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      CommentAuthorStaff
    • CommentTime17 Dec 2002 modificato
     

    Argomento: Chiudiamo i 29 Tribunali per i Minorenni

    Inviato da: Riccardo Ripoli

    Data/ora: 06/02/02 17.31.59


    Giustizia minorile: proposta del Ministro Castelli al Consiglio dei Ministri, Amici dei Bambini appoggia il disegno di legge del Guardasigilli.


    Novità per la giustizia minorile.

    Dopo l’ennesimo caso di mala giustizia, quello del padre assolto dal reato di pedofilia, ma ugualmente privato della figlia dai giudici di Milano, il Ministro della Giustizia Castelli ha deciso: vuole cancellare gli attuali Tribunali per i Minorenni italiani e istituire delle sezioni specializzate sulla famiglia presso ogni tribunale ordinario.

    Presenterà infatti in settimana al Consiglio dei Ministri un disegno di legge per togliere definitivamente ai giudici minorili la competenza in materia di adozioni e affidi.

    Questa brusca accelerazione della riforma del processo minorile, già ventilata da più parti nel mondo politico e giudiziario, era del resto già stata invocata da molte delle realtà associative che si occupano di minori, come emerge dal “Piano Infanzia della Società Civile”, documento programmatico attualmente in elaborazione da parte del Forum del Terzo Settore.

    Amici dei Bambini, da anni impegnata nella promozione dei diritti dei minori, aveva già da tempo sottolineato il rischio del collasso dell’attuale sistema della giustizia minorile, invocando la creazione di una sezione specializza presso ogni tribunale ordinario che si occupasse in toto di minori, superando le frammentazioni a tutt’oggi esistenti.

    “Il Tribunale per i Minorenni fa orami parte del passato –dichiara Marco Griffini, presidente di Amici dei Bambini – scriviamo una nuova pagina della giustizia minorile per garantire in modo assoluto il diritto de minore di vivere in una famigli: un bambino senza famiglia non può vivere.”



    Risposta: Chiudiamo i 29 Tribunali per i Minorenni

    Inviato da: sonia

    Data/ora: 12/02/02 16.59.19


    Speriamo non resti solo una proposta ma che si trasformi in una realtà per tutti i bambini.




    Risposta: Chiudiamo i 29 Tribunali per i Minorenni

    Inviato da: Riccardo Ripoli

    Data/ora: 26/02/02 6.28.10


    Non e' che con la chiusura dei Tribunali Minorili non ci siano più giudici che decideranno sulle sorti dei bambini. Cambierà la forma e, nell'intento, dovrebbe cambiare la sostanza ... forse le mura dove tali decisioni verranno prese ... ma ci sara' sempre un giudice preposto alla tutela dei bambini. Questo non lo vedo sbagliato. Qualcuno che li tuteli o provi a farlo deve pur esserci. Sempre in considerazione che ognuno di noi e' soggetto ad errore, errore talvolta indotto da chi fa indagini a monte e compila relazioni sullo stato dei fatti (psicologi, ass. sociali ...).

    Possiamo solo pregare che i giudici che devono prendere decisioni sul futuro dei bambini non sbaglino mai, dovunque si trovino e comunque siano raggruppati, sia in Tribunali Minorili, sia in Tribunali Civili.

    Credo che la proposta di chiusura dei Tribunali Minorili comporterà una maggior difficoltà a confrontarsi con i giudici stessi. Tutto ciò che è specifico a livello di competenza, come i TM, secondo me ha maggior capacità di individuare il problema e risolverlo. E' come la differenza tra un ospedale ove ci si occupa di tutte le malattie ed un altro con competenze specificatamente indirizzate verso un dato settore (tipo il Gaslini di Genova indirizzato verso i bambini): sicuramente il secondo sarà maggiormente in grado di risolvere certi problemi.




    Risposta: grazie per l'aiuto

    Inviato da: bimba afflitta

    Data/ora: 25/02/02 22.44.14


    noi bambini abbiam bisogno di aiuto, ho camminato a lungo nel buio di tutti i giorni condannata da un "uomo" a diventar troppo velocemente grande, e decisi di affidarmi al tm...mi hann distrutta, non condannando chi ha condannato me, permettendogli di abitare nel mio stesso palazzo...vi prego aiutateci almeno voi che credete in noi...




    Risposta: grazie per l'aiuto

    Inviato da: Riccardo Ripoli

    Data/ora: 26/02/02 6.19.46


    Ce la mettiamo tutta per aiutare i bambini, ma tuti noi, ass. sociali e giudici compresi, siamo uomini in grado di sbagliare.

    Una cosa te la prometto: continuare a denunciare gli abusi verso i bambini, da qualunque parte vengano perpetrati. Se c'e' un'ingiustizia verso un bambino, noi saremo pronti ad intervenire e a fare della sua battaglia la nostra battaglia.



    Risposta: Proposta di Legge per chiudere i Tribunali Minorili

    Inviato da: Riccardo Ripoli

    Data/ora: 11/03/02 20.38.40


    Disegno di Legge per la soppressione dei Tribunali per i Minorenni




    Allegato B

    Intervento integrale della dichiarazione di voto finale del senatore Cortelloni sui disegni di legge nn. 130-bis, 160-bis, 445-bis, 852, 1697-bis, 1895, 3128, 3228 e 4648


    L'esame del presente disegno di legge avviene in un periodo storico nel quale, finalmente, in particolare l'attenzione internazionale, anche da parte della nostra società, è stata portata a guardare al bambino come soggetto di diritto, titolare di posizioni giuridiche attive, autonome rispetto a quelle dell'adulto. La consacrazione definitiva di ciò si avrà quando, finalmente, anche l'Italia, in cui il disegno di legge dopo l'approvazione del Senato è ora in discussione alla Camera, recepirà la Convenzione internazionale di Strasburgo del 1986, (purtroppo siamo molto in ritardo), la quale, specificando la Convenzione di New York nel 1989, divenuta legge in Italia con il provvedimento 176/91, consacra finalmente il ruolo, anche processuale, che il minore deve necessariamente avere in tutti i procedimenti che lo riguardano.


    Un ruolo che, già allo stato, ha portato alcuni dei magistrati più attenti alla legislazione internazionale a rimettere la questione alla Corte costituzionale per quei procedimenti che, pur incidendo in modo irreparabile sul fanciullo – quali quelli attinenti la sospensione e/o decadenza della potestà genitoriale – non prevedono la partecipazione del bambino al processo attraverso un adulto che sia realmente portavoce di quello che è l'interesse del minore; un interesse che ben può non coincidere né con quello dei genitori, ma neppure con quello delle istituzioni affidatarie. Aspetto quest'ultimo che anche di recente ha portato l'Italia ad essere soccombente, con obbligo risarcitorio, avanti la Corte europea dei diritti dell'uomo che, nel luglio del corrente anno, ha condannato l'Italia e più precisamente il tribunale minorile di Firenze, per violazione dell'articolo 8 della Convenzione internazionale dei diritti dell'uomo, per avere dapprima impedito e successivamente ritardato, l'esercizio del diritto di una madre naturale a visitare i propri figli istituzionalizzati, almeno in ambiente protetto. Il bambino, infatti, pur soggetto di diritti, non è una entità astratta ed estranea dalla formazione sociale naturale nella quale è geneticamente inserito, ma va sempre analizzato entro quella che è la propria famiglia d'origine. Questa premessa, che alcuni colleghi potranno considerare prolissa ritengo fosse cosa necessaria prima di accingermi all'analisi del presente provvedimento, giusta la considerazione che questo Parlamento non può procedere all'approvazione di una legge che, già dalla nascita, si presenta monca, ma soprattutto in contrasto con disposizioni internazionali alle quali, anche l'Italia e in particolare l'autorità giudiziaria minorile, che è l'organo esclusivamente competente in materia di affido eterofamiliare e di adozione nazionale, sono obbligate ad attenersi. Già durante la discussione in Commissione, presentai una serie di proposte emendative, le più caratterizzate da un denominatore comune, anche in ossequio al principio del giusto processo oggi espressamente tipicizzato nella nostra Carta costituzionale, volte a tutelare il minore al di lui diritto, prima naturale e poi giuridico, a vivere presso la famiglia naturale, mediante l'inserimento del principio del vero contraddittorio anche nei procedimenti avanti il tribunale minorile, sempre inosservato sulla base dell'assunto che si tratta di provvedimenti di volontaria giurisdizione. Oggi è noto a quegli sfortunati cittadini che vi sono incappati, e purtroppo sono migliaia di persone, così come è altrettanto ben conosciuto agli avvocati che si occupano di minorile, che il tribunale dei minori risulta qualcosa di inesplorabile: fascicoli secretati; bambini affidati a terzi senza neppure preventivamente avere audito i genitori, che vengono sentiti quando va bene, a distanza di mesi dall'intervento del tribunale minorile, quando da altrettanto tempo sono coattivamente impediti dall'avere anche una relazione telefonica con i figli (a tal proposito avevo presentato alla Commissione la proposta di codificare l'obbligatorietà del tribunale minorile di audire i genitori naturali, anche laddove si fosse proceduto d'urgenza, entro i successivi 10 giorni); magistrati che anziché porsi nell'ottica di aiutare i genitori, nell'interesse del bambino, considerano quasi sempre il genitore un elemento negativo e di disturbo per il fanciullo; udienze nelle quali al difensore non è consentito esercitare il proprio mandato perché si trova di fronte un tribunale che svolge al contempo il ruolo di giudicante e di soggetto tutelante il minore, con conseguente perdita della terzietà del magistrato; tribunali dei minori che reiterano per anni, non solo per mesi, provvedimenti cosiddetti provvisori e urgenti ben consci che, così facendo, imprigionano il genitore precludendogli la possibilità di adire il giudice superiore (anche sul punto avevo proposto la previsione dell'impugnabilità di tutti i provvedimenti provvisori e urgenti avanti la corte d'appello sezione minori); e poterei continuare. Questo è il contesto reale in cui si inserisce il provvedimento che questo Parlamento, al termine del suo mandato, si sta accingendo a far diventare legge. Certo, riconosco anche io, che rispetto alla legge n. 184 del 1983 contiene aspetti migliorativi, ma, in particolare in tema di affidamento, ritengo sia una modifica che, in concreto, non andrà a modificare nulla di quelle aberrazioni giudiziarie che da Bolzano a Messina si sono verificate e continuano a dilaniare le famiglie in questi ultimi tempi. Ricordate il caso di quell'uomo obeso al quale hanno sottratto il figlio solo perché era sovrappeso? E il caso della povera Miriam Schillaci tolta alla famiglia a seguito di quell'accusa infamante al padre naturale di averla abusata quando poi si scoprì che la bambina, purtroppo, era affetta da un cancro maligno che da lì a pochi mesi ne causò la morte? Ancora: il caso di una mamma, al tempo stesso nonna di dieci nipoti, non imputata, né indagata, che da oltre due anni non vede la figlia perché ancora sposata con un uomo indagato per presunta pedofilia; altra mamma di Milano costretta dai servizi sociali a separarsi dal marito indagato per pedofilia in un processo in cui i periti medici del GIP hanno concluso che la bambina è affetta da malformazione congenita che, pur avendo accettato la separazione, da oltre un anno non vede né sente la sua bambina. Una mamma di Bologna, di professione insegnante elementare, che può vedere la figlia, presente l'operatore sociale, un'ora ogni due mesi e non può neppure fare una telefonata alla figlia stessa. Casi di decretato affidamento eterofamiliare di nascituro femmina, ovviati perché il nato era maschio; mamme costrette a lasciare l'Italia e partorire all'estero, dove sono esiliate da anni per sottrarre il figlio al già richiesto affidamento eterofamiliare; ma anche bambini allontanati dalla famiglia naturale per presunta inadeguatezza dei genitori – inadeguatezza relazionata da un'assistente sociale poco più che ventenne, sconfessata poi inutilmente dai carabinieri della zona – violentati sessualmente in comunità; ragazzine adolescenti affidate a comunità per assunte inadeguatezze della famiglia, rimaste incinta durante tale soggiorno e costrette ad abortire per mettere tutto a tacere. Questi sono solo alcuni esempi di casi giunti alla ribalta della cronaca, ma sono tantissimi quelli, ancor più gravi, ignorati dall'opinione pubblica. Questo Parlamento non può ignorare i 582 casi di suicidi avvenuti in Italia in due anni da parte di genitori a cui sono stati tolti figli, dati in affidamento eterofamiliare, sulla base di assunti, labili e spesso non provati fatti reato. Si tratta di genitori e nonni che nei soli anni 1998 e 1999 si sono tolti la vita colti dalla disperazione di questo sistema. La situazione reale non lascia che due alternative: o si garantisce anche nei procedimenti di affido, il diritto al pieno contraddittorio tra le parti, con la nomina di un curatore speciale che rappresenti il minore, dando al Tribunale un ruolo di effettivo giudicante terzo, e si impone allo stesso di sentire i genitori, non a distanza di mesi o di anni come avviene ora, ma entro pochi giorni dall'allontanamento dei figli rendendo impugnabili i cosiddetti provvedimenti provvisori e urgenti che ora per prassi restano tali anche se vengono reiterati per anni; oppure si abolisce il Tribunale minorile, rimettendo tutte le questioni a sezioni specializzate presso i Tribunali ordinari affinché queste si occupino non solo delle questioni del bambino, ma anche della famiglia, con tutti i suoi problemi, ma nel suo insieme. È questa seconda proposta che chi vi parla ha già avanzato con la presentazione di un disegno di legge. Passando ora, più propriamente, all'analisi del disegno di legge oggi al vaglio di questo Parlamento, fin da ora debbo annunziare il mio voto contrario, in quanto trovo del tutto inidoneo e insoddisfacente, oltre che insufficiente, l'intervento del legislatore relativamente alla modifica dell'affido eterofamiliare. Nonostante il suggestivo titolo di apertura «Diritto del minore alla propria famiglia» che, certo, è un passo avanti, in realtà, addentrandoci nell'alveare degli articoli che seguono, questo stesso principio viene di gran lunga temperato, quasi ad annullarsi. Basti pensare alla previsione dell'articolo 2, comma terzo, laddove «in caso di necessità ed urgenza» – di ogni genere, e dunque anche economica, perché la proposta non fa distinzioni – l'autorità acquista la legittimazione all'intervento anche senza osservare l'obbligo, formalizzato negli articoli precedenti, di aiutare economicamente dall'esterno verso l'interno la famiglia e senza dettare l'obbligo di sentire i genitori naturali. Si tratta di una contraddizione in termini palese, altresì considerato che la necessità e urgenza è, comunque, un qualcosa sempre assoggettato alla valutazione discrezionale dell'operatore che si occupa del singolo caso. Altra deficienza macroscopica esistente nel progetto, in spregio alla Convenzione di New York 1989 e alla Convenzione di Strasburgo, è il difetto di previsione della nomina di un curatore speciale del bambino, mancata previsione che, ancora una volta, porterà alla Corte costituzionale a dover ovviare alle distrazioni del legislatore italiano. Si parla di tutore, all'articolo 3, senza neppure porsi il problema della netta differenza tra tutore e curatore speciale e attribuendo al primo poteri che non può avere stanti le disposizioni internazionali. È irricevibile inoltre quanto il legislatore propone con l'articolo 3, comma 3, in cui, addirittura, manifestando altresì di non conoscere le conseguenze del ripristino della potestà necessaria di un curatore speciale, rappresentante del diritto del minore. Approvare questo disegno di legge, così come elaborato dalla Commissione, significherebbe dare ingresso nell'ordinamento ad altra legge che, già dalla nascita, offre evidenti problemi di costituzionalità e di contrasto con le disposizioni internazionali, compresa la Convenzione di Strasburgo del 1986 in via di ratifica da parte dello Stato italiano. Proprio perché credo fermamente nel principio internazionale secondo cui il bambino ha diritto di vivere nella famiglia naturale, esprimo il mio voto contrario al presente disegno di legge che, più che incentrarsi sulle garanzie al bambino, ancora una volta si risolve in uno strapotere dei servizi sociali, che hanno tra l'altro spesso i loro interessi, e in pericolose montagne di miliardi per gli affidamenti eterofamiliari (è sufficiente ricordare che ogni bambino in affido costa alle regioni 7-8 milioni al mese) e, fatto inaccettabile in uno Stato civile e di diritto, come è il nostro, non fronteggia le aberrazioni procedurali oggi presenti nelle competenze del Tribunale minorile.


    Sen. Cortelloni



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    Relazione dell'On. Cortelloni ai Parlamentari sul disegno di legge presentato




    Onorevoli Parlamentari!


    Negli ultimi anni, tra gli addetti ai lavori, si è acceso un forte dibattito circa il modus agendi e procedendi della magistratura minorile autrice - molto frequentemente - di provvedimenti criticati da più parti per essere ormai divenuti il risultato di apprezzamenti personali dei Giudici e delle loro idee sulla famiglia, basate su opinioni non verifcabili con l'ineludibile risultato di rendere tale Ufficio anacronistico e pericoloso.


    Solo dal 1998 a oggi, sono state 522 (88 dal 1 gennaio 2000) le morti suicide di madri padri, nonni a cui il Tribunale Minorile aveva allontanato figli e nipoti con collocazione in Istituti o sistemazioni analoghe, vietando, il più delle volte, qualsiasi genere di contatto anche in ambiente protetto. Tali decisioni, nella quasi totalità dei casi, omettendo la preventiva audizione degli interessati e senza procedere ad una approfondita istruttoria.


    L’assenza di un rappresentante processuale degli interessi del minore fa si che il Giudice Minorile sia al contempo organo giudicante e portatore dell’interesse superiore del bambino, con la conseguenza che, troppo spesso, in modo aprioristico e preconcetto la voce del genitore, che viene a trovarsi in contrapposizione con il bambino avanti codesta Autorità Giudiziaria, venga disattesa, quando addirittura neppure audita. Quest’ultima ipotesi si verifica oramai quale prassi allorquando il procedimento avanti il Tribunale Minorile ha inizio ad istanza del Pubblico Ministero presso la Procura della Repubblica Minorile.


    Il Pubblico Ministero formula le proprie istanze, sempre di sospensione, o di decadenza dalla potestà genitoriale e di pedissequo affidamento del minore ai servizi sociali, il Tribunale Minorile, in accoglimento, provvede inaudita altera parte e la famiglia naturale si vede “asportare” il proprio figlio, senza neppure avere avuto la facoltà di fare conoscere le proprie ragioni.


    La pluralità di ruoli che vengono a cristallizzarsi in capo al Giudice Minorile Civile fa si che egli abdichi la sua funzione di terzo super partes per assumere, di fatto, le vesti di difensore del minore.


    In ciò facilitato dalla normativa che disciplina de iure condito il procedimento e altresì da quella che attiene la composizione di questo Organo Giudicante.


    Il procedimento è governato dai principi della Camera di Consiglio, composta quest’ultima da due magistrati togati e da due onorari, un uomo e una donna, laureati in psicologia o discipline affini.


    Peculiarità quest’ultima che voluts al fine di far si che la decisione non fosse frutto esclusivamente del penisiero tecnico-giuridico del magistrato, oggi altro non produce che una accentuazione dell’onnipotenza del Giudice Minorile.


    L’esperto, infatti, sia esso psicologo, sociologo o psichiatra non è l’ausiliario del Giudice di cui questo si avvale, pur conservando la propria autonomia decisionale, per sopperire alla propria non conoscenza tecnica, et con il quale possano controdedurre altrettanti esperti nominiati dalle parti, ma è colui che, al contempo, delibera il provvedimento, con una conseguente mera soggezione del genitore, destinatario indiretto di quest’ultimo.


    Apporto specia1istico, quello dei magistrati onorari, che ben potrebbe essere offerto da consulenti tecnici, operanti nel contraddittorio, con quelli di parte, nominati dal Giudice Ordiriario.


    Oggi la procedura in Camera di Consiglio seguita dal Tribunale Minorile lede pesantemente i diritti costituzionali della difesa e del contraddittorio dettati dagli articoli 24 e 111, comma 2^ Cost. e ciò nonostante la nostra Carta Costituzionale li codifichi quali principi primari inderogabi1i per ogni processo.


    Frequenti sono le fattispecie in cui viene segna1ato che il minore potrebbe essere vittima di violenze e il Tribunale Minorile, senza neppure convocare la famiglia, procede all’allontanamento del minore lasciando i genitori soli a protestare la loro innocenza, il loro dramma, la più atroce violazione del diritto natutrale.


    È dell’anno passato il caso di due fratellini carpigiani allontanati dai genitori (lui muratore, lei casalinga) perché ritenuti da una assistente sociale, poco più che adolescente, inidonei a svolgere il loro ruolo.


    Fratellini questi collocati in un Istituto a oltre 100 Km dal luogo di residenza dei genitori, ai quali ultimi era permesso un colloquio telefonico settimanale, controllato, per non più di cinque minuti.


    C. e D. che, con forza, protestavano contro la decisione del Giudice Minorile, che aveva provocato nella ragazzina C. un disagio psicologico causativo di un aumento di peso di 17 Kg. in pochi mesi e nel fratelIino D. una forte anoressia, sono, riusciti nella loro determinazione di ricongiungersi ai genitori esclusivamente a causa delle violenze sessuali di cui sono rimasti vittime proprio dentro alla "struttura protetta"!


    È giunta alla ribalta della cronaca l'altrettanto caso drammatico di quattro fratellini della bassa modenese asportati dai genitori alle 5.45 del mattino, con l'ausilio di sei pattuglie della Polizia, sulla base di deliranti dichiarazioni della cuginetta di otto anni, certificatamente provato essere psicologicaniente disturbata.


    Trattavasi di genitori incensurati. Lui dipendente di ceramica, lei insegnante. Cattolici praticanti, occupati nel volontariato, stimatissimi in paese. Insegnanti, catechisti, capi scout, amici e conoscenti dipingevano i quattro fratellini come ragazzi stupendi, gioiosi, ben curati e seguiti dai genitori.


    Costoro venivano auditi dal Tribunale dei Minori solo ad oltre quattro mesi dalla privazione dei loro figli e dopo plurime istanze.


    Sono trascorsi quasi due anni senza che i genitori abbiano più potuto vedere e sentire i loro figli.


    Non è neppure isolato il caso di una madre della bassa modenese, incensurata e neppure indagata, a cui da tre anni il Tribunale Minorile di Bologna vieta ogni contatto con la figlia.


    Accanto a questi casi vi sono poi le altrettanto drammatiche ipotesi di allontanamento perché il bambino è obeso, oppure perché appare avere uno sviluppo ponderale non nella norma, oppure perché i genitori manifestano un legame affettivo nei confronti del figlio giudicato eccessivo, troppo permissivo o quant'altro.


    A ciò si aggiungano tutte le fattispecie di allontanamento e collocazione eterofamigliare dei figli della coppia di fatto che, dismessa la convivenza more uxorio, sono costretti - con una insanabile disparità di trattamento rispetto alla famiglia legittima - ad adire il Tribunale Minorile per la disciplina dell'affidamento.


    Giudice Minorile che in tali ipotesi, allorquando percepisca quell'inevitabile conflittualità che è propria di ogni coppia nei primi tempi della separazione, dispone la collocazione del minore in ambiente “protetto”.


    Accadimenti questi che si verificano troppo frequentemente senza che sia consentito ai genitori di esercitare appieno il diritto di difesa et, soprattutto, senza che questi possano fare affidamento su un Giudice realmente terzo.


    Riteniamo che al fine di far si che cessi una prassi antidemocratica e incostituziona1e, favorita dal sistema vigente, occorra un intervento radicale, tanto quanto lo sono le decisioni dei Tribunali Minorili!


    Con il presente disegno di legge chiediamo dunque, in primis per ristabilire l'operatività dei citati principi costituzionali, la soppressione dei Tribunali Minorili et pedissequo trasferimento


    delle relative competenze di cui all'articolo 38disp.att.cod.civ ad istituende sezioni specializzate in famiglia e minori presso le giurisdizioni ordinarie, così come che le competenze in materia penale vengano trasferite all’ordinaria giurisdizione penale.


    Una norma che ancora consenta la riduzione delle garanzie delle parti, quale è quella che regolamenta il procedimento avanti il Tribunale Minorile, è senza dubbio dovuto al suo progetto ispirativo che si materializzò nell'epoca (1934) in cui il fascismo vedeva la “specializzazione” dei Tribunali come uno strumento di governo.


    Oggi, in un momento storico in cui il Parlamento è intervenuto sui principi costituzionali al fine di riscriverli in chiave maggiormente garantista della parità delle parti processuali, questo Parlamento deve provvedere in maniera radicale ad affrontare il problema poiché siamo in quella situazione d'urgenza in cui la rapidità serve ad evitare ulteriori tragedie.


    Ci sia permesso dire che per mutare la pratica dei Tribunali dei Minori occorre che anche il Parlamento provveda ad assumere un provvedimento inaudita altera parte e subito.


    Riteniamo che questo disegno di legge è il provvedimento da cui occorra prendere le mosse per abolire un organo figlio del fascismo e la cui esistenza e la cui pratica sono lontane dalla coscienza democratica del Paese, oltre che essere lontane, come sopra detto, dallo spirito e dalla lettera della Costituzione Repubblicana e dal senso di Giustizia dei cittadini italiani.


    Con il presente disegno di legge non ci proponiamo di intervenire in modo risolutivo in tutte le problematiche minorili, ma ci proponiamo di legiferare onde far di che anche il diritto del minore a vivere nella propria famiglia naturale, diritto riconosciuto altresì da tutte le Convenzioni internazionali, laddove debba essere sacrificato, lo sia con le garanzie di difesa che il nostro ordinamento giuridico riconosce a tutti i soggetti di diritto.



    --------------------------------------------------------------------------------


    XIII Legislatura

    Atto Senato 4805

    Presentato in data 26 Settembre 2000; annunciato nella seduta n.908 del 26 Settembre 2000. In attesa di assegnazione a Commissione.


    Sen. Augusto Cortelloni (UDEUR)

    Cofirmatari

    Gian Franco Corsi Zeffirelli (Forza Italia) Giuseppe Firrarello (Forza Italia) Alfredo Mantica (AN) Baldassare Lauria (UDEUR) Roberto Napoli (UDEUR) Doriano Di Benedetto (UDEUR) Felice Carlo Besostri (Dem.Sin.-Ulivo) Davide Nava (UDEUR) Angelo Rescaglio (PPI), Vittorio Mundi (UDEUR)




    Risposta: Proposta di Legge per chiudere i Tribunali Minorili

    Inviato da: maddalena

    Data/ora: 12/03/02 12.00.22


    Ho letto con interesse l’intervento integrale del senatore Cortelloni.

    Ditemi la verità: è per queste motivazioni che si dovrebbe sostenere la chiusura del Tribunale dei Minori?

    Sono letteralmente scandalizzata.

    Citare il numero di genitori che si sono suicidati “a causa” dell’affidamento eterofamiliare del bambino, poi, e i presunti “altissimi” costi che gravano sui bilanci pubblici a causa dei provvedimenti di affidamento…questi sono davvero colpi bassi.

    La modesta esperienza, sia come educatrice che come famiglia affidataria mi porta ad affermare con certezza che quando i servizi decidono l’affidamento eterofamiliare, e in particolare l’affidamento coatto, è perché esistono TUTTI gli estremi per poterlo fare. Anzi, spesso di verifica la situazione opposta: moltissimi casi segnalati e segnalabili finiscono del cassetto del “vedremo” e “seguiremo la situazione”.

    Ho avuto modo di toccare personalmente con mano situazioni di disagio pesantissimo per le quali si è fatto di tutto, ponendo sempre in primo piano la recuperabilità della famiglia. La cosa che non è ben chiaro per questi illustri signorotti ex democristiani (probabilmente nemmeno troppo “ex”) è che non è proprio detto che la famiglia di origine sia sempre e comunque la miglior scelta per il bambino.

    Esistono famiglie seguite DA GENERAZIONI dai servizi sociali: la giovanissima e sbandata mamma della bambina che ho avuto in affidamento era stata affidata a sua volta e così lo erano stati tutti i suoi fratelli, che non avevano certo avuto miglior sorte.

    Ci grava sul collo tutto il peso di questa Italia bigotta e borghese, per cui la MAMMA è chi ti ha partorito e non chi ti ha amato, cresciuto e voluto.

    Non avevo idea esattamente di cosa potesse significare in termini pratici il superamento del Tribunale dei Minori.

    Se lo scopo è liquidare l’istituto dell’affidamento e minimizzare la possibilità di allontanare i bambini dalle famiglie giudicate inadeguate…beh, non sono d’accordo.




    Risposta: Proposta di Legge per chiudere i Tribunali Minorili

    Inviato da: maddalena

    Data/ora: 12/03/02 12.00.22


    Ho letto con interesse l’intervento integrale del senatore Cortelloni.

    Ditemi la verità: è per queste motivazioni che si dovrebbe sostenere la chiusura del Tribunale dei Minori?

    Sono letteralmente scandalizzata.

    Citare il numero di genitori che si sono suicidati “a causa” dell’affidamento eterofamiliare del bambino, poi, e i presunti “altissimi” costi che gravano sui bilanci pubblici a causa dei provvedimenti di affidamento…questi sono davvero colpi bassi.

    La modesta esperienza, sia come educatrice che come famiglia affidataria mi porta ad affermare con certezza che quando i servizi decidono l’affidamento eterofamiliare, e in particolare l’affidamento coatto, è perché esistono TUTTI gli estremi per poterlo fare. Anzi, spesso di verifica la situazione opposta: moltissimi casi segnalati e segnalabili finiscono del cassetto del “vedremo” e “seguiremo la situazione”.

    Ho avuto modo di toccare personalmente con mano situazioni di disagio pesantissimo per le quali si è fatto di tutto, ponendo sempre in primo piano la recuperabilità della famiglia. La cosa che non è ben chiaro per questi illustri signorotti ex democristiani (probabilmente nemmeno troppo “ex”) è che non è proprio detto che la famiglia di origine sia sempre e comunque la miglior scelta per il bambino.

    Esistono famiglie seguite DA GENERAZIONI dai servizi sociali: la giovanissima e sbandata mamma della bambina che ho avuto in affidamento era stata affidata a sua volta e così lo erano stati tutti i suoi fratelli, che non avevano certo avuto miglior sorte.

    Ci grava sul collo tutto il peso di questa Italia bigotta e borghese, per cui la MAMMA è chi ti ha partorito e non chi ti ha amato, cresciuto e voluto.

    Non avevo idea esattamente di cosa potesse significare in termini pratici il superamento del Tribunale dei Minori.

    Se lo scopo è liquidare l’istituto dell’affidamento e minimizzare la possibilità di allontanare i bambini dalle famiglie giudicate inadeguate…beh, non sono d’accordo.




    Risposta: Chiudiamo i 29 Tribunali per i Minorenni

    Inviato da: Riccardo Ripoli

    Data/ora: 23/03/02 10.23.14


    Tale argomento e' stato toccato dal Dott. Tony, presidente del tribunale minorile di Firenze, in un convegno tenutosi a Livorno lo scorso 16 marzo 2002.

    E' stato detto che sarebbe un grave errore, in quanto un giudice deve poter avere la possibilita' di farsi esperienza su una casistica completa di casi (non solo penali, ma anche civili)