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      CommentAuthordabidu
    • CommentTime7 Nov 2008
     

    Riccardo, grazie di avermi accettata nel gruppo.

    Vi ho scoperto tramite una ricerca fatta su internet, con le parole chiave "passaggio da affido ad adozione".

    Sono infatti alla ricerca di suggerimenti su come aiutare tutti gli adulti e il minore coinvolti in questa delicatissima fase.

    Io e mio marito siamo gli adottivi, e stiamo facendo un avvicinamento con nostra figlia di 3 anni.

    Purtroppo siamo incappati in una situazione non troppo facile: l'assistente sociale non sembra completamente all'altezza della situazione, non per cattiveria ma forse solo per inesperienza: è molto giovane. Basti dire che il suo punto di partenza è stato "la bambina non può mica capire, è troppo piccola." C'è però per fortuna un po' di umiltà e assennatezza in lei, in quanto dopo un po' ha ammesso che è il suo primo incarico con un minore tanto piccolo, e ha chiesto aiuto a colleghe. Ma noi siamo ugualmente preoccupati, perchè comunque continua a fare programmi e cambiarli, allungarli e accorciarli, e questo non per seguire le reazioni della piccola, ma proprio perchè non sapeva da dove partire né come arrivare..

    La bambina ha 3 anni, è sveglia, noi frequentiamo da un paio d'anni coppie affidatarie e i bambini mi hanno convinta di una cosa: non c'è nulla che non possano capire, se aiutati e preparati. E aiutarli e prepararli è una responsabilità che gli adulti non possono non prendersi.

    Ormai da un mese o quasi stiamo vivendo questo strano percorso in cui l'assistente sociale dice una cosa, poi ci ripensa. Fa un "progetto", poi inserisce altre idee. In tutto questo tempo siamo stati presentati alla bambina come amici. Già: perchè non era in grado di capire neppure cosa fosse una mamma o un papà, secondo lei e secondo gli affidatari. Ma va bene, non conoscevamo la bambina, abbiamo voluto fidarci, e abbiamo lasciato che ci presentassero così, e dopo tutto "mamma" e "papà" sono solo parole...

    Comunque la vicenda non è semplice per nessuno; anche gli affidatari stanno visibilmente soffrendo: molto attaccati alla bimba, con cui da premesse avrebbero dovuto vivere a lungo, ora faticano a gestire questo distacco, e sembrano reputare più importante salvaguardare loro ("non vogliamo pensi che l'abbandoniamo anche noi") che facilitarla nell'ingresso nel suo nuovo futuro (alla nostra richiesta diretta "come pensate di preparare la bambina?" hanno inizialmente risposto "tanto non può capire" e poi "non ce la faccio, non ci riesco, non saprei come fare" con la proposta di farci prendere la bambina senza alcuna spiegazione: "tanto con voi sta bene, capirà col tempo che siete mamma e papà, non c'è bisogno di stressarla ora"; con un altro bimbo ci hanno detto di aver usato questa frase:"sai tizia e caio? sono tristi, che non hanno bimbi. Vuoi andare da loro, che li fai felici?", rispetto alla quale ci siamo impuntati, e abbiamo chiesto che non venisse assolutamente replicata con nostra figlia: noi non siamo tristi, e lei non viene con noi per riempire un vuoto. Saremo semmai noi che cercheremo di "colmare" i vuoti suoi...)

    Esaminando il tutto, ci vien da pensare che forse alla fine noi siamo quelli con le spalle più grosse, e di certo in questo momento siamo quelli per cui davvero è fondamentale fare le cose migliori per la bambina (siamo noi quelli destinati a raccogliere tutto il dolore di questa creatura, a cercare di lavorare su paure e ferite).

    Ecco perchè cerco e leggo, leggo e cerco.
    Sentiamo che né noi né gli affidatari per i Servizi contiamo molto, ed è forte il timore che a causa di una non completa competenza si rischi di far ulteriormente soffrire una bambina che abbiamo avuto modo di conoscere come solare, allegra, estroversa. Non che vogliamo una figlia perfetta e libera da sofferenze, ma davvero ne ha viste già tante, perchè aggiungere altre "tragedie" da affrontare e metabolizzare?

    Non so... se avete suggerimenti...
    certo non conoscendo la situazione poco potete dirci, ma magari raccontandoci come gestite voi questi momenti di passaggio...
    sarà capitato, a qualcuno di voi...
    le coppie con cui ci siamo confrontati noi sono tutte abbastanza inorridite nell'ascoltare via via questo nostro iter...

    Intanto grazie per avermi letto fin qui.
    Firmato: una mamma per ora part-time, che vorrebbe evitare inutili sofferenze ulteriori alla sua bambina.

  1.  

    Ciao carissima, è per noi un piacere averti qui in mezzo a noi.
    Parole sante "non c'è nulla che i bambini non possano capire, se aiutati e preparati" che molti adulti, specie nell'ambito della burocrazia, spesso non capiscono ... e non capiscon non perchè sono stupidi, ma perchè non ascoltano con il cuore, non vedono con gli occhi, non condividono esperienze e non le vivono.

    Il distacco è sempre qualcosa di veramente difficile. Crescere un bambino e poi separarsene spaventa a tal punto che molti indietreggiano e non si avvicinano neppure all'affidamento. La coppia affidataria sta sicuramente facendo un'enorme fatica a gestire questo momento ed è possibile che faccia errori di comunicazione per spirito di inconscia autotuela e sopravvivenza. Avendo loro un ruolo di passaggio, e non essendo il primo, immagino come si sentano. Inoltre dalle tue parole capisco che hanno fatto anche un ottimo lavoro: bambina solare e loro parlano di affetto.

    Dici che voi avete le spalle più grosse ... forse è vero, ma non ci metterei la mano sul fuoco: occorre avere dell spalle molto grosse per gestire una tale situazione di passaggio. Fare errori è normale e non saranno questi a determinare il futuro di questa bambina.

    Credo che sia voi che loro stiate facendo un buon lavoro e la strada da seguire è la pazienza e la comprensione reciproca.

    Quello che mi fa rabbia è il servizio sociale. Assistenti sociali giovani messi lì dal comune solo perchè costano meno ... contratto a progetto o a tempo determinato e poi a casa ... avanti un altro. Per i nostri ragazzi siamo ad una media di un assistente sociale l'anno che cambia ... ed ogni volta questi ragazzi devono raccontare tutta la loro vita, tutte le loro sofferenze ad una perfetta sconosciuta che li vede una o al massimo due volte l'anno e vorrebbe risolvere ogni loro problema in un dialogo ... stendiamo un velo pietoso o questa discussione diventa una mia ennesima invettiva contro un sistema che vede i bambini come faldoni da mettere in un armadio e da spolverare ogni tanto perchè questo è il lavoro richiesto!!!

    La legge 149 del 2001 su affidamento e adozione, all'articolo 5 comma 2 recita "Il servizio sociale, nell’ambito delle proprie competenze, su disposizione del giudice ovvero secondo le necessità del caso, svolge opera di sostegno educativo e psicologico, agevola i rapporti con la famiglia di provenienza ed il rientro nella stessa del minore secondo le modalità più idonee, avvalendosi anche delle competenze professionali delle altre strutture del territorio e dell’opera delle associazioni familiari eventualmente indicate dagli affidatari". Questo significa che gli affidatari possono chiedere l'aiuto di un'associazione che faccia da intermediaria e che dia consigli all'assistente sociale inesperta nella piena tutela del bambino e sia garante di eventuali errori dei servizi nel senso di essere pronta a correggere il tiro, anche ricorrendo ad una segnalazione al tribunale perchè intervenga in merito.

    Vi auguro un buon cammino e restiamo a vostra disposizione per ogni sfogo, richiesta o altro.
    Ci farà piacere leggervi e conoscere lo svolgimento della storia di questa bambina solare, se vorrete e se vi farà piacere rendercene partecipi.

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      CommentAuthorpiripilla
    • CommentTime8 Nov 2008
     

    Eccomi qua.
    E' successo a noi, nella veste di famiglia affidataria.
    Il piccolo era con noi da due anni: è andato dalla sua famiglia che ne aveva tre.
    Che dirti? E' difficile, da una parte e dall'altra. Noi avevamo la fortuna, però, di aver vissuto anche l'altra parte: siamo anche famiglia adottiva. Quindi conoscevamo bene lo stato d'animo della famiglia che avrebbe accolto il "nostro" bimbo.
    Ci ha sostenuti nel passaggio una convinzione fortissima, benchè non prima di sensi di colpa vari: il bene del bambino era di trovare la sua famiglia: con noi avrebbe avuto una vita troppo sul filo del rasoio, troppi rischi e lui aveva bisogno di stabilità. Inoltre la famiglia da cui è andato è....splendida. Nonostante questo non è stato facile. O meglio. Diciamo che il dolore, il distacco ci fa ancora male ( e sono passati anni).
    Ti posso dire che...col cavolo che non capisce niente. Il nostro aveva capito tutto benissimo, sia della situazione di affido che adottiva.
    La gestione del passaggio, sai non è mai priva di errori e c'è del buono e del negativo in tutti i sistemi. Dipende molto dal carattere delle persone in gioco. Noi eravamo molto sereni riguardo il suo futuro e molto positivi riguardo la famiglia adottiva, ma non c'è la ricetta magica.
    Quando abbiamo fatto il percorso adottivo, ricordo di passaggi lampo (come è successo a noi del resto: scesi dall'aereo ci hanno dato in braccio nostro figlio!) o di passaggi lunghissimi, con rientro del bambino nelle strutture: è difficile pure questo perchè... come glielo spieghi che quelli sono mamma e papà e tu non vai con loro?
    beh, mi fermo.
    se vuoi sapere qualcosa di particolare... sono qui: forse non potrò raccontarti tutto, ma... cercherò di fare il possibile.
    Buon cammino!

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      CommentAuthordabidu
    • CommentTime8 Nov 2008
     

    Grazie davvero, già sentire che qualche errore può scappare, è normale che scappi, ma non saranno questi a segnare la bimba mi solleva.
    Casco a volte nell'errore di credere che almeno le persone competenti sulla carta gli errori dovrebbero evitarli come la peste...questa volta poi sono così coinvolta che la lucidità rischia davvero di scappar via.
    Credo molto nella condivisione, nell'autoaiuto, faccio anche io parte di un'associazione-rete di famiglie, e il confronto aiuta sempre a valutare più punti di vista, a vedere accolto il proprio disagio come una cosa non orribile e poi a lavorarci su. Cercheremo di mantenere la serenità, il più possibile. Vi racconterò poi quel che posso, tutelando ovviamente la privacy dei soggetti coinvolti.
    Grazie ancora, è un piacere ed è molto arricchente leggere le vostre esperienze.

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      CommentAuthorsandro
    • CommentTime10 Nov 2008
     

    Ciao Dabidu, piacere di conoscerti.
    In questo forum troverai persone molto competenti ad aiutarti ed hai già avuto qualche importante riscontro. Riccardo ha un'esperienza tale che, delle sue parole, puoi fidarti ad occhi chiusi. Di piripilla, puoi cogliere la preziosa duplice esperienza di adozione ed affido e di certo, non è una situazione così frequente.
    Dal mio punto di vista (quello di un genitore affidatario alle prime armi), posso dirti solo che, ragionare e decidere con razionalità è compito facile per chi non ha ancora le mani in pasta! Mi spiego meglio: i genitori affidatari della vostra piccola, vivono una realtà totalmente diversa dalla vostra. Fin da quando hanno accolto la bambina, hanno sempre saputo che il rischio di un successivo distacco era molto più che un'ipotesi. Addirittura, hanno già vissuto una precedente esperienza d'affido con successivo distacco. Questo però, non vuol dire che non si siano innamorati della bambina. Per questo motivo, per loro è assai più difficile realizzare le giuste azioni per il passagio della bimba e, con tutta franchezza, mi vien da dire che li capisco molto. Loro non stanno commettendo errori per la volontà di allontanare la bimba da voi! Stanno commettendo errori perchè emotivamente disorientati. E' come dover dire ad un proprio figlio che la sua vita deve proseguire con altri genitori e che non potrà più frequentarci.
    Le tue parole, sono le parole di una persona molto convinta e sicura di se e questo non potrà che esserti d'aiuto nei difficilissimi momenti iniziali, momenti in cui, nessun libro e nessun consiglio si potranno sostituire a te ed alla tua voglia di sacrificarti.
    Concludo con un invito. State vicini agli affidatari, aiutateli e rassicurateli! Tutte le azioni devono essere finalizzate al massimo contenimento della sofferenza della bimba ma ciò non cancella un'altra realtà: un uomo ed una donna hanno donato se stessi a quella stessa bimba che, d'ora in poi, non vedranno più! Sarà pure leggittimo soffrire un pochino, non pensi?
    Buon vento a tutti!
    Sandro

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      CommentAuthorJamin
    • CommentTime10 Nov 2008
     

    Ciao Dabidu,
    grazie per esserti fidata di noi, tanto da raccontarci la tua storia.
    Come si capisce dalla tue parole, questi percorsi sono molto delicati e richiedono tempo e tanta pazienza. La cosa più importante è riuscire a capire quale sia il bene della bambina. Gli errori, come ti hanno già detto gli altri, possono esser commessi, specialmente in situazioni così delicate. Ma la cosa importante è poi saper cambiare direzione e non sentirsi spaesati. E soprattutto, cercare di non cadere nell'errore di pensare che la bambina sia troppo piccola per capire. Questo sarebbe un errore di presunzione molto grave da commettere.
    Capisco alla perfezione le tue angosce. Il cambiamento continuo del progetto, il rapporto con la famiglia affidataria che non vuole fare sentire alla bambina la pressione di un abbandono. Non so se posso chiedere, ma quale rapporto avete con la famiglia affidataria ?
    Per adesso ti saluto, scrivi ancora se vuoi.
    :face-smile:

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      CommentAuthordabidu
    • CommentTime9 Dec 2008
     

    ciao a tutti! non ero scomparsa, ma semplicemente assorbita dalla minorenne :face-smile:

    la nostra avventura-passaggio da affido ad adozione non è andata come speravamo, purtroppo per lei: non dimenticherò MAI quel mercoledì in cui arrivando dalla famiglia affidataria abbiamo trovato la bambina accanto a tutti i suoi effetti personali, e siamo stati accolti dalla richiesta di "farla finita"!!! spiegazioni alla bambina: nessuna (o meglio, una sì: "vedrai che bel babbo natale verrà da loro!" eccellente, wow). Saluti fatti per bene: nessuno! infatti c'era solo la signora, il marito era via. Ce l'ha messa in macchina, le ha fatto "ciao ciao" con la mano, ci ha suggerito "ditele che sono partita, lontano, si stuferà di aspettare no?".

    Vi risparmio i miei commenti a caldo; mi reputo persona parecchio incline all'ascolto, alla comprensione, ma questa volta mi è salita una rabbia, ma una rabbia...

    Per fortuna i servizi sociali, nella figura dell'ass. sociale, si sono poi presi la briga (il giorno dopo!) di venire a spiegare alla piccola le cose come stavano...

    Quasi immediatamente ci ha chiamati "mamma" e "papà", anche cento volte al giorno, per la necessità di sentire, credo, che qualcosa di suo c'è pur se in tutta questa novità (paese, casa, persone); ci sono state notti insonni e notti in cui si risvegliava nel pianto; tuttora se quando si sveglia dal sonno notturno o pomeridiano non mi vede piange. C'è molta tristezza per aver perduto senza spiegazioni chiare i suoi adulti di riferimento precedenti. Noi crediamo sia meglio mettere delle parole e non lasciarle dei vuoti, che potrebbe riempire con sensi di colpa e fantasie "brutte", quindi quando è triste torniamo ogni volta a dirle che loro le hanno voluto e continuano a volerle bene, che non vengono a trovarla solo perchè sono molto lontani e che comunque sanno che adesso è con la mamma e con il papà... la invitiamo ad andare alla finestra a mandare dei baci che "sicuramente qualche uccellino poi glieli porta", o a fare dei disegni che poi gli manderemo... Siamo passati dai pianti disperati ai "lamenti", così come all'uso del "voglio Tizia" come ricatto appena le si mette davanti un limite o la si riprende per qualcosa. Vuole stare in braccio moltissimo (penso abbia paura di perdere anche me, boh?) ed è difficile che io possa fare qualcosa come stirare o cucinare o lavorare mentre lei è sveglia, perchè inizia a disperarsi.

    Ma siamo all'inizio, è solo un mese (quasi) che è con noi. Giorno dopo giorno lavoreremo per lei, nella speranza di aiutarla ad affrontare le sue perdite e i suoi abbandoni, e di recuperare fiducia nella vita. Speriamo bene.

    Vi ringrazio delle vostre belle parole, e vi auguro buone feste!

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      CommentAuthorsandro
    • CommentTime10 Dec 2008
     

    Ciao Dabidu.
    Certo, la fam. affidataria non sembra essere stata molto brillante nella fase di passaggio ma... a me viene comunque da difenderla! Nel gruppo di famiglie che frequento, stiamo affrontando proprio argomenti legati alla fase di chiusura degli affidamenti ed alle conseguenti sofferenze che spesso bloccano la famiglia stessa impedendole di aprirsi a nuove esperienze. Quello che emerge è che, indubbiamente, la fase di chiusura è quella meno curata sotto tutti gli aspetti. A nostro giudizio, la situazione dovrebbe essere gestita con molta cura dai professionisti dei sevizi sociali i quali, dovrebbero aiutare affidatari ed adottivi (o famiglia d'origine nel caso dei rientri) a trovare le giuste modalità per il bambino, personalizzando con molta attenzione questa fase così delicata. A questo però va aggiunto anche un doveroso sostegno successivo agli adottivi ma anche ai genitori affidatari che, si trovano a vivere un'esperienza fortemente traumatica che sfido chiunque ad affrontare con consapevolezza. Mi piacerebbe veramente che esistesse una ricetta utile ad evitare gli errori o gli orrori che spesso capitano ma fino ad oggi, non ne ho mai sentito parlare. Poi mi chiedo anche: una volta dedicata la massima cura possibile al bambino, ma è davvero così assurdo concepire che anche la famiglia affidataria possa soffrire? Già oggi io e mia moglie, stiamo riflettendo su ciò che accadrà quando ci troveremo in quella situazione ed una delle nostre maggiori preoccupazioni, è legata all'altro bambino che abbiamo in famiglia (il nostro naturale). Lui è legatissimo ad F., si vogliono già un bene dell'anima e si comportano perfettamente come fratelli in positivo ed in negativo, giochi e dispetti compresi.
    Credo che la vostra famiglia affidataria avrebbe potuto fare molto meglio ma, proprio questo tipo di errori da te raccontati, mi fanno pensare che nessuno abbia aiutato questa coppia a trovare modalità più intelligenti e, trovarsi soli a gestire quella che credo sia una delle più grandi difficoltà emotive che possano capitarci, non è affatto facile.
    La vostra assistente sociale perchè è intervenuta il giorno dopo? Non poteva farlo quel giorno stesso o magari, qualche giorno prima attraverso un percorso d'avvicinamento calibrato sulle necessità della vostra bimba?
    Tutto questo per dirti che capisco la tua rabbia ma capisco anche perchè certi errori accadono e mi piacerebbe che almeno un tentativo di mediazione venisse predisposto sempre in anticipo anzichè correrre dietro dopo che l'incidente è avvenuto.
    Ciao e buon proseguimento.
    Sandro.

    •  
      CommentAuthorJamin
    • CommentTime11 Dec 2008
     

    Ciao a tutti !
    Dabidu, la vostra missione è iniziata da appena un mese, stringete i denti, perché la bambina non vi mollerà facilmente. Ha paura di perdervi ed allo stesso tempo vi metterà alla prova per capire se mai la potreste abbandonare. Tutto questo perché ha già provato sulla sua pelle un abbandono, proprio da parte delle persone di cui si fidava di più. Il contatto fisico è importante, lo stringersi, l'abbracciarsi sono un'apertura totale e la bambina potrà sentirsi così sempre protetta. Cercate di rispondere alla sue domande, darle sicurezza e sicuramente la fiducia sarà presto recuperata :face-smile:

    E tu, caro Sandro, quando quel giorno arriverà chiedetevi quanti passi in avanti avrà fatto il vostro bambino, guardatelo negli occhi, e siate fieri di quello che avete fatto per lui. Sarà un adulto più sereno, ne sono sicura :face-smile:

  2.  

    Jamin, il punto è un altro. Sandro ha ragione quando dice che la sua maggior preoccupazione è per suo figlio naturale.
    I ragazzi vanno più di istinto e di cuore piuttosto che di ragionamento. E' vero, si può spiegare, si può far loro capire che certe cose sono giuste ... ma non sempre si ha voglia di ascoltare ciò che ci fa male.
    E' un po' il caso degli affidatari di cui parla dabidu. Se hanno sbagliato lo hanno fatto forse proprio per questo, perché soffrivano per il distacco ... l'ennesimo. E' già difficile trovare chi si metta in gioco per percorrere il cammino dell'affido, figuriamoci quanto sia difficile trovare chi lo faccia più volte, chi più volte affronti il distacco. Non siamo macchine e si soffre e quando si soffre si può anche arrivare a sbagliare, magari per una forma di autodifesa inconscia.
    Quello che dispiace è che i servizi conoscono moto bene queste dinamiche ed è veramente brutto leggere ancora una volta quanto i servizi non siano stati presenti in questa situazione dolorosa per molti.

    Tornando al figlio naturale che soffre. E' questa la motivazione per cui più volte ho espresso il mio dubbio circa l'accoglienza di bambini in affido laddove in famiglia ci siano bambini più piccoli o di pari età o comunque con pochissimi anni di differenza. La sofferenza che hanno i bambini nel distacco da quello che a tutti gli effetti considerano un fratellino è paragonabile ad un lutto. Si può aiutarli a capire, ad accettare, a superare ... ma pur sempre di un lutto si tratta.

    Il bambino che abbiamo preso in casa quando aveva 7 mesi e che è tornato a casa sua a 6 anni ... ancora vive in casa nostra con il suo spirito, nonostante siano passati5 anni e mezzo e la sofferenza in noi adulti e sopratutto nei ragazzi che all'epoca erano con noi è ancora forte.

    •  
      CommentAuthordebora
    • CommentTime12 Dec 2008
     

    Nella vita non sai mai cosa ti accadra'.Riflettendo con mio marito ci siamo detti, intanto le brutte cose ci accadono comunque e i nostri figli soffrono e soffriranno purtroppo,allora se possiamo scegliere voglio soffrire per il distacco di una bambino che ha avuto bisogno di noi e che adesso e' pronto a ritornare nella sua famiglia.Adesso la penso cosi!puo' darsi che cambiero idea.

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      CommentAuthorsandro
    • CommentTime12 Dec 2008
     

    Ciao Debby! Che piacere risentirti, mi sei mancata!
    Bellissimi i tuoi pensieri però, la difficoltà non sta el decidere di fare questo passo! Ci mancherebbe che ci si tira in dietro per la paura del distacco, questo mai! Resta il fatto che quando un affido termina, per molti il dolore è insopportabile, al pari di un lutto e questo particolare, va tenuto bene in mente perchè non ci trovi troppo impreparati. Se poi, riesci ad avere un affido con un pacifico ed aperto dialogo con la famiglia d'origine tale che, tu possa continuare un rapporto anche dopo la fine dell'affido, la cosa sarà decisamente migliore non solo per te ma per tutti, specialmente per i bambini che non dovranno vivere secchi abbandoni ma più morbide situazioni di accompagnamento.
    Spero di essermi spiegato bene...:face-smile:
    Ciao, Sandro.

    •  
      CommentAuthordebora
    • CommentTime12 Dec 2008
     

    Hai perfettamnte raggione ,nel mio caso con i miei bambini sono sempre molto chiara,mi spiego.Quando e' morto il mio papa' non ho raccontato loro che e' partito per un lungo viaggio e ritornera' prima posibbili.il giorno dopo li ho pertati tutte e due al cimitero dove non hanno capito molto ma sanno che il nonno purtroppo non ce piu' ma che li sugue dal cielo,infondo sono dei bambini e non capiscono tutto e con i miei non ho nessun probblema a parlare di queste e altre .Quando arrivera' la bambina spieghero ha loro che stara' con noi tutto il tempo che hai suoi genetori avranno bisogno per risolvere dei probblemi e che prima o poi lei ritornerra' con la sua famiglia.Come giusto che sia ,Non gli diro' mai che stara sempre con noi.Questa e' la mia teoria e poi si vedra' la pratica.

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime15 Dec 2008
     

    Questo post per me è di grande attualità!:face-plain:
    L'ingresso nella nostra famiglia di F. è arrivato al decimo mese e già, sembra essere passata una vita intera. Ci sono stati mille impegni, altrettante difficoltà, problemi scolastici, gelosie reciproche con S. l'altro attore comprimario della nostra storia, ma anche tante piccole vittorie, piccole e grandi gioie che giorno per giorno prendono sempre più predominanza sugli aspetti meno felici che, inevitabilmente, ogni storia d'affido si porta dietro. Ultimamente, sta andando tutto alla grande, forse l'atmosfera del Natale sta già rendendo tutti più buoni ma di fatto, in casa si respira una grande serenità, i bambini giocano senza litigare, si cercano, si accettano e diventano complici. Mia moglie è meno stanca del solito e quando la sera rientro dal lavoro, trovo un clima a dir poco commovente! Sono veramente felice per come stanno andando le cose.
    Ora però, alcune importanti novità (il Tribunale ha nominato un CTU che sta già procedendo alle molteplici valutazioni programmate), ci hanno riportato con i piedi in terra e, la realtà, ci costringe a ricordarci della temporaneità del nostro "mandato". E' dura pensare che presto potranno sopraggiungere importanti cambiamenti ed è difficile rimanere impassibili a queste prospettive perchè, qualsiasi direzione esse determineranno, sarà un passo difficile da compiere.
    Come fare per preparare tutti ad ogni evenienza?
    Non fare niente e lasciare che le cose accadano?
    Bè, mi potrei trovare all'improvviso nei panni della famiglia affidataria incontrata da Dabidu!
    Ma allora, cosa dire ad F.?
    E ad S. come lo prepariamo proprio ora che sta accettando realmente F. e gli sta concedendo lentamente di entrare nel suo cuore senza sentirlo più come un rivale?
    E come fare a far girare le nostre menti ed i nostri cuori (mio e di mia moglie) in un modo che tutto è fuorchè... umano? Magari ci stiamo fasciando la testa prima di essercela rotta e tutto si dissolverà in una nuvola di inutili paure ma se un giorno dovessimo preparare F. ad un nuovo allontanamento (sono certo che lui lo vivrebbe come un abbandono, l'ennesimo), cosa potremmo dirgli, come potremmo rassicurarlo?
    Cosa diremo al nostro S. ed a noi stessi?

    Il CTU sta già lavorando e presto, le sue relazioni saranno tra le mani del Giudice. Cosa accadrà?

    Ed a voi carissimi amici ed amiche del forum!
    Voi! Cosa fareste???????????

    Grazie. Sandro.

  3.  

    ciao sandro
    scusa, chi èCTU lui deciderà del futuro del bimbo ? ma il bambino finirà in adozione? non ci sono speranze di ritorno a casa ? ho capito bene, termina l"affido per una adozione, o ho capito sbsgliato?

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime15 Dec 2008
     

    Il CTU è un Consulente Tecnico d'Ufficio al quale il Giudice a volte si rivolge, per avere un quadro più chiaro possibile della situazione prima di prendere una decisione. Spesso è il preludio di cambiamenti importanti ma non sempre. Per ora non sappiamo nulla e tutto resta così com'è almeno fino a quando il CTU non avrà relazionato poi...

    Ciao, Sandro.

  4.  

    Capito! non ne avevo mai sentito parlare, Certo se dovessero ...portarvi via il bimbo.....non riesco a pensarci, mi viene da piangere veramente, Ma di sicuro non sarà cosi, dai, scusa se è in affido residenziale, e la famiglia non si è ancora...sistemata, che motivo avrebbero di cambiare le cose?? sarebbe follia toglierlo a voi per..magari metterlo in qualche "casa famiglia" come le chiamano ora!! Dai che non succedrà...
    E certo i due bimbi che ormai "fanno squadra"..sarebbero ..spiazzati da una separazione per loro incomprensibile!!
    Sandro se mi immedesimo....stò male, avevo già detto tempo fà che il giudice ci aveva prospettato in futuro un adozione mite....ecco, magari...anche a voi!!
    chissà, dai per ora..pensa positivo. ciaoo

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime15 Dec 2008
     

    Mi sforzo sempre di pensare in positivo ma poi, mi sono immedesimato nella situazione della famiglia affidataria che ha incontrato Dabidu! Quella mamma e quel papà, forse hanno aspettato che le cose accadessero senza alcuna preparazione, senza alcuna mediazione e forse per questo, hanno commesso gravi errori.
    Nella mia situazione, gioco d'anticipo! Sicuramente ho un pochino di tempo per riflettere ma non tantissimo e quando la decisione sarà presa (e questo accadrà di sicuro), in qualsiasi direzione dovremo rivolgere le nostre vele, non vorrei farmi trovare impreparato!
    Credo che per quanto ci si prepari all' incertezza di un affidamento, le legnate, quando arrivano, fanno comunque un gran male...

  5.  

    Capisco, e vi capisco.

    •  
      CommentAuthorcassandra
    • CommentTime15 Dec 2008
     

    Ciao Sandro,
    piu passa il tempo e meno riesco a capire; mi spiego: ogni volta che, negli ultimi due, anni abbiamo suggerito al giudice o ai servizi di dare in adozione le bambine, l' hanno esclusa ritenendo troppo dannoso separarle da noi. Perchè non è lo stesso per F.
    Non potreste essere voi, nell'interesse del bambino e alla luce anche del legame con S., la sua famiglia per sempre ?

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime15 Dec 2008
     

    Certo che potrebbe essere questa la decisione! Niente è escluso, dipende esclusivamente dalle decisioni che saranno prese dopo le relazioni del CTU. Tra le varie possibilità, c'è anche che possano rientrare in famiglia d'origine, nulla è escluso! La situazione è maggiormente complessa perchè sono 6 fratelli ad esserne coinvolti per cui, le considerazioni da fare sono veramente tante.

    Vedremo.

    Ciao, Sandro.

    •  
      CommentAuthorcassandra
    • CommentTime15 Dec 2008
     

    Allora, come diresti tu " Buon Vento " . :face-smile:

  6.  

    Allora Sandro, preghiamo che vi propongano un adozione!! caspita certo che 6 fratellini...che saranno divisi!! che tristezza.
    nel caso di un rientro in famiglia....tu credi sarebbe una scelta...buona per il bimbo???

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime15 Dec 2008
     

    Quel poco che conosco, non mi consente di esprimere un parere oggettivo sulla possibile ricomposizione del nucleo familiare originario anche se, quando i 6 si ritrovano insieme, sono fantastici ed uniti come pochi. In piena sincerità, anche se sapessi di più, eviterei comunque di fare congetture poichè io posso osservare con il nostro metro di valutazione. Non è possibile essere obiettivi su condizioni di vita tanto diverse dalla nostra. Abitudini, tradizioni, metodi educativi veramente agli antipodi, non possono essere messi a confronto così semplicemente e poi, qualora chi è chiamato ufficialmente a decidere, si esprimesse in modo difforme dalle nostre considerazioni, come potremmo accettarlo?
    Allora evito e magari, mi limito a dire che io non vivrei mai in una maniera che comunque, tollero civilmente per rispetto culturale. Il paese d'origine, mi ricorda vagamente la nostra Italia di metà del 900. Un paese in cui la società patriarcale, adottava nei confronti dei bambini metodi educativi molto severi e coercitivi che per noi, oggi, sarebbero già sufficienti per additare al mostro.
    Per questo è meglio che siano altri a decidere.

    Ciao, Sandro.

  7.  

    O, no, Sandro, se ho...letto....bene... poveri bimbi, come hanno vissuto!! ma perchèèè..
    Dai che non è possibile che qualcuno, li rimandi..indietro, mi è venuto un magone...penso al mio Gulli, a come era...ee..non riesco a pensare a un eventuale distacco, certo se fosse che la sua mamma si è..rimessa in sesto, certo se andasse a stare...benino...anche cosi sarebbe doloroso, ma...prevntivato!!l"affido è anche questo!! Ma se dovessi ..lasciarlo per un istituto o..un rientro in una situazione...traballante o peggio....Mamma miaaa...

  8.  

    Ho imparato che comunque siano i genitori, specie la mamma, i bimbi tendono sempre a voler andare da loro ... da lei.
    Qualunque cosa abbia fatto una mamma, le basterà il minimo sforzo per riconquistare i propri figli.
    Nei casi in cui un affido termina a favore di una casa famiglia ... devono esserci motivazioni molto gravi perche' una famiglia è sempre e da tutti preferita ad una casa famiglia
    Nei casi in cui un affido termina a favore di un'adozione è perchè la famiglia affidataria non può per vari motivi essere famiglia adottiva (l'esempio classico è che ci sia un rapporto con la famiglia di origine, cosa che si scontra con la realtaà dell'adozione per la quale si prevede, per vari motivi, un allontanamento totale dalla famiglia di origine)
    Nei casi in cui l'affido termina a favore di un rientro nella famiglia di origine, si spera che chi ha fatto le valutazioni (tutt'altro che facili) abbia fatto la scelta giusta.
    La nomina di un CTU, come nel caso vissuto da Sandro, è sempre una garanzia in più, in quanto si spera nell'bbiettività che spesso manca a noi affidatarie spesso manca ai servizi sociali che non sempre riescono ad essere imparziali.

    Come dice giustamente Sandro, ci si deve preparare ad ogni eventualità sia per noi stessi, sia per preparare adeguatamente il bambino.
    Ogni distacco lo farà soffrire, ma certo quello più indolore è il rientro in famiglia, specie se resta aperta la possibilità (ma solitamente non è così) di un contatto continuo con la famiglia affidataria.

    •  
      CommentAuthorCRIS
    • CommentTime16 Dec 2008
     

    Il tuo atteggiamento Sandro è ammirevole, anche se non penso che così da un momento all'altro possano decidere di far rientrare i bambini in famiglia...Forse si tratta di un momento di "verifica" della situazione. E comunque credo che tu sarai in grado di affrontare qualsiasi evenienza, così come lo sapranno fare i tuoi cuccioli, con il vostro appoggio. Non fasciarti la testa prima di rompertela, come tu hai detto....:face-smile:

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime16 Dec 2008
     

    Sulla base delle poche informazioni che ho reperito chiedendo lumi alle mie fonti privilegiate, pare che la nomina del CTU spesso genera un cambiamento significativo della situazione ma, non sempre. Le ragioni della nomina possono essere le più diverse (per ragioni di riservatezza, non dirò le nostre) ma la risposta non è mai scontata. Non c'è necessariamente legame tra le motivazioni per la nomina del CTU e le decisioni successive.
    Condivido la lettura di Riccardo e proprio per questa ragione, m'impongo di essere fiducioso! Spero seriamente che qualsiasi cosa accaderà, sarà figlia di una obiettiva e seria considerazione di tutta la posta in gioco cosa di cui io, non sarò mai capace.
    Ci sono alcune ipotesi che mi spaventano seriamente ma le mie impressioni, sono condizionate dal fatto che io stesso, sono parte in causa.
    Ad esempio, la possibilità di una definitiva chiusura con la famiglia d'origine, visto il legame che c'è tra i bimbi e la mamma, per quanto quest'ultima dovesse risultare inadeguata, mi farebbe soffrire enormemente al pensiero della loro stessa disperazione; penso che ad un bimbo si possano dire molte cose sulla sua mamma, anche non bellissime ma, dirgli che non potrà più vederla, credo sia devastante... Viceversa, un rientro in famiglia senza opportuni accorgimenti, penso sarebbe un gravissimo danno.
    Ad ogni modo, non ci resta altro da fare che attendere e nel frattempo, farò tesoro di ogni singolo suggerimento che questo forum mi offrirà.
    Grazie a tutti.
    Sandro.

    •  
      CommentAuthor...
    • CommentTime16 Dec 2008
     

    Ciao a tutti e grazie per l'opportunità che mi è stata data di confrontarmi con voi.
    Sono mamma bio, mamma ado ed sono stata mamma affidataria per vari bimbi.

    Mi permetto di dissentire con molta determinazione rispetto alla posizione che tu Riccardo riporti quando dici:

    Ho imparato che comunque siano i genitori, specie la mamma, i bimbi tendono sempre a voler andare da loro ... da lei.

    oppure quando tu Sandro ribadisci:

    penso che ad un bimbo si possano dire molte cose sulla sua mamma, anche non bellissime ma, dirgli che non potrà più vederla, credo sia devastante

    ....purtroppo ci sono mamma indeguate, mamme devastanti, mamme abusanti, mamme abbandoniche ed è questo e solo questo che è [/devastante per i bambinib].

    Credo che se i ragazzini trovano un'altra mamma ed un altro papà che sanno accoglierlo con il suo passato di dolore e farlo diventare figlio siano perfettamente in grado di accettare la nuova situazione ed anzi, possano ricominciare a vivere.

    Uno dei miei figli era terrorizzato dal dover incontrare la mamma, altrochè desideroso!!!!!!!

    Credo sia veramente ora di sfatare il mito del legame di sangue....dov'è il legame di sangue quando i bambini vengono abusati o massacrati o dimenticati?

    Concordo certamente con il principio che salvaguarda il diritto di ogni minore a vivere nella propria famiglia d'origine, ma non a prezzo della sua stessa distruzione.

    Quello che bisogna sperare è che, chi di dovere, sappia riconoscere il bene per quel bambino ed abbia il coraggio di tutelarlo.

    Grazie ancora e ciao

    c.

    •  
      CommentAuthor...
    • CommentTime16 Dec 2008
     

    Credo fondamentale inoltre la formazione della famiglia affidataria, nonchè il sostegno da parte dei servizi.

    La formazione deve prevedere una profonda e sincera riflessione sulle motivazioni che ci spingono ad affrontare l'avventura dell'affido.... è sulla base di queste che poi si riesce o meno a rielaborare per esempio il distacco.

    L'affido non può essere nè un'opera di bene, nè un lavoro....
    ....forse è solo accompagnare un bambino per un pezzo di strada...lasciandolo andare solo quando lo si sà al sicuro (almeno per quello che possiamo).

    c.

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime16 Dec 2008
     

    Ciao Cioccolata e ben venuta tra noi.
    Dissenti pure senza problemi, almeno con me vai sul sicuro, la mia esperienza è talmente striminzita che certo, non posso paragonarmi a te! Resta la mia convinzione in ciò che dico perchè le mie considerazioni le costruisco con l'esperienza diretta, quella che ti fa sporcare le mani. L'altra, quella del parlare e dello studiare, ti concede solo di migliorare alcuni strumenti tecnici e niente più. Quando incontrerò una mamma abustante, cercherò di fare di tutto per impedirle di compiere i suoi insani gesti ma, finchè ho a che fare con un bimbo che, dopo un'iniziale disorientamento che lo ha portato anche a rifiutare con forza la sua mamma, oggi la desidera ed è felice d'incontrare lei ed i suoi fratelli bè, le mie idee restano le stesse e, senza voler rendere la mia storia un esempio da proporre, sono felice che le cose stiano così.
    Concedimi una domanda. Forse è solo una mia impressione ma, nel raccontarci le tue opinioni, mi è sembrato di sentir parlare una donna arrabbiata. E' solo una mia impressione o c'è davvero questa condizione in te? Se è così, perché? Ti è successo qualcosa che non hai accettato?
    Ciao e piacere di conoscerti.
    Sandro

  9.  

    Ciao Cioccolato, benvenuta.
    io voglio idealmente stringerti la mano, perchè il tuo pensiero è esattamente come il mio!! certo parlerai per esperienze vissute! e ceerto io la penso cosi per esperienza che vivo.
    Grazie di aver scritto e grazie se continuerari, sentire tante voci....per e sull"affido non può che..arricchirci. ciao

    •  
      CommentAuthor...
    • CommentTime16 Dec 2008
     

    Ciao Marta grazie del benvenuto e dell'accoglienza!

    No, caro Sandro, io non sono una donna arrabbiata ma una donna passionale che nella sua vita è venuta a contatto molte troppe volte,con la sofferenza dei bambini, quella vera, quella che ti toglie il fiato e che ti impedisce di dormire, quella di fronte alla quale tu adulto ti inchini e speri di riuscire in qualche modo a lenire.

    Di fronte a questa sofferenza provocata dagli stessi adulti che hanno dato loro la vita, credo sia obbligo prendere posizione e salvaguardare il bambino, non, ripeto, il legame di sangue.

    Riguardo al tuo affido Sandro, forse non ho interpretato bene le tue parole.

    Se il tuo è il classico affido , quello temporaneo in attesa che la famiglia superi le sue difficoltà , quello che di solito è solo sulla carta, beh, il distacco riuscirai sicuramente a gestirlo bene....
    Se, come pare nell'ultimo post, pensi che il rientro in famiglia del bimbo che tu hai in affido sia positivo, queste convinzioni saranno per te rassicuranti e trasmetterei tutto ciò anche a tuo figlio che capirà benissimo.....

    Io mi ripeto, ma sono fermamente convinta nella formazione della coppia che si avvicina all'affido: pensare ad esempio al perchè si fanno certe scelte è rendersi sempre più consapevoli per cercare di evitare,forse, i fallimenti che ci sono. ...non certamente solo "un migliorare alcuni strumenti tecnici".

    Riguardo alla famiglia affidataria di Dabidu io non sono clemente come lo siete voi....loro non hanno messo al primo posto il bene della bambina.

    E mi pare inoltre assurdo che la famiglia adottiva si debba fare carico della sofferenza di quella affidataria.

    Qua ripeto e non mi stuferò mai di farlo, chi è da tutelare è il bambino in difficoltà, non gli adulti in qualche modo coinvolti con lui.

    ...poi si sà o si deve sapere che molto spesso si è lasciati soli dai servizi e che gli strumenti ce li dobbiamo cercare da soli.

    Ciao a tutti

    c

  10.  

    Come ho detto nell'altro post, rispetto le idee di tutti, pur non condividendole.
    Quando scrivo, ragiono sull'esperienza di 22 anni accanto a bambini maltrattati e abusati e sono pochi i casi in cui il bambino non idealizzi la propria madre o la propria famiglia.
    Con questo non intendo dire che sia giusto un rientro in famiglia a tutti i costi, anzi, mi sono sempre battuto contro i servizi sociali quando proponevano la fine di un affido che non ritenevo essere il bene del bambino.

    Ho con me un ragazzo di oltre 18 anni. Ha subito tanto dalla sua mamma, ma già da diversi anni chiede di rivederla, per perdonarla, per capire perché si sia comportata in un certo modo, per aiutarla se possibile. E' frutto di un'idealizzazione, di un legame di sangue? Non so, so che è così perché lo vivo da 22 anni sulla mia pelle.

    Anzi, ti dirò di più. All'inizio del mio percorso ero totalmente negativo e oppositorio verso i genitori che si comportavano male con i figli. Ero giudice e carnefice: giudicavo dall'esterno ed erigevo un muro tra il bambino e la sua famiglia.
    Non poteva esserci cosa più sbagliata.
    I bambini accettavano passivamente, ma alla lunga veniva fuori che soffrivano di questa situazione di reciproco astio che si creava tra noi e la sua famiglia, al punto da idealizzare i genitori per "difenderli" da noi.
    Poi, con il tempo e con l'aiuto di psicologi, abbiamo capito che così era sbagliato, ed abbiamo cambiato rotta.
    Adesso non ci permettiamo di giudicare le persone in base a ciò che fanno. A noi spetta il compito di giudicare un atto, non la persona che lo compie (quello spetta a Dio e non a noi) per capire come fare sia a difendere il bambino vittima, sia per capire se e come poter aiutare quella famiglia al fine di un riavvicinamento (che non significa esclusivamente un rientro in famiglia).

  11.  

    Al primo posto deve venire il bene del bimbo, sempre e comunque, ma non vedo niente di male anche a dare un aiuto ad una famiglia, a degli adulti, che soffrono.
    Il giudizio così forte sulla famiglia di cui parli non lo condivido, non puoi sapere quali dinamiche ci siano. Scrivi che "loro non hanno messo al primo posto il bene della bambina" ... ma come fai a saperlo? Primo perché il racconto è di parte e a me piace sempre sentire le due campane prima di farmi un'opinione, secondo potrebbero aver agito male sbagliando, ma pur credendo che quello fosse il bene della bambina.
    Le opinioni sono personali, ma il giudizio suona sempre come una sentenza e a nessuno di noi farebbe piacere avere il dito puntato, specie sulla base di racconti di una terza persona.

    •  
      CommentAuthor...
    • CommentTime16 Dec 2008
     

    Non mi pare di avere in alcun modo giudicato le persone ma il loro comportamento......
    non mi sembra comunque che nessun abbia avvallato il comportamento della famiglia affidataria...
    ....credo invece che abbiamo l'obbligo di farci aiutare quando soffriamo troppo per evitare di farlo pagare ai bambini...

    ..poi è vero che si parla ascoltando solo una parte, si ascolta chi si espone, ma così è in un forum.

    •  
      CommentAuthor...
    • CommentTime16 Dec 2008
     

    Riccardo ho come l'impressione che tu non creda alla genitorialità adottiva.

    Una genitorialità che ha uguale dignità di quella naturale.

    Si diventa figli quando si nasce e quando c'è qualcuno che si prende cura di noi: spesso è la stessa persona, a volte sono due...una prima ed una dopo, una di pancia ed una di cuore, una di nascita ed una della vita.

    E tutto questo è possibile.

    Anche i miei figli adottati a volte hanno idealizzato la madre di nascita, ma è compito mio farli aderire alla realtà e cioè che ci sono delle mamme che non possono o non vogliono farlo ....ci sono delle mamme che non hanno più posto nel loro cuore per il figlio.....

    ....dico anche loro che devono essere grati per la vita che lei ha loro donato, (anche io lo sono) ....

    ...sono pronta ad accompagnarli alla ricerca delle loro radici quando e se lo vorranno, ma loro adesso sono figli miei come quelli bio....e lo sono perchè qualcuno ha dato una risposta al loro stato d'abbandono...

    ....spesso togliere i figli a certi genitori è fare anche il loro bene....

    Senza polemica, ma con il desiderio di capire.

    Buona serata a tutti
    c

  12.  

    Ciao a tutti...
    mi intrometto in punta di piedi in questa discussione...
    Sandro immagino il momento che state vivendo, in effetti la nomina del CTU qualcosa vorrà significare, sebbene non possiamo sapere quali siano le proposte emerse dai servizi...potrebbe anche essere che si stia pensando ad un ritorno in famiglia, magari graduale, visto che sembra che il bimbo con la madre e i fratelli stia bene, e forse il compito del CTU potrebbe essere quello di verificare il cambiamento della madre e il miglioramento della sua genitorialità...
    In effetti possono essere diverse le cose e non conosciamo a fondo la tua situazione di affido per poter esprimere un parere più motivato ma sono certa che andrà tutto bene...

    Rispetto al pensiero di Cioccolata mi sento di dire che è difficile che un figlio rinneghi completamente un proprio genitore, perchè è un rinnegare una parte importante di se stessi, è un puzzle che resta incompleto...
    Un figlio può rinnegare per rabbia un genitore maltrattante e/o abusante per un periodo, magari anche lungo, ma poi torna la voglia di capire, di perdonare, di riavvicinarsi, di darsi delle risposte...
    Accettare che un genitore non sia adeguato di certo fa molto male, crea grossi danni alla personalità del minore, ma riuscire a capire, a darsi delle risposte, a elaborare è un bisogno importante di ogni essere umano e alla lunga paga molto di più in termini di equilibrio psico-emotivo; la rimozione non fa bene a nessuno, sebbene sia una difesa di cui temporaneamente si può aver bisogno, ma per aprire un nuovo e bel capitolo del libro della propria vita è necessario aver letto, compreso ed elaborato bene i capitolo precedenti, anche quando fanno male ed ogni riga equivale a 1000 lacrime....

    A presto,
    Cristina

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime16 Dec 2008
     

    Caspita Cioccolata, per essere una serat che scrivi sul forum, hai già affrontato una quantità enorme di problematiche legate ad adozione ed affido! Faccio fatica a venirti dietro ma leggo e qualcosa dirò sicuramente.

    Ciao Cristina. Piacere di rileggerti.
    Il momento non è dei più facili! Sono combattuto tra il disorientamento che mi procura la possibilità che presto dovremo gestire un importante cambiamento del nostro affido e, contemporaneamente, la rassicurante sensazione che regala la presenza di un CTU. Se visto non come un nemico ma anzi, come una vera opportunità per i bambini di avere un indirizzamento chiaro e definitivo della loro esistenza, la situazione assume un tono meno grave e più sostenibile. Di esperienza ne ho poca ma credo che un CTU sia un vero privilegio averlo. Tanti casi sarebbero gestiti molto diversamente se ci fosse un CTU ma così non è per tutti.
    Non posso scendere in molti particolari della nostra storia ma, credo che il rientro in famiglia sarà veramente difficile che sarà preso in considerazione. Speriamo bene.

    Ciao, Sandro.

    •  
      CommentAuthor...
    • CommentTime16 Dec 2008
     

    ...quando mio figlio è stato ascoltato dal tribunale ad 11 anni prima di rendere definitiva l'adozione.....lui al presidente del Tribunale dei minori ha detto:
    " ho capito che la mia mamma non ce l'ha potuta fare, ora posso chiamare C. mamma"....

    non mi pare che sia rimozione questa, ma neanche rimpianto o attesa che lei possa cambiare....

    ...in tutto questo non nego il dolore...

  13.  

    Cara Cioccolata non mi riferivo certo al tuo bimbo affidatario, che peraltro non conosco, il mio era un discorso generale sui vissuti di un bimbo rispetto al genitore naturale...i casi specifici possono essere milioni ed ognuno ricco di sfaccettaure diverse...io credo che in queste cose così delicate si debba parlare sempre in punta di piedi e con molta flessibilità, senza generalizzazioni, perchè ciò che è valido per un bimbo e per una situazione può non esserlo per un'altra sebbene sembri molto simile....

    Per Sandro:
    la nomina di un CTU è davvero una cosa positiva, è cmq una persona competente messa a disposizione per capire in modo obiettivo e neutrale quale sia la soluzione migliore e la cosa più giusta per il minore...poi è chiaro che il giudice sia il peritus peritorum e che a lui spetta la decisione finale, ma già che l'abbia nominato mi sembra un giudice attento e scrupoloso...poi le relazioni comunque vengono lette e stai tranquillo che andrò tutto per il meglio...in effetti vedere il CTU come una risorsa, un collaboratore e non un nemico e un rivale, ti mette in una posizione migliore, più rilassata e sarai certo più efficace anche per il lavoro del CTU stesso...

    Se poi hai bisogno di me in privato sai bene che puoi farlo liberamente e tranquillamente!
    Un abbraccio e un forte in bocca al lupo,
    Cristina

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime16 Dec 2008
     

    Io non parlerò mai male dei suoi genitori ad F.! Non dirò mai che la sua mamma non può, non vuole o non ha posto per lui. Anzi, come ho fatto fino ad ora, lo inviterò a curare i suoi ricordi belli, quelli dei giochi con i fratelli, i momenti di felicità con la nonna in Romania ma anche con la sua mamma ed il suo papà! Se potrò, lo porterò in estate a ritrovare i luoghi della sua infanzia e lo aiuterò a scacciare piano piano tutti i vecchi fantasmi e le paure che ancora gli stringono la pancia e lo fanno mangiare pochissimo e con una lentezza disarmante. Non giudico le scelte diverse dalla mia ma se m'immedesimo in lui, vorrei viverle in questo modo le mie cose...
    Ciao.

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime16 Dec 2008
     

    Grazie Cristina, se avrò bisogno ti cercherò sicuramente. Ho già incontrato il CTU e mia ha fatto un'ottima impressione. Ho offerto tutta la mia collaborazione e credo abbia apprezzato il mio atteggiamento.
    Speriamo bene.
    Grazie ancora.

  14.  

    Bhè intervengo ancora:
    dire che una mamma non ce l'ha potuta fare, che non aveva gli strumenti ecc...è una cosa, mentre dire che una mamma non ha voluto o non ha posto nel suo cuore per suo figlio è un'altra ben diversa e con effetti diversi sul bimbo...cioè dire ad un bimbo che la mamma non può (implica che avrebbe voluto, che magari ci ha provato e non è riuscita), sebbene sia comunque doloroso, porterà il figlio a capire, a cercare di perdonare, colmare i suoi vuoti ecc...ma non si sentirà così poco amato e rifiutato e non stimato come un bimbo a cui si dica che la mamma non vuole o non ha più posto nel suo cuore per lui...gli effetti sul piccolo a livello psicologico sono ben diversi...avete idea di cosa significhi pensare, sapere, sentirsi dire che la propria madre, colei che dovrebbe amarti di più al mondo e proteggerti ecc.., non solo non è in grado di amarti come agli altri bimbi, e come sarebbe naturale che fosse, ma non vuole amarti, non ha posto per te, ti abbandona, ti dà un calcio e se ne va...
    Attenzione alle parole che usiamo coi bimbi...pesiamole bene perchè gli effetti che possiamo scatenare sono moletplici...

    Cristina

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime16 Dec 2008
     

    In effeti il non può, è spiegabile e per quanto doloroso, salva nel piccolo l'immagine della mamma e quindi, salva anche se stesso. Tutto il resto per me, è assolutamente da evitare.
    Gerazie Cristina per l'attenta rilettura.
    Ciao e buonanotte.

  15.  

    buongiorno,
    grazie per aver aperto questa discussione, leggervi mi è di grande aiuto, Gulli ora è..in una fase..cosi..non vuole più saperne di madre, padre, con calma glaciale
    mi dice che...li ho conosciuti bene, so bene come sono, non voglio certo stare con loro, non ho bisogno di vederli per...capirli...
    Eee, e veramente qui è un terreno difficile, perchè se cerco di parlargli di loro cercando di dire che certo nel cuore della madre non c"è cattiveria, certo che lo ama ma...non stà bene per saperlo dimostrare ...lui mi spinge via e mi dice..non hai capito!!!!
    Io per ora aspetto che...con l"aiuto della psicologa....riesca ad elaborare questo rifiuto che ha dentro, che poi non mi sembra rifiuto..nel senso che lui dice io non odio nessuno, mi dispiace se stà male mia madfre, ma non la voglio nella mia vita!!! mah!
    perciò quel che dite sull"argomento, per mè è importante.

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime17 Dec 2008
     

    Buongiorno Marzia.
    E' indubbiamente un elemento dell'affido molto delicato e sicuramente il più difficile per noi! Non c'è una ricetta ed ogni caso è assolutamente diverso dagli altri. Nel tuo Gulli mi pare che non vada malissimo, è una pura sensazione! Sicuramente c'è ancora molto da mettere in ordine e credo che maturando, i nodi si scioglieranno uno per volta. La cosa importante è che lui non ha annullato l'immagine della sua mamma! Anzi, forse sbaglio ma, nel suo non volerla nella sua vita, sento quasi una nota di perdono quando sottolinea che ha dispiacere per lei se soffre.
    Non saprei cosa aggiungere ma credo che la situazione sia abbastanza positiva e forse, la sofferenza degli incontri che racconti, magari è solo la rabbia di non poter avere nella realtà quello che sente nel suo cuore... chissà!!!
    Magari sto dicendo un pacco di fesserie ma stiamo qui proprio per parlare e cercare di capire meglio le cose che viviamo.
    Questa mattina F., per una monetina da 10 cent. smarrita, ha incolpato tutta la famiglia ed alla fine, non trovando soddisfazione, se l'è presa col cane...:face-smile: Tosto il ragazzo!!!:face-devil-grin:

    Ciao, Sandro.

  16.  

    Ciao Sandro, si hai ragione io sono qui proprio per sentire altre esperienze...di vita vissuta..e per esporre le mie..
    vero, questa è una parte moolto difficile dell"affido, io e mio marito abbiamo tante paure di..dire la cosa sbagliata, credo che siamo in un ..momento importande dello "sviluppo emotivo" di Gulli, alla rabbia feroce e al rifiuto totale stanno seguendo le parole, lui ci spiega perchè non vuole, e si anche noi abbiamo la sensazione che lui abbia come "pietà" di sua madre, e credo sia meglio della rabbia chiusa di prima...sai? e tutto un "credo"..."..mi pare.." solo sensazioni. perchè, la risposta giusta non ce la dà nessuno!! andiamo avanti e..speriamo

  17.  

    ..Tosto..il ragazzo...si!!! e...povero il..cane...ahh

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime17 Dec 2008
     

    Per Cioccolata ma anche per chi vorrà dire la sua sull'argomento.
    Come promesso, ho letto i tuoi interventi e vorrei aggiungere qualcosa. In più di un'occasione, hai sottolineato l'importanza della formazione della coppia. Condivido al 100% questa tua affermazione però, le mie conclusioni non sono uguali alle tue. Non ho voglia di raccontare cosa ho fatto ma ti assicuro che il percorso di avvicinamento mio e di mia moglie, è stato molto lungo, fatto di tanti momenti di formazione, di frequentazione per anni di un gruppo di famiglie affidatarie ecc. ecc.. Quando alla fine abbiamo deciso di aprirci all'affido, (sottolineo non all'adozione) lo abbiamo fatto seguendo l'iter ufficiale a partire dalla domanda al Trib. per i Minorenni per proseguire attraverso il lungo percorso di valutazione del consultorio (non conosco nessun affidatario che abbia seguito il nostro stesso iter).
    Insomma, arrivo al dunque: abbiamo imparato tantissime cose lungo questo percorso ma, quando finalmente è arrivato un bambino in casa nostra, è stato come se tutto fosse assolutamente nuovo per noi! Abbiamo dovuto reimparare tutto quello che credevamo di aver già imparato e, quella consapevolezza di cui parli da acquisire con la formazione e la profonda riflessione personale, credevamo di averla raggiunta ed invece, era una pia illusione! Abbiamo dovuto ricostruirla totalmente sulla base, questa volta, dell'esperienza diretta che, secondo me, è l'unica vera maestra in questo mondo. Parlare, leggere, confrontarsi, condividere l'esperienza d'altri, ci ha offerto dei validi strumenti utili per reggere il colpo ma niente più. La consapevolezza di cosa sia un affido, si acquisisce solo vivendolo giorno per giorno (questo secondo me vale almeno per il primo affido, magari dal secondo in poi, le cose sono diverse) e credo che il rischio del fallimento, non dipenda solo dalle tue motivazioni ma anche da altri fattori come ad esempio, dalla qualità dell'abbinamento che i professionisti del settore, dovrebbero ben calibrare su ognuno di noi anche se tante volte ciò non è possibile. Nel nostro caso, ad esempio, è già stato un mezzo miracolo che il comune abbia reperito il numero di famiglie necessarie per accogliere ben 6 fratelli. Inizialmente ci avevano proposto 2 fratelli ed avevamo accettato poi, fortunatamente abbiamo avuto paura ed abbiamo accettato solo un pargolo; se avessimo proseguito per 2, oggi credo che non staremmo qui a parlarne, avremmo quasi sicuramente fallito. Viste le premesse, credo sia comprensibile che uno dei 6 affidi sia già fallito e, conoscendo la situazione forse (e ripeto, forse) in quel caso i servizi, non avendo alternative, hanno azzardato un pelino di troppo.
    Conclusione: secondo me la formazione e l'accurata ricerca delle giuste e profonde motivazioni è un passaggio obbligatorio al quale nessuno deve sfuggire ma, non sempre è sufficiente! Le variabili in gioco sono tantissime e sarebbe una vera presunzione pensare di essere assolutamente sicuri di non poter fallire. Certe esperienze, per capirle realmente, occorre viverle! Io la penso così.
    Ciao, Sandro