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      CommentAuthorsandro
    • CommentTime15 Sep 2008
     

    A leggere quel che in molti hanno scritto su queste pagine, pare che il passaggio da affido ad adozione, sia una evenienza oltre che frequente, normale!
    Addirittura, sembra quasi che chi si apre all'affido, anzichè contemplare la possibilità remota che l'affido possa confluire verso un'adozione, debba necesariamente desiderare di poter adottare i bambini che accoglie; tutti e sempre.
    Ora, considerando tutte le eccezioni, tutte le sfumature dei discorsi e tutte le lacune legislative, o io provengo da una "scuola" diversa da tutti gli altri ospiti del forum, o qui qualcosa non va per il verso giusto. Oppure, la verità come al solito sta nel mezzo?

    Chiunque dovesse immaginare che ho qualcosa da dire a qualcuno, è completamente fuori strada. Questa discussione la apro proprio perchè, avendo letto con attenzione molti interventi sul forum e, riconoscendo a tutti voi che in qualche cosa tutti avevate ragione, mi si sono confuse le idee.

    Infine, ho aperto una nuova discussione in modo da non andare ad appesantire quelle già in corso e per dar modo d'intervenire solo a chi lo desidera.

    Ciao a tutti.

    Sandro.

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      CommentAuthorpiripilla
    • CommentTime16 Sep 2008
     

    Sandro, approfitto della discussione che hai iniziato per riportare una domanda che avevo fatto ad Emilia, ma che penso non abbia visto.
    La domanda era questa:
    Emilia volevo chiederti: il tuo dubbio è: non capisci perchè genitori affidatari da taaaaaanti anni non se la sentono di adottare il bambino a loro affidato? é questa la domanda?

  1.  

    Adozione e Affido sono due cose ben distinte.
    Diversi i principi che le animano e diverse le condizioni in cui si prenda una strada piuttosto che un'altra, sia da parte dei giudici, sia da parte delle famiglie che accolgono.
    Non è cosa normale che dall'affido si passi all'adozione, ma tante sono le casisitiche, tante le situazioni familiari, tanti i bambini ... ed ognuna ha una soluzione diversa del problema.
    Non ci sono libri o testi sacri o regole precise e predeterminate per sapere quale potrà essere il percorso di un bambino con problematiche familiari.
    I giudici spesso navigano a vista, tenendo logicamente di conto le leggi che esistono, ma solo come indirizzi generici, solo per una prima grossolana divisione.
    Ma poi tutto è in divenire.
    Sbaglia nel modo più assoluto chi prenda un bambino in affido pensando di poterlo poi avere in adozione.
    Ci sono le adozioni a rischio giuridico e gli affidi protetti, ovvero quei casi dove il giudice (anche per far prima e dare una più rapida tutela al minore) già in partenza ritiene che quel bambino possa andare in adozione, ma parte con l'affidamento per dare un'ultima possibilità ai genitori oppure perché ci sono forti opposizioni da parte di membri della famiglia all'adozione, ed una causa contro l'adottabilità può andare avanti anni, facendo perdere al bambino la reale e concreta possibilità di essere adottato (le famiglie vogliono bambini piccoli). Iniziando così una pratica di affido protetto, si tutela subito il bambino individuando una coppia che sia disponibile all'affido e idonea all'adozione.
    Altre casisitiche sono le adozioni in casi speciali (ragazzi che nessuno vuole, come quelli con handicap) dove l'affido può sfociare nell'adozione anche ad un single, e l'adozione in situazioni particolari (nel caso in cui, ad esempio, ci sia un legame affettivo tra bambino e madre, ma il tribunale, pur volendo mantenere il legame tra figlio e genitore, ritiene che il bambino non debba più rientrare in famiglia.
    Poi ci sono gli affidamenti sine die. Non sono descritti dalla legge, ma sono affidamenti che si protraggono nel tempo (fino alla maggiore età del ragazzo, momento in cui potrà decidere della sua vita) ... e ce ne sono tantissimi, dove il rientro in famiglia non è possibile, oppure ragazzi provenienti da adozioni fallite (che quindi sono stati dichiarati adottabili, ma che nessuno vuole più).

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      CommentAuthorCRIS
    • CommentTime16 Sep 2008
     

    si in effetti le ultime discussioni hanno contribuito a creare un pò di confusione e ti confesso che i tuoi dubbi Sandro sono venuti anche a me:face-plain:

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      CommentAuthorsoleluna*
    • CommentTime16 Sep 2008
     

    Mai come in questo momento e grazie al confronto con tutti voi e non solo, questa cosa mi è stata più chiara...la differenza tra affido e adozione e soprattutto il "vero" spirito con cui bisogna approcciarsi all'affido...
    ma noto anch'io purtroppo che non per tutti è così (e non mi riferisco strettamente a chi scrive qui, ma anche nella vita reale)...
    Per quanto mi riguarda cercherò, con tutta me stessa, di chiarire per quanto più mi è possibile, tutto ciò che, grazie a voi, ho imparato a chiunque vorrà approcciarsi con me su questo argomento...

    Il confronto è sempre crescita...sempre.

    •  
      CommentAuthoremilia
    • CommentTime16 Sep 2008 modificato
     

    op

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      CommentAuthorsandro
    • CommentTime16 Sep 2008
     

    Buon giorno a tutti e grazie per essere intervenuti.
    Incominciavo a sentirmi strano! Agli inizi dell'affido di F., ho avuto dei seri problemi perchè il piccolo, sentitosi abbandonato dalla mamma, ha avuto una reazione rabbiosa di odio e rifiuto totale tanto che, quando lo portavo agli incontri (nelle prime settimane passava la notte del sabato con la sua mamma), mi straziava il cuore perchè si stringeva al mio collo piangendo disperatamente e non era possibile in nessun modo farlo andare da sua madre. Per fortuna che le visite coincidevano con quelle dei suoi fratelli per i quali lui stravede e così, pian piano, riuscivo a calmarlo ma gli dovevo giurare che il giorno dopo sarei andato di corsa a prenderlo non oltre le 8 del mattino.
    Non vi dico quanto dolore ho provato per lui e quanto ho pianto insieme a lui, è un'esperienza che ti fa rileggere tutta la tua stessa vita dal primo all'ultimo giorno e capisci che non l'hai mai vissuta pienamente.
    Vengo al dunque.
    Da quel momento io e mia moglie, con il preziosissimo aiuto di S.(il nostro primogenito) rivelatosi veramente molto maturo ed in gamba, abbiamo iniziato ad amare F. con tutte le nostre forze ma, pensando da affidatari (almeno per quello che ci era stato insegnato), abbiamo anche lavorato per permettere giorno per giorno al bambino di rielaborare la frattura che s'era creata con la sua mamma. Tutte le sere, dopo che i bimbi s'erano addormentati, ci siedevamo al tavolo e ragionavamo sui suoi comportamenti, sulle sue reazioni ai messaggi che gli mandavamo, alle sue risposte quando lo invitavamo a telefonare alla sua mamma. Un lavoro prima nemmeno immaginato e c'è voluto tutto l'aiuto che siamo riusciti ad ottenere da amici più esperti e dalla psicologa del nostro gruppo. Abbiamo mantenuto sempre positiva l'immagine della sua mamma perchè sapevamo che era buona la probabilità del ricongiungimento; la mamma è presente e non è negativa con i figli ma solo con se stessa.
    Oggi, dopo questo grosso impegno quotidiano, siamo arrivati alla condizione ideale. F. ama noi ed ama la sua mamma ed i suoi fratelli nella stessa misura ed ha incominciato lui a chiederci di andare a trovare la sua mamma (in soli 6 mesi ha fatto un lavoro incredibile).
    Detto questo, ho iniziato a leggere certi interventi sul forum che mi hanno messo una pulce nell'orecchio ed ho cominciato a chiedermi se il nostro lavoro era quello giusto da fare fino al giorno in cui, l'a.s. che segue questa famiglia, è uscita fuori con una sua personale analisi della situazione ed ha affermato candidamente: Vedrete, queste saranno 6 belle adozioni speciali...:face-sad:

    Ora, ditemi voi! Dopo che abbiamo aiutato il piccolo F. a rielaborare tutta la sua situazione come sopra ho raccontato, mi dite come facciamo a dirgli che forse non tornerà più a casa sua?
    Io capisco tutto e mi adatto alle situazioni caso per caso ma qui parliamo di un bimbo di 6 anni che non ci capirà più niente, che forse non potrà più vedere i suoi 5 fratelli ai quali è legatissimo e che gli abbiamo permesso d'incontrare quasi tutte le settimane durante l'estate; forse non potrà vedere più la sua mamma dopo averla prima persa e poi ritrovata dentro il suo cuoricino insomma...

    Forse vi ho stancato con tutto questo sermone ma mi dite qualcosa voi? Cosa abbiamo sbagliato? Dovevamo distruggere l'immagine dei suoi genitori e dei suoi fratelli?

    Ciao e occhio a chi comincia... aspettatevi di tutto.

    Poi aggiungo: io darò battaglia e fino a che non avrò la certezza che i servizi avranno fatto tutto il possibile per aiutare la mamma di F. a ricostruirsi un futuro, non mollerò di un centimetro dal mio arrocco.

    Secondo voi è giusto così o è meglio mollare? Oggi, qual'è il vero bene da fare per F.?

    Ciao, Sandro.

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      CommentAuthorsandro
    • CommentTime16 Sep 2008
     

    Ciao Emilia.
    Io ho capito cosa intendi e lo condivido. Anche perchè, tu stessa dici che deve essere una precisa richiesta del ragazzo. L'altro giorno in sintesi io sostenevo che va bene questa cosa purchè, oltre a chiedertelo, ci sia di fatto una totale assenza dei genitori naturali poichè, secondo me, anche se sono passati 12 anni ed il ragazzo ama ancora la sua mamma, non credo sia giusto procedere ad una adozione. L'adozione, non può essere solo un gesto tecnico, ci deve essereuna vera presa in carico, un vero amore incondizionato.
    Per il resto, mi trovi in sintonia.

    Ciao, Sandro.

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      CommentAuthorpiripilla
    • CommentTime16 Sep 2008
     

    Buongiorno Emilia :face-monkey:.
    Sì avevo immaginato che non avessi visto la domanda, perchè era in mezzo a una polemica.
    Ti ho fatto quella domanda, perchè anch'io all'inizio del mio percorso nell'affido non capivo perchè affidi lunghissimi, addirittura con morte dei genitori non sfociassero in adozione nella famiglia affidataria.
    Conoscendo adesso tante storie lo capisco piuttosto bene, anche se è difficile da spiegare in un forum, per iscritto, senza conoscerci.
    Pensa a questo per esempio: metti il caso di un bimbo che tieni da quando ha 6 anni. Per anni spieghi a lui e agli altri l'affido, spieghi, racconti, parli, asciughi lacrime e raccogli dolore dei suoi incontri coi genitori. Questo è un lavoro che fai su di lui, ma anche su di te e sugli altri figli. L'amore che hai per lui è uguale uguale a quello che hai per gli altri, ma non è tuo figlio. Come raccontare, come provare a farti vedere le cose da un altro punto? Provo a partire da me, ok? L'ultimo dei miei figli è nato per adozione: tu stai facendo il percorso e sai cosa vuol dire. Il bambino che avevamo in affido è andato in adozione. Non potevamo adottarlo noi, per vari motivi che non sto a spiegare, ma naturalmente il pensiero ci è stato. Amavo e amo quel bimbo in modo che neanche puoi immaginare, ma se fossimo passati ad un'adozione, avrei dovuto fare un grande salto mentale, salto che non ho dovuto assolutamente fare quando ho adottato. E' diverso iniziare come affido a lungo termine, sine die oppure con un affido rivolto all'adozione.
    Inoltre nel caso di affidi sine die in cui comunque ci sia una relazione con la famiglia d'origine, beh se fai il tuo lavoro da affidatario, il bimbo NON ti chiederà di essere adottato. Uno dei grossi problemi dei bambini adottati, come saprai, è chiedere proprio delle origini e forse - ma vorrei il parere di un esperto - il fatto che da adulto un ragazzo ti richieda un'adozione "formale" rivela che i conti col passato non sono del tutto appianati (sempre ammesso che si possano appianare).
    Ci sono altri aspetti, ma già così rischio fraintendimenti notevoli e per gli altri sarebbe per me ancora più difficile scriverne. :face-sad:

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      CommentAuthorperlanima
    • CommentTime16 Sep 2008
     

    vorrei tornare un attimo all'intervento di Riccardo sui vari tipi di affido a famiglie o single.
    Vorrei sapere se è prevista una "terza" possibilità : 2 single , uomo e donna, che coabitano con lo scopo di fare affido.
    Grazie mille per una risposta

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      CommentAuthorpiripilla
    • CommentTime16 Sep 2008
     

    Perchè no? Immagino che il bambino verrà affidato a uno dei due...

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      CommentAuthorsandro
    • CommentTime16 Sep 2008
     

    Tenendo conto che la domanda di disponibilità all'affido, andrebbe rivolta al Trib. per i Min. del tuo territorio, quest'ultimo incaricherà i servizi sociali ad eseguire su di voi una verifica d'idoneità che non riguarda solo le persone ma anche gli ambienti ecc.. L'affido verrà probabilmente assegnato ad uno dei due single qualora dalle verifiche, i sev. soc. riterranno la vostra condizione generale favorevole all'accoglienza.
    Tutto questo per dire che nulla è scontato e molto dipende da chi compila le relazioni su di voi.
    Ccredo che tutto questo tu già lo sappia e forse, Riccardo potrà completarci il quadro con maggiori dettagli.
    Ciao.

  2.  

    Anche in questo caso non c'è un'unica possibilità.
    La disponibilità all'affido non deve essere rivolta a nessuno in particolare.
    La possibilità che un servizio sociale vi dia l'affido è data dalla fiducia nella coppia/single/famiglia che il servizio possa riporre in una determinata situazione.
    Se c'è l'ok di un servizio, anche il tribunale non oppone eccezioni, anche se in teoria potrebbe farlo.
    Nostro esempio: io e Roberta risultiamo come due single e l'affido viene fatto ad uno dei due dopo che il servizio ci ha conosciuti ed ha deciso di affidarci uno dei suoi bambini, da qui, se giudiziale, l'avallo del tribunale con un decreto.
    Altra cosa se parliamo di una struttura per minori gestita da due single.
    In questo caso si possono scegliere due strade: una struttura per minori gestita da una coppia (non necessariamente sposata, nè convivente ... un uomo e una donna che facciano da papà e da mamma ai bambini), oppure una comunità per minori vera e propria.
    Ogni regione ha una sua disciplina, ma più o meno ogni regione è allineata su standard molto simili fra loro. Per far capire meglio prendo ad esempio la nostra regione.
    Con Legge Regionale 24 febbraio 2005 n° 41 si è inteso disciplinare tutte le comunità che accolgono e tra queste quelle per minori.
    L'articolo 21 fa un elenco delle strutture ammesse ed il regolamento approvato a marzo 2008 ne indica i parametri (quanti educatori, quali stanza, la metratura ecc.).
    Più elastico per la struttura di tipo familiare, più rigido per la comunità vera e propria.

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      CommentAuthorperlanima
    • CommentTime16 Sep 2008
     

    grazie mille per le risposte, in effetti è un argomento abbastanza nuovo
    per inciso mi interessa ma non per me che purtroppo ho ormai..passato l'età