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      CommentAuthorpiripilla
    • CommentTime24 Sep 2008
     

    spesso il problema dei genitori naturali dei nostri bimbi in affido diventa un "nostro" problema. Certo ci sono le ripercussioni sui nostri bimbetti accolti, ma mi pare di capire che altrettanto spesso ci carichiamo anche del loro percorso. In sostanza spesso accogliamo i bimbi e... i genitori.
    Certo ogni storia è a sè, però mi piacerebbe sapere come vedete i genitori dei cuccioli accolti, come li considerate, non in relazione al bimbo accolto, ma proprio loro per sè stessi.
    Avete relazioni con loro, che non siano la "consegna" e il "ritiro" dei bimbi?

  1.  

    All'inizio del mio percorso criticavo sempre in maniera durissima i genitori dei bambini che arrivavano da noi. Mettevo sempre un muro tra noi e loro e non volevo dialogarci ... mi dava la nausea vedere certi comportamenti che per me erano lontani mille miglia dalla mia concezione di genitori, di persone.
    E questa cosa ha portato grande danno ai bambini. Un grave errore perpetrato per diversi anni.
    Poi, con l'aiuto di un sacerdote e con l'aiuto della psicologa, ho imparato a ingoiare, poi a sopportare, poi ad accettare, poi a perdonarli e infine a non giudicarli.
    A parte il fatto che questo mi fa stare bene da un punto di vista di principi, ritengo che ogni genitore che si comporti male oggi, è un bimbo di ieri che nessuno ha mai aiutato a capire.
    Credo quindi che non sia giusto criticare la persona perchè fa un atto cattivo ... semmai è giusto criticare l'atto cattivo (giudicare il peccato e non il peccatore).

    Anche perchè in certi casi, quello che hanno imparato e' proprio l'uso della violenza (nei paesi africani, come da noi 50 anni fa) la violenza sui bambini, le frustate, le bastonate ecc e' cosa ammessa.

    Non me la sento quindi di dire che i genitori dei bimbi sono cattive persone, ma solo che secondo il nostro modo di pensare fanno degli errori e bisogna farglieli capire.
    Bisogna sempre e comunque, per il bene dei bimbi, cercare il dialogo e ricordarsi (uno dei motivi che più spaventano chi si avvicina all'affido e che spesso fa scappare da questo mondo) che chi prende in affido un bimbo, prende in affido anche la famiglia ... perchè tendenzialmente è lì che deve rientrare, sempre che ci siano i presupposti per un rientro.
    Se però aspettiamo che siano i servizi a cambiare le cose!!!
    Ma non per polemica contro di loro, ma sia perchè pochi sono gli incontri che possono fare con i genitori (i più volte detti problemi di budget dei comuni e le tante pratiche addossate a poche assistenti sociali), sia perchè c'è una grande diffidenza da parte di queste famiglie verso chi vedono come lo strumento del potere negativo esercitato contro di loro (danno sostanzialmente la colpa ai servizi se gli sono stati tolti i bimbi e difficilmente riescono a capire che l'allontanamento è stato generato da un loro comportamento).
    Quindi il rapporto individuale e costante con la famiglia di origine lo può fare solo la famiglia affidataria.
    Questo è un aspetto di cui non si parla molto perchè spaventa, ma chi si incammina verso l'affido è bene che sappia che in quasi tutti gli affidi il rapporto con i genitori c'è e deve esserci e deve esseer pian piano voluto e costruito.

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      CommentAuthorpara
    • CommentTime24 Sep 2008
     

    IO riccardo sono ancora nella tua prima fase: e non riesco ad andare oltre!

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      CommentAuthorpaola82
    • CommentTime24 Sep 2008
     

    Mi inserisco perchè in un certo modo mi hanno toccata parecchio le parole di Riccardo..
    Ed io, come para, sono nella prima..primissima fase. Io giudico, parecchio, e non tollero...non posso, non ci riesco ma non solo: non voglio proprio mettermi a farlo!! Non giudicarmi dura od offensiva, ti prego, ma a me, certa gente, mi fa parecchio ribrezzo...
    Nel mio personalissimo caso grazie a dio non c'è violenza fisica ma è l'atteggiamento in sè che non và...
    E non accetto assolutamente i loro comportamenti. Per di più questo mio atteggiamento fa del male a me stessa ma non vedo via d'uscita....
    Scusate l'intromissione tanto più che parlavate di situazioni un tantino diverse dalla mia...

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      CommentAuthorpiripilla
    • CommentTime24 Sep 2008
     

    Quale intromissione Paola? :face-smile:e' del nostro atteggiamento verso i genitori il tema su cui volevo discutere... :face-smile:

  2.  

    Perfettamente in tema.
    Il cammino sarà duro ... ma necessario, credetemi.
    Come vi ho detto, ci sono voluto anni e tanti dialoghi con persone di cui mi fidavo (parlo al passato perché il sacerdote è morto), ma alla fine il risultato c'è e si vede.
    Sono arrivato a potermi permettere di denunciare una persona e restarci "amico" ... e lui, nonostante la denuncia si fida di me ... ma capisco che ci vuole tempo per accettare certe cose

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      CommentAuthorsandro
    • CommentTime25 Sep 2008
     

    Caspita che argomentino Piripilla! Proprio una cosina leggera leggera.:face-smile:

    Nello specifico, sono molto combattuto anch'io.
    Porto avanti battaglie ferocissime perchè mi accorgo che i genitori del bimbo in affido, non sono aiutati adeguatamente! Quando senti le a.s. parlare di loro, dicono frasi molto irritanti tipo: " quella è gente fatta così, non c'è speranza che migliori!" In sintesi, hanno buttato la spugna ancor prima di aver iniziato a quel punto però, dentro me scatta la domanda: "Perchè allora affido e non adozione se c'è questa convinzione?

    A livello personale, ho tentato di sostenere direttamente la mamma ma, in effetti, non è semplice! Se concedi un dito, ti prende l'intero braccio con il rischio che diventi dipendente da te. A quel punto, ho pensato giusto aiutarla per interposta persona facendole arrivare sostegno da altri soggetti quali, assocciazioni, parrocchie ecc. ma sono ancora in alto mare. L'ideale sarebbe aiutarla a trovare un lavoro che le consentisse di ricostruirsi un futuro per ora, molto compromesso ma non irrecuperabile.

    Al Piccolo F. però, raccontiamo sempre storie positive sui suoi genitori, cercando di aiutarlo ad alimentare un'immagine dignitosa e mai negativa dei suoi genitori.

    Ciao a domani sera.
    Sandro.

  3.  

    Il rapporto pacifico, cooperativo, collaborativo tra famiglia naturale e affidataria sarebbe auspicabile per il bene del bimbo che sta giusto in mezzo a loro, un rapporto civile, libero da accuse e giudizi negativi sulla famiglia naturale o d'origine è importante agli occhi del bimbo...non è bello sapere o sentire commmenti negativi, sprezzanti sui propri genitori...si ripercuotono negativamente sul bimbo, sulla sua serenità e sul rapporto tra affidatari e bimbo...

    Rispetto a ciò che dice Sandro sui Servizi...se noi del settore non crediamo nella possibilità di cambiamento delle famiglie o delle persone, è molto difficile che possiamo aiutare le persone che si rivolgono a noi ad essere stimolate a cambiare...A volte bisogna fare un lungo lavoro su se stessi e non sempre o non tutti hanno voglia di farlo...

    Cristina

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      CommentAuthorsandro
    • CommentTime25 Sep 2008
     

    Sinceramente provo una gran pena per la mamma del mio F.! La vedo indifesa, sola, senza aiuto e circondata da persone negative che, solo apparentemente dicono di volerla aiutare ma poi, probabilmente, la inducono verso le vecchie "strade" poco raccomandabili. Se non si mettono in atto strategie adeguate per aiutarla a spezzare quelle "vecchie catene", non ci sarà mai speranza per lei. Ma chi lo deve fare se non i servizi sociali?
    Il papà di F. è stato sospeso dal Trib. per i Min. ed è sparito! F. qualche volta mi chiede il nome del suo papà perché fa fatica a ricordarlo e sinceramente, provo un gran dolore per lui.
    Ma alla fine, di fronte a tanti guai, cosa può fare la famiglia affidataria senza un lavoro congiunto con i servizi?

    L'unica cosa che sta funzionando grazie al nostro sforzo, è il frequente incontro di F. con i suoi 5 fratelli. Io e mia moglie abbiamo lottatto molto per questo e riusciamo a fare questi incontri sia in gruppo ma anche con solo due o tre di loro, anche con cadenza settimanale. F. è felicissimo di questo e ne trae un grande giovamento per se stesso. Migliora la sua autostima, la sua sicurezza, dorme più sereno ed ormai non ha quasi più bruschi risvegli notturni.

    Sandro.

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      CommentAuthorCRIS
    • CommentTime26 Sep 2008
     

    Che dire del nostro rapporto con la mamma della nostra bimba? Forse è ancora presto per parlarne, comunque lei mi fa una grande tenerezza, è come una "bimba grande", sembra quasi che abbia bisogno di più protezione della figlia. E' insicura, si lascia guidare dagli altri. Finora abbiamo un bel rapporto o almeno così mi sembra. A volte mi chiede quale è la cosa migliore da fare: Tu che dici? E' meglio così o è meglio colà? Io a volte non so come comportarmi, perchè lei è molto possessiva. L'altra sera si è meravigliata perchè la bimba si muove con disinvoltura in casa nostra (perchè sa dove si mette l'immondizia...). Dice che le maestre vedono più me che lei...dice che lei vede poco sua figlia...Ieri sera mi ha detto: non so quanto resisterò così....perchè lei si sente sola quando non c'è la bimba. Non riesce a concentrarsi sul fatto che è importante per la bimba....no...dice io non so come impiegare il tempo...io mi sento sola...io..io...io.
    Spesso è triste e allora cerco di incoraggiarla, dicendole che se lei si impegna andrà tutto bene. Vede tutto nero...se per esempio un bimbo a scuola dice A a sua figlia , lei ne fa una tragedia...si è fatta l'ideache le maestre abbiano preso di mira lei e la bimba. Io vorrei aiutarle un pò di più, ma con un affido così limitato non ci riesco...non so dove posso spingermi e dove no. Le as mi hanno consigliato di non comprare niente o quasi per la bimba, perchè la mamma deve impegnarsi per iniziare a lavorare (in sostanza non deve pensare che noi tiriamo fuori facilmente il portafoglio), Ma caspita l'altro giorno vado al mercato e mi viene voglia di comprarle una felpa carina e mi trattengo...vorrei portarla dall'oculista.... dal medico perchè la mamma non la porta ...dice che non ha bisogno,(ma una visita di controllo all'anno a me hanno detto che si fa, o no?)...mi sento le mani legate, non so se mi capite.

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      CommentAuthorperlanima
    • CommentTime26 Sep 2008
     

    Ricordo quando anni fa andavo agli incontri mensili degli affidatari della zona con l'asssistente sociale e la psicologa che una delle regole più ferree era quella "l'affidatario NON si deve occupare dei genitori, ma solo del bimbo/a".
    E in effetti a me pare una cosa estremamente sbagliata da parte dei servizi che non solo si assecondi questa cosa ma addirittura la si chieda. La maggior parte di questi casi di disturbo di personalità sono di difficilisima gestione anche per i professionisti. Mettersi a disposizione delle loro esigenze è quanto di più distruttivo per se stessi ci possa essere. Solo che lo si capisce solo con il tempo, quando magari si è rimasti fagocitati psicologicamente dai sentimenti di compassione iniziali. Lo dico anche un pò per esperienza personale, Cris ti consiglio di non dare retta a questi semtimenti, ma pretendi che sia qualche professionista molto capace ad occuparsene. Anche per il bene della bambina che deve fare esperienza di una situazione famigliare in cui quelle dinamiche che ben conosce e la disorientano siano assolutamente assenti.
    (A parte il fatto che se chi ci legge pensa di doversi accollare questi problemi non si accosterà mai all'affido)

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      CommentAuthorCRIS
    • CommentTime26 Sep 2008
     

    Non è facile starne fuori, anche perchè viene da noi tutte le volte a prendere la bimba e involontariamente ci coinvolge. L'altra sera è rimasta a piedi, perchè ha finito la benzina (ha detto che le succede spesso)...la bimba ha il mal di pancia, ma non la porta dal medico per non doverle comprare le medicine, perchè non ha i soldi...cosa dovrei fare ?, chiamare l'assistente sociale tutte le volte? o cercare di arrangiarmi? Poi se la chiamo per una sciocchezza sembra che cerco tutti i pretesti per portarmi in casa la bimba...come ho detto sopra, non so mai come comportarmi. Ciao Perl

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      CommentAuthorperlanima
    • CommentTime26 Sep 2008
     

    "non so mai come comportarmi" : appunto , NON ti colpevolizzare (è un'altra delle strategie che queste persone senza volerlo mettono sempre in atto) , tu non puoi saperlo.
    Sì io ne parlerei con i servizi , non ogni volta che qualcuna di queste cose succede, ma del fatto che tutte queste cose fanno parte di un unico, grande problema che non tocca a te gestire

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      CommentAuthorsandro
    • CommentTime26 Sep 2008
     

    Ciao Cris.
    E' vero, non è facile starne fuori però, puoi provare ad aiutarla indirettamente, magari segnalandola a qualche associazione, ad una parrocchia, per capirci, puoi aiutarla a distanza! La tua anima sarà comunque serena perchè l'importante è che gli arrivi aiuto, non è importante che sappia da chi gli arriva. Forse in questo modo può funzionare.
    Con le dovute eccezioni, condivido le impressioni di Perlanima. Anche a noi le a.s. dicono di non farci coinvolgere dalla mamma e, se vedessi che effettivamente qualcuno pensa a lei ed i servizi la aiutassero concretamente, nemmeno mi porrei la domanda. Purtroppo l'impressione è diversa e, se per i bambini un tentativo di sostegno viene attuato, non vedo la stessa attenzione verso i suoi genitori.
    Fino a qualche tempo fa, avevo dei timori ad espormi troppo ma ora, con le dovute maniere e nel rispetto dei ruoli, pur sapendo che è quasi fiato sprecato, certe cose ho iniziato a dirle e, finchè non mi creeranno difficoltà, andrò avanti così. Quando le difficoltà dovessero sopraggiungere, le stesse cose le metterò nero su bianco ed ognuno si assumerà le proprie responsabilità.

    Ciao Cris e coraggio, vedrai che con il tempo i tuoi sforzi per la bimba, lasceranno un segno importantissimo per il suo futuro e, se anche dovesse andar via, sarai sempre nel suo cuore e ti cercherà sicuramente.

    Ciao, Sandro.

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      CommentAuthorpiripilla
    • CommentTime26 Sep 2008
     

    E' una parte secondo me piuttosto complessa, che io almeno ho vissuto in modo difficile e ancora probabilmente mi porto dietro dei sensi di colpa.
    Parliamo di genitori che non fanno male ai bimbi, solo... non ce la fanno a essere genitori.
    Ed è difficile "starne fuori", perchè... perchè se mancano appuntamenti, se non telefonano, se non rispettano gli accordi comuni... sono ovviamente tutte segnalazioni: anche ai servizi serve sapere se i genitori stanno nel progetto o no, e questo glielo puoi dire solo tu.
    E' vero che la famiglia affidataria non può farsi carico anche dei genitori, ed è verissimo che alcuni sono malipolatori fantastici.
    Chissà, forse avrei preferito avere un bimbo in affido i cui genitori fossero delle vere carogne; invece avevo a che fare con una persona con una storia difficilissima alle spalle, con una serie di errori perpetrati ai suoi danni quando lei era la minore da tutelare, una persona non in grado di avere un figlio, non perchè cattiva, ma perchè proprio non lo riesce a fare...

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      CommentAuthorpaola82
    • CommentTime26 Sep 2008
     

    non lo so.
    io leggendo le vs. storie vi ammiro..
    parto del presupposto che io sono parente stretta della mamma della piccola e pensando che già non tollero i suoi atteggiamenti così posso solo immaginare cosa potrei provare se la mamma di una bambina a cui tengo fosse un'estranea...
    Veramente a volte mi chiedo come si fa nel 2008 a, dico brutalmente, farsi mettere incinta pur sapendo che non si ha modo, soldi, tempo e chi più ne ha più ne metta, di mettere al mondo delle creature che non lo hanno nemmeno chiesto. E che si meriterebbero solo il meglio. Non voglio farla facile così, so che ci sono ben altre realtà e parlare solo di "farsi mettere incinta" potrebbe essere generalizzare e banalizzare un po' troppo la questione però con tutti i metodi di oggi...perchè mai insistere........scusate, ma questo per me è puro egoismo (a volte anche estrema mania di protagonismo)!
    Cmq do ragione a perlanima: questi genitori devono essere gestiti da persone competenti perchè altrimenti si rischia di mettere in gioco la propria salute...

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      CommentAuthorpiripilla
    • CommentTime26 Sep 2008
     

    Paola sai... io credo che ad essere parenti stretti, sia più difficile la cosa. Ci sono anni di convivenza alle spalle, tante storie di famiglia... insomma penso che sia più pesante per te.
    Il fatto che a occuparsi dei genitori siano altri, professionisti, è "ovvio": per me è solo stato difficile tenere un comportamento "neutrale". E' questo che trovo difficile... ma ogni affido è naturalmente una storia a sè.

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      CommentAuthorpaola82
    • CommentTime26 Sep 2008
     

    ..immagino piripilla, immagino quanto possa essere complicato.
    se ti son sembrata dura mi spiace..: come hai ben capito son parecchio presa ed "arrabbiata" dalla mia situazione che a volte posso fare di tutta l'erba un fascio. Ma non volevo assolutamente banalizzare il tuo, i vs. discorsi, anzi...
    Ho letto che la "tua" mamma in questione non è una persona cattiva ed è stata lei stessa una vittima in passato da tutelare....per questo mi spiace tanto ma, se posso permettermi, cerca davvero di non farti carico dei suoi problemi...non totalmente...puoi consigliarla se te la senti ma rimani fuori se puoi...anche e soprattutto per il bimbo in affido..chissà loro poi cos'hanno dentro...
    Ti auguro una buonissima serata ed un ottimo weekend.

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      CommentAuthorpiripilla
    • CommentTime26 Sep 2008
     

    grazie Paola.
    Ormai il mio affido è finito da un bel po' di tempo, ma come vedi sto ancora elaborando un po' di cose...

    buon fine settimana anche a te! :face-smile:

  4.  

    Le vie di mezzo, Cris, sono sempre le migliori.
    Se la bambina ha delle esigenze, e se tu vuoi e puoi aiutarla, credo sia giusto farlo.
    E' anche vero però che i genitori devono imparare a capire come e cosa fare per accudire un figlio, ivi comprese le varie spese e le visite mediche o similari.
    Allora credo che la cosa più giusta sia insegnare a questa mamma a farlo.
    Ad esempio potresti portarla con te un giorno al mercato. Far cadere l'attenzione sulla felpina e dire "guarda che carina, starebbe bene a tua figlia"
    A seconda della sua reazione potresti spingerla a comprarla. Lei dirà che non ha soldi, allora offriti per comprarla "un po'" per uno, in modo che sia un regalo di entrambe. Poco importa se tu metterai 20 euro e lei solo 4 ... per lei quei 4 saranno sacrificio come per te quei 20 ... ed avrà la soddisfazione di aver preso qualcosa per sua figlia, avrà creato un legame ancora più stretto di complicità con te, indirizzato verso il bene non suo, ma della bimba.

    Non sono molto in accordo con chi dice di non farsi coinvolgere.
    Certo ogni cosa deve essere ben valutata e non ci si deve far fagocitare, ma credo che ogni adulto sia in grado di mantenere le distanze e creare rapporti ad hoc.
    Se le dai un dito e si dovesse prendere il braccio ... le fai fare un passo indietro e le dici "questo si" e "questo no".
    Da quando abbiamo attuato il metodo di essere amici con i genitori, siamo riusciti anche ad aiutarli.
    Certo all'inizio dobbiamo mettere dei paletti (evidentemente diversi da situazione a situazione), ma non è difficile, basta solo volerlo.
    Come dice Cris non c'è quasi mai nessuno che aiuta questi genitori. Qualche incontro (quando c'è) con lo psicologo fa ben poca cosa, anche perché chiaramente i servizi sociali che hanno dato in affido il figlio non sono visti di buon occhio dai genitori naturali e quindi quest'ultimi attuano delle difese tali che anche l'assistente sociale più bravo del mondo che volesse davvero aiutarli, dovrebbe fare un'enorme fatica per aprire un dialogo costruttivo con loro (senza contare il fatto che i rapporti si creano con le persone e non con le istituzioni ... e vista la rapidità con la quale cambiano gli assistenti sociali ... )

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      CommentAuthorsandro
    • CommentTime29 Sep 2008
     

    Ciao Riccardo.
    Quel che dici è giusto ma non è facile. Almeno per me è stato molto difficile mantenere le giuste distanze perchè la mamma di F. ha tanti bisogni da soddisfare e nessuno a cui affidarsi. Non riesce ad accontentarsi di ciò che le puoi offrire e, subito ti incalza con richieste aggiuntive che non posso esaudire. Appena cerco di farle capire che non è possibile soddisfare tutte le sue esigenze, che deve metterci più impegno in prima persona e che deve dare tempo alle cose di sistemarsi, cade in depressione scoppiando in pianti che in realtà, non sai mai quanto siano reali o inscenati per commuovere. Forse metà e metà. A volte, sembra realmente disperata ed allora, sembra diventare meno invadente, quasi più attenta a non peggiorare ancora di più la sua situazione.
    Forse è questo il nostro limite! Vorremmo fare di più per lei (che significherebbe fare di più per il piccolo F.) ma non ci riusciamo e diventa difficile relazionarsi con lei.
    A volte si riesce a comunicare serenamente e riesci anche a darle qualche suggerimento, altre volte, puoi solo tentare di contenere i suoi lamenti e le sue veementi proteste contro le a.s. o contro le famiglie che ospitano due dei suoi figli, di cui non ha buona stima.
    Proverò ancora ad aiutarla, qusto è certo ma non so quanto ci riusicirò.

    Ciao, Sandro.

    •  
      CommentAuthorCRIS
    • CommentTime29 Sep 2008
     

    E' bello che tu ti ponga questo obiettivo, ma non sentirti sconfitto se non ci riuscirai. In fin dei conti voi vi state già occupando del bambino...è vero che il suo destino è legato a quello della mamma però....dico solo di non pretendere troppo da te stesso!

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      CommentAuthordany
    • CommentTime30 Sep 2008
     

    Aiutare i genitori biologici del bambino è forse la cosa più difficile per il servizio. Si arriva all'idea di affidamento quando si sono già provate molte strade per attivare le capacità residue nelle persone. Certom il momento in cui si effettua l'allontanamento è un momento molto forte ed un messaggio molto chiaro ai genitori. Si è dibattuto per esempio al lungo su "chi" debba operare l'allontanamento materiale del bambino, taluni ass sociali ritenevano di delegare questo compito ad altre figure (polizia, carabinieri, polizia municipale). Nel tempo mi sono fatta la convinzione che invece è proprio l'operatore di aiuto, l'assistente sociale competente del caso, che deve essere presente in un momento così delicato, assumendosene a pieno la responsabilità e rilanciando la possibilita di un aiuto sosyenuto da emozioni forti . Ovviamente il tutto va preparato con cura talvolta anche la lettura delle relazioni che poi andranno al Tribunale per i Minorenni ai genitori possono essere uno strumento utile di analisi di realtà e di intervento. E' evidente che ogni situazione va valutata, ma talvolta quando lo STATO che rappresentiamo ha il coraggio di dire alle persone "tu non sei un genitore totalmente competente", si può innescare il vero percorso di recupero. Sull'aiuto alle famiglie biologiche in generale... gli affidatari aiutano molto i genitori biologici senza rendersene spesso conto specie attraverso i modelli che il bambino in affido riporta in famiglia. Il bambino che cambia porta già un cambiamento e modifica spesso tutte le relazioni familiari. In questo momento altri aiuti, se non proprio minimali, io non sento di poterli garantire soprattutto a causa delle scarsissime risorse di cui il sociale dispone e quando parlo di risorse non parlo di beni materiali, ma di percorsi educativi, rieducativi e di aiuto che sono sempre più scarsi e sempre più affidati a professionisti precari che non garantiscono continuità dell'intervento.

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime30 Sep 2008
     

    Ciao Dany. Per la prima parte del tuo intervento sono in perfetta sintonia con te! E' importantissimo che la responsabilità se la prenda chi è coinvolto nella verifica della famiglia.
    Per la seconda parte, non metto in dubbio l'annosa carenza di risorse che abbatte drasticamente le possibilità di intervento. Purtroppo però, qualche volta temo che la realtà sia anche qualcos'altro. Troppo distante la tua denuncia di carenza di risorse con la totale assenza di qualsiasi azione di supporto alle famiglie d'origine. Non si deve assolutamente generalizzare, guai a commettere questo gravissimo errore ma, qualche a.s. credo che un pochino se lo debba battere il pugno su petto.

    Imho, Sandro.

    •  
      CommentAuthorperlanima
    • CommentTime30 Sep 2008
     

    e quindi dopo aver deciso per una soluzione che pone il genitore in un una situazione estremamente delicata, difficile sotto tutti i punti di vista, la "patata bollente" passa in mano all'afidatario e al... bambino?
    mioddio

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      CommentAuthordany
    • CommentTime30 Sep 2008
     

    .... e chi ha mai detto ciò? :face-sad:

    Ritengo però che gli aiuti istituzionali che siamo in grado di dare, molte volte sono pochi e inadeguati. E' come dare ad un ottimo chirurgo un coltello da cucina per operare:face-sad:
    Smetterei poi, scusate, di parlare delle persone come di "patate bollenti". Il bambino viene prima di tutto, (e questo anche per i servizi) ma i genitori, gli affidatari, i nonni, gli insegnanti e quanti altri sono importanti per il bambino, sono persone, con emozioni, dolori, vite facili e a volte difficili e come tale vanno chiamati e considerati.

    •  
      CommentAuthorperlanima
    • CommentTime30 Sep 2008
     

    naturalmente la patata bollente era la situazione, non la persona

  5.  

    Il problema però a volte, e come dice Sandro non facciamo l'errore di generalizzare, è quello che i servizi sociali vogliono e pretendono (giustamente) il massimo rispetto degli accordi, che ogni minima cosa venga loro riferita, che ogni cambiamento venga con loro concordato ... Ma quasi mai questo fiume di informazioni ha il doppio senso. Troppo spesso chiedono, ma non forniscono informazioni, non concordano interventi, ti mettono davanti a fatti compiuti, boicottano le tue iniziative.

    Molte le situazioni che mi sono capitate di questa natura.

    Una per tutte che sta scoppiando adesso.
    I servizi sociali ci mandano dei bambini di una famiglia perchè possiamo valutare, al di fuori del loro ambiente familiare, delle accuse di maltrattamento da parte di uno o di entrambi i genitori.
    Un mese con noi in estate.
    Durante l'anno i rapporti co la famiglia crescono e si instaura un clima di estrema fiducia nei nostri confronti.
    Avvertiamo i servizi e diciamo loro di collaborare per il bene dei bimbi.
    Certo!
    Alcuni nostri amici che avevano conosciuto i bimbi in estate e che abitano vicino alla loro città entrano in contatto con la famiglia, li vanno a trovare spesso, parlano con loro.
    Avverto i servizi. Durante l'anno mai che si siano fatti sentire, chiamavamo sempre noi per informare, senza ricevere nessun tipo di informazioni, nemmeno come si stavano muovedo ... sempre vaghi.
    Arriva la seconda estate.
    Vengo a sapere dal padre che la proposta è quella di mandare i bimbi presso altre famiglie ... un progetto nuovo (molto cretino a mio avviso): ogni 15 giorni in una famiglia diversa.
    I servizi contattano una famiglia nostra volontaria per chiedere loro se potevano prendere per un periodo i bimbi. Questi miei amici rimangono male del fatto che il servizio si fosse rivolto direttamente a loro e non a noi e decidono, anche per motivi di lavoro, di rispondere no alla loro offerta, suggerendogli di mandare i bimbi da noi. Anche il padre fa la stessa richiesta, ma i servizi rifiutano.
    Durante il secondo inverno il padre manda i bimbi spesso da noi: Natale, vacanze, Pasqua e poi in estate.
    Sappiamo dal padre che i servizi avevano fatto indagini per un anno e poi avevano smesso (immagino io: avranno pensato che in quella famiglia andasse tutto bene, altrimenti ci sarebbe stato un provvedimento o altro tipo di intervento).
    Durante un soggiorno si scopre che le violenze sono continuate.
    Facciamo pertanto segnalazione alla Procura.
    Morale? Servizi offesi perchè non abbiamo relazionato a loro!!!
    Ci hanno chiesto perchè alla Procura?
    Ed io ho risposto ... perchè in questi due anni non ci avete coinvolto o fatto sapere quale fosse il vostro progetto, in modo da coordinarci?
    E non capiva ... continuava a dire che noi avremmo dovuto avvertire loro, mentre loro non erano tenuti a coordinarsi con noi (pur sapendo che stavamo aiutando famiglia e bimbi).
    Ho troncato dicendo "per legge non sono tenuto ed ho avvertito la Procura perchè è un mio diritto/dovere farlo"

    Chiedono collaborazione, ma troppo spesso hanno atteggiamento di dire "noi siamo la verità e quello che fate voi deve essere valutato, quello che facciamo noi è senz'altro giusto".
    Premetto che sono il primo a pensare che posso sbagliare, ma per questo cerco la collaborazione dei servizi, affinchè più teste con esperienze diverse possano trovare soluzioni ottimali.
    Perchè i servizi non cercano invece il dialogo? Perchè non ti chiamano ad un tavolino per decidere insieme strategie di intervento?
    Quello che molte famiglie affidatarie mi dicono è di sentirsi usate, come contenitori. Questo è sbagliatissimo ed è uno dei motivi per il quale molte persone si allontanano dall'affifdamento.

    Quello che tu dici Dany lo capisco e sono certo che tu ed il tuo servizio fate in questo modo ed è un bene.
    Ma purtroppo molti servizi, la maggioranza, almeno per quanto riguarda la nostra esperienza diretta e indiretta attraverso le tante mail che negli anni abbiamo ricevuto (e che conservo gelosamente :face-monkey:), così non agiscono.
    Non sai quante volte mi sono sentito dire una cosa, e poi già operavano nella direzione opposta.
    Bella collaborazione!!!

    Se, come dici tu Dany, la famiglia affidataria è una risorsa, perchè escluderla?
    Le famiglie non sono mica soldatini radiocomandati!!!

    Il motivo?
    Forse che a molti servizi (magari per una politica dei comuni sul sociale) fare affidamento non è una cosa che piaccia ... specie quello fatto cone le famiglie.
    Molto più comoda una comunità dove paghi e dove alla fine decidi come meglio credi.
    Una volta che un bambino entra in una famiglia il servizio sociale si trova a dover gestire, oltre al piccolo e alla famiglia di origine, anche gli affidatari.
    Nel caso delle comunità molto di questo lavoro viene svolto dal personale delle comunità ... e comunque non c'è una famiglia da gestire, con le proprie idee e sopratutto con dei sentimenti.

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime1 Oct 2008
     

    Continuo a sostenere che non si deve generalizzare mai però, devo amaramente confermare le tue ultime parole Riccardo.
    Anzi, un'operatrice del nostro consultorio, lo ha dichiarato apertamente che nella sua struttura, sono assolutamente contrari all'affido familiare mentre prediligono principalmente gli inserimenti in comunità. I motivi li hai chiaramente descritti tu!
    Quando un bimbo finisce in comunità, per il consultorio è come se fosse andato in subappalto ad altra impresa. Quest'ultima, a fronte di un compenso (2500-3000 Euro mese cad.), si deve far carico di tutto e non esiste la possibilità di fallimento, non è contemplato.
    Ahimè! Anche questo è falso! Proprio quest'estate una Comunità di fama nazionale della mia zona, ha fallito nell'accoglienza di un bimbo affetto semplicemente da lieve ritardo ed iperattività! Sig!!! E' stato restituito come un pacco postale ai servizi del comune di provenienza con motivazione: "causa riorganizzazione della comunità, dal prossimo mese di settembre il bambino xxxyyy non può più essere accolto nella nostra struttura". Vi assicuro, non è una favola.
    Ieri sera, ho avuto l'incontro del mio gruppo affido. E' emerso chiaramente che per la mamma dei piccoli non è in atto alcuna forma di sostegno e a seguito di nostre esplicite domande, la motivazione addottata dall' a.s. è stata che la donna "non è propositiva" (?!?!?!?!?!).
    All'uscita dall'incontro, ho chiesto alle altre 5 famiglie dei fratelli di F. di parlarne ed ho proposto di unire le nostre energie per tentare di fare noi qualcosa per quella donna e spero davvero che le loro risposte affermative, portino concretamente a qualche beneficio reale per quella donna che, per quanto sbagliata, mi sta terribilmente a cuore, non meno di quanto mi sta a cuore il piccolo F.!
    Secondo voi, sto sbagliando???

    Ciao, Sandro.

  6.  

    Non stai sbagliando.
    Bisogna aiutare chiunque si possa, specie una mamma in difficoltà.

    Non esiste possibilità di fallimento per le case famiglia?
    Quanti esempi volete che vi faccia?
    S.: 9 case famiglie e 2 adozioni (una durata 2 anni ed una 10 mesi) finite male in soli 5 anni ... con noi da 5
    N.: 1 adozione e 1 casa famiglia finite male ... con noi da 2 anni
    M.: 9 case famiglia e affido durato un anno finiti male in 5 anni ... è stato con noi 4 anni per poi tornare dalla sua famiglia con la quale convive già da due anni
    A.: 5 case famiglia fallite ... con noi fino ai 18 anni ed ora con la sua famiglia di origine.
    E quanti altri .... !!!!

    •  
      CommentAuthordany
    • CommentTime1 Oct 2008
     

    Ciao Riccardo, ciao Sandro,

    le provocazioni che lanciate sono per me estremamente stuzzicanti. Mi auguro comunque che la vostra esperienza non sia solo quella che raccontate, ma che a fianco di quello che descrivete, di tanto in tanto vi sia capitato di incontrare operatori che non abbiano la verità assoluta in tasca. Se così non fosse... allora forse dopo oltre trent'anni non ho capito nulla di questa professione e del ruolo che svolgo. :face-sad:

    In ogni caso volevo fare un paio di riflessioni:
    In questi ultimi venti anni abbiamo assistito ad una crescita positiva del privato sociale in termini di preparazione, professionalità e capacità di dare risposte adeguate al mondo dell'infanzia e della sofferenza in genere. Io stessa all'inizio della mia carriera (ma parliamo della fine degli anni 70) qando dovevo effettuare un allontanamento mi rivolgevo agli istituti di suore, che pur se hanno svolto un gran ruolo fino a quegli anni nella gestione di un maternage alternativo, lasciavano la gestione giuridica e pratica del caso, la cosidetta "verità assoluta" ai servizi, al tribunale.
    Probabilmente in molti casi paghiamo ancora lo scotto di una modalità che nel tempo tanto dolore ha prodotto.
    Credo che tutti insieme noi che crediamo in una diversa modalità di lavoro, dovremmo fare lo sforzo di portare la nostra voce nei momenti formativi dei nuovi professionisti, nelle università, nei percorsi formativi di aggiornamento professionale per proporre diverse metodologie e modificare prassi talvolta incancrenite dalle vecchie abitudini, ereditate da tempi diversi, sull'attuale ruolo dei servizi sociali. Personalmente cerco di portare sempre una voce in tutte le occasioni pubbliche (e questa è una di esse) anche favorendo la formazione, attraverso il tirocinio, dei giovani colleghi. Solo così, chi non vuole lavorare in un modo diverso, si autoescluderà e forse avremo un sistema di servizi efficiente ed in grado di dare risposte.

  7.  

    Ottima proposta Dany.
    Purtroppo per me è quasi impossibile far sentire la mia voce perchè mi vedono come dall'altra parte della barricata.
    Mi è facile parlare a conferenze o sul portale ... meno facile è entrare in percorsi formativi ... specie dei servizi sociali.
    Se così fosse aggiungerei che sarebbe opportuno che ciascun assistente sociale facesse un tirocinio più partecipato di quello che fanno ... direi che non devono trattare i ragazzi come casi o cartelle ma farsi coinvolgere affettivamente ... direi che debbano pretendere contratti dove i poltici non ti mandino via solo perchè non fai il loro gioco di "meno soldi spendiamo meglio è ... quindi meno affidi possibili".

    Conosco e sono amico di una carissima assistente sociale che mi ha raccontato cose inenarrabili dove il solo scopo della maggior parte delle sue colleghe è quello del lavoro, delle ferie, dello stiamo tranquilli il più possibile ...

    Il mio percorso non è stato solo di assistenti sociali non collaborativi.
    Ma quelle con le quali si è instaurato un buon rapporto sono pochissime.
    Esempio positivo è Rozzano. Percorso che dura da 5 anni e dove c'è stato un ottimo risultato grazie alla sinergia messa in campo. Un'assistente sociel mi disse "voi e solo voi avete il peso della situazione, noi fungiamo da garanti e da aiuto, ma se voi mi dite che una cosa è in un certo modo, noi, proprio perchè abbiamo fiducia nella struttura o famiglia dove collochiamo il bambino, ci fidiamo ciecamente. Con loro abbiamo avuto anche diversità di vedute, ma sulle quali abbiamo dialogato mediando le varie posizioni.
    Un'altro servizio sociale ... una ragazza giovane giovane mi telefonava per sapere come doveva comportarsi, cosa dire alla mamma del bimbo ed insieme si decidevano le strategie da adottare guardando sia cosa fosse bene per lui, ma anche cosa valesse la pena fare per non dare appigli negativi a nessuno (politici in testa).

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      CommentAuthorsandro
    • CommentTime1 Oct 2008
     

    Purtroppo dany io non ho l'esperienza di Riccardo.
    Le mie non sono provocazioni, ma il semplice racconto di ciò che vivo personalmente. Le operatrici del consultorio che ha in carico la famiglia del mio F., hanno dimostrato una buona apertura verso l'affido familiare ma onestamente, si potrebbe fare molto di più collaborando più strettamente. Mi dispiace dirlo ma la sensazione è che non abbiano molta fiducia in noi oppure, pensano che agendo in un certo modo, escludendoci da alcune informazioni, ci tutelano da possibili guai. Io non lo trovo positivo perchè sono sicuro che insieme, potremmo fare veramente tantissime cose più di quello che già facciamo ma forse, non ci compete ed allora, sollevo le braccia al cielo.

    L'operatrice di cui parlavo, contraria all'affido familiare, è di un diverso consultorio, esattamente quello del mio territorio di residenza e, venire a sapere quelle cose, crea una certa sfiducia! Non mi posso ritenere felice di quelle affermazioni e, siccome proprio con quel consultorio stiamo per avviare un progetto di sensibilizzazione all'affido, mi domando che tipo di collaborazione potremmo mai sviluppare viste queste gravi divergenze di base.

    Per capirci, il progetto è ideato e finanziato dall'Ambito Territoriale Sociale che, ovviamente, è schierato dalla parte dei Comuni ad esso afferenti. Da anni, l'ATS sta sviluppando politiche pro-affido. Già lo scorso anno ne abbiamo realizzato uno molto importante e l'unica difficoltà che abbiamo dovuto affrontare è stata proprio la relazione con quel consultorio e solo ora capisco il perchè.

    Sono sicuro che la sola voce di un'operatrice, non è rappresentativa ma, non è nemmeno una buona base di partenza.
    Quindi, non provocazioni ma parziale delusione verso chi...

    Imho, Sandro.

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      CommentAuthorsandro
    • CommentTime2 Oct 2008
     

    ...è incredibile!
    Da quando ho capito cosa dovevo fare per sentirmi vivo ed ho intrapreso la strada della condivisione e della solidarietà umana, non fanno che capitarmi vicende sempre più grandi di me, sempre più dure ed ogni volta, ringrazio per la banale esistenza che mi è stato concesso di vivere fin'ora. Come già qualcuno di voi sa, alleno una squadra di volley femminile under 13. Ieri sera, il papà di una delle mie pupille è venuto a parlarmi per chiarire la situazione medica di sua figlia, affetta da una rarissima malattia genetica che le causa notevoli problemi alla crescita delle ossa e delle articolazioni. I medici hanno riferito che non ci sono problemi alla pratica del volley ed anzi, le potrà essere molto utile per il recupero funzionale di alcuni segmenti corporei che attualmente la penalizzano fortemente.
    Rincuorato dalle parole del papà oltretutto mio vecchio compagno di banco alle superiori, completo il discorso dicendo queste parole:
    "sono felice che non ci siano problemi per G.! Da parte mia l'aiuterò con tutte le mie energie per trovare quegli stratagemmi necessari a farle superare i limiti fisici e raggiungere al più presto le capacità tecniche delle altre anche perché G. è molto dotata fisicamente e ci può riuscire. Molto dipende da noi adulti e cioè da quanto io riuscirò ad aiutarla per fare in modo che le altre del gruppo la accettino senza condizioni ma anche da quanto voi (mi riferivo a loro, genitori di G.) riusicrete a sostenerla quando tornerà a casa offesa dalle inevitabili ingenuità o piccole cattiverie alle quali sarà sottoposta inevitabilmente. Come vedi, il gruppo è numeroso e c'è proprio ogni tipo di carattere, dall'avvocato alla nuvoletta dispersa nel cielo quindi, nello spoglaitoio, può essere detto di tutto. State sempre con le antenne alzate."

    Pensavo che tutto per G. stesse andando per il verso giusto ma non era così! Il suo papà, con gli occhi lucidi mi risponde:

    "ma perché, non lo sai? Non c'è più un NOI, ci sono solo IO! Mia moglie se n'è andata lasciandomi tutto, casa e figli."

    Credetemi, ne ho viste e sentite tante ma questa storia così improvvisa ed inaspettata, è stata come un pugno nello stomaco ed ancora oggi faccio fatica a non commuovermi al solo pensiero.
    La piccola G. mi aveva già rapito il cuore ma ora, più che mai, sento il dovere di aiutarla a vincere almeno il suo problema fisico ed a sentirsi, almeno nel nostro gruppo, una di loro, anzi, una di noi....:face-crying:

    Dur dur d'être bébé

    Ciao, Sandro