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  1.  

    Dal Settimanale Vita riporto:

    Il budget mira anche all'affidamento in famiglia di miori inseriti in comunità residenziali

    Sei milioni di euro in finanziamenti regionali a favore dell'affido e per il sostegno delle famiglie affidatarie, da ripartire tra i distretti socio sanitari, il comune di Roma e i Comuni capofila di distretto. Lo ha annunciato l'assessore alle Politiche Sociali della regione Lazio, Anna Salome Cappottelli, precisando che i distretti devono presentare i relativi piani distrettuali per l'affido entro il 15 ottobre di ciascun anno, approvati con le stesse modalità utilizzate per l'approvazione dei piani di zona (in sede di prima applicazione del provvedimento il termine è fissato al 30 novembre 2008).

    "L'affidamento familiare è un aiuto temporaneo al minore e alla sua famiglia in difficoltà. Una pratica di solidarietà antica in cui una famiglia si prendeva spontaneamente cura di un bambino in difficoltà" ha dichiarato l'assessore Coppotelli. "Lo stanziamento di 6 mln di euro per sostenere economicamente le famiglie che accolgono i minori in situazione di disagio, rappresenta una scelta coerente all'obiettivo della regione Lazio di costruire una comunità solidale nella quale ciascuno sia partecipe del progetto comune di crescita e dove - ha aggiunto - ognuno abbia pari opportunità di sviluppare armonicamente la propria personalità."

    "Il modo di prendersi cura dei minori contribuisce a disegnare nuove organizzazioni locali e istituzioni capaci di essere vicine ai problemi dei cittadini. I bambini sono persone che la giovane età rende più vulnerabili e quindi, con maggiore bisogno di una specifica protezione. Lo scopo che abbiamo perseguito è quello di agire positivamente affinché a un disagio in più possa darsi una risposta in più - ha spiegato Anna Coppotelli - e l'affidamento familiare e una risposta al disagio di una famiglia in alternativa all'istituzionalizzazione".

    "Nella convinzione che solamente in un'altra famiglia il bambino possa trovare un ambiente in cui intrecciare legami e relazioni affettive significative per affrontare il mondo esterno, abbiamo inteso aiutare concretamente queste famiglie in attesa del ricongiungimento del minore con la propria famiglia di origine".

    Coppottelli ha inoltre fatto sapere che "La Regione Lazio intende promuovere l'affidamento familiare non solo per i minori temporaneamente privi di un ambiente familiare idoneo, ma anche per i minori inseriti in una comunità di tipo familiare per favorire il passaggio dalle strutture residenziali alle famiglie". "

    "Entro il 30 giugno dell'anno successivo a quello della liquidazione dei finanziamenti alle famiglie affidatarie - ha precisato infine - i Comuni e gli Enti capofila di distretto devono rendicontare l'impiego delle risorse regionali ricevute".

    "Alle famiglie affidatarie verrà corrisposto un assegno base, un sussidio integrativo per i casi di problematiche complesse, le spese mediche e le spese scolastiche documentate".

    info: www.socialelazio.it

  2.  

    Sempre su Vita:
    Out Of Family Children (ofc.)

    Un decalogo di diritti, dalla famiglia al risarcimento se l'affido sine die maschera l'inefficienza del sistema di protezione

    Le famiglie di AiBi oggi a Cervia chiudono una settimana – densissima – in cui i bambini (tanti, scatenati, da tutti i continenti del mondo), hanno scorazzato per le spiagge e i grandi si sono messi in gioco sui grandi temi dell’infanzia: la piaga irrisolta dell’abbandono, la fecondità dell’accoglienza.
    AiBi ha diffuso le cifre dell’abbandono nel mondo: 700.000 nella sola Ue, 26mila in Italia, cui si devono aggiungere circa 7mila minori stranieri non accompagnati. Anche questi bambini hanno dei diritti.
    Ecco i dieci punti della Carta degli out of familiy children, presentata oggi da AiBi (per approfondire vai al sito di AiBi):

    ho diritto ad essere accolto in una famiglia.
    ho diritto alla nomina di un avvocato fin dal momento della mio ingresso nella categoria degli ofc.
    ho diritto ad avere un tutore formato ed adeguatamente preparato.
    ho diritto ad essere accompagnato ed assistito da una equipe psico-socio-giuridica.
    ho diritto ad essere sostenuto da un’associazione che abbia come precisa finalita’ la tutela dei miei diritti.
    ho diritto alla creazione di strumenti d’informatizzazione che mi rendano visibile come ofc.
    ho diritto di restare con i miei fratelli e sorelle.
    ho il diritto di stare solo temporaneamente nella condizione di ofc.
    ho diritto ad una chiara definizione del mio stato di abbandono.
    ho diritto al risarcimento del danno quando il mio diritto alla famiglia viene violato.

  3.  

    Ciao A TUTTI.
    Sì finalmente da qualche anno anche la Regione Lazio ha inserito una specifica voce e qualche finanziamento sull'affido.
    Chiedo ai non addetti però...voi come ve lo immaginate un piano affido di un distretto? di un territorio?
    E agli addetti chiedo: secondo voi un piano affido distrettuale, considerato tale, come dovrebbe essere pensato? cosa dovrebbe prevedere?

  4.  

    Ciao Margherita, mi sa che che come domanda è un tantino difficile.
    Se mi permetti rigirerei la stessa a te.
    Parlaci tu di come è e di come dovrebbe essere un piano di affido.
    Per capire e per allargare le nostre conoscenze, magari per elaborarle, migliorarle e chissà ... proporle.

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime6 Oct 2008
     

    Una cosina mi viene da proporla. Un buon piano affido, secondo me, dovrebbe prevedere anche un organismo di supervisione e coordinamento che sia composto da rappresentanti di tutti i soggetti coinvolti, istituzionali e non, famiglie affidatarie comprese. Dalle mie parti, stanno sviluppando le competenze di una fantomatica "equipe integrata" nella quale però, non sono previste rappresentanze delle famiglie affidatarie. Forse sarebbe giusta anche la rappresentanza delle famiglie d'origine ma questo, forse sarebbe veramente troppo.
    Ciao.

  5.  

    Purchè sia veramente un'equipe.
    Più volte, una anche su ordine di un tribunale dei minori per un caso specifico, ho partecipato a riunioni di equipe.
    I servizi dicevano quello che doveva essere fatto e nessuno poteva obiettare: chi lo faceva era quello che non capiva e veniva persino deriso dai servizi sociali.
    Collaborazione significa "collaborazione" ... non vengo a sentire e mi dico d'accordo su tutto.
    Inoltre in equipe ci devono essere informazioni condivise.
    Nei casi che mi sono capitati ... il servizio aveva certe informazioni e non le indicava agli altri soggetti, ma pretendeva che gli altri mettessero in comune gli elementi a loro disposizione.

  6.  

    Commisioneadozioni.it: come il Web aiuta le adozioni
    di Giorgio Rini - Mercoledì 1 Ottobre 2008 alle 12:22

    Adottare un bambino non è affatto facile. Spesso vengono alla ribalta della cronaca casi di coppie che incontrano mille difficoltà nel realizzare il loro desiderio di diventare genitori adottando un bimbo, a causa di un sistema che presenta procedure lunghe e complesse. A volte chi vuole intraprendere la strada dell’adozione o dell’affidamento non sa nemmeno da dove cominciare.

    Fra i servizi Web che cercano di venire incontro agli utenti, Commissioneadozioni.it è un portale che merita attenzione, perché si propone come una valida risorsa per chi vorrebbe avvicinarsi all’esperienza delle adozioni e non possiede informazioni a tal proposito. È un sito istituito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e si occupa di tutto ciò che riguarda soprattutto le adozioni internazionali.

    Innanzitutto si può cominciare ad esplorare il sito dando un’occhiata alla sezione delle F.A.Q, per trovare le risposte che cerchiamo a domande fondamentali e frequenti su questa tematica oppure si può consultare il glossario che ci illustra cosa si intende per affidamento, affido a distanza, abbandono e altri termini significativi che riguardano quest’ambito.

    Su Commissioneadozioni.it si trova inoltre una raccolta di vari materiali e articoli riguardanti le normative che bisogna seguire, gli enti che possiedono l’autorizzazione per fare da intermediari e informazioni di carattere economico anche su cosa fare per ottenere il rimborso delle spese adottive.

    Particolarmente utile la sezione Gli Attori Istituzionali, dedicata alla presentazione delle istituzioni e delle commissioni, dei tribunali e degli enti regionali che si occupano delle adozioni e degli affidi; sono disponibili anche informazioni interessanti sul sostegno a distanza. Ancora una volta il Web contribuisce ad informare, a far conoscere, ad aiutare in modo concreto chi lo utilizza e si rivela un valido modo di interagire con aspetti rilevanti della realtà.

  7.  

    Cara Margherita...Come lo vedo?
    Innanzitutto credo dovrebbe essere data importanza alla presenza di risorse umane competenti, ovvero credo siano necessarie almeno due equipe psico-socio-pedagogiche (e se vuoi anche giuridiche o è chiedere troppo?), una che segua la famiglia di origine e una che segua la familgia affidataria. Il minore dovrebbe essere seguito sia individualmente (se non c'è una terza equipe da quella che segue la famiglia naturale...)che con le diverse famiglie per favorie sia una nuova integrazione, sia un nuovo ritorno...
    Dovrebbe essere garantito l'aiuto alla famiglia naturale per evitare che l'affido (la cui caratteristica distintiva è la TEMPORANEITA') si trasformi in affido sine die o adozione mite, naturalmente dovrebbe essere aiutata e supportata la famiglia affidataria, una buona mediazione familiare laddove occorra, ma soprattutto l'aiuto al minore perchè possa al meglio elaborare il trauma che sta inevitabilmente vivendo o magari ha già vissuto...
    Se ci sono fondi è giusto che vengano distribuiti alle famiglie che si occupano di minori per tutte le diverse spese che sostengono, è giusto che vi siano corsi di sensibilizzazione, preparazione e informazione alle coppie, alle famiglie, magari gruppi di auto-aiuto laddove occorra...
    Ti ho risposto Marghe?
    Ora sono cotta, sono le 3.40 del mattino...
    Buonanotte!

  8.  

    Sì Cris interessante il tuo piano davvero interessante, per essere scritto da una che era cotta alle 3,40 del mattino....
    In effetti un piano di affido è uno strumento di programmazione importante per un territorio e dovrebeb contenere tutta la mappatura dei servizi esistenti, cioè una radiografia di tutto ciò che esiste per i minori, metterlo in rete o in contatto, evidenziare le risorse e le ciriticità.
    Effettuata questa prima ricognizione, dovrebbe essere stabilito in relazione al fabbisogno emerso, la lista delle problematiche e bisogna definire quelle alle quali dare priorità, definire gli obiettivi e i tempi di raggiungimento, le risorse professionali da utilizzare.
    Il piano affido dovrebbe essere redatto con la comparteciapzione di tutti i soggetti del territorio, operatori dei Comuni, dall'ASL, delle Scuole, cooperative, Onlus, associazioni. Cosa ancora più importante dovrebbe essere condiviso da tutti.
    E come sostiene Cristina dovrebbero essere definite le modalità di aiuto per le famiglie affidarie, per le famiglie di origine, la sensibilizzazione, la promozioene dell'affido, la formazione.
    Di fatto spesso succede che per mancanza di tempo, per competizioni tra servizi, tra questi e il terzo settore, non succede così.
    Spesso il piano non è nè condiviso ne conosciuto.
    Riccardo tu conosci ad esempio il piano di zona e/o quello dell'affido del tuo distretto di ambito? Le associaizoni, le onlus vi partecipano?

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime8 Oct 2008
     

    Buona sera a tutti.
    Le opinioni di Cristina Bubici, le condivido totalmente, come anche quelle di Margherita Camarda ma, rimangono per me, un'utopia. Nel mio territorio, il "Piano di zona" è ben condiviso! Io lavoro in Ambito Territoriale al tavolo per i servizi all'infanzia ed all'adolescenza e, sinceramente, ci sentiamo molto coinvolti. Il Coordinatore d'Ambito, persona molto arguta, sta tentando in tutti i modi di far digerire al territorio alcuni elementi fondamentali e lo fa, non con le chiacchiere ma con i fatti! Il più importante dei suoi argomenti è proprio l'incentivazione dell'affido familiare. Il modo più eclatante con cui quest'anno si è riproposto alla collettività, è stato l'utilizzo dei fondi regionali per l'assunzione di una nuova psicologa per il consultorio. Lo scopo è quello di potenziarne le risorse per far decollare una fantomatica Equipe integrata che dovrebbe presidiare tutto ciò che nel territorio dell'Ambito, riguarderà l'affido.
    Sta programmando nuovi progetti per la diffusione della cultura dell'affido e si pone obiettivi altissimi che puntualmente suscitano l'ilarità generale ma poi, i fatti, pian pianino, gli danno ragione ma.......... c'è un ma!!!
    Uno dei suoi obiettivi per i comuni dell'ambito è quello di riuscire ad avere entro la fine del 2009, un congruo numero di famiglie sensibili all'affido, informate, formate e, "valutate". Quando l'ho sentito proferire queste parole, ho sorriso in modo molto ironico. Lui stesso ci ha raccontato che il personale del consultorio (gli addetti alle valutazioni d'idoneità), si è reso disponibile a collaborare per la valutazione delle famiglie ma, contemporaneamente, lo stesso personale, è sfavorevole al ricorso all'affido; preferiscono la collocazione dei minori in comunità!

    Ecco che la storia diventa grottesca e la fiducia, invece di aumentare, cala.

    Ciao, Sandro.

  9.  

    Carissima Margherita,
    hai toccato un tasto dolente.
    Il mio comune fa molto poco e quel poco che fa non lo pubblicizza, non lo condivide ... almeno con noi.
    C'è molta gelosia da parte degli enti verso i privati, almeno qui.
    Se si fa come dicono loro va tutto bene, se si pensa come la pensano loro, altrimenti ... se provi a dire la tua, che magari sia in contrasto da quella che è la loro idea, ti dicono che son loro i servizi, sono loro quelli che sanno come devono operare e tu non capisci certe cose.