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      CommentAuthorJamin
    • CommentTime10 Nov 2008
     

    Articolo pubblicato su Il Secolo XIX il 7 Novembre 2008.

    «Ho nascosto Vika perché si sarebbe lasciata andare»

    «La decisione di nasconderla l’ho presa io perché ero certa che la bambina si sarebbe lasciata andare» ha detto, tra le lacrime, Maria Chiara Bornacin Giusto, al processo per la sottrazione di Vika, la bimba bielorussa di 10 anni tenuta nascosta dai coniugi «affidatari» Giusto per non farla tornare nell’Istituto per Minori di Vileika, a Minsk, dove avrebbe subito violenze. Le perizie psicologiche fatte dai consulenti della famiglia avevano evidenziato gravi problemi psicologici per Vika proprio legati a esperienze di questo tipo.

    La bimba era rimasta nascosta dal 7 al 27 settembre 2006 in un istituto religioso in Valle d’Aosta con le due «nonne»’’. Oltre ai coniugi Alessandro Giusto e Maria Chiara Bornacin, sono imputati, con la stessa ipotesi di reato, Bartolomeo Giusto, padre di Alessandro, le due «nonne» Maria Bordi e Maria Elena Dagnino, il parroco di Cogoleto don Danilo Grillo e il canonico Francis Darbellay, responsabile del convento che ospitò la piccola senza darne comunicazione all’autorità giudiziaria.
    La vicenda di Vika era venuta alla luce dopo un servizio de Il Secolo XIX che aveva raccontato di due casi analoghi a quello della bimba ospite dei coniugi genovesi oltre a quello di Vika-Maria.