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      CommentAuthorpiripilla
    • CommentTime22 Oct 2008
     

    Ciao a tutti.
    una delle cose che mi fa "impazzire" negli affidi è quando ci sono le cosidette valutazioni della capacità genitoriali.
    Mi sono sempre chiesta, se io le supererei...
    Cosa si valuta? Come si valuta? Chi le valuta?
    E poi... è giusto?
    Parliamo di situazioni "morbide" non quelle dove ci sono violenze ovviamente.
    e chi dice che se un genitore non ha determinate capacità genitoriali il figlio non sarà un adulto splendido, magari proprio per questo?
    Ragazzi. il tema è spinoso, scottante e soprattutto senza soluzione :face-plain: ma voi cosa ne pensate?

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      CommentAuthorpaola82
    • CommentTime22 Oct 2008
     

    Auguri....
    tema spinoso sì!

    Se hai letto il mio post avrai sicuramente visto che per mia nipote entrambi i genitori son stati sottoposti a sedute per verificarne la genitorialità.
    Tutto ciò è stato fatto da due diversi psicologi, una per la mamma e una per il papà. Non ricordo in quanti incontri.

    La mia situazione credo si possa definire "morbida" e che ti devo dire....hai ragione nessuno può determinare se il bambino sarà o meno un'adulto splendido...Credo che ci voglia di base un gran forza di carattere da parte del suddetto bambino. La fragilità potrebbe infatti farlo cadere in situazioni poco piacevoli...sappiamo quali...
    Essendo forte invece potrebbe pure con tanto tanto buon orgoglio riuscire a metabolizzare fin da piccolo dentro sè che mai e poi mai seguirà gli esempi dei genitori...e quindi uscire dal circolo che, aimè, lo circonda.Magari anche con un aiuto esterno. Ma ci vuole un grosso lavoro interiore, occorre conoscersi a fondo ...almeno, immedesimandomi, per me non sarebbe semplice.

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      CommentAuthorsandro
    • CommentTime22 Oct 2008
     

    Ciao Piripilla, forse questo è uno degli argomenti più importanti in tema d'affido.
    Le domande si accavallano numerose ed importanti.
    Chi deve essere il valutatore?
    Chi deve essere il valutato?
    Chi decide, chi deve essere valutato?
    E chissà quante altre ne potremmo aggiungere!
    Credo che ce ne sono così tante di domande proprio perchè ci sono altrettante incertezze su questa delicata fase che molte famiglie sono obbligate ad affrontare. Indubbiamente, in molti casi è un passaggio obbligato ma, per tanti altri, quelli che stanno ai limiti di una "normalità" che non si sa bene a quali canoni debba rispondere, la domanda se sia giusto o meno imporre questa procedura, è perlomeno legittima.
    Avrei un caso veramente duro da portare come esempio ma è veramente estremo e non vorrei essere frainteso; io ci provo poi, si vedrà.
    Una preadolescente in affidamento la cui mamma, donna di poche arti, per sbarcare il lunario, tra tanti piccoli espedienti, spesso si impegnava in piccoli furti al supermarket e, quando la figlia era con lei, le insegnava come fare quelle cose.
    La famiglia affidataria, per lungo tempo cercò di far capire alla ragazza che quelle cose erano sbagliate e che, per vivere occorreva impegnarsi in attività lecite. Quando la ragazzina tornava dalla mamma per dei periodi previsti da quel tipo d'affidamento, cercava di resistere alle pressioni della mamma che alla fine, la prendeva anche in giro dicendole che era una buona a niente e cose simili. Dopo un lungo periodo di questo tira e molla, la ragazza ha iniziato a dare di matto e, la mamma affidataria, a quel punto, proprio per evitare che questo tormento la potesse procurare danni peggiori a livello psichico, smise di contrapporsi alla mamma naturale e lasciò quindi la ragazzina libera di seguirne le gesta, sperando che col tempo, sarebbe riuscita a valutare da sola quale fosse il percorso giusto da seguire.
    Questa è una storia vera e non conosco gli sviluppi successivi.
    Con quest'esempio, non intendo assolutamente dire che sia lecito rubare ma, semplicemente dire che forse, anche una mamma degenere, va comunque salvata agli occhi dei suoi figli e, il semplice allontanamento come nel caso del racconto, non è sempre una soluzione sufficente.
    Magari, un progetto che realmente avesse coinvolto entrambe in un percorso di riscatto sociale, forse sarebbe stato più proficuo per entrambe! Chi lo può sapere? Magari, non era nemmeno necessario l'affidamento in questo caso!

    Ciao, Sandro.

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      CommentAuthordebora
    • CommentTime22 Oct 2008
     

    In questo caso la mia lettura e' .la bambina che diventera' prima o poi grande valutera se quello che gli insegna la mamma nat e giusto oppure valutera' con serieta' nella eta' che avra' quello che la mamma naturale gli insegno' da piccola senza constringerla a pensarla come lei.Sperando sempre che capisca quale strada intraprendere.

  1.  

    Ciao a tutti!

    Per Piripilla:
    le capacità genitoriali dovrebbero essere valutate da psicologi o equipe psico-sociali attraverso dei colloqui, delle domande, esistono anche dei test che valutano il tipo di attaccamento della persona nelle relazioni, facendo riferimento anche al proprio essere stato figlio, alla qualità della relazione affettiva, alla stabilità della coppia e al tipo di relazione esistente...Insomma la procedura è complessa, però si valutano le risorse personali, della coppia [a livello di accudimento, di prendersi cura, di comprendere ed entrare in contatto con i vissuti dell'altro (in questo caso il bimbo)], le esperienze pregresse, si valutano anche le risorse sociali, la rete intorno alla coppia....

    Sul fatto che un genitore con poche capacità genitoriali possa avere un figlio splendido sono d'accordo...o meglio, è chiaro che un genitore poco genitore (e con questo includo tante caratteristiche genitoriali, educative, di protezione ecc...) avrà comunque dei figli meno sereni, meno piccoli, magari più ansiosi o troppo responsabili, più insicuri ecc...però è anche vero che conosco tantissime persone con un passato di sofferenza che sono delle persone meravigliose perchè sono riusciti a fare di quel dolore, di quelle mancanze, la loro forza e la loro virtù....partendo da lì per rinascere e magari mettere anche a servizio degli altri le proprie mancanze, facendo nascere dei frutti da quegli alberi poco in salute...(questo in gergo è il concetto di resilienza).

    E' chiaro che molto dipende dal proprio percorso di vita....dai propri strumenti, risorse e da coloro che ruotano intorno...

    Non so se ti ho risposto, spero di si.

    Cristina

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      CommentAuthordebora
    • CommentTime22 Oct 2008
     

    E' quelo che mi e' successo a me.Grazie Cristina .

  2.  

    Per il caso proposto da Sandro, è chiaro che la bimba dia di matto....sono troppo diversi e contrastanti i messaggi che le arrivano dalle due figure di riferimento...e, come abbiamo già detto in passato, la figura materna è sempre il modello principale di riferimento, a maggior ragione se poi la madre svalutava e criticava la figlia qualora scegliesse di "tradire" quel tipo di insegnamento... mi sembrerebbe più lecito seguire e aiutare la madre a cambiar vita e comportamento piuttosto che far finta di niente e indirizzare con tacito consenso una adolescente alla microdelinquenza....ma questa è la solita storia dei Servizi, delle familgie di origine non seguite ecc...

    Sarebbe bello essere smentiti più spesso su queste cose e avere molte notizie di affidi ben riusciti, famiglie d' origine seguite e riabilitate alla genitorialità ecc...Di certo ce ne sono ma mi sa che non sono in maggioranza....Purtroppo.

    Cristina

  3.  

    Debora grazie a te per la condivisione con noi!

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      CommentAuthordebora
    • CommentTime22 Oct 2008
     

    iO SONO L'SEMPIO OPPOSTO DI MIA MADRE,NON HA MAI RUBBATO MA AVEVA NE MIEI CONFRONTI UN COMPORTAMENTO ,DICIAMO STRANO.iNEFETTI NOI SIAMO 4 FIGLI E GLI ALTRI PURTROPPO ALCUNI ATTEGGIAMENTI LI HANNI TENUTI.NON DICO DI ESSERE LA MIGLIORE,MA IO CERCO SEMPRE IL BUONO IL BELLO DI TUTTI E DU TUTTO LORO IL CONRARIO E VEDONO TUTTO NERO.RINGRAZIO IL SIGNORE FINO ADESSO, HO SEMPRE AVUTO RAGGIONE E LA VITA MI HA SEMPRE SORRISO.