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      CommentAuthorJamin
    • CommentTime16 Oct 2008
     

    Da L'espresso del 15 Ottobre.

    Inchiesta a Oristano
    «Violenze e angherie in due istituti per minori»
    di Enrico Carta
    Indagato il direttore per le botte tra ragazzi e presunti abusi sessuali. Sei gli adolescenti coinvolti. L’indagine ha preso le mosse dalla denuncia degli educatori. L’avvocato del dirigente: accuse nate dopo alcuni diverbi

    ORISTANO. Urla, minacce, botte. Forse anche abusi sessuali. La vita in due case famiglia dell’Oristanese era diventata un inferno. Questo almeno hanno raccontato le presunte vittime delle violenze e delle angherie che sarebbero state commesse da altri ragazzini ospiti, dietro le sollecitazioni del responsabile della casa che accoglieva anche minori con famiglie in situazioni disagiate. Sul registro degli indagati è iscritto il nome di Danilo Beneventi.
    Dirige due comunità in altrettanti paesi della provincia. Così come due e pesantissime sono le accuse che gli vengono mosse dai ragazzi e dalle ragazze. Quattro di loro hanno parlato di continui soprusi da parte dei loro compagni, mentre altre due ospiti hanno denunciato di aver subito degli abusi sessuali direttamente dal responsabile.
    L’inchiesta, condotta dal sostituto procuratore della Repubblica di Oristano, Laura Carrera, muove in queste settimane i suoi primi passi. L’iscrizione di Danilo Beneventi sul registro degli indagati è il classico atto dovuto, inevitabile nel momento in cui, in seguito alle denunce, la procura ha chiesto che i minori venissero sentiti attraverso il metodo dell’incidente probatorio.
    Con questo sistema, accusa e difesa, stanno procedendo all’audizione delle parti offese, che devono avvenire con il massimo della tutela per evitare gravi contraccolpi psicologici su soggetti che già provengono da situazioni di vita assai particolari e che ora si trovano di fronte ad un caso giudiziario dai risvolti imprevedibili. Gli ospiti delle due comunità infatti hanno alle spalle un’esistenza lontana dalle proprie famiglie di appartenenza. Non avendo trovato altre sistemazioni, dopo la separazione dai genitori, erano stati accolti nelle due case famiglia. È un’esperienza che il più delle volte viene vissuta in maniera traumatica e comunque quasi mai è indolore.
    Nella nuova casa cercavano quindi un po’ di calore e di serenità. Cosa che invece, stando ai loro racconti, non sarebbe avvenuta. Difficile al momento conoscere ulteriori dettagli dell’inchiesta, anche perché sia gli inquirenti che la difesa vorrebbero evitare che troppe pressioni dall’esterno influenzassero o compromettessero l’esito finale del procedimento.
    L’avvocato difensore Massimo Ledda che tutela l’indagato ha però spiegato alla procura che le denunce, da parte degli educatori, sarebbero arrivate successivamente a dei litigi che gli stessi avevano avuto con Danilo Beneventi. A favore di quest’ultimo c’è poi un provvedimento giudiziario che risale a lunedì scorso, quando è stata decisa la prosecuzione dell’affidamento di altri minori alle stesse case famiglia.
    Dell’andamento e del contenuto sommario degli incidenti probatori non si hanno al momento dettagli. Anche perché le audizioni in forma protetta dei minorenni non sono ancora concluse. A metà novembre ci sarà un nuovo esame, sempre nella struttura di Sassari che ha già ospitato le controparti e gli esperti nelle due precedenti fasi.
    La scelta di effettuare a Sassari le audizioni non è comunque casuale. Ci si è allontanati da Oristano, sede naturale dell’inchiesta, perché la maggior parte delle presunte vittime è originaria del nord Sardegna e ora trova accoglienza in altre strutture di quella zona. Infatti, nel momento in cui sono state avviate le indagini, sono stati presi anche altri provvedimenti giudiziari che hanno disposto l’allontanamento dalle due strutture dell’Oristanese esclusivamente dei ragazzi che sono coinvolti nell’inchiesta.