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  1.  

    Ho preferito spostare su un nuovo post la discussione proposta da Para che chiedeva
    domanda: quali sono le differenze tecniche, istituzionali tra comunità e casa famiglia. grazie mille

  2.  

    La comunità ha dimensioni più grandi della casa famiglia che, nell'intento della legge, vorrebbe avere dimensioni più familiari.
    Ma la legge si occupa di aspetti tecnici, di requisiti architettonici, di numero di educatori o di numero di ragazzi.
    Non basta un solo elemento (ad esempio il numero di ragazzi) per fare di una famiglia una casa famiglia, o di una casa famiglia una comunità.
    Occorre l'insieme di molteplici fattori, primo fra tutti avere il beneplacito di una commissione costituita ad hoc secondo parametri dalla stesse legge indicati

    La differenza tra Famiglia e casa famiglia (o comunità) è di ben altro spessore.

    La casa Famiglia risponde a dei requisiti tecnici definiti da leggi regionali.
    La famiglia non è sottoposta a nessun vincolo o indicazione di legge.
    Per la Toscana la legge che indica quali siano i parametri per essere casa famiglia è la 41 del 24/02/2005
    Ad esempio sono stabilite delle proporzioni tra educatori e Bambini; i metri quadrati per ogni stanza; un progetto educativo; il numero di bagni che una casa deve avere; che chi accudisce i bambini sia un educatore professionista.

    Parlando con una responsabile di un servizio sociale chiesi "nell'eventualità di creare una casa famiglia, posso inserirvi una coppia di amici che sta facendo un percorso di affido da oltre tre anni?" Mi hanno risposto "Si può valutare, basta che abbiano entrambi almeno la licenza di scuola media superiore"
    Chiesi allora se fosse meglio un buon papà con la terza media, oppure un'educatrice appena laureatasi con nessuna esperienza alle spalle. Mi è stato risposto che se la ragazza aveva seguito un piano di studi proposto dallo stato, era certamente migliore di qualunque papà o mamma!!!

    La differenza sostanziale è quella del cuore.
    Dedicare la vita ai ragazzi che il Signore ci ha affidato ... questa è famiglia ... sia che provengano dalla pancia, dall'adozione o dall'affido ... nessun figlio è mio o tuo o suo ... ogni figlio è in affidamento, ed ogni figlio deve essere amato, rispettato, accudito

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      CommentAuthorpara
    • CommentTime23 Sep 2008
     

    scusa riccardo ma non ho ben capito. la differenza tra comunità e casa famiglia sta nella "grandezza"? cioè più "posti" per i bambini o ragazzi?

  3.  

    Anche la grandezza.
    Sono parametri diversi. Sono pertanto richieste delle condizioni.
    Ogni regione fa leggi a sé stanti (tanto per creare maggior confusione ...).
    La Toscana, con la legge che ti ho indicato, considera alcune tipologie di strutture
    Vedi Articolo 21 della citata legge regionale toscana n.41 del 24/2/2005
    Il regolamento emanato nel marzo 2008 (la legge prevedeva 60 giorni per emanarlo!!!) indica i parametri strutturali che ogni comunità o casa famiglia deve avere

    L'articolo 22 parla di comunità di tipo familiare
    1) per un massimo di 8 maggiorenni (quasi in regime di autogestione)
    2) per un massimo di 6 bambini di varie età -- questa è la casa famiglia anche se pi non viene usato questo nome, bensì "comunità di tipo familiare"

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      CommentAuthorJamin
    • CommentTime24 Sep 2008
     

    Ciao para !
    La differenza è nel tipo di ambiente in cui viene accolto il ragazzo. Le comunità devono attenersi a certi parametri, che Riccardo ha sottolineato, e che determinano un po' l'affetto che il bambino andrà a ricevere. La legge infatti si preoccupa solo di definire il personale qualificato, la metratura delle stanze, spesso dimenticandosi della stabilità di cui hanno bisogno i bambini.
    Mi spiego meglio e porto degli esempi: tutto il personale che lavora in una comunità, come psicologi, educatori etc, è praticamente personale impiegato, che lavora a turni, spesso con contratti precari (magari mensili, semestrali etc.). Quindi i bambini vedono del personale la mattina, diverso personale la sera, ancora diverso durante la notte. Immaginiamoci poi che i contratti possono non venire rinnovati e questo comporta che un educatore sia a contatto con i bambini per un mese e se il contratto non è rinnovato, da un giorno ad altro, il bambino non lo vede più.
    Questa è completa instabilità, perché si sa, i bambini hanno bisogno di punti di riferimento costanti, di persone cui dare fiducia. Quale trauma deve subire un bambino quando al suo educatore preferito non viene rinnovato il contratto ???
    E poi, che tipo di rapporto instaura un educatore che sa che deve rimanere in una struttura per 4 ore al giorno, per 2 o 3 mesi ??
    Una casa-famiglia è invece ben altro. E tutta questa insicurezza e instabilità non esiste, perché il bambino ha sempre come punto di riferimento un babbo e una mamma con cui poter intraprendere un percorso stabile ed una vita normale. Dicevo, fare shopping, fare la spesa e tutte le cose che fanno parte della nostra quotidianità.
    Spero di esser stata chiara !

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      CommentAuthorpara
    • CommentTime24 Sep 2008
     

    chiara.grazie.

    :face-monkey: