 Jan 2012
     

    Sì, bisogna aver fede e aspettare che ci mostri la strada. Se il nostro cuore è aperto e accogliente capiremo dove andare e cosa fare.:face-smile:

  6.  

    ... e a Citro, a suo marito, a sua sorella il Signore ha mostrato la strada

  7.  

    Addì 1 febbraio 2012

    Partito quindi di là, andò nella sua patria e i discepoli lo seguirono.
    Venuto il sabato, incominciò a insegnare nella sinagoga. E molti ascoltandolo rimanevano stupiti e dicevano: «Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani?
    Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?». E si scandalizzavano di lui.
    Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua».
    E non vi potè operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guarì.
    E si meravigliava della loro incredulità. Gesù andava attorno per i villaggi, insegnando

    Marco 6,1-6

  8.  

    Si scandalizzavano di Lui perché uomo tra gli uomini, da loro più che da altri, conosciuto come "uomo" prima che come Dio.
    E così da sempre il Signore si manifesta a noi con gesti umani, con una telefonata, con un incontro, con un saluto, Dio agisce attraverso l'uomo con le sue debolezze, la sua pochezza, pertanto chi non è pronto ad accettare questo si scandalizza dell'uomo che fa la carità, dell'uomo che prende un bambino in affido. Non capiscono perché tu lo faccia, non capiscono che interesse tu abbia e cercano di trovare in te qualche falla. Ma tu agisci in nome del Signore, in nome del Vangelo.
    Che guadagno abbiamo a prendere un bambino in affido? Anche chi on lo fa dichiaratamente per seguire il Vangelo, è comunque "usato" da Dio che "usa" anche quel bambino per avvicinarsi al cuore di quella famiglia che lo ha accolto.

  9.  

    Il messaggio di Citro di oggi è un messaggio di gioia, di speranza, di chiamata di Dio.
    Poi ognuno è libero di parlare di coincidenze, ma pensate a quante situazioni ha messo a posto
    - prima coincidenza ... unnumero dato ad un'assistente sociale che nemmeno lo voleva ... poteva buttarlo, dimenticarlo ... invece lo conserva
    - un'assistente sociale che chiama l'unica famiglia semi-disponibile
    - la telefonata arriva men tre la sorella di Citro è in ospedale, quindi forse anche in uno stato d'animo pronto all'accoglienza, non nella vita frenetica del quotidiano (seconda coincidenza)
    - una coppia senza figli
    - un incontro conoscitivo dove partecipa anche la famiglia di Citro e dove il marito non sarebbe per il momento andato se si fosse trattato di un affidamento a loro
    - durante l'incontro le mille domande fatte dal marito di Citro per capire che forse lo sbloccano dallo stato in cui era e gli fanno fare, forse, un passo avanti verso l'affidamento
    - due bambini per le quali si apre la speranza di avere una famiglia
    - una coppia, la famiglia della sorella di Citro, che si diceva contraria all'affido e che sarà, meglio di altri, una grande sostenitrice dell'accoglienza perché potrà dire a tante persone "anche io ero come te e non credevo all'affido, anzi, lo avversavo e non ne volevo sentir parlare, ma è bastato ascoltare la storia dei due bambini per abbattere tutte le mie perplessità ... "

    Grazie Signore che ogni giorno ti manifesti a noi.
    Chi non sa vederti, chi non vuole vederti, magari per paura, si dovrà ricredere davanti alla realtà dei miracoli che ogni giorno compi per noi ed attraverso di noi

    • CommentAuthorclod
    • CommentTime1 Feb 2012
     

    Siamo tutti pezzi di un unico Mosaico..............Dio, l'artista , li sceglie, li riordina e ne costruisce un bellissimo quadro:face-smile:

    Grazie per queste belle testimonianze di Grandi Miracoli:face-angel:

    •  
      CommentAuthorsoleluna*
    • CommentTime1 Feb 2012
     

    E' proprio così ed è una sensazione che provo spesso anch'io da quando ho imparato ad "affidarmi". Ammetto che non sempre riesco ma quando lo faccio scopro ogni volta la grandezza di questo dono. Riuscire a stare sereni anche di fronte agli inconvenienti della vita perchè grida forte dentro di te la certezza che quell'inconveniente potrebbe essere terreno fertile per qualcosa di più grande, è qualcosa di magnifico! Con l'abbraccio del Signore ho imparato a camminare ma senza correre, a trovare la forza anche quando lo sconforto potrebbe prendere il sopravvento.
    Tra esattamente 2 giorni iniziamo il trasloco per la casa nuova e oggi ci siamo svegliati sotto la neve, come se non bastasse ieri sera la nostra lavatrice ci ha abbandonati e da pochi giorni sono pure in fase post-scoperta della dislessia di mia figlia (in attesa di valutazione definitiva). Una volta, di fronte ad una situazione del genere, sarei scoppiata a piangere dallo sconforto, avrei imprecato contro la neve che non da tregua, mi sarei innervosita di fronte alla lavatrice KO, invece oggi no. So che il Signore sarà al mio fianco.

  10.  

    Addì 2 febbraio 2012

    Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore,
    come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore;
    e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore.
    Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele;
    lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore.
    Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge,
    lo prese tra le braccia e benedisse Dio:
    «Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola;
    perché i miei occhi han visto la tua salvezza,
    preparata da te davanti a tutti i popoli,
    luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele».
    Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui.
    Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione
    perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima».
    C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza,
    era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.
    Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
    Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazaret.
    Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui

    Luca 2,22-40

  11.  

    Anna e Simeone, a differenza di molti altri, capiscono che quel bimbo è il Messia perché i loro occhi sono puri, la loro fede è semplice.
    Si fa riferimento ancora alla purezza.
    A volte si sentono bravissimi sacerdoti fare delle prediche con paroloni che già di per sè sono difficili, ma che risultano incomprensibili ai più se messe in uno stesso contesto.
    Ma coloro che colpiscono, coloro che avvicinano a Dio, coloro che ti fanno cambiare strada sono quelle persone che ti parlano di Dio con parole semplici, le parole di un Bambino.
    E chi meglio di un Bambino può impersonare Dio e rappresntarlo?
    Accogliere un Bambino è accogliere Dio.

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime2 Feb 2012
     

    Quello che ci ha.."insegnato" Gius..sono immense..una scoperta nuova, un imporci ricerche mai prese in considerazione! ed ora con la piccolina di casa, la storia continua,, quegli occhi meravigliati per "sciocchezza" ai nostri occhi, questo candore diventato uno sconosciuto, per noi grandi..meraviglioso, se solo ci prendiamo il tempo di...sentirlo!

  12.  

    Addì 3 febbraio 2012

    Il re Erode sentì parlare di Gesù, poiché intanto il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risuscitato dai morti e per questo il potere dei miracoli opera in lui».
    Altri invece dicevano: «E' Elia»; altri dicevano ancora: «E' un profeta, come uno dei profeti».
    Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare è risuscitato!».
    Erode infatti aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva sposata.
    Giovanni diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello».
    Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva,
    perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
    Venne però il giorno propizio, quando Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea.
    Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla ragazza: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò».
    E le fece questo giuramento: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno».
    La ragazza uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista».
    Ed entrata di corsa dal re fece la richiesta dicendo: «Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista».
    Il re divenne triste; tuttavia, a motivo del giuramento e dei commensali, non volle opporle un rifiuto.
    Subito il re mandò una guardia con l'ordine che gli fosse portata la testa.
    La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un vassoio, la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua madre.
    I discepoli di Giovanni, saputa la cosa, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro

    Marco 6,14-29

  13.  

    Fare del male o non fare la cosa giusta ti provoca dentro un continuo malessere.
    Troppo facile dire che il mondo va male e addossarne la responsabilità ad altri.
    Troppo facile puntare il dito sul drogato, sullo stupratore, sul padre violento o assassino.
    Cosa abbiamo fatto noi? Cosa abbiamo fatto perché quella situazione non si verificasse?
    Ognuno sa di sè e non spetta a nessuno di noi il giudizio, ma se ognuno di noi si facesse un esame di coscienza quanti errori, quante mancanze.
    Se oggi non prendiamo un bambino in affido, lo abbiamo ripetuto all'infinito, domani sarà un adulto che si comporterà male.
    Ma c'è di più. Se oggi non propagandiamo l'affido, non lo facciamo conoscere, saranno tante le famiglie che non saranno solecitate a prendere un bimbo in affido.
    Torno sull'esempio di Citro che più volte aveva parlato alla sorella dell'affido, ma fino a quella telefonata la cosa non si era concretizzata. Ma di chi è il merito di questo passo? E' di Citro. E' lei che ogni tanto buttava la goccia e pian piano ha fatto breccia. Il Signore ha usato Citro per arrivare a sua sorella e quando ormai c'era un piccolo spessore da abbattere è intervenuto Lui con una telefonata.

    Se non vogliamo aiutare un bambino per lui, se non vogliamo aiutare un bambino per migliorare il mondo, se non ci interessa aiutare un bambino per noi ... facciamolo almeno per non avere domani il rimorso di non aver fatto la cosa giusta.

  14.  

    Addì 4 febbraio 2012

    Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato.
    Ed egli disse loro: «Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un pò». Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare.
    Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte.
    Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città cominciarono ad accorrere là a piedi e li precedettero.
    Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

    Marco 6,30-34

  15.  

    La stanchezza umana è qualcosa che Dio mette in conto.
    Sa che parlare ogni giorno di valori e di principi è una lotta continua.
    Ci sono persone che vogliono per sè stessi una vita tranquilla, senza scossoni, senza liti, senza incertezze, e per ottenerla sono disposti a tutto, anche a dire bugie pur di non litigare, anche a tradire la fiducia se serve allo scopo, anche a non lottare, sopratutto a non lottare.
    Non lottano per riuscire nello studio o nel lavoro, non lottano per avere un rapporto bassato sul dialogo con il proprio compagno. E se non lottano per le cose che li riguardano, come possono lottare per gli altri,per gli indifesi, per i bambini?
    Ma in un mondo dove più di un continente grida per la fame, in un mondo dove guerre e cataclismi sembrano essere all'ordine del giorno, in un mondo dove tanti bambini sono maltrattati ... se in molti, moltissimi girano lo sguardo e non lottano per i deboli, che ne sarà di loro?
    E' comodo dire "non è pensier mio", ma prima o poi la vita ti presenterà il conto ed anche tu sarai costretto a chiedere aiuto. Immagina se tuo figlio, quando sarai vecchio, ti lasciasse nel letto sporco e denutrito, immagina se perdendo il lavoro non avrai nessuno che ti dia fiducia e ti prenda a lavorare, immagina se tuo figlio si incamminasse su una brutta strada e non trovassi nessuno disposto ad aiutarlo ... immagina che tutto ciò che fino ad oggi non ti ha minimamente sfiorato, domani si abbattesse su di te con la forza dirompente di un uragano.

    Stanchi per fare del bene, stanchi perportare un messaggio di pace, stanchi per accudire un bambino, un anziano, un drogato ... stanchi si ... ma consapevoli di essere sulla strada giusta.
    Dio conforta chi è stanco, lo rifocilla, lo consiglia, lotta per e con lui e talvolta persino gli da doni inaspettati.

    Avete mai provato a lasciare briciole di pane sul davanzale della finestra?
    Se il passerotto troverà il cibo verrà ogni giorno, e se troverà la finestra aperta entrerà dentro la vostra casa.
    Ecco, il cibo che dovrete lasciare sul davanzale sono le vostre parole, i vostri atti, il vostro amore, ed allora vedrete tante persone cibarsi di quelle briciole,tante persone bisognose di voi, del vostro amore. Ed è il Signore stesso a dirci che chi da qualcosa a chi ha bisogno, è come se lo desse a Lui... così entrerà in casa vostra allietandovi con il suo dolce canto.

    Abbiate Fede in Dio, lasciate aperta la porta del vostro cuore e sarà Lui a venirvi a cercare, parlare, consolare.

    • CommentAuthorrobi
    • CommentTime4 Feb 2012
     

    Che tenerezza un Dio che ci vede stanchi e ci invita a riposare e si commuove passandoci a fianco... Quanto ha da insegnarci il Vangelo di oggi! MI capita sempre più spesso di fermarmi a guardare la gente, soprattutto nelle vie del centro e nei centri commerciali, mentre si affanna con passo rapido a cercare un acquisto che possa dare un momento di appagamento: corre sfinita per ore, non trova, si lamenta e poi qualcosa compra, ed è soddisfatta per trenta secondi, perchè poi, grazie a Dio, il cuore non sa tacere e ricomincia la ricerca di qualcosa che ci faccia contenti. Spesso corriamo, facciamo centomila cose, anche belle magari, ma poi non siamo davvero soddisfatti, perchè "siamo come pecore senza pastore". C'è una canzone di Claudio Chieffo che mi piace molto, che nella prima strofa dice:
    È bella strada per chi cammina
    è bella la strada per chi va
    è bella strada che porta a casa
    e dove ti aspettano già.
    La strada è bella perché c'è una mèta, che non devi reinventare continuamente, cercando affannnosamente qua e là; la meta coinicide con l'origine stessa di questa strada, coincide con Chi te la dà. l'avventura della vita è riconoscere la strada e percorrerla con le persone e nelle forme che Dio ha pensato per noi: nella mia vita hanno dei tratti inconfondibili. E più la percorri più diventi certo che è la strada giusta, si moltiplicano i segni e si moltiplica la gioia, fino al centuplo! :)

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime4 Feb 2012
     

    Bellissimo pensiero Roberta, grazie:face-smile:

    • CommentAuthorcitro
    • CommentTime4 Feb 2012
     

    come molti ormai sanno,non sono cattolica e non mi definisco una credente, ma devo dire che quando succedono cose come quella che mi è successa qualche giorno fa (l'assistente sociale che dopo un anno mi chiama proprio mentre entravo nella camera d'ospedale da dove mia sorella arebbe uscita dopo qualche giorno con la consapevolezza che cercare una gravidanza sarebbe stato ormai impossibile e che mi propone due bambini dell'età dei miei nipoti che spesso stanno con mia sorella)penso che solo con l'esistenza di "qualcosa" di più grande possano giustificarsi certe cose...

    in questi giorni di freddo non faccio che pensare a quei due bimbi al freddo e al gelo...

  16.  

    Carissima Citro,
    questo significa tenere la porta del cuore aperta.
    Rispetto il tuo non credere, ma quello che hai detto è già Fede.
    In cosa, in Chi non ti è chiaro, ma una cosa che per me è certa è che Qualcuno ti sta chiamando.
    Non vuole nulla di particolare, o forse si, ma si sta facendo sentire da te.
    Secondo me non devi fare nulla di particolare, devo solo restare in ascolto, cercare di capire Chi ti sta chiamando cosa voglia da te.
    Secondo me sei in cammino, lo siamo tutti, e su questa strada è bello confrontarci. Ti ringrazio tantissimo per averlo fatto, per averci raccontato questa telefonata di Dio, i tuoi dubbi, i tuoi pensieri, i tuoi stati d'animo. Già così facendo ha donato molto al tuo prossimo, a me certamente.
    Già in altre occasioni ho ripetuto che conosco molti atei hannno molta più Fede di me.

  17.  

    Addì 5 febbraio 2012

    E, usciti dalla sinagoga, si recarono subito in casa di Simone e di Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni.
    La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei.
    Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli.
    Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati.
    Tutta la città era riunita davanti alla porta.
    Guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
    Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava.
    Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce
    e, trovatolo, gli dissero: «Tutti ti cercano!».
    Egli disse loro: «Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».
    E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni

    Marco 1,29-39

  18.  

    Quando si incontra Gesù nella nostra vita e si sentono dire di Lui cose mirabolanti: che ti guarisce, che ti aiuta, che ti vuole bene ... che ci si creda o meno si va da Lui.
    Quando si sta male e dopo aver tentato vari rimedi la malattia non ci lascia, che facciamo? Andiamo dal medico che ci viene consigliato da chi ci sia già passato e sia stato guarito. Ci possiamo credere o meno, ma ci resta solo quella speranza per salvarci e non ci stiamo a pensare su troppo. Non ci importa se è lontano, non ci importa se costa tanto, non ci importa se è difficile raggiungerlo: andiamo senza indugio.

    Nel 1989 mio padre di 65 anni ebbe due infarti a distanza di pochi giorni.
    La coronariografia fu impietosa: meno di un anno di vita, il cuore era troppo malandato per essere operato, sarebbemorto sotto i ferri.
    Non mi arresi e portai il filmato della coronariografia a Torino da un medico che mi avevano detto essere il migliore in Italia. Stesso responso: dì a tuo padre che si metta l'anima in pace.
    Senti allora parlare di un medico che faceva miracoli. Era a Marsiglia.
    Partii senza alcun indugio, era l'ultima speranza, seppur attaccata ad un filo.
    Il dott. Bex guardò il filmato, prese un cuore di plastica che aveva sulla sua scrivania e mi disse "qui, qui e qui facciamo tre bypass, questo aneurisma lo tagliamo e tuo padre ritorna a correre e ballare".
    Pieno di fiducia tornai a Livorno e scaraventai addosso a mio padre tutto il mio entusiasmo.
    Mio padre ebbe fiducia in me e acconsentì ad andare in Francia ad operarsi.
    Mi chiamarono in molti, parenti e suoi amici dandomi del pazzo, dell'irresponsabile perché portavo un malato senza speranza a morire lontano da casa e dagli affetti, impedendogli di vivere in pace gli ultimi giorni della sua vita.
    Ma non sentii ragioni e lo portai dal dott. Bex.
    Nemmeno 24 ore dopo era già in piedi a scherzare con le belle infermiere.
    E' morto nel 2004, 15 anni dopo quell'operazione.

    Dio è così per noi. Ci aspetta per guarirci dal nostro egoismo, dalla nostra vita fatta di quotidianità e mediocrità, dai nostri pensieri cattivi. Dobbiamo solo fidarci di questo Medico Buono e seguire la Sua ricetta. Peggio non potrà andare, male che vada ci terremo la nostra malattia, ma vi assicuro che è un Medico infallibile.

    • CommentAuthorrobi
    • CommentTime5 Feb 2012
     

    Citro, ho letto ora ciò che hai scritto ieri, mi ha molto colpito. Spesso si sente dire che la fede è un dono, ma io non credo: non un pacco regalo, almeno. Per me è stato l'approdo di una serie di "penso che solo con l'esistenza di "qualcosa" di più grande possano giustificarsi certe cose". I miei genitori mi hanno battezzata e cresimata come da prassi, ma non sono stata educata da loro a vivere quella fede che se ti trasmettono da bimbo spesso ti porti dietro tutta la vita; i soldi della chiesa, preti corrotti, esperienze personali dei miei con la chiesa negative: questo è quello che avevo in mente fino in quarta superiore; poi ho cambiato scuola, frequentavo un liceo classico ma si faceva poco, a causa di un tumore della mia insegnante di lettere. Contro il volere dei miei, che però mi hanno aiutata a seguire il mio desiderio di imparare, ho cambiato scuola, e l'alternativa a quella statale che frequentavo era una scuola salesiana a 35 km da casa. Qui ci sono stati i primi due incontri decisivi per la mia fede, quello con don pino, il mio prof di italiano, un salesiano di più di 80 anni che mi commuoveva ogni volta che spiegava una poesia per la profondità del suo sguardo, e quello con gabriele, un mio compagno di classe cattolico, il primo cattolico vero che ho incontrato credo, che è stato poi mio testimone di nozze. da qui non so bene come è iniziata una strada, che è passata anche attraverso lo studio all'uiversità dei classici e della letteratura classica: per la tesi ho studiato il momento di passaggio dal politeismo al monoteismo, volevo capire di più qual è l'origine del sentimento religioso che anche nell'uomo più ateo prima o poi si fa sentire fortissimo. credo che per me la strada alla fede sia iniziata dall'amore per lo studio, dal desiderio di capire a fondo le cose e sia passata attraverso l'incontro con delle persone di straordinaria umanità. poi con una grande domanda su che cosa fosse quel "qualcosa o qualcuno" di cui parli anche tu ho iniziato a chiedere a gabriele, a don pino e a chi mi colpiva quale fosse la loro storia e tutto mi portava a prendere in considerazione l'ipotesi che fosse ragionevole che quel qualcuno fosse gesù. e così è comincita la verifica: tanti tantissimi segni nel tempo non solo mi hanno resa certa, ma mi hanno fatto innamorare di Gesù e, come tutti gli amori veri, anche quello per Lui è un amore che cambia nel tempo, che passa dalle prime fasi dell'innamoramento tutto sentimento a un amorepiù maturo, fatto anche di dialoghi accesi e di contrasti.
    Oggi ho visto con mio marito il film su Madre Teresa: ho pensato che valesse la pena scriverti non per tentare di favorire la tua conversione, ma perchè vedendo madre teresa muoversi nella vita ho pensato per tutto il film che non c'è ninete che dia pace e serenità e costruisca grandi cose come abbandonarsi a Lui. e questo lo desidero innanzitutto per me, che sia sempre più così (i santi ci sono d'aiuto..), ma non posso non desiderarlo anche per te :)

  19.  

    Roberta .... Grazie!!!
    E' bellissimo quello che hai scritto. Sono orgoglioso e felice di averti incontrato, e ringrazio Daniele e Gesù, per aver reso possibile tutto questo :face-smile:

    • CommentAuthorcitro
    • CommentTime5 Feb 2012
     

    ciao robi, io vengo da una storia diversa, per alcuni versi contraria alla tua. Cresciuta in una famiglia cattolica, che con l'esempio mi ha trasmesso i valori cristiani.

    Mia madre è sempre stata una vera cattolica, la domenica a messa, ma perchè era sicura di trovarci Dio, mi ha insegnato a pregare e l'ho fatto fino all'adolescenza, poi mi sono resa conto che pregavo tutte le sere, anche se non so bene quando avevo smesso di credere. I ricordi della mia fede sono legati all amia infanzia.

    Mio fratello a 13 anni è stato in seminario per sua scelta, proprio dai salesiani. Mia madre francescana e anche mia sorella ha fondato nel paese in cui abitavamo (ed è stata per anni legata) alla Gi.Fra, mio padre ha fondato e diretto al Misericordia nel mio paese finchè non abbiamo deciso di trasferirci in Toscana.

    Grazie a loro, ma grazie anche ad altre mie conoscenze, mi sono confrontata spesso nel corso degli anni con cattolici di un certo spessore (nel senso che erano fortemente credenti e capaci di trasmettere la loro fede) perchè continuavo a dirmi "se questa persona che stimo così tanto crede e lo fa con tanto di consapevolezza, allora qualcosa c'è" e invece non mi sono mai convinta nonostante la mia "ricerca" era costante.

    Alla fine ho ritrovato la mia tranquillità quando ho accettato il fatto che pur sapendo che qualcosa di più grande c'è, non è così importante identificarlo in questo o quell'altro Dio perchè per me non è importante, semplicemente vivo secondo i miei principi e nella consapevolezza che non riuscirò mai a sapere cosa c'è "oltre" ho trovato un certo equilibrio che mi fa stare bene... sinceramente ora provo disagio ogni volta che mi confronto con altri su questo punto perchè è molto difficile far capire la mia posizione non ben definita ed è ancora più difficile far capire che per me non è più importante...

    • CommentAuthorcitro
    • CommentTime5 Feb 2012
     

    mi scuso per il modo veloce di scrivere e per non aver riletto prima di inviare il post, spero comunque che si capisce la mai posizione...notte

  20.  

    Addì 6 febbraio 2012

    Compiuta la traversata, approdarono e presero terra a Genèsaret.
    Appena scesi dalla barca, la gente lo riconobbe,
    e accorrendo da tutta quella regione cominciarono a portargli sui lettucci quelli che stavano male, dovunque udivano che si trovasse.
    E dovunque giungeva, in villaggi o città o campagne, ponevano i malati nelle piazze e lo pregavano di potergli toccare almeno la frangia del mantello; e quanti lo toccavano guarivano

    Marco 6,53-56

  21.  

    Fino ad un po' di tempo fa mi domandavo "ma come facevano a riconoscerlo se non c'era la tv o i giornali a mettere il Suo viso in prima pagina?".
    Poi ho capito.
    Per riconoscere Dio nel nostro prossimo occorrono due condizioni. La prima è che la persona che incontriamo faccia la Volontà di Dio, sia di esempio nel comportamento che tiene. La seconda è che il nostro animo sia aperto alla conoscenza, alla ricerca di Dio.

    • CommentAuthorrobi
    • CommentTime6 Feb 2012
     

    ciao citro, mi sembra di capire cosa dici.. Soprattutto quando scrivi
    "non riuscirò mai a sapere cosa c'è "oltre" ho trovato un certo equilibrio che mi fa stare bene... sinceramente ora provo disagio ogni volta che mi confronto con altri su questo punto perchè è molto difficile far capire la mia posizione non ben definita ed è ancora più difficile far capire che per me non è più importante...".
    MI è capitato a volte rispetto a questioni magari non di fede di avere la tua posizione, soprattutto in occasioni in cui dopo tanti sforzi per capire o risolvere una situazione mi rendevo conto che non era poi così vitale risolverla e trovavo pace.La pace comunque si trova sempre in qualcosa, non penso che improvvisamente uno dica " non mi interessa più": l'equilibrio che si trova è frutto di considerazioni e vissuto, ma la cosa più bella della vita secondo me è che non possiamo mai dire mai! oggi il mio equilibrio è questo e perciò va bene così (io da credente penso che niente vada censurato e che qualsiasi stato d'animo sia dato per qualcosa), e questo libera dal disagio del confronto con chi magari non capisce, come scrivi. Ogni giorno l'impatto con la realtà che ci sta intorno, qualsiasi essa sia, costituisce una valanga di provocazioni rispetto al significato della vita: chissà quale sarà domani e tra dieci anni il nostro equilibrio...

    • CommentAuthorcitro
    • CommentTime6 Feb 2012
     

    ecco, appunto è proprio così"l'equilibrio che si trova è frutto di considerazioni e vissuto"

    e anche io credo che "non possiamo mai dire mai!", ma per ora va bene così ;)

    buona settimana!:D

  22.  

    Addì 7 febbraio 2012

    Allora si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi venuti da Gerusalemme.
    Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani immonde, cioè non lavate -
    i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavate le mani fino al gomito, attenendosi alla tradizione degli antichi,
    e tornando dal mercato non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, stoviglie e oggetti di rame -
    quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani immonde?».
    Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me.
    Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini.
    Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».
    E aggiungeva: «Siete veramente abili nell'eludere il comandamento di Dio, per osservare la vostra tradizione.
    Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e chi maledice il padre e la madre sia messo a morte.
    Voi invece andate dicendo: Se uno dichiara al padre o alla madre: è Korbàn, cioè offerta sacra, quello che ti sarebbe dovuto da me,
    non gli permettete più di fare nulla per il padre e la madre,
    annullando così la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte»

    Marco 7,1-13

  23.  

    Tante volte sentiamo dure "non credo in Dio perché la Chiesa fa questo ... oppure quel sacerdote ha fatto quest'altro .... oppure quelli che vanno in Chiesa non sono ligi ai propri principi"

    La Chiesa è fatta di uomini, di persone imperfette con pregi e difetti, facili all'errore, nè più nè meno di chi in Chiesa non va.
    Ci aspetteremmo dai credenti alcune cose, ma è anche vero che ci aspetteremmo alcune cose da chiunque ... politici, impiegati statali, professori, datori di lavoro, genitori ... ma se ciò che ci aspettiamo non si realizza non è che possiamo smettere di avere la politica che gestisca la democrazia, smettere di andare a fare un certificato che ci necessita, smettere di andare a scuola o al lavoro, smettere di avere figli ...
    Se qualcuno sbaglia lo si deve correggere, al limite allontanare da quel posto o da quella carica, ma bisogna far progredire il mondo.

    Credere in Dio deve prescindere dagli errori umani.
    Io mi professo cattolico, ma so di essere un peccatore e sbaglio ogni giorno mille volte. Sbaglio con i ragazzi, sbaglio con chi incontro, sbaglio nei pensieri ... ma provo a fare bene le cose che faccio e quando mi accorgo di sbagliare tento e ritento finché non mi riesce di migliorare.
    Sbagliato sarebbe l'atteggiamento di chi smettesse di fare qualcosa senza insistere nel tentativo di fare bene.

    Sarebbe bello un mondo perfetto, un mondo che io sono certo che esista alla fine di questa nostra vita, ma siamo immersi oggi nell'imperfezione e nella fallibilità e così come non vorremmo essere giudicati dagli altri, non dobbiamo nemmeno noi essere giudici severi e puntare il dito sul malcostume della Chiesa o dei suoi cattolici.
    Non dobbiamo cercare il male per giustificare la nostra non Fede, ma dobbiamo guardare a chi fa del bene nel nome di Gesù. Pensate a Madre Teresa? Anche lei era Chiesa. Pensate a Papa Giovanni, a San Francesco, a Padre Pio, alle tante persone che ogni giorno pregano e lavorano per il bene degli altri senza cercarne un tornaconto personale.

    Rispetto al massimo chi dice "non ho Fede" oppure "sono in cammino" ... ma alle persone che dicono "non ho Fede perché vedo cose nella Chiesa che non mi vanno" dico "le cose si cambiano dall'interno, si cambiano mettendoci ad un tavolino e dicendole, si cambiano anche combattendo, non puntando il dito e demonizzando tutta una categoria di persone".
    Preti pedofili ce ne sono e ce ne sono sempre stati e sempre ci saranno, così come i professori, così come gli allenatori. Bisogna estirpare il male, vederlo, denunciarlo, ma non demonizzarlo o allontanarlo da sè per paura. Pensate a quanti sacerdoti invece ci sono che rischiano la loro vita in paesi non a maggioranza cattolica, che insegnano la pace e l'amore ogni giorno, che sono soli la sera quando vanno a letto e non hanno spalle su cui piangere.
    Ho avuto brutte esperienze anche io con la Chiesa, ma pian piano le cose sono cambiate, ho trovato sul mio cammino tanti bravi sacerdoti.

    La Fede è qualcosa di spirituale e non dobbiamo fare l'errore di volerla cercare nell'uomo che dice di rappresentarla. Guardate verso l'alto, guardate verso Dio, chiedete direttamente a Lui e troverete la strada giusta, la strada per capire come la Fede si possa applicare alla vita di tutti i giorni in un cammino che un giorno ci porterà da Lui.

    • CommentAuthorclod
    • CommentTime7 Feb 2012
     

    A volte è proprio così, si punta il dito e si incolpa qualcuno di ciò che noi facciamo( non vado in chiesa ....perchè i preti.........) ma sono daccordo con Ric. è proprio dall'interno che si può contribuire a cambiare le cose, rimboccandoci le maniche e provare ad aiutare a sostenere a correggere fraternamente chi secondo noi stà sbagliando..............ma a volte è faticoso, è impegnativo e ci spaventa e ci lasciamo guidare dal male , dal NON Fare :face-plain:

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime7 Feb 2012
     

    Per chi l'avesse perso, vi propongo il seguente link:

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    • CommentAuthorcitro
    • CommentTime7 Feb 2012
     

    Anch'io la penso come te "le cose si cambiano dall'interno, si cambiano mettendoci ad un tavolino e dicendole, si cambiano anche combattendo, non puntando il dito e demonizzando tutta una categoria di persone".
    Io non ho Fede perchè non ho Fede e basta e non c'entra nulla che fa il mio vicino che va a messa.

    Anch'io ho incontrato per strada tanti bravi sacerdoti e stimo moltissimo tanti uomini/donne di fede, nonsotante qusto, penso che la fede sia come l'innamoramento: o c'è o non c'è e non basta dirsi però è la strada buona e giusta, devi anche credere che quella sia proprio la tua di strada...

    Buona giornata!

    • CommentAuthorrobi
    • CommentTime7 Feb 2012
     

    "le cose si cambiano dal di dentro". il protestantesimo mi sembra che sia l'esempio più evidente dell'errore di chi si allontana per uno scandalo. non che lutero non avesse molte ragioni, ciò che condannava della Chiesa, ciò che aveva visto nel suo viaggio a Roma, certo non sarebbe piaciuto neanche a Gesù. Ma se te ne vai, cosa costruisci? Dividi, frammenti, ma non costruisci. e infatti il protestantesimo ha prodotto nel tempo una serie infinita di orientamenti diversi che si sono dati un'organizzazione autonoma; Gesù ha creato una sola chiesa, ha scelto Pietro per guidarla, ben consapevole dei suoi limiti e della facilità con cui peccava: l'ha scelto come capo della Sua Chiesa proprio nol momento in cui era emersa tutta la sua incapacità di essere fedele, di essere coerente. Oggi più che mai si sente il bisogno di unità, di stare insieme, in una società che diventa sempre più intimamente protestante e individualista. tante volte nelle nostre giornate dobbiamo scegliere se provare a cambiare le cose dal di dentro o se puntare il dito scandalizzati e ripartire da soli: però bisogna essere leali; credo che a volte ripartire possa essere un invito per tutti a venire insieme a noi in una strada che ci sembra così deviata da dover essere ripercorsa da capo, ma spesso ce ne andiamo perchè è più facile, non c'è il rischio di metterci in gioco fino in fondo. è così anche nei rapporti. credo che molte amicizie e peggio ancora molti matrimoni finiscano per questo: non sei come pensavo e me ne vado; invece Gesù ci insegna che non siamo come ci vorrebbe e proprio per questo sta con noi, ci accompagna con amore, soffre per noi fino a morire, ma sta con noi.

    • CommentAuthorcitro
    • CommentTime7 Feb 2012
     

    "spesso ce ne andiamo perchè è più facile"

    ecco è proprio questo che mia madre mi ha trasmesso: la strada giusta e migliore non è mai la più semplice e andarsene mi sembra un comportamento altamente immorale.

    Io ovviamente non mi sono allontanata dalla chiesa nè da Dio per critica o quant'altro, anzi io mi sento molto vicina a Dio, solo che non riesco proprio a vivere come certezza la sua esistenza, ma come possibilità. Forse c'è, forse non c'è ma la strada giusta per raggiungerlo (se c'è) la conosco o, meglio,cerco di impararla giorno per giorno con tante domande su quello che è giusto e quello che è meglio...

    Le strade facili non sono mai state le mie e tutto ciò che non mi piace mi sforzo nel mio piccolo di cambiarlo, non sempre è facile e spesso non ci riesco, ma almeno faccio capire con chiarezza in ogni occasione che tutto ciò di sbagliato di cui sono spettatrice non viene fatto con il mio consenso...

    qui ancora neve... SOB!

  24.  

    Addì 8 febbraio 2012

    Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e intendete bene:
    non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall'uomo a contaminarlo».
    Quando entrò in una casa lontano dalla folla, i discepoli lo interrogarono sul significato di quella parabola.
    E disse loro: «Siete anche voi così privi di intelletto? Non capite che tutto ciò che entra nell'uomo dal di fuori non può contaminarlo,
    perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va a finire nella fogna?». Dichiarava così mondi tutti gli alimenti.
    Quindi soggiunse: «Ciò che esce dall'uomo, questo sì contamina l'uomo.
    Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi,
    adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza.
    Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l'uomo»

    Marco 7,14-23

  25.  

    Tante volte si guarda al di fuori di noi, si giudicano gli altri per i loro comportamenti, si studiano le persone per trovare in loro qualcosa che non vada, si sparla di tutto e di tutti come se il mondo andasse male per colpa degli altri.
    Difficilmente però si guarda dentro di noi. Difficilmente si prendono in considerazione i nostri difetti, i nostri comportamenti. Difficilmente ci si guarda allo specchio per capire cosa c'è che non vada in noi per poterci migliorare.
    Ciò che entra in noi non può contaminarci se non siamo noi ad accoglierlo.
    Pensate ad un'offesa. Se prendiamo un offesa come un affronto, la serbiamo nel nostro cuore e prima o poi si trasforma in altra offesa, in vendetta o in qualcosa di peggio ... un male che si propaga all'infinito ad una velocità supersonica. Se invece lasciamo che questa ci scivoli addosso, se da un orecchio ci entra e dall'altro le permettiamo di uscire, tutto finisce lì ... anzi, potrebbe essere l'esempio al perdono per chi quell'offesa ce l'ha lancita.

    • CommentAuthorElen
    • CommentTime8 Feb 2012
     

    Questa pezzo mi va pensare al rapporto che noi abbiamo con i genitori biologici dei bambini in affido.
    Giusto ieri la psicologa mi diceva:" non fatevi toccare dai discorsi e dalle critiche della mamma, ascoltate, abbiate compassione e rispetto per quello che dice, per il rispetto che voi avete per lei in quanto mamma e persona, ma lasciate che tutto vi scivoli addosso. Il vs unico referente deve essere il bambino"
    E' facile per noi affidatari lasciarci influenzare dalle loro critiche, perchè ci sembra di venire toccati nel nostro intimo, nella nostra sensibilità...invece non sempre capiamo che gli attacchi o le sfrecciatine sono quasi inevitabili e sono la conseguenza dell'importante ruolo che noi abbiamo assunto per i ns bimbi, chiamiamola gelosia o in altro modo , la sostanza non cambia.
    Nostro compito è andare avanti senza farci troppo domande altrimenti con il tempo potremmo non essere più in grado di reggere lo stress dal rapporto con loro.
    Noi ci stiamo lavorando anche se per fortuna le critiche non arrivano mai direttamente ma per vie traverse e quindi il rapporto risulta sempre mediato, le operatrice sono molto brave in questo:face-smile:

  26.  

    Ottima osservazione Elen.

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime8 Feb 2012
     

    Devo.mio malgrado..spezzare una lancia infavore..degli anni che passano!! ora che vivo un età più..saggia, che il vissuto mi ha insegnato, ora devo dire che lo "studiare" gli altri mi è di grande stimolo per "osservare" mè stessa, non mi importano più i difetti, le "carognerie" degli altri, ma molto invece il come sono, come li sento, per capire se posso non essere cosi, oppure essere un pò cosi! mi stò riavvicinando a un qualcosa che avevo lasciato, ascoltando voi, parlando con altre persone, è bellissimo, anni fà, non lo avrei fatto, non era il mio momento!

  27.  

    Addì 9 febbraio 2012

    Partito di là, andò nella regione di Tiro e di Sidone. Ed entrato in una casa, voleva che nessuno lo sapesse, ma non potè restare nascosto.
    Subito una donna che aveva la sua figlioletta posseduta da uno spirito immondo, appena lo seppe, andò e si gettò ai suoi piedi.
    Ora, quella donna che lo pregava di scacciare il demonio dalla figlia era greca, di origine siro-fenicia.
    Ed egli le disse: «Lascia prima che si sfamino i figli; non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini».
    Ma essa replicò: «Sì, Signore, ma anche i cagnolini sotto la tavola mangiano delle briciole dei figli».
    Allora le disse: «Per questa tua parola và, il demonio è uscito da tua figlia».
    Tornata a casa, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n'era andato

    Marco 7,24-30

  28.  

    Tanto difficile quanto bello.
    La domanda potrebbe sorgere spontanea "Ma Gesù è razzista?"
    Alla donna non importa nulla di Gesù, gli si avvicina solo perché vuole da lui un miracolo, vuole qualcosa. Gesù potrebbe essere un mago, un guaritore o altro, ma a lei non importa, l'unica cosa che conta è che le faccia il miracolo.

    Vi è mai capitato di sfidare i vostri ragazzi? Di provocarli per vedere come si comportano? Per far sì che si mettano alla prova, che si interroghino su loro stessi?
    Non avete forse mai sentito un allenatore gridare ad un proprio pupillo che è una mezza calzetta, che non vale nulla ... e poi vedere l'arrabbiatura sul volto del ragazzo, arrabbiatura per i propri errori che diventa di sprone per migliorare e raggiungere ottimi risultati?

    Ecco, Gesù provoca la donna. E' come se le dicesse "non ti importa di me e vieni a chiedere".
    Dovremmo rivederci un po' tutti in questa donna quando chiediamo a Dio di aiutarci solo nel momento del bisogno, di farci una grazia quando magari di Lui non ci importa nulla.
    Gesù è duro perché ama, provoca perché vuole portare davvero alla fede questa donna pagana, alla pari del nostro allenatore che stravede per quel ragazzo che ha delle potenzialità ed è duro con lui perché lo vuole portare in alto, vuole che segni il punto per la propria squadra e per sé stesso.

    Davanti ad una tale risposta di Gesù un'altra al suo posto si sarebbe potuta offendere, se ne sarebbe potuta andare via indispettita. E questo spesso facciamo noi. Se ci rivolgiamo a Dio senza credere più di tanto, quasi come un "tentiamo anche questa" abbiamo anche il coraggio di meravigliarci, finanche di arrabbiarci, se il Signore non esaudisce subito le nostre preghiere.
    Ma voi ai vostri figli avete detto sempre si? Li avete sempre accontentati su tutto o avete cercato di dare loro degli insegnamenti dicendo loro anche no, magari mettendoli in punizione e soffrendo più di loro.

    Quella donna invece resta lì, al cospetto di Gesù, a prendersi il rimprovero, a guardarsi dentro.
    Gesù è riuscito nell'intento.
    La donna si guarda dentro, capisce, si accorge di essere un cane nel modo di comportarsi e dice "dammi almeno le briciole"
    Ora la donna è pronta a credere e Gesù la esaudisce.

    Non sempre il silenzio del Signore è segno di disinteresse, non sempre, nella nostra vita, i momenti difficili significano che Lui è lontano, alle volte tace perché – come la donna del vangelo di oggi – ci possiamo guardare dentro e capire che ci rivolgiamo a Lui non come un amico e un padre, ma come un mago da convincere. Ma Lui ci ama tutti e ci nutre comunque con il Suo amore.