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      CommentAuthorStaff
    • CommentTime17 Dec 2002 modificato
     

    Argomento: provaci ancora, Jordan

    Inviato da: maddalena

    Data/ora: 22/05/02 9.24.37


    C’è un bambino, che quest’anno compie due anni.

    C’è una madre, che credo non supererà i venti, almeno per qualche anno ancora.

    Questo bambino, che chiameremo Jordan, è in affidamento da più di un anno e mezzo.

    Questa mamma (il padre se l’è data a gambe ormai da tempo immemore) ha presentato per 2 volte ricorso contro la proposta di adottabilità del bambino.

    E stavolta ce l’ha fatta: lei e Jordan saranno accolti presso una comunità di tipo familiare.

    Consideriamo che:

    1- Jordan non conosce quasi la sua mamma.

    2- Considera la famiglia affidataria come la sua.

    3- Era praticamente dichiarato adottabile.

    4- La madre sta per avere un secondo figlio.

    5- All’orizzonte nessun padre e nessun lavoro per la madre.

    6- La Ass. Sociale ha detto: “ora Jordan torna dalla mamma, poi si vedrà”.

    E’ giusto che questo bambino debba fungere da cartina tornasole per la condizionedella mamma-bambina? E, proprio riferendoci a lei, è giusto caricare una ragazzina di 2 bambini in una volta sola, considerando che il primo le fu tolto anche con una rapidità inaspettata?

    Magari esistono davvero le condizioni per ricompattare questa famiglia, chissà.

    Ma qualche dubbio mi rimane.


    Risposta: provaci ancora, Jordan

    Inviato da: Riccardo Ripoli

    Data/ora: 23/05/02 8.40.57


    Situazione molto difficile da poter valutare alla luce di questi elementi. Bisognerebbe conoscere le capacita' di questa ragazza di prendersi cura dei figli. Probabilmente il suo inserimento nella comunita' e' dovuto proprio a questo. Certo che a farne le conseguenze potrebbe essere proprio il bambino. Se la madre non e' in grado viene strappato all'affetto della famiglia affidataria (nel suo cuore e nella sua mente come la vera sua famiglia) e consegnato, seppur per per un periodo di prova, all madre naturale. In questi casi credo che ci dovrebbero essere dei parametri molto forti sulla base dei quali togliere il bambino definitivamente alla mamma. Troppo spesso ad essere tutelato e' il genitore naturale (che puo' gridare le sue ragioni usufruendo di avvocati), piuttosto che il bambino.

    In certi casi non vorrei proprio essere nei panni dei giudici che devono decidere.

    I miei non vogliono essere giudizi in merito al caso in questione (non ne ho gli elementi), ma spunti teorici, consapevole del fatto che ogni bambino e' una storia a se' stante e deve essere giudicata caso per caso.




    Risposta: provaci ancora, Jordan

    Inviato da: maddalena

    Data/ora: 23/05/02 9.27.24


    Non so, non conosco benissimo la storia e i suoi particolari.

    Di sicuro non vorrei essere quella famiglia affidataria.




    Risposta: provaci ancora, Jordan

    Inviato da: Aurora

    Data/ora: 23/05/02 10.01.25


    Non vi sono dubbi che per il bambino al momento ,sia meglio continuare a vivere in quella tranquillità in cui è vissuto finora,però chi si rende disponibile per l'affido sa bene che andrà incontro a situazioni che spezzano il cuore,ma si deve andare avanti lo stesso e accettare la sofferenza.Un bambino a quest'età si adatta a qualsiasi situazione se è comunque circondato d'amore,accertati che veramente non gli venga mai a mancare quell'affetto a cui tu lo hai abituato e chissà che questa mamma bambina,che ha fatto la giusta scelta di donargli la vita,non sia ora pronta a crescere insieme a suo figlio.




    Risposta: provaci ancora, Jordan

    Inviato da: dibe

    Data/ora: 23/05/02 13.51.25


    Resto sempre molto perplessa di fronte a situazioni come questa. Condivido a pieno il pensiero secondo il quale sono soprattutto i diritti dei genitori naturali che vengono rispettati perchè loro possono farsi le proprie ragioni mentre i bambini non hanno voce mai.

    Ci sono situazioni assurde. Di affidi durati anni, di decine di tentati recuperi, di promesse e giuramentei da parte dei genitori naturali che poi, puntualmente, non vengono mantenute. Ci sono generazioni di donne seguite dai servizi sociali e generazioni di bambini dati in affido. Le possibilità di recupero date a questi genitori forse (dico forse) non dovrebbero essere infinite. Dopo qualche tentativo bisognerebbe dire basta. Invece questo non avviene quasi mai. Le decisioni dei giudici si contraddicono l'una con l'altra solo in base all'avvocato che segue i genitori. Conosco più di una storia così e

    a farne le spese sono sempre e comunque i bambini, sballottati, senza riferimenti, in istituto, in famiglia, coi genitori naturali. Mi piacerebbe conoscere storie di affidi terminati con un bel rientro nella famiglia di origine. Se ce ne sono raccontatemele, grazie.




    Risposta: Poche, molto poche

    Inviato da: Riccardo Ripoli

    Data/ora: 23/05/02 17.10.04


    Hai ragione Dibe,

    ci sono veramente pochi casi in cui l'affido finisce pacificamente. Anche i casi che fanno statistica, forniti dai centri affidi, devono essere presi con le dovute cautele: molti affidi vengono fatti finire perche' "devono" finire, ma senza che ci sia stata una crescita ella famiglia e sopratutto qualcuno che si sia premunito di vedere quale fosse il bene del bambino. Viene spesso detto "sono in affido e devono tornare, a qualunque costo"

    Sarebbe bello poter cambiare le regole e fare una proposta di legge seria, trovando in operatori e famiglie affidatarie la volonta' di cambiare le cose per il bene dei bambini. Se nell'ottanta per cento dei minori in affido si ritrovano, una volta adulti, gli stessi problemi che avevano da bambini (come dice Dibe "generazioni seguite all'infinito"), significa che c'e' qualcosa che non funziona. Forse siamo noi affidatari che non abbiamo capito nulla, forse sono i servizi sociali che mirano a traguardi diversi o ... ma chi ci rimette sono sempre loro: i ragazzi, sempre troppo poco tutelati.




    Risposta: Poche, molto poche

    Inviato da: Manuel

    Data/ora: 23/05/02 20.59.30


    Riflettendo in questi giorni con mia moglie, la cosa che più risalta è la mancanza della "famiglia".

    I famosi nonni, zii e parenti nella maggior parte dei casi spariscono. Non c'è più la famiglia, e nei casi come la ragazza in questione, manca proprio l'apporto della famiglia.

    Nel mio caso, addirittura una sorella maggiorenne delle bambine che ho in affido, e che vive con la nonna, non la vedono da almeno tre anni, ad abitano distanti da noi pochi chilometri. GIorni fa si è spossata, e le bambine gli hanno mandato un augurio per le nozze, la sua risposta è stato un messaggio per cellulare: Grazie.

    Dove finiscono tutti?

    Questa ragazza perchè non viene aiutata dalla sua famiglia? e c'è ancora qualcuno che vuole comunque far ricadere le colpe sulle famiglie affidatarie?

    Questo è un grosso dilemma.


    Ciao




    Risposta: Piccola storia di un affido

    Inviato da: maddalena

    Data/ora: 24/05/02 12.04.45


    Come già vi avevo scritto a suo tempo, posso personalmente testimoniare di un affido finito "bene", o comunque circondato di tutte le attenzioni necessarie ad una sua giusta conclusione.

    La bambina di 3 anni che ho seguito è tornata dalla sua mamma, una ragazzina giovanissima e inesperta, ma che evidentemente ama molto i suoi figli e si adopera per loro.

    Nella comunità in cui è stata inserita mi sembra che sia seguita abbastanza attentamente e abbia così la possibilità di crescere lei e far crescere bene i suoi bambini.

    Devo aggiungere di aver avuto anche un buon rimando da parte della Ass. Sociale che seguiva il caso, nonostante non ci conoscessimo ha sempre accolto le nostre richieste, i nostri disagi e i nostri suggerimenti.

    Speriamo che tutto ciò sia servito davvero alla bambina e alla sua mamma bambina.



    Risposta: Piccola storia di un affido

    Inviato da: Riccardo Ripoli

    Data/ora: 24/05/02 12.08.39


    PECCATO CHE QUESTO SIA UN CASO ISOLATO




    Risposta: provaci ancora, Jordan

    Inviato da: matilde

    Data/ora: 26/05/02 22.40.58


    sono una mamma affidataria, adottiva e naturale e pertanto condivido con te, per esperienza , il fatto che le famiglie affidatarie vanno incontro a momenti di sofferenza. Non sono assolutamente daccordo però quando tu dici che a questa età i bambini si adattano a qualsiasi situazione purchè siano circondati d'amore.

    Questo modo di pensare ha giustificato spesso tempi lunghi nelle decisioni da parte dei servizi ad esempio.

    E' vero che il bambino ha una grandissima capacità di adattarsi alle situazioni, ma non siamo in grado di misurare il dolore che lui prova nel momento del distacco.

    Cerchiamo di rispettare la persona che è il bambino togliendoci la presunzione di sapere anche cosa lui pensa !!!! A due anni ha maturato l'attaccamento e non si possono fare delle prove!!!!