Non sei collegato (collegati)

Vanilla 1.1.2 is a product of Lussumo. More Information: Documentation, Community Support.

  1.  

    In questo post voglio raccontarvi, ogni tanto, delle storie vere nelle quali sono stato chiamato a dare un parere.
    Ogni storia è motivo di riflessione perché ognuno può rapportarla alla sua sfera personale.
    Vi chiederei un commento e dopo i vostri commenti inserirò la risposta che a suo tempo ho dato a quella richiesta di parere o di aiuto.
    I vostri commenti aiuteranno alla riflessione e faranno crescere anche quelli che come me hanno già un po' di espereinza nel campo dell'affido.
    Tutti possono dire la loro, perché in ogni storia c'è sempre una parte nella quale ci si possa immedesimare.

  2.  

    Buongiorno, cercando per siti che facebano a mio caso ho trovato il vostro. Prima di cominciare il racconto 1 domanda:
    Io, minore posso decidere di cambiare famiglia? Che tempi passerebbero, e quali sono le basi per farlo?
    Le illlustro la mia situazione:
    I miei genitori sono originari di un paesino, quindi già vivendo a ***** (grande città), sono contrari a moltissime cose che i miei compagni fanno, per esempio uscire verso le 7, non andare ascuola quando non c'è nessuno ecc... In più a tutto questo si aggrava che mia madre fa ***** (lavora con i ragazzi) e quindi per esempio, vede quando i ragazzi vengono portati d'urgenza all'ospedale perché cadono dai motori e si fanno male (attribuisce questo non che il guidatore non guida con prudenze, ma agli altri), e mio padre è ****** (lavora anche lui con i ragazzi), quindi non vuole vedere per esempio quando mi vesto alla moda perché pensa che non devo imitare certi ragazzi. Il punto è che per esempio non posso prendere decisioni, non possa andare in posti che loro pensano pericolosi, dove a volte vado con i miei compagni, ma essendo lucido riesco a capire quando un posto va o no.
    Non andando per esempio a incontri con i miei compagni dove c'è tutta la classe perdo così i contatti e non riesco a farmi un vero gruppo. La mia classe vedo che è apposto, perché per esempio non ci sono persone cattive o di certi quartieri o di certe famiglie, ma sono persone apposto. Vado al primo liceo, la scuola e cominciata da qualche settimana e ancora non mi sono creato un vero gruppo classe,anche se comunque ho un migliore amico, del quale i miei genitori si fidano molto. Oltre comunque alle amicizie, con i miei genitori non mi ci trovo per niente; non a caso già da quando avevo sei anni mi inventavo verso tarda sera posti dove potevo scappare, è ora leggendo quello che mi avete scritto non penso che il mio caso rientri proprio in quello che avete detto, anche se quando avevo diciott'anni potrò andarmene di casa, giusto?
    Riccardo secondo te io potrei fare qualcosa col mio caso, cioè avrei la speranza, magari di cambiare famiglia, , e che tempi passerebbero se in caso il giudice potrebbe darmi giusta la causa, quindi quanto tempo passerebbe poi per trovare famiglia, è potrei sceglierla io?

  3.  

    Ciao a tutti :face-smile: !

    Non ho esperienza in affido e non sono un genitore, ma se dovesse capitare a me di avere di fronte un ragazzo che mi chiedesse cosa fare per poter cambiare famiglia, cosa gli direi?
    Non è facile!
    So già che per un attimo la mia mente sarebbe assalita da mille pensieri e domande tipo: sono solo questi i motivi che spingono questo ragazzo ad avanzare questa richiesta o c'è dell'altro che non mi dice o non vuole dirmi?
    Lo ascolterei e poi gli racconterei qualche episodio simile di quando ero ragazzina. Forse così facendo comincerei ad avere con lui più confidenza facendolo sentire più a suo agio e compreso e chissà forse riuscirei a farmi ascoltare.
    Poi gli direi: "Abbiamo (o abbiamo avuto )un pò tutti questo desiderio di voler evadere da ciò che fa parte della nostra normale quotidianità, di avere i nostri spazi, di avere e poter scegliere il gruppo di amici che vorremmo frequentare e di voler condividere con loro il nostro tempo e in ogni dove. Quando i nostri genitori ce lo impediscono (nei limiti) ci arrabbiamo, diventiamo ribelli e vorremmo solo scappare via per poter fare ciò che più desideriamo perché crediamo che fare tutto quello che ci piace ci fa sentire liberi e padroni di ogni situazione e soprattutto parte di un gruppo. La libertà è altra cosa.
    Pensi di sapere cosa sia giusto fare e di saper valutare ciò che può essere pericoloso e cosa non lo è?
    E’ vero a volte sentiamo di essere capaci di proteggerci da soli e di non aver bisogno degli altri, né tanto meno di chi ci dice cosa è bene fare e cosa non lo è o dove si può andare e dove no.
    Ma fa bene a tutti ascoltare certi consigli anche se sono i nostri genitori a darceli e anche se a volte possono sembrarci solo delle regole imposte.
    Pensi che cambiando famiglia risolveresti in meglio la tua situazione? Seppure fosse possibile, hai pensato che potresti incontrare altri limiti e ti sentiresti allo stesso modo o peggio?
    Non è cambiare famiglia, o scappando che risolveresti i tuoi problemi. Tu sei un ragazzo coraggioso e lo hai dimostrato chiedendo aiuto e parlando di ciò che ti opprime. E i ragazzi coraggiosi non scappano, ma affrontano certe situazioni a testa alta. Vuoi poter decidere? Allora dimostra ai tuoi genitori quanto sei responsabile e che possano fidarsi di te. Non subito, ma con il tempo vedrai che ci riuscirai. Dovrai aver pazienza.
    Il non voler farti frequentare certi posti pericolosi e il non voler farti fare certe cose hanno un senso: i tuoi genitori tengono a te e tanto. E tu cosa vuoi fare? Andare via? Penso che faresti il più grande errore della tua vita e continueresti a scappare ogni qualvolta ti si presenterà una situazione del genere. Allora sei uno che molla la presa facilmente, che cerca scorciatoie. Dimmi sei così? Non credo. Allora dimostralo ascoltando i tuoi genitori e conquistando la loro fiducia anche accettando e seguendo le loro regole (e non facendo finta). Abbiamo bisogno di essere guidati o si rischia di finire fuori strada.
    Mi dicevi che da piccolo ti inventavi i posti dove poter scappare perché allora non proponi ai tuoi un luogo dove potresti trascorrere del tempo con i tuoi compagni? Hai mai pensato di invitarli qualche volta a casa tua per una pizza, un film, una festa, per parlare o giocare o altro?
    Inizialmente avresti i tuoi genitori tra i piedi, lo so sarebbe per te un pò pesante, ma è normale. Tu lascia stare e stringi i denti. Li renderesti partecipi e allo stesso tempo gli faresti capire che vuoi un po’ di spazio per stare solo con la tua comitiva. Vedrai, già la seconda volta sarebbero meno invadenti e le altre ancora magari ti lascerebbero ancora più spazio. In questo modo daresti alla tua famiglia la possibilità di conoscere i tuoi compagni che tu stesso hai descritto come una classe a posto. Si fiderebbero di te e anche di loro. E così potreste incontrarvi una volta a casa tua, altre a casa dei tuoi compagni, a volte fuori (rispettando gli orari) o in altri posti non pericolosi. Se ciò che desideri è far parte di un gruppo e avere degli amici non ha importanza dove starete, ma come.
    E poi pensaci, anche i tuoi compagni vedrebbero in te un ragazzo che prende iniziative, che propone, accogliente, di cui ci si può fidare. E forse non saresti più tu a voler imitare loro, ma loro a voler seguire te. E ancora potresti scoprire il vero senso dell’amicizia".

    Potrebbe essere giusto o no ciò che ho detto, ma questa storia mi ha fatto riflettere e ho cercato di pensare a cosa avrei detto a quel ragazzo rifacendomi un pò alla mia esperienza (anche di quando ero ragazzina).

    •  
      CommentAuthorCRIS
    • CommentTime16 Oct 2009
     

    All'inizio, dopo aver finito di leggere questa storia, mi è venuto da sorridere, non tanto perchè ci fosse qualcosa di comico, ma per la tenerezza che mi hanno suscitato le parole del ragazzo.
    Non so esattamente cosa gli direi, ma forse per prima cosa lo farei riflettere sulla differenza che c'è tra avere dei genitori che non ti vanno proprio a genio e avere dei genitori che non ti danno l'amore e le cure di cui hai bisogno o dei genitori che ti maltrattano o non averli per niente.
    Cercherei di fargli capire quanto è fortunato ad avere dei genitori che si preoccupano per lui, anche se forse non lo faranno nella maniera giusta...anche se forse avranno dei comportamenti che lui non capisce .
    Penso che i sentimenti che questo ragazzo prova, siano abbastanza normali per la fase dell'adolescenza che sta attraversando...so che molti ragazzi soprattutto all'inizio delle scuole superiori, si trovano a dover affrontare la vita all'infuori della famiglia, vogliono e devono essere all'altezza delle aspettative dei compagni, vorrebbero provare tutte le esperienze che gli capitano,insomma vogliono tutto e subito...e laddove trovano dei genitori che li frenano, questi ultimi diventano inosopportabili e troppo severi. Se la famiglia tiene duro in questa fase molto delicata, dando dei limiti ben precisi ma nello stesso tempo concedendo qualche piccola libertà (per dimostrargli che si ha fiducia in lui), il tutto condito con tanto dialogo, qualche punizione quando ci vuole , un po' di comprensione quando sbaglia (perchè tutti sbagliamo, no?), questo periodo possa essere breve, ma nello stesso tempo molto importante per la sua crescita. Questo è solo il mio pensiero...o una ricetta come tante altre:face-smile:
    Ciao a tutti

  4.  

    Buongiorno carissimo ****,
    ti spiace se ci diamo del tu?
    Mi ha fatto piacere la tua mail dove mi spieghi la situazione per la quale ti piacerebbe cambiare famiglia.
    Capisco i tuoi problemi e i tuoi disagi, ma credo che in ogni situazione bisogna guardare anche il punto di vista del nostro interlocutore, in questo caso dei tuoi genitori.
    Da quello che mi dici i tuoi sono due bravissime persone e svolgono il loro ruolo di papa' e mamma con grande impegno (e' infatti piu' facile dire un si ad un figlio piuttosoto che un no, perche' questo comporta quasi sempre una discussione, o quantomeno un malumore).
    Pensa, caro Federico, che ci sono molti genitori che non si preoccupano dei figli, li lasciano liberi di fare quello che vogliono, di frequentare chi desiderano, di andare o non andare a scuola ... e sai che fine fanno questi ragazzi? Finiscono male. Ho tanti anni di esperienza con ragazzi le cui famiglie non si sono occupate di loro ... e posso garantirti che quando arrivano da me o vanno in comunita' ... beh ... hanno grandissimi problemi per tornare sulla retta strada,
    Vedi, i tuoi genitori non ti danno proibizioni perche' sono cattivi o non ti vogliono bene, ma per darti delle regole, dei principi e cosi' facendo ti dimostrano tanto amore.
    Secondo te sbagliano? Puo' anche darsi, almeno secondo il tuo punto di vista e forse alle volte sbaglieranno davvero, come noi tutti ... ma non per questo si deve abbandonare un dialogo, allontanarsi dalle persone che ci vogliono bene. Tu sapessi quanto e' difficile trovare chi ti ami e quando lo trovi, faresti bene a tenerlo stretto stretto a te.
    Sai ******, a 21 anni io ho perso la mia mamma, e' morta per un tumore all'intestino, ed ho sofferto tanto ... tantissimo ... al punto da fondare l'Associazione che porta il suo nome e che si occupa di ragazzi. La mia mamma era di quelle che aveva paura di tutto ... mi proteggeva oltre ogni misura ... ma io ho combattuto con il dialogo e con amore riuscendo a strappare, a conquistare il mio spazio. Conquistare!!! Ecco la parola. Devi far loro capire quanto siano importanti per te certe cose, cercare di capire il perche' ti dicono di fare una certa cosa, chiederglielo. E poi ... fidarti di loro. Se una cosa, dopo averne ragionato, non la capisci, beh ... abbi fiducia in chi ti vuole bene.
    Se ti volessero male farebbero cose ben peggiori che dirti di no a certe tue richieste.
    Fiducia significa abbassare la testa, accettare il volere dell'altro e aspettare tempi migliori.

    Mi piace come hai scritto e se permetti vorrei dire la mia anche in merito alle richieste che fai ai tuoi genitori.
    Io ho 8 ragazzi quasi tutti della tua eta' e ogni giorno mi trovo a parlare con loro delle cose di cui mi scrivi.
    Il fatto che tutti i tuoi compagni facciano alcune cose, non vuol dire che siano giuste.
    Se a scuola non c'e' nessuno, come ad esempio nel caso di un'assemblea o di uno sciopero, credo sia giusto andare a scuola lo stesso ... i professori ci sono e quello è il momento migliore per avere un contatto diretto con i prof. e magari capire cose che non si erano capite. Inoltre la scuola non è fatta di scioperi ed è come un lavoro per ogni ragazzo. Se non si lavora non si mangia e siccome si mangia tutti i giorni, e' anche giusto andare a lavorare (per i ragazzi a scuola) tutti i giorni.
    Mia madre aveva una paura folle dei motorini e mi ha preso il mio primo motorino a 16 anni e mezzo, quando ha visto che poteva fidarsi di me. Purtroppo hai ragione nel dire che spesso gli incidenti accadono per colpa degli altri ... ma anche in questo caso sono d'accordo con i genitori se non danno il permesso di avere il motorino ... gli altri ci sono e se un incidente accade per colpa del guidatore o per colpa degli altri ... poco cambia, visto che l'incidente accade e si va in ospedale o peggio.
    Tuo padre ha ragione nel dire che non devi vestirti alla moda solo per imitare gli altri, devi avere una tua individualita' ... non devi essere una pecorina nel mezzo a tante altre pecore. Certi vestiti sono anche per me indecenti. Come ti sembrerebbero tuo padre o tua madre se andassero vestiti a fare spese con te con le mutande di fuori ... non ti vergogneresti ad uscire con loro? Non ti imbarazzerebbe che le persone si girassero per vedere tua madre in mutande? Penso di si, e cosi' come ti vergogneresti tu, si vergognano loro di vederti vestito in maniera poco bella. Non tutte le mode vanno seguite.
    Prendere decisioni ... in fin dei conti hai 15 anni e il tempo di prendere decisioni e' ancora lontano. Prendere decisioni significa anche avere delle responsabilita'. Un diritto vale se parimenti c'e' anche un dovere. Se hai diritto a decidere cosa fare della tua vita, hai anche il dovere di mantenerti, trovarti un lavoro, pensare a trovare una casa, il mangiare i soldi per i vestiti. Sarebbe bello se ognuno di noi potesse decidere in base a quello che ci piace ... nessuno lavorerebbe, staremmo tutti al mare a prendere il sole ... ma poi quando lo stomaco brontola, dove si prendono i soldi per mangiare?
    L'eta' di essere figlio (e questo vale anche se cambi famiglia) prevede che i gentori prendano delle decisioni per te, cosi' come prevede che pensino loro alla tua educazione, al tuo mangiare, al tuo avere una casa e dei vestiti. Pian piano ti lasceranno decidere e certe decisioni saranno commentate e corrette da loro quando le prenderai sbagliate.
    posti pericolosi ... ti proteggono. Sta a te far loro capire che quei posti non sono pericolosi, ma se loro insistono nel giudicarli tali, fidati della loro esperienza e del loro amore per te accettando con il sorriso il loro volere.
    Non e' questione di essere lucido o meno, e' questione di non riuscire a vedere, per mancanza di esperienza, non per mancanza di lucidita', se un posto va bene per te o meno. I tuoi genitori hanno l'esperienza e le conoscenze necessarie per vedere la pericolosita'. Poi, come gia' ti ho detto, possono anche sbagliare ... e tu prova a parlare con loro, chiedi di andare con loro a verificare se quel posto e' pericoloso, o invitali a dirti perche' pensano sia pericoloso.
    Farti un vero gruppo ... un gruppo e' valido se fatto di amici e se sono amici sapranno starti vicino.
    Per esperienza ti dico che non sempre i gruppi vanno bene e se in un gruppo trovi uno o due amici sei gia' fortunato.
    Quando parli del tuo migliore amico dici che i tuoi genitori si fidano molto di lui ... vedi che non sono sempre a dire di no ... valutano e da li' decidono.
    La tua regione non e' facile da vivere e ***** e' la citta' piu' difficile ... trovare un amico, un ragazzo di cui i tuoi si fidano e' gia' una grande cosa.
    Quando avrai 18 anni porai decidere ... ma per andare via di casa, dovrai avere soldi, lavoro, casa ... a meno che tu non voglia vivere sotto i ponti ;)

    Non credo proprio che ad oggi tu abbia la possibilita' di cambiare famiglia. Non credo che nessun giudice darebbe mai il suo consenso.
    Ti posso dire questo, caro ****, tieni stretti questi tuoi due genitori e cerca di voler loro bene, che il loro "mestiere" non e' certo facile da svolgere e, fidati, loro lo fanno con grande passione e determinazione per amore a te.
    Qualunque problema lo puoi risolvere con il dialogo, non con la fuga verso un'altra famiglia.

    Se vuoi che parli io con i tuoi genitori, lo faro' volentieri, nel qual caso dammi un nome, un telefono o una mail per poterli contattare.

    Ti abbraccio con affetto e se vuoi sai dove sono, mi fara' piacere sentirti ancora e magari, se ti fiderai, poterti dare qualche consiglio, come tu fossi uno dei miei ragazzi, ai quali voglio un bene dell'anima.

    Riccardo

    •  
      CommentAuthorCRIS
    • CommentTime24 Oct 2009
     

    Sicuramente le tue parole saranno state utili al ragazzo, per lo meno come spunto di riflessione. A volte i ragazzi hanno bisogno che le stesse cose che gli vengono dette dai genitori, gli vengano confermate da altri adulti...a volte si fanno discorsi e prediche che loro sembrano non condividere e poi, dopo qualche tempo ti fanno certe uscite tipo: sai che anche la mamma di x , o il papà di y ha detto che.....o non permette quello...o si arrabbia quando.....Da quel momento sembra che tutto diventi più accettabile e più giusto.
    TI ha poi risposto ?

  5.  

    Purtroppo no, ma nel passato già altri ragazzi prima di lui mi avevano scritto e si son riaffacciati alla mia finestra magari dopo diversi mesi.
    Quindi bisogna aspettare, con pazienza, che il semino dia i suoi frutti.
    Dalle indicazioni che mi ha dato potrei risalire ai suoi genitori, ma contattarli a sua insaputa sembrerebbe un tradimento e per me conquistare la fiducia dei ragazzi è cosa basilare.

  6.  

    Altra Storia
    Sono un ragazzo padre della provincia di ****, fortunatamente uno di quei pochissimi padri che hanno la fortuna di poter allevare la propria figlia nonostante sia separato, quindi sensibile alle situazioni di disagio di altri che vivono la mia situazione in modo meno fortunato.
    Ho trovato il vostro sito e quindi mi sono iscritto, non tanto per avere aiuto ma bensì trovare un sostegno che mi aiuti a trovare una soluzione nei confronti di una persona che mi sta a cuore (è una ragazza madre) che vive una situazione frustrante dal momento che lei stessa ha chiesto aiuto ai servizi sociali che ovviamente tutelano più che altro gli interessi del minore creando cosi un'alternativa.
    Purtroppo sono testimone che le modalità operative di chi rientra in questo programma per l'affido del bimbo di questa ragazza madre (che comunque lo può tenere con se nei turni di riposo dal lavoro) non sono impostate in modo corretto nonostante ci siano delle leggi a riguardo sulle adozioni e gli affidamenti.
    Quello a cui vorrei arrivare dott.Ripoli, che sto vedendo nei confronti di questa ragazza 22enne (con alle spalle un'adolescenza senza la presenza dei genitori ma con una gran voglia di amare il proprio figlio) una strana politica diffamatoria: a partire dall'assistente sociale alla famiglia che tiene in affido il bambino. La famiglia affidataria che gli chiede soldi o altro, quando loro sono obbligati a mantenere il piccolo (certo la mamma può sempre contribuire e lo fa, ma non costretta dalle loro richieste), o vedere quella mancanza di tatto quando loro stessi hanno il dovere o comunque contribuire a manterere il legame tra minore e genitore.
    Non parliamo dell'assistente sociale che si è sentito urtato da quando questa ragazza si sta facendo seguire da un legale, mantenendo con lei un'atteggiamento fatto di discorsi devianti e provocatori.
    Questa non vuole essere una denuncia, ma bensì trovare chi può seguire questa vicenda dandole consigli anche per trovare una soluzione definitiva che l'aiuti a ritrovare l'opportunità di poter presto vivere con suo figlio.
    Di questa mia lettera ho già informato questa ragazza e chiedo gentilmente se posso fare da tramite con il mio indirizzo e-mail con voi in eventuali delucidazioni in merito.
    Distinti saluti

    •  
      CommentAuthorCRIS
    • CommentTime29 Oct 2009
     

    L'argomento è molto delicato e non avrei avuto l'esperienza per dare dei consigli a questo ragazzo che vuole aiutare la sua amica. Una riflessione però ed è un'idea che mi sono fatta per una certa similitudine con il nostro caso di semi-affido da poco conclusosi...Queste giovani mamme che si rendono conto di non riuscire a seguire il loro figlio in maniera adeguata si affidano ai servizi di propria iniziativa nella speranza di trovare un'aiuto, e poi finisce che l'aiuto non è quello che si aspettavano. Spesso chiedono un aiuto economico e poi si ritrovano il bambino affidato ad una famiglia. Si sentono abbandonate, non aiutate, non accettano i provvedimenti attuati dai servizi. Dall'altra i servizi che da quanto ci racconta il giovane nella lettera non si comportano in maniera corretta. Ma bisognerebbe sentire anche la loro versione. La strana politica diffamatoria? Cos'è? E' ovvio che la famiglia tenga al corrente i servizi del comportamento della mamma, ma potrebbe anche essere che la famiglia abbia difficoltà nel rapportarsi con lei e che di conseguenza non ne parli bene, anche se non di proposito. E' difficile denunciare un comportamento sbagliato dei genitori, spesso ci facciamo degli scrupoli, si ha paura che la nostra denuncia danneggi i genitori e se invece si parla si passa per quelli che diffamano, che vogliono appropriarsi del bambino. L'importante, secondo me , è guardare dentro se stessi, e capire che se quello che facciamo e diciamo , lo facciamo e lo diciano con l'unico scopo di tutelare il bimbo, allora va bene; noi famiglie dovremmo collaborare con i servizi per il bene supremo del minore.Ciao

  7.  

    Lei fa parte di quel 3 per cento dei padri separati che hanno avuto l'affidamento dei propri figli.
    Per quanto riguarda la ragazza di cui mi parla credo che la cosa giusta sia stata quella di rivolgersi ad un legale. Purtroppo gli assistenti sociali sono persone e come tutti possono sbagliare ed e' umano avere delle preferenze, anche se questo non e' certamente professionale.
    Non e' facile da parte mia poter dare un giudizio senza conoscere le motivazioni che hanno portato all'affidamento e senza poter ascoltare le versioni del servizio sociale, della mamma, della famiglia affidataria.
    Una cosa e' certa: la famiglia affidataria non ha alcun diritto di chiedere denaro alla ragazza, anzi, credo che sia contro legge (cosa dice il suo avvocato in merito?), in quanto e' sempre previsto un contributo da parte di Asl o Centro affidi o Comune di residenza per l'aiuto economico alla famiglia affidataria, cifra che varia da realta' a realta', ma che non e' mai inferiore alle 500.000 lire mensili. Inoltre, se la famiglia affidataria non ha le risorse per poter mantenere il bambino, significa che e' stata fatto un'erronea valutazione da parte del servizio sociale nell'individuazione della famiglia affidataria.
    Inoltre, presupposti per l'affidamento sono
    - che il rapporto tra famiglia affidataria e famiglia naturale sia sempre ottimale, al fine di dare una buona immagine al bambino
    - che si faccia di tutto per recuperare il rapporto con i genitori naturali, cosa che presuppone un buon rapporto con il servizio sociale

    Quelli fin qui esposti potrebbero essere argomentazioni per una richiesta da parte della madre, tramite avvocato, al tribunale minorile, se non per riavere il bambino, quanto meno per fargli cambiare famiglia affidataria, se questa sia dalla madre ritenuta la strada migliore da seguire.

    Ripeto comunque, che ho troppi pochi elementi per poter dare un sereno ed obiettivo parere.