Non sei collegato (collegati)

Vanilla 1.1.2 is a product of Lussumo. More Information: Documentation, Community Support.

  1.  

    Ei..Sandro ho visto il sorriso ee..ho sorriso, dai...non sono cosi..attaccabrighe!!! è che in questo campo vi sto leggendo con attenzione...ei veramente non..
    sò un sacco di cose. ciao..non sono capace di mettere le faccine..ma ti sorrido.

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime27 Aug 2008
     

    OK! Marzia. Bene così! Le faccine sono sotto il campo testo nel quale scriviamo. Basta sceglierne una e farci click sopra. Nel tuo testo, non la vedrai ma magicamente comparirà nel forum.
    Ciao.

  2.  

    :face-devil-grin:io ci provo subito:face-smile:

    •  
      CommentAuthorperlanima
    • CommentTime27 Aug 2008
     

    bravissima!

  3.  

    Ciao a tutti...

    Ho letto attentamente e, purtroppo delle sporcizie e lucri dietro ai minori ne ero già a conoscenza, con amarezza ovviamente...

    Torno un attimo sulle adozioni internazionali...
    Lavoro con gli Enti di adozioni da qualche anno, occupandomi del pre e post adozione e ho visto molte coppie sognare, aspettare, andare in ansia, in crisi, elaborare il lutto della infertilità, elaborarlo meno, coppie entrambi entusiasta, coppie meno, motivate, stanche, ma tutte perseguivano un sogno: diventare genitori.
    Al ritorno dai paesi esteri tutti raccontavano lo stesso fenomeno: fila di bambini che alla loro vista li hanno rincorsi attaccandosi alla loro gonna o pantalone e gridando "Mama" con la speranza di essere portati via, che quei genitori fossero venuti lì per loro...
    Al di là della polemica questo mi fa pensare che quei bimbi non stanno bene in quei posti dove ci sono camerate, dove ci si deve nascondere il cibo perchè qualcuno più veloce e più furbo di te te lo può portare via lasciandoti a digiuno, dove pùò capitare di piangere per ore e nessuno ti ascolta, ti prende in braccio, ti accudisce....
    Il diritto ad una famiglia è un diritto di tutti i bambini e tutti hanno lo stesso desiderio e lo stesso bisogno...

    Ci sono anche istituti con migliori condizioni, ma pur sempre istituti con tanti bimbi e nessun genitore...

    Occupandomi dei post adozione seguo il ritorno dei bimbi con la famiglia adottiva e ho visto bimbi rinascere, imparare a parlare, essere curati per qualcosa che lì neanche sapevano cosa fosse, creare con la famiglia un legame d'amore, di fiducia, di accettazioone e accoglienza reciproca, ho visto tanti bimbi essere felici grazie all'adozione....perchè no? Perchè dovrebbe essere una cosa sbagliata???? Stiamo parlando di bambini abbandonati che a 14-16 anni vengono messi fuori istituto, perchè è sbagliato che una coppia si possa occupare di loro????
    Va bene, c'è un giro di soldi, è un business anche quello, ma se può salvare delle infanzie va bene lo stesso, no?
    Sono d'accordo che per far mangiare qualcuno bisogna insegnargli a pescare e che sia giusto fare progetti in quei paesi (e alcuni fondi degli enti dovrebbero essere destinati a questo), ma mi chiedo: nel frattempo che in quei paesi si faccia qualcosa per loro che male c'è a regalare ad un bimbo o a più bimbi (magari più o meno fortunati, non so) il loro diritto all'infanzia e alla famiglia???

    Non so se sono uscita fuori tema ma sentivo il bisogno di esprimervi questo.

    •  
      CommentAuthorperlanima
    • CommentTime27 Aug 2008
     

    e chissà, forse per i bambini conta poco il colore della pelle o il clima del paese o altre cose legate alla propria terra. Quel che conta è l'affetto di una famiglia, indipendentemente da tutti questi elementi.

  4.  

    Sono certa che siano fattori molto importanti e sarebbe bellisssimo riuscire ad evitare lo sradicamento dei minori, ma l'amore di una famiglia è fondamentale per la crescita di un bimbo...altrimenti non esisterebbe neanche l'affido e tutto il caos e la competizione che si crea tra famigliaaffidataria e famiglia d'origine...l'ideale sarebbe creare le condizioni in quei posti perchè altre famiglie si prendano cura dei loro minori, ma non è facile...sono cose troppo grandi, non impossibili certo...e allora perchè condannare qualcosa che consenta ad alcuni minori (purtroppo non a tutti) e coppie genitoriali di incontrarsi ed essere felici insieme? Non capisco....

    •  
      CommentAuthorJamin
    • CommentTime28 Aug 2008
     

    Come Cristina anch'io ho seguito la vostra discussione con attenzione e vi ringrazio molto per aver creato un dibattito costruttivo, dimostrando che anche i forum, pur con i loro difetti, possono essere spazi di approfondimento importanti. Grazie a tutti.

    Avete centrato in pieno quali siano le motivazioni che inducono a pensare che le comunità e le cooperative non siano la migliore sistemazione per un bambino in affido. Riccardo ha più volte sottolineato in questo forum la sua contrarietà al mantenimento di queste strutture, sostanzialmente per due motivi:
    Il primo è, come avete sottolineato voi stessi, il fattore economico. Purtroppo ci sono molte strutture che traggono vantaggio da questo sistema di finanziamenti.
    Il secondo punto è che, spesso, in questo tipo di strutture il bambino non è al centro dei pensieri, non essendo seguito come un bambino che vive all'interno di una famiglia. Un educatore per quanto possa essere attento alle sue esigenze, non lo sarà mai quanto lo sono una mamma ed un papà affidatari. Naturalmente, questa è anche una conseguenza del fattore economico. Un grande importantissimo problema delle strutture è, infatti, la mobilità del personale. Spesso un bambino può affezionarsi all'educatore che lo segue, dimostrando di aver consolidato un legame speciale solo con uno di loro. Che cosa succede quando l'educatore viene licenziato, oppure quando cambia lavoro? Ecco, in questo caso, il bambino perde un suo punto di riferimento da un giorno ad un altro, creando grande sgomento a livello emotivo. E' sostanzialmente una perdita.
    Come avviene per la maggioranza dei lavori in Italia, molti educatori sono infatti dei precari a tutti gli effetti. Ma questa scelta ha forti conseguenze psicologiche sui bambini. Quale stabilità si può garantire loro in questo modo ? Ognuno di noi ha bisogno di punti di riferimento stabili, come pensare che un bambino possa non averne ? Per giunta, bambini che hanno già subito degli abbandoni precedenti.
    Come potete vedere, alcuni punti di ordine economico, come quelli dei contratti, hanno un riflesso profondo sulla crescita serena di una bambino.

    Ritornando al discorso dell'adozione internazionale, credo che l'idea del "cerchiamo di sostenere i paesi di origine dei bambini" sia un'idea giusta, ma che esce un po' fuori dalla nostra portata. Tutti i bambini adottati tramite l'adozione internazionale arrivano da paesi del terzo mondo, alcuni invece da paesi in via di sviluppo. Ciò significa che, anche in questo campo, il divario fra il Nord ed il Sud del Mondo si fa sentire con prepotenza. Ed ancora una volta, anche in questo caso, è il Mondo sviluppato a pescare da questi paesi i bambini più sofferenti per strapparli ad un futuro di miseria. Anche se in questo modo non si risolve assolutamente niente. I bambini continuano a morire di fame, a crescer per le strade senza mai poter intravedere un futuro migliore.
    Ma quanto tutto questo ha a che fare con l'adozione internazionale ? Personalmente mi sembra più un problema di politica internazionale, di rapporti tra stati - quelli sfruttati e gli sfruttatori. Poco può esser fatto da noi, persone normali, per far si che questa situazione sia realmente modificata. I bambini sono i primi a risentire della povertà e del basso livello di educazione di un popolo, per questo sarebbe necessario cercare di risollevare economicamente certi paesi, per far si che meno bambini soffrano.
    Credo quindi come Cristina che per il momento, la strada dell'adozione internazionale rimanga una strada concreta per poter far qualcosa. Altra strada percorribile è invece quella dell'adozione a distanza. Forse l'unica che aiuta i bambini ad avere una vita dignitosa nel loro paese di origine. Anche se è necessario stare molto attenti alle associazioni che la propongono. Purtroppo i mascalzoni sono sempre in agguato !

    Come dicevo sono d'accordo con Cristina nel dire che l'adozione internazionale è una strada concreta. Ci sono molte famiglie con un forte desiderio di avere un figlio da amare, da coccolare, da educare e personalmente non ci trovo niente di strano nel decidere di intraprendere questa strada e nel poter mettersi in gioco il prima possibile, magari essendo disposti a fare qualche piccolo sforzo economico in più.
    Quello che però è necessario sottolineare sono le differenti aspettative che si hanno sui figli. Le adozioni fallite possono esser dovute ad una sorta di delusione che colpisce i genitori nel momento in cui si trovano a dover affrontare la vita di tutti i giorni. La poca preparazione, la mancanza di volontà, il non voler far sacrifici per portare avanti l'adozione, sono motivazioni profondamente egoistiche che inducono una famiglia ad appellarsi a quella - straziante - norma che consente di "rimandare indietro il pacco". Si sarebbero comportati così questi due genitori se il figlio fosse stato biologico ? Ed è questa la domanda che bisogna fare in sede di idoneità, è questo il caso estremo che bisogna portare come esempio...
    Cristina, puoi aiutarci a capire come sia possibile chiedere questo ad una famiglia che si presenta per avere l'idoneità ?

    •  
      CommentAuthorsoleluna*
    • CommentTime28 Aug 2008
     

    Va bene, c'è un giro di soldi, è un business anche quello, ma se può salvare delle infanzie va bene lo stesso, no?
    Sono d'accordo che per far mangiare qualcuno bisogna insegnargli a pescare e che sia giusto fare progetti in quei paesi (e alcuni fondi degli enti dovrebbero essere destinati a questo), ma mi chiedo: nel frattempo che in quei paesi si faccia qualcosa per loro che male c'è a regalare ad un bimbo o a più bimbi (magari più o meno fortunati, non so) il loro diritto all'infanzia e alla famiglia???

    sai cristina, proprio ieri leggendo tutta questa discussione e metabolizzando successivamente dentro di me le varie argomentazioni venute fuori sono giunta alla tua stessa riflessione….è vero che il business che si cela dietro a queste adozioni fa accapponare la pelle, ma se spendere 10.000 euro vuol anche dire sottrarre un bimbo da una bottega degli orrori che male c’è?
    Ricordo benissimo il racconto di una coppia di vicini di casa dei miei genitori quando adottarono un bimbo di un paese dell’est. Non so quali costi abbiano sostenuto, ma so cosa trovarono ad accoglierli presso l’orfanotrofio in cui si trovava il piccolo. Un bambino di pochi mesi, che non aveva mai visto la luce del sole tant’è che anche qui in Italia per un po’ di tempo quando aprivano le finestre non riusciva a tenere gli occhi aperti, un bambino che non era mai stato sollevato dalla culla in cui stava (lo portarono via con le piaghe sulla schiena), per non parlare degli abiti che indossava, di come gli somministravano la pappa...un bambino mai accudito in orfanotrofio perché, erano in troppi…Ricordo ancora quella testimonianza e, ancora oggi al solo pensiero, mi vengono le lacrime agli occhi...
    E ora perdonatemi...sarà immorale pensare di “comprare un bambino”, ma di fronte a tutto ciò io torno a chiedermi...che male c’è?

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime28 Aug 2008
     

    Bellissimo discorso Jamin. Lo condivido nella stragrande maggioranza. Non sono completamente in sintonia con le tue conclusioni.
    Provo a dirti le mie ragioni:
    essere genitori biologici non è per niente una garanzia di successo e, i tanti affidi, le adozioni e il ricovero in comunità e case famiglia, sono la prova dei tanti fallimenti dei genitori naturali. Fallimenti certamente non previsti dalla coppia che, altrimenti, sarebbe sicuramente ricorsa a soluzioni più drastiche per liberarsi dello "scomodo fardello".
    Per questa ragione, non ritengo utile insistere sul "Si sarebbero comportati così questi due genitori se il figlio fosse stato biologico ?" mentre concentrerei l'attenzione sulle metodiche di valutazione della coppia, sulla scarsità di personale dei servizi, sulla scarsità di sistemi di aggiornamento continuo ma anche, sull'insufficiente o inesistente lavoro di accompagnamento e preparazione della coppia. Quello che ho vissuto sulla mia pelle è stato un metodo di verifica di sicuro non perfetto poi, per gli adottivi, era sufficiente garantire la frequenza di un modesto numero d'incontri (mi sembra 3 o 4 incontri di un paio d'ore ciascuno) e l'idoneità era garantita. Per me è qui che si può lavorare tanto. Non ci si dovrebbe limitare a verificare se la coppia è "idonea" ma la si dovrebbe anche accompagnare in un lungo periodo di preparazione, di affiancamento ad altre famiglie con adozione già in corso, ecc.ecc. Questo lavoro, dovrebbe proseguire anche nei primi mesi dopo l'ingresso del minore, fino a quando la nuova famiglia, non avrà trovato la chiave per far girare il motore delle nuove relazioni interne.
    Certamente dietro ai fallimenti adottivi ci sono ragioni come quelle da te descritte ma anche altre meno prevedibili che, solo la prova diretta che si ha al momento dell'ingresso in famiglia del minore, può far emergere.
    Di questo sono convintissimo e, chiunque ha già in corso un affido o un'adozione ma mi verrebbe anche da aggiungere un figlio biologico, sa quanto sia necessario prepararsi adeguatamente e quanto sia utile avere un sostegno durante tutto il primo periodo.
    Mi piacerebbe avere un parere anche da Cristina su quanto detto. Grazie.
    Buona giornata a tutti.
    Sandro.

    •  
      CommentAuthorAlbe
    • CommentTime28 Aug 2008 modificato
     

    Jamin scrive: "Ritornando al discorso dell'adozione internazionale, credo che l'idea del "cerchiamo di sostenere i paesi di origine dei bambini" sia un'idea giusta, ma che esce un po' fuori dalla nostra portata."
    Sono totalmente in disaccordo.

    Bruciare 10000 euro o più per “salvare” un bambino “comprandolo” dalle mani di burocrati e funzionari vari alimentandone così il mercato secondo me è controproducente al massimo.

    Progetti più rispettosi ed estremamente più efficaci ce ne sono eccome.

    Personalmente oltre a quello di Mama Ursula cui ho accennato (che ha salvato già decine e decine di bambini e famiglie) ho visto bellissimi progetti fatti dai missionari italiani, dall’associazione Papa Giovanni 23° in Tanzania (ho conosciuto ragazzi volontari eccezionali)
    Progetti fatti dai Focolarini ecc. ecc. e vi assicuro che non sono assolutamente progetti “fuori dalla nostra portata”.

    Jamin scrive: "Ed ancora una volta, anche in questo caso, è il Mondo sviluppato a pescare da questi paesi i bambini più sofferenti per strapparli ad un futuro di miseria."

    I più sofferenti….

    … I bambini che ho visto abbracciati e coccolati con un amore più che materno dai volontari della Giovanni 23° in Tanzania avevano l’aids.
    Ne ho visti altri con danni permanenti dovuti alla malaria cerebrale.
    Ne ho visti molti epilettici ed uno in particolare col volto completamente sfigurato perché da piccolo era stato sottoposto ad un rito per scacciare la maledizione ed era rimasto completamente ustionato (l’epilessia è considerata una maledizione in molti paesi).
    Ne ho visto uno con l’elefantiasi ad una gamba a causa della filaria.

    Mi chiedo quante coppie con il naturale “istinto di maternità” del ricco nord sarebbero disposti ad adottare questi piccoli sofferenti.
    Ho come l’impressione che i bimbi che hanno il privilegio di volare a 10000 Km di distanza non siano i “più sofferenti” ma i più sani, i più belli , i più piccoli, quelli con meno fratelli ecc… E non è colonialismo questo? Arrivo con i miei dollaroni, scelgo la merce migliore che offre il mercato e me la porto a casa, gli altri bambini? Affari loro, io nel mucchio ho scelto il mio.

    I missionari, i volontari, le persone eccezionali capaci di vero Amore TOTALE per i bambini che ho avuto il privilegio di conoscere, quei bambini con l’aids li abbracciano, li baciano, li coccolano TUTTI. Quei bambini ritardati per la malaria li fanno giocare, gli insegnano passo passo come affrontare i mille problemi della vita, quel bimbo sfigurato facendo grandi sacrifici l’hanno portato in un ospedale “per bianchi” della capitale per fare la plastica al viso in modo che non si vergognasse più di uscire di casa e di giocare con gli altri.
    Quel bimbo con l’elefantiasi l’hanno portato a 100 visite prima di arrendersi all’impossibilità di curarlo.

    NOI ricchi Europei bruciamo 10000 euro per seguire l’ ”istinto di maternità” e scegliere la migliore merce sul mercato: quella con meno impedimenti, con meno scocciature burocratiche, con meno anni, con i più begli occhi…
    Le persone che veramente amano questi bambini sofferenti, queste persone eccezionali, devono fare i salti mortali per dare un quaderno e una penna ad ogni bambino della prima elementare, devono bussare a cento porte per trovare i soldi le dosi di vaccino per il morbillo, devono tirare ogni giorno al mercato il prezzo più basso per dare un piatto di polenta a fagioli a tutti. E con 10000 euro quanti bambini sofferenti aiuterebbero per mesi, e mesi.

    Perché le mamme e i papà di questi paesi poveri non adottano loro i propri orfani?

    Risposta: perché una mucca europea prende due euro al giorno di sovvenzioni dalla comunità europea mentre nei paesi del terzo mondo la stragrande maggioranza della popolazione vive con meno di un dollaro al giorno, ovvero meglio essere una mucca in Europa che un uomo o un bambino nel Terzo mondo.
    Non ci sono persone pronte ad adottare in questi paesi? Certo che ci sono, ma provate voi con meno di un dollaro al giorno a sfamare un’altra bocca….

    La gente povera è povera di denaro ma non di spirito e di umanità!

    Non hanno bisogno di madri e madri, hanno bisogno di migliorare le proprie condizioni materiali.
    Ho visto personalmente zie, nonne, cugini fare i salti mortali per tenere gli orfani di un parente….provateci voi con un dollaro al giorno!

    E’ gente povera di denaro ma ricchissima (spesso molta più ricca di noi) di umanità.

    Aiutarli nei loro paesi è semplicissimo: ci sono centinaia di progetti già avviati, basta informarsi, chiedere, scrivere mail e una volta sicuri della bontà del progetto AIUTARLI .
    Alimentare il mercato delle adozioni internazionali con bordate da 10000 euro a volta penso non faccia altro che aumentare l'avidità di certe persone e favorire le condizioni perché questa forma di nuovo colonialismo prosperi ed addirittura aumenti negli anni.

    (Chiedo scusa se ho offeso qualcuno)

    •  
      CommentAuthoradry67
    • CommentTime28 Aug 2008
     

    un figlio bio molto spesso viene da se;
    un figlio adottivo, o in affido, si SCEGLIE di averlo

    •  
      CommentAuthoradry67
    • CommentTime28 Aug 2008
     

    albe, molto bello quello che dici, sui vari tipi di aiuti che si possono intraprendere...
    ma un aiuto di questo tipo, non "soddisfa" la tua voglia di genitorialità!!!!

    e ripeto, una parte dei soldi spesi per l'adozione internazionale, viene utilizzata dall'ente proprio per dei progetti di aiuto al paese stesso.... dunque con l'adozione internazionale fai etrambe le cose

    •  
      CommentAuthorAlbe
    • CommentTime28 Aug 2008
     

    Adriano, apprezzo molto la tua schiettezza nell'ammettere anche nei post precedenti che la motivizione base che spinge molte (tutte?) le coppie candidate all'adozione è un egoismo "buono" e una naturale voglia di genitorialità (e ripeto che sono il primo io a capire questo desiderio naturale).

    Però allora ammettiamo che l'adozione internazionale è essenzialmente una via "comoda" per soddisfare questi legittimi desideri e NON la via maestra per salvare l'infanzia abbandonata dei paesi del terzo mondo. Ripeto altre 100 vie diverse sono molto più rispettose ed EFFICACI

    Per quanto riguarda la quota di soldi delle adozioni internazionali che dovrebbe finanziare progetti di sviluppo....spero che sia così, non ho strumenti per valutare ma nelle mie piccole esperienze africane ho avuto modo di vedere molte volte soldi donati da gente in buona fede anche a grandi organizzazioni disperdersi in mille rivoli oscuri...e alla fine al villaggetto sulle montagne non arriva nulla se non l'opera dei missionari o di pochi volontari veramente eccezionali e disinteressati di piccole organizzazioni...Spero vivamente che non sia così ovunque...

    •  
      CommentAuthoradry67
    • CommentTime28 Aug 2008
     

    Bè albe, credimi, ma di "comodo" nel percorso adottivo internazionale c'è ben poco :face-sad:
    comunque a parte questo, credo che nessuno stia sostenendo che l'adozione internazionale sia la soluzione.
    e per quanto riguarda il discorso "aiuti al paese di origine" nei patti bilaterali è scritto chiaramente (ti riporto il pezzo dell'intervista riportata da Jamin nell'apertura di questo Topic)

    Vita: La vostra presenza in Cina implicherà anche l'avvio di progetti di cooperazione. Quali?

    Teti: Li stiamo valutando con Aibi e in collaborazione con la nostra ambasciata. È possibile che i primi interventi partano dalla zona terremotata del Sichuan, che è anche una tra le più povere.

    e questo è solo un esempio, ma TUTTI gli enti hanno questo obbligo nel promuovere progetti nei paesi coi quali lavorano.

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime28 Aug 2008
     

    Ciao Albe. Quello che dici è giustissimo ma ognuno di noi deve comunque seguire la propria strada e fare ciò che sente nel cuore. Pensa, nel gruppo di famiglie affidatarie di cui faccio parte, ci sono anche alcuni single che collaborano e danno una mano concreta. Tra loro, la mia carissima amica Simona che, circa due anni fa, ha fatto una scelta di vita che mi lasciò incredulo ed ammirato! Ha abbandonato tutto, genitori, casa, lavoro, amici ed è partita come missionaria laica proprio verso la Tanzania, ed in quei luoghi si è trovata a capo di un progetto che prevedeva la realizzazione di una struttura di accoglienza per bambini. Ogni tanto, torna in Italia per cercare nuove risorse e poi torna subito in quei luoghi. Ogni volta che la incontro, mi inginocchierei ai suoi piedi per quanto la ammiro ma, lo confesso, io non ci riuscirei! Non ho tutto quel coraggio o forse, non so di averlo.
    Per questo io dico:
    - giusto cercare di fare il possibile nei luoghi d'origine
    - giusto seguire l'adozione nazionale o Internazionale, cercando di non cedere alle lusinghe del malaffare
    - giusto occuparsi di affido familiare
    In sintesi giusto fare quello che ognuno sente nel cuore a patto che... qualcosa si faccia...
    Sandro.

    •  
      CommentAuthorAlbe
    • CommentTime28 Aug 2008
     

    Sì Sandro, sono d'accordo con la tua sintesi: ognuno ha il proprio "carisma", la propria sensibilità, la propria dimensione, molti mezzi possono concorrere allo stesso scopo di aiutare i bimbi in difficoltà...(anche se permettimi di mantenere un po'di di riserve sulla internazionale...)

    Adriano: hai ragione ho sbagliato ad usare il termine "comodo" intendevo che l'internazionale sembra una via "meno tortuosa della nazionale"

    •  
      CommentAuthoradry67
    • CommentTime28 Aug 2008
     

    albe, non prenderlo come un "fare le pulci a ciò che dici", ma per come la vedo io non è corretto nemmeno questo :face-smile:

    la nazionale è più difficile in quanto i bimbi adottabili sono molto meno delle domande aperte, e se consideriamo che motli casi nella "nazionale" trattano bambini con problemi di vario tipo, situazioni difficili, ecco che allora l'adozione internazionale diventa di fatto l'unica strada possibile. ma ciò non toglie che se la nazionale va bene, ha molte meno complicazioni e sicuramente nessun costo...

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime28 Aug 2008
     

    Ciao Adry! Visto che ci siamo andati molto vicini, mi piacerebbe che qualcuno più esperto ci spiegasse meglio cos'è l'adozione nazionale a rischio giuridico e, quanto questa condizione del minore, complica o ritarda la procedura d'adozione. Ho sentito che è una clausola che andrebbe sempre accettata perchè ne è afflitto la maggior parte dei casi nel nazionale ma, nello stesso tempo, è dura da digerire perchè rende incerta l'adozione anche per molti anni e cioè fino a che non vengono chiusi tutti i carichi giudiziari pendenti (ricorsi e quant'altro).
    Vorrei sapere se quel che ho detto corrisponde al vero o, come stanno invece in realtà le cose.
    Grazie, Sandro.

    •  
      CommentAuthoradry67
    • CommentTime28 Aug 2008
     

    corrisponde tutto. non so le percentuali esatte, ma la maggior parte delle adozioni nazionali sono a rischio giuridico (e forse Cristina può essere più precisa) rischio che comporta la "precarietà" dell'adozione, perchè in effetti tale rischio dura parecchio tempo, o meglio, un tempo che difficilmente è quantificalbile.

    •  
      CommentAuthoradry67
    • CommentTime28 Aug 2008
     

    ho torvato questo articolo in internet che parla del rischio giuridico per chi fosse interessato...
    metto solo il link, è un po' lungo...

    http://www.mammeonline.net/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=308&mode=thread&order=0&thold=0

  5.  

    Ciao a tutti!
    Innanzitutto vi chiedo scusa per la mia poca presenza oggi sul forum, vi ho letto ma non sono riuscita a scrivere subito...vedo che sul rischio giuridico adry ha beccato un eloquente e chiaro articolo e lo ringrazio per questo!
    Mi complimento poi su questo dibattito molto al maschile...l'ho seguito con molto interesse e vi confesso che siamo così poco abituati a questo che sono rimasta piacevolmente colpita...bene, stupiteci così!

    Per la richiesta di Sandro sui fallimenti adottivi in effetti i fallimenti ci sono e sono per svariati motivi che vanno dalla coppia alle dinamiche conflittuali col minore in questione, dal loro passato al passato del minore...mi spiego meglio sebbene le cose da dire sono davvero moltissime...
    Condivido il discorso che hai fatto rispetto al distinguo tra figli naturali e adottivi nella "restituzione al mittente", in effetti i figli adottivi e in affido sono figli di fallimenti genitoriali e abbandoni di fatto o comunque educativi...

    Cosa può accadere che non va quando arriva un minore in famiglia?
    Di certo una forte motivazione alla genitorialità in modo sano, ovvero la voglia di completare la propria famiglia, di arrichirla, di dare amore e essere amato da qualcuno, è una buona base da cui partire, ma necessita di una buona elaborazione del proprio lutto di fertilità, una buona nonchè ottima accettazione del minore che arriverà e del suo passato, dei suoi vissuti, delle sue esigenze, dei suoi genitori (perchè spesso ci si mette in competizione con il passato del minore e con i suoi genitori naturali arrivando ad offenderli, ferendo il minore), una buona consapevolezza delle difficoltà che si incontreranno, delle possibili dinamiche, un'attenta analisi delle aspettative genitoriali con un eventuale avvicinamento delle aspettative ideali alla realtà effettiva....Nonchè una buona e fondamentale accettazione e riconoscimento del ruolo educativo, affettuoso e genitoriale da parte del minore verso i genitori adottivi...

    Condivido in pieno che la coppia vada seguita prima, durante e dopo, anzi soprattutto dopo, perchè prima lavori sulle motivazioni, le aspettative, sull'informazione, sulla realtà che si potrebbe verificare, ma dopo, con l'arrivo del minore, si lavora sul serio sul sistema familiare nuovo creatosi, sulla dinamiche, sulle difficoltà, sul riconoscimento, ansie, paure...la difficoltà più grande è chiedere aiuto in tempo....
    A volte i figli (sia bio che di pancia) hanno delle cose per la testa, dentro di loro, che non sono facili da comprendere all'adulto e, a maggior ragione, quando c'è un passato sconosciuto alle spalle come nei figli adottivi possono crearsi una serie di incomprensioni, fraintendimenti, innescarsi di dinamiche conflittuali...

    Es. bimbo adottato, dopo 1 anno va con la madre ad una festa piena di bimbi e piange disperatamente tutto il tempo attaccato alla madre adottiva, fa la pipì a letto la notte ecc...il bimbo aveva rivissuto il suo passato all'istituto (con il vedere tutti quei bimbi insieme) e temeva un altro abbandono...

    ES. Bimba adottata per i primi tempi dava sempre schiaffi alla madre adottiva...dopo un percorso di aiuto emerge che la bimba rivedeva in lei la madre naturale che la picchiava e maltrattava...
    Se questa madre non si fosse fatta aiutare avrebbe iniziato a serbare rabbia e rancore per questa bimba che non la accettava e la scansava e si sarebbe dato il via a dinamiche conflittuali che avrebbero portato ad un potenziale fallimento adottivo....

    Non è facile che si crei sempre sintonia tra le persone, ognuno col proprio passato, i propri vissuti...grandi e piccini, anche se molto dipende dagli adulti...hanno più strumenti (ma non sempre...)
    Molte coppie sanno che ci sono gli psicologi sia all'Ente sia al consultorio ma non sempre ci vanno...non sempre si chiede aiuto in tempo e a volte si ricorre all'aiuto dell'esperto quando il vaso si è rotto irreparabilmente....
    Quando quel rapporto che doveva essere genitori-figli è diventato un contenitore di rancori, rabbia, dolore, rimorsi, pentimenti, paure e...tristezza....:face-crying:

    •  
      CommentAuthorJamin
    • CommentTime29 Aug 2008
     

    Ho trovato molti spunti interessanti nei vostri messaggi e vorrei rispondere uno per uno.

    Per prima cosa a Soleluna che dice: "è vero che il business che si cela dietro a queste adozioni fa accapponare la pelle, ma se spendere 10.000 euro vuol anche dire sottrarre un bimbo da una bottega degli orrori che male c’è?"

    Come avevo già detto, sono completamente d'accordo sul fatto che l'adozione rimanga comunque una via per poter aiutare bambini, ma purtroppo questo non serve per nascondere la mia indignazione di fronte ad un costo così alto. 10.000 euro sono una barriera veramente alta per chi vuole percorrere questa strada. E' vero che una parte di questi soldi è dedicata a progetti di cooperazione, ma questo peso, forse, non sarebbe meglio farlo ricadere su tutta la collettività piuttosto che solo sulla persona che si fa avanti per far qualcosa di concreto? Purtroppo ci sono famiglie con tantissima voglia di genitorialità che rimangono completamente tagliate fuori da questi programmi solo perché non ce la fanno a sostenere una spesa del genere. E questo lo trovo profondamente ingiusto.

    Per Sandro.
    E' vero. L'affido è la prova che ci sono genitori naturali che hanno fallito completamente nel proprio ruolo di educatori nei confronti dei figli. Ma siamo proprio sicuri che sia così ? Purtroppo penso che ci sia una differenza fondamentale, ed è questa. Nessuna persona viene valutata e poi dichiarata idonea per concepire dei figli. Quindi spesso, purtroppo, i genitori biologici dei bambini dati in affidamento falliscono il loro ruolo di genitorialità perché sono semplicemente malati, disperati e, in poche parole, non in grado di poter garantire ai figli ciò che è loro necessario. Ma questo non significa che esista una volontarietà nel rinunciare al loro incarico, non significa che non amino i loro figli più di ogni altra cosa al mondo. E forse lotterebbero anche per poter avere i propri figli con sé.
    E questo differenzia l'abbandono, che è invece atto volontario, che è invece rinuncia. Questo intendevo dire.
    Naturalmente ci sono casi in cui c'è un totale fallimento della genitorialità, ma chi sceglie di avere un figlio, chi sceglie di intraprendere il percorso dell'affido deve assolutamente tenere in conto che la rinuncia, anche se consentita, non dovrebbe essere mai una opzione. Perché, se si era partiti con l'idea di aiutare un bambino, in questo modo si finisce totalmente per distruggerlo.
    Sono comunque totalmente d'accordo con te quando dici che c'è bisogno di supporto. Prima, durante e dopo. E soprattutto dopo, quando si incontrano le prime difficoltà. Però conosco anche persone, come Marzia ad esempio, che guardando negli occhi il bambino, mai si sarebbe sognata di lasciarlo di nuovo per strada, nonostante le difficoltà, nonostante il sostegno non ricevuto.
    Il tema è delicato e capisco che possano esistere degli abbandoni, capisco che ci sono situazioni difficili e non tutti siamo in grado di affrontare gli stessi problemi con la stessa determinazione. Però è necessario riflettere e capire perché ci si metta in gioco e fare di tutto perché le circostanze che portano ad un rifiuto volontario siano evitate il più possibile.

    Per Albe.
    Sono completamente d'accordo con te e credo che anche tu sia sulla mia stessa lunghezza d'onda alla fine. Questa era la frase incriminata (incriminata si fa per dire eh!):
    "Ritornando al discorso dell'adozione internazionale, credo che l'idea del "cerchiamo di sostenere i paesi di origine dei bambini" sia un'idea giusta, ma che esce un po' fuori dalla nostra portata".

    I progetti che tu citi sono nobilissimi, così come lo sono le persone che decidono di mollare i loro agi per mettersi veramente a disposizione degli altri, cercando di sollevare l'infanzia e l'adolescenza di certi bambini, permettendo addirittura una prospettiva di vita che altrimenti non avrebbero mai avuto. Ci sono molti progetti importanti e come tali anch'io affermo con forza che vadano sostenuti.
    Mi dirai: "quindi ti esprimevi male dicendo che sono fuori dalla nostra portata!". Diciamo che questi progetti sono qualcosa di concreto e di importante cui noi possiamo prendere parte direttamente. E' possibile toccarli con mano e vedere bambini sorridenti, vedere bambini gravemente malati, sfigurati, malformati avere qualcuno al loro fianco che li segua costantemente.
    Quello che però mi chiedo è questo: cosa accade a questi bambini una volta diventati adulti ? E a loro volta che cosa accade ai loro figli ???

    So che bisogna affrontare un problema per volta, ma per risolvere una situazione bisogna che l'intera catena funzioni alla perfezione. Appena un anello si rompe, a mio avviso, tutti gli altri saltano. C'è bisogno di un intervento, serio, politico. Per questo ho detto "fuori dalla nostra portata". Le vere ingiustizie sono il non poter permettere alle mucche di produrre latte, il vivere con meno di un dollaro al giorno. Sono questi i problemi profondi da risolvere. E finché questi problemi non saranno risolti non ci sarà volontario e struttura che possano cambiare il mondo e le sorti di questi bambini, che una volta diventati adulti si troveranno in paese così povero da dover far ripercorrere ai loro figli la stesso iter.
    Hai sollevato problemi che poco hanno a che vedere con l'adozione, ma che ne sono strettamente collegati. E a questi temi se ne collegano altri come l'acqua, come il Sudan, come l'inquinamento...è un vero e proprio colonialismo. Ed io intendevo proprio questo quando dicevo "Ed ancora una volta, anche in questo caso, è il Mondo sviluppato a pescare da questi paesi i bambini più sofferenti per strapparli ad un futuro di miseria".
    Ed è questa la vera ingiustizia, ed è questo il vero problema da risolvere. Con questo non voglio dire che le strutture e i volontari siano completamente inutili, anzi. Sono l'unico raggio di sole in questo ingiusto sistema. Ma il loro intervento non è sufficiente per cambiare l'ordine delle cose. Le allevia soltanto e solo per qualche bambino fortunato, che si trova a vivere nei dintorni della struttura. Sono consapevole però che lo sforzo sia enorme e apprezzabilissimo.
    Ma non credo sia ragionevole pensare che se anche nel futuro i paesi più poveri fossero completamenti coperti da questo tipo di comunità, le cose andrebbero meglio. Come sentirsi sollevati se allo stesso tempo le persone continuano a vivere con meno di 1 dollaro al giorno? Perché è la povertà che porta all'abbandono, l'affetto non manca sicuramente. Purtroppo per il momento, non conosco alcun modo per riuscire a contrastare praticamente le multinazionali e i governi che hanno centinaia e centinaia di interessi nei paesi più poveri e che vogliono continuare a vivere in questo sistema.

    Spero Albe di essermi spiegata bene. Credimi sono molto sensibile a queste tematiche, ma credo che ci siano posti dove le persone comuni non possano arrivare. Per questo sostengo che certi problemi sono fuori dalla nostra portata.

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime29 Aug 2008
     

    Grazie Cristina per le tue illuminate spiegazioni. Un pò mi dispiace sentire che è inconsueto che, ad affrontare certi argomenti siano i maschietti ma, allo stesso tempo, la cosa m'inorgoglisce...:face-devil-grin:
    Le ultime quattro righe del tuo intervento, dicono tante cose, le stesse che mi spingono a fronteggiare, per quanto mi riesce, gli attacchi che spesso vengono rivolti al personale dei serv. sociali. Non dico che tutto funzioni a meraviglia ma, è assolutamente necessario recuperare fiducia nei servizi sociali e collaborare per aiutarli ad essere sempre migliori. Come può una famiglia in difficoltà chiedere aiuto se si è creato quel terribile alone d'insofferenza e di sfiducia che serpeggia spesso anche in questo forum? Proprio difficile riuscirci!!!

    Per Jamin:
    Grazie anche a te per il tuo intervento! Non desidero risponderti perchè direi le tue stesse parole però, un piccolo dettaglio credo vada approfondito. Forse sembrerà un paradosso ma per me è peggiore il fallimento dei genitori naturali che non quello degli adottivi. I genitori naturali perlomeno alle nostre latitudini, hanno notevoli vantaggi: scelgono consapevolmente se e quando avere un figlio; possono valutarne le condizioni di salute durante tutta la gestazione e, all'occorrenza decidere per l'interruzione; hanno tutto il tempo per prepararsi all'arrivo; imparano piano piano a desiderare ed amare proprio quel bambino; spesso aiuta anche a rinsaldare unioni traballanti (anche se può capitare anche l'esatto opposto); preparano il guardaroba, il fasciatoio, la culla, il passeggino, persino il fiocco del colore giusto da mettere all'ingresso. In sintesi, è un lento avvicinamento che consente alla coppia di sperimentare tutta una serie di emozioni istintive e meravigliose che avviano al passaggio da coniugi a genitori con grande gradualità.
    Per gli adottivi, le cose sono decisamente diverse. In primis, la tragedia da smaltire dell'impossibilità a procreare (prima batosta psicologica per la coppia); lunghi ed estenuanti tempi di attesa per la valutazione d'idoneità; grande affanno nei paesi d'origine per assolvere alle procedure burocratiche. Ma, sprattutto, l'arrivo del bambino in casa. E' come un interruttore! Prima solo lo immaginavi ed ora... c'è! Ma chi è questo esserino? Cosa porta nel suo bagaglio? Capisce la mia lingua? Cosa e come ha vissuto prima di arrivare qui?

    In sintesi, da una parte la gioia di infinite certezze, dall'altra, una vera incognita.
    Chi può garantire che si crei la giusta affinità? Che nasca quell'amore indissolubile che dovrebbe legare ogni figlio ai propri genitori? Potrei aggiungere tante altre cose ma so che le conosci anche tu.
    Concludo dicendo che un fallimento in questi discorsi è sempre una cosa terribile ma, ci sono e ci saranno sempre! Non serve a nulla capire a chi attribuire la colpa mentre è necessario lavorare per cercare di contenerne il numero ed anche i questo la pensiamo alla stessa maniera. Ciao

    Sandro.

    •  
      CommentAuthorJamin
    • CommentTime29 Aug 2008
     

    Sandro è vero. Ma purtroppo i genitori naturali che poi vedono togliersi un figlio dagli assistenti sociali sono persone che hanno bisogno di aiuto. E non credo che (sicuramente non tutti) abbiamo mai avuto il privilegio di preparare il guadaroba, il fasciatoio etc. Ci sono spesso condizioni economiche disastrose dietro queste famiglie e anche una scarsa educazione. Come dice Riccardo, sono bambini non aiutati che diventati adulti conducono una vita ai margini...cosa considerare peggio allora ?

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime29 Aug 2008
     

    E' si Jamin! Hai proprio ragione!
    Sai cos'è che anima i miei pensieri? La consapevolezza che di insuccessi ne ho visti molti e non mi è mai capitato di incontrarne uno in cui, i genitori adottivi, facevano i capricci! Ho visto sempre grandi difficoltà, grandi solitudini, grandi sofferenze tali da impedirmi di formulare qualsiasi giudizio.
    In questi giorni ne ho incontrati 3 e sono tutt'ora in evoluzione. Bè, è una delle poche situazioni che non auguro a nessuno. pensa che uno dei tre è il fallimento di una comunità! Ne ho già parlato nel forum. Pazzesco, una comunità che fallisce un affidamento...:face-crying:
    A presto.
    Sandro.

    •  
      CommentAuthorCRIS
    • CommentTime29 Aug 2008
     

    Mi sembra un pò semplicistico dire "I genitori naturali perlomeno alle nostre latitudini, hanno notevoli vantaggi: scelgono consapevolmente se e quando avere un figlio; possono valutarne le condizioni di salute durante tutta la gestazione e, all'occorrenza decidere per l'interruzione; hanno tutto il tempo per prepararsi all'arrivo;" non vorrei ora parlare dell'aborto, perchè non mi sembra la sede adatta e non sono in grado di dare percentuali o statistiche, ma credo che una bella fetta di bambini messi alla luce "alle nostre latitudini" non siano proprio programmati, e vengano tenuti fondamentalmente perchè non si vuole ricorrere all'interruzione. Un esempio sono le ragazzine, le tante ragazze-madri, i bimbi concepiti in relazioni occasionali, i casi di famiglie povere...e da dove vengono i bambini dati in affido se non da queste donne? Non vengono sicuramente da donne che preparano con cura corredino e fasciatoio!Queste donne spesso rischiano di mettere al mondo il bimbo, perchè non se la sentono di abortire o perchè sono decorsi i tempi per farlo. Così credo, può essere che sbaglio però...

    •  
      CommentAuthorperlanima
    • CommentTime29 Aug 2008
     

    credo che parlando di interuzione si facesse riferimento allo stato di salute del bambino per cui la legge prevede la possibilità di interruzione. Forse non ricordo bene ma non credo sia messo in discussione l'aborto sula base della scelta o meno della madre.

    •  
      CommentAuthorCRIS
    • CommentTime29 Aug 2008
     

    Può essere che Sandro si riferisse a quello, ma resta il fatto comunque che non tutti i figli venuti al mondo sono desiderati e tanto meno programmati. Forse accettati si ,ma questo è un altro paio di maniche. Se pensiamo alle teen agers di oggi, quante sono quelle che affrontano la sessualità responsabilmente ? Credo poche.

    •  
      CommentAuthoradry67
    • CommentTime29 Aug 2008
     

    ma non credo che sandro volesse dire che tutti i figli venuti al mondo a queste latitudini siano voluti e desiderati, ma sicuramente mettere a confronto le diverse modalità di arrivo, una che ti da il tempo di prepararti (anche a volergli bene), più o meno 7-8 mesi, l'altra che da un giorno all'altro, pufff, eccolo li..

    •  
      CommentAuthorCRIS
    • CommentTime29 Aug 2008
     

    Probabile....

    •  
      CommentAuthorsoleluna*
    • CommentTime29 Aug 2008
     

    oddio...non credo che chi fa domanda di adozione non abbia il tempo di prepararsi. Da quando uno decide e fa domanda passano altro che 7-8 mesi prima di avere un bambino....ma forse non ho capito il discorso di attesa-preparazione

    •  
      CommentAuthoradry67
    • CommentTime29 Aug 2008
     

    soleluna... mentra aspetti, fai domanda, l'iter, l'attesa seguente, è tutto aleatorio, non focalizzi i pensieri su un determinato bambino... non hai i mesi di preparazione, la pancia che cresce come nel diventare genitori naturali insomma... è un modo diverso sicuramente... ma l'amore che nasce al primo incontro, è qualcosa di strepitoso :face-smile:

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime29 Aug 2008
     

    Perdonatemi, ora non ho tempo per trattenermi ma, mi sorprende che su questo argomento mi capisca di più un maschio rispetto alle donne!:face-devil-grin: In fondo nel pancione lo avete voi e credo che la differenza sia veramente notevole. Scusatemi ma devo andare. prometto di tornare a dare maggiori spiegazioni.
    P.S.: Da papà anche biologico, vi assicuro che non potrò mai dimenticare i calci che il mio S. mi tirava ogni volta che accarezzavo il pancione di mia moglie...
    Ciao, Sandro.

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime30 Aug 2008
     

    Per Cris:

    La tua osservazione sui privilegi dei genitori naturali è pertinente ma forse, hai esaminato solo la scorza di un discorso ben più profondo. La mia intenzione era quella di focalizzare l'attenzione sul drastico ed aggiungerei improvviso cambiamento che colpisce la famiglia adottiva al ritorno dai paesi esteri. Non credo che possa essere paragonata ad una nascita naturale. Una gravidanza, anche se non desiderata e qui aggiungi tutte gli esempi che hai citato nel tuo intervento, consente alla mamma di aspettare il nascituro, le consente di parlarci, di sentirlo, di abituarsi a lui gorno per giorno, per tutta la durata della gestazione.
    Infine, visto che sostenevo sopra che per me è peggiore un fallimento di una famiglia naturale che non quello di una adottiva, aggiungo:
    l'istinto materno che ha la possibilità di nascere e crescere fin dal concepimento (indipendentemente dalle condizioni dei genitori), dovrebbe indurre nei genitori naturali, un amore indistruttibile ed invece a volte non è così.
    Ciao, Sandro.

    •  
      CommentAuthorJamin
    • CommentTime30 Aug 2008
     

    "l'istinto materno che ha la possibilità di nascere e crescere fin dal concepimento (indipendentemente dalle condizioni dei genitori), dovrebbe indurre nei genitori naturali, un amore indistruttibile ed invece a volte non è così".

    Purtroppo Sandro è verissimo quello che dici. Ma io sono convinta che le persone che fanno male ai propri figli sono persone malate, che non hanno una coscienza critica. Con questo non voglio giustificarli, ma voglio dire che anche il concepimento è avvenuto con le stesse condizioni di disagio, mentale o sociale. E certe volte è veramente difficile pensare che una gravidanza possa cambiarle.

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime30 Aug 2008
     

    OK! Togliamo di mezzo l'infelice confronto tra le due tipologie di fallimento. In fondo non è nemmeno giusto confrontarle perchè sempre di fallimento si parla quindi...
    Sono riuscito almeno a far capire quanto è duro per un adottivo partire da zero con un bambino di cui si sa pochissimo e che magari nemmeno ci capisce perche parla un'altra lingua ecc. ecc. ? Pensiamo anche al bambino! Mica è così scontato che immediatamente riesca a trovare empatia con i nuovi genitori!
    Per quanto mi piacerebbe che si azzerassero totalmente i fallimenti, vista la qualità del supporto che mediamente viene erogata agli adottivi, e viste le citate difficoltà, quel 3 % di insuccessi credo sarà duro farlo diminuire se non si cambia qualcosa nella gestione complessiva del processo.
    In sintesi era questo che volevo sottolineare! Ci sono riuscito???:face-smile:
    Ciao.

    •  
      CommentAuthorsandro
    • CommentTime30 Aug 2008 modificato
     

    Ciao Cris. Riporto qui il tuo commento:

    CommentAuthorCRIS CommentTime2 ore fa

    Io Sandro forse sono andata fuori argomento, infatti non volevo paragonare i due tipi di fallimento, anche perchè non mi permetto di giudicare chi fallisce , volevo solo puntualizzare che non sempre concepire un figlio e portare a termine la gravidanza vuol dire desiderarlo e sentirlo come figlio da amare. Tutto qui. Tanto è vero che i bimbi che noi prendiamo in affido , probabilmente tanto amati e desiderati non sono stati. Dico spesso, non sempre!
    BUON SABATO ATUTTI

    Si Cris! E' così! Anche se io credo che molte di queste mamme (per me quasi tutte in verità), a modo loro, un modo che noi non riusciamo nemmeno a concepire, amano i propri figli tanto quanto noi. Molte di loro, specialmente quelle provenienti da alcuni paesi dell'Europa dell'Est (parlo anche di paesi comunitari) ma anche da Africa, America del sud ecc., portano nel proprio bagaglio culturale, tradizioni educative che per noi sarebbero atroci violenze anche fisiche (come stare in ginocchio sui ceci, che,se non abbiamo già dimenticato, erano metodi in uso anche in Italia fino qualche decennio fa e chissà che non ci sia ancora qualche angolino sperduto del nostro stivale in cui ancora...) . Per loro però, quella è la normalità, ed è compito nostro aiutarle a capire che sono abitudini sbagliate. Sono abbastanza sicuro di quel che dico perchè è la realtà di F. il bimbo che ho accolto. Lui viene dalla Romania anche se da papà Italiano e la sua mamma (l'unica ad aver conservato la potestà), pur adottando per sua cultura i metodi sopra descritti che ce la fanno vedere quasi come un piccolo mostro, ama i suoi figli in modo viscerale e, ancora di più, i suoi figli, nonostante tutto quello che hanno vissuto, amano e cercano la loro mamma in un modo semplicemente commovente.

    A parte le persone affete da particolari patologie mentali (per me casi molto rari), credo che la maggioranza dei genitori ai quali vengono allontanati i figli, a modo loro, magari un modo sbagliato, amano normalmente e come chiunque altro, i propri cuccioli.

    Buona giornata anche a te Cris.

    •  
      CommentAuthorcricchia
    • CommentTime7 Sep 2008
     

    Riporto un attimo il topic sul tema adozioni internazionali (AI).
    Come già detto in realtà le restituzioni sono un fenomeno che si attesta intorno al 2% (sempre altissimo visto che grave sulla pelle di un minore ma lontano da altri dati segnalati). Certo, non ci sono numeri per poterlo paragonare al fenomeno della restituzione del figlio biologico, ma credo che ne uscirebbe "vincente"quest'ultimo :face-plain:
    Poi, la cifra media per un AI è di circa 15.000 euro, comprensivo di vitto ed alloggio nel paese straniero. Sempre altissima ma più accettabile (ec omunque al di fuori della portata di molti :face-sad:). Inoltre non posso non segnalarvi che esiste un ente che fa tutto gratuitamente: le Missionarie della Carità (lper chi interessato andate su www.cercounbimbo.net e fate cerca). A volte si occupano loro anche di portare i bambini in Italia.
    Inoltre non esistono costi occulti all'interno dei 15.000 di cui sopra. Nella cifra sono presenti costi per documenti, interpretariato, mantenimento del bambino dal momento dell'abbinamento al momento dell'entrata in Italia, fondi per lavori di sviluppo nel paese di provenienza del bambino, etc....
    Poi, purtroppo, ci sono enti che non lavorano come dovrebbero, per usare parole leggere, ma li troviamo in tutti i campi.
    Per questo credo che sia il caso di non usare più l'espressione "comprare un bambino".
    Inoltre, fermo restando che sono completamente d'accordo sulla necessità di operare anche in loco per sanare il problema alla base, non vedo perchè si debba marchiare l'AI come atto esecrabile e vile. Se pensiamo che sia meglio lasciare i bambini in una comunità nel loro paese al posto di dare loro una famiglia, allora perchè vogliamo fare i genitori affidatari? Per i bambini residenti in altro paese è meglio una comunità mentre per i bambini residenti nel nostro paese è meglio l'amore di due genitori?
    Altri hanno già sottolineato che in realtà queste comunità non sono dei piccoli angoli di paradiso in cui i bambini vivone felici accuditi dalle loro nannies: Infatti tutti i bimbi che arrivano in Italia presentano leggeri ritardi sia cognitivi che motori, segno chiaro che forse manca l'amore costante di due genitori. Ad esempio, dall'Africa e dal Vietnam arrivano bambini piccolissimi. E questo non solo perchè sono i più "appetibili" ma perchè lasciati nel loro paese difficilmente supererebbero i 5 anni di vita......

    Poi se volete possiamo aprire anche un dibattito sul perchè nessuno voglia i bambini con problemi in aodzione, ma questa è altra cosa.....

    Jamin, non sapevo che l'Italia avesse aperto alle adozini in Cina. Grazie per l'info. Ero rimasta a quetso documento; http://www.cifaong.it/dwd/CEA-27marzo2008.pdf

    •  
      CommentAuthoradry67
    • CommentTime9 Sep 2008
     

    ciao cricchia... grazie delle informazioni che hai riportato....

    mi piacerebbe si approfondire "il perchè nessuno voglia bambini con problemi in adozione".... se ti va...

    •  
      CommentAuthorcricchia
    • CommentTime9 Sep 2008
     

    Discorso lungo Adry. Passo a domani, oggi mi manca il tempo. Ma intanto puoi iniziare tu, che il problema te lo sei posto qualche anno fa in prima persona :face-smile: