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  1.  

    Il primo libro redatto dall'Associazione Amici della Zizzi, edito dalla casa editrice Aliberti

    Mosaico di Emozioni

    Compratelo per Natale per regalarlo ai vostri amici
    Un bel pensiero per aiutare tanti bambini e ragazzi con situazioni familiari difficili

    Vedi di cosa si tratta

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime20 Oct 2011
     

    l"ho ricevuto e ho cominciato a leggerlo ieri sera...vere emozioni...

    •  
      CommentAuthorsoleluna*
    • CommentTime20 Oct 2011
     

    Non vedo l'ora di averlo tra le mani:face-smile:

  2.  

    Contento che ti piaccia Lauri :face-smile:
    Daniela ... arrivano prima possibile :face-smile:

    •  
      CommentAuthorsoleluna*
    • CommentTime20 Oct 2011
     

    Riccardo, visto cosa mi ha accennato adri riguardo il ponte dei morti, magari li ritiriamo live ;)

  3.  

    Sarebbe bellissimo :face-smile:

    • CommentAuthorcitro
    • CommentTime7 Nov 2011
     

    anche io ho inizato a leggerlo: titolo proprio azzeccato!

  4.  

    Grazie :face-smile:
    E' stata un'intuizione notturna :face-smile:

    •  
      CommentAuthorCRIS
    • CommentTime10 Nov 2011
     

    Anche io ho iniziato anche se il tempo per leggere è veramente poco e poi questi libri mi piace gustarli piano piano ...
    Mi è piaciuta moltissimo la storia di Miguel che ha un significato molto speciale per noi affidatari e sarebbe bello condividerne il significato su questo forum:face-smile:

  5.  

    Grazie Cris :)

    Volentieri si ...

    Ora sono ad Orentano e non ho sul portatile la favola di Miguel ... rientro lunedì a Livorno e la posto il 14.

  6.  

    Miguel era un bambino poverissimo. La sua casa era una vecchia stalla, senza finestre, dove le pareti e il soffitto davano l’impressione di voler cadere da un momento all’altro. Vivevano con lui i suoi genitori, tre fratelli e due sorelle. Per dormire sopra uno dei due letti erano stati stabiliti dei turni, e quindi il più delle volte era il pavimento ad accarezzare gli stanchi ossicini di Miguel. Nonostante questa grande miseria, Miguel era contento. Due genitori che gli voleva- no bene e un tetto sotto cui riposare erano un lusso che pochi dei suoi amici potevano permettersi.
    Suor Domitilla aveva un faccione simpatico, un gran bel sorriso, un po’ ingobbita sotto il peso della fatica per il gran lavorare. Il seno enorme, che tenta- va in ogni modo di nascondere, le aveva dato non pochi problemi fino a qualche anno prima, quando, ancora abbastanza giovane e piacente, era oggetto di pressanti attenzioni da parte dei miliziani, che ogni tanto facevano incursioni tra le baracche, ufficialmente alla caccia di qualche terrorista, ma forse anche loro in cerca di un po’ di pace. Non avevano però mai osato mancarle di rispetto, per paura dei «suoi angeli», come chiamava la gente in mezzo alla quale abitava, pronti a dare la vita per suor Tillà. Vivere in mezzo a loro, capirli, entrare nei loro cuori, conoscer- li uno per uno, ascoltarli... faceva parte della quotidianità. Anche lei dormiva in un piccolo buco che chiamava casa, ma non le mancava nulla: un giaciglio di paglia per sdraiarsi tre o quattro ore per notte, un tavolo per insegnare a leggere ai bambini, due sedie, un crocifisso scolpito in un pezzo di legno da alcuni dei suoi ragazzi. Vicino all’unica finestra, il punto più importante della casa, c’era un piccolo leggio con un grande libro: il Vangelo. Era quella la sua forza. Era quello che le dava la forza di reagire alle angherie e ai soprusi che i miliziani e il governo le facevano. Era quello che la faceva restare... e i «suoi angeli» lo sapevano e le portavano un gran rispetto. Non passa- va giorno che qualche bambino non donasse un filo d’erba a colui che aveva mandato suor Tillà in mezzo a loro.
    Miguel era fra i più assidui frequentatori di Casa Provvidenza. Aveva già imparato a leggere e a scrive- re, mosso dalla curiosità di poter capire l’importanza del sacro libro. Ogni giorno, alle prime ore dell’alba, il bambino andava dalla suora e insieme leggevano un brano del Vangelo. Era, per entrambi, il momento più importante della giornata. Spesso Miguel faceva domande sul significato di certe letture e Domitilla era felice di potergli spiegare il mistero divino, la fede, la provvidenza. Quando suor Tillà parlava, il piccolo rimaneva estasiato dal suo modo buffo ma profondo di farlo, e pian piano aveva preso a pregare per la sua gente... senza accorgersene canticchiava l’Ave Maria mentre giocava o recitava il Padre nostro andando verso casa.
    Quella mattina non era diversa dalle altre. Un gran caldo sin dall’alba, i soliti odori malsani, l’abituale vocio della gente che si alzava dai propri giacigli nella speranza di riuscire a sopravvivere ancora un giorno. Non era diversa... o forse si, ma Miguel non se ne rendeva conto.
    Arrivò da suor Domitilla e come di consuetudine lessero il Vangelo. La vita delle persone, gli spiegò la suora, è sempre bella perché c’é Dio, e bisogna imparare a sorridergli sempre, qualunque cosa ci accada perché è Lui che la vuole. Il motivo non lo sappiamo e forse non lo sapremo mai: noi dobbiamo solo accettare la sua volontà e ringraziarlo, vivendo la nostra vita con gioia, perché è solo sorridendo alla vita che possiamo sperare che essa ci sia benevola. Miguel non capiva il significato di quelle parole: come può un Dio buono permettere che ci sia tanta miseria, tanto abbandono? La suora non aggiunse altro per- ché fu chiamata d’urgenza ad aiutare una ragazza di quindici anni a partorire. Miguel rimase lì con le sue perplessità. Non capiva! Quel giorno proprio non capiva. Si girò e sul tavolo vide un disegno raffigurante una città. Era appena abbozzato. Pensò che la sua amica lo avesse messo sul tavolo per lui, per far- glielo finire. Prese allora i pastelli dallo scrigno della suora, si mise a sedere e cominciò a colorare. Nel frattempo entrò un vecchio e si mise sull’altra sedia accanto a lui, a osservare quello che il bambino stava facendo. Miguel non ci fece molto caso, perché Casa Provvidenza era un porto di mare... c’era sempre qualcuno che aveva bisogno di suor Tillà.
    Il piccolo mise un grande impegno a colorare la città e non si distrasse nemmeno per un minuto. Quando ebbe finito chiese al vecchio se gli piaceva. Questi non disse nulla: si alzò dalla sedia, gli fece un grande sorriso dandogli una carezza con amore e... scomparve dalla vista di Miguel.
    Il bambino rimase impietrito. Non si capacitava di quanto gli fosse successo. Come aveva fatto quel vecchio a sparire così all’improvviso? Quando qualche minuto dopo fece ritorno nella sua dimora, suor Domitilla lo trovò ancora così, inebetito. Chiese allora cosa fosse successo, e il bambino le narrò quanto accaduto. Le mostrò il disegno, le disse del vecchio, del suo silenzio, della sua carezza... di come era scomparso davanti ai suoi occhi.
    Suor Domitilla allora capì.
    Si mise a sedere, prese il bambino in braccio e gli disse: «Il Signore è entrato in questa casa, è venuto per te. Il disegno non era opera mia, ma del Signore. È lui che abbozza i disegni e li lascia volutamente incompiuti. Quando il Signore ti mostra un disegno, l’unica cosa da fare è quella di colorarlo. La tonalità di colore la scegliamo noi. Spetta a noi dare colore alla vita, nostra e di chi ci circonda. Se vedi un povero... quello è il disegno scarno fatto da Dio per te, e tu puoi colorarlo, fermandoti con lui, o puoi decidere di non colorarlo passando oltre. La scelta di come aiutarlo sarà il colore che darai alla sua vita, e alla tua, il grado di amore che metterai nell’aiutare Dio a terminare il suo disegno. Maggiore saranno il calore e la passione che avrai, più colorato e più bello sarà il disegno».
    Potrei dirvi che Miguel diventò un missionario e fece grandi cose, ma non è questo il senso della storia. Sta a voi adesso andare per il mondo, armati di pastelli, a colorare i disegni che Dio ha abbozzato. Questo è il disegno della vita.

    • CommentAuthorlauri
    • CommentTime13 Nov 2011
     

    questa storia è bellissima,e noi genitori, che altro possiamo sperare se non, che i nostri figli, colorino con colori gioiosi , il disegno della vita che li aspetta..

    •  
      CommentAuthorCRIS
    • CommentTime13 Nov 2011
     

    Il disegno colorato da Miguel per me non rappresenta solamente il progetto di vita che il Signore ci chiede di colorare, ma anche e più semplicemente la possibilità che noi abbiamo ogni giorno di dare un significato profondo e vero alla nostra vita. Per riuscirci occorre mettersi in ascolto, fidarsi della propria guida e non avere paura. In altre parole rischiare. E' tutto collegato...se noi sappiamo che chi ci guida sa quello che è meglio per noi, noi non abbiamo paura, e anche se abbiamo qualche dubbio , ci fidiamo e ci lasciamo trasportare dove la nostra guida ci porta.
    In questo cammino, in ogni attimo, possiamo andare veloci senza guardarci intorno preoccupati solo di raggiungere il nostro obiettivo e di soddisfare i nostri bisogni oppure possiamo godere del mondo che ci circonda condividendo il bello e il brutto con chi ci sta intorno. Io nel mio piccolo cerco di farlo sempre e mi ritrovo spesso a godere di un sorriso dato o ricevuto, di una buona parola detta a chi ne ha bisogno e tante altre piccole cose che colorano le mie giornate di colori stupendi:face-smile: