Non sei collegato (collegati)

Vanilla 1.1.2 is a product of Lussumo. More Information: Documentation, Community Support.

    •  
      CommentAuthordany
    • CommentTime17 Jun 2008
     

    Anna, 17 anni, proviene da un paese dell'Europa dell'est, arriva in Italia con un’amica di 19 anni ed un italiano ultracinquantenne, fidanzato di quest’ultima.
    Anna ha i genitori separati, vive con la madre ed un fratello di 23 anni. Racconta alla madre che verrà in Italia per cercare lavoro, ha terminato una scuola professionale ed è specializzata in una attività artigianale.
    Due giorni dopo il suo arrivo in Italia una donna che vive in campagna chiama i Carabinieri asserendo di aver trovato nel suo fienile una giovane donna che le stava rubando le galline. All’arrivo della pattuglia la ragazza risulta particolarmente impaurita e si comprende subito che ha bisogno di assistenza.
    La ragazza racconta di essere stata prelevata da due persone davanti all’albergo in cui soggiornava con l’amica ed il fidanzato di quest’ultima e di essere stata picchiata e violentata dai due. E’ riuscita poi a scappare chiudendosi nell’auto degli aggressori ed ha tentato di fuggire dopo una serrata colluttazione. Non sapendo però guidare è finita violentemente contro un albero mentre gli aggressori si sono dati alla fuga.
    Si è nascosta nel fienile e da lì li ha sentiti tornare per cercarla e tentare di recuperare l’auto. In effetti, a poca distanza, viene rinvenuta l’auto incidentata e visibili segni sul terreno di un tentativo di traino della stessa. I carabinieri dispongono l’accompagnamento della ragazza in ospedale per la dovuta refertazione e contestualmente avvisano il servizio sociale di riferimento.

    Gli accertamenti svolti dai Carabinieri
    Gli inquirenti pongono sotto sequestro l’autovettura ritrovata. Al suo interno rinvengono un cellulare che la ragazza dichiara essere suo. Nell’auto viene inoltre ritrovata una sacca non riconosciuta da Anna come sua, contenente indumenti femminili, effetti personali, trucchi e documenti relativi ad altre donne straniere. La giovane non è in grado di fornire informazioni circa il luogo in cui si trova l’amica e il fidanzato di questa, in quanto da troppo poco tempo in Italia. Fornisce comunque una descrizione dei luoghi e gli inquirenti individuano l’albergo, rintracciando l’uomo e l’altra ragazza appena maggiorenne, i quali asseriscono di aver pensato che Anna si fosse allontanata di sua spontanea volontà.
    Dall’albergo vengono prelevati gli effetti personali di Anna, il suo passaporto che conferma la sua identità e la data di arrivo in Italia.

    L’intervento ospedaliero
    L’ospedale esegue tutti gli accertamenti medico legali del caso e viene rilasciata refertazione che prevede sette giorni di prognosi.

    L’intervento del servizio sociale
    L’assistente sociale accompagna la minore durante l’espletamento di tutto l’iter medico legale in ospedale e con lei prova, durante le attese tra un esame e l’altro, a ricostruire un minimo di storia passata e recente della giovane, nonché a strutturare un rapporto di fiducia fondamentale per la messa a fuoco di una relazione di aiuto. La sostiene durante il delicato percorso creando le condizioni rassicuranti per il prosieguo degli interventi.
    Nel pomeriggio si pone alla ricerca di una struttura del privato sociale per un collocamento urgente, presenta il caso alla struttura e dispone gli adempimenti amministrativi.

    L’intervento del privato sociale
    La casa di accoglienza contattata dal servizio sociale, gestita da un ente del privato sociale, si predispone all’accoglienza della giovane fornendole la prima assistenza, procura abiti puliti ed accoglie la ragazza con calore e professionalità, ponendosi in posizione di osservazione e di ascolto.

    Continua la narrazione
    Dopo qualche giorno di permanenza in ambiente protetto Anna dice di aver raccontato solo una parte della verità e di avere bisogno di raccontare tutta la sua storia. Sua madre aveva subaffittato una stanza all’italiano che poi si era fidanzato con la sua amica e lui stesso le aveva convinte a venire con lui in Italia provvedendo alla richiesta dei passaporti con permesso turistico. Aveva promesso all’amica un grande amore e a lei qualche mese di lavoro come prostituta con alcune sue amiche italiane e poi il ritorno a casa con i soldi accumulati. Non avendo però trovato disponibilità nei contatti per la prostituzione (la ragazza è minorenne ed inesperta) fin dalla prima sera, l’ha accompagnata sulla strada, lasciandola insieme ad altre prostitute, in un luogo che Anna non ha saputo mai indicare con precisione. La prima notte ha avuto dei clienti e la notte successiva è avvenuta l’aggressione. Il resto della storia raccontata da Anna agli inquirenti è vera fino al suo ritrovamento.

    Davanti a tali dichiarazioni rese spontaneamente dalla ragazza presso la stazione dei Carabinieri, con gli abusanti ancora liberi che casualmente incontrano Anna per strada con un educatore, si ritiene necessario allontanare la minore dal luogo di prima accoglienza e trovarle una collocazione più sicura. Sostenuta in tale necessario cambiamento da quanti coinvolti, servizi sociali, educatori, carabinieri, la ragazza accetta il cambiamento e viene collocata in un’altra struttura lontana dal territorio dove si sono svolti i fatti. Continuano le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica ed Anna si reca accompagnata dai Carabinieri e dall’assistente sociale presso l’ufficio del procuratore, dove racconta, con comprensibile difficoltà, ma fortemente sostenuta, nuovamente tutta la vicenda con maggiori dettagli anche alla luce degli ulteriori elementi emersi durante l’indagine.
    Si inizia in collaborazione con la nuova struttura di accoglienza un lavoro che punta all’inserimento sociale della minore e ala elaborazione dei vissuti legati alla vicenda. Di pari passo si provvede alla nomina di un tutore da parte del Giudice tutelare fino alla maggiore età, nonché all’emissione di un permesso di soggiorno fino a quella data. Anna resterà nella struttura fino alla vigilia della maggiore età (circa cinque mesi) durante i quali farà un bel percorso personale e ne verrà dimessa circa un mese prima del compimento dei 18 anni per essere collocata presso una famiglia reperita dal servizio che era alla ricerca di una baby sitter a tempo pieno per un bambino di circa 8 anni. Terminata la fase di prova, la famiglia si dichiara disposta a regolarizzarla dal punto di vista contributivo ed avrà diritto al rinnovo del permesso di soggiorno in quanto denunciante di reato penale.
    Nel frattempo, terminate le indagini ed effettuati i dovuti riscontri, vengono emessi dalla Procura della Repubblica, alcuni ordini di custodia cautelare, tra cui anche quello nei confronti di dell’italiano che ha condotto Anna e l’amica in Italia.

    Quattro anni dopo questi fatti, con l’aiuto della famiglia che l’ha accolta, Anna ha pienamente recuperato sul piano personale. Gli abusanti sono stati condannati e la ragazza che attualmente fa la commessa, convive con un giovane italiano in attesa di sposarsi…..

    E’ una storia diversa, ma quanto importante fu la funzione della famiglia che la aveva accolta poco prima della maggiore età, superando retaggi culturali e giudizi nei suoi confronti!!!

    Mi è tornata in mente perché stamattina l’ho incontrata e mi ha offerto il cappuccino…. Mai colazione fu più gradita credetemi!!!!

  1.  

    Che bella storia, dany e mche piacere sentire raccontare di strutture che hanno funzionato, delle forze dell"ordine che sono intervenute bene, di operatori che hanno..operato seriamente. Grazie a volte una bella storia finita bene ci fà bene

    •  
      CommentAuthorMemole71
    • CommentTime18 Jun 2008
     

    Dovrebbero essere tutte così le brutte storie ...almeno con il lieto fine

    •  
      CommentAuthorCRIS
    • CommentTime18 Jun 2008
     

    Tanti auguri ad Anna e che il suo futuro sia più roseo possibile!:face-smile:

    •  
      CommentAuthorJamin
    • CommentTime18 Jun 2008
     

    Storia triste ma fortunatamente con un lieto fine. Immagino invece quante ragazze si possano trovare nella stessa situazione senza riuscire a trovare una seria via d'uscita. Ho solo due domande per te Dany:

    - Quali son stati i rapporti con la madre biologica durante tutto questo periodo ?
    - Come viene riconosciuto questo legame a livello giuridico ?

    •  
      CommentAuthordany
    • CommentTime18 Jun 2008
     

    Ciao Jamin, rispondo volontieri.... Anna parlò a telefono con la madre che fu informata attraverso i servizi internazionali della condizione giuridica di Anna in Italia (Minore denunciante una violenza sessuale non accompagnata da adulto, per cui fu nminato un tutore provvisorio attraverso il giudice tutelare) Sui contenuti del loro rapporto, mi sono dovuta accontentare del racconto di Anna, in quanto parlavano nella loro lingua, ma ad oggi il rapporto è completamente ricostruito... la madre viene ogni tanto in Italia e lei torna al suo paese anche col ragazzo.
    Il legame con la famiglia ospitante fu quello di tutori (nominati dal giudice tutelare) per pochi mesi fino alla maggiore età, poi la ragazza ebbe un permesso di soggiorno a norma della legge sulla protezione di chi denuncia e la famiglia potè metterla in regola come lavoratrice. I rapporti affettivi ed interpersonali, ovviamente furono tutt'altra cosa :-)

    Un bacio a te e grazie per le domande che consentono di chiarire altri aspetti dell'accoglienza

    •  
      CommentAuthorJamin
    • CommentTime18 Jun 2008
     

    Grazie mille Dany per la tua risposta e la tua amicizia !

    Spesso le cose si complicano molto nei casi in cui il minore non abbia residenza italiana. Sono molte le persone che ci contattano su come poter prolungare un affidamento, oppure intraprenderne uno quando si interpongono aspetti burocratici riguardanti i permessi di soggiorno. E purtroppo non sempre è facile riuscire a trovare una risposta precisa quando si cerca di analizzare le leggi.
    In questo caso, mi chiedevo se la madre fosse stata ritenuta responsabile per il vissuto della figlia e quindi se in qualche modo la nomima del tutore non fosse stata facilitata da questa condizione. Certo è che la legge sulla protezione ha funzionato molto bene, permettendole di poter ricostruirsi una vita.

    •  
      CommentAuthordany
    • CommentTime23 Jun 2008
     

    Tranne le situazioni paricolari come quella di Anna in cui si può fare riferimento ad una normativa specifica, l'unico modo per occuparsi di un minore straniero senza documenti di soggiorno è quello del Decreto del Tribunale per i Minorenni. :face-sad: