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      CommentAuthorJamin
    • CommentTime30 Mar 2008
     

    Come promesso, questa la discussione relativa a due articoli pubblicati in Rassegna Stampa che parlano di due studi, uno inglese l'altro americano, sull'incidenza di disturbi mentali in minori dati in affidamento ad istituti.

    Per chi interessato questi i link ai due articoli:

    >> http://www.sos-affido.it/index.php?it/208/minori-72-bimbi-in-istituto-rischia-disturbi-mentali
    >> http://www.sos-affido.it/index.php?it/207/minori-studio-gb-bimbi-in-istituto-a-rischio-di-disturbi-mentali

    E' vero, le statistiche di solito possono portare a generalizzazioni tali da rendere i risultati della stessa ricerca poco rappresentativi di una situazione generale che magari è più complessa e variegata di quella descritta.
    Credo però che ricerche svolte da enti quali Università abbiamo una attendibilità più che rispettabile, poiché la metodologia utilizzata per la ricerca sociale è, o almeno dovrebbe essere, impeccabile da un punto di vista rappresentativo, campionario.
    Rimane comunque la certezza che almeno sul campione selezionato i risultati siano attendibili. Quindi è comunque vero che ragazzi cresciuti in Istituti abbiamo avuto problemi mentali una volta adulti. Non ci è permesso di sapere quanti ragazzi siano stati intervistati, ma se fosse un campione di 300 - 400 ragazzi, sarebbe già un numero sufficiente per farci dire, "si, promuoviamo l'affidamento familiare".

    Per avere tutti parametri che ci consentano di valutare all'attendibilità della ricerca, cercherò di mettermi in contatto con l'Università di Padova, cercando di poter ottenere maggiori informazioni, se non addirittura le due ricerche in questione, quella inglese e quella americana. Sarebbe per noi anche un modo per capire come funziona l'affidamento in questi due paesi.

    Immagino che sarete interessati. Vi terrò aggiornati sugli sviluppi.
    Per il momento scrivete le vostre opinioni, tutto quello che pensate intorno a questo tema.

    Jamin

  1.  

    Ciao a tutti!

    Data la tarda ora notturna non so se riuscirò a scrivere tutto ciò che vorrei e a scriverlo in modo comprensibile...

    Ho letto l'articolo e ho letto le vostre paure sui dati statistici, in particolare rispetto alla depressione dei minori...
    Credo sia doversoso fare degli appunti rispetto a questo, nel senso che l'articolo è molto e troppo vago, i suoi dati sono troppo vaghi per essere giudicati, ovvero di quei minori affidati non sappiamo niente mentre le variabili che ci sono potrebbero essere tantissime e varie.

    Non sappiamo il perchè dell'affido, non sappiamo a quanti anni è avvenuto l'affido, l'età, se hanno avuto più affidi o solo uno, perchè si trovano in strutture residenziali, se ci fosse già una compresenza di problematiche, se ci fossero casi di ereditarietà nelle famiglie naturali (la depressione è molto spesso ereditaria), se hanno mai ricevuto amore e in quali forme, da chi, ecc....
    Insomma abbiamo solo una serie di numeri e mi sembra troppo riduttivo per tematiche così complesse...

    Inoltre credo sia doveroso sottolineare che ogni individuo è la risultante dell'intersecarsi di 3 tipi di fattori: biologici, psicologici e sociali.

    E' chiaro per tutti che i bambini in affidamento o in adozione hanno inevitabilmente subito un trauma (non meno di bimbi maltrattati che restano in famiglia...); la depressione cosiddetta maggiore, ovvero la patologia psichiatrica, ha uno stretto legame con forti vissuti di PERDITA, una o più perdite importanti, ed è chiaro che i minori in stato di abbandono o in affido hanno un forte senso di perdita, poichè sentono di aver perso ciò che a loro è più caro: le figure genitoriali e tutto ciò che loro significano, ovvero bisogno di amore, accudimento, protezione ecc...
    Potremmo dire che dal punto di vista psicologico i minori in affido hanno più di altri (ma relativamente) dei fattori di rischio in più, ma perchè si manifesti il sintomo DEPRESSIONE è necessario che vi sia anche una predisposizione genetica (con un basso livello di serotonina) e dei fattori sociali che vadano a rinforzare quei vissuti di perdita es. il non aver ricevuto amore anche da altre persone, il non essere inserito in gruppi e non sentirsi di appartenere a nessun gruppo, il non avere un lavoro, un legame affettivo significativo (partner) ecc...insomma voglio dire che anche una donna quando va in menopausa, un uomo quando va in pensione o una moglie che viene abbandonata dal marito ha un fattore di rischio per la depressione (poichè perde qualcosa di importante), ma un fattore di rischio non è sufficiente per l'innescarsi del sintomo e della patologia.

    I minori poco amati dai genitori naturali, se fortunati ad incontrare delle persone amorevoli, hanno comunque altre possibilità per soddisfare i loro bisogni di amore, protezione, stima, accudimento, sicurerzza, e hanno tante altre occasioni per riparare i loro vissuti di perdita nel complesso, lungo e vorticoso gioco della vita...E' chiaro che certi vuoti non li colmerà nessuno ma questo non significa che i minori in affido abbiano un destino segnato...

    Vi garantisco che ascolto tantissimi minori un pò depressi (il vissuto depressivo è insito alla fase adolescenziale) o che facciano uso di sostanze o che sentano un gran vuoto esistenziale e sono tutti minori viventi in casa con genitori naturali (molto spesso benestanti e di alto livello culturale)...

    Ho scritto tutto questo per cercare di rasserenarvi rispetto all'affido e alle problematiche dei minori e sminuire ciò che letto su pochi e riduttivi numeri può apparire una catastrofe...

    L'AMORE CURA LE FERITE, anche quelle più sanguinanti...qualche volta e in orari più decenti vi racconterò alcune storie di amore genitori affidatari e figli che hanno fatto appianare MAGICAMENTE situazioni di minori ormai dati per spacciati...e credo che in questo Riccardo possa essere ancor più testimone in prima persona.

    Buona notte a tutti!:face-smile:

    Cristina

    •  
      CommentAuthorJamin
    • CommentTime31 Mar 2008
     

    Grazie mille Cristina per il tuo intervento notturno. Nonostante l'ora sei stata molto chiara :face-devil-grin:
    Tutto vero quello che dici. Credo che lo studio voglia mettere in evidenza l'inadeguatezza delle strutture attraverso la possibilità che certi bambini siano dei futuri adulti infelici. Comunque siamo sempre sul piano delle supposizioni dato che non sappiamo niente sullo studio.
    Vi tengo comunque aggiornati sugli esiti delle ricerche.

    •  
      CommentAuthortrefigli
    • CommentTime31 Mar 2008
     

    Cara Cristina,

    grazie per la tua chiarezza, sono un po' più rasserenata.
    La mia Bimba sta attraversando un periodo di alti e bassi e credo stia lottando, inconsapelvomente, con una depressione "a singhiozzo" dico io, che solo grazie alla nostra presenza e al nostro sostegno riesce a dominare.
    Sta crescendo e la nostra presenza e il nostro amore le danno forza e sicurezza, perchè ha capito che su di noi può contare, e questo la spinge a chiedere ai suoi genitori chiarimenti sul suo passato. Vuole sapere il perchè di certe situazioni e conferma di alcuni suoi confusi ricordi.
    Loro rispondono, lei elabora...e noi raccogliamo i pezzi ogni volta.
    Dopo questi incontri, che sono frequenti, lei ne esce sempre depressa e "strana".
    Non parla, si incanta, è nervosa, scorbutica e preferisce isolarsi e questo per almeno un paio di giorni poi, poco alla volta, comincia a raccontarci qualcosa, così..come per caso e, sembra, con leggerezza e noncuranza e aspetta la nostra reazione, che di volta in volta potrebbe essere di disgusto, di scandalo o di rabbia, ma noi invece l'ascoltiamo e cerchiamo di farci raccontare la sua impressione e poi ne discutiamo, dopo si rasserena e torna normale, ma purtroppo c'è già in vista l'incontro successivo. E dopo l'incontro ricominciamo tutto dall'inizio.
    E' stressante per lei e anche per noi naturalmente, ma per noi è uno stress diverso, noi ci stressiamo a vedere lei stressata, scusa il gioco di parole ma è per farti capire.
    Comunque malgrado tanto dolore, lei sta crescendo e comincia a pensare ad un suo futuro, molto ambizioso a dir la verità, e ad avere delle certezze quando ci racconta i suoi sogni, e nei racconti dei suoi sogni inserisce sempre anche noi.
    Cosa dire...è un passaggio molto critico e faticoso per tutti, la cosa che mi preoccupa di più è appunto questa sua depressione o nuvolette come a volte le chiamiamo noi, nuvolette che vorrei vedere sciolte al sole, però hai ragione quando dici che comunque non si può generalizzare, ogni situazione ha una sua storia e un suo percorso.
    Aspetto di leggere le esperienze che ci hai promesso di raccontare, anche se leggendo il quotidiano di Riccardo e della sua meravigliosa famiglia, giorno dopo giorno capisco quanto sia importante la scelta che abbiamo fatto e che rifarei senza ombra di dubbio.
    Grazie e Buona giornata
    Cate

  2.  

    Cara Cate,

    grazie per la tua testimonianza...
    Credo che le "nuvolette" della tua bimba siano un passaggio necessario, sta facendo il suo percorso, sta rimettendo insieme i pezzi del puzzle della sua storia...non è sempre facile, è anche molto doloroso scoprire dei perchè, riassaporare quei vissuti, quegli stati d'animo, ma poi si riprende, ritrova voi, si ciba del vostro amore, del vostro conforto e sostegno e "magicamente" sta meglio...
    Ogni genitore vorrebbe evitare al proprio figlio di soffrire e assaporare il dolore ma non si può e lei ha bisogno anche di queste fasi e nuvolette...

    Con piacere leggo che la tua bimba non possa definirsi "depressa" (è un termine di cui oggi si abusa) poichè i depressi non vedono futuro, non sperano, perdono il senso della loro esistenza, lei invece ha sogni, ha ambizioni e conta di continuare a stare con voi che, probabilmente oggi, rappresentate per lei un porto sicuro e credo questo sia importantissimo...bene!

    Vi racconto una storia:
    STORIA D'AMORE

    Bimbo brasiliano preso in adozione da una coppia italiana e dopo poco lasciato al tribunale perchè non era come se lo aspettavano...da quel momento quel bambino, ribelle, arrabbiato, difficile da trattare (perchè non si era mai sentito amato ma un pacco scomodo e pesante da abbandonare o riportare al mittente...)ha iniziato a fare il giro delle coppie in affidamento, delle comunità residenziali, per ben nove volte, alla decima il giudice ormai non sapeva più che fare e decide di ritentare per l'ultima volta con una coppia che aveva percepito molto motivata..il bimbo ha in questo passaggio ormai 10 anni...il giudice li avvisa e dice "sono certo che tra 10 giorni sarete qui esausti e riporterete il minore...è terribile da gestire...."

    Passano 2 mesi e il giudice non sente notizie della coppia e pensa "li avrà ammazzati!" e decide di mettersi in contatto e scopre che la situazione va bene, il minore è ben inserito nella famiglia affidataria, i genitori sono contenti e chiede spiegazioni:
    il destino ha voluto che dopo 10 giorni di affido c'è stato un incendio in casa, la coppia non ha portato via niente di personale dalla casa in fiamme ma, tra le fiamme, l'unico pensiero è stato prendere lui nella sua stanza e per la prima volta il bambino ha assaporato la gioia dell'AMORE, del sentirsi amato e del sentirsi importante per qualcuno e non ha avuto più bisogno di mettere in atto tutte le dinamiche che metteva in atto prima...

    OGNI RELAZIONE NASCE E MUORE IN DUE....

    A presto,

    Cristina

  3.  

    Scusate, volevo scrivere in grassetto solo il titolo ma non riesco a modificare!

  4.  

    Buongiorno Cristina
    grazie per il sollievo che mi hanno dato le tue parole, io posso dire invece che, quando Gulli è arrivato secondo mè era molto depresso, quasi sfinito,
    non sò se la parola è adeguata, ma non ce la faceva più a tirare avanti senza un minimo di cure, di amore
    . Noi lo abbiamo visto letteralmente rifiorire, pensa che quando dopo 3 mesi lo ha visto l"ass. sociale ha detto : è veramente rinato!
    Poi però per contro potre dire le stesse cose di trefigli, questi incontri non accettati che causano tensione nervosismo.... ecco qui mi preoccupo molto
    che conseguenze avranno sulla psiche del bambino? Difficile dare risposte vero?
    Io penso che rendergli i giorni sereni, e riempirlo di amore,amore, (senza chiudere gli occhi di fronte a "marachelle")...èpossa essere un buon aiuto
    per la crescita e lo sviluppo anche emotivo. Poi che anche Dio ci aiuti!
    Ciao

  5.  

    Marzia Buongiorno anche a te!

    Credo che tanto Amore, tanta Serenità, Accettazione, Accudimento, Regole...siano degli ottimi ingredienti per fare di una pietanza un' ottima minestra...
    Certi dolori non si possono evitare ma si possono sostenere e aiutare ad alleviarne il peso....voi genitori affidatari avete un ruolo importante nel dare a questi bimbi ciò di cui hanno bisogno ed è bello vedere con quanto amore lo fate, con quanta umiltà e con quanta capacità di riflessione e messa in discussione, laddove occorra...

    A presto,
    Cristina

  6.  

    Come dice Cristina gli scompensi nascono da mille fattori.
    Il nostro Samuel, ormai maggiorenne, era un tipo ... come dire ... violento ... e dire "violento" era un eufemismo.
    Nove case famiglia, 2 adozioni fallite, la separazione dalla sorella andata in adozione, la lontananza per otto anni (fino all'anno scorso) da qualsiasi parente (anche quelli buoni e bravi), nessuno che lo voleva, sentirsi un diverso nella scuola, ecc. ecc. ecc. ... avrebbero fatto diventare "psicotico" chiunque.
    Noi non abbiamo fatto nulla ... ma il solo fatto di esserci, di averlo accolto, di aver sopportato le sue intemperanze ... di non averlo mandato via ... è stato risolutivo.

    Un mio amico giudice dice sempre che la magior parte dei bambini sopporta abbastanza bene il primo abbandono (l'allontanamento dalla famiglia di origine), ma il secondo è micidiale e scatena una guerra interna, dove la parte soccombente è solitamente il bambino, tra il senso di colpa e inadeguatezza e il dito puntato verso chi no lo ha accolto con il cuore.

    Accogliere con il cuore significa prendere le botte, fisiche e morali, quando occorra e per nessuna ragione al mondo mandarlo via se on è lui a gridare a gran voce e più di una volta in un periodo ragionevolmente lungo il suo desiderio di andarsene.

  7.  

    Chi di noi non sente il bisogno di AMORE INCONDIZIONATO, di sentirsi accettato e amato per chi e per come si è davvero e non per chi si desidererebbe o gli altri desidererebbero (scusate il gioco di parole) senza aver paura di essere rifiutato e mandato via con poche spiegazioni?